SRP - OK - Coni Piemonte

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25-02-2008
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tennis
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FATE LARGO,
ARRIVANO I
PIEMONTESI
Colella, Donati
e Napolitano
guidano la carica
di una generazione
ambiziosa
di Elis Calegari
Da sinistra, Stefano Napolitano insieme
al papà - allenatore Cosimo e Matteo Donati con il suo maestro Roberto Marchegiani
Iniziare un articolo con un “che” non
sta bene, ma dire che il tennis piemontese stia andando verso tempi
felici probabilmente sì. Molto probabilmente sì.
Lo dicono i numeri che il Comitato
Regionale della Federtennis snocciola
con orgoglio: percentuali fortemente
positive per numero di giovani tesserati, partecipazioni a tornei, organizzazione di tornei stessi. Ma non è solo
questo.
Anche in termini qualitativi siamo tornati a produrre e a veder nascere
realtà interessanti.
Fino all’altro ieri eravamo qui a rimpiangere e a piangere su questa terra
arida: ci chiedevamo quando avremmo visto rinascere i successori di
Corrado Barazzutti e Roberto
Lombardi, di Gianni Ocleppo, di
Franco Merlone e Gianni Marchetti.
L’ultimo dei nostri grandi – Cristiano
Caratti - sembrava davvero destinato
ad essere l’ultimo e basta. Troppo concorreva a farci pensare che non c’era
via.
Invece il seme nato da quel fantastico
laboratorio che è stato Le Pleiadi di
Moncalieri non solo non è andato
disperso, ma ha dato frutti.
Quella che all’inizio pareva una diaspora è servita per allargare e far condividere le idee. Una nuova generazione di tecnici ha saputo produrre e,
ad un tempo, stimolare di nuovo chi
già tanto aveva dato.
Il risultato è evidente e porta con sé
un carico di speranze e attese davvero
importante, perché sono importanti
le realtà che giorno dopo giorno si
vanno delineando.
Abbiamo una pattuglia di giovani
davvero ragguardevole e possiamo
davvero pensare d’avere un futuro
luminoso.
Sì, finalmente quello che pareva destinato ad essere uno sport amato e praticato da ultraquarantenni ci sta regalando dei giovani. E che giovani!
Il vercellese Erik Crepaldi ha preferito
staccarsi dal gruppo degli Under 16
del Centro Tecnico di Tirrenia diretto
da Renzo Furlan, ma accanto al tecnico azzurro c’è pur sempre Alessandro
“Ale” Colella. Renzo ripone una fiducia enorme nelle qualità di Colella e
non ne fa mistero: gli ricorda terribilmente se stesso, quel ragazzino di
Cimetta di Codogné dall’animo contadino e tetragono, capace di salire sino
alla 19^ posizione ATP. Alessandro lo
sta ripagando con un’abnegazione
fuori dal comune, con una smania di
riuscire con pochi eguali.
Accanto a Colella spesso e volentieri ci
troviamo l’astigiano Matteo Civarolo.
Fisico da corazziere, ad onta di quanto fosse piccolo e fragile da U.10,
Civarolo è un altro buon cavallo su
cui puntare.
Altri nomi ? Nelle pieghe delle classifiche ce ne sono molti di nomi interessanti e poi si rischierebbe di far
torto a qualcuno: occorre sempre
ricordare quanto siano illusori certi
successi Under e che spesso e volentieri, da grandi, arrivano più avanti
alcuni che stavano non in primissima
fila.
Questo ovviamente non vale per le
eccellenze e tra queste dobbiamo
inserire due nomi che presto, molto
presto correranno di bocca in bocca.
Sono due ragazzi tesserati per la
Canottieri Tanaro di Alessandria, il circolo che ha già visto sui suoi campi le
gesta di Barazzutti e Lombardi, di
Cristiano Caratti, di Antonella Albini e
Marina Berta.
Adesso alla Canottieri si godono
Matteo Donati e il biellese Stefano
Napolitano.
Tra gli Under 12 hanno davvero sbancato e non hanno avuto rivali. Sono
campioni italiani a squadre e nella
Coppa Lambertenghi, il campionato
individuale di categoria, si sono aggiudicati il titolo in doppio e si sono piazzati ai primi due posti in singolare.
Ha vinto Matteo Donati come da pronostico? Il campione in carica e in procinto di diventare il primo a bissare
per due anni di fila
la
“Lambertenghi”, il giorno avanti la
finale è caduto malamente slogandosi
il polso fatato. Così il giorno appresso
Napolitano, figlio d’arte, di quel
Cosimo maestro di tennis e cuore e
anima dei “Faggi” di Biella, ha vinto in
scioltezza.
Il maestro Roberto Marchegiani se li
coccola con cautela, ne apprezza le
bontà tecniche e le qualità umane:
Donati e Napolitano possono arrivare
davvero lontano.
Diciamoglielo piano però, come sa
sicuramente fare Marchegiani, ché
troppi ne abbiamo visti arrivati ancor
prima d’esser partiti.
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STEFANO NAPOLITANO
Stefano è figlio d’arte: suo padre Cosimo
è il cuore e l’anima dei Faggi di Biella,
nonché ottimo maestro di tennis e da
come ha impostato il suo figlioletto ha
dimostrato ancora una volta eccome di
saperci fare.
