Studio Comparativo Sulle Meta-Valutazioni OCSE
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Studio Comparativo Sulle Meta-Valutazioni OCSE
Studio Comparativo Sulle Meta-Valutazioni OCSEDAC sulla Democratic Ownership Anno accademico 2009/2010 Candidato: Lorenzo Muciaccia Relatore: Prof. Riccardo Tatasciore Correlatrice: Prof.ssa Maria Romana Allegri Indice 1. Introduzione ............................................................................................... I 2. Metodologia di lavoro................................................................................ 1 3. 1 La banca dati........................................................................................ 3 1.1 Presentazione della banca dati .................................................................. 3 1.1.1 1.2 1.2.1 1.2.2 1.3 Descrizione delle valutazioni all‟interno del catalogo ................................... 4 La Banca Dati in numeri ................................................................................ 4 Analisi della Banca dati ............................................................................. 5 1.3.1 1.4 1.5 Origine e Obiettivi......................................................................................... 3 Struttura della banca dati ........................................................................... 3 Esplorazione della banca dati e verifica delle prime ipotesi di studio .......... 5 Revisione della metodologia di lavoro ....................................................... 6 Il campione selezionato .............................................................................. 6 4. 2 Analisi del campione............................................................................ 8 2.1 Descrizione dell‟ownership ........................................................................ 8 2.1.1 2.1.2 2.1.3 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 Ownership nazionale (o governativa): un fattore chiave. ............................... 8 Interazione tra diversi livelli di ownership ..................................................... 9 Ownership locale, un termine ambiguo........................................................ 10 L‟ownership come fine a sè ...................................................................... 10 Ownership della società civile.................................................................. 11 Partecipazione della società civile ........................................................... 12 Limite dell‟approccio top-down ............................................................... 14 Approcci e tecniche partecipative ............................................................ 15 5. 3 3. Studio di caso: Civil society in poorest India, stories of innovation and change. ........................................................................... 17 3.1 La scelta del caso ..................................................................................... 17 3.2 Contesto di intervento............................................................................... 18 3.3 Perché la società civile ............................................................................. 18 3.4 Design e management del programma ..................................................... 19 3.5 Caratteristiche dell‟approccio ................................................................. 21 3.6 Il caso dei Musahars ................................................................................ 22 3.7 La partecipazione e l‟ownership all‟interno del programma. ................ 25 3.8 Sistema di monitoraggio MEAL ............................................................... 27 3.9 Le forme partecipative nel programma .................................................... 27 3.10 I bambini come agenti di cambiamento.................................................... 28 3.11 Rapporto tra la società civile e le istituzioni locali e centrali.................. 30 3.12 Risvolti sul quadro politico....................................................................... 31 6. 4 Conclusioni ......................................................................................... 34 4.1 La banca dati OCSE ................................................................................. 34 4.2 La relazione tra democratic ownership e grado di successo dei progetti di cooperazione: .................................................................................................... 35 4.3 La società civile ........................................................................................ 38 4.4 Metodi per una ownership democratica: l‟approccio top down .............. 39 II 4.5 4.6 4.7 Metodi per un‟ownership democratica: l‟ approccio bottom-up ............. 40 Lo Human Right Based Approach ............................................................ 41 La partnership nella progettazione .......................................................... 41 7. Bibliografia ............................................................................................... 43 8. Webgrafia ................................................................................................. 46 9. Allegato 1 .................................................................................................. 48 10. Allegato 2 .................................................................................................. 49 11. Allegato 3 .................................................................................................. 50 12. Allegato 4 .................................................................................................. 59 13. Allegato 5 .................................................................................................. 60 14. Allegato 6 .................................................................................................. 83 15. Allegato 7 .................................................................................................. 86 16. Allegato 8 Glossario ................................................................................. 87 17. Lista degli acronimi ................................................................................. 91 III Introduzione L‟obiettivo di questo lavoro è di elaborare un un quadro informativo ragionato sulla relazione tra partecipazione e qualità degli interventi di cooperazione internazionale allo sviluppo. L‟occasione è stato l‟interesse manifestato dalla Cooperazione Italiana di approfondire la relazione tra società civile e partecipazione locale da un lato – la democratic ownership – e gli interventi finanziati dal Ministero degli Affari Esteri dall‟altro, al fine di aumentarne la loro rilevanza e probabilità di successo. I risultati della ricerca saranno messi a disposizione degli organismi della cooperazione stessa quale contributo all‟elaborazione di linee guida per migliorare le fasi del Ciclo di Progetto. Il mio interesse verso le forme partecipative trae origine dai miei viaggi in alcuni paesi del Sud del Mondo che, mettendomi in contatto con la diversità culturale, mi hanno indotto a pensare che l‟idea di sviluppo non debba essere univoca per tutti. Ho quindi approfondito le tecniche di rilevazione dati partecipate nate con l‟antropologia applicata ai processi di sviluppo, il cui elemento di base è la considerazione dei beneficiari non come oggetti ma come soggetti attivi dello sviluppo. L‟idea di uno sviluppo endogeno e partecipato mi è sembrata sempre meno teorica e peraltro ho avuto il piacere di ritrovarla nella letteratura della storia dello sviluppo e nei manuali sulla gestione del ciclo di progetto. È così che ho sviluppato un interesse accademico per le forme partecipative e le loro applicazioni, interesse che mi ha portato a scegliere come argomento di tesi la partecipazione dei beneficiari al ciclo di progetto. Storicamente, l'impostazione degli interventi è sempre andata di pari passo con la definizione vigente di sviluppo; con la fine dell‟idea di sviluppo inteso solo I come crescita economica prendono il via una serie di approcci nuovi e innovativi: quelli che considerano la partecipazione un elemento base della pianificazione. Per alcuni, questa nuova impostazione nasce negli anni cinquanta, quando le organizzazioni non governative iniziarono a individuare la causa dei fallimenti della macchina degli aiuti nella mancanza di coinvolgimento delle popolazioni beneficiarie;1per altri, invece, esistono degli elementi di continuità tra gli approcci partecipativi adottati in tempi recenti e “i giudizi sulla partecipazione impliciti negli approcci tecnocratici delle prime decadi dello sviluppo e le retoriche e pratiche partecipative manifestate dal colonialismo inglese e da quello francese”.2 La partecipazione iniziò ad essere rivalutata all'inizio degli anni settanta, con l‟arrivo dell‟impostazione basata sui bisogni umani essenziali. Fu quello il periodo in cui si affacciarono nel mondo della cooperazione le discipline demoetno antropologiche che, insieme con le loro applicazioni empiriche (come l‟osservazione partecipante), attribuirono un‟importanza fondamentale alle opinioni dei beneficiari.3 Da allora, grazie soprattutto alle organizzazioni non governative, la società civile dei paesi donatori e riceventi iniziò a rivestire un ruolo di primaria importanza. La partecipazione (da partem capere, prendere parte), divenne così gradualmente una parola diffusa anche in ambienti istituzionali. Ai classici approcci top-down cominciarono ad affiancarsi quelli bottom-up: “il principale elemento innovativo del modello bottom-up è l‟attribuzione di uno status di soggetto attivo a coloro che prima erano considerati oggetti passivi di pianificazione.”4 I termini bottom-up e top-down sono spesso riferiti alla “direzione delle informazioni sulle quali si deve basare il momento decisionale”.5 1 SACHS, Wolfgang (1992) The Development dictionary: a guide to knowledge as power, Zed Books, Londra, p.117; 2 TOMMASIOLI M, (2006) Lo sviluppo partecipativo –analisi sociale e logiche di pianificazione, Carocci, Roma, p.110; 3 Ibidem 4 Ibidem 5 Ibidem p.102 II Tuttavia, “il problema consiste nello stabilire una relazione di partenariato, cioè di partecipazione di partner che,” afferma Tommasioli, “in ogni caso, vengono ad essere gli attori finali del processo di sviluppo, piuttosto che nello stabilire quale debba essere la direzione ottimale di una pianificazione che in ultima istanza non incide sull‟effettivo potere decisionale dei soggetti coinvolti”.6 Questa relazione di partenariato, questo dialogo, deve essere basato su un rafforzamento delle capacità (empowerment) del partner di diventare un soggetto attivo, in grado di impadronirsi (ownership) e di essere protagonista dei processi di sviluppo. Tale visione dell‟empowerment e dell‟ownership come principi per una buona cooperazione, è oramai ampiamente condivisa all‟interno di tutte le agenzie di cooperazione.7 Secondo EuropeAid, ad esempio, “la qualità del dialogo con i paesi partner (governi e rappresentanti della società civile) è la chiave per attuare delle politiche di sviluppo efficaci”.8 Dichiarazioni come quella di EuropeAid hanno portato alla partecipazione attiva della società civile in Forum quali quelli di Parigi (dove l‟ownership è stata considerata principio per una buona partecipazione) e Accra, istituzionalizzando definitivamente l‟importanza della partecipazione nei processi di sviluppo.9 L‟assenza o lo scarso coinvolgimento dei soggetti locali nell‟intero ciclo delle vicende progettuali, è stato riconosciuto come una delle cause maggiori degli insuccessi della cooperazione. 6 Ibidem EuropeAid, Project Cyclke Management, 2004 p.60. 8 Ibidem 9 Oltre cento tra donatori, Istituzioni Finanziarie Internazionali e Paesi in Via di Sviluppo hanno firmato, il 2 marzo 2005, la "Paris Declaration on Aid Effectiveness". Il documento definisce alcuni principi relativi alle modalitá con cui contribuire al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile in modo piú efficace ed efficiente rispetto al passato ma, soprattutto, con un nuovo spirito di collaborazione tra i vari stakeholders. Novità del forum che ha portato alla dichiarazione, infatti, è stata la partecipazione della società civile con il suo ruolo di lobbying. Il primo principio sancito nella dichiarazione è quello dell‟ownership, ovvero la leadership che i Paesi in Via di Sviluppo sono chiamati ad esercitare nelle politiche di sviluppo che li riguardano. Nella conferenza di Accra sono stati ribaditi i principi di Parigi ed è stata elaborata una nuova agenda per l‟azione, si rimanda alla bibliografia per ulteriori approfondimenti. 7 III Individuato il campo di ricerca, abbiamo scelto come oggetto dell'indagine la banca dati OCSE per analizzare le dinamiche inerenti alla società civile. IV Metodologia di lavoro Il suggerimento che costituisce l‟idea innovativa e originale della ricerca è di utilizzare le valutazioni presenti nella Banca Dati (BD) OCSE recentemente costituita proprio allo scopo di raccogliere e mettere a disposizione degli operatori, la documentazione relativa alle oltre 2000 valutazioni condotte dalle agenzie di cooperazione dei Paesi OCSE DAC. L‟ipotesi di partenza è stata che le valutazioni riportate nella BD OCSE contenessero, come qualità e quantità, informazioni utili e significative per stabilire la relazione tra ruolo della partecipazione locale nei progetti di cooperazione e il loro grado di successo. Le valutazioni, infatti, ci consentono di comprendere se, e con quali effetti, la società civile possa essere stata determinante all‟interno degli interventi. Verificata la plausibilità dell‟ipotesi si trattava poi di definire con quali modalità, risorse ed anche limiti tale relazione si manifestasse. Il lavoro si è svolto i due fasi: una preliminare nella quale si è esplorata la Banca Dati per conoscerne la consistenza e la qualità delle informazioni disponibili. E‟ stata utilizzata una prima tecnica di analisi testuale (ricerca con parole chiave) per capire, per tentativi e su campione stratificato (quindi ragionato, non casuale) di paesi e settori, quale fosse la consistenza della presenza di riferimenti alla società civile ed alla partecipazione, ottenendo una prima selezione di documenti per i quali tali riferimenti fossero significativi. (il procedimento in allegato 2) La seconda fase ha riguardato l‟analisi della documentazione selezionata, adattando la metodologia di lavoro in base alla maggior conoscenza acquisita della struttura della BD. Le basi metodologiche di questa fase sono state: Selezione della documentazione in base a criteri di valutazione anziché per settori o paesi, uniche opzioni presenti nella BD per la ricerca dei documenti ma che non garantisce la necessaria precisione dei risultati. I criteri di valutazione utilizzati sono stati: impatto, efficienza, efficacia, sostenibilità, rilevanza. Particolare attenzione è stata data alla rilevanza e alla sostenibilità in quanto maggiormente sensibili alle attività di partecipazione. I risultati della ricerca svolta su un campione ristretto di documenti di valutazione sono stati poi confrontati con uno studio di caso, ottenuto selezionando un‟attività di valutazione che presentasse il maggior numero di caratteristiche rappresentative del campione. Il primo capitolo è incentrato sulla valutazione della banca dati OCSE DAC e sulla verifica della sua utilità per la ricerca, nonché sul suo possibile utilizzo per successive meta-valutazioni. Il secondo capitolo ha come strumento di analisi quello della ricerca comparata, compiuta su un campione stratificato di ventiquattro valutazioni. In questo capitolo, oltre alla democratic ownership, sono state considerate anche le altre forme di ownership e di partecipazione, al fine di individuare possibili relazioni tra i vari livelli di ownership. L‟ultimo capitolo è uno studio di caso, condotto su un programma che utilizza un approccio particolare ed innovativo come strumento per accrescere l‟ownership democratica, basato sull‟interpretazione in senso ampio dei diritti umani e la concezione di povertà come violazione di tali diritti. Il programma è, inoltre, un interessante esempio di come potenziare il ruolo della società civile nelle operazioni di lobbying e advocacy. 2 1 1.1 La banca dati Presentazione della banca dati 1.1.1 Origine e Obiettivi La banca dati delle valutazioni OCSE (DEReC10) è nata il Febbraio del 2009. E‟situata all‟interno del dominio internet internazionale dell‟OCSE11. L‟obiettivo dell‟iniziativa è di raccogliere e pubblicizzare i risultati delle valutazioni realizzate dai Paesi OCSE. I suoi fruitori principali sono studenti, rappresentanti della società civile, ricercatori, istituzioni pubbliche e private impegnate nelle attvità di cooperazione internazionale. La banca dati è anche un utile strumento per compiere ricerche incrociate, confrontando le valutazioni al fine di migliorare il Ciclo di Progetto, condividere buone pratiche e incrementare il livello di qualità progettuale per migliorare le successive programmazioni. 1.2 Struttura della banca dati L‟interfaccia grafica permette di accedere a due modalità principali di ricerca dei documenti di valutazione: Un primo livello basato sulle agenzie autrici delle valutazioni Un secondo livello che le distingue per tipologia: area OCSE ed altre agenzie. Sono presenti documenti elaborati dalle agenzie dei seguenti paesi: Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Giappone, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti. Altre agenzie presenti sono: Asian Development Bank (ADB), European Community (EC), Inter- American Development Bank (IADB), International Finance Corporation (IFC), European Bank for Reconstruction and Development (EBRD), Fondo Monetario Internazionale (IMF), United Nations Development 10 11 Dac Evaluation Resource Center Si rimanda alla wegrafia per l‟indirizzo internet completo. 