160126-ANCE-LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE pdf 875,5

Transcript

160126-ANCE-LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE pdf 875,5
DIREZIONE AFFARI ECONOMICI E CENTRO STUDI
LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE NELLA
LEGGE DI STABILITÀ PER IL 2016
Legge 28 dicembre 2015, n.208
Gennaio 2016
Sommario
Sintesi .......................................................................................................................... 3
Le risorse per le infrastrutture nella Legge di stabilità per il 2016 .......................... 5
Box – Piano pluriennale Anas 2015-2019 e contratto di Programma 2015............. 9
Box - Rischio idrogeologico: accordi di programma 2014-2020............................ 13
Clausola europea per gli investimenti pubblici ...................................................... 15
Box – La clausola europea per gli investimenti .................................................... 17
Superamento del Patto di stabilità interno e rilancio degli investimenti locali .... 18
Box – L’allegato infrastrutture al def 2015: la scelta delle priorità nell’ambito del
programma infrastrutture strategiche ................................................................... 19
Sintesi
La Legge di Stabilità per il 2016 esprime la volontà del Governo di basare la
ripresa dell’economia italiana anche sul rilancio degli investimenti pubblici. Da
questo punto di vista, la manovra di finanza pubblica offre le condizioni per
sostenere una decisa ripresa del comparto delle opere pubbliche.
Le misure riguardano principalmente la cancellazione del Patto di stabilità
interno, l’accelerazione della spesa da realizzare nel 2016, grazie all’utilizzo della
clausola europea per gli investimenti, e l’interruzione dei continui tagli agli
stanziamenti per nuove infrastrutture. Inoltre, allargando l’analisi ad un orizzonte
temporale più ampio, emerge l’intenzione di offrire una maggiore stabilità
finanziaria ad alcuni importanti programmi di spesa come l’edilizia scolastica, il
rischio idrogeologico, il Piano pluriennale Anas 2015-2019, il Contratto di
programma delle Ferrovie dello Stato.
Secondo la stima dell’Ance, la Legge di Stabilità per il 2016, registra un
incremento di circa l’8% in termini reali delle risorse per nuove
infrastrutture iscritte nel Bilancio dello Stato per il 2016 rispetto all’anno
precedente, interrompendo il trend decrescente delle risorse per le opere
pubbliche, che dal 2008 al 2015 hanno subito un taglio complessivo del 42,6%.
Tale aumento delle risorse sembra interrompere una politica di bilancio che, negli
ultimi anni, ha sempre penalizzato la spesa in conto capitale. Dal 2008, anno
dello scoppio della crisi, al 2015, l’analisi sul Bilancio dello Stato segna, infatti,
una riduzione del 42,8% in termini reali degli stanziamenti per spese in conto
capitale, a fronte di spese correnti al netto degli interessi in aumento (+11,7%).
Tale tendenza nelle decisioni di spesa si è riscontrata anche a livello locale, con
una dinamica analoga sulle spese effettivamente sostenute. Secondo i dati della
Ragioneria dello Stato, infatti, tra il 2008 e il 2014, i Comuni hanno ridotto del
47% le spese in conto capitale e aumentato del 17% quelle correnti. La ragione
di tale andamento è rintracciabile nelle regole di funzionamento del Patto di
stabilità interno che, a partire dalla sua introduzione nel 2008, ha determinato
una progressiva, drastica, riduzione della spesa in conto capitale degli enti locali,
senza al contempo riuscire a contenere, in alcun modo, le spese correnti.
Ora, attraverso la soppressione del Patto di stabilità interno e il contestuale
passaggio al cosiddetto “pareggio di bilancio”, previsti nella Legge di Stabilità, gli
enti territoriali potranno finalmente liberare i pagamenti pregressi alle imprese,
superando un problema che ha creato enormi difficoltà alle imprese negli ultimi
otto anni. Allo stesso tempo, il superamento del Patto consentirà di superare tutte
le distorsioni sulla spesa in conto capitale provocate in questi anni dalle regole di
finanza pubblica a livello territoriale. Ciò dovrebbe permettere di rilanciare
l’attività di investimento attraverso interventi utili al territorio e al benessere dei
cittadini, come quelli di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, in
grado, inoltre, di sostenere il sistema economico a livello locale.
3
L’attuazione di questi interventi e l’accelerazione di altri già avviati nel 2016 sarà
possibile grazie alla clausola europea per gli investimenti che potrebbe
aumentare di 3,5 miliardi di euro la spesa del 2016 in infrastrutture e quindi
liberare importanti risorse rimaste finora bloccate.
Naturalmente, sarà necessaria un’attenta verifica dell’efficacia di tali opportunità.
Gli enti territoriali dovranno dimostrare di sfruttare lo spazio concesso per fare
investimenti e non per alimentare ulteriormente la spese corrente, in molti casi
improduttiva. Le amministrazioni dovranno spendere bene e in maniera efficace
le risorse liberate grazie alla clausola europea per gli investimenti, concentrando
la propria azione su interventi realmente in grado di innescare la crescita e
rimuovendo le incrostazioni che hanno bloccato la spesa in questi anni.
La Legge di stabilità per il 2016 contiene, quindi, strumenti per sostenere la
ripresa del settore delle costruzioni e dell’intera economia, segnando un
importante cambiamento di approccio che, oltre a privilegiare l’effettiva
realizzazione degli investimenti già nel 2016, fornisce maggiore stabilità
finanziaria ai programmi infrastrutturali e ai grandi soggetti attuatori su un
orizzonte pluriennale.
L’Anas, ad esempio, potrà contare nel 2016 sulla forte iniezione di risorse
prevista nella Legge di stabilità per il 2016, quale contributo in conto
capitale, per 6.800 milioni di euro, di cui 1.110 milioni nel 2016, 1.340 milioni
nel 2017, 1.350 milioni nel 2018 e 3.000 milioni nel biennio 2019-2020. Tali
risorse consentiranno, peraltro, di dare maggiore certezza alla programmazione
dell’Ente definita nell’ambito del Piano pluriennale Anas 2015-2019 da 20,2
miliardi di euro in corso di approvazione definitiva.
Un discorso analogo riguarda anche le Ferrovie dello Stato che nel triennio
2016-2018 potranno contare su 8.337 milioni di euro. Tali risorse contribuiranno
a dare concretezza al Contratto di Programma 2012-2016.
La volontà del Governo di garantire un profilo più stabile ai finanziamenti
riguarda anche i programmi di spesa relativi all’edilizia scolastica e al
rischio idrogeologico.
Maggiore stabilità e certezza emerge anche con riferimento al Programma delle
infrastrutture strategiche, rispetto al quale il Governo, nell’Allegato
infrastrutture al DEF 2015 di aprile 2015, ha avviato un processo di revisione che
ha individuato 25 interventi per un costo di 70,9 miliardi di euro, e un fabbisogno
di nuove risorse pubbliche, nel triennio 2015-2018, di 3,5 miliardi di euro.
4
Le risorse per le infrastrutture nella Legge di stabilità per il 2016
L’analisi della Legge di Stabilità per il 2016 (Legge n. 208 del 28 dicembre 2015) porta
a stimare un aumento degli stanziamenti per nuove infrastrutture nel 2016 del 7,9%
in termini reali rispetto al 2015.
MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER L'ANNO 2016
Risorse per nuove infrastrutture (1)
valori in milioni di euro
Risorse a legislazione vigente *
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
18.907
16.478
15.216
12.666
11.516
14.604
13.124
1.828
1.828
10.389
10.301
Consistenza dei capitoli secondo
la Tabella E
Articolato
Totale risorse
1.336
18.907
16.478
15.216
12.666
Variazioni in termini nominali
-12,8%
-7,7%
-16,8%
Variazioni in termini reali**
-14,3%
-10,1%
-20,2%
11.516
14.604
13.124
-9,1% + 26,8% - 10,1%
- 9,9%
+ 25,9%
- 9,9%
12.217
13.465
- 6,9%
+ 10,2%
- 8,5%
+ 7,9%
(1) Per gli anni 2008-2011 le risorse sono al netto dei finanziamenti per la rete ad Alta Velocità/Alta Capacità
* Nel 2016 le risorse a legislazione vigente si suppongono costanti rispetto al 2015
** Deflatore delle costruzioni: 2,1% nel 2016
Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato - vari anni e su Legge di Stabilità 2016
La stima è stata realizzata confrontando le risorse iscritte nel bilancio dello Stato per il
2015 con quelle che, sulla base delle previsioni contenute nella Tabella E e
