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E C O N O M I A & L AV O R O
Martedì
19 Aprile 2016
mercati
A Milano credito ok, tiene Eni
Acquisti su Saipem, Cnh e Fca
P
rima seduta di settimana partita male, ma conclusa in positivo per Piazza Affari, che si è mossa in linea con le altre Borse europee e la prima parte di giornata di Wall street: l’indice Ftse Mib ha chiuso in crescita dello 0,55% a 18.358 punti, l’Ftse All share in aumento dell’identico 0,55% a quota 20.049.
Tra i titoli principali, forti acquisti su Mps: la banca
toscana è cresciuta dell’8,2% finale a 0,65 euro. Molto bene anche Carige (+6,7% a 0,73 euro), Anima
(+5,7%), Unipol (+5,3%), Ubi banca (+4,9%) e Finecobank (+4,1%). Secondo gli operatori, influiscono
anche gli attesi effetti di stabilità sul sistema del fon-
EURIBOR·LIBOR
LE BORSE
do Atlante, con la Bper in aumento del 2,5% e Banco
popolare dell’1,9%. Nel comparto più caute le banche maggiori con Intesa al +0,4% e Unicredit (+0,06%)
che ha confermato i valori della chiusura di venerdì
scorso.
Nel paniere a elevata capitalizzazione, buon rialzo
per Saipem (+5,2% a 0,37 euro), Cnh (+4,5%) e Fca
(+3,1%). Prese di beneficio su Stm (-1,7%), debole Telecom (-1,6%), mentre ha contenuto le perdite Eni (0,3% a 13,5 euro) che ha toccato un minimo di seduta a un prezzo di 13,04. Tra i titoli minori bene Prelios
(+11%) e Risanamento (+7,5%), debole Zucchi (-4%).
MILANO
LONDRA
FRANCOFORTE
PARIGI
TOKIO
ZURIGO
HONG KONG
NEW YORK
0,553
0,154
0,684
0,260
-3,396
0,374
-0,727
0,439
RIBOR
LIBOR
1 Mese
3 Mesi
6 Mesi
12mesi
-0,342
-0,249
-0,139
-0,012
0,4388
0,6344
0,9009
1,2183
BOT
TASSI
Tasso di rifer.
VALUTE
PERIODO
13 mag 2016
14 giu 2016
14 lug 2016
12 ago 2016
14 set 2016
14 ott 2016
14 nov 2016
14 dic 2016
13 gen 2017
14 feb 2017
14 mar 2017
13 apr 2017
0,0500%
23
55
85
114
147
177
208
238
268
300
328
358
100,017
100,043
100,056
100,059
100,078
100,081
100,081
100,103
100,081
100,079
100,094
100,096
0,000
-0,290
-0,240
-0,190
-0,190
-0,170
-0,140
-0,160
-0,110
-0,100
-0,100
-0,100
PER 1 EURO
Dollaro USA
Yen Giapponese
Sterlina Inglese
Franco Svizzero
Corona Svedese
Corona Norvegese
Corona Danese
Fiorino Ungherese
Corona Ceca
Zloty Polacco
Renminbi Cinese
Shekel Israeliano
Real Brasiliano
Peso Messicano
Banche, debutta il fondo Atlante
Sostituirà Unicredit per l’aumento della Popolare di Vicenza
LUCA MAZZA
Adesioni ad Atlante
n subentro per debuttare. Atlante scende in
campo per l’aumento di
capitale della Popolare di Vicenza. Come era nell’aria, il fondo gestito da Quaestio Management sgr – appena varato dal
sistema bancario con il coordinamento di Tesoro e Bankitalia
e al quale stanno aderendo alla
spicciolata diversi istituti – sigla
un accordo con Unicredit. L’intesa prevede proprio la "sostituzione" da parte del nuovo veicolo alla banca guidata da Federico Ghizzoni. Atlante si fa carico degli impegni di garanzia
assunti dal gruppo di Piazza Gae
Aulenti nell’aumento di capitale della banca veneta.
Si tratta, di fatto, del battesimo
dello strumento pensato come
salvagente per i futuri aumenti
di capitale delle banche nazionali e per l’acquisto di sofferenze e lanciato dopo numerosi incontri tra governo, banche e
fondazioni. Unicredit – che assieme a Intesa Sanpaolo è uno
dei principali aderenti al fondo,
avendo messo sul piatto un
Impegni massimi a finanziare il fondo (cifre in milioni di euro)
U
Intesa 1.000
Sanpaolo
Unicredit 1.000
Ubi
250*
Bpm
100
Bper
100
Banco
Popolare
LA PROPOSTA
100 Compagnia
di San Paolo
Banche
3.000
Fondazioni
bancarie
100* Cariplo
500
40* Cariparo
260* altre
fondazioni
100*
Cassa Depositi
e Prestiti
Creval
60
Mps
50
4
Popolare
Sondrio
50
miliardi
Carige
20
altre
banche
270*
di euro
500
Ulteriori adesioni
potrebbero arrivare
da compagnie
assicurative,
enti previdenziali e altri
*cifra non ancora annunciata ufficialmente
contributo fino a un miliardo –
può tirare così un respiro di sollievo dopo le turbolenze del titolo in Borsa della scorsa settimana, probabilmente dovute
proprio al rischio di doversi sobbarcare il peso principale del
rafforzamento dell’istituto vicentino.