3 Programme (UNDP), Banca Mondiale (World Bank), DAC network on Development Evaluation. I documenti sono classificati per: Report più recenti Settori d‟intervento Paesi beneficiari degli interventi. Ulteriori link permettono di accedere alle informazioni sull‟ente valutatore con una beve presentazione, contatti (posta elettronica e telefono), sito internet di riferimento 1.2.1 Descrizione delle valutazioni all‟interno del catalogo Le valutazioni presenti nella banca dati di norma sono elaborate in forma narrativa, non seguono uno standard e analizzano i progetti seguendo i criteri OCSE (rilevanza, efficacia, efficienza, impatto, sostenibilità), applicati in forma completa o parziale. È frequente la presenza di Joint evaluation, cioè di atività valutative eseguite da più enti congiuntamente o di valutazioni effettuate su più progetti, alle volte in forma comparata, in altri casi presi singolarmente. Si possono anche distinguere valutazioni che hanno come oggetto programmi o progetti. 1.2.2 La Banca Dati in numeri Una delle prime operazioni effettuate ha riguardato la consistenza numerica della Banca Dati, cioè il numero dei documenti presenti e la loro suddivisione per settore. Per il catalogo completo si rimanda all‟allegato 1. A Febbraio 2010, sono presenti nella Banca dati 2134 documenti di valutazione suddivisi in 42 differenti settori. 4 1.3 Analisi della Banca dati 1.3.1 Esplorazione della banca dati e verifica delle prime ipotesi di studio Di fatto la Banca dati OCSE si presenta – contrariamente alle aspettative- più come un semplice deposito di materiali che come strumento per la loro ricerca e comparazione. Pertanto la ricerca del campione da selezionare è stata effettuata con una serie numerosa di tentativi. Una prima ipotesi è che alcune parole chiave fossero presenti con una maggiore frequenza nelle valutazioni. Considerando l‟ambito della ricerca, le parole chiave selezionate per questa prima indagine sono state: participatory, CSO (acronimo di Civil Society Organization), civil society e participation. Esse sono state applicate alle valutazioni relative a 5 paesi scelti tra quelli classificati dall‟OCSE come più poveri (ambito d‟interesse prioritario delle poltiche di sviluppo), cioè Least Developed Countries –LDC (meno sviluppati) e Lower Middle Income –LMI (reddito medio basso). - La lista è disponibile in allegato 2 Quelli inclusi nei LDC sono stati: Angola, Cambogia, Gambia, Mozambico, Laos. I paesi considerati tra i LMI sono: Bolivia, Repubblica Dominicana, Marocco, Nicaragua, Peru, Sri-Lanka. Nel campione non sono stati inclusi Paesi in cui ci sono conflitti armati in corso; in situazioni di conflitto, il tipo di intervento degli operatori umanitari è molto differente dalla norma e la partecipazione, quando non completamente assente, è di norma poco utilizzata. Considerando la distribuzione dei documenti per settori, il campione è stato delimitato alle seguenti aree: 5 Governance and public sector management Health Education Il procedimento della fase esplorativa è in allegato 3. 1.4 Revisione della metodologia di lavoro I risultati della fase esplorativa hanno indotto ad una revisione della metodologia di lavoro sui seguenti aspetti: 1) Adozione di una stratificazione di tipo differente da quella proposta dalla Banca dati Derec: la selezione non più per settori o paesi ma per criteri. 2) Uso dei 5 criteri valutativi indicati dall‟OCSE: impatto, efficienza, efficacia, sostenibilità, rilevanza. Una particolare attenzione sarà data al criterio della rilevanza, in quanto maggiormente sensibile ai processi di partecipazione. Anche le parti del ciclo di progetto, indicanti la fase di formulazione e d‟identificazione, verranno comunque considerate. 3) Definizione più rigorosa di democratic ownership, partecipazione e di società civile. 4) Verrà comunque tenuto in considerazione il risultato ottenuto tramite la ricerca esplorativa: ovvero che all‟interno dei progetti di governance si registrano alti livelli di partecipazione. Il settore della governance, pertanto, sarà utilizzato come campo di ricerca privilegiato. 1.5 Il campione selezionato Al termine della serie di operazioni sopradescritte e di ulteriori raffinazioni, è stato estratto un campione (vedere allegato 4) di 24 documenti di valutazione che hanno costituito la base della ricerca: 6 BAKLIEN Bergljot, HAUG Marit, WEERACKODY Chamindra, Study of the impact of the work of FORUT in Sri Lanka: building civil society, NORAD2004; OSTROM Nils, SPOOR Max, GELEG Tsagaagh, Contract-Financed Technical Co-operation and Local Ownership Mongolia Country Study Report, SIDA2004; Capacity Building in Public Finance: An evaluation of activities in the South Pacific AusAid, Camberra, 2004; MOLUND Stefan, Ownership in Focus? Discussion for a planned evaluation, SIDA, 2000; GIORGIS, MANAI, MOUANDA Review of 2001- 2002, evaluating results, African development Fund; 2004 EVANS Hugh, BIRGEGAARD Laars, COX Peter, HONG Lim Siv Cambodia Area Rehabilitation and Regeneration Project, SIDA, Stockholm, 2000; EDGREN Gus, Donorhip Ownership, and Partnership. SIDA, 2003; HUNT Juliet, BROUWERS Ria Review of gender and evaluation, DAC, 2003; HELLAND Johan Study of the impact of the work of Save the Children Norway in Ethiopia:building civil society, NORAD, 2004; Three decentralized funds in th balkans, CIDA, 2003; Executive Board of the United Nations Development Programme and of the United Nations Population Fund, UNDP, New York, 2000; Joint evaluation of effectiveness and impact of the enabling development policy ot the World Food Programme (WFP), BMZ, Bonn, 2005; Review of 1996-1998 evaluation result: lessons from experience and some implications for the future, African Development Fund, 2002; BYRON Gabriella, JACOBSON Ruth, SAAKASHVILI Nino,Sida Funded Initiatives targeted at gender equality in Georgia, SIDA, Stockholm, 2008; WORT Mike, SUMRA Suleman, VAN SCHAIK Paul , Swedish support in the education sector in Zanzibar, 2002- 200, SIDA, Stockholm, 2007; GOPPERS Karlis, LINDALH Claes,Sida‟s Trade Related Assistance: Result and Management, SIDA, Stockholm, 2009; TAMM Gordon, SHULTZ Michael, SAMSET Ingrid,Life and peace institute‟s Projects in Somalia and the Demoratic Republic of Congo SIDA, Stockholm, 2004; BORCHGREVINK Axel,Evaluation of the Development Cooperation through Norwegian NGOs in Guatemala, NORAD, Oslo, 2007; ABOLA Charles Evaluation of Norwegian Development Cooperation through Norwegian Non-Governamental Organizations in Northern Uganda (2003-2007), NORAD, Oslo, 2009; Evaluation of the role of NGOs as partners of the Austrian Development Cooperation in Nicaragua and of their contribution in the eradication of poverty, LundR, Vienna, 2005; Evaluation of Innovative Bank Projects that work with Non-Governamental Organizations, Inter-American Development Bank, New York, 2003; Netherlands- FAO Trust Fund Cooperation, FAO, Roma, 2003; 7 2 Analisi del campione L‟analisi del materiale (di cui si può trovare un estratto in allegato 5) è stata condotta con la tecnica dell‟analisi testuale applicando la seguente griglia di temi: A La società civile come veicolo di informazioni sul progetto B Peso della ownership sul successo del progetto C Casi di insuccesso per assenza di ownership D Tipologia di ownership E In che modo la ownership è intervenuta, prima – inizio – durante F La società civile è stata coinvolta dai progettisti H Applicazione di tecniche e metodi partecipativi I Considerazioni generali sulla Ownership in relazione alla progettazione 2.1 Descrizione dell‟ownership La prima operazione compiuta è stata di distinguere i vari livelli di ownership: governativa, locale e della società civile. L‟ownership, quando presente nella banca dati, è sempre trattata come fattore positivo e prerequisito ad una buona riuscita progettuale, spesso fattore cruciale nel raggiungimento dell‟obiettivo del progetto ma raramente trova un capitolo a sé nelle valutazioni esaminate. In sette delle ventiquattro valutazioni si possono trovare dei casi d‟inefficienza nel project management e design dovuti ad una scarsa o assente ownership. questa scarsità ritorna ben cinque volte nella stessa valutazione toccando le varie fasi del ciclo di progetto. 2.1.1 Ownership nazionale (o governativa): un fattore chiave. Quando parliamo di ownership a livello nazionale ci riferiamo in particolare al presidio da parte dei governi recipient delle fasi di vita del ciclo di progetto. L‟importanza di questa fase, come si vedrà, è altamente rilevante all‟interno della ricerca e connessa con il livello dell‟ownership locale. Di seguito, illustreremo due esempi che descrivono come l‟ownership nazionale sia un fattore importante nella progettazione. 8 Sul campione di ventiquattro documenti l‟accenno al livello nazionale ritorna solo in otto. Tra queste il concetto in questione, ritorna per il maggior numero di volte nel Netherlands-FAO Trust Fund Co-operation, documento dove viene valutato un fondo di gestito dalla FAO e dall‟agenzia di cooperazione olandese: Il progetto ha dato vita a molti documenti ed iniziato una vasta gamma di attività di formazione. Fino ad oggi, però, non c‟è nessun segno tangibile che il FAP sia stato coordinato o implementato. “Al cuore del problema”, ha concluso la missione, “c‟è stata la mancanza di ownership boliviana del processo di sviluppo istituzionale, un sintomo della bassa priorità assegnata dal governo allo sviluppo del settore forestale.”12 Un altro esempio di come tali programmi debbano essere gestiti viene dal report alla rete DAC relativamente alla valutazione di un programma di genere: I fattori fondamentali di successo sono stati: - Ownership nazionale e/o delle istituzioni partner, che va tradotta in una visione condivisa tra agenzie donor e partner su come l‟uguaglianza di genere sia rilevante all‟interno delle strategie-paese.13 2.1.2 Interazione tra diversi livelli di ownership Molte altre sono le valutazioni in cui si suggerisce la partecipazione congiunta e di workshop integrati tra rappresentanti dei livelli locali e della società civile e quelli governativi.14 Nelle parole dei valutatori Norad:15 La partecipazione, la consultazione e l‟advocacypossono funzionare efficentemente se le istituzioni locali sono reattive. Le istituzioni locali di governance saranno a loro volta reattive solo se è presente una pressione concreta da parte delle organizzazioni della società civile.16 Nella valutazione review of gender and evaluation, final report to DAC network, ad esempio, possiamo notare l‟accostamento dei due concetti di ownership a livello nazionale e locale, quando si afferma che, i fattori chiave, laddove si è potuto apprezzare un cambiamento nelle questioni di genere, sono stati due: la condivisione della rilevanza e consistenza delle attività da parte del 12 Netherlands-FAO Trust Fund Co-operation, FAO, Roma p.97 Review of gender and evaluation, final report to DAC network; p. 49 14 Cambodia Area rehabilitation and regeneration project, SIDA, 2000 p.35 15 Agenzia di cooperazione norvegese. 16 Study of the impact of the work of FORUT in Sri Lanka: building civil society, Norad 2004 p.18 13 9 governo partner e l‟ownership da parte degli stakeholder locali che partecipano alle decisioni nelle aree strategiche di interesse.17 2.1.3 Ownership locale, un termine ambiguo. Solitamente, più ci si avvicina al livello locale e più aumenta il livello di democraticità, è per questo che l‟indagine si è estesa anche all‟ownership locale. Riferimenti all‟ownership locale ritornano ventinove volte all‟interno del campione; spesso con una commistione di significati nella definizione del termine. Non è sempre chiaro, infatti, se ci si stia riferendo ad un coinvolgimento delle autorità locali o ai rappresentanti della società civile e/o partner. Le considerazioni generali rintracciabili in questa fase di indagine sono simili a quelle dedotte dallo studio dei livelli governativi: un livello maggiore di ownership locale, viene considerato un “fattore chiave” per il successo futuro di progetti e di riforme. L‟ownership locale viene anche messa in relazione con il criterio di rilevanza. 2.2 L‟ownership come fine a sè L‟ ownership locale, nelle valutazioni presenti nel campione18 è molto spesso considerata come un fine a se stante, oltre ad esser vista come un fattore che garantisce al progetto un incremento delle chances per una maggiore sostenibilità ed efficenza: Sida considera l‟ownership locale desiderabile, sia come un fine a se stesso e sia perchè ci si aspetta di avere la garanzia ed il supporto al progetto dal partner locale, incrementando quindi le chance di efficacia e sostenibilità di lungo termine.19 Per la generalità dei valutatori, l‟ownership locale è il massimo livello di partecipazione desiderabile: quello in cui il partner partecipa attivamente al lavoro e si fa carico della totale responsabilità, fino ad assumere iniziative.20 Definizione, 2 Review of gender and evaluation Final report to DAC network on development evaluation p. 63 Specialmente nelle valutazioni dell‟agenzia di cooperazione governativa svedese SIDA. 19 Contract-Financed Technical Co-operation and Local Ownership Mongolia Country Study Report, SIDA 2004; p.2 20 Ibidem 18 10 questa, che oltrepassa la definizione “legale” di ownership. Nessun altro attore oltre il partner locale, invece, deve essere il detentore delle fasi del ciclo di progetto, altrimenti non potremmo neanche parlare di ownership.21 Tuttavia, questa definizione è un caso isolato. Nelle altre valutazioni, infatti, non si tende a distinguere tra i vari livelli d‟intensità di ownership,: ci si riferisce ad essa anche nei casi d‟intensità molto bassa, ad esempio laddove c‟è anche una semplice condivisione di informazioni tra partner e agenzia donor. Parlare di ownership seguendo questa definizione, porta i valutatori a tralasciare il valore aggiunto dell‟ownership: in primo luogo, se l‟ownership locale è considerata come un fine a sé oltre che un mezzo, il suo raggiungimento dovrebe anche essere obiettivo di una cooperazione “buona”. In secondo luogo, non viene tenuto conto dell‟influenza dell‟ownership locale sul criterio di sostenibilità del quadro politico. Fattore essenziale perché si realizzi un‟appropriazione da parte delle associazioni locali e dei partner delle fasi di vita del ciclo di progetto è che quest‟ultimo sia “demand driven”, ovvero guidato dai bisogni dei beneficiari. 22 Scegliere un progetto guidato dalla domanda può anche aiutare l‟agenzia a selezionare in anticipo casi in cui la cooperazione abbia un livello maggiore di ownership. È infatti più facile che si sviluppi l‟ownership in un progetto richiesto dai beneficiari che in uno voluto dal donor. Spesso, tuttavia, si registrano delle resistenze da parte dei tecnici ad applicare gli approcci partecipativi poiché non considerati come fattore chiave per una buona cooperazione.23 2.3 Ownership della società civile Il livello di ownership della società civile ricorre tredici volte all‟interno del campione; dall‟analisi dei documenti si deduce che, anche la società civile ha un ruolo chiave nella riuscita di programmi e progetti. 21 Ibidem Ibidem 23 ibidem p. 18 22 11 In più di un caso la società civile viene vista come parte fondamentale per la sostenibilità dell‟intervento: [la] PSR [public sector reform] è difficile che abbia successo e sostenibilità in PNG [Papua Nuova Guinea] almeno che non sia chiaramente sentita dalla comunità e supportata con l‟impegno dei politici, funzionari e cittadini della PNG.24 Altre volte la società civile è invece correlata al criterio di rilevanza, come nel caso di una valutazione SIDA in cui un paragrafo intero viene dedicato all‟accettazione e all‟ownership da parte dei destinatari finali dell‟intervento: A livello di comunità e di villaggio, il grado di accettazione del programma è relazionato direttamente alla sua durata. L‟accettazione è di solito poca prima dell‟arrivo dei benefici tangibili risultanti dal Piano di Sviluppo Locale; essa, tuttavia, aumenta in maniera significativa appena i risultati concreti sono evidenti. […] quando i piani si sono trasformati in realtà, l‟atteggiamento della gente è diventato più positivo. Ora, le comunità circostanti, hanno una comprensione più chiara del programma ed in molti sono ansiosi di aderire.25 In questo caso, com‟è possibile notare nella seconda parte del testo sopra riportato, l‟utilizzo dei metodi partecipativi ha prodotto sia un alto livello di accettazione e condivisione degli obiettivi, che il generarsi di circoli virtuosi che hanno portato il progetto ad essere richiesto anche dai villaggi circostanti. Tuttavia, giacché i valutatori utilizzano il termine “accettazione”, è verosimile dedurre che il progetto non sia stato proposto dalla società civile stessa e che essa sia stata coinvolta solo in seguito. 