9 novembre 2014 - Il Comune di Gatteo
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9 novembre 2014 - Il Comune di Gatteo
COMUNE DI GATTEO Domenica, 09 novembre 2014 COMUNE DI GATTEO Domenica, 09 novembre 2014 Prime Pagine 09/11/2014 Prima Pagina 1 Il Resto del Carlino (ed. Forli) politica locale 09/11/2014 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Pagina 21 2 Salvini al sit in televisivo a Ponente e poi al Bar Sport a Gatteo sport 09/11/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 24 3 AlfonsineSammaurese, fuori i secondi. Dozzese al bivio 09/11/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 9 4 Eccellenza, Meldola a Conselice Promozione, big match a Castrocaro economia nazionale 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 MAURO SALERNO SbloccaItalia, ora 35 decreti per il cantiere attuazione 6 politica nazionale 09/11/2014 Corriere della Sera Pagina 10 Mario Sensini Casa, dalla «local tax» rispunta la vecchia Imu 09/11/2014 Il Resto del Carlino Pagina 6 10 Renzi sfida l' Italia dei piagnistei «Usciremo dal tunnel della... 09/11/2014 Il Resto del Carlino Pagina 7 BARTOLOMEI RITA Trent' anni da Bologna a Firenze Variante infinita, aprirà nel 2015 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 NICOLA BARONE Renzi alla Variante di valico: usciamo dalla rassegnazione 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8 12 13 15 Al Senato duello sulle soglie La partita non è chiusa 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8 8 BARBARA FIAMMERI Berlusconi si arrende: sì alla legge elettorale 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9 17 19 Napolitano, un' uscita senza strappi pubblica amministrazione 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 MASSIMO FRONTERA Piano casa in scadenza per dieci Regioni 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3 MASSIMO FRONTERA «Troppa dispersione, fondi alle città» 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 GIANNI TROVATI Al via il confronto sulla tassa unica locale 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Statali in piazza: contratto o a dicembre sarà sciopero 09/11/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 19 Il Fisco «paga» la notifica irregolare CLAUDIO TUCCI 21 23 25 26 28 9 novembre 2014 Il Resto del Carlino (ed. Forli) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 9 novembre 2014 Pagina 21 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) politica locale IL PROGRAMMA. Salvini al sit in televisivo a Ponente e poi al Bar Sport a Gatteo CESENATICO. Dopo la mattinata di campagna elettorale nel Ravennate, il segretario leghista Matteo Salvini e il candidato alle regionali per il centrodestra Alan Fabbri sono attesi oggi a Cesenatico intorno alle 14 per un presidio davanti all' Hotel Spendid in viale Cavour 42, dove hanno ora spostato i profughi dell' operazione Mare Nostrum. E' il terzo sitin leghista dopo i due semideserti davanti all' hotel Sintini, dove gli immigrati erano ospitati in precedenza. Ci sarà la diretta televisiva che fa tanto discutere su Canale 5 con la trasmissione pomeridiana di Barbara D' Urso "Domenica Live". Ieri la srl servizi comunale ha mandato alcuni operai a cercare di dare una sistematina alla zona delle colonie: impresa disperata di fare meno brutta figura davanti alle telecamere televisive. Intanto, dopo gli scontri ieri al campo nomadi di Bologna sempre nel tour elettorale di Salvini, c' è timore di incidenti. Sono stati allertati una ventina di carabinieri. Dopo lo show televisivo il gruppo leghista si trasferirà a Gatteo per le 16 per un incontro pubblico al Bar Sport, in piazza Vesi 2. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 9 novembre 2014 Pagina 24 La Voce di Romagna (ed. Forlì) sport IL PROGRAMMA DI OGGI Big match in Eccellenza. AlfonsineSammaurese, fuori i secondi. Dozzese al bivio ECCELLENZA AlfonsineSammaurese, ArgentanaCentese, CattolicaSampierana, ConseliceMeldola, CoppareseProgresso, PortuenseFaenza, RavennaVallesavio, Real San LazzaroTorconca, SavignaneseMassa Lombarda. PROMOZIONE Girone C Atletico Castenaso Borgo Panigale, BudrioGranamica, CasalecchioMedicina Fossatone, Dozzese Vadese Sole e Luna, LavezzolaBagnacavallo, PorrettaComacchio Lidi, Santa Maria CodifiumeCotignola, San PatrizioSavarna, Sasso Marconi Russi. Girone D Bakia CesenaticoAsca Borghi, CastrocaroCervia, Classe Fosso Ghiaia, Fya RiccioneForlimpopoli, Marignane se Real Miramare, Sant' ErmeteReal Dovadola, San Pietro in VincoliPietracuta, VerucchioRonta Arpax, Tropical CorianoMisano (il Misano ha tesserato il difensore Rocco Di Filippo, ex Real Palazzo e impegnato nel campionato sammarinese. PRIMA CATEGORIA Girone E AironeTozzona Pedagna, Castel Guelfo Cagliari (a Portonovo di Medicina), CorticellaAnzolavino, Faro Coop Osteria Grande, LagaroSan Benedetto, OzzaneseZola Predosa, Placci BubanoRiolo Terme, Sesto Imolese Castel del Rio. Girone G CastelbologneseSavio, Cava Sparta, CivitellaReda, Del Duca San Leonardo, Marina Reno, PredappioFratta Terme, Ronco Edelweiss San Zaccaria, San PancrazioSolarolo. Girone H Bagno di RomagnaPinarella, CorpolòGiovane Cattolica ore 17, DiegaroJunior San Clemente, GambettolaTre Esse Saludecio, Igea Marina Villa Verucchio, MorcianoViserbella, San LorenzoGatteo, StellaRumagna. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 9 novembre 2014 Pagina 9 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) sport Calcio La domenica nel pallone. Eccellenza, Meldola a Conselice Promozione, big match a Castrocaro LEGA PRO (12ª giornata): venerdì Pisa Lucchese 00; ieri Pro PiacenzaSpal 01, GrossetoSavona 30, L' AquilaCarrarese 10, ForlìGubbio 21, AnconaSantarcangelo 00; oggi San MarinoTeramo (ore 11), Pistoiese Prato (14,30), ReggianaAscoli (16), TuttocuoioPontedera (18). Classifica: Ascoli, Pisa e Spal 20; Reggiana 19; L' Aquila 18; Pontedera, Ancona e Grosseto 17; Tuttocuoio, Prato 16; Pistoiese, Savona, Teramo e Forlì 15; Gubbio 13; Carrarese e Lucchese 12; Santarcangelo 9; San Marino 8; Pro Piacenza 3. SERIE D (11ª giornata, ore 14,30): Bellaria Fiorenzuola, RibelleJolly Montemurlo, Romagna CentroThermal Abano, Piacenza Rimini, FidenzaDelta Porto Tolle, Fortis JuventusFormigine, San Paolo Padova Correggese, Virtus CastelfrancoImolese; giocate ieri MezzolaraScandicci 21 e Abano Este 01. Classifica: Este 23; Piacenza 21; Rimini 19; Delta Porto Tolle Rovigo 18; Virtus Castelfranco e Fiorenzuola 16; Fortis Juventus, Abano, Correggese e Mezzolara 14; Scandicci 13; Imolese 12; Ribelle, Bellaria, Fidenza e Termal Abano Teolo 10; San Paolo Padova 8; Formigine 9; Jolly Montemurlo e Romagna Centro 5. ECCELLENZA (12ª giornata, 14.30): AlfonsineSammaurese, ArgentanaCentese, Cattolica Sampierana, Cm ConseliceMeldola, CoppareseProgresso, PortuenseFaenza, RavennaVallesavio, San LazzaroTorconca, SavignaneseMassa Lombarda. Classifica: Cattolica 30; Sammaurese 24; Alfonsine e Real San Lazzaro 23; Ravenna 22; Progresso 21; Savignanese 16; Copparese, Torconca, Massa Lombarda 14. Portuense, Sampierana 13; Old Meldola, Argentana 11; Conselice, Sporting Club Vallesavio 9; Faenza 7; Centese 4. PROMOZIONE (12ª giornata, 14.30): GIRONE C: Surgital LavezzolaBagnacavallo, San Patrizio Savarna, Santa Maria CodifiumeCotignola, Sasso MarconiRussi, CastenasoBorgo Panigale, Budrio Granamica, CasalecchioMedicina, DozzeseVadese, PorrettaComacchio. Classifica: Sasso Marconi 23; Russi 21; Medicina Fossatone 20; Casalecchio, Savarna, Granamica 19; Porretta 18; Borgo Panigale 17; Castenaso, Budrio 16; Lavezzola, Comacchio