In un comunicato, si specifica
che l’accordo è tecnicamente
un sub-underwriting (un subentro, appunto) ed «è condizionato tra l’altro all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni e al raggiungimento degli obiettivi di raccolta minima».
Nella sostanza, la porzione di
Assopopolari: «Tempi più rapidi
per le procedure concorsuali»
«È urgente il ritorno allo stato di diritto, anzitutto attraverso una
giustizia civile efficiente, che ripristini il valore dei contratti di
diritto privato, anche accorciando i tempi delle procedure
concorsuali». Lo ha detto il presidente di Assopopolari, Corrado
Sforza Fogliani, aprendo le celebrazioni per il 140esimo
anniversario della nascita dell’associazione. «Bisogna chiedersi
- ha aggiunto - se la politica monetaria sia davvero in grado di
farci superare il momento critico che attraversa l’Europa. Va
considerato che la politica dei tassi di interesse negativi o al
minimo, è all’origine della crisi del 2007 e non induce "ad
affamare la Bestia" (come si dice negli Stati Uniti) della spesa
pubblica e a ridurre il debito, che imbriglia l’iniziativa privata. Il
sistema bancario non può essere anchilosato da un eccesso di
regolamentazione, proveniente proprio da un’istituzione che ha
posto la proporzionalità tra i suoi principi fondamentali».
aumento di capitale che non
verrà sottoscritta dal mercato
verrà sottoscritta da Atlante. È
atteso a ore l’annuncio da parte della Popolare di Vicenza della forchetta di prezzo per l’Ipo e
quindi per l’aumento di capitale. Una tranche del 45% dell’aumento di 1,5 miliardi è riserva-
ta agli azionisti, mentre una
quota non inferiore al 50% è rivolta agli investitori istituzionali. Un altro 5% è destinato al
pubblico "retail" (non azionisti).
L’intesa con Unicredit, inoltre, è
subordinata anche «al conseguimento delle necessarie autorizzazioni e approvazioni da
parte delle autorità competenti (Bce, Banca d’Italia e Consob)
e al rispetto dei vincoli regolamentari del fondo stesso».
Intanto, in un’intervista al Financial Times, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan
ribadisce che l’obiettivo del
meccanismo è quello di «avviare un mercato dei Non performing loans (crediti deteriorati)
che oggi non esiste». Il numero
uno del Tesoro precisa pure che
il fondo è «complementare» allo schema di garanzia introdotto all’inizio dell’anno e ai cambiamenti nella legge sulle bancarotte che saranno approvati
nei prossimi giorni.
Nel frattempo, continua a procedere a gonfie vele la raccolta.
Alla lista degli impegni ufficiali
già pervenuti nel fine settimana, adesso si aggiungono pure
quelli di Ubi Banca (per un importo massimo di 200 milioni di
euro) e della Popolare di Sondrio (50 milioni). Finora sono
stati annunciati complessivamente contributi per oltre 3 miliardi, ma la dotazione finale
può arrivare fino al doppio.
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Quella falsa pubblicità sui fondi
«Closet indexing»: pratica scorretta delle società di gestione
Il caso
La Consob accusa alcune realtà del
settore di aver venduto prodotti
decrivendoli in modo ingannevole
CHIARA MERICO
i chiama "closet indexing" e si può paragonare a una sorta di pubblicità ingannevole:
è la pratica poco corretta che ha fatto finire
sotto inchiesta da parte della Consob dieci tra le
principali società di gestione del risparmio attive
sul mercato italiano. L’accusa è di aver venduto agli ignari investitori fondi descritti come prodotti "a
gestione attiva", che però in realtà hanno mostrato di seguire semplicemente l’andamento di un indice. Nella gestione attiva il manager del fondo pren-
S
de una serie di decisioni nel tempo, allo scopo di ottenere rendimenti migliori rispetto a quelli di un
indice di riferimento, detto benchmark. I fondi che
si basano su questo stile di gestione hanno ovviamente costi più elevati per gli investitori rispetto a
quelli che invece replicano, passivamente, l’andamento dell’indice di riferimento. Ma molti di questi prodotti, chiamati non a caso "falsi fondi attivi",
di attivo hanno ben poco. «Si immagini, dopo aver
comprato una Ferrari, di scoprire che sotto la carrozzeria c’è un motore Fiat», sintetizza Roberto Rossignoli, junior portfolio manager di MoneyFarm.
