A CACCIA CON IL PICCOLO CALIBRO

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A CACCIA CON IL PICCOLO CALIBRO
“A CACCIA CON IL PICCOLO CALIBRO”
Tradizione, leggerezza e… tendenza.
Molti di noi hanno iniziato, non per scelta, con la esile doppietta calibro 20 di famiglia
solitamente appartenuta prima al nonno e poi al papà. Come non ricordare il fascino di
quell’oggetto stra-desiderato, il sottile velo d’olio a proteggerne le canne, i primi assordanti
colpi e quel profumino inconfondibile di polvere da sparo che ci riempiva le narici, mentre
controllavamo se davvero eravamo andati a segno, tirando i grilletti uno dopo l’altro ad
occhi praticamente chiusi!
Ogni volta la stessa frase: “Cos’è un venti? Ahhh che bellino…pure io ho cominciato con
quello, è stato il mio primo fucile!” e poi a seguire: “D’altra parte, ciò che si porta a casa
col dodici lo si porta anche col venti…basta prenderci!”.
La vita è un insieme di ricordi, di fasi cicliche e di abitudini. Tra queste c’è spazio anche
per piccole manie e convinzioni, di cui i cacciatori sono una delle rappresentazioni più
significative!
“Ahhh questo fucile non la cambio più finchè vivo” si esclama spesso dopo una bella
stoccata, mentre le piume del fagiano restano sospese in aria ed il cane è già impegnato
nel difficile riporto fra i rovi! Per non parlare, invece, dei dubbi, delle amarezze e delle
mille perplessità sulla piega del calcio e l’eccessiva lunghezza delle canne dopo l’ennesima
giornata disastrosa, dove in terra rimane solo un colorato tappeto di bossoli e nella
cacciatora nemmeno un uccello da portare a casa!
E’ proprio così che, ben presto, l’unica e fedele doppietta non ci basta mai e si finisce
inevitabilmente, dopo un anno o dopo dieci, per rivolgersi all’amico o all’armiere di fiducia
per vedere di trovare un sovrappostino più leggero e un po’ più dritto, una doppietta un
po’ più “classica” o un automatico super magnum ancora più performante.
La rastrelliera, negli anni si popola di calci, grilletti e canne di tutte le lunghezze e
dimensioni!
L’universale calibro 12, è risaputo, la fa sempre da padrone: come non esaltare le sue
ottime prestazioni in tutte le stagioni e su ogni tipo di selvatico? Inutile parlare della
varietà di munizioni disponibili sul mercato e della sua incredibile diffusione su ogni
territorio di caccia attorno al globo. Un fucile unico ed affidabile che permette di tirare
dalla quaglia al grosso cinghiale!
Perché allora il massimo calibro non basta e non ha soppiantato di colpo tutti quelli
inferiori e meno redditizzi!? Forse perché ogni tanto il ricordo dell’intramontabile venti e
della prima licenza di caccia torna a farsi vivo come il profumo della terra bagnata dopo un
temporale. Un brivido che non smette mai di ricatapultare l’anima nelle innocenti emozioni
di quando eravamo bambini.
E’ proprio così che chi ama i fucili leggeri, snelli e con poco rinculo non potrà mai smettere
di subirne irrimediabilmente il fascino! Chi da ragazzo ha colpito una cesena da capanno
con un 36 o con un Flobert vorrà, per forza di cose, riprovare quella sensazione di
freschezza e di stupore che solo la piccola cartuccina sa regalare!
Ecco allora perché molti cacciatori rinunciano volentieri a qualche grammo di piombo (e
diciamolo pure a qualche uccello in più!) pur di rivivere certe cacce, certi momenti
indelebili della giovinezza.
Ecco perché chi ha cacciato almeno una volta con un piccolo calibro e chi ha provato gioia
nel portare in spalla – per un’intera giornata - un chilo in meno di peso, volente o nolente
tornerà a farlo con grande soddisfazione! Ecco perché chi è nato con un fucile leggero fra
le mani lo difenderà con le unghie e chi ha sparato piccole ed equilibrate cariche di piombo
e ne pubblicizzerà fino alla noia le incredibili doti balistiche!
Oggi più che mai, nonostante la crisi economica avvolga naturalmente anche il settore
delle armi, stiamo davvero assistendo ad un ritorno di fiamma!
Molte case costruttrici - e non solo le più blasonate - ci stanno riproponendo i loro vecchi e
nuovi gioiellini in calibro 28 e 410. Molte a dire il vero non avevano mai smesso di farlo!
I cacciatori, e tra loro anche quelli dapprima più scettici, hanno accolto con grande
entusiasmo questo fenomeno di “ridimensionamento balistico” ed, a riprova del fatto che
con pochi pallini in volo ci si può davvero divertire e mettere alla prova, tra l’altro con
ottimi carnieri, sono ora in molti quelli che non rinuncerebbero per nessuna ragione al
mondo alle loro nuove (o ritrovate) doppiettine!
Personalmente, sono molto vicino a chi mostra interesse e divertimento in questa
“disciplina” del super leggero, visto che, senza negare al calibro dodici le sue insostituibili
doti (ad esempio nella caccia di appostamento agli acquatici), ho sempre praticato la
caccia con il cane (e talvolta al cinghiale) con la vecchia Bernardelli calibro venti fin dalla
prima licenza.
Da qualche anno, poi, sono approdato anche al fratellino calibro 28 e… se non raccontassi
a chiunque che nella sua prima mattina di caccia, quel sovrapposto in miniatura - con una
fucilata di soli 19 grammi di piombo del n. 7 - ha abbattuto una beccaccia a distanza
davvero iperbolica…bhe allora non sarei un vero cacciatore!
In bocca al lupo a tutti, “Tradizionalisti” del 12, “Moderati” del 20, “Impavidi” del 28 ed
“Estremisti” del 410!
Testo e foto di Stefano Franceschetti – www.StefanoFranceschetti.com