SRP - OK - Coni Piemonte
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SRP - OK 16 25-02-2008 14:48 Pagina 16 tennis tennis FATE LARGO, ARRIVANO I PIEMONTESI Colella, Donati e Napolitano guidano la carica di una generazione ambiziosa di Elis Calegari Da sinistra, Stefano Napolitano insieme al papà - allenatore Cosimo e Matteo Donati con il suo maestro Roberto Marchegiani Iniziare un articolo con un “che” non sta bene, ma dire che il tennis piemontese stia andando verso tempi felici probabilmente sì. Molto probabilmente sì. Lo dicono i numeri che il Comitato Regionale della Federtennis snocciola con orgoglio: percentuali fortemente positive per numero di giovani tesserati, partecipazioni a tornei, organizzazione di tornei stessi. Ma non è solo questo. Anche in termini qualitativi siamo tornati a produrre e a veder nascere realtà interessanti. Fino all’altro ieri eravamo qui a rimpiangere e a piangere su questa terra arida: ci chiedevamo quando avremmo visto rinascere i successori di Corrado Barazzutti e Roberto Lombardi, di Gianni Ocleppo, di Franco Merlone e Gianni Marchetti. L’ultimo dei nostri grandi – Cristiano Caratti - sembrava davvero destinato ad essere l’ultimo e basta. Troppo concorreva a farci pensare che non c’era via. Invece il seme nato da quel fantastico laboratorio che è stato Le Pleiadi di Moncalieri non solo non è andato disperso, ma ha dato frutti. Quella che all’inizio pareva una diaspora è servita per allargare e far condividere le idee. Una nuova generazione di tecnici ha saputo produrre e, ad un tempo, stimolare di nuovo chi già tanto aveva dato. Il risultato è evidente e porta con sé un carico di speranze e attese davvero importante, perché sono importanti le realtà che giorno dopo giorno si vanno delineando. Abbiamo una pattuglia di giovani davvero ragguardevole e possiamo davvero pensare d’avere un futuro luminoso. Sì, finalmente quello che pareva destinato ad essere uno sport amato e praticato da ultraquarantenni ci sta regalando dei giovani. E che giovani! Il vercellese Erik Crepaldi ha preferito staccarsi dal gruppo degli Under 16 del Centro Tecnico di Tirrenia diretto da Renzo Furlan, ma accanto al tecnico azzurro c’è pur sempre Alessandro “Ale” Colella. Renzo ripone una fiducia enorme nelle qualità di Colella e non ne fa mistero: gli ricorda terribilmente se stesso, quel ragazzino di Cimetta di Codogné dall’animo contadino e tetragono, capace di salire sino alla 19^ posizione ATP. Alessandro lo sta ripagando con un’abnegazione fuori dal comune, con una smania di riuscire con pochi eguali. Accanto a Colella spesso e volentieri ci troviamo l’astigiano Matteo Civarolo. Fisico da corazziere, ad onta di quanto fosse piccolo e fragile da U.10, Civarolo è un altro buon cavallo su cui puntare. Altri nomi ? Nelle pieghe delle classifiche ce ne sono molti di nomi interessanti e poi si rischierebbe di far torto a qualcuno: occorre sempre ricordare quanto siano illusori certi successi Under e che spesso e volentieri, da grandi, arrivano più avanti alcuni che stavano non in primissima fila. Questo ovviamente non vale per le eccellenze e tra queste dobbiamo inserire due nomi che presto, molto presto correranno di bocca in bocca. Sono due ragazzi tesserati per la Canottieri Tanaro di Alessandria, il circolo che ha già visto sui suoi campi le gesta di Barazzutti e Lombardi, di Cristiano Caratti, di Antonella Albini e Marina Berta. Adesso alla Canottieri si godono Matteo Donati e il biellese Stefano Napolitano. Tra gli Under 12 hanno davvero sbancato e non hanno avuto rivali. Sono campioni italiani a squadre e nella Coppa Lambertenghi, il campionato individuale di categoria, si sono aggiudicati il titolo in doppio e si sono piazzati ai primi due posti in singolare. Ha vinto Matteo Donati come da pronostico? Il campione in carica e in procinto di diventare il primo a bissare per due anni di fila la “Lambertenghi”, il giorno avanti la finale è caduto malamente slogandosi il polso fatato. Così il giorno appresso Napolitano, figlio d’arte, di quel Cosimo maestro di tennis e cuore e anima dei “Faggi” di Biella, ha vinto in scioltezza. Il maestro Roberto Marchegiani se li coccola con cautela, ne apprezza le bontà tecniche e le qualità umane: Donati e Napolitano possono arrivare davvero lontano. Diciamoglielo piano però, come sa sicuramente fare Marchegiani, ché troppi ne abbiamo visti arrivati ancor prima d’esser partiti. SRP - OK 25-02-2008 14:48 Pagina 17 STEFANO NAPOLITANO Stefano è figlio d’arte: suo padre Cosimo è il cuore e l’anima dei Faggi di Biella, nonché ottimo maestro di