Ambienti indoor sani proteggono la salute dei bambini
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Ambienti indoor sani proteggono la salute dei bambini
PROTOCOLLO PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI DISAGIO ABITATIVO ANALISI DEI RISULTATI PERIODO 2005-2008 C. Reali, F. Righi, D. Bianchi, R. Fucchi, L. Salizzato Il Protocollo d’Intesa per il miglioramento delle condizioni di disagio abitativo è nato da un accordo siglato ad ottobre 2005 tra il Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP) dell’Ausl di Cesena, il Comune di Cesena e la Fondazione per lo sviluppo e la promozione dei contratti di locazione abitativi (Fondazione per l’Affitto) 1 . Accordo analogo è stato successivamente sottoscritto anche dal Comune di Savignano sul Rubicone (gennaio 2008) mentre l’iter previsto dalla procedura ha coinvolto funzionalmente gli altri Comuni del comprensorio, garantendo così l’equità di trattamento a tutti i cittadini del territorio. Il protocollo è nato con l’obiettivo di promuovere il recupero delle abitazioni malsane ed insicure certificate dai tecnici del DSP a seguito di sopralluoghi richiesti prevalentemente da privati per ragioni amministrative (rilascio del permesso di soggiorno, inserimento lavorativo, ricongiungimento familiare) o per la certificazione di antigienicità dell’alloggio finalizzata alla partecipazione al bando di assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica – ERP. Questa attività, tipica dei Servizi di Igiene Pubblica, rappresenta un osservatorio privilegiato delle condizioni di disagio abitativo presenti nel territorio dell’AUSL di Cesena ed è pertanto una fonte informativa utile ed una opportunità per migliorare la condizione degli alloggi offerti sul mercato degli affitti. Questo approccio trova le sue fondamenta in una nuova idea di Sanità Pubblica non limitata alla sola certificazione dello stato di fatto e rivolta alla promozione della salute, e quindi anche di ambienti di vita salubri. Infatti una casa insalubre può rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza di alcune patologie, quali ad esempio sintomi respiratori, infezioni respiratorie, riniti allergiche e asma. Alcuni gruppi di popolazione sono maggiormente vulnerabili, in particolare i bambini presenti nei nuclei familiari più poveri, costituiti spesso da stranieri immigrati. L’analisi dei dati sanitari relativi alla salute dei minori stranieri residenti nel territorio dell’Ausl di Cesena mostra un quadro complessivamente gravato da un maggior carico di malattia. Nel 2008 infatti i minori stranieri risultano ricoverati più spesso di quelli italiani: il tasso di ricovero è pari a a Alla Fondazione per l’affitto partecipano il Comune di Cesena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, l’Associazione dei Costruttori edili, l’Associazione dei Piccoli Proprietari e la Diocesi di Cesena-Sarsina. Obiettivo della Fondazione per l’Affitto è quello di essere garante del rapporto tra proprietario ed inquilino e di contribuire, senza scopo di lucro, alla vitalità del mercato immobiliare venendo incontro alle esigenze di locatori e locatari. 109 ricoveri per 1.000 minori stranieri rispetto ai 71 dei minori italiani (Fonte: Report provinciale sul fenomeno migratorio nella Provincia di Forlì-Cesena-Osservatorio Provinciale sull’immigrazone Novembre 2009) La causa più frequente di ricovero nei minori è rappresentata dalle patologie dell’apparato respiratorio. Nel periodo 2006-2008 nella fascia 0-17 anni i ricoveri per patologie respiratorie hanno coinvolto più frequentemente i bimbi figli di stranieri rispetto agli italiani, con un tasso medio due volte superiore: 97 ricoveri per 1.000 minori stranieri rispetto a 55 nei minori italiani. (fonte: dati SDO AUSL Cesena 2006-2008). La disuguaglianza in salute rilevata, oltre che da una difficoltà di accesso ai servizi sanitari di base, può essere correlata ad una maggiore esposizione per i minori stranieri ad ambienti di vita insalubri per umidità e muffe. Un punto cardine per la gestione integrata delle attività è la creazione e l’aggiornamento continuo di un flusso informativo comune delle abitazioni visionate, fruibile in tempo reale da tutti gli attori coinvolti nella procedura, ed utilizzabile per il monitoraggio delle condizioni di disagio e di bisogno abitativo presenti sul territorio. Il sistema informativo creato per supportare il protocollo è attualmente attivo per il Comune di Cesena ed è in corso di attivazione per Savignano sul Rubicone.. Il sistema informativo ha subito in questi primi anni un continuo rimodellamento basato sull’esperienza degli