nell’articolato della Legge di Stabilità, sono iscritte nel bilancio 20161.
Nel corso dell’esame parlamentare del Disegno di legge è emerso un
rafforzamento della volontà del Governo di rilanciare gli investimenti in opere
pubbliche.
In particolare, nell’articolato della legge è stata inserita una norma, nell’ambito delle
misure proposte al fine di rafforzare la sicurezza nazionale in conseguenza dei gravi
fatti di terrorismo di Parigi, che prevede il finanziamento di 500 milioni di euro per un
Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la
sicurezza delle periferie.
Inoltre, al fine di migliorare la capacità di programmazione e di spesa per investimenti
dell’Anas è stato istituito, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e
trasporti, un fondo unico per gli investimenti dell’ente che, oltre a ricomprendere
le risorse destinate alle opere del contratto di programma, risulta rifinanziato per
circa 200 milioni di euro2.
1
Nel calcolo si è stimata l’invarianza dei capitoli di bilancio che non sono stati modificati dalla
manovra finanziaria. Solo una volta completata l’analisi dei singoli capitoli del bilancio dello
Stato destinati a nuovi investimenti infrastrutturali, sarà possibile offrire un quadro definitivo
degli effetti sulla manovra di finanza pubblica.
2
L’importo di circa 200 milioni di euro corrisponde ad una prima stima dell’Ance, basata sul
confronto tra l’importo del fondo unico e la somma di tutti i capitoli di competenza dell’Anas
esistenti alla data di introduzione del fondo unico. Tale stima è tuttora in corso di verifica con gli
uffici ministeriali e con Anas.
5
MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER IL TRIENNIO 2016-2018
Risorse per nuove infrastrutture previste nell'articolato
valori in milioni di euro
2016
0
2017
70
2018
65
Totale
135
30
30
30
90
Scuola per l'Europa di Parma (art.1, co. 342)
Restauro rione Sassi di Matera (art.1, co. 347)
4
5
0
5
0
5
4
15
Riqualificazione e rigenerazione urbana BarlettaAndria-Bari (art.1, co. 364 )
5
5
5
15
265
0
0
265
Bonifica dei siti di interesse nazionale (art. 1, co. 476)
10
10
10
30
Ciclovie turistiche (art. 1, co. 640)
17
37
37
91
5
10
10
25
Contributo a favore di province e città metropolitane
per viabilità ed edilizia scolastica (art.1, co. 754)
495
470
470
1.435
Piano periferie (art.1, co. 978)
500
0
0
500
1.336
637
632
2.605
Grandi progetti beni culturali (Art.1, co. 337)
Interventi di conservazione, manutenzione, restauro e
valorizzazione dei beni culturali (art,1, co. 338)
Ricostruzione sisma del 20-29 maggio 2012 (art. 1,
co. 440, 443 e 444)
Interventi di salvaguardia di Venezia (art. 1, co. 741)
Totale risorse
Elaborazione Ance su Legge di Stabilità 2016
Le risorse per nuove opere pubbliche interrompono, quindi, la pesante caduta
registrata a partire dal 2009, ad eccezione del 2013 in cui hanno subito un forte
incremento legato esclusivamente alle dinamiche del Fondo Sviluppo e Coesione.
RISORSE DISPONIBILI PER NUOVE INFRASTRUTTURE
Milioni di euro 2015
80.000
70.000
60.000
50.000
40.000
30.000
20.000
10.000
Competenza
TAV
2016
2015
2014
2013
2012
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
0
Residui
Passivi
Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato-vari anni e Legge di Stabilità 2016
6
Appare opportuno ricordare che la politica di bilancio degli ultimi anni ha sempre
penalizzato la spesa in conto capitale, nonostante costituisca uno degli ambiti principali
sui quali definire politiche per sostenere la crescita e lo sviluppo economico.
Dal 2008, anno dello scoppio della crisi, al 2015, l’analisi sul Bilancio dello Stato segna,
infatti, una riduzione del 42,8% in termini reali degli stanziamenti per spese in conto
capitale, a fronte di spese correnti al netto degli interessi in aumento (+11,7%).
Oltre ad interrompere il crollo delle risorse destinate agli investimenti infrastrutturali la
Legge di Stabilità per il 2016 segna un importante cambiamento di approccio nella
politica infrastrutturale perché, oltre a privilegiare l’effettiva realizzazione degli
investimenti già nel 2016, fornisce maggiore stabilità finanziaria su un orizzonte di
medio periodo ai programmi infrastrutturali e ai grandi soggetti attuatori.
Anas
Dall’analisi delle tabelle allegate alla Legge di Stabilità emerge un importante
rifinanziamento del contributo in conto capitale dell’Anas, che potrà contare fino al
2020 di 6.800 milioni di euro, di cui 1.110 milioni di euro aggiuntivi nel 2016, 1.340
nel 2017, 1.350 nel 2018 e 3.000 milioni nel biennio 2019-2020.
In questo modo, risulta assicurato un livello di risorse più adeguato alle necessità di
investimento dell’Ente, tale da compensare il mancato inserimento nella Legge di
Stabilità della norma, preannunciata inizialmente, che avrebbe dovuto garantire
all’Anas un finanziamento stabile nel tempo attraverso la previsione di un’accisa sui
carburanti.
Grazie a questo finanziamento, le risorse destinate nel 2016 all’Anas torneranno ai
livelli precedenti al 2010, anno in cui i contributi per l’Ente sono stati azzerati in
concomitanza con l’ipotesi, mai realizzata, del pedaggiamento di tratte stradali
convertibili in autostrade.
GLI STANZIAMENTI DI COMPETENZA PER L'ANAS
profilo temporale capitolo 7372
valori in milioni di euro
2.000
1.497,1
1.560,0
1.500
1.205,0
1.000
381,7
0,0
0,0
0,0
2010
2011
2012
500
538,1
381,2
2016
2015
2014
2013
2009
2008
0
Elaborazione Ance su DDL di stabilità 2016 e Bilancio dello Stato vari anni
7
L’Ente per le strade nel 2016 beneficerà, inoltre, dei finanziamenti specifici per singoli
interventi stradali, autorizzati dai provvedimenti degli ultimi anni, che l’Ance stima in
250,4 milioni di euro.
LEGGE DI STABILITA' 2016: LE RISORSE PER ANAS Spa
valori in milioni di euro
2016
2017
2018
Totale 20162018
224
200
200
624
1.160
1.483
1.550
4.193
1.200
1.300
1.300
3.800
-90
40
50
0
113
0
0
113
20
0
0
20
4
0
0
4
10
0
0
10
Tangenziale Esterna Est di Milano (cap 7537)
60
0
0
60
Programma Ponti e Gallerie Stradali (cap 7538)
65
60
101
226
Fondo per le infrastrutture ferroviarie e stradali
(cap 7372)
Contributo in conto capitale (cap 7372)
di cui: rifinanziamento Tab E
rimodulazione Tab E
Contratto di programma 2014: manutenzione
straordinaria (cap 7372)
SS n. 106 Jonica - Megalotto 2 (cap 7155)
SS 38 I° lotto - Variante di Morbegno II° stralcio
(cap 7519)
Asse stradale Lioni-Gottaminarda, svincolo di
Frigento-svincolo di San Teodoro (cap 7529)
-30
0
-20
-50
Collegamento tra la SS 640 e la A 19 AgrigentoCaltanisetta (cap 7541)
di cui: rimodulazione Tab E
77
0
0
77
Tangenziale di Novara (cap 7522)
0
32
0
32
15
15
30
60
1.747
1.790
1.881
5.418
Somme da assegnare per la realizzazione
dell'asse viario Marche-Umbria (cap 7521)
TOTALE
Elaborazione Ance su DDL di Stabilità 2016
Al fine di migliorare la capacità di programmazione e di spesa per investimenti
dell’Anas, nel corso dell’esame del DDL, è stato istituito, presso il Ministero delle
infrastrutture e trasporti, un fondo unico presso il quale sono state concentrare le
risorse destinate alle opere previste nel contratto di programma all’Ente per le strade.
Tali risorse verranno trasferite sul conto di tesoreria intestato all’Anas sulla base dello
stato di avanzamento degli interventi.
Il fondo ammonta a circa 2 miliardi di euro e, oltre a ricomprendere le risorse destinate
alle opere del contratto di programma, risulta rifinanziato per circa 200 milioni di euro3.
Tali risorse contribuiranno a dare maggiore stabilità al Piano pluriennale Anas 20152019 da 20,2 miliardi di euro in corso di approvazione definitiva (cfr. Box che segue).
L’importo di circa 200 milioni di euro corrisponde ad una prima stima dell’Ance, basata sul
confronto tra l’importo del fondo unico e la somma di tutti i capitoli di competenza dell’Anas
esistenti alla data di introduzione del fondo unico. Tale stima è tuttora in corso di verifica con gli
uffici ministeriali e con Anas.
3
8
Box – Piano pluriennale Anas 2015-2019 e contratto di Programma 2015
Il 25 novembre u.s., presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato presentato il
Piano pluriennale Anas 2015-2019 e contratto di Programma 2015 sui quali il Cipe ha già
espresso parere positivo nella seduta del 6 agosto 2015.
Nel dettaglio, il piano prevede investimenti per 20,2 miliardi di euro, di cui:

il 43,7%, pari a 8,8 miliardi di euro, per gli interventi di completamento di 520 km di
itinerari esistenti;

il 40,6%, pari a 8,2 miliardi di euro, per la manutenzione straordinaria e per le opere di
messa in sicurezza lungo 2.919 km;

il 15,7%, pari a 3,2 miliardi di euro, per la realizzazione di nuove opere su 204 km.
Complessivamente
i
lavori
interesseranno 3.643 km di strade.
Inoltre, il 63,4% delle risorse, pari a
12,8 miliardi, sono destinati al
Mezzogiorno e alle Isole, mentre il
36,6%, pari a 7,4 miliardi di euro,
andrà a finanziare interventi nel
Centro Nord. L’attenzione alle aree
meridionali dipende non solo dalla
maggiore presenza di rete in
gestione dell’Ente ma anche dalla
necessità di recuperare il gap
infrastrutturale esistente tra il Nord e
il Sud del Paese.
PIANO ANAS 2015-2019
composizione %
Completamento
di itinerari
8,8 miliardi €
43,7%
Manutenzione
straordinaria
8,2 miliardi €
40,6%
Nuove Opere
3,2 miliardi €
16%
Elaborazione Ance su documenti pubblici
Il Piano prevede interventi di riqualificazione o di manutenzione straordinaria su importanti
opere stradali quali:

Autostrada A3 Salerno Reggio Calabria (1.765 milioni di euro);

E45/E55 Orte-Mestre (1.671 milioni di euro);

Strada statale 106 "Jonica" (1.500 milioni di euro);

A19 "Palermo - Catania" (872 milioni di euro);

Strada statale 372 "Telesina" (658 milioni di euro);

Strada statale 16 "Adriatica" (593 milioni di euro);

Collegamenti con l'aeroporto di Malpensa (383 milioni di euro);

Strada statale 9 "Via Emilia" (374 milioni di euro);

