Documento Unitario Pensionati incontro sanita
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Documento Unitario Pensionati incontro sanita
Segreterie Regionali DOCUMENTO UNITARIO DI SPI-CGIL FNP-CISL UIL PENSIONATI PUGLIA SU RIORDINO OSPEDALIERO Il Piano di riordino - l’ennesimo che ancora una volta colpisce la regione Puglia - va inquadrato nel combinato disposto del D.M. 70/2015 e della Legge Finanziaria 2016 che, dal punto di vista economico ed assistenziale, deve ridefinire il modello di cura della popolazione pugliese. Una cosa che, detta cosi, porta tutto il peso di un taglio lineare dei servizi pur non intaccando il numero dei posti letto. NOI vogliamo provare a considerare che questo ennesimo “riordino” possa avere una sua valida giustificazione: nel senso che, non esistendo un’opinione univoca su quanti debbano essere i posti letto per abitante in un sistema sanitario, più che il numero di questi, conta come quel sistema è organizzato. E se nel sistema sono previste nuove tecnologie, come la telemedicina, o nuove forme di assistenza come gli interventi programmati (il day hospital e il day service) o gli ospedali di comunità per i pazienti cronico-fragili lungodegenti (anziani e grandi anziani nella maggioranza dei casi), allora l’aumento dei posti letto può non essere la priorità. La priorità diventa invece, altro: la chiusura di ulteriori presidi ospedalieri non può sottostare alla regola dei due tempi. Per cui oggi si chiude e domani si ripensa l’uso della struttura soppressa!!! La logica, invece, – visto che la Programmazione dei fondi strutturali europei permetterà alla Puglia di sostenere il miglioramento e il potenziamento dei servizi di assistenza e cura extra ospedaliera – è, certamente, quella che le direttive strategiche degli investimenti FESR 2014-2020 siano realmente praticate nella riconversione, delle suddette strutture, in presidi per le cure intensive per anziani non autosufficienti, per le cure palliative a pazienti oncologici e malati terminali, per la riabilitazione. Chiusure e assenza di strutture sostitutive sul territorio si sovrappongono, inoltre, alla diffusa difficoltà di accesso alle prestazioni pubbliche a causa di liste di attesa sempre lunghissime, all’aumento del ticket, all’affanno dell’assistenza territoriale, priva di mezzi per dare risposta ai problemi delle persone, alle criticità che ancora si registrano rispetto all’area dell’emergenzaurgenza (nonostante il trend positivo registrato nei dati del Sant’Anna), alla cronica carenza di personale – per cui in questa Regione c’è un profondo disequilibrio nella dotazione organica delle ASL territoriali – alla condizione delle strutture sanitarie spesso in situazioni di grave disagio ambientale e lavorativo. Un diritto alla salute – diritto costituzionale, come richiamato dall’art.32 della Costituzione – profondamente messo in discussione nella sua esigibilità e, quindi, sia rispetto alla possibilità di cura, con la rinuncia a priori di parte della popolazione a curarsi (soprattutto anziani soli), sia CGIL Puglia CISL Puglia Basilicata UIL Puglia 70123 BARI- Via Calace, 4 Tel. 080 5736111 – Fax 080 5791240 E-mail [email protected] 70124 BARI - Via Giulio Petroni, 15/F Tel. 080 5968295 – Fax 080 5968323 E-mail [email protected] 70122 BARI – Corso A. De Gasperi, 270 Tel. 080 5648991 – Fax 080 5018967 E-mail [email protected] rispetto a strutture, servizi e prestazioni che sono estremamente variegati e diversificati da un capo all’altro della Regione non soddisfacendo per niente quei caratteri di equità ed uguaglianza alla base delle garanzie costituzionali. La riqualificazione del servizio sanitario pubblico può e deve realizzarsi attraverso un sistema integrato, coordinato e contemporaneo di politiche pubbliche non solo sanitarie, attraverso provvedimenti, riforme ed attività che stentano a decollare, tra cui lo spaventoso buco nero rappresentato dall’evasione fiscale per la quale ancora, a tutti i livelli, il recupero risulta poca cosa. Una sanità che deve fare anche i conti con una grave crisi ambientale che sta toccando in maniera