Lidi 15; Cotignola 14; S. Maria Codifiume, San Patrizio 12; Bagnacavallo 5; Vadese Sole Luna 4; Dozzese 3. GIRONE D: Bakia CesenaticoAsca Borghi, CastrocaroCervia, ClasseFosso Ghiaia, Fya Riccione Forlimpopoli, MarignaneseReal Miramare, S.ErmeteReal Dovadola, San Pietro in VincoliPietracuta, Tropical CorianoMisano, VerucchioRonta Arpax. Classifica: Bakia, Castrocaro 21; Cervia 20; Fya Riccione 19; Classe 18;Forlimpopoli, Sant' Ermete, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4 9 novembre 2014 Pagina 9 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Forlì) sport Real Miramare 17; San Pietro in Vincoli, Fosso Ghiaia 16; Marignanese 15; Ronta 14; Real Dovadola 13; Pietracuta 12; Verucchio 10; Misano 9; Tropical Coriano 8; Asca Borghi 7. PRIMA CATEGORIA (10ª giornata, 14.30). GIRONE E: Placci BubanoRiolo Terme, AironeTozzona Pedagna, CastelguelfoCagliari, CorticellaAnzolavino, FaroOsteria Grande, LagaroSan Benedetto, OzzaneseZola Predosa, Sesto ImoleseCastel del Rio. Classifica: Faro Gaggio 25; Corticella 24; Lagaro 20; Anzolavino 19; Sesto Imolese 18; Ozzanese 14; Osteria Grande 13; Zola Predosa, Placci Bubano, Castel Del Rio 12; San Benedetto 11; Tozzona Pedagna 7; Cagliari, Airone 6; Riolo Terme 4; Castel Guelfo 0. GIRONE G: Del DucaSan Leonardo, Cava SaivSparta, CivitellaReda, CastelbologneseSavio, MarinaReno, PredappioFratta Terme, Ronco EdelweissSan Zaccaria, San PancrazioSolarolo. Classifica: Sparta 21; San Leonardo, Reda 19; Ronco Edelweiss Forlì 17; Del Duca 16; Civitella 15; Reno 14; Savio 12; Solarolo 11; Castelbolognese, San Zaccaria, Cava Saiv 10; Predappio 9; Marina, Fratta Terme 7; San Pancrazio 6. GIRONE H: Bagno di RomagnaPinarella, CorpolòGiovane Cattolica, DiegaroJunior San Clemente, GambettolaTre Esse Saludecio, Igea MarinaVilla Verucchio, MorcianoViserbella, San LorenzoGatteo, StellaRumagna. Classifica: Morciano 20; Gatteo 19; Diegaro 18; Giovane Cattolica, Junior San Clemente, Viserbella 14; Igea Marina, Rumagna 13; Pinarella, Bagno di Romagna 12; Gambettola, Corpolò 11; San Lorenzo 10; Stella 8; Tre Esse Saludecio 7; Villa Verucchio 3. SERIE A FEMMINILE (5ª giornata): BresciaBari 80, CuneoVerona 111, FirenzeTavagnacco 11, PordenoneMozzanica 02, RomaComo 31, Riviera di RomagnaSan Zaccaria 21. Martedì (ore 14,30): OrobicaTorres. Classifica: Roma, Brescia 13; Mozzanica 12; Firenze, Verona 11; Riviera di Romagna 9; Torres, Tavagnacco 7; Pordenone 4; S. Zaccaria, Bari, Cuneo 3; Orobica 1; Como 0. Prossimo turno, 6. Giornata (15 novembre): VeronaRiviera di Romagna, ComoFirenze, Tavagnacco Orobica, MozzanicaRes Roma, BariCuneo, San ZaccariaPordenone, TorresBrescia. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 9 novembre 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore economia nazionale La lunga crisi. SbloccaItalia, ora 35 decreti per il cantiere attuazione Il premier promette rapidità, Lupi ha già distribuito 1,7 miliardi. Mauro Salerno ROMA Chiuso un travagliatissimo iter parlamentare per il decreto SbloccaItalia si apre ora l' altrettanto complicato cantiere dell' attuazione. Il premier Matteo Renzi promette la massima celerità e il ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi, dal canto suo, ha già varato il primo decreto di ripartizione di 1,7 miliardi per le infrastrutture prioritarie (si veda Il Sole 24 Ore del 19 ottobre). La strada per trasferire l' impatto del provvedimento dalle colonne della Gazzetta Ufficiale (dove dovrebbe essere pubblicato martedì) alla realtà economica del Paese è ancora lunga. E si annuncia in salita. Nascosti nelle pieghe dei 346 commi, raggruppati in 44 articoli, è possibile contare 35 tra decreti e atti di altra natura necessari ad attuare le misure con riverbero più diretto per il settore delle costruzioni. Molti, peraltro, si sono aggiunti proprio durante il passaggio parlamentare che ha comportato oltre 200 correzioni al testo del decreto andato in Gazzetta lo scorso 12 settembre. Non bastasse la faticosa attuazione il decreto legge convertito con due fiducie ha già bisogno di correttivi che potrebbero finire in un decreto legge ad hoc questa settimana oppure in un emendamento alla legge di stabilità. La norma di legge è necessaria per trovare le coperture per la misura (prevista dall' articolo 34, comma 7) che esclude dal patto di stabilità interno i costi delle opere di bonifica degli enti territoriali. Poi bisognerà mettere mano ai provvedimenti attuativi. Tra i 35 titoli compaiono misure di grande impatto per il settore. E per molte non è facile scommettere che si arriverà davvero fino in fondo. A partire dal regolamento edilizio unico, reintrodotto in fase di conversione, che dovrà essere messo a punto tramite accordi in Conferenza unificata non semplicissimi da trovare. Per non parlare del regolamento dei Beni culturali sui piccoli interventi da escludere dall' obbligo di autorizzazione paesaggistica di cui si discute da anni. O dell' individuazione degli immobili demaniali inutilizzati (e da valorizzare), fino all' ennesimo riordino della disciplina delle terre e rocce da scavo. Il ministero delle Infrastrutture si è già portato avanti sulla lista delle grandi opere da sbloccare, con un primo elenco di infrastrutture "cantierabili" per un valore di circa 1,7 miliardi, contenuto in un decreto pronto per l' emanazione. Manca ancora la firma del ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, e il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 9 novembre 2014 Pagina 2 < Segue Il Sole 24 Ore economia nazionale visto della Corte dei conti, ma non ci sono problemi di merito. C' è poi il corposo capitolo delle revoche cui è affidato il compito di alimentare buona parte dei fondi destinati agli investimenti nel settore idrico e per la lotta al dissesto idrogeologico. Anche in questo caso non sarà così semplice individuare le opere da definanziare per liberare risorse utili a nuovi investimenti. Servono nuovi interventi normativi anche per accelerare il completamento delle opere incompiute, individuando i cantieri che potranno beneficiare di pagamenti esclusi dal patto. E ancora altri decreti per dare nuova linfa al pagamento dei debiti della Pa. In diversi casi, peraltro, le scadenze fissate dal Dl 133 per la loro emanazione sono già state superate. Sul fronte delle infrastrutture torna d' attualità il piano strategico dei porti e della logistica da varare con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri entro 90 giorni dalla conversione. Mentre la selezione degli interventi più urgenti è affidata a un ulteriore provvedimento da mettere a punto nei successivi 60 giorni, sulla base delle proposte delle Autorità portuali. Insomma anche qui una bella gimkana. Anche il decreto SbloccaItalia non si è fatto mancare una robusta dose di correzioni al codice degli appalti. Alle circa 200 modifiche varate nel corso degli ultimi anni, si aggiungono le 17 previste da quest' ultimo decreto, concentrate sulla semplificazione delle procedure per le opere da affidare in concessione, la modifica alla disciplina dei project bond e le norme per snellire gli iter per le bonifiche. Tutto al netto del ricco capitolo delle deroghe, messe nero su bianco con l' obiettivo di accelerare l' avvio dei cantieri. A partire dalle opere sottosoglia per difesa del suolo, messa in sicurezza delle scuole, antisismica e beni culturali, per finire all' ampio ventaglio di scorciatoie concesse sul fronte della difesa del suolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA. MAURO SALERNO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 