160126-ANCE-LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE pdf 875,5
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DIREZIONE AFFARI ECONOMICI E CENTRO STUDI LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE NELLA LEGGE DI STABILITÀ PER IL 2016 Legge 28 dicembre 2015, n.208 Gennaio 2016 Sommario Sintesi .......................................................................................................................... 3 Le risorse per le infrastrutture nella Legge di stabilità per il 2016 .......................... 5 Box – Piano pluriennale Anas 2015-2019 e contratto di Programma 2015............. 9 Box - Rischio idrogeologico: accordi di programma 2014-2020............................ 13 Clausola europea per gli investimenti pubblici ...................................................... 15 Box – La clausola europea per gli investimenti .................................................... 17 Superamento del Patto di stabilità interno e rilancio degli investimenti locali .... 18 Box – L’allegato infrastrutture al def 2015: la scelta delle priorità nell’ambito del programma infrastrutture strategiche ................................................................... 19 Sintesi La Legge di Stabilità per il 2016 esprime la volontà del Governo di basare la ripresa dell’economia italiana anche sul rilancio degli investimenti pubblici. Da questo punto di vista, la manovra di finanza pubblica offre le condizioni per sostenere una decisa ripresa del comparto delle opere pubbliche. Le misure riguardano principalmente la cancellazione del Patto di stabilità interno, l’accelerazione della spesa da realizzare nel 2016, grazie all’utilizzo della clausola europea per gli investimenti, e l’interruzione dei continui tagli agli stanziamenti per nuove infrastrutture. Inoltre, allargando l’analisi ad un orizzonte temporale più ampio, emerge l’intenzione di offrire una maggiore stabilità finanziaria ad alcuni importanti programmi di spesa come l’edilizia scolastica, il rischio idrogeologico, il Piano pluriennale Anas 2015-2019, il Contratto di programma delle Ferrovie dello Stato. Secondo la stima dell’Ance, la Legge di Stabilità per il 2016, registra un incremento di circa l’8% in termini reali delle risorse per nuove infrastrutture iscritte nel Bilancio dello Stato per il 2016 rispetto all’anno precedente, interrompendo il trend decrescente delle risorse per le opere pubbliche, che dal 2008 al 2015 hanno subito un taglio complessivo del 42,6%. Tale aumento delle risorse sembra interrompere una politica di bilancio che, negli ultimi anni, ha sempre penalizzato la spesa in conto capitale. Dal 2008, anno dello scoppio della crisi, al 2015, l’analisi sul Bilancio dello Stato segna, infatti, una riduzione del 42,8% in termini reali degli stanziamenti per spese in conto capitale, a fronte di spese correnti al netto degli interessi in aumento (+11,7%). Tale tendenza nelle decisioni di spesa si è riscontrata anche a livello locale, con una dinamica analoga sulle spese effettivamente sostenute. Secondo i dati della Ragioneria dello Stato, infatti, tra il 2008 e il 2014, i Comuni hanno ridotto del 47% le spese in conto capitale e aumentato del 17% quelle correnti. La ragione di tale andamento è rintracciabile nelle regole di funzionamento del Patto di stabilità interno che, a partire dalla sua introduzione nel 2008, ha determinato una progressiva, drastica, riduzione della spesa in conto capitale degli enti locali, senza al contempo riuscire a contenere, in alcun modo, le spese correnti. Ora, attraverso la soppressione del Patto di stabilità interno e il contestuale passaggio al cosiddetto “pareggio di bilancio”, previsti nella Legge di Stabilità, gli enti territoriali potranno finalmente liberare i pagamenti pregressi alle imprese, superando un problema che ha creato enormi difficoltà alle imprese negli ultimi otto anni. Allo stesso tempo, il superamento del Patto consentirà di superare tutte le distorsioni sulla spesa in conto capitale provocate in questi anni dalle regole di finanza pubblica a livello territoriale. Ciò dovrebbe permettere di rilanciare l’attività di investimento attraverso interventi utili al territorio e al benessere dei cittadini, come quelli di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, in grado, inoltre, di sostenere il sistema economico a livello locale. 3 L’attuazione di questi interventi e l’accelerazione di altri già avviati nel 2016 sarà possibile grazie alla clausola europea per gli investimenti che potrebbe aumentare di 3,5 miliardi di euro la spesa del 2016 in infrastrutture e quindi liberare importanti risorse rimaste finora bloccate. Naturalmente, sarà necessaria un’attenta verifica dell’efficacia di tali opportunità. Gli enti territoriali dovranno dimostrare di sfruttare lo spazio concesso per fare investimenti e non per alimentare ulteriormente la spese corrente, in molti casi improduttiva. Le amministrazioni dovranno spendere bene e in maniera efficace le risorse liberate grazie alla clausola europea per gli investimenti, concentrando la propria azione su interventi realmente in grado di innescare la crescita e rimuovendo le incrostazioni che hanno bloccato la spesa in questi anni. La Legge di stabilità per il 2016 contiene, quindi, strumenti per sostenere la ripresa del settore delle costruzioni e dell’intera economia, segnando un importante cambiamento di approccio che, oltre a privilegiare l’effettiva realizzazione degli investimenti già nel 2016, fornisce maggiore stabilità finanziaria ai programmi infrastrutturali e ai grandi soggetti attuatori su un orizzonte pluriennale. L’Anas, ad esempio, potrà contare nel 2016 sulla forte iniezione di risorse prevista nella Legge di stabilità per il 2016, quale contributo in conto capitale, per 6.800 milioni di euro, di cui 1.110 milioni nel 2016, 1.340 milioni nel 2017, 1.350 milioni nel 2018 e 3.000 milioni nel biennio 2019-2020. Tali risorse consentiranno, peraltro, di dare maggiore certezza