Le imposte indirette
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Le imposte indirette
Università Bocconi a.a. 2012-13 30264 Scienza delle Finanze - CLEAM Le imposte indirette Parte seconda Giampaolo Arachi Le imposte sulle vendite in un contesto internazionale • Quando applicate agli scambi internazionali si richiede che le imposte generali sulle vendite soddisfino 3 criteri: – Neutralità: non devono distorcere i flussi commerciali internazionali e quindi l’allocazione efficiente dei beni la tassazione non deve alterare i prezzi relativi pre-imposta tra beni importati e beni di produzione domestica – Ripartizione del gettito tra paesi: data la loro natura di imposte sui consumi, devono essere tali da attribuire il gettito ai paesi in cui il consumo e' localizzato – Applicabilità: devono essere concretamente applicabili con costi limitati in termini di informazioni richieste Le imposte indirette 2 Principio di origine e di destinazione La neutralità dell’imposta richiede di almeno di evitare la doppia tassazione del bene oggetto di scambio (sia nel paese esportatore sia in quello importatore) Necessario scegliere tra: – tassazione secondo il principio di destinazione: sui beni oggetto di scambio internazionale si applica esclusivamente il regime fiscale (aliquota) del paese di destinazione dello scambio; – tassazione secondo il principio di origine: sui beni oggetto di scambio internazionale si applica esclusivamente il regime fiscale (aliquota) del paese di origine dello scambio Le imposte indirette 3 Principio di destinazione (in presenza di dogane) Esempio: tA=10% tB=20% Paese B Impresa Impresa Dogana consumatore finale Paese A Valore del bene intermedio venduto dall’impresa alfa del paese esportatore A = 200; valore aggiunto dall’impresa beta del paese importatore B = 100; prezzo bene finale = 300 • Con metodo imposta da imposta: Paese A • Esportazione operazione non imponibile •Impresa : IVA a debito = 0; IVA su acquisti detraibile •TA = 0; pI=200. Paese B • Scambio del bene intermedio: l’impresa versa 40 alla dogana; pI=240. • Scambio del bene finale: Impresa : Iva a credito = 40 (versata in dogana); Iva a debito = 60 Iva da versare = 20; pF=360; TB = 40 (dogana) + 20 (bene finale) = 60. Le imposte indirette 4 Principio di destinazione Il principio di destinazione soddisfa i 3 criteri? Vantaggi: • Il gettito è attribuito al paese in cui il bene è consumato, indipendentemente dal luogo di produzione • Non modifica i prezzi relativi del bene intermedio (hp: siamo nel paese B) neutralità Svantaggio: • E’ di difficile applicazione perché richiede le dogane. In un mercato unico incentivi per le imprese a dichiarare che il bene prodotto è esportato (op. non imponibile) anche se in realtà consumato internamente Le imposte indirette 5 Principio di origine Esempio: Bene intermedio P netto 200 tA=10% Impresa tB=20% Paese B Impresa Bene finale P netto 300 Paese A Consumatore finale Con metodo imposta da imposta: Paese A: • Esportazione operazione imponibile •Impresa Iva a debito = 20; iva sugli acquisti detraibile •TA = 20; pI=220 Paese B: • Scambio del bene finale: Impresa : Iva a credito = 20; IVA a debito = 60; Iva da versare = 40; pF = 360; TB = 40 (bene finale) Le imposte indirette 6 Principio di origine Il principio di origine soddisfa i 3 criteri? Svantaggi: • Il gettito non è attribuito al paese in cui il bene viene consumato • Distorce i prezzi relativi dei beni se l’esportazione raggiunge direttamente un consumatore finale Vantaggio: • Non richiede l’esistenza delle dogane Pertanto destinazione superiore ad origine sul piano dell’efficienza e della ripartizione del gettito tra paesi ma di difficile applicazione in un mercato unico Le imposte indirette 7 Applicazione dell’Iva nell’Unione Europea • Per le esportazioni (scambi extracomunitari) – Principio di destinazione • Per gli scambi intracomunitari (1993: mercato unico, abolizione delle dogane interne alla Comunità) – Regime definitivo (proposto ma mai applicato) • Principio di origine ma accompagnato da: – armonizzazione delle aliquote (per assicurare neutralità) – camera di compensazione (per correggere ripartizione gettito) – Regime transitorio (ripetutamente prorogato fino ad oggi) • Principio di destinazione per acquisti effettuati da soggetti Iva (imprese) ma in assenza di dogane – l’impresa esportatrice non applica l’imposta; l’impresa importatrice paga l’IVA non al momento dell’importazione ma in un momento successivo, secondo le regole del Paese importatore; – le dogane vengono sostituite dallo scambio di informazioni tra le amministrazioni finanziarie dei due paesi sull’identità di esportatore / importatore • Principio di origine per acquisti effettuati da consumatori finali – Eccezione per automobili e vendita per corrispondenza Le imposte indirette 