diffusa e grave le condizioni di salute di città come Taranto e Brindisi, ma anche di un’area come il Salento il cui dato drammatico di incremento delle patologie tumorali sta avendo eco e risalto in tutto il paese e che deve gestire anche gli effetti conseguenti ai veleni delle discariche spesso, colpevolmente, occultate nella convinzione che tanto paga chi viene dopo. Un sistema di malaffare che pagano invece i cittadini, le persone – giovani o anziane e vecchie che siano – vittime inconsapevoli di un benessere fittizio quando non falso addirittura. E se è vero che non è più possibile che in ogni paesello ci sia un ospedale – anche per ragioni di sicurezza del paziente e del personale che vi opera – è vero anche che continuano a persistere sacche di inappropriatezza e di spreco che rappresentano costi e inefficienza. L’esasperata strada di uno sfrenato neoliberismo che sta piegando i diritti costituzionali in maniera subdola e spesso latente, sta creando una disuguaglianza tra cittadini che mai si era vista prima in forma cosi vistosa. In questa condizione sono i soggetti più fragili i primi a soccombere per i quali si va profilando, sempre più, un sistema caritatevole di interventi. Tra i soggetti fragili la popolazione anziana è quella che, vuoi perché numericamente maggiore, vuoi perché l’allungamento della vita coincide con la convivenza di patologie croniche multifattoriali che minano la qualità di vita, paga lo scotto più alto quale conseguenza di scelte improvvisate e spesso contradditorie. Riteniamo che non possiamo più essere spettatori del declino inesorabile della sanità pubblica, ma vogliamo, invece, che tutti i livelli – da quello regionale a quelli territoriali - politici ed istituzionali, che il diritto alla salute devono garantire, affrontino in modo chiaro e certo le questioni della sostenibilità del servizio sanitario pubblico, dell’esigibilità omogenea ed equa del diritto alla salute in tutto il Paese e in tutto il territorio regionale, del ruolo professionale, dirigenziale e formativo dei medici e del personale sanitario. Sono tutte questioni incatenate tra loro e non separate ed affrontate con singoli provvedimenti, che definiscono per legge – come il caso del decreto sull’inappropriatezza – interventi a gamba tesa nella pratica clinica, caratterizzata, invece, da elementi che si basano, oltre che sulle conoscenze scientifiche, anche sull’instaurarsi di un’effettiva reciprocità nella relazione di cura e che risultano inefficaci quando imposti con atti di natura squisitamente burocratica. 2 Definire, dunque, la domanda di salute della popolazione anziana in questo quadro è, per SPI FNP e UILP PUGLIA, un tema chiave da affrontare, specie in una Regione come la nostra che invecchia sempre di più e in un sistema sanitario federalista dove – a fronte degli indirizzi strategici definiti dal Piano Sanitario Nazionale e le linee attuative concordate nei Livelli Essenziali Assistenziali – la singola Regione, ma anche l’Azienda Sanitaria ed il Distretto, hanno autonome responsabilità gestionali ed operative che comportano scelte decisive sull’offerta di servizi per l’anziano. È, quindi, urgente e necessario combattere il decisionismo politico che esclude le parti sociali e la rappresentanza dei cittadini e confrontarsi in maniera diffusa affinché la programmazione dei servizi sia un’offerta che, oltre a rispondere a criteri di efficacia ed efficienza, sia conosciuta e condivisa con la più larga e diffusa parte della popolazione. È necessario, dunque, ripensare culturalmente e riconsiderare strutturalmente le prestazioni sanitarie e la loro modalità di erogazione, favorendo l’integrazione tra prevenzione e cura da una parte e risposta ai bisogni sociosanitari dall’altra, con la consapevolezza che per risultare efficace un intervento sanitario necessita di un’adeguata continuità di cura ospedale-territorio e di risposta multidisciplinare dell’assistenza territoriale. Il sistema sociosanitario deve predisporre adeguate modalità di intervento sia nei confronti dell’anziano che vive una “sana” vecchiaia, sia nell’approccio