9 novembre 2014 Pagina 10 Corriere della Sera politica nazionale Casa, dalla «local tax» rispunta la vecchia Imu Emendamenti di tutti i gruppi all' aumento delle tasse su fondi pensione e Tfr. ROMA Quattromila emendamenti, e siamo solo all' inizio. Matteo Renzi ha voluto una legge di Stabilità espansiva, che per la prima volta dopo anni dà alle famiglie e alle imprese più di quello che toglie, e i deputati, i partiti, alla vista di qualche risorsa da spendere, si sono scatenati. Le 4 mila richieste di modifica presentate in Commissione Bilancio alla Camera saranno scremate a 500, ma poi la valanga di emendamenti si riabbatterà sull' Aula di Montecitorio, poi di nuovo in Commissione ed in Aula al Senato. Per la legge di bilancio sarà un mese e mezzo di cammino parlamentare arduo, con imboscate possibili ovunque, e tanti temi spinosi da sciogliere, come le tasse sulla casa, sul Tfr e sui fondi pensione, e le risorse per gli ammortizzatori sociali, con la discussione della Legge di Bilancio che incrocia, pericolosamente, la delega sul Jobs Act. Il governo si è già detto disponibile a ragionare sull' aumento delle imposte sui fondi pensione e la rivalutazione del Tfr, sull' articolazione del bonus bebè, sul regime dei minimi per le partite Iva e anche sugli sgravi Irap per i nuovi assunti. Ma sempre e solo a patto che i saldi della manovra, cioè i grandi numeri, vengano salvaguardati. Il che restringe parecchio i margini per una riduzione delle imposte su fondi pensione e Tfr, che valgono 400 milioni l' anno, e che i deputati di quasi tutti i gruppi hanno chiesto di eliminare. Oggetto di moltissime proposte di modifica è la nuova local tax , che dovrebbe di nuovo superare Imu e Tasi. Il governo vorrebbe far scattare il nuovo regime già dal 2015, ma il semplice accorpamento delle due imposte farebbe solo resuscitare la vecchia Imu. Si vorrebbero ripristinare anche gli sgravi per i figli, e cogliere l' occasione per trasferire ai Comuni anche il gettito dell' Imu sui capannoni, eliminando la loro compartecipazione all' Irpef. Ma è un' operazione molto complessa, difficile da fare in poche settimane. Non si esclude un rafforzamento delle norme sulle partecipate degli enti locali, per «forzarli» a fare altri risparmi. Sugli sgravi Irap per le assunzioni a tempo indeterminato molte proposte puntano allo stesso obiettivo, vincolare in qualche modo il comportamento delle imprese. Escludendo dal bonus chi ha licenziato, come ha chiesto la Commissione Finanze, o chi delocalizza la produzione, come chiede Sel, o condizionando le agevolazioni alle sole assunzioni aggiuntive. Qualche modifica condivisa potrebbe emergere anche sul nuovo trattamento dei minimi per le partite Iva. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 8 9 novembre 2014 Pagina 10 < Segue Corriere della Sera politica nazionale Molti, tra Ncd, Pd e Fi, si sono schierati contro i tagli ai patronati e contro la tassazione ad aliquota marginale Irpef del Tfr maturando in busta paga, ma anche questa operazione sarà difficilmente «compensabile», visto che genera un gettito annuo di oltre due miliardi di euro. La minoranza del Pd è particolarmente bellicosa, ed ha avanzato una buona parte dei quasi mille emendamenti del partito del premier, con i quali, in pratica, riscrive quasi da capo la manovra. C' è anche la proposta di un forte aumento delle imposte di successione per finanziare il reddito di cittadinanza. E si chiedono risorse aggiuntive per gli ammortizzatori sociali, proprio mentre è in corso un braccio di ferro tutto dentro al Pd sulla calendarizzazione del Jobs Act alla Camera, che rischia di sovrapporsi. Tra gli emendamenti presentati molti riguardano la famiglia, con un proliferare di «bonus». Accanto a quello destinato alle mamme per i bebè, che Sc e Ncd puntano a modificare per favorire le famiglie con i redditi più bassi, sono spuntati fuori anche il bonus pannolino, altri aiuti per tre anni alle neomamme, ed il bonus per i libri del liceo. Sc vuole più soldi per gli asili nido (togliendo 100 milioni all' Agenzia delle Entrate). E non manca il taglio della spesa per gli aerei militari F35, o delle missioni di pace, proposti da Sel, per rifinanziare la scuola. Mario Sensini. Mario Sensini Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 9 novembre 2014 Pagina 6 Il Resto del Carlino politica nazionale Renzi sfida l' Italia dei piagnistei «Usciremo dal tunnel della pigrizia» Il premier all' apertura dell' ultimo tratto della galleria sul valico dell' A1. VIA, dal tunnel della pigrizia e della rassegnazione. Fuori di qui, «e vi chiedo con il cuore in mano di continuare a credere in questo Paese». Il premier Matteo Renzi parla per poco più di dieci minuti ieri mattina sotto la galleria Val Sambro affollata di autorità, lavoratori, forze dell' ordine e giornalisti. E resta attaccato a quell' immagine, il tunnel, «possiamo uscirne a condizione che ciascuno di noi faccia un pezzo di strada». Sognando un' Italia, «dove Isoradio non dica più code tra Barberino e Roncobilaccio». Invece la nebbia tra Pian del Voglio e Rioveggio non si elimina, quella per ora ce la dobbiamo tenere. RENZI aggancia l' ultimo diaframma della variante allo SbloccaItalia, «che serve a far ripartire il Paese, evitando prima di tutto che le opere pubbliche ferme per anni continuino a stare ferme semplicemente per sua maestà la burocrazi». Lui la vede così: «Dire magari dei no ma dirli. Dire dei sì ed essere conseguenti». Riprende: «Siamo un Paese che a detta di tanti sta in galleria, sta in un tunnel. Eppure ha eccellenze straordinarie». Ancora lodi alla variante, «un percorso tra i più innovativi del mondo. Siamo all' avanguardia». IL PRESIDENTE del Consiglio parla a chi è qui ma da comunicatore consumato più di una volta ripete, «vorrei raccontare a chi ci segue da casa». La sua platea, quella degli italiani. Capirai, chi non si è mai imbattuto almeno una volta nella vita nell' imbuto dell' Autosole. Il premier ha gioco facile allora. A tutti ripete il suo messaggio: «Non dobbiamo cedere alla cultura del piagnisteo». Rilancia: «Ecco il senso dello sbloccaItalia». Nei cantieri si aspettano finalmente una parola chiara sulle terre di scavo e lui insiste: «Dobbiamo abbattere gli ultimi tabù, le nostre paure, perché l' Italia è più forte di come viene descritta». CHIUDE sull' ottimismo: «In questi giorni Castellucci con i suoi colleghi ha incontrato Katainen. La Commissione europea ha deciso di stanziare trecento miliardi per nuovi investimenti, l' ha fatto per la pressione italiana. Lo avevamo detto dopo le elezioni europee, ehi, per uscire da una situazione di crisi bisogna avere il coraggio di investire. Io credo che questi miliardi, per quello che sarà la parte italiana, saranno spesi bene, con regole chiare e con la capacità di scrivere un pezzettino di storia». NEL SOTTOPORSI al rito del taglio della cravatta che celebra la chiusura di un cantiere, il premier non si è sottratto neanche alle domande dei cronisti sulla politica, diciamo così, di Palazzo. Nelle ore in cui corre l' indiscrezione di una possibile uscita anticipata (alla fine dell' anno) dalla scena di Giorgio Napolitano, Renzi ha voluto puntualizzare che lui non si preoccupa del futuro del capo dello Stato. Invece, ha detto, «mi preoccupo di fare bene il mio lavoro. E Napolitano è una garanzia per tutto il Paese». ri. ba. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10 9 novembre 2014 Pagina 6 < Segue Il Resto del Carlino politica nazionale Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 9 novembre 2014 Pagina 7 Il Resto del Carlino politica nazionale Trent' anni da Bologna a Firenze Variante infinita, aprirà nel 2015 Ultimi scavi sull' Appennino. Ma in Toscana è tutto fermo per i processi. dall' inviato Rita Bartolomei GALLERIA VAL DI SAMBRO UNA STORIA infinita, «ero bambino e se ne parlava già». E ora, di fronte all' ultimo diaframma abbattuto dal martellone' in diretta tv nella galleria Val Sambro non c' è più nulla da scavare lungo il raddoppio dell' Autosole, tra Sasso Marconi e Barberino il premier Matteo Renzi la chiude così: se abbiamo vinto questa burocrazia, «vuol dire che l' Italia può far tutto». Qui sotto ci sono 30 anni di amministratori, dal presidente della Regione Vasco Errani molto coccolato da Renzi ai sindaci. Tanta polizia e carabinieri, ma la location è a prova di contestazione. Commozione tra gli operai. Quando si apre il varco e le tute arancio sbucano da là a qua. Applausi e grida d' entusiasmo. Però nessuno si sbilancia sulla data dell' inaugurazione. Il presidente del Consiglio se la cava così: «Questo sarà l' ultimo Natale in cui i bambini vomiteranno sull' A1, in Appennino». L' ad di Autostrade Giovanni Castellucci conferma l' ottimismo: «Ci vediamo qui, prima di Natale». Quello del 2015. MA COSA guadagneranno gli automobilisti italiani con l' Autosole bis? Intanto un quarto d' ora di tempo, il percorso è più breve di 3 chilometri, la quota di valico più bassa di 226 metri. Non sarà dismessa in quel tratto la vecchia A 1, «camion e auto potranno percorrere indifferentemente l' una o l' altra», chiarisce Castellucci. Due corsie e quella d' emergenza anche in galleria. L' ad mette in fila i tempi: sono passati 24 anni tra la prima idea e l' ultima autorizzazione, nel 2006. I primi cantieri nel 2001, quando sembrava che saltasse tutto «e la vox populi diceva, non la faranno mai. Invece: questa è una grande sfida che abbiamo vinto tutti, collettivamente». Rincara: «L' altro ieri è arrivata l' ultima autorizzazione per asfaltare un rilevato. Ci sono volute 42 firme. Un Paese che ha bisogno di 42 firme per asfaltare è un Paese che ha problemi». Chiude: «La sfida è stata anche quella di completare i lavori senza aumentare le tariffe. Abbiamo le tariffe più basse d' Europa». Brusio nelle file dei sindaci. IL PREMIER arriva qui percorrendo la variante dalla Toscana, dove l' opera è bloccata. Il cantiere di Poggiolino è fermo perché a Firenze è in corso un processo alle terre di scavo. Il dibattimento, nelle previsioni, potrebbe durare un altro anno. La politica però sta lavorando. Lo SbloccaItalia semplificherà il punto, controverso. Renzi promette i decreti attuativi entro tre mesi. Riconosce: «In Emilia siete stati più bravi». Punzecchia: «Non è possibile che in una regione si faccia in un modo, nell' altra in un altro...». Qualcuno tra gli amministratori traduce: «Osservazione giusta, da indirizzare alle procure, però». BARTOLOMEI RITA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 9 novembre 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore politica nazionale La rottura del «diaframma». È dal 1982 che si parlava di raddoppio del tratto appenninico. Renzi alla Variante di valico: usciamo dalla rassegnazione Nicola Barone È il giorno della caduta dell' ultimo diaframma della variante di valico. Lì, nel ventre della galleria Val di Sambro, arriva Matteo Renzi ad accompagnare il momento clou tra le maestranze e i vertici di Autostrade per l' Italia, assieme a un gruppo di amministratori locali. Il luogo si presta alla perfezione da metafora del messaggio del premier r a c c h i u s o n e l l ' i n v o c a z i o n e a d abbattere «gli ultimi tabù, le nostre paure, perché l' Italia è più forte di come viene descritta». Speranza mista a una rinnovata fiducia verso le energie esistenti, negate e spesso taciute, visto che «il nostro paese è capace di uscire dal tunnel della pigrizia, della stanchezza, della rassegnazione». E la controprova sta anche in innovazioni ingegneristiche di livello europeo come quella sotto gli occhi del premier. Gli accenni di Renzi alla situazione economica partono dall' Europa, in particolare nel richiamo al piano di investimenti pubblici i 300 miliardi promessi da JeanClaude Juncker che se «spesi bene saranno in grado di costruire un pezzo di storia e un pezzo di futuro». Ma hanno al cuore ciò che spetta all' Italia fare, e non ad altri, per un' inversione effettiva e fruttuosa della rotta. Di questa strategia di cambiamento inaugurata dal governo lo SbloccaItalia gioca un ruolo centrale nei disegni di Palazzo Chigi («serve a far ripartire il Paese, innanzitutto evitando che le opere pubbliche continuino a star ferme a causa di sua maestà la burocrazia»). Tormentata e non certo celere per il sovrapporsi di decisioni a decisioni è risultata del resto alla prova concreta la storia del raddoppio dell' A1 nel tratto appenninico che vide la luce, per la prima volta, nel 1982. Anche se l' appuntamento della consegna definitiva manca di una data precisa è il premier stesso ad assicurare con una battuta, dopo un tratto personalmente alla guida, che «questo sarà l' ultimo Natale in cui i bambini vomitano in A1 sull' Appennino». Come a dire che entro la fine del 2015 ogni cosa sarà andata a posto. «Aspettiamo che Isoradio smetta di annunciare che ci sono code fra Barberino e Roncobilaccio». In un passaggio ulteriore relativo all' attuazione delle norme nello SbloccaItalia che regolamentano la gestione delle terre e rocce da scavo, il premier prende anche l' impegno per il superamento (entro tre mesi) dello spezzatino territoriale causa di ritardi e tanta carta bollata. Nella sfida per lo snellimento della burocrazia l' ex sindaco di Firenze sa di avere con sé il fronte delle imprese. «Adeguata attenzione» da parte dell' esecutivo alla necessità di realizzare nuove opere vede l' amministratore delegato di Autostrade per l' Italia, Giovanni Castellucci. Al padrone di casa tocca il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13 9 novembre 2014 Pagina 2 < Segue Il Sole 24 Ore politica nazionale compito di riepilogare nel corso della cerimonia le tante (troppe) tappe di avvicinamento al traguardo attuale. «Ventiquattro anni per avere tutte le autorizzazioni», sottolinea Castellucci, e nove per completare l' opera. È impressionante il confronto col progetto dell' originaria Autosole, negli anni Cinquanta: allora bastarono quattro anni e un centinaio di elaborati per realizzare il tratto tra Barberino e Sasso Marconi, oggi, per la variante di valico tra Barberino e Firenze Nord, è stata superata la quota dei 4mila elaborati prodotti. Un insieme di circostanze che fa parlare Castellucci di «una sfida vinta, da parte di tutti», grazie un investimento di 4 miliardi di euro a carico della società. Nei vari movimenti della visita a San Benedetto Val di Sambro Matteo Renzi si è mosso con di fianco quasi sempre l' ex presidente dell' Emilia Romagna, Vasco Errani, del quale apprezza «il puntiglio con cui ha seguito le fasi della realizzazione». Un abbraccio al candidato alla successione Stefano Bonaccini. E qualche parola di rassicurazione («da lunedì saremo impegnati a offrire nuove opportunità») va a una rappresentanza di addetti preoccupati per quando i lavori di costruzione della variante di valico saranno terminati. Secondo gli operai, che consegnano a Renzi un documento dove si dicono perplessi anche sulla bontà delle misure contenute nel Jobs act, il lavoro non mancherebbe neanche: nella lista delle