2.4 Partecipazione della società civile Ad eccezione di due volte in cui sono menzionate le ONG, la partecipazione della società civile è quasi sempre vista come inclusione dei beneficiari all‟interno del project design e management. Ciò suggerisce l‟uso di tecniche partecipative, sempre citate in correlazione con i beneficiari: il workshop è lo strumento di consultazione privilegiato per aumentare il livello di partecipazione. Si noti 24 Capacity Building in Public Finance: An evaluation of activities in the South Pacific, AusAid p.XI 25 Ownership in Focus? Discussion for a planned evaluation, SIDA, 2000 p.13 12 tuttavia come i workshop siano sempre guidati da un facilitatore che conduce la discussione e stabilisce le priorità. Il ruolo di facilitatore è di solito interpretato da ONG (il più delle volte occidentali). Ciò porta in qualche modo ad una “partecipazione guidata” su cui sarebbe opportuno riflettere. Il facilitatore è una figura con un alto livello di potere all‟interno dei processi partecipativi, ed in caso di conflitto tra gli stakeholder può diventare un ruolo fondamentale: “Gli esempi di ONG che hanno ignorato o aggirato la leadership tradizionale locale e hanno preferito mettere in carica i loro facilitatori dei processi partecipativi sono molti.”26 La partecipazione ai livelli locali viene anche considerata come fattore di successo nella review dell‟African Development Fund ma sempre in correlazione con la partecipazione governativa: “l‟alto livello di coinvolgimento del Governo e dei beneficari è stata una delle determinanti del successo.”27 In un altro caso il livello partecipativo viene considerato necessario ma non applicato all‟interno del progetto quando si afferma che: “la partecipazione della comunità nel design ed esecuzione del progetto cosi come nella gestione e monitoraggio di varie attività rurali non e' stata così importante come avrebbe potuto o dovuto essere.”28 Per ben venticinque volte viene correlato un alto livello di partecipazione alla riuscita del progetto; le tecniche partecipative vengono spesso citate come strumento base per un‟ottima riuscita progettuale conseguente ad un aumento del livello di ownership. Vi è anche una stretta correlazione con i criteri di valutazione OCSE di rilevanza e sostenibilità: Pur non essendo strettamente correlata all‟efficienza, forse, l‟ownership è certamente una variabile importante nel determinare la rilevanza, l‟efficacia, l‟impatto e la sostenibilità. Dal momento che il progetto non può essere considerato rilevante almeno che non sia in accordo con le policies e le priorità del paese, e l‟ownership ha molto a 26 Study of the impact of the work of Save the Children Norway in Ethiopia: building civil society, Norad p.13 27 Review of 2001- 2002, evaluating results, African development Fund; 2004 p.30 28 Ibidem, p. 19 13 che fare con le priorità e le politiche: una correlazione tra rilevanza e ownership è garantita per definizione.29 2.5 Limite dell‟approccio top-down Dall‟analisi risulta che spesso gli approcci top-town e tecnocratici sono assolutamente fallimentari e privi di rilevanza. “La rilevanza e l‟ownership delle riforme sono anche state indebolite da un approccio tecnocratico che ha fallito nell‟integrare l‟analisi istituzionale e sviluppare un contesto coerente per riformare il sistema amministrativo”.30 Di fatto, numerosi sono gli esempi citati nella documentazione consultata, come descritto nella valutazione di AusAID:31manuali sviluppati da consulenti esterni senza il contributo dei partner, finiscono per essere non utilizzati a fine progetto; iniziative che diventano non sostenibili per una mancanza di interesse da parte di beneficiari ecc.32 Di seguito, sono indicati i passi da compiere per aumentare la partecipazione a livello governativo (il governo è quello di Papua Nuova Guinea) attraverso l‟empowerment onde arrivare a quello che, nel P.c.m. dell‟Unione Europea, viene definito come il massimo livello di partecipazione, ovvero il momento in cui il partner inizia a prendere decisioni:33 AusAID deve cercare di migliorare l‟inclusione del governo partner nel processo di design e l‟ownership di ciò che ne risulterà con misure quali: L‟inclusione di membri del governo partner all‟interno del team di progettazione; L‟avvio di processi partecipativi in tutte le fasi dell‟analisi di contesto e nello sviluppo di una strategia d‟intervento; Implementazione di programmi di comunicazione tra gli stakeholder durante il processo di progettazione includendo l‟uso della lingua appropriata; 29 SIDA, (2000), p. 13 Op. Cit. review of 2001- 2002: African Development Fund, African Development Fund, 2004 p. 14 31 Agenzia di cooperazione australiana. 32 Capacity Building in Public Finance: An evaluation of activities in the South Pacific, AusAid. p. 28 33 EuropeAid (2004) p. 119: Op. Cit. “Il più alto livello di partecipazione si raggiunge quando le persone scelgono spontaneamente di intraprendere nuove azioni. Per fare ciò devono esserci un livello di auto-confidenza ed empowerment significativi ed è necessaria la presenza di capacità organizzative e di gestione.” 30 14 La suddivisione del complesso dei compiti di progettazione in elementi separati, l‟aggiunta di revisioni in itinere per assicurarsi che le agenzie locali comprendano e approvino ogni passo compiuto; Il ritorno dei membri della squadra esterni per elaborare il documento di progetto preliminare con gli stakeholders, mettendo un‟attenzione particolare alle parti preparate in Australia.34 Da notare il riferimento all‟uso di tecniche partecipative. Dal testo possiamo anche vedere la scarsa attenzione posta in fase di design alla partecipazione da parte del partner: è infatti possibile notare dal punto numero uno come, in fase di progettazione, il governo non sia stato coinvolto. 2.6 Approcci e tecniche partecipative Come già accennato precedentemente, approcci e tecniche partecipative sono uno degli strumenti utilizzati per generare livelli di ownership e partecipazione all‟interno di progetti e programmi. I due termini sono differenti tra loro: le tecniche sono degli strumenti utilizzati per far partecipare gli attori, l‟approccio è invece il punto di vista con cui ci si accosta ad un progetto. All‟interno del campione d‟indagine, approcci e tecniche partecipative ritornano sedici volte in nove valutazioni differenti. Essendo, questo, uno dei temi inerenti la partecipazione che torna maggiormente, merita un‟analisi più approfondita. Gli approcci partecipativi, all‟interno del campione, vengono utilizzati principalmente per definire e coinvolgere i beneficiari (come ad esempio le categorie del target dell‟intervento) e limitare le tensioni sociali. Nella seguente recensione, ad esempio, non si parla di ownership riferendosi a un alto livello di partecipazione ma come un obiettivo da raggiungere per riuscire l‟identificazione dei beneficiari in progetti di tipo sociale: Gli approcci partecipativi (es. una campagna d‟informazione) possono incrementare l‟ownership del processo di sviluppo da parte delle persone, e limitare le tensioni sociali 34 Capacity Building in Public Finance: An evaluation of activities in the South Pacific p.94 15 che rischiano di minare l‟adattamento del programma. Definire la popolazione di poveri che che riceverà supporto e [capire] come indirizzare i programmi sociali per raggiungerla è essenziale se i PBL [Policy Based Loans] devono affrontare adeguatamente i costi sociali dell‟adattamento. 35 Tali approcci e tecniche possono anche essere di aiuto per sviluppare un project design altamente rilevante, che includa la corretta identificazione dei bisogni e getti delle solide basi per un incremento di ownership ed un aumento dei livelli partecipativi. Gli Approcci partecipativi, in alcuni casi, devono anche avere due prerequisiti per funzionare efficacemente: delle policies appropriate e beneficiari interessati ad applicarle. Un esempio viene descritto nel Netherlands- FAO Trust Fund Co-operation dove, in uno dei progetti, le strutture decisionali bottom- up e i metodi partecipativi subiscono una flessione proprio nel momento in cui sono proposti ad una popolazione abituata a metodi top-down.36 Nel Cambodia area rehabilitation project viene incoraggiato, per ben tre volte, il ricorso a workshop formativi congiunti tra ONG e rappresentanti locali del distretto.37 Da notare il fatto che la valutazione in questione si riferisce ad un progetto di riforma di un modello di pianificazione locale con alti livelli di partecipazione, progetto in cui l‟ownership è un‟ acquisizione fondamentale per l‟accettazione delle riforme proposte e per la loro sostenibilità. Come considerazione generale si può affermare che l‟ownership della società civile viene menzionata all‟interno del campione a due livelli: uno di partecipazione di villaggio nei progetti di sviluppo rurale e l‟altro di ONG e associazioni negli altri tipi di progetti. L‟accento sulla connessione tra approcci partecipativi e progetti di sviluppo rurale viene anche messo in evidenza nella valutazione dell‟african development fund come importante per la sostenibilità dei progetti: “gli approcci partecipativi in tutti i settori, specialmente quelli 35 36 37 Review of 2001- 2002, evaluating results, African development Fund; 2004 p. 30 Netherlands- FAO Trust Fund Co-operation, FAO.p.184 Cambodia area rehabilitation project SIDA, Stockholm, 2000; p. 35 16 dell‟agricoltura e dello sviluppo rurale, sono importanti per la sostenibilità ed il successo del progetto”.38 3 3. Studio di caso: Civil society in poorest India, stories of innovation and change. 3.1 La scelta del caso Per la scelta del caso abbiamo selezionato un documento che rappresenti le caratteristiche distintive della democratic ownership. Digitando nella stringa di ricerca le parole civil society abbiamo in ritorno 398 risultati. Di questi solo 16 hanno racchiuso, all‟interno del titolo, il termine che stiamo cercando. Sono state escluse dalla scelta le valutazioni tematiche e quelle sull‟operato delle ONG del nord del mondo, poiché la definizione di democratic ownership include tutte le associazioni al di fuori del mercato e dello stato (quindi non solo le ONG del Nord). Viene scelto Civil society in poorest India per le seguenti ragioni: Sono disponibili documenti supplementari e valutazioni del programma. È un programma in cui la società civile svolge il ruolo non solo di contractor. Presenta alti livelli di ownership È un programma direttamente indirizzato alla società civile locale. È il programma più vasto sulla società civile nella storia indiana dello sviluppo. Il progetto è stato analizzato alla luce dei seguenti criteri: 38 Review of 2001- 2002, evaluating results, African development Fund 2004 pag. VI 17 1. Caratteristiche dell‟approccio. 2. Come si presentano la partecipazione e l‟ownership all‟interno del programma. 3. Rapporto tra la società civile e le istituzioni locali e centrali. 4. Risvolti sul quadro politico. 3.2 Contesto di intervento L‟india è uno dei cinque paesi emergenti sulla scena mondiale, nonostante un Pil in crescita del 9% annuo circa, esso rimane un paese con un altissimo livello di povertà, il 120 paese su 177 nell‟indice di sviluppo umano (ISU) dello UNDP. 39 Mancanza di istruzione, basso livello d‟alfabetizzazione, malnutrizione e assenza di partecipazione dei poveri nel policy making, sono solo alcuni dei gravi problemi con i quali il 79% circa della popolazione deve confrontarsi ogni giorno. Secondo lo UK Government‟s Department of International Development, nell‟India si possono individuare tre diversi aspetti del paese: l‟India globale, l‟India che si sta sviluppando e l‟India dei poveri. Quest‟ultima sarebbe principalmente concentrata in una regione che comprende il Maharashtra centrale e orientale, il Chhattisgarth, il Madhya Pradesh, l‟Uttar Pradesh ed il Jharkhand e Bhiar. 40 Si valuta che circa 100 milioni di poveri vivano in situazione di quasi totale latitanza delle istituzioni, con infrastrutture insufficienti e relazioni sociali ed economiche oscillanti tra chi possiede tutto e chi non possiede niente. 41 3.3 Perché la società civile In un contesto come quello sopra descritto, dove lo stato è assente e le regioni rurali sono caratterizzate dalla presenza di villaggi molto distanti fra di loro, le Civil Society Organizations hanno un campo di azione privilegiato grazie alla loro capillare presenza sul territorio. 39 DFID Civil society in Poorest India, p. 4 Ibidem 41 Ibidem 40 18 Anche le caratteristiche dei beneficiari (alto livello di analfabetismo, forti disuguaglianze di genere) rendono difficilmente attuabili da parte delle autorità riforme radicali. È da questi presupposti che prende avvio un programma nuovo e innovativo, diretto dalle CSO e mirato ad alleviare gli effetti negativi della povertà. 3.4 Design e management del programma Sotto la guida della National Advisory Board, Il programma Poorest Areas Civil Society (PACS) è iniziato con una mappatura e l‟inserimento in network di molte CSO community based organizations (CBO). Per procedere alla loro mappatura e selezione, gli organismi candidabili al programma sono stati raggruppati secondo le seguenti tipologie: ONG internazionali, nazionali e locali Sindacati Cooperative Gruppi di business e cultura Organizzazioni a livello di comunità Associazioni di contadini e altre forme di associazione come i movimenti sociali42 I due obiettivi del programma, infatti, sono: mettere i poveri in grado di comprendere i loro diritti e rafforzare le capacità delle CSO stesse. Il programma si prefigge in particolare di potenziare le capacità di lobbying ed advocacy delle comunità locali attraverso azioni di empowerment; solo in un caso è stata fatta eccezione e sono stati forniti servizi. Il programma è strutturato secondo il right based approach (illustrato nel paragrafo successivo): le 600 CSO coinvolte, organizzate con quelle più grandi che s‟interfacciano con quelle più piccole, danno vita ad una serie di CBO (in numero di oltre 40.000) con svariate funzionalità che vanno dai gruppi di auto aiuto, gestiti da donne, fino a gruppi di microcredito: 42 http://www.empowerpoor.org/ sotto la voce FAQ, 5. What is meant by the term 'CSO'? 19 Sotto la guida delle CSO, le CBO hanno assicurato l‟accesso ad una serie di diritti, come la distribuzione pubblica delle razioni, assegnazione delle terre in surplus, l‟Indira Awas Yojana benefit, pensioni per anziani e vedove, accesso alla scuola, pensioni di disabilità e lavoro salariato sotto il Food for Work ed il National Rural Employment Garantee Scheme.43 Il ricorso al right based approach sarà anche portatore del valore aggiunto caratteristico della società civile, valore che, come vedremo andrà ad influire su una serie di altre problematiche, spesso trasversali. Il management è stato affidato al consorzio IFIRST,44composto da: Christian Aid (la più grande agenzia di erogazione fondi per lo sviluppo del Regno Unito), Caritas India (una delle più grandi agenzie di sviluppo indiane), l‟Indian Institute of Dalit Studies (l‟associazione di ricerca più rinomata dell‟India per lo studio dell‟esclusione sociale), la ACCESS (un‟associazione di servizi per lo sviluppo) e la Financial Management Service Foundation (un‟agenzia di risorse per lo sviluppo specializzata in gestione finanziaria, consulenze finanziarie e contabilità)45. Attraverso la mappatura del tessuto della società civile, l‟IFIRST, ha analizzato punti deboli, punti di forza e modelli organizzativi delle CSO 46 coinvolte, definendo un programma di training e orientamento, con workshop tematici sui problemi da affrontare. Altra importante innovazione è stata il sistema di monitoraggio e autoapprendimento, elaborato ad hoc per il programma. 47 In fase di attuazione, si è fatto ricorso ad una serie di agenzie per le risorse e di comunicazione “per supportare gli sforzi di pressione sui media e guidare le CSO nell‟uso dei media nuovi e tradizionali”.48 Compito del management, è stata anche l‟organizzazione di collegamenti con le banche e il supporto alle campagne di comunicazione e di advocacy sulle policy. 43 DFID, Civil society in Poorest India, p. 7 Acronimo di: Indian Forum for Inclusive Response and Social Transformation 45 Maggiori informazioni al sito internet: http://www.pacsindia.org/management-consultants.php 46 DFID, Civil society in Poorest India, p. 7 47 Per un maggiore approfondimento si rimanda al paragrafo 3.8 48 DFIDCivil Society in Poorest India p.8 44 20 3.5 Caratteristiche dell‟approccio L‟approccio utilizzato è lo Human Right Based Approach, un approccio innovativo che si discosta dal più classico approccio basato sui bisogni e da quello ancora più sorpassato detto Charity Approach. Caratteristica principale del Right Based Approach è quella di essere basato sull‟interdipendenza dei diritti umani e di considerare, quindi, la povertà come violazione di tali diritti: “l‟approccio basato sui diritti parte dalla posizione etica che a tutti i poveri sono dovuti determinati standard in termini di benessere materiale e spirituale”.49 Le persone quindi smettono di essere beneficiari e diventano titolari di diritti; se esistono dei titolari di diritti, vi sono anche coloro sui quali cade la responsabilità del rispetto di questi diritti (nella letteratura detti duty-bearer). In questa visione, la povertà, diventa un‟ingiustizia che affonda le sue radici nello sfruttamento e nella marginalizzazione. Costruiamo soluzioni basandoci su come vediamo e identifichiamo il mondo intorno a noi. Se si suppone che un uomo sia affamato perché non ha cibo, allora la soluzione sarà dargli del cibo. Se si suppone che un uomo sia affamato perché è impossibilitato ad avere abbastanza cibo dal suo piccolo fazzoletto di terra, allora la soluzione sarà quella di incrementare la quantità di terra disponibile o il suo prodotto. Se aggiungiamo un‟informazione in più, come ad esempio il fatto che la terra è poca poiché la maggior parte di essa è stata destinata ad una coltivazione del governo, la soluzione sarà un‟altra ancora. Se a ciò aggiungiamo il fatto che, la persona in questione è una donna e, che, dato il suo sesso, essa non è eleggibile all‟interno degli schemi governativi di ridistribuzione della terra, la questione diventa ancora più complessa.50 Un esempio di come tale approccio sia stato usato nel programma PACS, viene dalle aree d‟intervento in cui ci si è focalizzati nel distretto di Lalitpur: buon governo attraverso il potenziamento delle istituzioni locali, integrazione delle donne e moltiplicazione delle iniziative di auto-aiuto, realizzazione dei diritti e aumento dell‟accesso ai fondi. 49 KIRKEMANN BOESEN J., TOMAS M.