Commercio, affari in picchiata «È colpa dell`isola

Transcript

Commercio, affari in picchiata «È colpa dell`isola
L’Unione Sarda 10 marzo 2014
Quartu Sant’Elena
Commercio, affari in picchiata «È colpa dell'isola pedonale»
- La crisi non concede tregua, i negozianti faticano a resistere
Il traffico e i clienti di un tempo sono solo un ricordo. In via XX Settembre, a pochi metri dal mercato civico,
gli affari sono in picchiata e i negozi chiudono. Tutta colpa, a detta dei commercianti, dell'isola pedonale in
piazza Santa Maria, provvedimento attuato alcuni anni fa che vieta alle auto in arrivo da viale Colombo la
svolta a destra verso via XX Settembre e di cui ancora paga le conseguenze chi fa commercio in questa
strada. Non sono bastate nemmeno le petizioni e le proteste. Indietro non si torna: la piazza resta pedonale
e la crisi si fa sempre più insopportabile.
LA CRISI «A darci la mazzata definitiva», spiega Ignazio Mangoni proprietario dell'omonimo studio
fotografico, «è stata la crisi che sta attraversando anche il mercato civico. I nostri potenziali clienti erano le
persone che si recavano a piedi al mercato. Invece adesso non passa più nessuno. Hanno chiuso il flusso
principale di auto da viale Colombo e così hanno decretato la fine di questa strada». L'idea della piazza
pedonale risale alla Giunta precedente e si aggiungeva all'istituzione della ztl in tutto il fuso di Cepola. Un
esperimento fallito in partenza. Dopo pochi giorni, a seguito delle numerose proteste dei residenti, il
provvedimento era stato limitato soltanto ad alcuni giorni e ad alcune ore e in seguito revocato del tutto.
L'unica modifica a rimanere in piedi era stata la pedonalizzazione del lato sinistro della piazza, delimitata da
dissuasori che spesso qualcuno sradica per poter lasciare l'auto in sosta.
SOPRAVVISSUTI «Via XX Settembre è diventata un deserto», rivela Monica Cois a capo di uno dei pochi
negozi sopravvissuti ,un ingrosso di prodotti per parrucchieri ed estetisti. «L'isola pedonale ci ha rovinato
ed è stata peraltro una cosa inutile perché non passa mai nessuno. Prima ci aiutava il mercato civico, ma
adesso non lavora il mercato e non lavoriamo nemmeno noi. Qualcuno chiude, altri aprono, ma è un pianto
generale». Jonathan Solla e Michel Chevalier hanno tentano una carta diversa aprendo un'attività nuova e
moderna in una delle strade più antiche della città. È lo studio grafica e stamperia Saletta team che
andrebbe anche bene se «i nostri clienti non fossero costretti a fare giri enormi per trovarci. Chi arriva dal
Poetto non può svoltare in viale Colombo ed è costretto a intrufolarsi tra un groviglio di stradine. Se non
conosci la zona è la fine».
Tra poco a rendere le cose più difficili arriveranno i cantieri per la posa della rete del gas che toglieranno
parcheggi e creeranno inevitabili disagi.
Giorgia Daga
Guerra aperta contro gli ambulanti abusivi
- Fenomeno difficile da contrastare nonostante i controlli dei vigili
Qualcuno la licenza da venditore ambulante ce l'ha, ma di itinerante gli è rimasto ben poco. Scelta un'area a
bordo strada, in zona via Fiume, ha installato una bancarella permanente che nemmeno le multe dei vigili
urbani sono riuscite a smuovere. Tanti altri, invece, non hanno nemmeno l'autorizzazione, tanto che ormai
le lamentale e le proteste sul commercio abusivo in città sono ormai all'ordine del giorno.
A protestare, anche con segnalazioni ed esposti oltre che alla Polizia municipale anche alla stazione dei
carabinieri, sono spesso i negozianti regolari che ormai vedono spuntare rivendite abusive in ogni angolo di
strada. Ieri pomeriggio, ad esempio, lungo la litoranea per Flumini poco dopo le 15 erano ancora presenti
alcuni rivenditori di pesce: le cassette di polistirolo ricolme di ghiaccio spuntavano dai bagagliai dell'auto,
direttamente sulla strada.