possibilità aperte i disastri idrogeologici del periodo appena alle spalle e le aree industriali dismesse. © RIPRODUZIONE RISERVATA. NICOLA BARONE Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 9 novembre 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore politica nazionale La trattativa. Fi vorrebbe lo sbarramento al 5% ma c' è il no di Ncd. Al Senato duello sulle soglie La partita non è chiusa ROMA Mercoledì si erano lasciati dandosi appuntamento per questo fine settimana e oggi, presumibilmente, Silvio Berlusconi telefonerà a Matteo Renzi per confermargli il via libera alla legge elettorale che martedì entrerà ufficialmente nel calendario della commissione Affari costituzionali del Senato. Il leader di Fi è costretto ad accettare il premio di lista, se non vuol rompere il Patto del Nazareno. In cambio si accontenterà della disponibilità manifestata dal premier d i f a r salire la soglia di sbarramento al 5%. «Prima abbiamo concesso il ballottaggio in cambio del premio alla coalizione, adesso gli concediamo il premio alla lista in cambio della soglia al 5, poi cederemo anche quella e...basta», ironizzava amaramente un senatore azzurro da sempre vicinissimo a Berlusconi. Sulla soglia in effetti la parola definitiva ancora non è stata scritta. Renzi a sua volta deve fare i conti con i mal di pancia del Ncd di Alfano che ha già anticipato di essere «pronto a tutto». «Lo sbarramento del 5 per cento conferma Maurizio Lupi e un premio alla lista è inaccettabile perché va contro qualsiasi principio di democrazia» in quanto la governabilità è assicurata dal premio di maggioranza e non c' è quindi motivo di affievolire la rappresentanza con una soglia di sbarramento alta. Per il Ncd (così come per Sel e Fdi) «non si può andare sopra il 3%» e quindi il compromesso potrebbe essere facilmente raggiunto sul 4%. Ma in realtà a non mettersi di traverso potrebbe essere proprio Fi. Lo sbarramento al 5 di fatto taglierebbe fuori i cosiddetti partiti minori costretti dunque a chiedere ospitalità altrove. Escludendo Grillo ci sono solo tre partiti: il Pd, Fi e la Lega. Ma se Renzi può anche permettersi di favorire nuovi ingressi, visto che è dato da tutti come il favorito per la vittoria finale, Berlusconi al contrario ha i posti contati. Posti che il Cavaliere vuole riservare ai suoi fedelissimi. Una prospettiva che spaventa non pochi dentro Fi e in particolare quanti in questi mesi non hanno nascosto il loro dissenso dalla linea "collaborativa" con Renzi, in primis Raffaele Fitto. C' è infatti un solo punto su cui Berlusconi era e resterà irremovibile: il «no» alle preferenze. Il Cavaliere vuole che chi andrà a rappresentare Fi in Parlamento risponda esclusivamente a lui. Le ipotesi al momento sono due. La prima, sponsorizzata dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, prevede un listino bloccato, pari al 30% dei candidati, mentre il restante 70% sarebbe scelto dagli elettori (la minoranza Pd chiede però che il rapporto sia 20/80). Viste le percentuali che danno Fi attorno al 15, chi entrerebbe sarebbero in sostanza solo quelli del listino bloccato. Lo stesso vale se ad essere «bloccati» saranno solo i capilista, la seconda ipotesi. In questo caso però si dovrebbero mantenere circoscrizioni elettorali corte Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15 9 novembre 2014 Pagina 8 < Segue Il Sole 24 Ore politica nazionale mentre nel caso dei listini andrebbero ampliate. C' è chi sostiene che soprattutto sui capilista ci sarebbe un rischio di incostituzionalità, in quanto la preferenza di fatto varrebbe soltanto per i partiti maggiori. Ma su questo si discuterà in Parlamento nelle prossime settimane. B.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16 9 novembre 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore politica nazionale La partita delle riforme. Berlusconi si arrende: sì alla legge elettorale Toti: meglio se Napolitano resta dove sta, poi nomina di garanzia. Barbara Fiammeri ROMA Silvio Berlusconi si è arreso. Il Cavaliere ha deciso che la priorità è mantenere aperto il canale privilegiato con il premier. Le ultime resistenze sono state cancellate dalle indiscrezioni, riportate ieri su Repubblica, delle dimissioni, a inizio 2015, di Giorgio Napolitano. Il leader di Fi fin dal mattino riunisce ad Arcore amici e collaboratori per confrontarsi sul da farsi. La strada è strettissima e non lascia alternative. Ripudiare il Patto del Nazareno significherebbe rinunciare alla scelta di un Capo dello Stato condiviso. Impensabile per Berlusconi, che ha quindi rotto gli indugi dando il via libera al premio di maggioranza alla lista come chiesto da Renzi. Ma è una resa, appunto. In questo modo Fi si consegna a sconfitta certa visto che, stando almeno ai sondaggi, è destinata ad arrivare terza e quindi non può neppure puntare sul ballottaggio che avrebbe invece più facilmente raggiunto se la competizione fosse stata tra «coalizioni». A meno che non convinca la Lega a correre sotto uno stesso simbolo, ipotesi men che plausibile visto che semmai il Carroccio di Salvini punta a cannibalizzare i voti azzurri. Berlusconi però non aveva alternative. La partita sul Quirinale è iniziata al di là delle dichiarazioni di facciata. «Napolitano al momento è un elemento di stabilità e se sta lì non è male e solo lui deciderà quando mollare», commenta Giovanni Toti consigliere politico del Cavaliere che subito dopo però avverte: «Nessuno pensi a forzature di maggioranza». Ma quel che più deve temere Berlusconi è che si realizzi una maggioranza con un' opposizione diversa dalla sua. A tranquillizzare gli azzurri al momento ci pensa Beppe Grillo che attacca bollando come un «ricatto al Parlamento» le eventuali dimissioni del Capo dello Stato che assieme a Renzi e Berlusconi sarebbe espressione di non meglio precisati «poteri». Anche nella maggioranza però c' è nervosismo. Renato Schifani per il Ncd sottolinea che «serve massima convergenza» sulla scelta del successore di Napolitano. Il partito di Alfano non vuole essere scavalcato. E anche la minoranza Pd è in fibrillazione. Pier Luigi Bersani è certo che «Napolitano farà per il meglio», si limita a dire l' ex segretario. Ma le eventuali dimissioni del Capo dello Stato scuotono soprattutto Fi. Per Renato Brunetta sarebbero la conferma che Renzi vuole tornare a votare in primavera. Napolitano «non vuole essere colui che scioglie le Camere». Una «profezia» che teme anche Berlusconi. Ma il Cavaliere non ha strumenti per opporsi. E lo conferma la scelta di non strappare il Patto del Nazareno. Addesso arriva però la fase più difficile: Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 17 9 novembre 2014 Pagina 8 < Segue Il Sole 24 Ore politica nazionale convincere il partito. Si parla della convocazione di un ufficio di presidenza già martedì che quindi precederà l' assemblea dei gruppi parlamentari indetta per giovedì (se ancora si terrà). «Forza Italia ha il dovere e il diritto di aprire una discussione all' interno per valutare verso quali ipotesi stiamo andando», ha detto ieri Raffaele Fitto, leader della minoranza azzurra che può contare su una quarantina di parlamentari nei gruppi di Camera e Senato e invece solo su 4 voti nell' ufficio di presidenza. Comunque sia alea iacta est. Berlusconi era consapevole delle resistenze interne che vanno peraltro ben oltre la minoranza fittiana. Lo stesso cerchio magico, i fedelissimi, da Toti a Romani, da Gelmini a Bernini avevano condiviso la scelta iniziale di non consegnarsi a Renzi dando il via libera