(2007), Applying a human right based approach, an ispirational guide for civil society. The Danish Institute for Human Rights;p. 4 50 Ibidem p. 11 21 Il funzionamento dell‟approccio, come si è detto, prende in considerazione due tipi di attori: chi detiene i diritti e chi ha il dovere di farli rispettare (rispettivamente il right-holder ed il duty-bearer). 3.6 Il caso dei Musahars I Musahars (comunità dell‟est dell‟Uttar Pradesh), ad esempio, fanno un solo pasto al giorno che, a volte, consiste in ratti (siamo quindi davanti ad un problema di food security che, nell‟approccio per bisogni, verrebbe trattato con un potenziamento delle capacità di approvvigionamento). Essi sono “estremamente isolati sia politicamente che socialmente, anche in termini di abitazioni, sono infatti relegati agli estremi del villaggio”; “etichettati come una comunità criminale”, e per questo, tra di essi “vengono fatte retate ogni volta in cui la polizia deve esibire un arresto”;51povertà, quindi, come una condizione di doppia violazione dei diritti e permette di individuare la figura del duty-bearer nella polizia. Dal momento che più dell‟ottanta percento dei Musahars non ha l‟Antyodaya card52 e il ventinove percento non ha la ration card,53possiamo individuare un altro duty-bearer nel governo.54 Attraverso le CBO ed i gruppi di auto-aiuto55, i Musahars hanno sviluppato coscienza dei loro diritti, consapevolezza di quali beauty-bearer sono incaricati del rispetto di tali diritti e del valore dell‟azione collettiva.56 Quando la polizia ha arrestato alcuni di loro senza un motivo sensato, essi hanno fatto dei sit-in davanti al commissariato e delle marce di protesta, insieme 51 DFID, Civil society in poorest India 2007, p. 21 52 Una tessera che permette di avere delle razioni alimentari extra per le famiglie più bisognose; maggiori informazioni sul sito internet: http://www.sccommissioners.org/schemes/aay 53 Tessera per razioni alimentari individuali. 54 DFID, Civil Society in Poorest India p.22 55 Gruppi che si formano per venire incontro alle difficoltà quotidiane, specialmente di tipo economico, gli appartenenti al gruppo, versando una quota ogni tot., hanno la possibilità di prendere dei soldi in prestito. I gruppi promuovono l‟abitudine al risparmio e sovvenzionano la nascita di attività generatrici di reddito. 56 DFID, Civil Society in Poorest India pgg. 21-29 22 ad associazioni per i diritti umani. Dopo tali manifestazioni i detenuti sono stati rilasciati. A seguito di una serie di proteste organizzate dalle loro CBO (una delle quali, al momento in cui è stato scritto il report include 10.000 persone), i Musahars, sono riusciti a fare pressione e a garantire il rispetto dei loro diritti: molti sono riusciti ad avere l‟Antyodaya card e le tessere per le razioni che i governanti locali non volevano dare (per negligenza e corruzione). Esigere e controllare che le istituzioni facciano il proprio dovere è un compito che solo la società civile può assolvere in pieno, essa è il “watchdog” delle istituzioni per eccellenza, proprio per il suo valore intrinseco: quello di essere collocata al di fuori dallo stato e dal mercato; ecco perché l‟empowerment delle CSO è uno dei metodi più efficaci per dar voce agli emarginati non solo a livello locale ma a livello di policy-making attraverso azioni di advocacy e lobbying, che possano mutare gli interventi stessi di programmazione secondo un approccio bottom-up. 23 Fig.1. Differenze tra gli approcci charity, needs e right based. Fonte: Kirkemann, Boesen, Martin, Applying a right based approach. The Danish Institute for Human Right. 2007 Copenhagen. p. 4 24 Fig.2. Funzionamento del right based approach, le interconnessioni tra rights-holder e dutybearers. Fonte: Kirkemann, Boesen, Martin, Applying a right based approach. The danish institute for human right. 2007 Copenhagen. p. 12 3.7 La partecipazione e l‟ownership all‟interno del programma. Il programma, ed i progetti ad esso correlati, utilizzano la partecipazione ed il raggiungimento dell‟ownership sia come un fine a se che come un mezzo per raggiungere degli obiettivi. I due obiettivi primari sono, quelli di costruire negli emarginati la capacità di: - Influenzare le policy - Domandare servizi e acquisire diritti che possano influenzare positivamente le loro vite.57 57 Rintracciabili sul sito: http://www.empowerpoor.org/, sotto la voce “aims” 25 Lo scopo stesso dell‟intervento è quindi quello di aumentare partecipazione e ownership muovendosi sul lato della domanda di beni e servizi piuttosto che sulla loro offerta. Tramite una ricerca sul sito del programma,58troviamo il documento di programmazione del DFID,59donor partner nel progetto, nel quale si legge che, nella fase di consultazione e definizione delle priorità, gli obiettivi sono stati definiti (fase di programmazione) con la partecipazione del “governo indiano, altri partner nello sviluppo, il settore privato, organizzazioni non governative, organizzazioni della società civile, governi locali, media e università.”60 Per le fasi d‟identificazione non sono disponibili dati relativi al livello di ownership da parte della società civile. Nella valutazione d‟impatto del programma tuttavia si afferma che si sono verificati problemi nel momento in cui la società civile “ha dovuto raggiungere se stessa”,61in altre parole la società civile ha scritto un progetto diretto ad altre parti della società civile. Affermazione questa da cui si può dedurre che la fase di formulazione sia stata fatta dalle CSO. Da parte del governo indiano,62la presenza nella fase d‟identificazione sembra essere scontata. La fase di attuazione è invece gestita totalmente da associazioni ed enti no profit (delle quali una parte proviene dalla Gran Bretagna) con l‟eccezione di una delle più grandi, che è una società di servizi indiana; il programma è, pertanto,a maggioranza indiano, anche se in esso sono incluse ONG internazionali. Il programma è stato creato comprendendo esclusivamente associazioni della società civile. Ciò ha escluso qualsiasi partecipazione da parte delle autorità, siano esse locali o nazionali.63 58 www.empowerpoor.org; altre informazioni su PACS sono disponibili nel sito ufficiale della replicazione del programma (2009-2014) presente in web grafia. 59 Agenzia di cooperazione governativa britannica; il DFID è il più consistente donor bilaterale per lo sviluppo in India. 60 DFID India Country Plan, Partnership for Development. Pag. 16, 2004 61 DFIDI/ TARU (2006) Final Report: PACS Impact Assessment October 2006 Pag. 2 62 in particolare le aree di intervento sono state scelte dal ministero indiano per lo sviluppo rurale, vedere a tal proposito il sito internet del programma: http://www.empowerpoor.org/geographical.asp 26 L‟aver puntato solamente alle capacità di advocacy delle CSO/CBO ha quindi mostrato i suoi limiti nel momento in cui si doveva compiere il salto per cambiamenti ai livelli più alti, a conferma della necessità d‟interconnessione con le istituzioni di cui si è parlato nel capitolo precedente. 3.8 Sistema di monitoraggio MEAL Per quanto riguarda la fase di monitoraggio e valutazione è stato usato un sistema innovativo denominato MEAL (Monitoring, Evaluation And Learning).64 Il sistema è basato su un metodo computerizzato che stimola l‟autoapprendimento e la partecipazione con i seguenti obiettivi: Mettere in grado le organizzazioni della società civile di monitorare le loro perfomance di modo che esse possano mantenere la loro direzione strategica e intraprendere azioni correttive quando necessario. Misurare e descrivere i progressi acquisiti dalle CSO e dall‟intero programma. Informare lo staff del progetto sulle tempistiche e la qualità del loro lavoro. Creare un processo di apprendimento e condivisione all‟interno della cornice del programma. Generare della conoscenza che può essere condivisa da tutte le CSO e chiunque sia interessato agli obiettivi del programma. 65 Esaminando questi obiettivi possiamo, sicuramente, definire il sistema di monitoraggio MEAL, come partecipativo e con alti livelli di ownership. 3.9 Le forme partecipative nel programma All‟interno del programma le forme partecipative più utilizzate sono state quelle delle CBO e dei gruppi di auto- aiuto. Scopo di questi ultimi è di promuovere il risparmio e, di riuscire, attraverso risparmi collettivi, ad accedere a 63 DFIDI/ TARU, 2006 p. 3 Op. Cit. 64 per maggiori informazioni e per comprendere meglio il funzionamento di questa innovativa modalità di monitoraggio si consiglia il sito: http://www.empowerpoor.org/meal.asp ed il documento MEAL reperibile su www.swasti.org/main/media/MEAL.doc 65 tratto da: http://www.empowerpoor.org/meal.asp 27 reti di credito più ampie come quelle delle banche; a volte, i gruppi di auto aiuto vengono anche a contatto con programmi governativi di supporto. Secondo le zone di intervento i gruppi vengono utilizzati per uscire dai circoli viziosi dei debiti e garantire una sicurezza o per sovvenzionare attività generatrici di reddito. I Musahars, ad esempio, grazie ai gruppi di auto aiuto, hanno avuto modo di aprire 125 attività. Altri, attraverso una banca del grano66hanno superato la stagione dei monsoni evitando il rischio della fame.67 Oltre che per questioni di tipo economico, i gruppi di auto-aiuto sono stati particolarmente efficaci nella risoluzione di problemi legati a questioni di genere:68 Nasima Kathun, una donna molto povera […] subiva abitualmente violenze fisiche da parte di suo marito Kurban Ansari che la accusava di avere una relazione illecita con un altro uomo. Nasima […] condivise i suoi problemi con i membri del Chandini SHG [gruppo di auto aiuto] (i cui) membri incontrarono Ansari e provarono a farlo ragionare. Egli però rifiutatosi di ascoltarli, alcuni giorni dopo, divorziò con Nasima sotto le leggi musulmane senza darle gli alimenti. […] circa 80 donne dei vari SHG andarono alla casa di Ansari a reclamare i diritti e le proprietà negate a Nasima.[esse] constrinsero, appellandosi alla legge Shariat, Ansari ad accettare tutte le richieste di Nasima. Ansari prese la responsabilità del mantenimento dei suoi figli, diede metà della sua proprietà a Nasima e la casa venne divisa. 69 3.10 I bambini come agenti di cambiamento Una forma singolare di advocacy ritrovata all‟interno del documento è quella riguardante i bambini: “senza voce e vulnerabili, essi non possono attuare nessun tipo di advocacy per le loro questioni”70. Nelle zone d‟intervento, si registrano scuole fatiscenti, maestri disinteressati e classi sovraffollate. 66 La banca del grano è un granaio in cui ogni iscritto mette del grano con cadenza periodica; chi è iscritto, in caso di bisogno (ad esempio una stagione in cui non ci sono raccolti), può prelevare una certa quantità di grano secondo varie modalità (prestito, ritiro del deposito ecc) 67 DFID, Civil society in poorest India, stories of innovation and change. p. 24 Sulla relazione tra i gruppi di auto-aiuto e le questioni di genere vedere in particolare il capitolo A new approach to women‟s SHG di Civil society in poorest India, stories of innovation and change. 69 DFIDm Civil society in poorest India, stories of innovation and change. p. 57 70 ibidem p.45 68 28 Il problema è stato affrontato agendo su due versanti: da un lato con campagne di advocacy sulle policy a livello governativo, dall‟altro istituendo dei forum democraticidi bambini (Bal-Panchayat). I primi forum sono stati utilizzati in Rajasthan garantire la buona gestione delle scuole. Mentre SEDT71ha deciso di utilizzarli come “piattaforma per lo sviluppo e opportunità per diffondere messaggi sociali”.72 Il concetto dei Bal-panchayat: Nasce all‟inizio degli anni ‟90, quando SEDT [una ONG] lavorava intensamente con i bambini-lavoratori e rimase sorpresa dalle loro abilità e dal loro talento. “Nessuno ha mai sfruttato questo bacino di talento. Quando abbiamo chiesto di ripetere una particolare canzone o [un particolare] ballo, sono stati i bambini stessi a suggerire di formare dei gruppi.” A seguito di ciò, è stata preparata una concept note ed è stato deciso di dare ai bambini un training sui diritti dell‟infanzia, dell‟educazione e di formare i gruppi.73 I Bal-Panchayat sono democraticamente eletti e definiscono la loro agenda (con argomenti quali l‟abbandono scolastico). Altra attività di rilievo è stata il mettere in rete i Bal-Panchayat con i gruppi di auto-aiuto e le CBO, e l‟istituzione di incontri tra gli appartenenti ai vari forum a livello di cluster comprendenti sei villaggi ognuno. Il progetto ha avuto un successo molto ampio,74il caso è interessante e alquanto curioso poiché troviamo in esso tutti i principi oggetto dello studio, applicati ai bambini: con un alto livello di ownership, gli studenti hanno identificato le necessità ed il modo di affrontarle (identificazione, formulazione). Gli studenti, hanno altresì garantito il corretto funzionamento della scuola facendo pressione su famiglie, insegnanti e autorità locali: attraverso l‟empowerment, sono riusciti a fare advocacy ottenendo risultati non trascurabili. 71 ONG partner nel progetto Civil society in poorest India, stories of innovation and change p.46 73 ibidem 74 Su 11,666 abitazioni in cui erano presenti bambini che non andavano a scuola, a fine progetto si è arrivati a soli 295 bambini non ancora iscritti. Civil society in poorest India, stories of innovation and change p.48 72 29 3.11 Rapporto tra la società civile e le istituzioni locali e centrali. La particolarità del programma è stata quella di muoversi esclusivamente verso il supporto alle CSO e CBO, escludendo dai progetti istituzioni di altra natura. Se questo tipo di design ha dato ottimi risultati in luoghi dove le istituzioni si sono dimostrate reattive, non possiamo dire lo stesso per i risultati raggiunti laddove le istituzioni erano particolarmente inerti. Nel caso del distretto di Lallipur, ad esempio, “le richieste e le aspettative da parte della comunità sono gradualmente cresciute attraverso sforzi improntati sull‟advocacy e sulla pressione”;75 tuttavia non si è assistito ad un eguale sforzo nelle istituzioni nel venire incontro a tale domanda, “la ragione principale identificata è stata la mancanza da parte del programma PACS di una costruzione di connessioni solide con l‟amministrazione”.76 Le modalità utilizzate per l‟advocacy, all‟interno del programma seguono sempre lo schema della pressione attraverso media e manifestazioni, quello di Kurhat77, un luogo con gravi problemi di sicurezza alimentare, è un buon esempio del funzionamento della “macchina” dell‟advocacy: per sollecitare l‟intervento da parte dell‟amministrazione, sono stati condotti studi sulla sicurezza alimentare ed utilizzati i media locali come cassa di risonanza per la sensibilizzazione dell‟opinione pubblica. È stato in seguito organizzato un evento al quale sono stati invitati i politici “giusti”, che, di fronte a media e cittadini, hanno promesso di impegnarsi per aumentare la sicurezza alimentare nel villaggio. In seguito, le amministrazioni hanno continuato a temporeggiare e, solo dopo di un articolo su una rivista nazionale, la situazione è iniziata a cambiare.78 Le azioni di advocacy si sono succedute in questa maniera per anni fino ad arrivare a raggiungere molteplici obiettivi che hanno migliorato la situazione d‟insicurezza alimentare. 75 Civil society in poorest India, stories of innovation and change p.16 ibidem 77 ibidem pgg. 16-19 78 ibidem 76 30 Questo caso è un classico all‟interno del programma PACS, viene comunque da chiedersi se, attraverso l‟avviamento di dialoghi e tavole rotonde tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni locali, non si sarebbero riusciti a raggiungere gli stessi risultati in tempo minore. In altri casi quello della protesta organizzata è stato il modo per attivare le autorità, che sono venute a conoscenza dei problemi dei beneficiari, attraverso manifestazioni e media locali. A volte, questo metodo è riuscito a fare arrivare le richieste sui diritti negati fino all‟attenzione dei partiti politici79che si sono in seguito occupati di fare pressione sulle autorità locali. Sono anche riportati casi in cui alcune CSO, come SEDT, siano riuscite ad attivare dei canali per advocacy ad un livello statale sui diritti dell‟infanzia80(riuscendo a coinvolgere il ministro dell‟educazione) e di un gruppo di nove CSO che ha avuto modo di organizzare un workshop congiunto con alte autorità del governo per fare advocacy a livello statale: il risultato di quest‟ultima azione è stato l‟abbozzo di una policy partecipata diretta in maniera specifica agli anziani.81 3.12 Risvolti sul quadro politico. I progetti si svolgono in un paese che, a livello politico, è altamente decentralizzato; questo tipo di sistema è terreno fertile per i processi democratici. In India la principale suddivisione all‟interno dello stato parte dal distretto; un distretto ha una popolazione media di circa 1,8 milioni di abitanti. […] I distretti in India sono suddivisi in taluqs o tehsil, aree che contengono 200-600 villaggi. Il taluqdar o tehsildar, che ha in parte le stesse funzioni del collector, è il membro principale del fisco taluq ed è il funzionario preminente a questo livello. Lo sviluppo economico e servizi sociali è anche probabile che abbiano uffici a livello taluq. Anche se il fisco può avere rappresentanti del villaggio, comunemente noti come patwaris, a mantenere i registri del territorio, lo sviluppo e i servizi sociali in genere non hanno uffici di sotto del livello taluq. L'articolo 40 della Costituzione obbliga al governo di istituire panchayat come istituzioni di autogoverno locale. La maggior parte degli stati ha iniziato l‟applicazione di questo Principio Direttivo sulla falsariga delle raccomandazioni del rapporto del governo Balwantrai Mehta Commissione. Secondo queste raccomandazioni, il consiglio del villaggio eletto dal popolo (gram panchayat) è l'unità di base. Alcuni componenti del consiglio del villaggio, eletti dai membri del consiglio del villaggio, servono come 79 ibidem p. 29 ibidem p. 46 81 ibidem p. 88 80 31 membri del consiglio del livello del block (panchayat samiti). Un block è la sub-unità più grande di un district.82 Il Sarpanch è il capo del Panchayat Gram, i cui compiti sono: Prendersi cura dell‟illuminazione pubblica, la costruzione e riparazione delle strade nei villaggi e anche i mercati del paese, fiere, sagre e feste. Mantenere un record di nascite, morti e matrimoni nel villaggio.. Prendersi cura della salute pubblica e di igiene da predisporre agevolazioni per servizi igienici e acqua potabile. Provvedere all‟istruzione. La realizzazione di piani di sviluppo per l'agricoltura e la zootecnia.83 Dati i compiti, possiamo quindi affermare che il Sarpanch e il Gram pachyat sono i responsabili dello sviluppo locale. Laddove il livello di governo più vicino al cittadino è l‟assemblea degli anziani del villaggio, risulta particolarmente facile per delle CBO e CSO fare pressione e far valere le ragioni democratiche. Dal punto di vista della partecipazione politica da parte dei cittadini, il programma ha avuto decisamente successo, grazie anche ad un clima culturale più duttile; la presenza di questo tipo di decentralizzazione e di istituzioni locali con forti poteri ha permesso alle comunità di votare i proprio leader e di avere dei cambiamenti rilevanti nel quadro politico locale. Nel distretto di Lallipur, ad esempio, su un totale di 977.734 abitanti, 247.788 appartengono a caste di livelli bassi con poca rappresentanza politica;84il censimento del 2001 addirittura non ha incluso alcune tribù che quindi, non sono state incluse nella pianificazione sociale. A seguito dell‟implementazione del programma si sono però verificati dei cambiamenti nel quadro politico locale: in un clima con una così scarsa rappresentazione, le CBO, sono riuscite a far eleggere settantaquattro appartenenti alla casta degli intoccabili e cinquantaquattro donne. 