alla programmazione dell’Ente definita nell’ambito del Piano pluriennale Anas 2015-2019 da 20,2 miliardi di euro in corso di approvazione definitiva. Un discorso analogo riguarda anche le Ferrovie dello Stato che nel triennio 2016-2018 potranno contare su 8.337 milioni di euro. Tali risorse contribuiranno a dare concretezza al Contratto di Programma 2012-2016. La volontà del Governo di garantire un profilo più stabile ai finanziamenti riguarda anche i programmi di spesa relativi all’edilizia scolastica e al rischio idrogeologico. Maggiore stabilità e certezza emerge anche con riferimento al Programma delle infrastrutture strategiche, rispetto al quale il Governo, nell’Allegato infrastrutture al DEF 2015 di aprile 2015, ha avviato un processo di revisione che ha individuato 25 interventi per un costo di 70,9 miliardi di euro, e un fabbisogno di nuove risorse pubbliche, nel triennio 2015-2018, di 3,5 miliardi di euro. 4 Le risorse per le infrastrutture nella Legge di stabilità per il 2016 L’analisi della Legge di Stabilità per il 2016 (Legge n. 208 del 28 dicembre 2015) porta a stimare un aumento degli stanziamenti per nuove infrastrutture nel 2016 del 7,9% in termini reali rispetto al 2015. MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER L'ANNO 2016 Risorse per nuove infrastrutture (1) valori in milioni di euro Risorse a legislazione vigente * 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 18.907 16.478 15.216 12.666 11.516 14.604 13.124 1.828 1.828 10.389 10.301 Consistenza dei capitoli secondo la Tabella E Articolato Totale risorse 1.336 18.907 16.478 15.216 12.666 Variazioni in termini nominali -12,8% -7,7% -16,8% Variazioni in termini reali** -14,3% -10,1% -20,2% 11.516 14.604 13.124 -9,1% + 26,8% - 10,1% - 9,9% + 25,9% - 9,9% 12.217 13.465 - 6,9% + 10,2% - 8,5% + 7,9% (1) Per gli anni 2008-2011 le risorse sono al netto dei finanziamenti per la rete ad Alta Velocità/Alta Capacità * Nel 2016 le risorse a legislazione vigente si suppongono costanti rispetto al 2015 ** Deflatore delle costruzioni: 2,1% nel 2016 Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato - vari anni e su Legge di Stabilità 2016 La stima è stata realizzata confrontando le risorse iscritte nel bilancio dello Stato per il 2015 con quelle che, sulla base delle previsioni contenute nella Tabella E e nell’articolato della Legge di Stabilità, sono iscritte nel bilancio 20161. Nel corso dell’esame parlamentare del Disegno di legge è emerso un rafforzamento della volontà del Governo di rilanciare gli investimenti in opere pubbliche. In particolare, nell’articolato della legge è stata inserita una norma, nell’ambito delle misure proposte al fine di rafforzare la sicurezza nazionale in conseguenza dei gravi fatti di terrorismo di Parigi, che prevede il finanziamento di 500 milioni di euro per un Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. Inoltre, al fine di migliorare la capacità di programmazione e di spesa per investimenti dell’Anas è stato istituito, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e trasporti, un fondo unico per gli investimenti dell’ente che, oltre a ricomprendere le risorse destinate alle opere del contratto di programma, risulta rifinanziato per circa 200 milioni di euro2. 1 Nel calcolo si è stimata l’invarianza dei capitoli di bilancio che non sono stati modificati dalla manovra finanziaria. Solo una volta completata l’analisi dei singoli capitoli del bilancio dello Stato destinati a nuovi investimenti infrastrutturali, sarà possibile offrire un quadro definitivo degli effetti sulla manovra di finanza pubblica. 2 L’importo di circa 200 milioni di euro corrisponde ad una prima stima dell’Ance, basata sul confronto tra l’importo del fondo unico e la somma di tutti i capitoli di competenza dell’Anas esistenti alla data di introduzione del fondo unico. Tale stima è tuttora in corso di verifica con gli uffici ministeriali e con Anas. 5 MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER IL TRIENNIO 2016-2018 Risorse per nuove infrastrutture previste nell'articolato valori in milioni di euro 2016 0 2017 70 2018 65 Totale 135 30 30 30 90 Scuola per l'Europa di Parma (art.1, co. 342) Restauro rione Sassi di Matera (art.1, co. 347) 4 5 0 5 0 5 4 15 Riqualificazione e rigenerazione urbana BarlettaAndria-Bari (art.1, co. 364 ) 5 5 5 15 265 0 0 265 Bonifica dei siti di interesse nazionale (art. 1, co. 476) 10 10 10 30 Ciclovie turistiche (art. 1, co. 640) 17 37 37 91 5 10 10 25 Contributo a favore di province e città metropolitane per viabilità ed edilizia scolastica (art.1, co. 754) 495 470 470 1.435 Piano periferie (art.1, co. 978) 500 0 0 500 1.336 637 632 2.605 Grandi progetti beni culturali (Art.1, co. 337) Interventi di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione dei beni culturali (art,1, co. 338) Ricostruzione sisma del 20-29 maggio 2012 (art. 1, co. 440, 443 e 444) Interventi di salvaguardia di Venezia (art. 1, co. 741) Totale risorse Elaborazione Ance su Legge di Stabilità 2016 Le risorse per nuove opere pubbliche interrompono, quindi, la pesante caduta registrata a partire dal 2009, ad eccezione del 2013 in cui hanno subito un forte incremento legato esclusivamente alle dinamiche del Fondo Sviluppo e Coesione. RISORSE DISPONIBILI PER NUOVE INFRASTRUTTURE Milioni di euro 2015 80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 Competenza TAV 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 0 Residui Passivi Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato-vari anni e Legge di Stabilità 2016 6 Appare opportuno ricordare che la politica di bilancio degli ultimi anni ha sempre penalizzato la spesa in conto capitale, nonostante costituisca uno degli ambiti principali sui quali definire politiche per sostenere la crescita e lo sviluppo economico. Dal 2008, anno dello scoppio della crisi, al 2015, l’analisi sul Bilancio dello Stato segna, infatti, una riduzione del 42,8% in termini reali degli stanziamenti per spese in conto capitale, a