“Molto rumore per nulla” di Kenneth Branagh
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“Molto rumore per nulla” di Kenneth Branagh
Con il patrocinio del Comune di Bologna – Quartiere Savena Approfondimento bibliografico a cura della Biblioteca “Ginzburg” Oratorio Don Bosco via B. M. Del Monte, 12 40139 BOLOGNA C.G.S. “Vincenzo Cimatti” Progetto CINEMAINSIEME in collaborazione col circolo ARCI Benassi “Tre libri… tre film (2°)” La letteratura nel cinema attraverso Jane Austen, Helena Hanff e William Shakespeare. 1. martedì 26 febbraio 2013 “Ragione e sentimento” 2. martedì 5 marzo 2013 “84 Charing Cross Road” 3. martedì 12 marzo 2013 “Molto rumore per nulla” di Ang Lee di David Hugh Jones di Kenneth Branagh 3 martedì 12 marzo 2013 ore 20:45 verrà proiettato, in sala audiovisivi dell’oratorio, il film “Molto rumore per nulla” di Kenneth Branagh SCHEDA titolo Molto rumore per nulla (tit. orig.: Much Ado About Nothing) distribuito da Lucky Red Kenneth Branagh (Benedick) [dopp. da Tonino Accolla], Michael Keaton (Dogberry) [dopp. da Pino Insegno], Robert Sean Leonard (Claudio) [dopp. da Giorgio Borghetti], Keanu Reeves (Don John) [dopp. da Francesco Prando], Emma Thompson (Beatrice) [dopp. da Claudia Balboni], Denzel Washington (Don Pedro) [dopp. da Roberto Pedicini], interpreti Richard Briers (Leonato, il governatore di Messina) [dopp. da Bruno Alessandro], Kate Beckinsale (Hero) [dopp. da Stella Musy], Imelda Staunton (Margaret), Jimmy Yuill (frate Francis), Brian Blessed (Antonio), Phyllida Law (Ursula) [dopp. da Aurora Cancian], Richard Clifford (Conrade), Gerard Horan (Borachio), Edward Jewesbury (Sexton). fotografia Roger Lanser musiche Patrick Doyle sceneggiatura William Shakespeare; Kenneth Branagh regia Kenneth Branagh produzione GB/USA, 1993 gen. commedia durata 1h 51' Don Pedro d'Aragona torna dalla guerra con i suoi uomini e viene ospitato presso la casa del nobile Lionato. Tra i cavalieri che accompagnano il principe si è distinto il giovane conte Claudio. Tutti gli abitanti della villa si preparano ad accogliere i vincitori e tra loro si distingue Beatrice, nipote di trama Lionato, la quale dichiara di tenere in dispregio gli uomini e particolarmente Benedetto, un altro nobile al seguito di Don Pedro. Non appena giunto alla villa Claudio confida all'amico Benedetto e al principe l'amore che nutre per Hero, figlia di Lionato... Concorsi e premi Questo film ha partecipato a: • • • • 47 edizione British Academy of Film and Television Arts (1994) concorrendo nell* categori* per i costumi (a Phyllis Dalton); 46 edizione Festival di Cannes (1993) concorrendo nell* categori* Palma d'Oro al miglior film; 51 edizione Golden Globe Awards (1994) concorrendo nell* categori* miglior film musicale o commedia; 62 edizione National Board of Review (1993) vincendo nell* categori* migliori dieci film. Pag. 2 di 4 Recensioni. ACEC Soggetto: don Pedro, principe di Aragona, giunge dopo una vittoriosa campagna alla villa dell'amico Leonato, e si adopera affinché un suo giovane ufficiale, il principe Claudio, sposi la bella Hero, unica figlia dell'ospite. Inoltre egli ordisce una trama per far fidanzare l'inveterato scapolo Benedetto, altro suo fido, con la saggia ma apparentemente scorbutica Beatrice. Tutto sembra procedere per il meglio, ma il perfido Don Juan, fratello del principe d'Aragona, che è stato riabilitato da un precedente tradimento, e odia il fratello ed il suo protetto Claudio, fa si che costui e Don Pedro scambino per Hero, ingannati dall'oscurità, la servetta Margarita, impegnata