tennis e da come ha impostato il suo figlioletto ha dimostrato ancora una volta eccome di saperci fare. Per creare un super team Under 12 Stefano è stato “girato” alla Canottieri Tanaro d’Alessandria e lì in coppia con Matteo Donati ha avuto la possibilità di mettere in luce tutte le sue già notevoli doti. Biondino anche lui, faccia d’angelo anche lui, ha subito mostrato che con Matteo avrebbe portato la città dei “mandrogn” nuovamente alla ribalta nel panorama del tennis giovanile d’élite. S’è ritrovato tra le mani, un po’ a sorpresa, il titolo nazionale individuale Under 12: non ci fosse stato quell’infortunio al polso di Donati, forse il suo nome non si sarebbe iscritto sulla Coppa Lambertenghi, ma tant’è. Il campione 2007 è lui e questo successo deve comunque infondergli ulteriore fiducia. Quest’anno di soddisfazioni se n’è tolte molte e devono essere utile viatico per il tempo che verrà. Ha fisico, cuore e capacità e insieme al sodale Donati sarà interessante vedere dove potrà arrivare. Ad Alessandria e Biella se lo coccolano e non potrebbe essere diversamente. Se Donati vale già i primi d’Europa tra gli Under 12, Stefano, sulla scia e per conto proprio, di strada ne può fare tantissima, e c’è chi giura che il suo futuro debba necessariamente e ulteriormente tingersi di rosa e ancor più d’azzurro. MATTEO DONATI Fin dal suo apparire ci si è resi conto che Matteo qualcosa di speciale ce l’aveva proprio. Ovunque abbia giocato, finora ha quasi sempre dominato. Recentemente incluso nella nazionale italiana che ha disputato il torneo spagnolo di Siviglia, lui appena undicenne, è stato giudicato da una giuria di venticinque coach il migliore Under 14 presente. E dire che lì la partecipazione era molto qualificata. Grazie ad una sagace interpretazione delle trame di gioco, d’una tecnica già piuttosto evoluta, Matteo Donati ha nella presenza e nella solidità i suoi maggiori pregi. Insieme al socio Stefano Napolitano e al plurilodato Gianluigi Quinzi è asse portante della nazionale italiana Under 12 che quest’anno s’è piazzata seconda nel Campionato Europeo, battuta solo dalla Francia. Una banale caduta gli ha impedito di bissare il successo alla Lambertenghi e così Matteo ha dovuto accontentarsi del titolo di doppio, conseguito ovviamente in coppia con Napolitano. I due pupilli del maestro Marchegiani hanno poi portato, e facilmente, sulle rive del Tanaro il titolo a squadre Under 12. Subito dopo Matteo s’è concentrato sulla tournée americana che l’avrebbe portato sui campi dell’Orange Bowl. E come s’è concentrato bene Donati! E’arrivata subito la bella vittoria nella Prince Cup, in Florida, ma proprio sui campi “all’arancia” di Miami è venuto fuori il ragazzo che tutti speriamo. La 46^ edizione dell’Orange Bowl ha visto l’azzurrino arrivare sino alle semifinali, sconfitto solo dall’americano Di Giulio. Più che mai, lo sguardo mite, il capello biondo non devono trarre in inganno: guardando bene, si vede chiaramente dove Matteo vuole arrivare. Lontano, molto lontano. ALESSANDRO COLELLA Ale è nato a Torino il 10 febbraio del 1992 d’Europa e del mondo con la nostra nazioalessandro colella ed ha iniziato a mangiare pane e tennis fin nale Under 14, ha conquistato il titolo dai primi mesi di vita. La prima racchetta papà Gilberto gliel’ha regalata quando Alessandro aveva solo un anno e dall’attrezzo non s’è mai più separato. Mancino, dotato d’una visione di gioco non comune, ha nella tenacia, nella caparbietà le doti che Renzo Furlan più ama. Adesso è a ridosso dei Top Ten ETA, ma lui sogna di diventare numero 1 e di poter stringere la mano, conoscendolo finalmente da vicino, Rafa Nadal. Nadal è il suo vero ispiratore: Ale ne è emulo della feroce determinazione e non c’è stanza sua dove non campeggi almeno un’immagine del campione di Manacor, suo vero nume tutelare. Nel corso del 2006 s’è laureato campione nazionale individuale nella stessa categoria, per concludere l’anno andando a vincere a Key Biscayne, in Florida, la Prince Cup. In questa stagione andando a competere tra gli Under 16 non ha affatto sfigurato: ha raggiunto il suo best ranking ETA raggiungendo la 18^ posizione e s’è laureato due volte campione d’Italia: con l’Albinea, a squadre; in doppio in coppia col laziale Paciello, negli individuali di categoria. Abita a Venaria Reale e quando non è al College di Tirrenia o in giro per il mondo, lo si può comunque trovare su un campo da tennis: o all’Ascom dal suo vecchio maestro Gianni Calò, o allo Sporting Club di Borgaro che fino all’altro ieri è stato il suo circolo, insieme al maestro Massimo Larivera.