fronte di spese correnti al netto degli interessi in aumento (+11,7%). Oltre ad interrompere il crollo delle risorse destinate agli investimenti infrastrutturali la Legge di Stabilità per il 2016 segna un importante cambiamento di approccio nella politica infrastrutturale perché, oltre a privilegiare l’effettiva realizzazione degli investimenti già nel 2016, fornisce maggiore stabilità finanziaria su un orizzonte di medio periodo ai programmi infrastrutturali e ai grandi soggetti attuatori. Anas Dall’analisi delle tabelle allegate alla Legge di Stabilità emerge un importante rifinanziamento del contributo in conto capitale dell’Anas, che potrà contare fino al 2020 di 6.800 milioni di euro, di cui 1.110 milioni di euro aggiuntivi nel 2016, 1.340 nel 2017, 1.350 nel 2018 e 3.000 milioni nel biennio 2019-2020. In questo modo, risulta assicurato un livello di risorse più adeguato alle necessità di investimento dell’Ente, tale da compensare il mancato inserimento nella Legge di Stabilità della norma, preannunciata inizialmente, che avrebbe dovuto garantire all’Anas un finanziamento stabile nel tempo attraverso la previsione di un’accisa sui carburanti. Grazie a questo finanziamento, le risorse destinate nel 2016 all’Anas torneranno ai livelli precedenti al 2010, anno in cui i contributi per l’Ente sono stati azzerati in concomitanza con l’ipotesi, mai realizzata, del pedaggiamento di tratte stradali convertibili in autostrade. GLI STANZIAMENTI DI COMPETENZA PER L'ANAS profilo temporale capitolo 7372 valori in milioni di euro 2.000 1.497,1 1.560,0 1.500 1.205,0 1.000 381,7 0,0 0,0 0,0 2010 2011 2012 500 538,1 381,2 2016 2015 2014 2013 2009 2008 0 Elaborazione Ance su DDL di stabilità 2016 e Bilancio dello Stato vari anni 7 L’Ente per le strade nel 2016 beneficerà, inoltre, dei finanziamenti specifici per singoli interventi stradali, autorizzati dai provvedimenti degli ultimi anni, che l’Ance stima in 250,4 milioni di euro. LEGGE DI STABILITA' 2016: LE RISORSE PER ANAS Spa valori in milioni di euro 2016 2017 2018 Totale 20162018 224 200 200 624 1.160 1.483 1.550 4.193 1.200 1.300 1.300 3.800 -90 40 50 0 113 0 0 113 20 0 0 20 4 0 0 4 10 0 0 10 Tangenziale Esterna Est di Milano (cap 7537) 60 0 0 60 Programma Ponti e Gallerie Stradali (cap 7538) 65 60 101 226 Fondo per le infrastrutture ferroviarie e stradali (cap 7372) Contributo in conto capitale (cap 7372) di cui: rifinanziamento Tab E rimodulazione Tab E Contratto di programma 2014: manutenzione straordinaria (cap 7372) SS n. 106 Jonica - Megalotto 2 (cap 7155) SS 38 I° lotto - Variante di Morbegno II° stralcio (cap 7519) Asse stradale Lioni-Gottaminarda, svincolo di Frigento-svincolo di San Teodoro (cap 7529) -30 0 -20 -50 Collegamento tra la SS 640 e la A 19 AgrigentoCaltanisetta (cap 7541) di cui: rimodulazione Tab E 77 0 0 77 Tangenziale di Novara (cap 7522) 0 32 0 32 15 15 30 60 1.747 1.790 1.881 5.418 Somme da assegnare per la realizzazione dell'asse viario Marche-Umbria (cap 7521) TOTALE Elaborazione Ance su DDL di Stabilità 2016 Al fine di migliorare la capacità di programmazione e di spesa per investimenti dell’Anas, nel corso dell’esame del DDL, è stato istituito, presso il Ministero delle infrastrutture e trasporti, un fondo unico presso il quale sono state concentrare le risorse destinate alle opere previste nel contratto di programma all’Ente per le strade. Tali risorse verranno trasferite sul conto di tesoreria intestato all’Anas sulla base dello stato di avanzamento degli interventi. Il fondo ammonta a circa 2 miliardi di euro e, oltre a ricomprendere le risorse destinate alle opere del contratto di programma, risulta rifinanziato per circa 200 milioni di euro3. Tali risorse contribuiranno a dare maggiore stabilità al Piano pluriennale Anas 20152019 da 20,2 miliardi di euro in corso di approvazione definitiva (cfr. Box che segue). L’importo di circa 200 milioni di euro corrisponde ad una prima stima dell’Ance, basata sul confronto tra l’importo del fondo unico e la somma di tutti i capitoli di competenza dell’Anas esistenti alla data di introduzione del fondo unico. Tale stima è tuttora in corso di verifica con gli uffici ministeriali e con Anas. 3 8 Box – Piano pluriennale Anas 2015-2019 e contratto di Programma 2015 Il 25 novembre u.s., presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato presentato il Piano pluriennale Anas 2015-2019 e contratto di Programma 2015 sui quali il Cipe ha già espresso parere positivo nella seduta del 6 agosto 2015. Nel dettaglio, il piano prevede investimenti per 20,2 miliardi di euro, di cui: il 43,7%, pari a 8,8 miliardi di euro, per gli interventi di completamento di 520 km di itinerari esistenti; il 40,6%, pari a 8,2 miliardi di euro, per la manutenzione straordinaria e per le opere di messa in sicurezza lungo 2.919 km; il 15,7%, pari a 3,2 miliardi di euro, per la realizzazione di nuove opere su 204 km. Complessivamente i lavori interesseranno 3.643 km di strade. Inoltre, il 63,4% delle risorse, pari a 12,8 miliardi, sono destinati al Mezzogiorno e alle Isole, mentre il 36,6%, pari a 7,4 miliardi di euro, andrà a finanziare interventi nel Centro Nord. L’attenzione alle aree meridionali dipende non solo dalla maggiore presenza di rete in gestione dell’Ente ma anche dalla necessità di recuperare il gap infrastrutturale esistente tra il Nord e il Sud del Paese. PIANO ANAS 2015-2019 composizione % Completamento di itinerari 8,8 miliardi € 43,7% Manutenzione straordinaria 8,2 miliardi € 40,6% Nuove Opere 3,2 miliardi € 16% Elaborazione Ance su documenti pubblici Il Piano prevede interventi di riqualificazione o di manutenzione straordinaria su importanti opere stradali quali: Autostrada A3 Salerno Reggio Calabria (1.765 milioni di euro); E45/E55 Orte-Mestre (1.671 milioni di euro); Strada statale 106 "Jonica" (1.500 milioni di euro); A19 "Palermo - Catania" (872 milioni di euro); Strada statale 372 "Telesina" (658 milioni di euro); Strada statale 16 "Adriatica" (593 milioni di euro); Collegamenti con l'aeroporto di Malpensa (383 milioni di euro); Strada statale 9 "Via Emilia" (374 milioni di euro); Grande Raccordo Anulare di Roma (349 milioni di euro); Strada statale 182 "delle Serre Calabre" (349 milioni di euro), Strada statale 131 "Carlo Felice" (282 milioni di euro); Strada statale 554 "Cagliaritana" (275 milioni di euro; E78 "Grosseto Siena" (237 milioni di euro); SS1 "Aurelia" (198 milioni di euro); SS 67 "Tosco Romagnola" (136 milioni di euro). 