Negli ultimi mesi nel mondo del risparmio gestito
si sono moltiplicati i casi di falsi fondi attivi: per
questo l’Esma, l’Authority europea di vigilanza sui
mercati, ha avviato un’indagine per verificare la diffusione della pratica nel mercato europeo.
L’inchiesta, i cui primi risultati sono arrivati a febbraio, ha preso le mosse dalle proteste di vari gruppi per i diritti degli azionisti e dei risparmiatori. E
anche le autorità nazionali hanno iniziato ad analizzare, trovando numerose irregolarità. «L’autorità
norvegese è stata la prima in Europa ad accusare
pubblicamente, nel marzo 2015, la più grande banca del Paese (Dnb) di vendere in modo fuorviante
un fondo in realtà passivo. Il regolatore ha esaminato il fondo "incriminato" su un orizzonte di cinque anni per scoprire che le performance sono state molto vicine al benchmark, nonostante fosse
venduto come attivo», spiega Rossignoli. In Svezia,
invece, «le associazioni di tutela dei risparmiatori
avevano mosso accuse analoghe a società come
Swedbank, Nordea e Handelsbanken». In Italia la
Consob non ha voluto rivelare i nomi delle dieci so-
cietà coinvolte nell’indagine sul "closet indexing",
ma ha fatto sapere di aver richiesto loro di cambiare
la documentazione relativa ai prodotti, per far sì che
«la descrizione sia coerente con le scelte di gestione operate dal management».
Per i fondi a gestione attiva si tratta di un momento
particolarmente duro: secondo uno studio recente
l’86% dei fondi azionari a gestione attiva in Europa, che investono sui mercati azionari globali, su
quelli dei Paesi emergenti e degli Stati Uniti non
è riuscito a battere il proprio benchmark negli ultimi 10 anni. Addirittura tutti i fondi di questo tipo venduti nei Paesi Bassi hanno fatto peggio dell’indice di riferimento negli ultimi 5 anni, così come il 95% dei fondi in Svizzera e l’88% di quelli offerti in Danimarca. «Sono statistiche scioccanti ha spiegato al Financial Times Daniel Ung, direttore delle ricerche di S&P Dow Jones Indices -.
Non stiamo dicendo che la gestione attiva è morta, ma i gestori dovrebbero giustificare quello che
stanno facendo».
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Dopo il Papa anche il Mise sui call center
Tute blu. «Sciopero inevitabile
La vertenza
contro una proposta suicida»
Dal governo un fondo
per l’innovazione del
settore, mentre
fallisce l’incontro del
colosso Almaviva coi
sindacati sui tremila
esuberi. Furlan (Cisl):
«Grazie a Francesco
per il forte appello»»
MASSIMO IONDINI
appello del Papa domenica scorsa, il tavolo
al Ministero dello Sviluppo economico e il
vertice tra Almaviva e i sindacati sugli annunciati tagli. Call center al centro dell’attenzione e
della cronaca, in un momento di grave crisi, con tremila lavoratori e relative famiglie a rischio disoccupazione solo per quanto riguarda la vertenza Almaviva.
Al riguardo, brutte notizie ieri dalla sede di Unindustria,
a Roma, dove si sono incontrati i vertici del colosso dei
call center e i sindacati. Almaviva, che nelle scorse settimane aveva annunciato quasi 3mila esuberi nelle sedi di Palermo (1670), Roma (918) e Napoli (400), si è detta disposta a ritirare i licenziamenti a fronte di un nuovo contratto di solidarietà, ma solo per i tre siti per i quali sono state già avviate le procedure di mobilità. Le
parti sociali, invece, hanno proposto il ricorso ai contratti di solidarietà per tutte le sedi del gruppo. Nessun
accordo, dunque, per ora, in attesa del nuovo round domani al Mise. «Per noi è inaccettabile – spiega il segretario generale della Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso –
L’
, soprattutto dopo che il governo ha dichiarato che c’è
bisogno di una politica industriale per questo settore».
Al tavolo ministeriale di ieri sono stati infatti annunciati la creazione di un fondo per l’innovazione e, per
affrontare le difficoltà immediate, lo strumento dei
contratti di solidarietà con 11 milioni di euro per la copertura della Cig nel 2017. Nonché nuove sanzioni per
chi non rispetta le regole, mediante un emendamento al ddl Concorrenza che inasprisce quelle già previste dalla legge del 2012 contro le delocalizzazioni.