85 82 http://www.indianchild.com/panchayats_system_india.htm http://en.wikipedia.org/wiki/Gram_panchayat 84 DFID, Civil society in poorest India, stories of innovation and change p.12 85 ibidem 83 32 Nell‟est dell‟Uttar Pradesh, un‟altra tribù al di fuori del gioco politico e delle decisioni ha avuto un incremento del 30 % di rappresentanti. Nelle parole di una donna ad un incontro con dei politici: non si butteranno più via i voti ma “[voteremo] per qualcuno che ci proteggerà dalla fame, dall‟analfabetismo, dal disagio e dal feudalesimo”.86Questi sono solo alcuni degli esempi di come un programma impostato sui diritti (e non sul soddisfacimento diretto dei bisogni), riesca a cambiare in meglio la situazione democratica e la mancanza di rappresentanza politica. Bisogna ricordare che tale approccio rappresenta una creazione di veicoli di democraticità nuovi che vanno ad alterare lo status quo dei rapporti di potere esistenti. Possiamo quindi affermare che il programma ha avuto successo perché all‟interno del governo indiano ci sono state delle volontà endogene nell‟operare un cambiamento. In altre parole, possiamo affermare che, senza un alto livello di ownership nazionale questo programma non avrebbe potuto ottenere i successi realizzati. 86 ibidem p. 25 33 4 4.1 Conclusioni La banca dati OCSE La costituzione della Banca Dati OCSE relativa alle valutazioni di interventi di cooperazione internazionale allo sviluppo, pur confermandosi come un‟utile iniziativa in una fase del ciclo di progetto ancora largamente sottovalutata (la valutazione appunto), è ancora ben lungi dall‟essere uno strumento funzionale ed utile di consultazione e di ausilio alla riflessione. Le principali ragioni sono: La banca dati si configura più come un repository di documenti che come archivio strutturato, ciò a causa dell‟eterogeneità della documentazione e dell‟assenza di criteri di ricerca che permettano di identificare, selezionare e comparare aspetti significativi dei risultati valutativi. La ricerca relativa alla tesi si è svolta attraverso l‟analisi testuale, mediante inserimento di parole chiave. I documenti inseriti nella banca dati, sono molto eterogenei. Ciascuna valutazione segue uno schema casuale senza alcun criterio di standardizzazione (ad esempio l‟uso dei criteri di valutazione OCSE – DAC) o la ricerca per tipologia di progetto. La divisione per settori e per paesi non è utile ai fini della ricerca in quanto raccoglie tipologie di valutazioni molto differenti tra loro (programmi, politiche settoriali, progetti ecc.) che coprono archi di tempo variabili. Si riscontrano altresì delle difficoltà per un ipotetico studio comparativo giacché la forma stessa delle valutazioni propone dei risultati e non descrive i processi da cui dedurre le forme dei processi partecipativi. La rappresentatività geografica e delle istituzioni partecipanti è molto squilibrata: su oltre 2000 documenti, ben 498 fanno capo all‟agenzia di cooperazione svedese SIDA e 216 alla Banca Mondiale. L‟Italia appare solo in una valutazione congiunta sull‟operato del World Food Programme. Considerando che la banca dati non è uno specchio dell‟universo delle valutazioni delle agenzie OCSE, le agenzie meno presenti andrebbero sollecitate nell‟aggiornamento dellla banca dati. 34 Un altro miglioramento, vista la finalità della database- banca dati , dovrebbe innanzitutto iniziare dalla struttura delle valutazioni che dovrebbero essere maggiormente armonizzate e standardizzate. Inoltre sarebbe auspicabile rivedere le catalogazioni ed aggiungere suddivisioni per metodologie di valutazione, criteri e tipologia di progetto. 4.2 La relazione tra democratic ownership e grado di successo dei progetti di cooperazione: Esiste una stretta correlazione tra la partecipazione dei soggetti locali alle fasi del Ciclo di Progetto, lo stato di ownership e il loro grado di successo. Nelle valutazioni esaminate, in più della metà dei casi in cui l‟ownership viene considerata è reputata come un fattore chiave nella riuscita o fallimento delle iniziative. La relazione tuttavia non è affatto lineare né deriva da una semplice trasposizione ideologica del valore generale della partecipazione. Infatti in più casi la ricerca ha dimostrato che la partecipazione di soggetti locali, istituzionali e non, può anche non giovare alla realizzazione degli interventi qualora essa non si trasformi in autentica capacità locale di gestire le risorse e le fasi progettuali, appunto l‟ownership propriamente detta. Un alto numero di stakeholder (istituzionali e non) è preferibile in quanto, la presenza di piu punti di vista, accresce la rilevanza del progetto e quindi la sua rispondenza con bisogni ed i problemi locali. Tuttavia non vale il principio “più sono e meglio è” ma la qualità della partecipazione, cioè l‟effettiva titolarietà della rappresentanza e la capacità di partecipare efficacemente alle fasi del progetto. Alti livelli di ownership formale con partner non preparati si sono dimostrati fallimentari, ad esempio, l‟utilizzo immediato di processi bottom-up con popolazioni abituate ad approcci top-down ha dato risultati deboli. In questi casi un adeguato empowerment deve essere messo in atto prima dell'intervento. Limitando qui le considerazioni alle tematiche della cooperazione internazionale, possiamo dire che i due termini, partecipazione e ownership sono 35 spesso confusi; la partecipazione è un valore generale, un principio con forti valenze etiche (che va ben al di la del campo della cooperazione) in base al quale soggetti con funzioni e ruoli diversi (ad esempio progettisti e beneficiari) sono associati nella gestione delle fasi del Ciclo di Progetto. Essa attiva la numerosa famiglia dei metodi partecipativi, realizzati poi attraverso specifiche tecniche come ad esempio l‟Approccio di Quadro Logico proposto dal 1993 dalla Commissione Europea (a sua volta derivato da tecniche partecipative esistenti, ad esempio il metodo ZOPP tedesco). La partecipazione è essenziale per il raggiungimento dell‟ownership ed è anche il terreno privilegiato per la costruzione dei partenariati. Infatti dall‟esame della documentazione si evince come, specie nelle fasi iniziali dei progetti, le tecniche per sviluppare la partecipazione come i workshop, dibattiti, interviste, focus groups ecc sono in genere animati da un facilitatore esterno, spesso appartenente ad una ONG straniera. L‟ownership è innanzi tutto un diritto, che si esprime nelle capacità locali degli attori: dalle istituzioni nazionali a quelle locali, fino all‟associazionismo privato, di padroneggiare e gestire le fasi del progetto e più in generale delle politiche di sviluppo. E‟ il risultato di un processo molto complesso, fortemente interattivo, che implica fasi di apprendimento e di scambio di modelli di gestione, la definizione di quadri, gerarchie di poteri e competenze istituzionali, il buon funzionamento delle sedi del confronto, nell‟insieme finalizzate a salvaguardare gli interessi dei beneficiari finali, degli “amministrati”. Può indicare sia istituzioni nazionali e di governo (national ownership talvolta distinta dalla governamental ownership) che locali, cioè relative ai poteri ed alle amministrazioni locali (local ownership). Si tratta naturalmente di una distinzione di larga massima, strettamente dipendente dalle forme di governo di ciascuna società ed in tal senso possiamo dire che esistano tante forme di ownership istituzionale quante sono gli Stati. 36 La ricerca conferma come tutti i livelli di ownership, specie quando sono interconnessi, svolgano un ruolo importante (talvolta essenziale) nella riuscita dei progetti/programmi, rilevabili attraverso i criteri di rilevanza e di sostenibilità. (vedi in allegato 6 una tabella che mette in relazione sostenibilità, ownership e partecipazione) L‟espressione democratc owership definisce maggiormente la capacità della società civile e delle amministrazioni locali, di presidiare ed influenzare componenti più o meno rilevanti dei processi di formazione delle decisioni e di governo dei processi reali. E‟ il livello maggiormente vicino alle istanze dei cittadini e delle comunità di cui rappresentano gli interessi in forme spesso negoziali, talvolta conflittuali, con i poteri nazionali. Nella banca dati OCSE è tuttavia poco presente il livello di democratic ownership, probabilmente per due ragioni: la prima è la scarsa attenzione dei valutatori al ruolo degli organismi di base (all‟interno delle valutazioni è raro trovare un capitolo a se stante che ha come oggetto la condivisione del ciclo di progetto da parte dei recipient); la seconda, correlata con la precedente, è un certo disinteresse da parte delle agenzie sui processi effettivi di ownership democratica (probabilmente dovuta a fattori quali la resistenza al cambiamento, la scarsa attenzione nel design e l‟uso di approcci tecnocratici) a cui si preferisce il livello nazionale e di governo. Fattore essenziale perché un progetto sia con un alto livello di ownership, è che quest‟ultimo sia “demand driven”, guidato dalla “domanda”, cioè basato sui bisogni percepiti dal partner e sull‟interesse a svolgere un ruolo attivo nella risoluzione dei problemi. Introducendo il concetto d‟intervento guidato dalla domanda, possiamo formulare un‟ipotesi sullo scarso interesse per l‟ownership locale da parte di molte agenzie. Il cambiamento verso il rispetto e il potenziamento dell‟ownership richiede, che le agenzie stesse, svolgano un ruolo maggiormente reattivo, a seguito di un cambiamento culturale profondo che lasci spazio alla capacità propositiva del 37 partner in tutte le fasi del ciclo progettuale, in forma stabile e sistematica. Infatti, dalla ricerca si evidenzia spesso che mentre i documenti sulle policy vengono formulati da gruppi di ricercatori e valutatori relativamente aperti alle novità e quindi alle istanze partecipative locali, la loro applicazione viene effettuata da altri operatori delle stesse agenzie, spesso maggiormente condizionati dalle procedure burocratiche e della logiche dell‟organizzazione interna che tendono a gestire le fasi esecutive affidandole a procedure e a soggetti “esterni” alle situazioni locali. 4.3 La società civile A sua volta il termine società civile è molto variegato e può essere inteso sia dal punto di vista giuridico–formale (non governativo, associazionismo privato, piccole imprese, ecc ) che della posizione e del ruolo giocato nell‟ambito delle politiche di gestione (ad esempio autonomia dalla politica, rappresentanza di interessi particolari e di base, ecc) La società civile dovrebbe interconnettersi e confrontarsi con le autorità locali in quanto esse rappresentano il livello di governo più vicino al territorio (nonchè dipendenti dai voti). Le autorità locali sono un interlocutore privilegiato, l‟anello di congiunzione con i centri di potere governativi, da cui in molti casi esse risultano politicamente indipendenti. Il dialogo e la dialettica con la società civile e tra la società civile, le autorità locali, le fasce della popolazione più emarginate è facilitato dall‟uso di strumenti e tecniche partecipative. (vedere allegato 6) La partecipazione da parte della società civile è strettamente connessa con i criteri di rilevanza e sostenibilità di qualsiasi intervento. Nel caso della rilevanza essa è imprescindibile. Perchè la società civile riesca ad operare a livello di programmazione, deve essere presente un quadro istituzionale appropriato; in caso contrario, prima di finanziare la società civile sarebbe opportuno per le agenzie di cooperazione adottare strategie adeguate di raccordo e di empowerment . 38 4.4 Metodi per una ownership democratica: l‟approccio top down Il concetto di una cooperazione che fa uso dell‟ownership o, ancor meglio di un‟ownership democratica, sottintende, come abbiamo già detto, un cambiamento radicale nel modo di comportarsi delle agenzie. Se esse volessero continuare ad applicare un approccio topdown, questo presupporrebbe la loro decentralizzazione e la trasformazione degli uffici sul campo in antenne capaci di mappare, monitorare ed ascoltare la società civile a livello locale e nazionale. Oltre al tessuto della società civile, dovrebbero anche essere analizzati e compresi i meccanismi di consultazione già presenti all‟interno del paese di intervento, predisponendo forme di potenziamento di tutte le risorse di cui la democratic ownership si avvale. Tali azioni di potenziamento devono presupporre una mappatura delle competenze e funzioni dei vari attori di modo da comprendere come e quando rafforzare determinati meccanismi piuttosto che altri. Queste azioni dovrebbero anche comprendere le istituzioni e le funzioni che esse sono chiamate ad assolvere e potenziarle laddove sia necessario, le istituzioni funzionali sono infatti quelle capaci di ricevere le istanze di tutti gli attori. Un tipo d‟intervento basato sull‟empowerment di meccanismi già esistenti offre il notevole vantaggio di non alterare lo statusquo dei rapporti di potere e si configura quindi come ottimale in caso di contesti politico – istituzionali democratici deboli. Naturalmente, l‟ascolto e il potenziamento delle strutture esistenti e consolidate della società civile non deve trascurare le molteplici realtà che ne compongono il tessuto, prescindendo dalla loro collocazione rispetto alle politiche governative. Infatti, potrebbero anche verificarsi casi in cui il governo recipient non abbia intenzione di includere nella consultazione delle CSO politicamente “scomode”. Un donor accorto dovrebbe, quindi, chiedere al suo partner l‟evidenza del fatto che siano state utilizzate delle forme partecipative nell‟identificazione e analisi dei problemi attraverso delle evidenze che dmostrino che processi di consultazione abbiamo avuto luogo, nel rispetto delle procedure locali. 39 4.5 Metodi per un‟ownership democratica: l‟ approccio bottom-up Seguendo un approccio bottom-up, invece, i destinatari dell‟empowerment sarebbero proprio le CSO, cioè le organizzazioni della società civile. Dalla ricerca emergono principalmente due modi per potenziarle: usarle come contractor o fortificare la loro struttura e le loro reti (e, conseguentemente, le loro capacità di advocacy). La prima modalità si rivela altamente efficace nel caso di interventi di sviluppo laddove lo stato non riesce ad arrivare (modello della sussidiarietà), attraverso anche un potenziamento delle loro capacità operative; la seconda modalità invece presuppone un rafforzamento delle capacità di pressione delle CSO tramite interventi di informazione, , di creazione di reti ecc. Le richieste dei bisogni, formulate dal basso arrivano, chiarite e potenziate, fino ai livelli centrali, passando per quelli locali. È sicuramente una modalità con tassi molto alti di democraticità in quanto le CSO e i governi locali sono i livelli più vicini agli emarginati e ai senza voce. Anche questo metodo presenta dei limiti: in primo luogo è molto dispendioso in termini d‟impegno e di tempo, quindi poco efficiente; in secondo luogo presenta risultati apprezzabili solo nel medio e lungo periodo; terzo, se il governo recipient non è sufficientemente aperto alla partecipazione, la risposta potrebbe essere di rifiuto del dialogo o, peggio, cambiamenti del quadro legislativo a sfavore delle CSO. Un altro limite riscontrato riguarda le relazioni tra organismi locali della società civile e cooperazioni bilaterali: sono stati segnalati casi di conflitti di interesse tra il donor e le CSO. Ad esempio,87il fatto che le CSO siano finanziate da un particolare governo, potrebbe cambiare il loro atteggiamento verso le sue politiche, minando così il principio della loro libera collocazione e di movimento; Infatti, se il finanziamento provenisse da governi che sostengono società multinazionali e i cui interventi fossero sgraditi alle popolazioni, la libertà di reazione da parte delle CSO potrebbe essere compromessa. 