8 - Marinai d`Italia
Transcript
8 - Marinai d`Italia
In fondo al mare Il relitto del Narval A Domenico Majolino - Alessandro Turri Daniele Cotogno - Simona Ratti Foto Marco Giuliano del Centro sub Monte Conero Il relitto in assetto di navigazione l comando del sommergibile Narval, nei giorni della resa francese, era il Tenente di Vascello François Drogou. Il battello faceva parte dell’11ª Divisione Sommergibili e si trovava nel porto di Souisse in Tunisia. Saputo dell’armistizio appena firmato quel giorno con l’Italia, il 24 giugno 1940 il comandante fece rotta per Malta, all’insaputa del proprio equipaggio. Il 25 fu avvistato e scortato dal caccia britannico Diamond alla volta del Grand Harbour, dove diede fondo il 26. L’equipaggio non fu proprio entusiasta e il 50% rifiutò di sottoscrivere quello che era un ammutinamento, nonostante le pressioni inglesi. Il peggio, però, fu che il comandante francese passò ai britannici il codice d’emergenza della Marine Nationale predisposto in precedenza per le comunicazioni segrete in vista dell’armistizio con la Germania e l’Italia. Secondo la versione ufficiale (CVClaude Huan, già addetto navale in Italia e buon amico dell’ammiraglio Vascotto, nel proprio Les sous-marins français 1918-1945) gli inglesi fecero sbarcare tutta la gente, il 27, concentrandola in un piazzale forzando poi la cassaforte, oltre a spezzare le valvole della radio). Secondo un’altra angolazione il comandante del sommergibile passò senz’altro tutto ai britannici, pregandoli di mettere in piedi la “scenetta” appena descritta per non compromettere del tutto il proprio prestigio nei confronti dei non numerosi marinai che sembravano orientati a seguirlo ancora. I codici arrivarono, ad ogni modo, in Gran Bretagna, per aereo, il 28 giugno, La torretta 8 Marinai d’Italia Agosto/Settembre 2015 Particolare dello scafo resistente spezzato nei pressi della prua Assi porta eliche e timoni (si noti l’assenza delle eliche) Sommergibile Narval IDNo 6108085 Cantiere di costruzione Arsenale di Cherbourg Numero scafo Q118 Distintivo ottico S2 Bandiera Francese Anno di costruzione 1923-26 Tipo Sommergibile Data Varo 9 Maggio 1925 Lunghezza - LPP 78.3 Larghezza 6.8 Dislocamento GRT(Gross Register Tonnage) 974 tons in superficie, 1441 tons in immersione Motori 2 motori diesel tipo Sultzer da 1450 cv, 2 motori elettrici da 900 cv. Velocità 16kn in superficie, 10 kn in immersione Quota max di immersione -90 m. Equipaggio 54 Armamento 10 tubi lanciasiluri da 550 mm. di cui 4 interni a prora, 2 interni a poppa, 2 esterni orientabili a prora e 2 esterni orientabili a poppa 1 cannone da 100 mm. e 2 mitragliere da 8 mm La costruzione Il Sommergibile francese Narval faceva parte della Classe Requin, costruita grazie al programma navale del 18 aprile 1922, che comprendeva, tra l’altro, sei battelli da “grande-patrouille” da 1200 t.: Requin, Souffleur, Morse, Narval, Marsouin, Dauphin. L’Arsenale di Cherbourg fu scelto quale capo commessa per la costruzione dei sei sommergibili. Il progetto C4, nato sui tavoli da disegno dell’Ing. Jean-Jacques Roquebert, rappresentava, per la Marina Francese, un salto tecnologico nella costruzione dei sommergibili e si avvaleva delle conoscenze acquisite in questo campo derivanti dallo studio dei battelli tedeschi requisiti dalla Marine Nationale al termine della prima guerra mondiale. Nel complesso il progetto si rivelò comunque di mediocre qualità, i battelli si rivelarono lenti e vulnerabili. fatto questo che depone per una combine già chiusa nel corso del 26, dati i tempi tecnici necessari per far arrivare un idrovolante quadrimotore Sunderland da Aboukir all’isola (a Malta e Gibilterra c’erano soltanto idro bimotori Saro London molto più lenti e di minore autonomia) per poi proseguire dalla Rocca all’Inghilterra dopo aver consegnato una copia fotostatica dei grossi volumi in questione a scanso d’incidenti. I codici in parola furono sfruttati dai britannici in occasione delle aggressioni contro le navi francesi del 3 luglio 1940 (soltanto a Mers-el-Kébir si contarono oltre 1.200 morti, ossia come per l’affondamento del Roma ). Ci vollero tre mesi per raccogliere in Gran Bretagna e in Egitto un numero di marinai francesi sufficienti per armare (sempre con un quarto della gente sotto i limiti della tabella) il battello. Il Narval eseguì, dal 25 settembre 1940, due pattugliamenti contro gli italiani nelle acque tunisine, senza alcun risultato. Durante la terza missione, tra il 13 ed il 16 dicembre 1940, affondò urtando una mina. Non è chiaro a chi appartenesse con certezza lo sbarramento, alcune fonti riportano che fosse addirittura francese, altre lo identificano nella