al premio di lista. Ma il quadro ora è completamente cambiato. Berlusconi vuole collaborare all' elezione del nuovo Capo dello Stato. E non c' è da fare troppe supposizioni su quale possa essere la ragione, anche se da qualche mese non se ne parla più: la grazia. L' assoluzione al processo Ruby, la fine della pena per la condanna Mediaset a febbraio, unita alla convinzione della debolezza delle accuse al processo De Gregorio sulla compravendita dei senatori lo inducono a essere meno pessimista che in passato. © RIPRODUZIONE RISERVATA. BARBARA FIAMMERI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 9 novembre 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore politica nazionale Napolitano, un' uscita senza strappi L' orizzonte è il semestre Ue ma tempi e modi li deciderà il Colle Renzi: è e resta garanzia per il Paese. ROMA L' orizzonte temporale per la conclusione del mandato di Giorgio Napolitano resta quello che da tempo era trapelato: la fine del semestre europeo. Ma i tempi esatti e i modi li deciderà il capo dello Stato dopo un' attenta valutazione del calendario e senza dare né il senso di un' emergenza né di uno strappo istituzionale. E rispettando i lavori parlamentari che fino alla fine dell' anno saranno presi da legge di stabilità e Jobs act. Dunque, se l' intenzione di lasciare viene confermata dalle indiscrezioni scritte da Stefano Folli su Repubblica, l' addio al Quirinale avrà più tappe, più momenti in cui il capo dello Stato chiarirà il suo pensiero e le sue intenzioni senza annunci improvvisi. «È sempre una garanzia per il Paese», è stata la reazione di Matteo Renzi quando gli hanno chiesto di Napolitano e della fine del suo mandato. E più tardi aggiunge: «Non mi interessa delle voci sul futuro del Presidente, mi interessa far bene il mio lavoro». Certo è che Renzi era stato il primo a fare pressioni sul Colle affinché lasciasse più tardi, in primavera, ma ora dovrà studiare come affrontare un test parlamentare scivoloso e rischioso. Al Quirinale una data non è stata ancora decisa ma saranno due gli appuntamenti a cui si guarda con più attenzione per preparare un percorso. Il primo è quello consueto di auguri con le più alte cariche dello Stato a ridosso di Natale, in genere intorno al 18 dicembre. In quell' appuntamento Napolitano ha sempre tracciato un bilancio dell' anno e delle prossime scadenze e, quindi, a maggior ragione questa volta il suo discorso sarà particolarmente atteso. Poi, ci sarà il messaggio di fine anno in cui il presidente dirà agli italiani che quello è l' ultimo del suo mandato. Lo stile del presidente fa pensare che il messaggio non sarà centrato sulla sua persona, nonostante l' annuncio del suo addio, ma piuttosto parlerà del Paese e del futuro. Se la data non è ancora stata scelta, di alcuni elementi si terrà conto. Al di là delle valutazioni personali, il capo dello Stato sa che le dimissioni di un presidente non sono un evento ordinario ma da legare all' andamento delle Camere e all' impatto sul Parlamento e sull' Esecutivo. Per esempio, è difficile che le dimissioni formali possano essere date entro l' anno quando le Camere saranno ancora impegnate su legge di stabilità e Jobs act. Ed è difficile fissarle già il 1° gennaio quando le Camere sono chiuse per la pausa di Natale. O addirittura prima. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19 9 novembre 2014 Pagina 9 < Segue Il Sole 24 Ore politica nazionale "Mobilitare" la politica durante le feste darebbe un senso di emergenza che non è nello stile del Colle. Tra l' altro, dal momento delle dimissioni scattano i 15 giorni dalla convocazione delle Camere in seduta comune mentre le Regioni dovranno nominare i loro delegati. Al Colle non si è neppure abbandonata la speranza che nel frattempo le Camere accelerino sull' approvazione in seconda lettura della legge elettorale. Proprio di legge elettorale Matteo Renzi aveva parlato con il capo dello Stato giovedì scorso al Colle, dopo la discussione sul nuovo ministro degli Esteri. E l' accelerazione sul patto del Nazareno viene letta proprio come una spinta arrivata anche dal Quirinale affinché quell' accordo dia il frutto di una seconda approvazione al Senato dell' Italicum. «Entro la fine di dicembre», era stato l' impegno che Renzi aveva promesso di rispettare. Un impegno che il premier ha mostrato di voler perseguire nei fatti quando mercoledì scorso, a meno di una settimana dopo il colloquio al Colle, ha incontrato Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Ora un addio di Napolitano con la fine del semestre finisce per spingere ulteriormente la legge elettorale. E mette alla prova il patto del Nazareno che si misurerà a breve anche con l' elezione del capo dello Stato. Che il suo secondo mandato avesse un termine anticipato era stato lo stesso Napolitano a dirlo alle Camere. Ma nelle ultime settimane si erano intensificate le voci sulle sue dimissioni dopo la fine del semestre europeo per una questione di correttezza istituzionale e non lasciare l' Italia senza il suo massimo vertice. Dunque era questo il timing che da tempo (vedi Il Sole 24 Ore del 19 settembre e 8 ottobre scorsi) avevano studiato al Quirinale senza abbandonare la speranza di un secondo sì sull' Italicum. Una tappa che però non influirà sulle scelte del Colle. Li. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 9 novembre 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione Edilizia. Entro il 31 dicembre 2014 le amministrazioni dovranno decidere tra proroga o decadenza. Piano casa in scadenza per dieci Regioni Massimo Frontera ROMA Proroga o decadenza? Sono dieci le Regioni che entro fine anno dovranno decidere se prorogare le norme sul piano casa, come hanno già fatto Sicilia e più recentemente il Lazio, oppure lasciarle decadere, come hanno fatto invece Emilia Romagna e Lombardia. Entro il 31 dicembre le norme sugli ampliamenti arriveranno infatti a scadenza in Sardegna, Umbria, Puglia, Toscana, Piemonte, Marche, Calabria, Basilicata e Abruzzo, oltre che nella provincia di Trento. La questione è particolarmente urgente in Sardegna, dove la scadenza è stata fissata al 29 novembre prossimo (mentre per le altre nove Regioni la scadenza è stata fissata al 31 dicembre prossimo). Scadenza che ha già fatto andare in fibrillazione gli operatori. Per dare corpo all' allarme, sul sito della Confartigianato è stato allestito addirittura un conto alla rovescia che scandisce il tempo residuo al secondo. L a giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru ha già fatto sapere di essere contraria alla proroga perché vorrebbe riuscire ad approvare in tempo una più complessiva norma di riforma sull' edilizia abitativa. Ma i lavori in consiglio sulla discussione del disegno di legge non fanno pensare che l' appuntamento possa essere rispettato. Da qui il forte pressing per una proroga. «Confido nella celerità del lavoro dell' assemblea dei consiglieri regionali ha detto l' assessore regionale degli Enti locali e Urbanistica, Cristiano Erriu che ha già manifestato la disponibilità a discutere nei tempi il disegno di legge senza attendere la più complessa e risolutiva legge urbanistica, di cui costituisce un primo modulo e la cui bozza verrà presto aperta al contributo di tutti». Resta la suspense. In Puglia la scadenza di fine anno del piano casa trova per ora orecchie sensibili solo da parte delle forze politiche di opposizione. Il presidente del Gruppo Udc in Consiglio regionale, Salvatore Negro, ha presentato un progetto di legge di un solo articolo che