9 Il Piano di investimenti dell’Anas potrà contare sulla forte iniezione di risorse prevista nel disegno di legge di stabilità per il 2016 dalla quale emergono risorse aggiuntive per 6.800 milioni di euro, di cui 1.110 milioni di euro aggiuntivi nel 2016, 1.340 nel 2017, 1350 nel 2018 e 3.000 milioni nel biennio 2019-2020. Un profilo più stabile delle risorse disponibili, come quello delineato dalla manovra di finanza pubblica per il 2016, contribuirà a dare una maggiore certezza alla programmazione. Inoltre, il Piano, in discontinuità con il passato, mostra una maggiore attenzione al tema della manutenzione straordinaria, che riguarda più del 40% del totale degli investimenti. Questa tipologia di interventi, oltre a determinare un aumento del ciclo di vita dell’infrastruttura, richiede tempi di attivazione più veloci e potrà produrre effetti già nel 2016, dopo la conclusione dell’iter di approvazione del Piano, prevista entro la prossima. Infine, appare opportuno sottolineare che con il Piano viene avviato un processo di trasferimento ad Anas di alcune arterie stradali regionali e provinciali, quantificate in circa 5.500 km che andranno a completare la rete attuale di 25.000 km di strade soprattutto nelle aree del centro-nord del Paese. Il Contratto di Programma Anas 2015 conferma l’attenzione agli interventi di manutenzione straordinaria volti a valorizzare, conservare e mettere in sicurezza gli asset esistenti. Il Programma prevede 254 interventi per 1.115 miliardi di euro, di cui 534,08 milioni di euro per completamenti di itinerari (47,9%); 520,46 milioni di euro per la Manutenzione Straordinaria (46,7%); 44,80 milioni di euro per maggiori esigenze per lavori in corso (4,0%); 16 milioni di euro per Fondi per progettazione (1,4%). I 254 interventi infrastrutturali del Programma sono così ripartiti sul territorio nazionale: 55 interventi al Nord, per un investimento di 353,24 milioni di euro (32,3%); 47 al Centro, per un valore di 315,56 milioni di euro (28,9%); 152 al Sud, per un valore di 422,54 milioni di euro (38,7%). Ferrovie dello Stato Le risorse destinate alle Ferrovie dello Stato nel 2016, quale contributo in conto impianti, subiranno, rispetto al quadro a legislazione vigente, una riduzione di 441 milioni di euro, più che compensata da rifinanziamenti previsti nel biennio successivo per 1.100 milioni di euro. Le Ferrovie dello Stato, nel triennio 2016-2018 potranno contare complessivamente su 8.337 milioni di euro. Tali risorse contribuiranno a dare concretezza al Contratto di Programma 2012-2016 – parte investimenti, sottoscritto l’8 agosto 2014. A ciò si aggiunga la proposta di privatizzazione del Gruppo Ferrovie dello Stato Spa, attraverso il collocamento sul mercato di una quota pari al 40% del capitale della capogruppo che dovrebbe consentire, oltre che una revisione della strategia aziendale, il reperimento di ulteriori risorse finanziarie necessarie per gli investimenti senza gravare sulle casse dello Stato. Appare opportuno evidenziare che l’Ente beneficerà anche dei finanziamenti specifici per singole tratte ferroviarie, autorizzati, in particolare, dai provvedimenti dell’ultimo anno, quali il DL Sblocca Italia (DL 133/2014) e la Legge di Stabilità per il 2015 (Legge 190/2014), e dei fondi destinati alle reti transeuropee (TEN) nell’ambito del cosiddetto Meccanismo per collegare l’Europa (CEF - Connecting Europe Facility). 10 LEGGE DI STABILITA' 2016: LE RISORSE PER LE FERROVIE DELLO STATO Valori in milioni di euro Contributo in conto impianti (cap. 7122) di cui: riduzione Tab E rifinanziamento Tab E rimodilazione Tab E Tunnel del Brennero e Terzo Valico dei Giovi (cap. 7122) di cui: rifinanziamento Tab E Tezo Valico dei Giovi e quadruplicamento FortezzaVerona (cap. 7122) di cui: riduzione Tab E rifinanziamento Tab E Contratto di programma RFI: manutenzione straordinaria (cap. 7122) AV/AC Napoli-Bari: tratta Cancello Frasso Telesino (cap.7122) AV/AC Brescia-Verona e Napoli-Bari: I lotto costruttivo (cap.7122) di cui: riduzione Tab E Adeguamento tracciato asse ferroviario adriatico BolognaLecce (cap.7122) di cui: riduzione Tab E rifinanziamento Tab E AV/AC Milano-Verona: tratta Treviglio-Brescia 2° lotto (cap.7515) AV/AC Milano-Genova: Terzo Valico di Giovi - II lotto (cap. 7518) di cui: rimodulazione Tab E Linea Ferroviaria Torino-Lione (cap. 7532) di cui: rimodulazione Tab E Collegamento ferroviario Piemonte-Valle D'Aosta (cap. 7540) Soppressione e automazione di passaggi a livello corridoio ferroviario adriatico Bologna-Lecce (cap. 7549) Messa in sicurezza dell'asse ferroviario CuneoVentimiglia (cap. 7550) Contributo quindicennale per avviare i lavori sulla tratta Andora-finale Ligure (cap. 7563) (*) TOTALE 2016 2017 2018 Totale 2016-2018 34,6 672,5 1.945,0 2.652,1 -250 0 0 -250 0 200 600 800 -41 41 0 0 100 200 400 700,0 0 0 200 200 70 170 120 360,0 -50 0 0 -50 0 50 0 50 750 750 750 2.250 50 0 0 50,0 70 320 320 710,0 -50 0 0 -50 100 50 150,0 -50 0 0 -50 0 50 0 50 185 0 0 185,1 138 230 120 488,3 0 -20 0 -20 121 103 294 516,6 -20 0 0 -20 60 0 0 60,3 15 15 15 45,0 4 25 0 29,0 47 47 47 141,0 1.745 2.582 4.011 8.337 (*) Lo stanziamento comprende la stima degli investimenti attivabili nel caso di mutui pluriennali con rata annuale pari al limite di impegno previsto. Il tasso di interesse è riferito a quello applicato dalla Cassa Depositi e Prestiti (2,420% per mutui quindicennali a decorrere dal 1/1/16) Elaborazione Ance su Legge di Stabilità 2016 11 Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) Le