Per creare un super team Under 12
Stefano è stato “girato” alla Canottieri
Tanaro d’Alessandria e lì in coppia con
Matteo Donati ha avuto la possibilità di
mettere in luce tutte le sue già notevoli
doti.
Biondino anche lui, faccia d’angelo anche
lui, ha subito mostrato che con Matteo
avrebbe portato la città dei “mandrogn”
nuovamente alla ribalta nel panorama del
tennis giovanile d’élite.
S’è ritrovato tra le mani, un po’ a sorpresa, il titolo nazionale individuale Under
12: non ci fosse stato quell’infortunio al
polso di Donati, forse il suo nome non si
sarebbe
iscritto
sulla
Coppa
Lambertenghi, ma tant’è. Il campione
2007 è lui e questo successo deve comunque infondergli ulteriore fiducia.
Quest’anno di soddisfazioni se n’è tolte
molte e devono essere utile viatico per il
tempo che verrà. Ha fisico, cuore e capacità e insieme al sodale Donati sarà interessante vedere dove potrà arrivare.
Ad Alessandria e Biella se lo coccolano e
non potrebbe essere diversamente. Se
Donati vale già i primi d’Europa tra gli
Under 12, Stefano, sulla scia e per conto
proprio, di strada ne può fare tantissima,
e c’è chi giura che il suo futuro debba
necessariamente e ulteriormente tingersi
di rosa e ancor più d’azzurro.
MATTEO DONATI
Fin dal suo apparire ci si è resi conto che Matteo qualcosa di speciale ce l’aveva proprio. Ovunque abbia
giocato, finora ha quasi sempre dominato.
Recentemente incluso nella nazionale italiana che ha disputato il torneo spagnolo di Siviglia, lui
appena undicenne, è stato giudicato da una giuria di venticinque coach il migliore
Under 14 presente. E dire che lì la partecipazione era molto qualificata.
Grazie ad una sagace interpretazione delle trame di gioco, d’una tecnica già piuttosto evoluta, Matteo Donati ha nella presenza e nella solidità i suoi maggiori pregi.
Insieme al socio Stefano Napolitano e al plurilodato Gianluigi Quinzi è asse portante della nazionale italiana Under 12 che quest’anno s’è piazzata seconda nel Campionato Europeo, battuta solo
dalla Francia.
Una banale caduta gli ha impedito di bissare il successo alla Lambertenghi e così Matteo ha dovuto accontentarsi del titolo di doppio, conseguito ovviamente in coppia con Napolitano.
I due pupilli del maestro Marchegiani hanno poi portato, e facilmente, sulle rive del Tanaro il titolo a squadre Under 12. Subito dopo Matteo s’è concentrato sulla tournée americana che l’avrebbe portato sui campi dell’Orange Bowl. E come s’è concentrato bene Donati! E’arrivata subito la
bella vittoria nella Prince Cup, in Florida, ma proprio sui campi “all’arancia” di Miami è venuto
fuori il ragazzo che tutti speriamo. La 46^ edizione dell’Orange Bowl ha visto l’azzurrino arrivare
sino alle semifinali, sconfitto solo dall’americano Di Giulio. Più che mai, lo sguardo mite, il capello
biondo non devono trarre in inganno: guardando bene, si vede chiaramente dove Matteo vuole
arrivare. Lontano, molto lontano.
ALESSANDRO COLELLA
Ale è nato a Torino il 10 febbraio del 1992
d’Europa e del mondo con la nostra nazioalessandro colella
ed ha iniziato a mangiare pane e tennis fin
nale Under 14, ha conquistato il titolo
dai primi mesi di vita. La prima racchetta
papà Gilberto gliel’ha regalata quando
Alessandro aveva solo un anno e dall’attrezzo non s’è mai più separato.
Mancino, dotato d’una visione di gioco non
comune, ha nella tenacia, nella caparbietà
le doti che Renzo Furlan più ama.
Adesso è a ridosso dei Top Ten ETA, ma lui
sogna di diventare numero 1 e di poter
stringere la mano, conoscendolo finalmente
da vicino, Rafa Nadal. Nadal è il suo vero
ispiratore: Ale ne è emulo della feroce
determinazione e non c’è stanza sua dove
non campeggi almeno un’immagine del
campione di Manacor, suo vero nume tutelare.
Nel corso del 2006 s’è laureato campione
nazionale individuale nella stessa categoria,
per concludere l’anno andando a vincere a
Key Biscayne, in Florida, la Prince Cup.
In questa stagione andando a competere
tra gli Under 16 non ha affatto sfigurato: ha
raggiunto il suo best ranking ETA raggiungendo la 18^ posizione e s’è laureato due
volte campione d’Italia: con l’Albinea, a
squadre; in doppio in coppia col laziale
Paciello, negli individuali di categoria.
Abita a Venaria Reale e quando non è al
College di Tirrenia o in giro per il mondo, lo
si può comunque trovare su un campo da
tennis: o all’Ascom dal suo vecchio maestro
Gianni Calò, o allo Sporting Club di Borgaro
che fino all’altro ieri è stato il suo circolo,
insieme al maestro Massimo Larivera.