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Alla scoperta di Pistoia capitale della
cultura 2017. Tra l’antico, la modernità e
il lavoro, la città trasforma in area verde
una zona del centro storico e pullula di
iniziative Miliani P. 12-13
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
l
€1,40
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
Anno 93 n. 334
Giovedì, 29 Dicembre 2016
unita.tv
Appello Pd: basta perdere tempo
l Il vicesegretario Guerini: se c’è volontà di un’intesa sulla legge elettorale deve emergere ora
l Però crescono i no alla proposta dem. Ma Rosato avverte: senza accordo si va al voto P. 4-5
Il viaggio inchiesta dei radicali nelle carceri P. 7
O dolci baci e
languide carezze
Sfida spagnola
ai 5Stelle
Paolo Hendel
Roberto Roscani
mmagino che anche voi come me non
avrete ben presente la faccia di
Massimo Gandolfini, capo indiscusso
del Family Day. A vederlo in foto, con
quella sua aria a metà tra Sean Connery e
Nicola Arigliano, non può non suscitare
simpatia. Per questo non condivido
l’atteggiamento di altezzoso sdegno di quei
fighetti dei miei amici della sinistra nei suoi
confronti. Non posso con questo dire di
condividere sempre le cose che scrive e dice.
Anzi, nel 99% dei casi la penso all’opposto e
in quell’un per cento dei casi in cui mi trovo
d’accordo con lui probabilmente è perché ho
frainteso le sue dichiarazioni. Ma nel caso
della trasmissione di Rai Tre “Stato Civile”
sono con Gandolfini in tutto e per tutto e
stigmatizzo, se solo sapessi cosa vuol dire, le
scelte “artistiche”di quella svergognata della
Bignardi. E pensare che è di nemmeno un
anno fa il caso di quei genitori di Massa
Carrara che hanno (giustamente) ritirato da
scuola la figlioletta di sette anni perché la
maestra aveva letto una fiaba in cui era la
principessa a salvare il principe dal drago e
non viceversa! Dice, che c’entra? C’entra
eccome! Fai passare una cosa del genere, che
stravolge i sacri valori della famiglia, e ti
ritrovi con le coppie omosessuali in prima
serata. E stai sicuro che domani quella
maestra di Massa Carrara leggerà ai suoi
alunni una bella fiaba in cui alla fine il
principe e il drago fanno outing e se ne
vanno mano nella mano a vivere la loro
torbida storia d’amore, mentre la
principessa lascia il castello, si trasferisce in
città e diventa amica della Bignardi! Non c’è
più limite all’indecenza e l’infanzia, con i
suoi miti e i suoi modelli rivisitati, è privata
della sua innocenza. Già mi immagino
Topolino che un bel giorno confessa a
Minnie di essere omosessuale. E mi
immagino Minnie che gli risponde: “Lo so
bene, Mickey, che te sei un topo che non gli
piace la topa. Credevi ‘un me ne fossi
accorta? D’altronde io son vent’anni che me
la intendo con Pippo. Se aspettavo te stavo
fresca!”
Già mi immagino Tex Willer e Kit
Carson, i due rangers del Texas, in Luna di
Miele nella prateria stile “I segreti di
Brokeback Mountain”, quel film di
pervertiti che già nel nome della
montagna, per chi sa l’inglese, era un
esplicito quanto brutale manifesto
dell’Arcigay! Già mi immagino il sindaco di
Gotham City che unisce in matrimonio
Batman e Robin, “Pipistrello” e
“Pettirosso”, sempre per chi sa l’inglese, a
braccetto contro il crimine, nei loro
pittoreschi costumini. È proprio vero che
Dio li fa e poi li accoppia!
Pensate a quando anche Superman si
confesserà: “Anche io son gay, come
Topolino. Anzi, sono un supergay! È la
kriptonyte verde che mi fa diventare etero,
accidenti a chi l’ha inventata!”
Non ci resta che Donald Trump. Se mi
diventa frocio anche lui lascio la Terra e
parto con Gandolfini per la prima missione
su Marte. In sette mesi di viaggio nello
spazio, chissà che non nasca qualcosa tra di
noi...
he cosa è una “buona legge
elettorale” e che cosa è una
“legge elettorale condivisa”.
Detto così è davvero difficile
capire: ogni legge elettorale dal
proporzionale puro al maggioritario di
collegio, dal doppio voto australiano
allo spagnolo basato su piccoli collegi è
in sé “una buona legge elettorale”. A
patto che sappia rispondere alle
esigenze che pone la situazione
politica di un determinato paese in un
determinato momento della sua storia.
Sì, perché con poche eccezioni le leggi
elettorali sono soggette a modifiche e a
riforme, dettate – se tutto va bene –
non dalle convenienze ma dalle
necessità. L’Italia è una buona prova di
tutto questo. La legge elettorale
fortemente proporzionale con cui
nasce la prima Repubblica (in cui non
esisteva neppure uno sbarramento
minimo se non quello implicito
contenuto nei grandi collegi territoriali
per cui anche pertiti dell’1 per cento
avevano eletti alla Camera purché si
fossero aggiudicato un eletto in un
collegio grazie al quale partecipavano
ad una complessa attribuzione dei
resti) nasceva dalla primazia che la
politica uscita dagli anni del fascismo
dava alla rappresentanza. Noi
sappiamo bene che questo ha prodotto
il grande paradosso di un sistema
instabile e immobile.
Segue a pag. 11
C
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I
L’INTERVISTA
Rita Bernardini:
«Dietro le sbarre
come con Marco»
IervasiP. 7
Crescono gli occupati ma non fra i giovani
l Oltre 500mila posti in più, calano
gli inattivi, boom dei voucher Di Giovanni P. 2
Staino
PATTO PUTIN - ERDOGAN
Accordo fra
Russia e
Turchia sulla
tregua in Siria
LAVORO E REFERENDUM: SFIDA DI FRONTE ALLA CORTE
Dall’intesa esclusi
i “gruppi terroristici”
De Giovannangeli P. 9
L’ORA DI STORIA E FILOSOFIA
Ichino: art. 18 Lassandari:
perché la
estensione
inammissibile Corte dirà sì
«Si tratta di un quesito
di fatto propositivo»
Comaschi P. 3
«Ogni referendum
produce nuove norme»
Franchi P. 3
Perché la
democrazia non
sarà rigenerata
con un click
La computer-crazia è
una forma di nuova aristocrazia Cesare Molinari P. 10
Radar Dalle Alpi alle isole, i concerti in piazza delle star della musica per salutare l’anno (tranne Roma) Amodio P. 14