hanno sacrificato la città per vantarsi della crisi

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hanno sacrificato la città per vantarsi della crisi
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Anno I - Numero 8 - Sabato 29 Novembre 2003
PERIODICO DI POLITICA CULTURA SPORT
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URBANISTICA A SOQQUADRO PER LA PROPAGANDA DS
HANNO SACRIFICATO
LA CITTÀ PER VANTARSI
DELLA CRISI
di Eden Cibej
E
ra prevedibile che i consiglieri comunali DS si
sarebbero attribuiti il
merito di aver fatto cadere la
Giunta Cameli. Puntualmente
questo sta avvenendo; per due
ragioni: la prima, per giustificare la strana alleanza con uomini
di Destra come Ottavio Di Stanislao; la seconda, per sostenere la
candidatura di Francesco Mastromauro alla quale Gerardini aveva da tempo affidato il ruolo di
ariete per rientrare nel partito da
protagonista dopo anni di emarginazione e dopo una sconfitta
elettorale, alle Comunali ’99, in
buona parte attribuita ad alcuni
settori dello stesso partito.
Quindi, una bella crisi comunale
con i DS protagonisti avrebbe certamente rappresentato un asso di
briscola per la riuscita dell’operazione. La maggioranza di centrodestra era ormai cadavere, ma
poco importava ai sei cavalieri
DS: era importante poter sbandierare un qualche merito nella caduta di Cameli, non soltanto in
campagna elettorale quanto nella
fase preparatoria alle elezioni,
cioè quella nella quale è importante, per una componente politica di coalizione, impugnare il
coltello dalla parte del manico per
imporre un candidato, una linea
politica, una determinata alleanza.
A Di Stanislao – uomo furbo e un
po’ meno idealista di chi lo aveva votato – non era sembrato vero
di avvistare alleati dai quali ottenere un sì su alcune proposte urbanistiche che stavano politicamente molto a cuore, tra gli altri,
anche a lui, al costruttore Armando Albani e al finto avversario politico Gianni Capanna, il geometra che i DS – notoriamente critici
nei confronti di qualsiasi conflitto
di interessi – avevano da anni piazzato proprio nella Commissione
Urbanistica Comunale.
I DS sapevano bene che l’Amministrazione Cameli era agli sgoccioli e che sarebbe caduta da sola
da un momento all’altro, senza
quindi l’ausilio dei loro voti. Sapevano pure che Di Stanislao non
sarebbe mai riuscito a far passare
una proposta antipopolare come la
lottizzazione Sadam, non potendo
egli più contare sul sostegno di Alleanza Nazionale e Forza Italia; sapevano, in sostanza, che l’Amministrazione Cameli non era più in
grado di nuocere e che certe vergogne urbanistiche non avevano
nessuna possibilità di essere approvate. Ma essi avevano bisogno di
quella crisi, avevano bisogno –
dopo anni di opposizione sciatta e
inconcludente – di qualcosa che li
rimettesse in gioco. E hanno così
trovato il modo di accontentare Di
Stanislao, l’assessore più a destra
e più antipopolare dei due governi
Cameli, pur di attribuirsi il merito
di aver mandato a casa l’Amministrazione Cameli. E ci sono riusciti, anche se a qualche mese soltanto dalle elezioni, e a prezzo di
provvedimenti urbanistici che
vanno in direzione opposta agli
interessi dei giuliesi. Si deve allora parlare di merito o piuttosto di
responsabilità grave dei consiglieri DS? Dobbiamo davvero parlare di azione positiva o non invece
di mediocre strategia politica
“strapaesana”?
Gran parte dei Ds è tuttora sbigottita per questa apertura a destra dei
rappresentanti consiliari del partito, nonostante le stupefacenti benedizioni opportunistiche che arrivano dagli organi provinciali.
Rimane ora da vedere se la com-
IL CONCERTO
DELLA SALA BLU
Il conte di
Carmagnola
di Alessandro Manzoni
(Coro)
di Marcella Vanni
S’ode a destra uno squillo di tromba;
a sinistra risponde uno squillo:
d’ambo i lati calpesto rimbomba
da cavalli e da fanti il terren.
Quinci spunta per l’aria un vessillo;
quindi un altro s’avanza spiegato:
ecco appare un drappello schierato;
ecco un altro che incontro gli vien.
Già di mezzo sparito è il terreno;
già le spade rispingon le spade;
l’un dell’altro le immerge nel seno;
gronda il sangue; raddoppia il ferir.
- Chi son essi? Alle belle contrade
qual ne venne straniero a far guerra?
Qual è quei che ha giurato la terra
dove nacque far salva, o morir?
- Duna terra son tutti: un linguaggio
parlan tutti: fratelli li dice
lo straniero: il comune lignaggio
a ognun d’essi dal volto traspar.
Questa terra fu a tutti nudrice,
questa terra di sangue ora intrisa,
che natura dall’altre ha divisa,
e ricinta con l’alpe e col mar.
- Ahi! Qual d’essi il sacrilego brando
trasse il primo il fratello a ferire?
Oh terror! Del conflitto esecrando
la cagione esecranda qual è?
- Non lo sanno: a dar morte, a morire
qui senz’ira ognun d’essi è venuto;
e venduto ad un duce venduto
con lui pugna, e non chiede il perché.