Grande Raccordo Anulare di Roma (349 milioni di euro);

Strada statale 182 "delle Serre Calabre" (349 milioni di euro),

Strada statale 131 "Carlo Felice" (282 milioni di euro);

Strada statale 554 "Cagliaritana" (275 milioni di euro;

E78 "Grosseto Siena" (237 milioni di euro);

SS1 "Aurelia" (198 milioni di euro);

SS 67 "Tosco Romagnola" (136 milioni di euro).
9
Il Piano di investimenti dell’Anas potrà contare sulla forte iniezione di risorse prevista nel
disegno di legge di stabilità per il 2016 dalla quale emergono risorse aggiuntive per 6.800
milioni di euro, di cui 1.110 milioni di euro aggiuntivi nel 2016, 1.340 nel 2017, 1350 nel
2018 e 3.000 milioni nel biennio 2019-2020. Un profilo più stabile delle risorse disponibili,
come quello delineato dalla manovra di finanza pubblica per il 2016, contribuirà a dare una
maggiore certezza alla programmazione.
Inoltre, il Piano, in discontinuità con il passato, mostra una maggiore attenzione al tema della
manutenzione straordinaria, che riguarda più del 40% del totale degli investimenti. Questa
tipologia di interventi, oltre a determinare un aumento del ciclo di vita dell’infrastruttura, richiede
tempi di attivazione più veloci e potrà produrre effetti già nel 2016, dopo la conclusione dell’iter
di approvazione del Piano, prevista entro la prossima.
Infine, appare opportuno sottolineare che con il Piano viene avviato un processo di
trasferimento ad Anas di alcune arterie stradali regionali e provinciali, quantificate in circa
5.500 km che andranno a completare la rete attuale di 25.000 km di strade soprattutto nelle
aree del centro-nord del Paese.
Il Contratto di Programma Anas 2015 conferma l’attenzione agli interventi di
manutenzione straordinaria volti a valorizzare, conservare e mettere in sicurezza gli
asset esistenti.
Il Programma prevede 254 interventi per 1.115 miliardi di euro, di cui 534,08 milioni di euro per
completamenti di itinerari (47,9%); 520,46 milioni di euro per la Manutenzione Straordinaria
(46,7%); 44,80 milioni di euro per maggiori esigenze per lavori in corso (4,0%); 16 milioni di
euro per Fondi per progettazione (1,4%).
I 254 interventi infrastrutturali del Programma sono così ripartiti sul territorio nazionale:

55 interventi al Nord, per un investimento di 353,24 milioni di euro (32,3%);

47 al Centro, per un valore di 315,56 milioni di euro (28,9%);