87 DFIDI/ TARU, 2006 p. 3 Op.Cit. 40 Analoga posizione di ambiguità potrebbe derivare dai criteri di selezione delle CSO da parte di donors che tenderebbero a preferire le organizzazioni locali maggiormente vicine alle loro posizioni. Una soluzione a questi limiti potrebbe trovarsi nei fondi multi-donor che, comprendendo più di un‟agenzia, risultano meno condizionanti per le CSO. 4.6 Lo Human Right Based Approach L‟approccio basato sui diritti si può considerare con mix delle due modalità di intervento sopra descritte; esso, infatti, si occupa di interventi nell‟ambito sociale ma con un approccio basato sull‟advocacy. Nello studio di caso abbiamo però verificato come il programma abbia trascurato le interconnessioni con le autorità (locali e governative), potenziando solo le CSO nei loro compiti di advocacy; non possiamo sapere quanto questo abbia influito sull‟efficacia del programma, tuttavia possiamo affermare che una maggiore co-responsabilizzazione delle istituzioni avrebbe potuto efficacemente concorrere al cambiamento. È in ogni caso una modalità di intervento che, a volte, appare estrema: nel programma dei PACS, infatti, le fasce più povere di beneficiari, non erano in grado di soddisfare i bisogni basilari e avevano gravi problemi di sicurezza alimentare. Il progetto, invece, è intervenuto esclusivamente sulle capacità di pressione delle CSO e delle CBO; mentre per alcuni gruppi di beneficiari si sarebbe dovuto anche erogare dei servizi di base come, ad esempio, la cessione di credito per coloro con problemi di povertà estrema. Concludendo, possiamo affermare che il right based approachè un approccio assolutamente funzionale alla democratic ownerhip, esso, tuttavia, deve essere combinato dai progettisti con una componente di service-delivery. 4.7 La partnership nella progettazione Non è solo la modalità dell‟intervento a determinare l‟ownership, ma la qualità del partenariato e del dialogo che si riesce ad instaurare tra le parti. 41 Non sempre i partner hanno le conoscenze tecniche necessarie per gestire integralmente un intervento di sviluppo. L‟ownership deve essere quindi vista come il punto di arrivo di un dialogo con il partner e della sua partecipazione e responsabilizzazione nelle fasi di vita del ciclo di progetto differente a seconda delle capacità del partner. Una progettazione che tenga conto dei già menzionati principi (partnership e ownership) deve innanzitutto il analizzare e comprendere il contesto nel quale va ad operare, ad esempio elaborando mappe di poteri locali che comprendano le istituzioni e i maggiori soggetti coinvolti. (vedere allegato 7) In fase di analisi preliminare i progettisti devono anche tenere conto della rilettura del concetto di bisogno come violazione di un diritto, tenendo conto di quali stakeholder sono duty-bearer. Per una progettazione partecipata occorre quindi avviare processi partecipativi in tutte le fasi dell‟analisi di contesto e nello sviluppo della strategia d‟intervento: sarebbe opportuno che membri della società civile e delle autorità locali devono essere inclusi all‟interno del team di progettazione. Anche la fase di valutazione non deve essere trascurata per il contributo che può dare al miglioramento del progetto, sia in itinere che nelle successive edizioni. È opportuno per le agenzie donor introdurre il concetto di valutazione partecipata quanto cioè eseguita congiuntamente con il/i partner. Concludendo, La democratic ownership combina insieme le caratteristiche dell‟ownership e della società civile: essa è mutevole e con meccanismi variabili a seconda dei contesti e come tale necessita, per il suo potenziamento, di interventi sempre diversi. La responsabilità dell‟intervento ricade, quindi, sui progettisti e sulla loro capacità di sapere combinare azioni che siano un mix delle modalità sopradescritte, agendo tanto sulle istituzioni quanto sulle capacità operative della società civile. 42 Bibliografia ACCRA HIGH LEVEL FORUM, (2008) Accra Agenda For Action, 3rd high level forum on aid effectiveness, Accra; http://www.accrahlf.net/WBSITE/EXTERNAL/ACCRAEXT/0,,contentMDK:21690826~menuPK :64861649~pagePK:64861884~piPK:64860737~theSitePK:4700791,00.html ADVISORY GROUP ON CIVIL SOCIETY AND AID EFFECTIVENESS(2010) Civil SocietyAid and Effectiveness: Exploration of Experience and Good Practice: a referencedocument, Advisory Group on Civil Society and Aid Effectiveness, terzo forum di alto livello sull‟efficacia dell‟aiuto; http://siteresources.worldbank.org/ACCRAEXT/Resources/AG-CS-EXPLORATIONOFEXPERIENCE-AND-GOOD-PRACTICE-REFERENCE-DOCUMENT.PDF BALDRACCHI R. 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Chad Comoros Congo, Dem. Rep. Djibouti Equatorial Guinea Eritrea Ethiopia Gambia Guinea Guinea-Bissau Haiti Kiribati Laos Lesotho Liberia Madagascar Malawi Maldives Mali Mauritania Mozambique Myanmar Nepal Niger Rwanda Samoa São Tomé and Príncipe Senegal Sierra Leone Solomon Islands Lower Middle Income Countries Albania Algeria Armenia Azerbaijan Bolivia Bosnia and Herzegovina Cameroon Cape Verde China Colombia Congo, Rep. Dominican Republic Ecuador Egypt El Salvador Former Yugoslav Republic of Macedonia Georgia Guatemala Guyana Honduras India Indonesia Iran Iraq Jordan Kosovo3 Marshall Islands Micronesia, Federated States Moldova Mongolia Morocco Namibia Nicaragua Niue Palestinian Administered Areas Paraguay Peru Philip pines Somalia Sudan Tanzania Timor-Leste Togo Tuvalu Uganda Vanuatu Yemen Zambia Sri Lanka Swaziland Syria Thailand *Tokelau Tonga Tunisia Turkmenistan Ukraine *Wallis and Futuna Allegato 3 Least developed countries: Titolo documento Settore Parole chiave participatory CSO participation civil society governance 27 63 29 11 Sidas Support to the Health Sector in Angola 1977–2006 health 3 0 3 3 Emergency Health and Nutrition Project Bocoio, Angola health 4 0 7 0 Sida‟s Health Support to Angola 2000–2002 health 0 0 4 1 Distribution of Hand Clothes in Implemented Practical Solidarity Health 0 0 10 0 health 0 0 11 13 health 19 0 9 0 Angola Support to Angola‟s Democratic Transition (SADT) Program Second Angola by Cambogia Evaluation of DFID Development Assistance: Gender Equality and Women‟s Empowerment Phase II Thematic Evaluation: Maternal Mortality Northeast cambodia child survival program 50 Disease control and development project health health 0 0 3 0 Basic Skills Project (Loan 1368-CAM[SF]) in Cambodia education 0 0 11 0 Sida supported master of Science program by distance education in Mozambique, Vietnam, Cambodia and Namibia education 0 0 0 1 environment 0 0 0 0 Participatory integrated watershed management project (piwamp) rural dev. 26 0 11 0 Sambangalou and Kaléta hydroelectric power schemes and the interconnection line for the electric power grids of OMVG countries . ROADS REHABILITATION PROJECT energy 2 0 12 3 0 0 0 1 environment 4 0 3 1 Priority area: Environment Policy and Sustainable use of Natural Resources environment 0 0 0 0 Toliara province child survival project mid-term evaluation Mozambico HIV/AIDS Outreach Programme in Southern Africa health 6 0 7 2 health 1 0 5 3 Central Mozambique (Manica and Sofala Provinces) Child Survival and Maternal Care Project health 7 0 4 2 Gambia Integrated management of invasive aquatic weeds in west africa (imiaw) Madagascar MADAGASCAR ENVIRONMENT II 51 Corridors of hope regional HIV/AIDS cross-border prevention program : secondary analysis and document review health 6 0 5 0 the Health Sector in Mozambique (1990-2000) Executive Summary health 0 0 0 0 Dutch Disease in Mozambique? health 0 0 0 0 Evaluation of citizens'voice and accountability Laos „We can‟t all be ducks‟Changing Mind-sets andDeveloping Institutions in Lao PDR governance 3 84 35 1 governance 19 0 8 2 Sida support of the Asian Institute of Technology education 0 0 0 0 Technical assistance performance audit report on private sector education (tas 1776-lao and 2097-lao) education 0 0 1 0 Special evaluation study on capacity development assistance of the asian development bank to the lao people‟s democratic republic governance 8 0 25 3 Lower Middle Income Countries: Bolivia Settore participatory CSO Participation Civil Society Swedish Democracy Promotion through NGOs in Bolivia, Guatemala, Nicaragua and Peru governance 9 0 210 74 USAID/Bolivia : strategic objective close out report : increased citizen support for the Bolivian democratic system governance 5 0 17 3 52 Summary of the evaluation "Ensuring the participation of the poor – strengthening good governance“ - Case study: Bibosi, Bolivia" governance 0 0 10 0 Building Research Capacity in Bolivian Universities education 3 0 17 0 Local Solutions to Global Challenges: Towards Effective Partnership in Basic Education education 1 0 122 32 Mobilizing Communities and Health Services for CommunityBased IMCI: Testing Innovative Approaches for Rural Bolivia health 6 0 36 0 Morocco: Evaluation of Bank Assistance to the Public Utilities Sector governance 7 0 3 10 Morocco: Evaluation Of Bank Assistance To The Education Sector education 4 0 10 3 Morocco: Evaluation of Bank Assistance to the Agriculture and Rural Development Sector rural dev. 14 0 22 3 Evaluation Study on Japan's Assistance to water resources development sector in the Kingdom of Morocco rural dev. 0 0 1 0 2008:02 Swedish Democracy Promotion through NGOs in Bolivia, Guatemala, Nicaragua and Peru governance 9 0 206 73 Sidas‟s Library to Central America Support governance 0 0 2 0 Apoyo Sueco a la Policía Nacional de Nicaragua, 2002–2005 governance 1 0 2 0 Marocco Nicaragua 53 Evaluation of the Public Support to the Norwegian NGOs Working in Nicaragua 1994–1999 governance 9 0 29 18 Strengthening Democracy on the Atlantic Coast in Nicaragua, Programma RAAN-ASDIRAAS 1994-2000 governance 0 0 0 0 Independent Evaluation of SDC Guidelines "Promoting Human Rights in Development Cooperation" and SDC concept "The Rule of Law and its implication on Development Cooperation" governance 10 0 8 15 CARE Peru Child Survival XVI, Departments of Cajamarca & La Libertad health 23 0 30 22 SDC's Contribution towards Biodiversity: Impact in the Andean Region environment 4 0 9 4 Study of the impact of the work of FORUT in Sri Lanka and Save the Children Norway in Ethiopia : Building Civil Society : Synthesis Report governance 13 19 16 105 Assessment Micro-Macro in Poverty South UNITED of Linkages Alleviation: Asia governance 10 1 22 7 Dispersed Industrial Pattern for Reducing Poverty and Regional Inequality in Sri Lanka governance 0 0 0 0 Project performance audit report on the second health and population project in Sri Lanka health 0 0 4 0 Technical Assistance Performance Audit Report on Selected Advisory Technical Assistance to Social Sectors health 0 0 10 0 Perù Sri-Lanka 54 Challenges when Shaping Capabilities for Research education 0 0 8 0 Lessons in Capacity Development: Sectoral Studies in Sri Lanka education 5 0 15 0 Osservazioni riscontrate dalla ricerca esplorativa: Da questo primo esame si evince che: a) molti progetti presentano il valore 0 per tutte le parole chiave e quindi non rientrano nella lista di quelli da esaminare b) Altri, specie afferenti il tema della governance, hanno valori elevati di tutte e quattro le parole chiave c) Altri progetti presentano valori molti bassi e saranno sottoposti ad un primo esame rapido per esaminare la consistenza della presenza della società civile nella valutazione Si nota inoltre che: L‟eterogeneità della banca dati rende difficoltose le comparazioni tra valutazioni eterogenee e non standardizzate. Per rendere più rigorosa l‟analisi sarebbe opportuno dividere la frequenza della ripetizione per il numero totale di pagine. Considerando che ogni documento ha un numero di pagine differente dall‟altro, per cui il numero di ripetizioni in un documento con un numero maggiore di pagine non risulta necessariamente in una maggiore presenza della partecipazione. Si decide di verificare il livello di partecipazione all‟interno dei settori: trade, water and sanitation, environment, social infrastructure and services. 55 Nome progetto Settore Participatory CSO Participation Natural Disasters and Climate Change in Finnish Aid from the Perspective of Poverty Reduction Evaluation report116 SDC‟s Contribution towards Biodiversity: Impact in the Andean Region A Synthesis of Evaluations of Environmental Development Assistance by Multilateral Organisations operation of the Least DeveLopeD Countries funD for aDaptation to CLiMate ChanGe The evaluation function of the Global Environment Facility (GEF) VIETNAM CENTRAL HIGHLANDS NEEDS ASSESSMENT Public Sector Reform: What Works and Why? An IEG Evaluation of World Bank Support 120 Environment 2 0 9 Civil Society 5 Environment 5 0 9 4 Environment 0 0 Environment 1 0 1 6 Environment 3 0 13 1 Social infrastructure and services 2 0 17 15 Social infrastructure and services 4 0 8 14 56 15 4 Public Sector Reform: What Works and Why? Young People Against Drugs – the Pinsk Model in Belarus Social infrastructure and services 4 0 8 14 Social infrastructure and services 2 0 1 7 Viet Nam: Second Provincial Towns Water Supply and Sanitation Project Mongolia: Urban Development Sector ADB Assistance to Water Supply Services in Metro Manila Water supply and sanitation project 0 0 5 Water supply and sanitation project Water supply and sanitation project 0 0 7 0 1 0 32 0 2008:44 Kampala Water supply and sanitation project 1 0 1 4 Transport General Study of storage the Impact of Rural Roads in Nicaragua EVALUATION Transport OF BANK storage GROUP ASSISTANCE TO THE TRANSPORT 1996-2004 and 0 0 1 0 and 2 0 9 7 4.7.1 0 0 19 7 City Council - A Project for 0 Promoting Ecological Sanitation in Kampala, Uganda 57 Synthesis Report Overview and Synthesis of Road Sector Evaluations February 2008 47 Sector Assistance Program Evaluation of Asian Development Bank Assistance for Roads and Railways in the People‟s Republic of China 158 PROJECT PERFORMANCE ASSESSMENT REPORT BANGLADESH DHAKA URBAN TRANSPORT PROJECT (CREDIT 3163BD) 39 Transport storage and Transport storage and 1 0 27 2 Transport storage and 0 0 1 0 Evaluation of Trade CIDA‟s Americas Branch Trade Program (BMI portion) 101 Peer Review of Trade the Evaluation Function at the Belgian Federal Public Service of Foreign Affairs, Foreign Trade and Development Cooperation 4 0 43 33 1 0 9 0 58 Punching Trade above its weight‟ An evaluation of DFID‟s PSPS, LAMIT and ENLACE programmes in Latin America164 Evaluation of the Trade 22 0 57 27 0 0 19 1 International Trade Centre UNCTAD/WTO Allegato 4 Stratificazione del campione: Attraverso la stringa di ricerca sono state effettuate le seguenti combinazioni di parole chiave che correlano l‟ownership, la rilevanza e la società civile. I risultati sono i seguenti: Ownership Relevance Local 400 398 – Administration relevance 0 NGO – Relevance Relevance participation 1 Ownership relevance 10 Ownership – Ngo 1 Relevance ownership 21 Ownership - local authorities 8 3 Relevance – civil society 4 Escluse le ricerche semplici per i termini “ownership” e “relevance” sono state considerate nel campione tutte le restanti valutazioni valide per l‟analisi. A seguito dello spoglio sono state ritrovate 24 valutazioni che compongono il campione stratificato. 59 Allegato 5 Esempio del procedimento di analisi sul campione stratificato. A seguito della riceerca per parole chiave sono state estratte delle parti ti testo catolagate in seguito secondo i criteri espressi nella griglia. Executive Board of the United Nations Development Programme and of the United Nations Population Fund the relevance of D nazionale ownership, measured by the level of government support, in contributing towards this improvement pag.1 It was felt that ownership required the full participation of all major stakeholders, and if this D locale, civil society was felt to conflict with considerations of objectivity, these conflicts should be addressed openly rather than by curtailing participation. Pag.5 UNDP has pledged to promote country ownership in development D nazionale cooperation and coordination and will work with its multilateral and bilateral partners to strengthen national capacities to that end. Pag.8 I The quality of project design is a further factor influencing performance although the correlation is somewhat weaker than for ownership and B project management. Pag.14 JOINT EVALUATION OF EFFECTIVENESS AND IMPACT OF THE ENABLING DEVELOPMENT POLICY OF THE WORLD FOOD PROGRAMME (WFP) Non possibile la copia di parti della valutazione in quanto il documento risulta formattato di modo da essere protetto. A,B,C,D nazionale, locale, società civile All’interno del testo, la partecipazione viene intesa in senso ampio: se si parla di country ownership si intende l’inclusione a livello del dialogo non solo del governo ma anche delle autorità locali, delle ONG e di rappresentanti della società civile e dei beneficiari. L’inclusione dei di cui sopra soggetti all’interno del dialogo, in ogni caso, viene sempre vista sia come un fine a sé, sia come uno strumento di miglioramento del progetto. Ritornano più volte casi in cui la partecipazione della società civile e dei beneficiari è un fattore cruciale nella riuscita dell’internvento Pag. XII Pag.2 Pag.9 Pag.23 Contract-Financed Technical Co-operation and Local Ownership Mongolia Country Study Report Sida considers local ownership desirable, both as an end in itself and because it is expected to guarantee that the projects are given priority and support by the local partner, thus increasing their chances of effectiveness and long-term sustainability. Sida expects local ownership to lead to better utilisation and/or absorption of the project outputs, and to ensure that the local partner undertakes the activities necessary to realise agreed project outcomes. 