in inequivocaboli effusioni con Borracho, uno dei soldati di Don Juan. Il fiero ripudio da parte di Claudio della fanciulla all'atto delle nozze, spalleggiato da Don Pedro, getta nella costernazione Leonato e nella disperazione l'innocente fanciulla, mentre Don Juan si dà alla fuga. Ma la ronda sorprende Borracho a confidare al compagno Corrado il malfatto. I due vengono arrestati: Leonato, su consiglio del confessore di famiglia, fa credere Hero morta, e saputo frattanto dallo strampalato Dogberry della di lei innocenza, convoca Claudio per l'indomani per sposare, a riparazione del malfatto, la presunta figlia del fratello, che in realtà non è altri che Hero: i giovani possono così convolare a giuste nozze, imitati da Benedetto e Beatrice, e Don Juan, catturato, verrà messo agli arresti coi suoi complici. Valutazione Pastorale: sul collaudato ed abusato schema della commedia elisabettiana, che attinge al teatro greco-latino, Kenneth Branagh, lasciate le cupe atmosfere del suo -Enrico V(1989), si lancia in una vertiginosa, solare e ricca rivisitazione del testo di William Shakespeare conservandone tutte le cadenze e l'incanto didascalico-descrittivo, ma miscelando, col manovrare sapientemente gesti e dinamiche degli attori, (tutti eccellenti, a parte l'incolore Keanu Reeves), e con il vertiginoso ma mai frenetico muoversi della cinepresa, il teatro ed il cinema. Ne risulta uno spettacolo assai godibile, dove il gioco delle parti, dei dialoghi ora teneri ora polemici ora didascalici, di cui vive il teatro del grande drammaturgo, si mescola in un frizzante cocktail con lo splendido paesaggio toscano, dove la sontuosa Villa Vignamaggio costituisce il palcoscenico e le quinte, e le dolci colline del Chianti il fondale, che viene opportunamente sottolineato all'inizio con il gioco del quadro dipinto da Leonato che diviene reale scena dell'azione, a sottolineare l'eterno gioco tra verità e finzione rappresentativa della stessa che è peculiare del teatro. Ottima la solare fotografia di Lanser e la suggestiva ed appropriata colonna sonora di Patrick Doyle. Uno spettacolo di classe che rivela l'indubbio talento di Branagh, a suo agio sul palcoscenico come sullo schermo. Qualche riserva per certe espressioni colorite e per l'avventura ancillare non pregiudica certo l'accettabilità del film. Lietta Tornabuoni (“La Stampa” 24 maggio 1993) In Much Ado About Nothing (Molto rumore per nulla), cine versione di Kenneth Branagh della commedia amorosa di Shakespeare, tutti sono belli: uomini, donne, vecchi. è bella Emma Thompson abbronzata dal sole d’Italia, sono belle le altre attrici, sono giovani e belli il nero Denzel Washington pieno di grazia e dignità principesche, l’innamorato Robert Sean Leonard, il piccolo Kenneth Branagh, persino il cattivo e falso Keanu Reeves: all’inizio, quando i militari tornati dalla guerra e le donne che li ricevono, in gruppi separati eccitati dal desiderio, si denudano e si gettano nell’acqua per lavarsi, la festa dei corpi è sensuale, gaudiosa, piacevole da vedere. Per ambientare il testo shakepeariano d’equivoci amorosi, di bugie e di complotti passionali collocato a Messina, Branagh ha scelto l’aria aperta, il paesaggio toscano, la villa Vignamaggio tra Firenze e Siena, la luce dell’estate italiana: e anche se bisogna proprio essere inglesi per considerare panica la campagna toscana così quieta e mesta, l’effetto è lieto. Ha scelto anche divi americani, attori tutti bravi, alla cui chiara recitazione ha impresso il ritmo entusiasta, veloce, energico e avido della