risorse per lo sviluppo e la coesione continuano a rivestire un ruolo prioritario nella politica infrastrutturale del Paese. In merito al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) si evidenzia, per la parte relativa alla programmazione 2014-2020, un anticipo delle risorse già previste. Risultano, infatti, rimodulate, nel 2016, circa 1.300 milioni di euro di competenza e 600 milioni di cassa, 923,3 milioni di euro, di competenza e di cassa, nel 2017 e circa 1.400 milioni nel 2018. L’anticipo di risorse per il 2016 può derivare dallo spostamento dei progetti dalla vecchia programmazione (2007-2013) a quella nuova (2014-2020). Si evidenzia, infine, la riduzione di circa 1.500 milioni di euro, definita nel corso dell’esame alla Camera dei Deputato, finalizzata alla copertura delle misure di incentivazione degli investimenti nel Mezzogiorno di cui all’art.1 co. 52-bis e seguenti. LEGGE DI STABILITA' 2016 LE RISORSE DEL FONDO PER LO SVILUPPO E LA COESIONE valori in milioni di euro 2016 Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013 (*) di cui rimodulazione Tab. E Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 (*) di cui riduzione Tab. E di cui rimodulazioneTab. E TOTALE 2017 Totale 2019 e 2016-2018 successivi 2018 930 - - 930 - -670 - - -670 670 1.903 3.018 3.118 8.039 29.076 -367 -382 -382 -1.131 -367 1.290 923 1.338 3.551 -3.551 2.833 3.018 3.118 8.969 29.076 (*) Per la stima si considera il 40% degli importi Elaborazione Ance su Legge di Stabilità 2016 Edilizia sanitaria In materia di edilizia sanitaria si evidenzia lo spostamento al 2018 di 1.500 milioni destinati all’edilizia sanitaria. In particolare, lo stanziamento previsto nel 2016 risulta ridotto di 600 milioni di euro. Edilizia scolastica In merito alle risorse per l’edilizia scolastica si evidenzia il rifinanziamento per 50 milioni di euro del programma Scuole Innovative di cui all’art.1, comma 153 della Legge 107/2015 (La Buona Scuola). Tali risorse si aggiungono ai circa 300 milioni di euro, provenienti da fondi INAIL, già previsti per il triennio 2015-2017 per la realizzazione di 30 scuole innovative dal punto di vista architettonico, dell’impiantistica, della tecnologia, dell’efficienza energetica, della sicurezza antisismica e strutturale in tutta Italia. 12 La norma, inserita all’art.1 comma 717 della Legge di Stabilità, specifica che il canoni di locazione da corrispondere all’INAIL sono a carico dello Stato per 1,5 milioni di euro annui dal 2018 al 2020. Si evidenzia, altresì, la conferma, per il 2016, del quadro a legislazione vigente dal quale emergono i finanziamenti previsti nell’ambito del cosiddetto “Decreto Mutui” (DL 104/2013 e Decreto interministeriale 23 gennaio 2015), come rifinanziato dalla Legge La Buona Scuola, che, attraverso un contributo pluriennale di 50 milioni di euro, sono in grado di attivare investimenti complessivi per circa 1.100 milioni di euro. La Legge di Stabilità interviene su questo programma di spesa con un rifinanziamento di 200 milioni di euro di cui 50 nel 2017 e 150 nel 2018 confermando l’intenzione di dare un profilo stabile ai finanziamenti da destinare al Piano triennale di edilizia scolastica che, secondo quanto previsto nella Legge La Buona Scuola, verrà assunto come base della programmazione nazionale degli interventi sugli edifici scolastici. All’edilizia scolastica sono, inoltre, destinati una parte dei 495 milioni di contributo, previsto all’articolo 1 comma 754 della Legge, a favore delle Province (245 milioni) e delle Città metropolitane (250 milioni) per il finanziamento di interventi per la viabilità e l’edilizia scolastica. Infine, gli interventi di edilizia scolastica nel 2016 potranno beneficiare di un’apertura dei vincoli di finanza pubblica, per un importo di 480 milioni di euro. Ciò significa che i Comuni potranno impegnare maggiori risorse a favore di interventi sulle scuole nel 2016. Rischio idrogeologico Per quanto riguarda le risorse destinate alla messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico, la Legge di Stabilità per il 2016 prevede uno stanziamento aggiuntivo nel triennio 2016-2018 di 250 milioni di euro, di cui 50 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017 e 150 milioni nel 2018, che si aggiunge ai fondi già previsti a legislazione vigente (nel 2016 pari a 150 milioni di euro). Tali fondi, uniti alle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) che, in sede di ripartizione verranno destinate a questa finalità, andranno a finanziare il secondo piano stralcio per le città metropolitane. Box - Rischio idrogeologico: accordi di programma 2014-2020 L’attuale Governo ha compreso l’urgenza di un intervento per la messa in sicurezza del territorio in modo da garantire, in primo luogo, l’incolumità dei cittadini ed evitare, al tempo stesso, gli onerosi interventi ex post, conseguenti ad eventi catastrofici. A maggio 2014, è stata istituita una specifica Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (#ItaliaSicura) con l’obiettivo di rafforzare la governance, per superare le criticità che in passato hanno ritardato l’attuazione dei piani finanziati, quali la frammentazione dei programmi, la molteplicità delle procedure e l’incertezza sulla disponibilità delle risorse. A novembre 2014, il Governo ha annunciato la volontà di finanziare un Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico 2014-2020, per un importo complessivo di circa 7 miliardi di euro con risorse a valere sulla programmazione 2014-2020 del Fondo Sviluppo e coesione (5 miliardi di euro) e dei fondi strutturali europei (2 miliardi di euro). In attesa della ripartizione del Fondo Sviluppo e Coesione, necessaria per dare certezza finanziaria a tale Piano pluriennale, è stato avviato un Piano stralcio, da 1.300 milioni di euro, 13 relativo a 132 interventi tempestivamente cantierabili, contro le alluvioni nelle città metropolitane e nelle aree urbane a maggiore rischio. Il Cipe, con delibera del 20 febbraio 2015 n.32 (pubblicata