tratta Delta dello sbarramento LK posato dai cacciatorpediniere Lanciere e Corazziere la notte tra il 9 e il 10 giugno 1940. Il sommergibile si inabissò con tutto l’equipaggio (49 uomini), solamente due marinai si salvarono in quanto rimasero a terra perché malati: Mot BARBIER Marcel - Mot LE ROUSSEAU Il Narval è ricordato per essere stato il primo naviglio da guerra a ricongiungersi alle forze della Francia Libera dopo l’appello del Generale De Gaulle del 18 giugno 1940, per questo è stato insignito della Legion d’Honneur, della Medaglia della Resistenza con Rosetta, e dell’Ordre de l’Armée de Mer. Un monumento al suo equipaggio è stato eretto a Brest. Marinai d’Italia Agosto/Settembre 2015 9 In fondo al mare La Regia Marina Italiana Esiste un piccolo legame tra il Narval e la Regia Marina Italiana. Gli italiani, nel novembre 1942, catturarono a Biserta quattro battelli del tipo Requin e diedero vita alla Classe FR formata da quattro unità: FR111 (ex Phoque), FR113 (ex Requin), FR114 (ex Espadon), FR 114 (ex Dauphin). Trasferiti in Italia per la trasformazione in sommergibili da trasporto, venne loro rimosso tutto l’armamento ad eccezione delle mitragliatrici. Solo uno di loro, l’FR111, terminò i lavori di trasformazione e fu impiegato operativamente. Fu affondato da un attacco aereo alleato, mentre era in superficie al rientro da una missione, nel febbraio 1943, al largo di Capo Murro di Porco (SR). Gli altri sommergibili della stessa classe furono sorpresi dall’armistizio mentre erano ancora ai lavori, pertanto furono catturati ed affondati dai tedeschi. Gli effetti dell’esplosione della mina nella zona prodiera Il Relitto GPS (WGS84): 35°02,092 N - 11°52,938 E DMS: 35°02’05,52” N - 11°52’56,28” E Da fonte francese si apprende che già nell’agosto 1941 un idrovolante individuò il relitto su un fondale sabbioso alla profondità di 38 metri. Nel 1957 una nave italiana della compagnia MICOPERI recuperò dal relitto un’ancora, le eliche, il cannone ed alcuni piombi della zavorra. Il Narval giace in assetto di navigazione con la parte prodiera orientata per ovest. A causa della fatale esplosione dei suoi 78 mt. ne sono rimasti solamente 55 mt, misura rilevata durante l’attività di immersione sul relitto svolta a maggio 2014. La scafo è avvolto da reti da pesca, in particolare nella zona poppiera e nell’intorno della torretta. Le foto scattate sul sito confermano le asportazioni eseguite nel 1957. nnn Regione Siciliana Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali e P.I. Dipartimento Beni Culturali e Ambientali ed E.P. Sotto il patrocinio di ARSENALE MILITARE MESSINA Col gradimento del Direttore Società Cooperativa Sociale e Centro Immersioni Ecosfera orge a Torre Faro, villaggio di pescatori nella periferia nord di S Messina, nella lingua di terra che si protende verso la Calabria. Si affaccia sullo Stretto di Messina, famoso per le sue vorti- La poppa con le reti che la avvolgono cose acque dominate da Scilla e Cariddi. Nasce nel 2001 e continua a vivere e crescere grazie alla passione per il mare e i suoi tesori che unisce Domenico Majolino, il responsabile del centro, ai tanti amici che collaborano e hanno collaborato in tutti questi anni di attività. Una realtà che si alimenta della passione di tanti, ognuno con le proprie esperienze, abilità, idee e che fa si che la voglia di fare non si esaurisca mai. L’attività subacquea per imparare a conoscere, per far conoscere e per valorizzare le bellezze e le ricchezze del nostro mare. Queste acque sono particolarmente ricche di specie e di specie di particolare interesse biologico (specie abissali) - bellezze biologiche, ma altrettanto ricche di relitti e reperti di ogni epoca storica ricchezze storico, archeologiche. Quella della ricerca storica è un’attività che sta coinvolgendo e impegnando molto la vita del Centro subacqueo. Gli sforzi (organizzativi, tempo, e anche economici) sono però ripagati, di prossima pubblicazione il nostro libro “I percorsi dello Stretto di Messina” che mostra le bellezze delle navi affondate in questo tratto di mare. Società Cooperativa Sociale ECOSFERA Via Lanterna, ex Area Tiro a Volo 98164 – Torre Faro, Messina Tel. +39.328.841.78.84 Fax.+39.090.57.31.065 - E-mail: [email protected] 10 Marinai d’Italia Agosto/Settembre 2015 In collaborazione con il centro Immersioni Blue Dolphins di Lampedusa Hanno partecipato all’attività sul relitto: Domenico Majolino - Alessandro Turri Claudio Di Franco (Soprintendenza del Mare - Regione Sicilia) Marco Giuliano - Sergio De Cola Pablo Ballardini - Vincenzo Russo Giuseppe Staiti - Cristian Magli Salvatore Platania - Simona Ratti Marinai d’Italia Agosto/Settembre 2015 11