giovinezza: continuamente i personaggi corrono, saltano, mangiano, saltellano, ridono, gridano, ballano, bevono, battibeccano, cantano, in un felice dinamismo. Al bellissimo testo la versione cinematografica toglie qualche parte e quasi non aggiunge illustrazione: come a teatro, tutto viene detto più che mostrato. Magari non è il film migliore di Branagh, magari Enrico V era più toccante e profondo. Magari i costumi sono qualsiasi e le maschere brutte, magari la direzione di fotografia di Roger Lanser non è particolarmente accurata e si trova a volte in difficoltà con quel verde della vegetazione o quella luce solare naturale che rappresentano sempre un problema. Magari lo slancio fisico diventa a volte parodistico, o si esprime nei modi troppo tipici del film in costume: gran manate sul petto e sul sedere delle donne, gran presenza del grappolo d’uva. Ma la coppia Branagh Thompson, Benedick Beatrice, è incantevole negli scontri bisbetici, la vitalità gioiosa del film mette allegria e Shakespeare, come soggettista sceneggiatore, non è dei peggiori. Pag. 3 di 4 Morandini 2010 Schermaglie amorose di due giovani coppie: mentre Benedetto perde la testa per la bella e saggia Beatrice, Claudio si convince che la fidanzata Ero lo tradisce alla vigilia delle nozze. È il perfido fratello del principe di Aragona che ordisce le sue trame. Dopo Enrico V e prima di Hamlet, Branagh torna a Shakespeare con Molto rumore per nulla (1598-99), un palio del cuore, una vera festa di gioia e di dolore. Poche digressioni e quasi tutte giustificate: l'azione si sposta da Messina al grande giardino all'italiana di una villa nel Chianti, da un preciso contesto storico in un'atmosfera di ilare e pagana sensualità. Ha americanizzato la sua scrittura nella scelta degli interpreti, nelle cadenze western (l'arrivo a cavallo dei soldati, all'inizio), nelle impennate liriche che a volte sconfinano nell'oleografia da spot pubblicitari. Piccola parte per Phyllida Law, madre della Thompson e allora suocera di Branagh.AUTORE LETTERARIO: William Shakespeare. Mereghetti 2011 Nella villa del ricco Leonato (Briers) si intrecciano gli amori tra i giovani Claudio ed Hero (Leonard e Beckinsale) e i bisbetici Benedick e Beatrice (Branagh e Thompson): le macchinazioni dell’infido Don John (Reeves) contro Don Pedro (Washington) rischiano di rovinare tutto, ma alla fine la verità e l’amore l’avranno vinta. Lontano dalla sacralità delle letture di Laurence Olivier (che vedeva in quei testi le “origini delle mitologie culturali di una nazione”), Branagh cerca piuttosto di dimostrare l’attualità e la modernità della commedia di Shakespeare: massima libertà di ambientazione (il Chianti invece di Messina), grande varietà del cast (star hollywoodiane anche per ruoli piccolissimi), scelte “irriverenti” di regia (ampia mobilità della macchina da presa e ambientazione en plein air) per ritrovare il gusto frizzante dell’equivoco e della battuta in una megaproduzione dove “la sacralità del testo (pur rispettato con estrema pignoleria) lascia il posto al piacere dell’intreccio e della recitazione” (E. Martini). Phyllida Law, che interpreta il ruolo di Ursula, è la madre della Thompson, a sua volta, allora, moglie di Branagh. Arrivederci a martedì 9 aprile per vedere “Stella” di Sylvie Verheyde. ________________________________________________________________________________ C.G.S. “Vincenzo Cimatti” – presso Oratorio San Giovanni Bosco via Bartolomeo M. dal Monte 14, 40139 Bologna tel.051467939 sito web: http://www.donbosco-bo.it e-mail: [email protected]