152 al Sud, per un valore di 422,54 milioni di euro (38,7%).
Ferrovie dello Stato
Le risorse destinate alle Ferrovie dello Stato nel 2016, quale contributo in conto
impianti, subiranno, rispetto al quadro a legislazione vigente, una riduzione di 441
milioni di euro, più che compensata da rifinanziamenti previsti nel biennio successivo
per 1.100 milioni di euro.
Le Ferrovie dello Stato, nel triennio 2016-2018 potranno contare complessivamente su
8.337 milioni di euro. Tali risorse contribuiranno a dare concretezza al Contratto di
Programma 2012-2016 – parte investimenti, sottoscritto l’8 agosto 2014.
A ciò si aggiunga la proposta di privatizzazione del Gruppo Ferrovie dello Stato Spa,
attraverso il collocamento sul mercato di una quota pari al 40% del capitale della
capogruppo che dovrebbe consentire, oltre che una revisione della strategia aziendale,
il reperimento di ulteriori risorse finanziarie necessarie per gli investimenti senza
gravare sulle casse dello Stato.
Appare opportuno evidenziare che l’Ente beneficerà anche dei finanziamenti specifici
per singole tratte ferroviarie, autorizzati, in particolare, dai provvedimenti dell’ultimo
anno, quali il DL Sblocca Italia (DL 133/2014) e la Legge di Stabilità per il 2015 (Legge
190/2014), e dei fondi destinati alle reti transeuropee (TEN) nell’ambito del cosiddetto
Meccanismo per collegare l’Europa (CEF - Connecting Europe Facility).
10
LEGGE DI STABILITA' 2016: LE RISORSE PER LE FERROVIE DELLO STATO
Valori in milioni di euro
Contributo in conto impianti (cap. 7122)
di cui: riduzione Tab E
rifinanziamento Tab E
rimodilazione Tab E
Tunnel del Brennero e Terzo Valico dei Giovi (cap. 7122)
di cui: rifinanziamento Tab E
Tezo Valico dei Giovi e quadruplicamento FortezzaVerona (cap. 7122)
di cui: riduzione Tab E
rifinanziamento Tab E
Contratto di programma RFI: manutenzione straordinaria
(cap. 7122)
AV/AC Napoli-Bari: tratta Cancello Frasso Telesino
(cap.7122)
AV/AC Brescia-Verona e Napoli-Bari: I lotto costruttivo
(cap.7122)
di cui: riduzione Tab E
Adeguamento tracciato asse ferroviario adriatico BolognaLecce (cap.7122)
di cui: riduzione Tab E
rifinanziamento Tab E
AV/AC Milano-Verona: tratta Treviglio-Brescia 2° lotto
(cap.7515)
AV/AC Milano-Genova: Terzo Valico di Giovi - II lotto
(cap. 7518)
di cui: rimodulazione Tab E
Linea Ferroviaria Torino-Lione (cap. 7532)
di cui: rimodulazione Tab E
Collegamento ferroviario Piemonte-Valle D'Aosta (cap.
7540)
Soppressione e automazione di passaggi a livello
corridoio ferroviario adriatico Bologna-Lecce (cap. 7549)
Messa in sicurezza dell'asse ferroviario CuneoVentimiglia (cap. 7550)
Contributo quindicennale per avviare i lavori sulla tratta
Andora-finale Ligure (cap. 7563) (*)
TOTALE
2016
2017
2018
Totale
2016-2018
34,6
672,5
1.945,0
2.652,1
-250
0
0
-250
0
200
600
800
-41
41
0
0
100
200
400
700,0
0
0
200
200
70
170
120
360,0
-50
0
0
-50
0
50
0
50
750
750
750
2.250
50
0
0
50,0
70
320
320
710,0
-50
0
0
-50
100
50
150,0
-50
0
0
-50
0
50
0
50
185
0
0
185,1
138
230
120
488,3
0
-20
0
-20
121
103
294
516,6
-20
0
0
-20
60
0
0
60,3
15
15
15
45,0
4
25
0
29,0
47
47
47
141,0
1.745
2.582
4.011
8.337
(*) Lo stanziamento comprende la stima degli investimenti attivabili nel caso di mutui pluriennali con rata
annuale pari al limite di impegno previsto. Il tasso di interesse è riferito a quello applicato dalla Cassa
Depositi e Prestiti (2,420% per mutui quindicennali a decorrere dal 1/1/16)
Elaborazione Ance su Legge di Stabilità 2016
11
Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC)
Le risorse per lo sviluppo e la coesione continuano a rivestire un ruolo prioritario nella
politica infrastrutturale del Paese. In merito al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione
(FSC) si evidenzia, per la parte relativa alla programmazione 2014-2020, un anticipo
delle risorse già previste.
Risultano, infatti, rimodulate, nel 2016, circa 1.300 milioni di euro di competenza e 600
milioni di cassa, 923,3 milioni di euro, di competenza e di cassa, nel 2017 e circa 1.400
milioni nel 2018. L’anticipo di risorse per il 2016 può derivare dallo spostamento dei
progetti dalla vecchia programmazione (2007-2013) a quella nuova (2014-2020).
Si evidenzia, infine, la riduzione di circa 1.500 milioni di euro, definita nel corso
dell’esame alla Camera dei Deputato, finalizzata alla copertura delle misure di
incentivazione degli investimenti nel Mezzogiorno di cui all’art.1 co. 52-bis e seguenti.
LEGGE DI STABILITA' 2016 LE RISORSE DEL FONDO PER LO SVILUPPO E LA COESIONE
valori in milioni di euro
2016
Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013 (*)
di cui rimodulazione Tab. E
Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 (*)
di cui riduzione Tab. E
di cui rimodulazioneTab. E
TOTALE
2017
Totale
2019 e
2016-2018 successivi
2018
930
-
-
930
-
-670
-
-
-670
670
1.903
3.018
3.118
8.039
29.076
-367
-382
-382
-1.131
-367
1.290
923
1.338
3.551
-3.551
2.833
3.018
3.118
8.969
29.076
(*) Per la stima si considera il 40% degli importi
Elaborazione Ance su Legge di Stabilità 2016
Edilizia sanitaria
In materia di edilizia sanitaria si evidenzia lo spostamento al 2018 di 1.500 milioni
destinati all’edilizia sanitaria. In particolare, lo stanziamento previsto nel 2016 risulta
ridotto di 600 milioni di euro.
Edilizia scolastica
In merito alle risorse per l’edilizia scolastica si evidenzia il rifinanziamento per 50
milioni di euro del programma Scuole Innovative di cui all’art.1, comma 153 della
Legge 107/2015 (La Buona Scuola).
Tali risorse si aggiungono ai circa 300 milioni di euro, provenienti da fondi INAIL, già
previsti per il triennio 2015-2017 per la realizzazione di 30 scuole innovative dal punto
di vista architettonico, dell’impiantistica, della tecnologia, dell’efficienza energetica,
della sicurezza antisismica e strutturale in tutta Italia.
12
La norma, inserita all’art.1 comma 717 della Legge di Stabilità, specifica che il canoni
di locazione da corrispondere all’INAIL sono a carico dello Stato per 1,5 milioni di euro
annui dal 2018 al 2020.
Si evidenzia, altresì, la conferma, per il 2016, del quadro a legislazione vigente dal
quale emergono i finanziamenti previsti nell’ambito del cosiddetto “Decreto
Mutui” (DL 104/2013 e Decreto interministeriale 23 gennaio 2015), come rifinanziato
dalla Legge La Buona Scuola, che, attraverso un contributo pluriennale di 50 milioni di
euro, sono in grado di attivare investimenti complessivi per circa 1.100 milioni di euro.
La Legge di Stabilità interviene su questo programma di spesa con un rifinanziamento
di 200 milioni di euro di cui 50 nel 2017 e 150 nel 2018 confermando l’intenzione di
dare un profilo stabile ai finanziamenti da destinare al Piano triennale di edilizia
scolastica che, secondo quanto previsto nella Legge La Buona Scuola, verrà assunto
come base della programmazione nazionale degli interventi sugli edifici scolastici.
All’edilizia scolastica sono, inoltre, destinati una parte dei 495 milioni di contributo,
previsto all’articolo 1 comma 754 della Legge, a favore delle Province (245 milioni) e
delle Città metropolitane (250 milioni) per il finanziamento di interventi per la viabilità
e l’edilizia scolastica.
Infine, gli interventi di edilizia scolastica nel 2016 potranno beneficiare di un’apertura
dei vincoli di finanza pubblica, per un importo di 480 milioni di euro. Ciò significa
che i Comuni potranno impegnare maggiori risorse a favore di interventi sulle
scuole nel 2016.
Rischio idrogeologico
Per quanto riguarda le risorse destinate alla messa in sicurezza del territorio contro il
dissesto idrogeologico, la Legge di Stabilità per il 2016 prevede uno stanziamento
aggiuntivo nel triennio 2016-2018 di 250 milioni di euro, di cui 50 milioni per ciascuno
degli anni 2016 e 2017 e 150 milioni nel 2018, che si aggiunge ai fondi già previsti a
legislazione vigente (nel 2016 pari a 150 milioni di euro).
Tali fondi, uniti alle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) che, in sede
di ripartizione verranno destinate a questa finalità, andranno a finanziare il secondo
piano stralcio per le città metropolitane.
Box - Rischio idrogeologico: accordi di programma 2014-2020
L’attuale Governo ha compreso l’urgenza di un intervento per la messa in sicurezza del
territorio in modo da garantire, in primo luogo, l’incolumità dei cittadini ed evitare, al tempo
stesso, gli onerosi interventi ex post, conseguenti ad eventi catastrofici.
A maggio 2014, è stata istituita una specifica Struttura di Missione presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri (#ItaliaSicura) con l’obiettivo di rafforzare la governance, per superare le
criticità che in passato hanno ritardato l’attuazione dei piani finanziati, quali la frammentazione
dei programmi, la molteplicità delle procedure e l’incertezza sulla disponibilità delle risorse.
A novembre 2014, il Governo ha annunciato la volontà di finanziare un Piano nazionale
contro il dissesto idrogeologico 2014-2020, per un importo complessivo di circa 7
miliardi di euro con risorse a valere sulla programmazione 2014-2020 del Fondo Sviluppo e
coesione (5 miliardi di euro) e dei fondi strutturali europei (2 miliardi di euro).
In attesa della ripartizione del Fondo Sviluppo e Coesione, necessaria per dare certezza
finanziaria a tale Piano pluriennale, è stato avviato un Piano stralcio, da 1.300 milioni di euro,
13
relativo a 132 interventi tempestivamente cantierabili, contro le alluvioni nelle città
metropolitane e nelle aree urbane a maggiore rischio.
Il Cipe, con delibera del 20 febbraio 2015 n.32 (pubblicata in G.U. il 4 luglio 2015), ha destinato
a questo Piano stralcio i primi 600 milioni (450 milioni come anticipazione a valere sul FSC
2014-2020 e 150 milioni già previsti a legislazione vigente) che sono stati destinati ad una prima
tranche di interventi del Piano stralcio, definiti con DPCM del 15 settembre 2015 che ha
individuato 33 interventi urgenti per un fabbisogno di 654,2 milioni di euro.
Il 4 novembre 2015, sono stati firmati tra Governo e Regioni i primi 7 Accordi di programma
del Piano nazionale di riduzione del rischio idrogeologico 2014-2020 che hanno consentito
l’avvio della fase operativa.
Si fornisce una sintesi degli Accordi
sottoscritti (cfr. tabella).
I più grandi interventi riguardano la
Liguria (2 interventi sul Bisagno per
260 milioni di euro) ed il Veneto (1
intervento sulla rete idraulica del
Bacino Lusore da 67,5 milioni di
euro). Per il dettaglio completo
degli interventi previsti, si rimanda
all’allegato tecnico reso disponibile
dalla Struttura di Missione sul
rischio idrogeologico.
ACCORDI DI PROGRAMMA PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO
IDROGEOLOGICO - NOVEMBRE 2015 - Valori in milioni di euro
N. OPERE
IMPORTO
DI CUI FINANZIAMENTO
STATALE
Abruzzo
1
54,80
54,80
Emilia-Romagna
6
43,42
27,28
Liguria
4
315,00
275,00
Lombardia
8
145,66
112,43
Sardegna
1
25,30
16,30
Toscana
10
106,68
69,24
Veneto
3
109,80
104,13
TOTALE
33
800,66
659,18
REGIONE
Elaborazione Ance su documenti Struttura di Missione per il rischio idrogeologico
In base al cronoprogramma reso
disponibile da Governo, il 50% della spesa (400 milioni su 801) programmata con gli Accordi è
previsto nel biennio 2016-2017.
ACCORDI DI PROGRAMMA PER LA RIDUZIONE DEL
RISCHIO IDROGEOLOGICO - PREVISIONI ANNUALI DI
SPESA - Valori in milioni di euro
250
210
200
TOTALE
801 M€
190
156
150
120
100
68
47
50
5
0
2016
2017
2018
2019
2020
2021
2022
Elaborazione Ance su documenti ufficiali - Struttura di Missione Rischio idrogeologico
Per quanto riguarda il contenuto degli accordi di programma, si evidenziano le seguenti
modifiche rispetto a quelli sottoscritti con riferimento nel biennio 2010-2011:

Conferma del ruolo di Commissario straordinario attribuito ai Presidenti regionali;

Rafforzamento dei poteri di controllo dell’ANAC;

Rafforzamento del monitoraggio degli interventi e della governance istituzionale in
generale.
14
Clausola europea per gli investimenti pubblici
Nella Legge di Stabilità per il 2016, il tema del rilancio degli investimenti infrastrutturali
è legato in particolare alla clausola europea degli investimenti pubblici (0,3% del
PIL, pari a circa 5 miliardi di euro), come preannunciato nella Nota di aggiornamento
del DEF, approvata il 18 settembre scorso.
Si tratta di una misura che, se da un lato garantisce al Paese di ottenere uno spazio
maggiore in termini di deficit pubblico, dall’altro impegna il Governo ad accelerare la
spesa nell’ambito di programmi già approvati o a stanziare nuove risorse.
Secondo l’Esecutivo nazionale, la clausola permetterà di accelerare principalmente la
spesa nell’ambito di programmi e progetti cofinanziati dall’Unione Europea, per un
importo complessivo di 5.150 milioni di euro aggiuntivi.
La tabella che segue, tratta dal Documento Programmatico di bilancio 2016 inviato dal
Governo alla Commissione Europea il 15 ottobre u.s., riporta per ciascun fondo o
strumento di co-finanziamento UE le principali categorie di progetti. Nell’ambito di
questo programma di interventi, l’Ance stima in circa 3.500 milioni di euro le risorse
relative ad interventi infrastrutturali.
Le risorse relative alle opere pubbliche riguardano in particolare:

1.050 milioni di euro del CEF (Connecting Europe Facility), il cosiddetto
Meccanismo per collegare l’Europa, destinato alla realizzazione delle reti
transeuropee (TEN) di trasporto, energetiche e di comunicazioni.
Nell’ambito del programma relativo ai trasporti, a luglio 2015, la Commissione
ha selezionato 15 progetti prioritari italiani (Tunnel del Brennero, Torino-Lione,
Collegamento Chiasso-Milano, ecc.) per un importo di finanziamenti europei di
circa 1,2 miliardi di euro ed un volume totale di investimenti pari a circa 5,6
miliardi di euro nel periodo 2014-2020.

1.050 milioni di euro del FEIS, ovvero del Fondo europeo per gli investimenti
strategici, previsto nell’ambito del cosiddetto Piano Juncker, il grande piano di
investimenti da 315 miliardi di euro da realizzare nei prossimi tre anni attraverso
operazioni di partenariato pubblico privato. Gli interventi riguarderanno, tra
l’altro, grandi infrastrutture strategiche (reti di trasporto, digitale ed energia) e
interventi di riduzione del rischio idrogeologico e di edilizia scolastica.