«Dobbiamo anche noi lavorare», ammette S. M. ambulante che ieri vendeva frutta nei pressi dell'hotel
Setar. «Ho due figli: l'alternativa è andare a rubare. Prima giravo in vari paesi, ma ora vengo qui dalle sei e
mezzo del mattino: si guadagna lo stretto indispensabile, anche perché c'è la crisi. Speriamo che arrivi
presto la bella stagione, perché in inverno si vende veramente poco». Chi può si arrangia, insomma, ma la
concorrenza per i negozi tradizionali è pesantissima, tanto che non tutti riescono a resistere. Nelle scorse
settimane, poi, anche gli agenti della Municipale hanno fatto scattare dei controlli, ma alla fine il fenomeno
dell'abusivismo è difficile da contrastare, perché legato a doppio filo con la crisi economica che ha messo in
ginocchio famiglie e venditori.
Quattro mesi fa, dopo un giro di vite deciso dalla Prefettura, c'era stato anche il tentativo di suicidio di un
ambulante, esasperato per l'ennesima multa. Anche per questa ragione, visto il clima esasperato, il
Comune potrebbe decidere di affrontare il problema analizzando ogni singolo caso: mantenere il giro di vite
contro l'abusivismo come prevedono le leggi, ma promuovere anche l'emersione di chi, ormai da anni, ha
deciso di lavorare senza alcuna licenza. Il clima, in ogni caso, resta teso: con i vigili urbani costretti, ogni
volta, a gestire situazioni difficili, soprattutto legate alla povertà e al bisogno di lavorare, ma comunque a
far rispettare le regole. (fr.pi.)
Rubati i dissuasori, pericolo per i pedoni
- Via Bonaria
Tutti i giorni, per tornare a casa carica di buste della spesa, la pensionata Luigina Onnis fa lo stesso
percorso. Cammina a passi lenti sull'isola pedonale realizzata in via Bonaria, ma a un certo punto è
costretta a passare in mezzo alla strada con il rischio di essere investita. Il passaggio per i pedoni delimitato
dai dissuasori infatti, di colpo si interrompe. I paletti in ferro sono stati portati via e un bel tratto di strada è
diventato spazio per le auto in sosta. Luigina Onnis e altri residenti nella zona hanno protestato e inviato
segnalazioni al comando della Polizia municipale ma i paletti non sono tornati al loro posto. «Ci sono troppi
maleducati», allarga le braccia l'anziana donna. «Finalmente dopo tante richieste abbiamo ottenuto che
mettessero i dissuasori ma pur di parcheggiare li hanno portati via. È assurdo che non possiamo uscire di
casa senza il rischio di essere investiti». Il furto dei dissuasori è uno dei passatempi preferiti in città. Non c'è
strada dove non siano stati divelti per poter lasciare le auto in sosta senza problemi. Per la gran parte dei
casi non sono stati ancora sostituiti. In centro e in periferia i balordi si accaniscono anche su altri cartelli
della segnaletica. In alcune strade sono stati rubati i divieti di sosta e nel litorale addirittura i pannelli
catarifrangenti. Difficile capire che fine abbiano fatto: se siano stati gettati in campagna o rivenduti. L'unica
certezza è che il Comune dovrà spendere per sostituirli. Qualche anno fa erano stati rubati addirittura i
cartelli che indicavano i nuovi sensi unici nella litoranea per Villasimius. (g. da.)
Assemini
Azzerati i vertici dirigenziali nel Comune
Il nuovo assetto organizzativo dei dipendenti comunali è pubblicato on line sul sito del Comune.
L'amministrazione comunale monocolore “grillina” ha disposto il taglio dei due ruoli dirigenziali (per l'Area
amministrativa il segretario comunale Michele Cuccu e per l'Area tecnica l'ingegner Alessandro Bocchini)
individuando ben 11 responsabili di settore contro i sette di prima.
