Angelica fugge - Scuole Sassuolo

Transcript

Angelica fugge - Scuole Sassuolo
ANGELICA FUGGE
Orlando era da tempo innamorato della bella Angelica e per amor suo aveva compiuto grandi
imprese in Oriente. Ma poi era tornato in Occidente dove era stato proprio il re Carlo a togliergli la
sua donna e ad affidarla a Namo, duca di Baviera. L’imperatore aveva agito così perché anche
Rinaldo, cugino di Orlando si era innamorato di Angelica e così Carlo l’aveva promessa a chi dei
due avesse ucciso più saraceni durante lo scontro fra i due eserciti che si doveva svolgere presso
Parigi. Ma le cose non vanno come Carlo aveva sperato, in quanto i Saraceni vincono la battaglia e
fanno prigioniero lo stesso Namo, che così lascia incustodito il suo padiglione e anche Angelica che
si trovava lì e che in tal modo può approfittare per fuggire.
Nata pochi dì inanzi era una gara
tra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo
che ambo avean per la bellezza rara
d’amoroso disio l’animo caldo.
Carlo, che non avea tal lite cara,
che gli rendea l’aiuto lor men saldo,
questa donzella, che la causa n’era
tolse, e diè in mano al duca di Bavera;
in premio promettendola a quel d’essi
ch’in quel conflitto, in quella gran giornata,
degli infedeli più copia uccidessi,
e di sua man prestassi opra più grata.
Contrari ai voti poi furo i successi
ch’in fuga andò la gente battezzata,
e con molti altri fu ’l duca prigione,
e restò abbandonato il padiglione.
Dove poi che rimase la donzella
ch’esser dovea al vincitor mercede,
innanzi al caso era salita in sella,
e quando bisognò le spalle diede,
presaga che quel giorno esser rubella
dovea Fortuna alla cristiana fede:
entrò in un bosco, e ne la stretta via
rincontrò un cavalier ch’a piè venia.
Il cavaliere in cui Angelica si imbatte è Rinaldo, che nello stesso bosco sta inseguendo il suo
cavallo Baiardo che gli è sfuggito. Non appena la donna lo vede, cambia subito strada e in preda al
panico lascia a briglie sciolte il suo cavallo. Ma anche Rinaldo si è accorto di lei e si mette ad
inseguirla. Intanto Angelica, fuggendo, giunge sulla riva di un fiume, dove trova Ferraù, un
cavaliere saraceno che, stanco e assetato per la battaglia appena combattuta, si era dissetato, ma
aveva perso l’elmo nelle acque mentre era intento a bere e lo stava cercando. Non appena vede
arrivare Angelica, la riconosce subito e, innamorato anche lui, per mettersi in mostra agli occhi di
lei, si lancia per difenderla contro Rinaldo che nel frattempo è sopraggiunto. Ancora una volta
Angelica, che non si cura né dell’uno né dell’altro, approfitta della lotta tra i due per fuggire via.
Su la riviera Ferraù trovosse
di sudor pieno e tutto polveroso.
Da la battaglia dianzi lo rimosse
Pagina 1 di 2
un gran disio di bere e di riposo;
e poi, mal grado suo, quivi fermosse,
perché, de l’acqua ingordo e frettoloso,
l’elmo nel fiume si lasciò cadere,
né l’avea potuto anco rïavere.
Quanto potea più forte, ne veniva
gridando la donzella ispaventata.
A quella voce salta sulla riva
il Saracino, e nel viso la guata;
e la conosce subito ch’arriva,
ben che di timor pallida e turbata,
e sien più dì che non n’udì novella
che senza dubbio ell’è Angelica bella.
E perché era cortese, e n’avea forse
non men dei dui cugini il petto caldo,
l’aiuto che potea tutto le porse,
pur come avesse l’elemo, adito e baldo:
trasse la spada e minacciando corse
dove poco di lui temea Rinaldo.
Più volte s’eran già non pur veduti,
m’al paragon de l’arme conosciuti.
Cominciâr quivi una crudel battaglia,
come a piè si trovar, coi brandi ignudi:
non che le piastre e la minuta maglia
ma ai colpi lor non reggerian gl’incudi.
Or, mentre l’un con l’altro si travaglia,
bisogna al palafren che ’l passo studi;
che quanto può menar de le calcagna,
colei lo caccia al bosco e alla campagna.
Pagina 2 di 2