61 D local B, D local There are also references to ‘responsibility’ and ‘commitment’ when explaining how local ownership is supposed to exercise its positive influence. ... we talk about ‘ownership’ of projects in a way that goes further than the legal definition of ownership. In order to be able to say that a partner in cooperation is the owner of a project, the partner must have full rights to use the resources provided within the framework laid down in the project agreement. But this is not enough. The co-operation partner must also be prepared to assume full responsibility, participate actively in the work, and be ready to implement the project on its own initiative. Moreover, and still according to Sida, ownership of development projects has to be interpreted as local ownership. By the agency’s definition, no actor besides the local agency can own the project.Whatever the relations other actors have with the project and its constituting elements, these should not be called ownership. Pag.2 To ensure local ownership, Sida requires that KTS 62 D civil society I D local, B D local, F, G projects be demanddriven. In other words, the agency’s role is meant to bemainly reactive, to meet the mainly proactive role of the would-be LPO. Pag.13 the fact that a project is demand-driven does help Sida to select cases where local ownership is likely to be high, pag.15 G, D local D local not key issue For some others in Sida, however, local ownership was not seen as a key issue for good co-operation; indeed they approached the subject of good co-operation without much, if any, reference to local ownership pag.18 There are, however, two aspects of the KTS aid-form, through which Sida may have a negative influence on local ownership.One such aspect is the strict control over the form and content of the contract between the partners (i.a. through the exchange of letters between Sida and both the consultant and the LPO – see under b) above). Another aspect limiting ownership could in some cases be the short agreement periods of consecutive project phases pag.38 It could therefore be concluded that the Swedish partners, although the length of their co-operation 63 D local limitata B, D local in Mongolia differs, adapt their technical competence, try to understand the situation of the LPOs, build confidence and in this way promote local ownership. Pag.41 Caratteristiche per la local ownerhip all‟interno della valutazione SIDA a) are irrelevant for local ownership; b) select likely cases of strong local ownership; c) facilitate, nurture and stimulate local ownership; or d) inhibit or discourage local ownership. D local, civil society a) Irrelevant Characteristics • Cost-sharing. The specific criteria of KTS projects regarding costsharing seem, in the case of Mongolia, to be more suited for the D local, I transfer of specific knowledge related to sectoral development in hightech areas, than to more general and open ended processes of knowledge development D local, I and change related to governance and public administration. Although some of the LPOs in Mongolia have problems in contributing to the costs of the projects, this D local, I characteristic does not seem to be of much relevance for the ownership of the projects. The general demand for cost-sharing, in the way of at least contributions in kind, is 64 furthermore in no way different from development co-operation projects in general. • Role of the contract. The contract is not used by either of the partners as a formal basis for influencing behaviour or pursuing power. The regulation and approval of contractual procedures by Sida together with its financing role seem to make Sida the dominant part in relation to the formalities of the cooperation. 51 b) Characteristics that Select Likely Cases of Strong Local Ownership • Areas and content of cooperation. The areas of KTS co-operation selected are highly relevant for the political and economic transition pursued in Mongolia. The objectives of the projects supported have been important or even vital for the local organisations involved. Although the detailed project formulation has been performed by the Swedish partner, implementation has in all cases been a joint endeavour of dialogue and close cooperation. The fact that the KTS projects are focused on training and do not include equipment, also seem to facilitate the selection of LPOs that are well aware of their needs for knowledge and competence development. 65 I F, G I • Demand-driven projects. This characteristic is related to that of the area and content of cooperation. The projects in Mongolia are demand-driven in the sense that there is a clear demand for the knowledge and competence provided, which leads to a strong commitment and ownership. The first step in initiating the cooperation (contacts with Sida and the Swedish consultants) has often been taken by theMongolian partner in relation to their participation in international training courses in Sweden or in relation to larger projects with multilateral loan financing. • Competent LPO. As shown above, the competence of the LPO is closely related to selection of areas of importance for the transition process and to the understanding of the needs for knowledge and competence development for the fulfilment of their respective tasks in this process. c) Characteristics that Facilitate, Nurture and Stimulate Local Ownership • Length of projects. The fact that the projects are not so limited in time, but continue over several agreement periods, seems to lead to the development of a good relationship between the LPO and the Swedish consultant, which 66 promotes local ownership both of the objectives, implementation and results of the project. The relatively short agreement period is an incentive both for the LPO and the consultant, to show successful results for each phase of agreement in order to secure continuation of the co-operation and support from Sida. This effect seems to be easier to realise in projects in the area of sectoral development, where it is possible to formulate clear results for a relatively limited period of technically oriented training. The development and use of new competence in the governance projects seems to be a longer process. In these cases the actual use of new knowledge in the form of a change of work is not yet evident, although there are clear manifestations of a change of mind. 52 • Competent Swedish partner. The competence of the Swedish consultants facilitates ownership in the way that they provide, not only high technical expertise in their respective areas, but an approach to training and capacity building, which is interactive and promotes cooperation. Furthermore the adaptation to the situation and conditions in Mongolia shown by the Swedish consultants is also 67 I a factor with positive influence on the sense of ownership of the LPO. • Shared commitment and co-ownership. The understanding of the needs for knowledge and competence development and the commitment to the objectives and the implementation of the projects taken together with the competence and way of working of the Swedish consultants lead us to the identification of specific characteristic of the KTS projects in Mongolia which could be defined as a shared commitment and a co-ownership of the projects. The fact the projects could be defined as co-owned does neither reduce the ownership of implementation on part of the LPO, nor the longer term sustainability of the results achieved. On the contrary, the coownership seems to have strengthened the LPO and lead to a gradual development of confidence in their respective tasks. • Role of Sida. Sida seems generally to have played a positive role in stimulating local ownership by approving projects in areas of relevance for the transition process (see above). The agency also seems to have been flexible in its involvement related to the situation of the 68 I each project. This involvement is noted more in the governance projects than inmost of the others.One reason for this seems to be the problems for the former projects related to costsharing. Another reason could also be the relatively higher sensitivity of the governance projects in relation to government changes. An exception regarding Sida involvement among the projects in the area of sectoral development is project [5]. In this case, Sida was heavily involved, as this project is actually an important step in the preparation for a concessional credit. Furthermore, this case could also be seen as an example of another intended aim of KTS projects that is to prepare the LPOs for commercial contacts. The projects [3], [4] and [6] could also be said to have certain effects in this respect, although the possibilities for commercial contacts and credits are limited due to the economic situation. However, the KTS projects could be an important basis when applying for concessional credits also from other donors than Sida. d) Factors that Inhibit or Discourage Local Ownership • As was remarked at the end of Section 3.3, within the specific transition 69 I D local, 4 that has been followed in Mongolia, corruption and malpractice 53 in governance, which are widespread in the country, negatively affect the ownership of technical assistance. If one would positively define the concept ownership, it is clear that stripping of assets or spontaneous privatisation as it is sometime called, do not contribute to such a process. The generally poor state of infrastructure, the insufficient funding of public agencies and programmes, and lack of equity capital in private enterprises, have made the country completely dependent of foreign aid. The fact that Mongolia is one of the most aiddependent countries in the world is actually quite contrary to the positive development of ownership in the economy. Pag. 50- 53 it remains doubtful whether costsharing really contributes to local ownership. In this case, it seems to have worked contrary to theoretical assumptions about local cost-sharing, as it created continuous headaches for both partners. Pag. 56 70 Sida Evaluation 07/45 Swedish Support in the Education Sector in Zanzibar, 2002–2007 It appears from our visits D local, civil society and discussions with various individuals that there is a sense of high community ownership of the classrooms that they are contributing to or providing assistance in D civil society, 2 kind. Pag.19 Community participation in school management and decision-making is crucial to ensure both ownership and sustainability of infrastructure pag.19 school C, D civil society The team feel that the institutional or organisational ownership of the process of ZEDP development though is low. This was particularly the case with a number of outside organisations who were of the view that opportunities were not provided for their organisations to discuss their participation and inputs. They also complained about the lack of background information E dopo so that they could prepare themselves for the task. Pag. 26 When attendance and not so much participation happen then ownership is sometimes in doubt since in general, it is closely linked to the quality and extent of the participatory process. Ownership appears to 71 be limited to the government and the specialised agencies when examining the membership of the groups. MoEVT staff formed the bulk of members in the working groups and in most cases these were chaired by MoEVT directors. However, ownership has not yet been suffi ciently extended D società civile to broader and lower stakeholder levels but we were informed that this would happen in some of the next rounds of discussions. Pag.27 Community involvement in school construction has in part, generated good ownership at the early stages and has created seasonal work for the artisans. However, the roles of the school committees will need to be broadened and capacity strengthened to ensure that their participation in managing schools is done in a more meaningful way pag. 28 Sida’s TRADE-RELATED ASSISTANCE: Results and management There are all reasons to believe that, as long as the ownership of the standards is clear and based on sufficient stakeholder participation, that sustainability will be assured Pag.95 Its purpose, 72 B, according to the project document, is to be demanddriven, pluralistic and participatory. A, F, G Direct Stakeholders: Small farmers and pastoralists. Pag. 123 D civil society the regional project EPOPA was ‘donor-driven’ initially and not primarily an interest expressed by the recipient governments. Nevertheless, as the project succeeded over time, ownership from local organisations grew the programme has been slow to get off the ground and has met early implementation problems due to what appears to be a low degree of ownership by participating ministries pag.33 E durante D National, B Increased country ownership is key, pag.69 Ownership An international NGO initiative not emerging from any ‘PRSP etc. Ownership of the sponsors is high, however, and the organisation increasingly a part of the international development community. Pag. 73 Study of the impact of the work of Save the Children Norway in Ethiopia: building civil society From a civil society perspective the active involvement of the Alliance must be seen as a short-term and temporary solution that should be replaced by the active participation of Ethiopian organisations in the democratic process of promoting child rights in 73 D civil society D civil raccomandata society Ethiopia Pag. 10 An active and strong civil society is seen as a valuable goal in its own right, particularly in terms of allowing more vigorous democratic participation, but also as a means of strengthening respect for human rights and achieving a range of national development objectives. Pag. 12 On the other hand, civil society is also often seen as an aspect of participation, democracy and good governance, providing a voice for the poor and an arena for strengthening their infl uence in the political process pag.15 the term “civil society organisations” has been created, pointing to various kinds of social groups displaying some kind of cohesion, inner structure and organisation on the basis of some public concern (“interests they hold in common”). Civil society was here envisaged as some kind of regulatory mechanism, keeping at bay the ineffi ciencies of a stifl ing bureaucracy as well as the inequities of a rapacious market. Pag.16 Civil society organisations must be encouraged to set their own agenda Pag.16 74 D civil society, I D civil society, I I D civil society, B D civil society I The instances of NGOs ignoring or bypassing local traditional leadership and preferring to put their own facilitators in charge of participatory development are many Pag. 17 Esempio di conflitto tra i vari livelli di potere The government was intent on achieving a top-down centrale- società civile, I transition to socialism, while the NGOs emphasised participatory bottom-up approaches. NGOs did cooperate with government departments, providing resources and training to government staff, but not in a mode that by any stretch of the imagination could be described as a partnership pag.21 This clearly involves one way of understanding civil society, viz organising and mobilising local community resources in participatory structures for the purpose of solving local problems. Pag.43 iddirs need to engage in organised, participatory development work in order to reach out to the poor and powerless in their respective localities. MJ believes that the fi ne skills of community organisation and resource management to defray burial costs, comfort the family of the deceased and render fi nancial support have to be applied before life itself ends. Pag.45 SC Norway has set out the following principles for its work in a Strategy Document: • children’s participation, 75 H, D civil society F F Study of the impact of the work of FORUT in Sri Lanka: Building Civil Society which includes the facilitation of “meaningful participation in matters that concern them in different contexts and at different levels in society” • strengthen local capacity, which primarily involves capacity to promote children’s rights and provide support to local partners, which will have the primary operational responsibility for implementing activities • coordination with International Save the Children Alliance, which involves the active promotion of collaborative efforts at all levels pag.28 FORUT has been successful in establishing self-help groups that are stable, consistent and cohesive and work for the interests of their members. Pag.22 CBOs approach politicians and service providing organisations to request materials and/or fi nancial support for infrastructure development activities in the villages. The purpose and means of accessing local governance institutions are conventional and put forward in the form of requests or pleas, pag.28 FORUT‟s partners conduct needs assessments and mobilise people for participation in community development projects. Pag.8 FORUT‟s vision is to “enhance the quality of life of the people by empowering them 76 F D local D civil raccomandata D civil society society through their participation pag.11 Further, FORUTs mission is “to improve the living conditions of the people by acting as a catalyst in building and strengthening local groups/organisations in order to improve the socio-economic situation of the marginalised pag.11 FORUT‟s approach to achieving the vision and mission is integrated community development based on social mobilisation, participation and empowerment pag.11 D civil society D civil society D local, civil society Participation, consultation and advocacy can only work effectively if local governance institutions are responsive. Local governance institutions will only be