in G.U. il 4 luglio 2015), ha destinato a questo Piano stralcio i primi 600 milioni (450 milioni come anticipazione a valere sul FSC 2014-2020 e 150 milioni già previsti a legislazione vigente) che sono stati destinati ad una prima tranche di interventi del Piano stralcio, definiti con DPCM del 15 settembre 2015 che ha individuato 33 interventi urgenti per un fabbisogno di 654,2 milioni di euro. Il 4 novembre 2015, sono stati firmati tra Governo e Regioni i primi 7 Accordi di programma del Piano nazionale di riduzione del rischio idrogeologico 2014-2020 che hanno consentito l’avvio della fase operativa. Si fornisce una sintesi degli Accordi sottoscritti (cfr. tabella). I più grandi interventi riguardano la Liguria (2 interventi sul Bisagno per 260 milioni di euro) ed il Veneto (1 intervento sulla rete idraulica del Bacino Lusore da 67,5 milioni di euro). Per il dettaglio completo degli interventi previsti, si rimanda all’allegato tecnico reso disponibile dalla Struttura di Missione sul rischio idrogeologico. ACCORDI DI PROGRAMMA PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO - NOVEMBRE 2015 - Valori in milioni di euro N. OPERE IMPORTO DI CUI FINANZIAMENTO STATALE Abruzzo 1 54,80 54,80 Emilia-Romagna 6 43,42 27,28 Liguria 4 315,00 275,00 Lombardia 8 145,66 112,43 Sardegna 1 25,30 16,30 Toscana 10 106,68 69,24 Veneto 3 109,80 104,13 TOTALE 33 800,66 659,18 REGIONE Elaborazione Ance su documenti Struttura di Missione per il rischio idrogeologico In base al cronoprogramma reso disponibile da Governo, il 50% della spesa (400 milioni su 801) programmata con gli Accordi è previsto nel biennio 2016-2017. ACCORDI DI PROGRAMMA PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO - PREVISIONI ANNUALI DI SPESA - Valori in milioni di euro 250 210 200 TOTALE 801 M€ 190 156 150 120 100 68 47 50 5 0 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 Elaborazione Ance su documenti ufficiali - Struttura di Missione Rischio idrogeologico Per quanto riguarda il contenuto degli accordi di programma, si evidenziano le seguenti modifiche rispetto a quelli sottoscritti con riferimento nel biennio 2010-2011: Conferma del ruolo di Commissario straordinario attribuito ai Presidenti regionali; Rafforzamento dei poteri di controllo dell’ANAC; Rafforzamento del monitoraggio degli interventi e della governance istituzionale in generale. 14 Clausola europea per gli investimenti pubblici Nella Legge di Stabilità per il 2016, il tema del rilancio degli investimenti infrastrutturali è legato in particolare alla clausola europea degli investimenti pubblici (0,3% del PIL, pari a circa 5 miliardi di euro), come preannunciato nella Nota di aggiornamento del DEF, approvata il 18 settembre scorso. Si tratta di una misura che, se da un lato garantisce al Paese di ottenere uno spazio maggiore in termini di deficit pubblico, dall’altro impegna il Governo ad accelerare la spesa nell’ambito di programmi già approvati o a stanziare nuove risorse. Secondo l’Esecutivo nazionale, la clausola permetterà di accelerare principalmente la spesa nell’ambito di programmi e progetti cofinanziati dall’Unione Europea, per un importo complessivo di 5.150 milioni di euro aggiuntivi. La tabella che segue, tratta dal Documento Programmatico di bilancio 2016 inviato dal Governo alla Commissione Europea il 15 ottobre u.s., riporta per ciascun fondo o strumento di co-finanziamento UE le principali categorie di progetti. Nell’ambito di questo programma di interventi, l’Ance stima in circa 3.500 milioni di euro le risorse relative ad interventi infrastrutturali. Le risorse relative alle opere pubbliche riguardano in particolare: 1.050 milioni di euro del CEF (Connecting Europe Facility), il cosiddetto Meccanismo per collegare l’Europa, destinato alla realizzazione delle reti transeuropee (TEN) di trasporto, energetiche e di comunicazioni. Nell’ambito del programma relativo ai trasporti, a luglio 2015, la Commissione ha selezionato 15 progetti prioritari italiani (Tunnel del Brennero, Torino-Lione, Collegamento Chiasso-Milano, ecc.) per un importo di finanziamenti europei di circa 1,2 miliardi di euro ed un volume totale di investimenti pari a circa 5,6 miliardi di euro nel periodo 2014-2020. 1.050 milioni di euro del FEIS, ovvero del Fondo europeo per gli investimenti strategici, previsto nell’ambito del cosiddetto Piano Juncker, il grande piano di investimenti da 315 miliardi di euro da realizzare nei prossimi tre anni attraverso operazioni di partenariato pubblico privato. Gli interventi riguarderanno, tra l’altro, grandi infrastrutture strategiche (reti di trasporto, digitale ed energia) e interventi di riduzione del rischio idrogeologico e di edilizia scolastica. 1.400 milioni di euro di fondi strutturali europei nell’ambito del FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) destinato in gran parte a interventi infrastrutturali (trasporti e reti infrastrutturali, agenda digitale, protezione dell’ambiente e prevenzione dei rischi, turismo e cultura,…). 15 SPESA NAZIONALE RELATIVA A PROGETTI COFINANZIATI DALLA UE PER LA CLAUSOLA INVESTIMENTI valori in miloni di euro Categoria di spesa di cui FEIS Totale spesa CEF cofinanziamento Piano investimenti Reti TEN Juncker UE FESR FSE YEI FEAS R Trasporti e reti infrastrutturali 3.100 1.850 Agenda digitale 1.670 690 Competitività PMI 1.300 550 Occupazione e mobilità del lavoro 1.280 530 - 310 Istruzione 750 260 150 100 Ricerca e innovazione 650 220 180 40 Energia e efficienza energetica 600 280 100 180 Protezione dell'ambiente e prevenzione rischi 600 270 150 Inclusione sociale 500 200 - Infrastrutture sociali 350 100 100 Turismo e cultura 350 150 100 Rafforzamento capacità istituzionale 150 50 10 40 11.300 5.150 1.400 600 TOTALE 1.050 Fondi Strutturali Europei 1.050 650 150 400 260 30 200 300 1.050 200 FEAM P 50 20 10 120 150 50 50 200 800 50 Fonte: Documento Programmatico di bilancio 2016 I finanziamenti in grado di attivare domanda di attività edilizia riguardano prevalentemente le