hanno sacrificato la città per vantarsi della crisi
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hanno sacrificato la città per vantarsi della crisi
www.IlCorrierediGiulianova.it Distribuzione gratuita. Tiratura: 3.000 copie Anno I - Numero 8 - Sabato 29 Novembre 2003 PERIODICO DI POLITICA CULTURA SPORT Organo ufficiale della Lista Civica ”www.maggioranza.it - Città Solidale” - Supplemento di “Il Dubbio” Autorizzazione Tribunale di Teramo n. 193 dell’8/2/’82 - Direzione e Redazione: Via Luigi Longo, 12 - Giulianova Lido E-mail: [email protected] - Tel./Fax 085.800.1874 - Amministrazione, Pubblicità, Grafica: Via Capri, 38 - Giulianova Lido - E-mail: [email protected] - Editore: Frezza.NET Communications di Antonio Frezza - Sede Legale: Giulianova Lido (Teramo) - Via Capri, 38 - Tel. 347.664.24.61 - Fax 085.800.9206 - Direttore Eden Cibej URBANISTICA A SOQQUADRO PER LA PROPAGANDA DS HANNO SACRIFICATO LA CITTÀ PER VANTARSI DELLA CRISI di Eden Cibej E ra prevedibile che i consiglieri comunali DS si sarebbero attribuiti il merito di aver fatto cadere la Giunta Cameli. Puntualmente questo sta avvenendo; per due ragioni: la prima, per giustificare la strana alleanza con uomini di Destra come Ottavio Di Stanislao; la seconda, per sostenere la candidatura di Francesco Mastromauro alla quale Gerardini aveva da tempo affidato il ruolo di ariete per rientrare nel partito da protagonista dopo anni di emarginazione e dopo una sconfitta elettorale, alle Comunali ’99, in buona parte attribuita ad alcuni settori dello stesso partito. Quindi, una bella crisi comunale con i DS protagonisti avrebbe certamente rappresentato un asso di briscola per la riuscita dell’operazione. La maggioranza di centrodestra era ormai cadavere, ma poco importava ai sei cavalieri DS: era importante poter sbandierare un qualche merito nella caduta di Cameli, non soltanto in campagna elettorale quanto nella fase preparatoria alle elezioni, cioè quella nella quale è importante, per una componente politica di coalizione, impugnare il coltello dalla parte del manico per imporre un candidato, una linea politica, una determinata alleanza. A Di Stanislao – uomo furbo e un po’ meno idealista di chi lo aveva votato – non era sembrato vero di avvistare alleati dai quali ottenere un sì su alcune proposte urbanistiche che stavano politicamente molto a cuore, tra gli altri, anche a lui, al costruttore Armando Albani e al finto avversario politico Gianni Capanna, il geometra che i DS – notoriamente critici nei confronti di qualsiasi conflitto di interessi – avevano da anni piazzato proprio nella Commissione Urbanistica Comunale. I DS sapevano bene che l’Amministrazione Cameli era agli sgoccioli e che sarebbe caduta da sola da un momento all’altro, senza quindi l’ausilio dei loro voti. Sapevano pure che Di Stanislao non sarebbe mai riuscito a far passare una proposta antipopolare come la lottizzazione Sadam, non potendo egli più contare sul sostegno di Alleanza Nazionale e Forza Italia; sapevano, in sostanza, che l’Amministrazione Cameli non era più in grado di nuocere e che certe vergogne urbanistiche non avevano nessuna possibilità di essere approvate. Ma essi avevano bisogno di quella crisi, avevano bisogno – dopo anni di opposizione sciatta e inconcludente – di qualcosa che li rimettesse in gioco. E hanno così trovato il modo di accontentare Di Stanislao, l’assessore più a destra e più antipopolare dei due governi Cameli, pur di attribuirsi il merito di aver mandato a casa l’Amministrazione Cameli. E ci sono riusciti, anche se a qualche mese soltanto dalle elezioni, e a prezzo di provvedimenti urbanistici che vanno in direzione opposta agli interessi dei giuliesi. Si deve allora parlare di merito o piuttosto di responsabilità grave dei consiglieri DS? Dobbiamo davvero parlare di azione positiva o non invece di mediocre strategia politica “strapaesana”? Gran parte dei Ds è tuttora sbigottita per questa apertura a destra dei rappresentanti consiliari del partito, nonostante le stupefacenti benedizioni opportunistiche che arrivano dagli organi provinciali. Rimane ora da vedere se la com- IL CONCERTO DELLA SALA BLU Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni (Coro) di Marcella Vanni S’ode a destra uno squillo di tromba; a sinistra risponde uno squillo: d’ambo i lati calpesto rimbomba da cavalli e da fanti il terren. Quinci spunta per l’aria un vessillo; quindi un altro s’avanza spiegato: ecco appare un drappello schierato; ecco un altro che incontro gli vien. Già di mezzo sparito è il terreno; già le spade rispingon le spade; l’un dell’altro le immerge nel seno; gronda il sangue; raddoppia il ferir. - Chi son essi? Alle belle contrade qual ne venne straniero a far guerra? Qual è quei che ha giurato la terra dove nacque far salva, o morir? - Duna terra son tutti: un linguaggio parlan tutti: fratelli li dice lo straniero: il comune lignaggio a ognun d’essi dal volto traspar. Questa terra fu a tutti nudrice, questa terra di sangue ora intrisa, che natura dall’altre ha divisa, e ricinta con l’alpe e col mar. - Ahi! Qual d’essi il sacrilego brando trasse il primo il fratello a ferire? Oh terror! Del conflitto esecrando la cagione esecranda qual è? - Non lo sanno: a dar morte, a morire qui senz’ira ognun d’essi è venuto; e venduto ad un duce venduto con lui pugna, e non chiede il perché. […] Adelchi di Alessandro Manzoni (Primo