Ai Servizi cimiteriali è stata indicata Adriana Pia , ai Lavori pubblici Alessandro Bocchini , all'Edilizia Carlo
Barletta , all'AmbienteMauro Moledda , alle Politiche sociali Valentina Melis , ai Democrafici Daniela
Petricci , alle Attività produttive Suap e Urp Stefania Picciau , ai Tributi Anna Paola Mameli , ai Servizi
finanziari Anna Rita Depani , alla Segreteria generale Efisio Piras mentre alla Polizia municipale il sindaco
ha nominato responsabile unico il capitano Antonello Pireddu rimasto in ballottaggio fino all'ultimo con il
suo pari grado Giovanni Carboni . (g.l.p.)
Capoterra
Nei boschi degli orrori la strage di cervi e cinghiali
- Bracconieri denunciati a Gutturu Mannu e Minniminni (Castiadas)
Non c'è tregua nel bosco degli orrori, dove la caccia di frodo imperversa e i bracconieri non sembrano
disposti a cedere le armi della strage. Le ultime operazioni messe in campo dalla Forestale e a cui hanno
partecipato, soprattutto per tentare i bonificare le foreste di Gutturu Mannu, Monte Arcosu, Campuomu e
dei Sette Fratelli, anche i volontari del Wwf e della Lipu, hanno ancora una volta confermato lo scempi. La
strage, appunto, degli innocenti.
LE TRAPPOLE Nei lacci d'acciaio piazzati tra la vegetazione per catturare soprattutto cinghiali, sono finiti
anche cervi, volpi. Le cui carcasse, insieme a quelle di qualche cinghiale dimenticato dai cacciatori di frodo,
sono state martoriate dagli animali selvatici. Nessun dubbio: quelle povere bestie imprigionate nei nodi
scorsoi, sono morte tra atroci sofferente e quindi sbranate.
In particolare i ranger delle stazioni di Capoterra, Campuomu, Castiadas, Muravera, Pula, Sinnai, Teulada e
del Nucleo investigativo dell'Ispettorato di Cagliari, hanno ritrovato due cerve, altrettante volpi e quattro
cinghiali.
IL BLITZ Un lavoro di bonifica e di repressione dei reati venatori che ha messo nei guai tre cacciatori di
frodo colti in flagranza di reato. In particolare, dopo un lungo appostamento i ranger di Capoterra hanno
bloccato verso le due del mattino, a Gutturu Mannu, Alessandro Marras, operaio di 32 anni, e il pizzaiolo
Domenico Altana di 38, entrambi capoterresi, mentre erano intenti a recuperare un cinghiale e caricarlo in
auto. Durante il servizio le squadre e il personale di Wwf e Lipu hanno disattivato e sequestrato, nella
stessa zona, 190 lacci realizzati con i cavetti d'acciaio.
A MINNIMINNI Un terzo bracconiere, Bruno Loi di 57 anni, impresario edile di Uta, è stato bloccato nei
boschi di Minniminni. Aveva piazzato alcuni lacci nei pressi di una pozza d'acqua, tentando di attirare
cinghiali e cervi che popolano la zona con un mucchio di carrube. Durante la perquisizione sono stati anche
recuperati dieci pettirossi e diverse decine di trappole.
IL FENOMENO Grazie alla stretta collaborazione avviata tra il Corpo forestale e Wwf e Lipu, è stato possibile
bonificare diverse zone boschive. Complessivamente sono state sequestrate 2500 trappole per
uccellagione, mille cavetti per la cattura degli ungulati, liberati un cinghiale e un cervo maschio. Per il
direttore dell'ispettorato, Giuseppe Delogu e il responsabile della vigilanza Fabrizio Madeddu, «mentre è in
calo il fenomeno dell'uccellagioneè invece in preoccupante crescita il numero dei lacci d'acciaio per la
cattura di cervi e cinghiali».
Andrea Piras