grandi infrastrutture a rete (strade, ferrovie, banda larga) e, in misura residuale, l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza del territorio. Secondo le valutazioni dell’Ance, però, gli effetti aggiuntivi derivanti dall’applicazione della clausola europea per gli investimenti non si manifestano esclusivamente all’interno di questo programma. Una parte dei progetti ricompresi nel programma inviato a Bruxelles, infatti, sarebbe stata comunque realizzata nel 2016. La richiesta di flessibilità presentata per questi progetti consente di liberare spazi per finanziare altre misure di rilancio degli investimenti (Anas, superamento Patto di stabilità interno). La misura è senz’altro positiva perché, unita alle disposizioni volte all’accelerazione degli interventi cofinanziati dall’Unione europea previsti nello stesso DDL, segna un cambiamento di approccio che privilegia l’effettiva realizzazione degli investimenti. Un altro elemento positivo deriva dal fatto che, in base alle regole europee sulla flessibilità, l’azione del Governo per il rilancio infrastrutturale sarà misurata dall’Europa sulla base dei risultati raggiunti, e quindi di lavori realizzati e pagati alle imprese, e non genericamente sulla base di stanziamenti o previsioni di spesa. Tale necessità è stata evidenziata anche dalla Commissione europea nel suo parere sui documenti di bilancio italiani, pubblicato il 17 novembre. In tale documento, la Commissione europea indica, infatti, che verificherà con grande attenzione che la clausola di flessibilità europea sia concretamente utilizzata per aumentare il livello degli investimenti pubblici. 16 Box – La clausola europea per gli investimenti A gennaio 2015, la Commissione Europea ha pubblicato nuove linee guida per la valutazione dei bilanci all’interno del Patto di stabilità e Crescita. Le tre clausole previste, che consentono di ottenere flessibilità, riguardano le riforme, il ciclo economico e gli investimenti. Per quanto riguarda gli investimenti, un tentativo di introduzione di clausola di flessibilità era già stato effettuato nel periodo 2013-2015 dalla Commissione europea, su iniziativa del Presidente Barroso e del Vice Presidente Rehn. Tale iniziativa aveva prodotto scarsi risultati: secondo le stime dell’Ance, nel periodo 2013-20 15, la flessibilità, concessa a soli tre Paesi (Bulgaria, Romania e Slovacchia), è stata pari a circa 982 milioni di euro (0,007% del PIL europeo). Dopo la pubblicazione delle nuove linee guida ad inizio 2015, l’Italia ha presentato una richiesta molto ambiziosa che segna un vero e proprio cambiamento nell’applicazione delle regole di governance economica a livello europeo, in particolare per quanto riguarda gli investimenti. L’Italia è, infatti, l’unico Paese Europeo ad avere chiesto l’applicazione della clausola per gli investimenti. I 5,2 miliardi di euro di flessibilità chiesti dall’Italia valgono più di 5 volte la flessibilità finora concessa per gli investimenti nel triennio 2013-2015. 17 Superamento del Patto di stabilità interno e rilancio degli investimenti locali La Legge di Stabilità per il 2016 cancella il Patto di stabilità interno, introdotto nell’ordinamento italiano alla fine degli anni ‘90. Il superamento del Patto di stabilità interno, con contestuale passaggio al cosiddetto “pareggio di bilancio”, permetterà agli enti territoriali (Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni a statuto ordinario + Regione Sardegna) di liberare i pagamenti pregressi alle imprese per le quali la P.A. disponga di risorse in cassa, superando un problema che ha creato ingenti difficoltà alle imprese negli ultimi otto anni, e di accelerare la realizzazione di opere già contrattualizzate (iscritte nei residui passivi). Allo stesso tempo, il superamento del Patto permetterà di rilanciare gli investimenti degli enti territoriali, attraverso la cancellazione di una gestione schizofrenica, vigente finora, basata su una distribuzione “a tavolino” dei tetti di spesa tra gli enti locali, senza tenere conto dello stato reale delle finanze degli enti. La Legge di Stabilità segna, finalmente, il ritorno ad una gestione basata su un principio di buon senso, in base al quale gli Enti possono effettivamente spendere le risorse che hanno a disposizione, pur in una condizione di bilancio in equilibrio. Nel corso degli ultimi anni, il Patto di stabilità interno degli enti locali ha determinato una progressiva riduzione della spesa in conto capitale a livello locale. Secondo i dati della Ragioneria dello Stato, infatti, tra il 2008 ed il 2014, a fronte di un leggero aumento delle spese complessive (+3%), i Comuni hanno ridotto del 47% le spese in conto capitale e aumentato del 17% le spese correnti. Questa tendenza si è interrotta nel 2015 a seguito di un primo intervento di allentamento del Patto di stabilità interno, contenuto nella Legge di Stabilità dell’anno scorso, che ha autorizzato i Comuni dotati di adeguate capacità finanziarie a spendere maggiormente rispetto al 2014. Grazie a questo primo intervento, nei primi 9 mesi del 2015, secondo i dati della Ragioneria dello Stato, le spese in conto capitale sono aumentate del 6%, pari a circa 435 milioni di euro, a fronte di una sostanziale stazionarietà della spesa corrente. Se questa tendenza sarà confermata nell’ultimo trimestre 2015, tra il 2008 e il 2015, i Comuni avranno ridotto complessivamente del 44% le spese in conto capitale, a fronte di un aumento del 17% delle spese correnti. 