Coro) […] E il premio sperato, promesso a quei forti, sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, d’un volgo straniero por fine al dolor? Tornate alle vostre superbe ruine, all’opere imbelli dell’arse fucine, ai solchi bagnati di servo sudor. Il forte si mesce col vinto nemico, col novo signore rimane l’antico; l’un popolo e l’altro sul collo vi sta. Dividono i servi, dividon gli armenti; si posano insieme sui campi cruenti d’un volgo disperso che nome non ha. ponente storica e la base dei DS accetteranno il ritorno trionfale, ma non di origine congressuale, dell’On. Gerardini, e quale importanza i due partiti comunisti – Rifondazione e Comunisti Italiani – attribuiranno alla coerenza tra ideali sbandierati e ideali testimoniati. Se, cioè, il valore della morale politica sia superiore o inferiore al valore del potere politico. P uò sembrare, ma non lo è, il titolo di una bella fiaba moderna, anche se, in fondo, della fiaba ha avuto il sapore e della musica l’incantesimo, la Giornata della Charitas che si è svolta a Giulianova domenica, 23 novembre, nella Parrocchia di Maria SS.ma dell’Annunziata con pieno successo di pubblico e di critica. Organizzata da Don Ennio Di Bonaventura, coadiuvato dalla preziosa opera di un gruppo di collaboratori presieduto da Leonardo Silvestris, la festa della Carità, cioè della interpretazione fraterna e solidale del prossimo, la “Pietas” latina illuminata dal Cristianesimo, si è articolata in tre momenti, due dei quali dedicati alle fasce più deboli della Società: da una parte gli anziani, che ad essa hanno dato le migliori energie e a cui è dovuta la più incondizionata gratitudine, dall’altra i bambini, che alla Società daranno le migliori risorse umane ed intellettive, verso i quali, perciò, particolarmente attento deve essere il metodo educativo e l’impegno quotidiano e coerente della eticità della vita per aiutarli a costruire dentro di loro un sistema di valori che li aiuti a crescere con i sani principi del rispetto e della tolleranza, dentro un Umanesimo non della competizione e della sopraffazione, ma della civile interazione di diritti e doveri sostenuti dalla sensibilità al bene e all’aiuto reciproco. Così al momento dell’intrattenimento dedicato ai meno giovani è seguita la cerimonia di premiazione dei vincitori di un Concorso che ha chiamato i piccoli studenti delle ultime classi della Scuola Elementare e quelli più grandicelli della Scuola Media ad esprimersi sul significato della Carità con pensieri, poesie, racconti, esperienze. Sono stati premiati i lavori di Alessandra Adriani, Michela Spinozzi, Patrizio Ciarroni, Matteo Sarraullo e G. Trancanella, studenti della Scuola Elemetare di Via Lepanto e della Scuola Media del Quartiere Annunziata. Una bella Bibbia con una riflessione moderna per una lettura collettiva ha premiato un gruppo di giovani che insieme alle due catechiste han- no realizzato un collage esposto nell’atrio della Chiesa. La lettura dei brani e la consegna dei doni sono state inserite nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo di un applauditissimo concerto che ha avuto come protagonisti i maestri Livio Libbi (flauto), Riccardo Bartolacci (clarinetto), Ascanio Collevecchio (pianoforte), la soprano Rossella Sterlicchio accompagnata al pianoforte da Susy Rizzo. Elegantemente ristrutturata e trasformata in un vero e proprio auditorium, dominato da una gigantografia parietale raffigurante scene della Natività, della Sacra Famiglia e della Resurrezione, la Sala Blu, che Don Ennio ha voluto e realizzato per la Comunità dell’Annunziata, ha fornito le vie dell’anima alle emozioni di musiche immortalate dalle colonne sonore di film celebri eseguite da un trio strumentale particolarmente armonizzato nei passaggi più significativi delle partiture musicali offerte all’ascolto con una abilità tecnica ed una sensibilità interpretativa che hanno preso il cuore del pubblico fin dai primi accordi. Di particolare interesse il Concertino op. 107 di Cecil Chaminade, unica donna compositrice tra l’ ‘800 e il ‘900 e calorosamente applaudite le interpretazioni dell’ “Ave Maria” di C.Guonod e di “Lascia ch’io pianga” di G.F.Handel da parte del soprano Rossella Sterlicchi che ha conquistato il pubblico con la grazia della sua persona e della sua bella voce piegata alle più sottili modulazioni del sentimento, ma forte e drammatica insieme, appassionata e vibrante, leggera, a volte, come una carezza, calda ed estesa nelle esplosioni del sentimento, che il pianoforte di Susy Rizzo ha puntualmente reso nelle giuste sonorità espressive. I canti tradizionali ebraici Bashanà Habaà, Himè ma tov, Havah nagilah hanno chiuso il Concerto in un clima di grande partecipazione emotiva da parte del pubblico che ha sottolineato il suo apprezzamento con ripetuti e calorosi applausi. A Don Ennio Di Bonaventura il nostro plauso insieme all’augurio che su questo cammino i suoi compagni di viaggio siano sempre più numerosi. Per i nostri lettori, nell’atmosfera già un po’ magica dell’ormai prossimo Natale, il ritorno della notizia al lieto fine delle favole così caro alla innocenza dei bambini: un pezzo di cuore di questa città, grazie alla raccolta di fondi della Parrocchia dell’Annunziata, ha varcato i confini che separano i popoli del mondo solo geograficamente ed ha portato una testimonianza d’amore nel Benin, in Africa, che oggi ha un nuovo pozzo.