mira a prorogare di un altro anno le norme attuali, cioè fino al 31 dicembre 2015. «L' obiettivo ha spiegato il capogruppo Udc è dare sostegno al comparto edilizio colpito da una crisi persistente che ha gettato nel dramma migliaia di lavoratori e le loro famiglie. Siamo consapevoli che questo provvedimento non farà uscire il settore dalla crisi. Tuttavia ha aggiunto è un ulteriore passo per venire incontro alle imprese che operano nell' edilizia, prorogando le agevolazioni previste dalla legge che offre premialità a chi amplia o ristruttura il proprio edificio residenziale, con un bonus di volumetria pari al 20% nel caso di ampliamenti e al 35% per demolizione e ricostruzione». Bisognerà Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 21 9 novembre 2014 Pagina 2 < Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione capire se intorno alla proposta possa formarsi una maggioranza più trasversale. Più tranquilla appare invece la situazione in Piemonte dove, salvo improvvisi cambi di rotta, sarà deliberata una proroga fino al 31 dicembre 2016. L' annuncio è stato dato per tempo dalla giunta. «Prorogare questi incentivi ha detto nel settembre scorso l' assessore all' Urbanistica, Alberto Valmaggia è il primo passo verso una rivisitazione complessiva di un nuovo modo di concepire l' edilizia, sia come fruizione degli spazi disponibili, ma soprattutto dal punto di vista dell' impatto ambientale». La proposta della Giunta ha spiegato ancora l' assessore è di prorogare la scadenza per le agevolazioni agli ampliamenti degli immobili, prevista al 31 dicembre 2014 dalla legge regionale n. 17/2013, portandola al 31 dicembre 2016. Sono interessati gli ampliamenti per gli immobili residenziali nella misura del 20%, «con lo scopo di favorire la riqualificazione del patrimonio edilizio in termini di qualità architettonica ed efficienza energetica». Solo pochi giorni fa, il Lazio ha prorogato di due anni la scadenza naturale del 31 gennaio 2015. Quest' estate anche la Sicilia aveva provveduto a prorogare le norme fino al 31 dicembre del 2015. © RIPRODUZIONE RISERVATA. MASSIMO FRONTERA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 9 novembre 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione Riuso urbano. Ance e Consiglio nazionale degli architetti spingono per un riequilibrio. «Troppa dispersione, fondi alle città» Massimo Frontera MILANO Un' inversione a 180 gradi delle attuali politiche di sviluppo delle città, concentrando le risorse comunitarie verso le aree urbane e il loro ammodernamento, invece di continuare a puntare soltanto sulle infrastrutture È, in sintesi, quello che chiedono gli architetti in un manifestoappello lanciato a Milano ieri, a conclusione di "Eu Cities Reloading, Strategies and policies for urban regeneration", convegno dedicato alle politiche per le città promosso dal Consiglio nazionale degli architetti, insieme ai costruttori dell' Ance, al Forum europeo per le politiche architettoniche e al consiglio europeo degli architetti. Da parte sua l' Ance invoca la creazione di un' agenzia nazionale per guidare e promuovere gli interventi nelle città, come strumento della nuova politica per le aree urbane. Il centro studi dell' associazione dei costruttori giustifica la proposta con la forza dei numeri: negli investimenti comunitari 20142020, sintetizza l' Ance, il programma per le città metropolitane ha solo 900 milioni; per quanto riguarda invece i 30 miliardi dei fondi per lo sviluppo regionale, solo 2,3 miliardi, l' 8%, sono destinati alle città. E comunque solo 9 regioni hanno deciso di impegnarsi in progetti di sviluppo urbano sostenibile. «Abbiamo 62 miliardi di fondi strutturali e 44 miliardi ex Fas che stiamo utilizzando male: potremmo utilizzarli fino al 40% per le città, invece li utilizziamo per altro», ha detto preoccupato il presidente dell' Ance, Paolo Buzzetti. «Chiediamo al Parlamento europeo, alla nuova commissione e alla presidenza italiana dell' Unione ha detto il presidente degli architetti, Leopoldo Freyrie di avviare una politica integrata per la rigenerazione delle città europee, piccole e grandi, serve un allentamento del patto d i stabilità per consentire gli investimenti pubblici che garantiscano standard minimi di sicurezza e salute dei cittadini. E bisogna anche poter attingere ai fondi strutturali europei non solo per le opere ma anche per i progetti, altrimenti non si avviano politiche di promozione dell' innovazione e dei talenti, e i paesi europei bloccati dal patto di stabilità non avranno progetti da proporre per accedere ai fondi». Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, si dichiara «non contrario» all' agenzia nazionale proposta dai costruttori edili, e concorda con l' idea di orientare maggiori risorse sulle città. Sul palco della Triennale, sede del convegno, sono sfilati molti esempi di impegnative trasformazioni urbane. Brilla la Francia, con i casi di Marsiglia e Nantes, esempi di punta di oltre 400 programmi di trasformazione promossi e finanziati dal governo nazionale. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 23 9 novembre 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione < Segue © RIPRODUZIONE RISERVATA. MASSIMO FRONTERA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 24 9 novembre 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione Assemblea Anci. SindaciGoverno. Al via il confronto sulla tassa unica locale Gianni Trovati MILANO Partirà domani il confronto tecnico fra sindaci e Governo per far quadrare i conti della nuova «tassa unica locale» , f o n d a t a s u u n o s c a m b i o f r a l ' addizionale Irpef che passa allo Stato e l' Imu dei capannoni che finisce interamente ai Comuni: uno scambio che, oltre ai problemi di redistribuzione fra i territori, potrebbe nascondere qualche rischio per le casse locali, perché l' addizionale Irpef e quota erariale hanno valori quasi analoghi sulla carta, ma l' imposta sui capannoni ha problemi di riscossione che ne limitano il gettito reale. La nuova tassa unica è al centro dell' agenda dei sindaci, che ieri hanno chiuso a Milano l' assemblea nazionale Anci, i n s i e m e a l l e ricadute della riforma delle Province, che deve partire dal 1° gennaio ma si porta dietro ricadute organizzative (in primis gli oltre 20mila dipendenti da ricollocare; si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) che spingono le amministrazioni locali a ipotizzare un periodo transitorio di 36 mesi per accompagnare il passaggio al nuovo sistema. «La riforma delle Province ha spiegato il sottosegretario all' Economia Pier Paolo Baretta parlando ai sindaci è un problema molto serio perché ora si tratta di gestire un gruppo di enti che in buona parte è in condizione di predissesto». Baretta, del resto, si è mostrato in sintonia con le preoccupazioni dei sindaci anche sul versante fiscale, sottolineando che «la tassa unica è un passaggio importante ma delicato, e occorre evitare errori anche perché va chiusa la lunga stagione dei rinvii dei bilanci». Gli allarmi non mancano, ma il consuntivo stilato ieri dal presidente dell' Anci Piero Fassino è positivo: «Il Governo ha ricordato ha riconosciuto le nostre stime sul fondo crediti di dubbia esigibilità, che aprono spazi a nuovi abbattimenti del Patto, ha accolto l' idea di cancellare i vincoli di destinazione delle entrate da alienazioni di immobili e ha prospettato una copertura per gli interessi sui nuovi mutui». Una regola, questa, che può far ripartire gli investimenti, e che secondo i sindaci va estesa alle