responsive if there is effective pressure from civil society organisations. Pag.18 “the programme had greater success in building a group process within which women from poor rural households found a convenient social space for pursuing collective interests, typically in a manner that did not challenge the status quo” A E durante, inzio pag. 31 FORUT’s I partners 77 conduct needs assessments and mobilise people for participation in community development projects pag.38 At the micro level, we have found awareness building and participation of remote, marginalised and poor communities. Further, FORUT supported organisations display democratic features such as regular meetings and decision-making by consensus pag.40 Does participation in NGO programmes lead to empowerment, as stipulated in policy documents, or does it only shift dependencies from middlemen and government welfare programmes to NGO programmes? Dependence on middlemen has decreased as a result of people’s participation in micro credit programmes. Pag.46 Dependence on middlemen has decreased as a result of people’s participation in micro credit programme pag.46 A deeper analysis into the isolated nature of the CBOs reveals that they lack a sense of belonging and ownership of the institutional structures beyond the village. As discussed above CBO members feel a strong sense of allegiance to their self-help groups and CBOs. They 78 I I, D civil society I, conflitto tra ownership istituzionale e della società civile interact effectively with each other and engage in savings and credit programmes at the self-help group or CBO level. This strong allegiance, does not move into higher levels, namely to the level of the Federations. Pag. 30 Sida Evaluation 04/36 Life and Peace Institute’s Projects in Somalia and the Democratic Republic of Congo Evaluation of Innovative Bank Projects that Work with Non-Governmental Organizations Inter-american development bank evaluation They aim at facilitating B ‘peace building from below’ through training and support to civil society and community-based initiatives as well as through promoting local level dialogues. Pag.1 Objective 1: To assist the civil society in the Kivu provinces of the DRC in order to broaden and strengthen the ongoing local peace Efforts Annex 12 B Therefore, programs and specific actions are required to strengthen civil society organizations (CSOs), such as (i) the promotion of a legal framework that favors associations of and participation by citizens; (ii) the identification of new ways of delivering social services through local governments and intermediate and grass-roots organizations; (iii) the promotion of philanthropy and volunteerism pag.1 G, A, F Regional departments have moved towards increased consultation and 79 participation with beneficiaries in most of their projects. Participation of civil society organizations and direct beneficiaries in the execution of Bank projects is becoming a requirement aimed at ensuring community involvement to help guaranty project sustainability. Pag.2 “Because the Bank is an intergovernmental institution, a prime consideration for including citizen participation in its activities is that its shareholders and principal clients are the governments of the member countries. Pag.3 D local, B D National, civil society A second project reviewed did not necessarily promote a legal framework that favors association of and participation by citizens Pag.12 Increase community participation in prevention initiatives by encouraging civil society to become actively involved in crime and violence prevention pag.19 stimulate active participation of the community, (ii) develop and promote valid strategies of support and social solidarity; pag.20 conducting consultations on issues and projects affecting the groups and ensuring their participation in projects 80 D civil society, I D civil society with a high level community development. Pag.35 of From the point of sustainability use of both local elected officials and-or local NGOs, was important, since their cooperation was essential to ensure that the works that were built by the project would be supported. Pag.44 there should also be criteria to engage the participation of locally based partners with less operational experience but more cognizance of local conditions. Pag.45 D civil society H B, D civil society D civil raccomandata Evaluation of the role of NGOs as partners of the Austrian Development Cooperation in Nicaragua and of their contribution to the eradication of poverty local NGOs in developing countries can advance ownership of the development process as well as deepen democracy and increase accountability of both the state as well as the business sector. Pag. 10 Direct support to local civil society organisations is also seen as advancing the 81 I society ownership of the development process and deepening democracy in Nicaragua pag.50 Many civil society actors complained that, while the government was inviting them to participate in discussions and seminars on the PRSP, their comments and alternative proposals were not taken into account by the government. Partly as a result of this, broad country ownership of the PRSP has remained limited. Pag. 13 82 B D società civile Allegato 6 Scala di partecipazione elaborata dai valutatori SIDA, la scala mette in relazione la partecipazione con la sostenibilità. Livello partecipazione di Tipo di partecipazione Descrizione Livello1 Passiva Alle persone viene solo detto cosa sta per accadere, con informazioni date da coloro che sono impegnati nella gestione del progetto o dell'attività. Livello2 Consultazione, cessione di informazioni Le persone partecipano rispondendo a domande da parte di ricercatori ed esprimendo i loro punti di vista. I risultati non sono condivisi con le comunità e i ricercatori non hanno l'obbligo di utilizzare le opinioni espresse. Livello3 Incentivi Materiali La gente partecipa fornendo risorse come il lavoro o materiali (per esempio fare mattoni per la costruzione di scuole) in cambio di cibo o denaro contante. Livello4 Partecipazion specifici risultati Livello5 Partecipazione funzionale (Managed) per Sostenibilità La gente partecipa perché devono fare qualcosa prima di poter ricevere il sostegno dal governo o da altri attori. Le persone partecipano con comitati che hanno specifici obiettivi, per esempio, attraverso un comitato di gestione di una scuola. Talepartecipazione non si presenta nelle prime fasi del ciclo di progetto, ma dopo che le decisioni importanti sono state prese. Questi comitati tendono a essere Soglia di sostenibilità parziale dipendenti da facilitatori esterni, ma possono diventare autosufficienti nel corso del tempo. Livello6 Parteipazione interattiva (Leadership) Livello 7 Auto-mobilitazione (Ownership) 84 La gente partecipa ad analisi congiunte, che portanoa piani d'azione e alla formazione di nuove istituzioni locali o al rafforzamento di quelle esistenti. Questi gruppi, prendono controllo delle decisioni locali, e così le persone hanno interesse nel mantenere strutture o pratiche decisionali. La gente partecipa con l'assunzione di iniziative indipendenti di enti esterni. Essi sviluppano i contatti con le istituzioni esterne per le risorse e la consulenza tecnica di cui hanno bisogno, ma mantengono il controllo su come le risorse vengono utilizzate . Soglia di sostenibilità Strumenti partecipativi in relazione ai livelli di partecipazione. 85 Allegato 7 Strumenti per l’analisi degli stakeholder 1. Matrice di analisi delle relazioni tra gli stakeholder e il progetto. Gruppi Attori di Interessi Effetti progetto interessi del sugli Importanza dell’attore per il successo del progetto Grado influenza dell’attore di 2. Mappatura dell‟influenza e dell‟importanza dello stakeholder nel progetto IMPORTANZA INFLUENZA Sconosciuta Poca Alcuna Moderata Alta Ruolo critico Sconosciuta Poca Alcuna Moderata Alta Molto influente 3. Formulazione della strategia di partecipazione degli stakeholder Fase del ciclo di progetto Identificazione Formulazione Implementazione e monitoraggio Valutazione Tipo di partecipazione Condivisione Consaultazione Collaborazione delle (doppia via) (aumento del informazioni (a controllo sulle senso unico) decisioni) Empowerment (trasferimento del controllo delle decisioni e delle risorse) Allegato 8 Glossario Advocacy: Il lavoro di advocacy può coprire una vasta gamma di azioni (ad esempio campagne, lobbying, petizioni) per influenzare le decisioni e per plasmare l'opinione pubblica. Ciclo di Progetto:“Il ciclo di progetto segue la vita di un progetto dall'idea iniziale fino al suo completamento. Esso fornisce una guida per garantire che gli stakeholder vengano consultati sulle decisioni chiave, le esigenze di informazione e le responsabilità in ogni fase.” Le fasi del ciclo di progetto: Programmazione: La prima fase ciclo di progetto in cui si elabora il programma indicativo. Identificazione:Questa fase comporta l'elaborazione iniziale dell'idea progettuale in termini di rilevanza e possibile fattibilità, al fine di determinare se proseguire o no con uno studio di fattibilità. Formulazione: Lo scopo principale di questa fase è quello di: (i) confermare la rilevanza e la fattibilità dell'idea progettuale, come proposto nella scheda di identificazione, (ii) elaborare il design del progetto, includendo le modalità di gestione e di coordinamento, il piano di finanziamento, l‟analisi costi-benefici, la gestione del rischio, il monitoraggio, la valutazione e le modalità di revisione, e (iii) preparare una proposta e (per i singoli progetti) una decisione di finanziamento. Implementazione: Fase durante la quale il progetto è realizzato e i progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi sono monitorati. Valutazione: è una valutazione periodica dell‟efficacia, efficienza, impatto, sostenibilità e rilevanza di un progetto nel contesto degli obiettivi stabiliti. Di solito è un esame indipendente con il fine di trarre insegnamenti che possano guidare il futuro processo decisionale.88 Contractor: Appaltatore Criteri di valutazione OCSE: Efficacia: La misura in cui gli obiettivi dell‟intervento di sviluppo sono stati raggiunti, osi prevede che siano raggiunti, tenendo contodella loro importanza relativa. Efficienza: Misura di quanto economicamentele risorse / input (fondi, competenze, tempo, ecc) sono convertite in risultati. Impatto: Effetti di lungo termine, di primaria o secondaria importanza, positivi o negativi, prodotti dall‟intervento di sviluppo, direttamente o indirettamente, in maniera intenzionale o non. Rilevanza: La misura in cui gli obiettivi di unintervento di sviluppo sono 88 EuropeAid, (2004) Project Cycle Management Manual, Glossary. coerenticon i requisiti dei beneficiari, delle esigenze del paese, delle priorità globali e le politiche dei donatori. Sostenibilità:La probabilità di una continuazione nel flusso dei benefici prodotti dalprogetto dopo il termine del periodo di intervento esterno.89 Donor: Agenzia che finanzia l‟intervento di sviluppo Empowerment:il termine si usa per descrivere la necessità degli attori di acquisire potere e autorità sulle proprie questioni. 90 Meta valutazione:Il termine è utilizzato per valutazioni disegnate per aggregare i risultati di una serie di valutazioni. Il termine può anche essere usato per indicare una valutazione che giudichi un‟altra valutazione in termini di qualità o di perfomance del valutatore.91 Monitoraggio: Un‟operazione continua che utilizza la sistematicaraccolta dei dati sugli indicatori specificatiper fornire alla gestione e agli stakeholder di un intervento di sviluppo delle indicazioni sulla misura del progresso nel raggiungimento degli obiettivie il progresso nell'utilizzo dei fondi assegnati.92 Ownership: Il significato del termine è assente dal glossario OCSE dei termini chiave nelle valutazioni, fatto, questo, altamente indicativo. Riportiamo di seguito la definizione data da EuropeAid: “L‟ownership esiste quando i più importanti attori nazionali [del paese di intervento] si sentono responsabili e si identificano con il Progetto/ Programma/ Politica (P/ P/ P); quando [essi] hanno partecipato all‟individuazione dei problemi e delle relative soluzioni, quando si sentono sicuri della loro capacità di gestire e coordinare il P/ P/ P; quando hanno attivamente partecipato al monitoraggio del P / P / P e hanno il diritto di guidare cambiamenti, se necessario, nel P/ P/ Pe quando hanno concordato sugli indicatori per il successo dello stesso. Per raggiungere questo obiettivo, un elevato livello di partecipazione è necessaria. La probabilità di una partecipazione di successo, è maggiore quando c'è un flusso continuo di informazioni sui progressi dei P/P/P. Come uno dei 5 principi della Dichiarazione di Parigi, l‟ownership, riguarda la leadership effettiva che i Paesi in Via di Sviluppo dovrebbero esercitarenelle loro politiche e strategie di sviluppo, e il loro ruolo nel coordinamento delle azioni di sviluppo. Quando viene applicata alle organizzazioni della società civile, l‟ownership, o meglio, l‟ownership locale, può essere interpretata in modi che consentono una molteplicità di espressioni. Per esempio, CSO provenienti dai paesi del Nord, lavorano spesso con CSO del paese ospitante e tendono a intendere l‟ownership 89 Glossary of Key Terms in Evaluation and Results Based Management OCSE, Parigi, 2010 p.27 90 Ibidem Ibidem 92 Ibidem 91 88 locale e l‟allineamento in termini di priorità individuate dalla loro CSO partner del Sud.”93 Ownership democratica: è un tipo di ownership in cui tutti gli attori dello sviluppo (inclusa la società civile e le istituzioni locali) sono partecipi nella pianificazione di politiche e nelle fasi di vita del ciclo di progetto. Partecipazione:processo in cui gli stakeholder prendono parte alle fasi del ciclo di progetto. Recipient: Ente/Agenzia che destinataria dell‟intervento. Società civile:Secondo la definizione di EuropeAid: “Il concetto di società civile comprende una vasta gamma di organizzazioni. In senso lato, comprende tutte le organizzazioni che agiscono fuori dal mercato e dallo stato, sono strutture in cui le persone si organizzano per perseguire obiettivi condivisi. Nel campo dello sviluppo, vi è una tendenza a pensare in primo luogo in termini di organizzazioni non governative (ONG), i cui interventi sono in modo esplicito e univoco di sviluppo. Tuttavia, la società civile comprende anche altre associazioni, come quelle degli agricoltori, associazioni professionali, organizzazioni a base comunitaria, i gruppi ambientali, istituti di ricerca 93 Europe Aid Online Glossary, Civil Society helpdesk https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/aidco/index.php/Category:Glossary 89 indipendenti, le università, le organizzazioni religiose, i sindacati, e i mass media no profit, così come altri gruppi che non esercitano attività di sviluppo. Questa definizione più ampia è largamente accettata nel mondo degli operatori dello sviluppo.”94 Nelle linee guida di Norad (agenzia della cooperazione allo sviluppo norvegese), invece, possiamo leggere come la società civile sia: “uno spazio separato dalla famiglia, dallo stato e dal mercato, dove gli individui volontariamente si associano per proporre visioni e interessi in comune per conto loro o di terzi.”95 La società civile è quindi una sfera che, data la sua posizione al di fuori dello stato e del mercato, svolge gli interessi della collettività ed è in particolare la voce di tutti coloro che non avendo potere all‟interno dello stato o del mercato, si trovano con una scarsa e quasi assente capacità di influenzare la governance. Stakeholder: “Agenzie, organizzazioni, gruppi o individui che hanno un interesse diretto o indiretto per l'intervento di sviluppo o la sua valutazione.”96 Sviluppo partecipativo: “Mettendo da parte le differenze nelle definizioni e nei metodi, c'è grande accordo su ciò che costituisce la “partecipazione” nello sviluppo. La partecipazione richiede il riconoscimento e l'utilizzo delle capacità locali e di evitare l'imposizione di priorità dall'esterno. Essa aumenta le probabilità che un programma sia coerente con l‟obiettivo e i suoi risultati sostenibili. In ultima analisi, lo sviluppo partecipativo è guidato dall'importanza di affidare ai cittadini la responsabilità di decidere il proprio futuro. Nel mondo della cooperazione esterna dell'UE, lo sviluppo partecipativo cerca di creare spazio e opportunità per tutte le possibili categorie di organizzazioni della società civile interessate a partecipare alla formulazione e all'attuazione delle attività di cooperazione, al fine di sviluppare un approccio più democratico. Il principio è stato formalmente sancito dallo European Consensus on Development e da accordi internazionali, come la carta P36 dell‟accordo di Cotonou.” 94 EuropeAid Online Glossary, Civil Society helpdesk https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/aidco/index.php/Category:Glossary 95 Principles for Norad‟s Support to Civil Society in the South. NORAD, Oslo, 2009 p.5 96 OCSE, 2010 p.27 Op. Cit. 90 Lista degli acronimi BD: Banca dati. DAC: Development Assistance Commitee. DEREC: Dac Evaluation Resource Center DFID: Department For International Development. CBO: Community Based Organization. CSO: Civil Society Organization. FAO: Food and Agricolture Organization. ISU: Indice di Sviluppo Umano NGO: Non Governamental Organization NORAD: Norwegian Agency for Development Cooperation OCSE: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. ONG: Organizzazione Non Governativa PACS: Poorest Area Civil Society Programme. PBL: Policy Based Loans. PNG: Papua Nuova Guinea PSR: Public Sector Reform. SIDA: Swedish International Development Agency. SEDT: Socio Economic Development Trust SHG: Self Help Groups UNDP: United Nations Development Programme