8 Regime transitorio Esempio: tA=10% Impresa Bene intermedio P netto 200 tB=20% Paese B Impresa Bene finale P netto 300 Paese A Consumatore finale Con le imposte: Paese A: • Esportazione aliquota zero •Impresa : IVA a debito = 0; IVA su acquisti detraibile. •TA = 0; pI=200 Paese B: • Scambio del bene intermedio: l’impresa non versa nulla in dogana ma auto-liquida l’IVA sull’acquisto intracomunitario (reverse charge) TB = 40 • Scambio del bene finale: Impresa : IVA a credito = 40; IVA a debito = 60; IVA da versare = 20; pF=360 ; TB = 40 (bene intermedio) + 20 (bene finale) Le imposte indirette 9 I problemi del regime transitorio • False vendite intracomunitarie: in questo modo si generano falsi crediti d’imposta. • Frodi-carosello (dopo la vendita intracomunitaria da α a β ): - l’impresa β (missing trader) vende con IVA il bene all’impresa γ (broker) anch’essa residente nel paese B e sparisce prima di versare l’IVA sulla vendita effettuata all’interno del Paese; - l’impresa γ chiede in detrazione e poi a rimborso l’IVA pagata sull’acquisto (=>danno per il paese B), poi rivende lo stesso bene all’impresa che lo rivende internamente nel paese A e poi sparisce: così ricomincia il “carosello”; - nei diversi passaggi possono operare società fittizie (buffer tra β e γ) per mascherare la natura fraudolenta delle transazioni • Secondo stime accademiche, le frodi IVA arrivano al 10% del gettito ufficiale. Le imposte indirette 10 Irap • L'Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) è stata introdotta con la riforma fiscale del 1998 • Sostituisce i contributi sanitari, Ilor e altri tributi minori • Tributo “nuovo” nel panorama europeo: pochi esempi di “regional business tax” (Fr: tax professionnelle; Ger: Gewerbesteuer; Michigan (Usa): single business tax; Municipalità ungheresi) • Imposta di difficile classificazione (indiretta secondo Istat). • Tributo principale della fiscalità regionale gettito 2011: 32,95 mld euro Le imposte indirette 11 Irap: elementi costitutivi • Presupposto: esercizio abituale di un'attività diretta alla produzione o allo scambio di beni o servizi (diverso da imposte sul reddito e imposte sugli scambi). Requisito dell’autonoma organizzazione. • Soggetti passivi: – i soggetti passivi dell'Ires – società di persone – esercenti arti e professioni (lavoratori autonomi se dotati di autonoma organizzazione) – organi e amministrazioni dello stato, regioni, province, comuni ed enti pubblici Le imposte indirette 12 Base imponibile (per imprese commerciali): • • Valore aggiunto di tipo reddito netto con riferimento reale BI= Ricavi (val produzione) + Scorte – acquisti intermedi – ammortamenti = = Profitti + salari + interessi passivi netti. Nella legge Irap calcolo “per differenza” (eccetto che per alcuni soggetti) • BI aggregata = Prodotto interno netto Esempio per un’impresa commerciale: Per le società finanziarie e le banche i criteri sono diversi: la base imponibile è costituita dalla differenza fra gli interessi attivi e gli interessi passivi (margine di interesse). Le imposte indirette 13 • Deduzioni base imponibile: insiemi alternativi di deduzioni finalizzate principalmente l’impiego di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato • Metodo di calcolo: Base da base • Aliquota: 3,9%. Le Regioni possono variare l'aliquota in aumento o in diminuzione (fino ad un massimo di 0,92 punti percentuali) e differenziarla per settori e categorie • . • Territorialità dell’imposta L'imposta e' dovuta alla Regione nel cui territorio e' realizzata la produzione del valore aggiunto: se il soggetto opera in più regioni il valore aggiunto è ripartito tra le diverse regioni in proporzione dell'ammontare delle retribuzioni del personale operante nelle varie Regioni (eventuali distorsioni) Le imposte indirette 14 Differenze Irap rispetto a Iva – Base imponibile: Irap: reddito netto Iva: consumo – Riferimento: Irap: reale Iva: finanziario – Metodo di applicazione: Irap: base da base Iva: imposta da imposta – Aliquota: Irap: uniforme ma diff. per regioni Iva: differenziata per beni – Settori : Irap: tutti inclusa PA Iva: esclusa PA – Tassazione scambi internazionali: Irap: principio origine Iva: principio destinazione Le imposte indirette 15 Osservazioni – Irap tassa i redditi non in capo al percettore, una volta avvenuta la loro distribuzione, ma nella fase antecedente della loro formazione, in capo a coloro che esercitano un’attività di produzione e scambio di beni e servizi imposta che tassa il valore aggiunto – Indeducibilità dalla base imponibile dell'Irap degli interessi passivi e remunerazione capitale di rischio (profitto) neutralità nei confronti delle scelte di finanziamento (vs. Ires dove invece interessi deducibili ma remunerazione di capitale di rischio implicitamente tassata) Le imposte indirette 16