Intanto continuano ad arrivare plausi dal mondo del
lavoro («Siamo molto grati a papa Francesco per il suo
appello forte sui lavoratori dei call center, spesso sfruttati e senza le necessarie garanzie contrattuali» ha detto, tra gli altri, la segreteria generale della Cisl Annamaria Furlan) per le parole di Bergoglio dopo il Regina Coeli di domenica, quando si è detto «vicino alle tante famiglie preoccupate per il problema del lavoro, in
particolare alla situazione precaria dei lavoratori italiani dei call center», auspicando «che su tutto prevalga sempre la dignità della persona umana».
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19
Uno sciopero «inevitabile» contro una «proposta suicida»
anche per le aziende stesse. Fim Fiom e Uilm si preparano così, dopo 8 anni di polemiche e divisioni, allo sciopero generale unitario dei metalmeccanici: 4 ore, domani, per
cercare di smuovere le acque su un rinnovo contrattuale
che vede Federmeccanica da mesi «arroccata» su una
posizione di totale chiusura a qualsiasi incremento salariale non legato alla contrattazione aziendale. Unica eccezione per quei lavoratori, non più del 5% del totale, al
di sotto del salario minimo di garanzia a cui saranno riconosciuti in busta paga, dal 2017, i 37,31 euro al mese di
elemento perequativo. Una posizione «inconciliabile» con
quella dei sindacati che denunciano invece il tentativo degli industriali di voler smontare il contratto nazionale. Ma i
segretari generali di Fim Fiom e Uilm, Marco Bentivogli,
Maurizio Landini e Rocco Palombella lasciano comunque
aperto uno spiraglio: «Se Federmeccanica è pronta a chiudere il contratto tolga dal tavolo la proposta sul salario».
VALORE IERI
VAL. PREC.
1,1306
122,3200
0,7978
1,0916
9,1948
9,3325
7,4417
310,3300
27,0220
4,3059
7,3241
4,2702
3,9606
19,9043
1,1284
122,9100
0,7958
1,0919
9,1902
9,3044
7,4414
310,5400
27,0250
4,2967
7,3072
4,2675
3,9387
19,7927
Fonte dati Radiocor
PIAZZA AFFARI/1
Parte l’Ipo Technogym
Vale fino a 215 milioni
Technogym fa un altro passo verso la Borsa. Il gigante del fitness
che ha avviato il road show per l’Ipo (con tappe a Londra, Milano,
New York, Boston, Francoforte,
Parigi), ha fissato il range di prezzo indicativo dell’offerta tra 3 e
3,75 euro per azione. L’operazione vale dunque fino a 215 milioni
di euro con una capitalizzazione
compresa tra i 600 e i 750 milioni.
PIAZZA AFFARI/2
S.M.R.E è stata ammessa
alla quotazione sull’Aim
S.M.R.E. ha ricevuto l’ammissione alle negoziazioni su AIM Italia
- Mercato Alternativo del Capitale. L’azionda è attiva in due divisioni: Automation e Green mobility. L’inizio delle negoziazioni è
stato fissato per domani.
GOOGLE
Via libera della Corte Usa
a megabiblioteca digitale
La Corte suprema degli Stati Uniti ha posto fine all’annosa questione che coinvolge la biblioteca
digitale di Google, facendo decadere di fatto un appello da parte
degli autori in cui si sosteneva che
il progetto è in realtà una violazione di copyright di livello epocale. In questo modo finisce la saga durata più di dieci anni: gli otto giudici hanno così fissato la decisione del tribunale d’Appello che
aveva dato ragione a Google, sostenendo che avesse fatto «un uso imparziale» del lavoro di altri
autori ed editori.
TELECOM ITALIA
Al primo posto in Italia
nella «Wikipedia Research»
Wikipedia Research è lo studio
che analizza e valuta la completezza delle voci su Wikipedia delle 100 maggiori aziende del nostro
Paese. Giunta alla sua quarta edizione in Italia, è condotta da Lundquist. Telecom Italia si è aggiudicata la prima posizione con una
percentuale di soddisfazione dei
criteri presi in considerazione pari al 94%, seguita da Eni (percentuale dell’84%) e da Intesa Sanpaolo (82,8%).
INDUSTRIA
Fondo Ambienta rileva
il gruppo Calucem da Argus
Il fondo Ambienta, guidato da Nino Tronchetti Provera, ha rilevato
il gruppo Calucem da Argus Capital Partners, indicato come il secondo operatore mondiale nello
sviluppo e nella distribuzione di
cementi-calcio-alluminati (cac).
VODAFONE
Parte l’offerta fibra ottica
a 500Mbps in tre città
Vodafone Italia lancia la fibra a 500
Mbps con tecnologia Fiber to the
Home nelle città di Milano, Bologna e Torino, diventando il primo
operatore a raggiungere questa
velocità in Italia. I servizi in fibra
con velocità fino a 100 Mbps sono disponibili in oltre 270 città per
8,5 milioni di famiglie e imprese.
Altra novità è l’accordo commerciale con Netflix che, dopo il mobile, arriva anche per il fisso.