[…]
Adelchi
di Alessandro Manzoni
(Primo Coro)
[…]
E il premio sperato, promesso a quei forti,
sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
d’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
all’opere imbelli dell’arse fucine,
ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
col novo signore rimane l’antico;
l’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
si posano insieme sui campi cruenti
d’un volgo disperso che nome non ha.
ponente storica e la base dei DS
accetteranno il ritorno trionfale,
ma non di origine congressuale,
dell’On. Gerardini, e quale importanza i due partiti comunisti
– Rifondazione e Comunisti Italiani – attribuiranno alla coerenza tra ideali sbandierati e ideali testimoniati. Se, cioè, il valore della morale politica sia superiore o inferiore al valore del
potere politico.
P
uò sembrare, ma non lo è, il
titolo di una bella fiaba moderna, anche se, in fondo, della fiaba ha avuto il sapore e della
musica l’incantesimo, la Giornata
della Charitas che si è svolta a Giulianova domenica, 23 novembre, nella Parrocchia di Maria SS.ma dell’Annunziata con pieno successo di
pubblico e di critica. Organizzata da
Don Ennio Di Bonaventura, coadiuvato dalla preziosa opera di un gruppo di collaboratori presieduto da Leonardo Silvestris, la festa della Carità, cioè della interpretazione fraterna
e solidale del prossimo, la “Pietas”
latina illuminata dal Cristianesimo,
si è articolata in tre momenti, due dei
quali dedicati alle fasce più deboli
della Società: da una parte gli anziani, che ad essa hanno dato le migliori
energie e a cui è dovuta la più incondizionata gratitudine, dall’altra i bambini, che alla Società daranno le migliori risorse umane ed intellettive,
verso i quali, perciò, particolarmente
attento deve essere il metodo educativo e l’impegno quotidiano e coerente della eticità della vita per aiutarli a
costruire dentro di loro un sistema di
valori che li aiuti a crescere con i sani
principi del rispetto e della tolleranza, dentro un Umanesimo non della
competizione e della sopraffazione,
ma della civile interazione di diritti e
doveri sostenuti dalla sensibilità al
bene e all’aiuto reciproco. Così al
momento dell’intrattenimento dedicato ai meno giovani è seguita la cerimonia di premiazione dei vincitori
di un Concorso che ha chiamato i piccoli studenti delle ultime classi della
Scuola Elementare e quelli più grandicelli della Scuola Media ad esprimersi sul significato della Carità con
pensieri, poesie, racconti, esperienze.
Sono stati premiati i lavori di Alessandra Adriani, Michela Spinozzi,
Patrizio Ciarroni, Matteo Sarraullo e
G. Trancanella, studenti della Scuola
Elemetare di Via Lepanto e della
Scuola Media del Quartiere Annunziata. Una bella Bibbia con una riflessione moderna per una lettura collettiva ha premiato un gruppo di giovani che insieme alle due catechiste han-
no realizzato un collage esposto nell’atrio della Chiesa. La lettura dei brani e la consegna dei doni sono state
inserite nell’intervallo tra il primo e il
secondo tempo di un applauditissimo
concerto che ha avuto come protagonisti i maestri Livio Libbi (flauto),
Riccardo Bartolacci (clarinetto),
Ascanio Collevecchio (pianoforte), la
soprano Rossella Sterlicchio accompagnata al pianoforte da Susy Rizzo.
Elegantemente ristrutturata e trasformata in un vero e proprio auditorium,
dominato da una gigantografia parietale raffigurante scene della Natività,
della Sacra Famiglia e della Resurrezione, la Sala Blu, che Don Ennio ha
voluto e realizzato per la Comunità
dell’Annunziata, ha fornito le vie dell’anima alle emozioni di musiche immortalate dalle colonne sonore di film
celebri eseguite da un trio strumentale particolarmente armonizzato nei
passaggi più significativi delle partiture musicali offerte all’ascolto con
una abilità tecnica ed una sensibilità
interpretativa che hanno preso il cuore del pubblico fin dai primi accordi.
Di particolare interesse il Concertino
op. 107 di Cecil Chaminade, unica
donna compositrice tra l’ ‘800 e il ‘900
e calorosamente applaudite le interpretazioni dell’ “Ave Maria” di
C.Guonod e di “Lascia ch’io pianga”
di G.F.Handel da parte del soprano
Rossella Sterlicchi che ha conquistato il pubblico con la grazia della sua
persona e della sua bella voce piegata
alle più sottili modulazioni del sentimento, ma forte e drammatica insieme, appassionata e vibrante, leggera,
a volte, come una carezza, calda ed
estesa nelle esplosioni del sentimento, che il pianoforte di Susy Rizzo ha
puntualmente reso nelle giuste sonorità espressive. I canti tradizionali
ebraici Bashanà Habaà, Himè ma tov,
Havah nagilah hanno chiuso il Concerto in un clima di grande partecipazione emotiva da parte del pubblico
che ha sottolineato il suo apprezzamento con ripetuti e calorosi applausi. A Don Ennio Di Bonaventura il
nostro plauso insieme all’augurio che
su questo cammino i suoi compagni
di viaggio siano sempre più numerosi. Per i nostri lettori, nell’atmosfera
già un po’ magica dell’ormai prossimo Natale, il ritorno della notizia al
lieto fine delle favole così caro alla
innocenza dei bambini: un pezzo di
cuore di questa città, grazie alla raccolta di fondi della Parrocchia dell’Annunziata, ha varcato i confini che
separano i popoli del mondo solo geograficamente ed ha portato una testimonianza d’amore nel Benin, in
Africa, che oggi ha un nuovo pozzo.