all’anziano con patologia – generalmente di natura cronico-degenerativa – sia nell’approccio all’anziano con fragilità, con l’obiettivo di ridurre al minimo gli esiti negativi ottimizzando il funzionamento delle capacità residue. Per questo SPI FNP e UILP PUGLIA ritengono che su questioni così importanti ed impattanti sulla vita reale delle cittadine e dei cittadini, ci sarebbe dovuta essere maggiore partecipazione, informazione e confronto e che: 1) il piano di riordino della rete ospedaliera non deve essere disgiunto dai programmi di investimento nella sanità territoriale a valere sul POR Puglia 2014–2020 e da una organizzazione dell’offerta socio-sanitaria territoriale e di prossimità adeguata a farsi carico del bisogno di salute specifico della comunità. (Ammalarsi a Taranto è diverso che ammalarsi a Bari; accedere ad una prestazione in uno dei paesi della Daunia è diverso che farlo in uno dei Comuni della Bat); 2) ciò significa garantire la contemporaneità degli interventi legati al riassetto dell’assistenza ospedaliera con quello dell’assistenza primaria, dell’assistenza domiciliare e di quella residenziale; alla garanzia della sicurezza degli interventi di emergenza-urgenza (oggetto di un articolato provvedimento dell’ex assessore Pentassuglia, concordato e condiviso con le OO.SS. e di cui non ci è più stata data notizia), assicurando una corretta e razionale dislocazione dei servizi ad essi dedicati, un numero congruo di ambulanze medicalizzate, il funzionamento h24 del servizio di elisoccorso, la distribuzione di servizi collegati alla gestione delle emergenze, riorganizzare la rete dei Pronto Soccorso; 3 3) che i Punti Unici di Accesso (PUA) siano davvero i luoghi deputati al ricevimento e decodifica della domanda iniziale e al coordinamento dell’erogazione dei servizi previsti dal piano assistenziale; 4) che l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) sia un’attività in progressivo sviluppo nella rete dei servizi, perché il suo grado di diffusione risulta, ancora, diverso e lontano dalle percentuali ottimali in molti Distretti ed Ambiti della nostra Regione; anche per questo riteniamo che i problemi sanitari non possano completamente essere disgiunti da quelli sociali e che, pertanto, è necessario il ricongiungimento di tali politiche in un unico assessorato rinsaldando tutte quelle competenze regionali, consolidate sull’integrazione sociosanitaria; 5) che le liste di attesa possano trovare una risoluzione nella giusta collaborazione pubblicoprivato, ma soprattutto nel chiaro intervento dei MMG che devono indicare i livelli di priorità prevista e nella organizzazione chiara e trasparente da parte delle DD.GG. delle ASL in concorso con i medici specialisti, nell’eseguire le prestazioni nei tempi previsti e garantendo parità di tempi di attesa tra attività pubblica a ticket e attività libero-professionale (intramoenia); 6) che la medicina territoriale diventi davvero il punto di forza del sistema di cura regionale attraverso il potenziamento dei Distretti Socio-Sanitari, con la riconversione delle strutture ospedaliere dismesse in Case della Salute e Poliambulatori h24 in grado di garantire la continuità di cura il più vicino possibile ai bisogni degli anziani, spesso soli e non autosufficienti ed attuare l’integrazione socio-sanitaria che ancora stenta a decollare compiutamente; 7) che siano rafforzate le politiche di prevenzione riguardo alle malattie da invecchiamento attraverso programmi che possano cogliere gli aspetti esplicitati nel Documento programmatico sull’invecchiamento attivo e che possano costituire elemento rafforzativo delle politiche sanitarie regionali per la popolazione anziana. Pensiamo che come Sindacato dei pensionati SPI FNP UILP Puglia questi stringati punti di un programma, sicuramente più vasto ed articolato, all’interno del confronto confederale con la Regione possano rappresentare un elemento qualificante delle politiche sanitarie della regione tese a creare un sistema di cura di qualità e, soprattutto, equo e giusto per tutte le cittadine e per tutti i cittadini pugliesi. 4