18 La riforma dei vincoli di bilancio fissati per gli enti territoriali introduce elementi di novità in grado di consentire una ripresa delle spese in conto capitale nel 2016. A questi effetti, potrebbe aggiungersi quello di un’ulteriore apertura dei vincoli di finanza pubblica, per un importo di 500 milioni di euro nel 2016, per interventi di edilizia scolastica. Tale ulteriore misura risulta comunque condizionata alla concessione della clausola per i migranti richiesta dall’Italia alla Commissione Europea. Infine, la Legge di Stabilità conferma i meccanismi di ridistribuzione degli obiettivi di finanza pubblica già previsti dalla disciplina del Patto di stabilità interno. Nella fattispecie, vengono introdotti il Pareggio di bilancio “verticale” e Pareggio di bilancio “orizzontale nazionale”. Il superamento del Patto di stabilità interno costituisce una misura molto positiva che recepisce un’istanza che l’Ance ha presentato ripetutamente nel corso degli ultimi anni e, da ultimo, in sede di proposte per la Legge di Stabilità 2016. Allo stesso tempo, va sottolineato che la possibilità di concretizzare queste premesse positive in investimenti pubblici dipenderà in parte dalle scelte di bilancio che saranno operate dagli enti territoriali all’interno dei contorni delineati dalla Manovra. La Manovra di rilancio degli investimenti si basa quindi, in parte, su una scommessa dello stesso Governo che prevede che gli enti utilizzino lo spazio concesso per fare investimenti (e non per la spesa corrente); una scommessa comunque rischiosa perché se fosse disattesa, potrebbe determinare, a consuntivo (fine 2016), la mancata concessione dei benefici della clausola per gli investimenti da parte della Commissione Europea e quindi l’apertura di una procedura di infrazione. Box – L’allegato infrastrutture al def 2015: la scelta delle priorità nell’ambito del programma infrastrutture strategiche Il Consiglio dei Ministri il 13 novembre 2015. ha approvato, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, l’adeguamento della Prima Parte dell’Allegato Infrastrutture 2015 (Quadro generale della programmazione delle infrastrutture di trasporto) alle indicazioni della Commissione Europea per l’utilizzo dei fondi strutturali 2014-2020. Tale adeguamento si è reso necessario per l'avvio della fase attuativa del PON Infrastrutture e Reti 2014-2020 da 1,8 miliardi di euro. Non emergono, invece, novità in merito al Programma infrastrutture strategiche (PIS) rispetto a quanto indicato nell’Allegato infrastrutture di aprile 2015 che, nell’indentificare le linee strategiche nazionali in tema di politica infrastrutturale, ha operato una selezione degli interventi previsti nel Programma infrastrutture strategiche (PIS), individuando 25 opere prioritarie per un costo totale di 70,9 miliardi di euro finanziati per 48 miliardi, pari al 67,7%. Le opere prioritarie sono state selezionate sulla base di tali indirizzi strategici: potenziamento delle linee ferroviarie lungo le reti TEN con priorità per quelle di valico e del Sud; rafforzamento della mobilità sostenibile delle aree metropolitane più congestionate; intervento sulle tratte viarie più congestionate e sui collegamenti mancanti con la rete centrale; salvaguardia della laguna veneta (MO.S.E). La selezione ha tenuto conto dell’integrazione dell’opera con le reti europee e territoriali, dello stato di avanzamento e della possibilità di finanziamento prevalente con capitale privato. 19 Le opere selezionate riguardano per l’85% interventi di elevata rilevanza strategica in quanto incluse nei principali strumenti di programmazione comunitaria (Fondo europeo per gli investimenti strategici, Fondi Strutturali, ecc.) e nazionale (Contratti di programma Anas e RFI) già approvati. La ripartizione per settore mostra, accanto agli interventi su strade e ferrovie, un peso significativo degli interventi per le metropolitane nei centri urbani. ALLEGATO INFRASTRUTTURE DEF 2015: RIPARTIZIONE PER SETTORE DELLE OPERE PRIORITARIE - milioni di euro di cui Fabbisogno risorse triennio private Costo % Risorse disponibili % 28.034 25.269 5.493 12.140 40% 36% 8% 17% 15.055 17.300 5.272 10.373 31% 36% 11% 22% 0 6.466 0 395 2.152 0 221 1.110 TOTALE 70.936 100% 48.000 Fonte: DEF 2015 - XII Allegato Infrastrutture 100% 6.861 3.483 Settore Ferrovie Strade MO.S.E Metropolitane Per quanto riguarda lo stato di attuazione, si evidenzia che circa il 65% del costo totale è relativo a opere in realizzazione, mentre la restante parte è in progettazione. Per la prosecuzione di tali interventi, l’Allegato infrastrutture quantifica in 3.483 milioni di euro il fabbisogno di nuove risorse pubbliche nel triennio 2016-2018, relativi quasi completamente agli interventi ferroviari e alle metropolitane. Tale fabbisogno risulta in parte coperto dai finanziamento previsti nel DDL di stabilità per il 2016 e dai fondi destinati alle reti transeuropee (TEN) nell’ambito del cosiddetto Meccanismo per collegare l’Europa (CEF - Connecting Europe Facility). La scelta di individuare delle priorità nell’ambito del Programma Infrastrutture strategiche non può che essere accolta con favore dall’Ance che, fin dall’approvazione del Programma, nel 2001, ha sempre denunciato l’eccessiva vastità del piano e la sproporzione tra gli impegni assunti e le effettive disponibilità finanziarie, che è stata sempre confermata dalle analisi svolte periodicamente sull’attuazione delle opere. Al di là del giudizio sul merito delle scelte sulle singole opere, è da apprezzare, quindi, questo ulteriore sforzo di sintesi che potrà dare maggiore certezza alla programmazione del prossimo triennio. A livello programmatico, nei prossimi mesi, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sarà impegnato: nella ridefinizione di Accordi Quadro da stipulare con le Regioni per l’individuazione delle opere prioritarie e relative fonti di finanziamento (lavoro funzionale anche alla programmazione delle risorse del FSC 2014-2020); nello sviluppo delle linee strategiche contenute nell’Allegato Infrastrutture, al fine della predisposizione di un nuovo PGT (Piano Generale dei Trasporti): Sviluppo della rete ferroviaria nazionale, Connessione con Porti e Aeroporti strategici, Manutenzione stradale, Progetti integrati di mobilità urbana sostenibile, Sistemi di Trasporto Intelligenti-ITS; nella predisposizione del Documento Pluriennale di Pianificazione (DPP), previsto dal D.Lgs.228/2011, contenente una revisione del Programma delle Infrastrutture Strategiche. 20