1.400 milioni di euro di fondi strutturali europei nell’ambito del FESR
(Fondo europeo per lo sviluppo regionale) destinato in gran parte a interventi
infrastrutturali (trasporti e reti infrastrutturali, agenda digitale, protezione
dell’ambiente e prevenzione dei rischi, turismo e cultura,…).
15
SPESA NAZIONALE RELATIVA A PROGETTI COFINANZIATI DALLA UE PER LA CLAUSOLA INVESTIMENTI
valori in miloni di euro
Categoria di spesa
di cui
FEIS
Totale spesa
CEF
cofinanziamento
Piano
investimenti
Reti TEN
Juncker
UE
FESR
FSE
YEI
FEAS
R
Trasporti e reti infrastrutturali
3.100
1.850
Agenda digitale
1.670
690
Competitività PMI
1.300
550
Occupazione e mobilità del lavoro
1.280
530
-
310
Istruzione
750
260
150
100
Ricerca e innovazione
650
220
180
40
Energia e efficienza energetica
600
280
100
180
Protezione dell'ambiente e prevenzione rischi
600
270
150
Inclusione sociale
500
200
-
Infrastrutture sociali
350
100
100
Turismo e cultura
350
150
100
Rafforzamento capacità istituzionale
150
50
10
40
11.300
5.150
1.400
600
TOTALE
1.050
Fondi Strutturali Europei
1.050
650
150
400
260
30
200
300
1.050
200
FEAM
P
50
20
10
120
150
50
50
200
800
50
Fonte: Documento Programmatico di bilancio 2016
I finanziamenti in grado di attivare domanda di attività edilizia riguardano
prevalentemente le grandi infrastrutture a rete (strade, ferrovie, banda larga) e, in
misura residuale, l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza del territorio.
Secondo le valutazioni dell’Ance, però, gli effetti aggiuntivi derivanti dall’applicazione
della clausola europea per gli investimenti non si manifestano esclusivamente
all’interno di questo programma. Una parte dei progetti ricompresi nel programma
inviato a Bruxelles, infatti, sarebbe stata comunque realizzata nel 2016. La richiesta di
flessibilità presentata per questi progetti consente di liberare spazi per finanziare
altre misure di rilancio degli investimenti (Anas, superamento Patto di stabilità
interno).
La misura è senz’altro positiva perché, unita alle disposizioni volte all’accelerazione
degli interventi cofinanziati dall’Unione europea previsti nello stesso DDL, segna un
cambiamento di approccio che privilegia l’effettiva realizzazione degli
investimenti.
Un altro elemento positivo deriva dal fatto che, in base alle regole europee sulla
flessibilità, l’azione del Governo per il rilancio infrastrutturale sarà misurata
dall’Europa sulla base dei risultati raggiunti, e quindi di lavori realizzati e pagati alle
imprese, e non genericamente sulla base di stanziamenti o previsioni di spesa.
Tale necessità è stata evidenziata anche dalla Commissione europea nel suo parere
sui documenti di bilancio italiani, pubblicato il 17 novembre.
In tale documento, la Commissione europea indica, infatti, che verificherà con grande
attenzione che la clausola di flessibilità europea sia concretamente utilizzata per
aumentare il livello degli investimenti pubblici.
16
Box – La clausola europea per gli investimenti
A gennaio 2015, la Commissione Europea ha pubblicato nuove linee guida per la
valutazione dei bilanci all’interno del Patto di stabilità e Crescita. Le tre clausole previste,
che consentono di ottenere flessibilità, riguardano le riforme, il ciclo economico e gli
investimenti.
Per quanto riguarda gli investimenti, un tentativo di introduzione di clausola di flessibilità era già
stato effettuato nel periodo 2013-2015 dalla Commissione europea, su iniziativa del Presidente
Barroso e del Vice Presidente Rehn.
Tale iniziativa aveva prodotto scarsi risultati: secondo le stime dell’Ance, nel periodo 2013-20
15, la flessibilità, concessa a soli tre Paesi (Bulgaria, Romania e Slovacchia), è stata pari a
circa 982 milioni di euro (0,007% del PIL europeo).
Dopo la pubblicazione delle
nuove linee guida ad inizio
2015, l’Italia ha presentato
una
richiesta
molto
ambiziosa che segna un
vero e proprio cambiamento
nell’applicazione delle regole
di governance economica a
livello europeo, in particolare
per quanto riguarda gli
investimenti.
L’Italia è, infatti, l’unico
Paese Europeo ad avere
chiesto l’applicazione della
clausola per gli investimenti.
I 5,2 miliardi di euro di flessibilità chiesti dall’Italia valgono più di 5 volte la flessibilità finora
concessa per gli investimenti nel triennio 2013-2015.
17
Superamento del Patto di stabilità interno e rilancio degli investimenti
locali
La Legge di Stabilità per il 2016 cancella il Patto di stabilità interno, introdotto
nell’ordinamento italiano alla fine degli anni ‘90.
Il superamento del Patto di stabilità interno, con contestuale passaggio al cosiddetto
“pareggio di bilancio”, permetterà agli enti territoriali (Comuni, Province, Città
Metropolitane e Regioni a statuto ordinario + Regione Sardegna) di liberare i
pagamenti pregressi alle imprese per le quali la P.A. disponga di risorse in cassa,
superando un problema che ha creato ingenti difficoltà alle imprese negli ultimi otto
anni, e di accelerare la realizzazione di opere già contrattualizzate (iscritte nei
residui passivi).
Allo stesso tempo, il superamento del Patto permetterà di rilanciare gli investimenti
degli enti territoriali, attraverso la cancellazione di una gestione schizofrenica,
vigente finora, basata su una distribuzione “a tavolino” dei tetti di spesa tra gli enti
locali, senza tenere conto dello stato reale delle finanze degli enti.
La Legge di Stabilità segna, finalmente, il ritorno ad una gestione basata su un
principio di buon senso, in base al quale gli Enti possono effettivamente spendere le
risorse che hanno a disposizione, pur in una condizione di bilancio in equilibrio.
Nel corso degli ultimi anni, il Patto di stabilità interno degli enti locali ha determinato
una progressiva riduzione della spesa in conto capitale a livello locale. Secondo i dati
della Ragioneria dello Stato, infatti, tra il 2008 ed il 2014, a fronte di un leggero
aumento delle spese complessive (+3%), i Comuni hanno ridotto del 47% le spese in
conto capitale e aumentato del 17% le spese correnti.
Questa tendenza si è interrotta nel 2015 a seguito di un primo intervento di
allentamento del Patto di stabilità interno, contenuto nella Legge di Stabilità dell’anno
scorso, che ha autorizzato i Comuni dotati di adeguate capacità finanziarie a spendere
maggiormente rispetto al 2014.
Grazie a questo primo intervento, nei primi 9 mesi del 2015, secondo i dati della
Ragioneria dello Stato, le spese in conto capitale sono aumentate del 6%, pari a circa
435 milioni di euro, a fronte di una sostanziale stazionarietà della spesa corrente.
Se questa tendenza sarà confermata nell’ultimo trimestre 2015, tra il 2008 e il 2015, i
Comuni avranno ridotto complessivamente del 44% le spese in conto capitale, a fronte
di un aumento del 17% delle spese correnti.
18
La riforma dei vincoli di bilancio fissati per gli enti territoriali introduce elementi di novità
in grado di consentire una ripresa delle spese in conto capitale nel 2016.
A questi effetti, potrebbe aggiungersi quello di un’ulteriore apertura dei vincoli di
finanza pubblica, per un importo di 500 milioni di euro nel 2016, per interventi di edilizia
scolastica. Tale ulteriore misura risulta comunque condizionata alla concessione della
clausola per i migranti richiesta dall’Italia alla Commissione Europea.
Infine, la Legge di Stabilità conferma i meccanismi di ridistribuzione degli obiettivi di
finanza pubblica già previsti dalla disciplina del Patto di stabilità interno. Nella
fattispecie, vengono introdotti il Pareggio di bilancio “verticale” e Pareggio di bilancio
“orizzontale nazionale”.
Il superamento del Patto di stabilità interno costituisce una misura molto
positiva che recepisce un’istanza che l’Ance ha presentato ripetutamente nel
corso degli ultimi anni e, da ultimo, in sede di proposte per la Legge di Stabilità
2016.
Allo stesso tempo, va sottolineato che la possibilità di concretizzare queste
premesse positive in investimenti pubblici dipenderà in parte dalle scelte di
bilancio che saranno operate dagli enti territoriali all’interno dei contorni delineati dalla
Manovra.
La Manovra di rilancio degli investimenti si basa quindi, in parte, su una scommessa
dello stesso Governo che prevede che gli enti utilizzino lo spazio concesso per fare
investimenti (e non per la spesa corrente); una scommessa comunque rischiosa
perché se fosse disattesa, potrebbe determinare, a consuntivo (fine 2016), la mancata
concessione dei benefici della clausola per gli investimenti da parte della Commissione
Europea e quindi l’apertura di una procedura di infrazione.
Box – L’allegato infrastrutture al def 2015: la scelta delle priorità nell’ambito del
programma infrastrutture strategiche
Il Consiglio dei Ministri il 13 novembre 2015. ha approvato, su proposta del Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, l’adeguamento della Prima Parte dell’Allegato Infrastrutture 2015
(Quadro generale della programmazione delle infrastrutture di trasporto) alle indicazioni della
Commissione Europea per l’utilizzo dei fondi strutturali 2014-2020.
Tale adeguamento si è reso necessario per l'avvio della fase attuativa del PON Infrastrutture e
Reti 2014-2020 da 1,8 miliardi di euro.
Non emergono, invece, novità in merito al Programma infrastrutture strategiche (PIS) rispetto a
quanto indicato nell’Allegato infrastrutture di aprile 2015 che, nell’indentificare le linee
strategiche nazionali in tema di politica infrastrutturale, ha operato una selezione degli interventi
previsti nel Programma infrastrutture strategiche (PIS), individuando 25 opere prioritarie per
un costo totale di 70,9 miliardi di euro finanziati per 48 miliardi, pari al 67,7%.
Le opere prioritarie sono state selezionate sulla base di tali indirizzi strategici:

potenziamento delle linee ferroviarie lungo le reti TEN con priorità per quelle di valico e
del Sud;

rafforzamento della mobilità sostenibile delle aree metropolitane più congestionate;

intervento sulle tratte viarie più congestionate e sui collegamenti mancanti con la rete
centrale;
 salvaguardia della laguna veneta (MO.S.E).
La selezione ha tenuto conto dell’integrazione dell’opera con le reti europee e territoriali, dello
stato di avanzamento e della possibilità di finanziamento prevalente con capitale privato.
19
Le opere selezionate riguardano per l’85% interventi di elevata rilevanza strategica in quanto
incluse nei principali strumenti di programmazione comunitaria (Fondo europeo per gli
investimenti strategici, Fondi Strutturali, ecc.) e nazionale (Contratti di programma Anas e RFI)
già approvati.
La ripartizione per settore mostra, accanto agli interventi su strade e ferrovie, un peso
significativo degli interventi per le metropolitane nei centri urbani.
ALLEGATO INFRASTRUTTURE DEF 2015: RIPARTIZIONE PER SETTORE
DELLE OPERE PRIORITARIE - milioni di euro
di cui
Fabbisogno
risorse
triennio
private
Costo
%
Risorse
disponibili
%
28.034
25.269
5.493
12.140
40%
36%
8%
17%
15.055
17.300
5.272
10.373
31%
36%
11%
22%
0
6.466
0
395
2.152
0
221
1.110
TOTALE
70.936
100%
48.000
Fonte: DEF 2015 - XII Allegato Infrastrutture
100%
6.861
3.483
Settore
Ferrovie
Strade
MO.S.E
Metropolitane
Per quanto riguarda lo stato di attuazione, si evidenzia che circa il 65% del costo totale è
relativo a opere in realizzazione, mentre la restante parte è in progettazione.
Per la prosecuzione di tali interventi, l’Allegato infrastrutture quantifica in 3.483 milioni di
euro il fabbisogno di nuove risorse pubbliche nel triennio 2016-2018, relativi quasi
completamente agli interventi ferroviari e alle metropolitane.
Tale fabbisogno risulta in parte coperto dai finanziamento previsti nel DDL di stabilità per il 2016
e dai fondi destinati alle reti transeuropee (TEN) nell’ambito del cosiddetto Meccanismo per
collegare l’Europa (CEF - Connecting Europe Facility).
La scelta di individuare delle priorità nell’ambito del Programma Infrastrutture strategiche non
può che essere accolta con favore dall’Ance che, fin dall’approvazione del Programma, nel
2001, ha sempre denunciato l’eccessiva vastità del piano e la sproporzione tra gli impegni
assunti e le effettive disponibilità finanziarie, che è stata sempre confermata dalle analisi svolte
periodicamente sull’attuazione delle opere.
Al di là del giudizio sul merito delle scelte sulle singole opere, è da apprezzare, quindi, questo
ulteriore sforzo di sintesi che potrà dare maggiore certezza alla programmazione del prossimo
triennio.
A livello programmatico, nei prossimi mesi, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sarà
impegnato:

nella ridefinizione di Accordi Quadro da stipulare con le Regioni per l’individuazione
delle opere prioritarie e relative fonti di finanziamento (lavoro funzionale anche alla
programmazione delle risorse del FSC 2014-2020);

nello sviluppo delle linee strategiche contenute nell’Allegato Infrastrutture, al fine della
predisposizione di un nuovo PGT (Piano Generale dei Trasporti): Sviluppo della rete
ferroviaria nazionale, Connessione con Porti e Aeroporti strategici, Manutenzione
stradale, Progetti integrati di mobilità urbana sostenibile, Sistemi di Trasporto
Intelligenti-ITS;

nella predisposizione del Documento Pluriennale di Pianificazione (DPP), previsto dal
D.Lgs.228/2011, contenente una revisione del Programma delle Infrastrutture
Strategiche.
20