rinegoziazioni dei finanziamenti già accesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 9 novembre 2014 Pagina 10 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione Dipendenti pubblici. La leader Cgil: «Pronti a sostenere il referendum antiFornero» Statali in piazza: contratto o a dicembre sarà sciopero Claudio Tucci ROMA Nuove risorse nella l e g g e d i stabilità per rinnovare i contratti collettivi di lavoro, bloccati dal 2010 (ciò ha comportato, secondo stime sindacali, una diminuzione dei salari dei lavoratori, in 5 anni, di circa 5mila euro). Sblocco del turnover, e soluzioni per i precari visto che al 31 dicembre 2016 scadranno intorno agli 80mila contratti a termine (settore Scuola, escluso). Le categorie del pubblico impiego (in piazza intorno alle 100mila persone, secondo Cgil, Cisl e Uil) hanno manifestato, ieri, a Roma per chiedere al governo, e al ministro della Funzione pubblica, M a r i a n n a M a d i a , u n immediato confronto: «Se non arriveranno risposte siamo pronti allo sciopero generale a dicembre», hanno sottolineato i sindacati di categoria. La legge Fornero va abrogata (la Cgil è pronta a votare il referendum della Lega); è ancora in attesa di soluzione la questione "Quota96" dei circa 4mila insegnanti bloccati a lavoro per un errore tecnico; e va trovata una soluzione alle probabili eccedenze della riforma delle province (possono arrivare a oltre 20mila esuberi si veda il «Sole24Ore» di ieri) anche in considerazione del riordino, e quindi del taglio, delle amministrazioni periferiche. «Smettete di fare i dilettanti allo sbaraglio ha dichiarato la leader della Cgil, Susanna Camusso . Non si può trattare la Pa come se non fosse il centro, il perno dei servizi». «Non accetteremo un nuovo blocco dei contratti ha aggiunto la numero uno della Cisl, Annamaria Furlan . Nei 36 miliardi della manovra si devono trovare le risorse per i rinnovi, per la scuola, la sicurezza, la sanità e il sociale. Ma in Italia gli scioperi generali si decidono insieme». La richiesta più forte dei lavoratori pubblici è l' immediato sblocco della contrattazione, non solo per la parte normativa, ma soprattutto per quella economica. E le risorse per fare i contratti, ha spiegato il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, «possono arrivare dai 180 miliardi di evasione fiscale, dai 60 miliardi della corruzione, dai 27 miliardi dei costi della politica e dai 500 milioni di euro che vengono dati ai consulenti». Il governo ha difeso i provvedimenti fin qui messi in campo (il dl Madia e il ddl delega di riforma della Pa) e sul tema delle possibili eccedenze di personale la risposta è «la mobilità», ha ripetuto la titolare di palazzo Vidoni, assicurando che negli spostamenti ci sarà rispetto dei diritti dei lavoratori e che il posto verrà garantito a tutti. Ma per Michele Gentile (Settori pubblici Cgil nazionale) «le attuali regole sulla mobilità sono da cambiare perché inattuate e inefficaci. Le riforme vanno concordate con il sindacato». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26 9 novembre 2014 Pagina 10 < Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione E dalla piazza si entra nei dettagli: i medici hanno chiesto «lo stop ai tagli, il ricambio generazionale, una normativa sulla responsabilità professionale». Tutto da attuare è anche il piano di stabilizzazione di oltre 148mila insegnanti precari; e da risolvere c' è pure il nodo lavoratori a tempo nei ministeri. Ma, dall' altra faccia della medaglia, c' è anche un problema di efficienza e produttività. Per questo il Governo «deve procedere alla riforma della Pa responsabilizzando la dirigenza e i dipendenti sulla base di strumenti come la contabilità economica per centri di costo», ha sottolineato Maurizio Sacconi (Ncd). © RIPRODUZIONE RISERVATA. CLAUDIO TUCCI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 9 novembre 2014 Pagina 19 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione Cassazione. Onere della prova a carico dell' amministrazione. Il Fisco «paga» la notifica irregolare Salvina Morina Tonino Morina Il Fisco perde soldi se le notifiche degli atti sono sbagliate. È compito dell' ente impositore "provare" la regolarità della notifica. Pertanto, la mancata produzione dell' avviso di ricevimento della raccomandata da parte dell' ente locale rende inammissibile il ricorso dell' ufficio. Per la Cassazione, ordinanza n. 23852, depositata il 7 novembre scorso, è perciò inammissibile il ricorso del Comune di Catania contro la sentenza della Commissione tributaria regionale di Palermo, sezione staccata di Catania (sentenza 218/12/34, depositata il 13 giugno 2012). Per la Cassazione, «la produzione dell' avviso di ricevimento del piego raccomandato contenente la copia del ricorso per Cassazione spedita per la notificazione a mezzo del servizio postale ai sensi dell' articolo 149 codice procedura civile, o della raccomandata con la quale l' ufficiale giudiziario dà notizia al destinatario dell' avvenuto compimento delle f o r m a l i t à d i c u i a l l ' a r t i c o l o 1 4 0 codice procedura civile, è richiesta dalla legge esclusivamente in funzione della prova dell' avvenuto perfezionamento del procedimento notificatorio e, dunque, dell' avvenuta instaurazione del contraddittorio. Ne consegue che, in caso di mancata produzione dell' avviso di ricevimento (...) il ricorso per cassazione è inammissibile (sentenza n. 627 del 14 gennaio 2008)». Al riguardo, si deve notare che sono frequenti le bocciature della Cassazione nei confronti degli enti impositori, uffici dell' agenzia delle Entrate o enti locali, che, in presenza di atti notificati irregolarmente o non notificati, anziché annullare gli atti in autotutela, proseguono il contenzioso. La conseguenza è che l' Erario non incassa nulla e gli uffici sono condannati alle spese. Per essere regolari le notifiche, nei casi di irreperibilità, l' attività si completa in tre fasi: il deposito di una copia dell' atto presso la sede del Comune mediante consegna al segretario comunale o a d u n impiegato; l' affissione dell' avviso di deposito alla porta dell' abitazione o dell' ufficio o dell' azienda del destinatario; la spedizione di una lettera raccomandata con cui si comunica al destinatario il deposito suddetto, cioè la comunicazione di avvenuto deposito (cosiddetto CAD). La notifica si perfeziona quando sono state espletate tutte e tre le suddette formalità. La notifica deve anche rispettare le indicazioni della Corte costituzionale n. 3 del 2010, interpretativa dell' articolo 140 del codice d i procedura civile; gli atti, per essere validi, devono entrare nella sfera di conoscibilità del contribuente (in questo senso, si veda anche la sentenza n. 7809 del 31 marzo 2010, della Cassazione). Le Sezioni Unite, con sentenza n. 19667/14, sottolineano poi l' obbligatorietà della preventiva Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28 9 novembre 2014 Pagina 19 < Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione comunicazione che deve essere portata a conoscenza del contribuente, per garantirgli il reale ed effettivo esercizio del diritto di difesa, diritto costituzionalmente protetto e che non può essere negato in alcun modo dagli uffici. La nuova bocciatura della Cassazione fa sperare in un cambiamento di comportamento degli uffici, anche nel rispetto di quanto suggerito dal direttore dell' agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nella circolare 25/E del 6 agosto 2014. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29