operatori e le necessità intercorse. L’esperienza di questi anni di attività ha confermato il ruolo fondamentale di questo flusso informativo per la sostenibilità della procedura; pertanto si ritiene utile promuovere la sua estensione a tutti i Comuni del comprensorio, anche non firmatari dell’accordo. Iter previsto dalla procedura L’obiettivo principale del protocollo d’intesa è quello di promuovere il risanamento delle abitazioni insalubri e insicure attraverso il coinvolgimento attivo dei proprietari, al fine di giungere al recupero degli immobili in maniera condivisa e non coercitiva. Il sopralluogo presso le abitazioni rappresenta il punto di partenza della procedura sul disagio abitativo, a cui seguono la valutazione delle criticità riscontrate e l’eventuale avvio della procedura di recupero delle abitazioni insalubri e insicure. Il sopralluogo delle abitazioni viene effettuato dai Tecnici della Prevenzione (TdP) dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica, su richiesta dell’utenza esterna, o su segnalazione di altri uffici dell’AUSL, di uffici comunali o di organi di pubblica sicurezza. Nei casi in cui si riscontrino condizioni di pericolo immediato viene proposto, agli uffici comunali competenti, di intervenire urgentemente al fine di eliminare le condizioni di grave rischio per gli occupanti dell’immobile. Per le abitazioni avviate alla procedura di risanamento, è prevista la convocazione dei proprietari per un colloquio informativo circa le cause di insalubrità dell’alloggio, la loro gravità, la necessità di intervenire, in tempi concordati, al ripristino delle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza dei locali. Nel caso il locatore accetti, la comunicazione dell’avvenuto adeguamento dell’alloggio dovrà pervenire agli uffici competenti presso il DSP mediante autocertificazione scritta del proprietario o certificazione di tecnici abilitati. Sono previste verifiche a campione delle dichiarazioni dei proprietari realizzate mediante sopralluoghi eseguiti dai TdP. Nel caso in cui i locatori non accettino la richiesta di adeguamento dell’alloggio, o dalle verifiche a campione risulti la permanenza di condizioni igienico-sanitarie non conformi, il DSP invierà la richiesta di provvedimenti alle autorità competenti, le quali potranno emettere un’ordinanza di adeguamento o, nei casi più gravi, un’ordinanza di sgombero con revoca dell’agibilità e diffida al riaffitto dell’immobile. Nel caso in cui il proprietario non abbia la possibilità di procedere autonomamente agli interventi necessari alla bonifica delle abitazioni insalubri, la Fondazione per l’Affitto si rende disponibile a riportare gli alloggi a condizioni di idoneità, in cambio dell’utilizzo degli immobili per i propri scopi sociali per un periodo idoneo al recupero dei costi sostenuti (limitatamente al Comune di Cesena). I risultati di questi primi tre anni di vita Nel triennio 2005-2008 sono stati richiesti 1171 sopralluoghi e rilasciati 1110 certificati (in alcuni casi le pratiche sono state archiviate per rinuncia o non rintracciabilità dei richiedenti). I certificati sono spesso relativi alle stesse abitazioni per le necessità di conviventi immigrati o per le pratiche di rinnovo. Tabella 1. Certificati rilasciati per tipologia anni 2005-2008 Antigienica Ricongiung Carta di Contratto imento soggiorno di lavoro Uso privato Totale 2005 141 50 56 11 5 263 2006 31 33 55 123 5 247 2007 80 54 107 158 4 403 2008 42 58 47 110 1 258 TOTALE 294 195 265 402 15 1171 Nell’84% dei casi i certificati rilasciati hanno avuto esito positivo e solamente la restante parte ha ricevuto un certificato di antigienicità. Il numero di abitazioni indirizzate verso l’iter di miglioramento sono state, al 31.12.08, 297 di cui 197 nel Distretto di Cesena-Valle Savio e 100 nel Distretto del Rubicone. Il Comune maggiormente coinvolto è stato quello di Cesena (178 abitazioni), seguito da Cesenatico (30) e Savignano (26). Delle abitazioni valutate, 280 sono state avviate al miglioramento con procedura ordinaria e 17 con richiesta di interventi immediati da parte dei Comuni. A fine 2008, 218 abitazioni erano state già interessate da interventi: per 128 di queste si era giunti al recupero dell’immobile mentre 11 sono state tolte dal mercato degli affitti (vedi tabella 2). Per le restanti abitazioni erano in corso le procedure di avvio degli interventi. Tabella 2 COMUNE BAGNO DI ROMAGNA Risanata 1 In corso con In corso ordinanza 0 0 Tolte dal mercato Totale 1 2 BORGHI 0 0 0 0 0 CESENA 86 31 8 2 127 CESENATICO 11 5 2 3 21 GAMBETTOLA 7 2 2 0 11 GATTEO 0 0 0 0 0 LONGIANO 3 2 2 1 8 MERCATO SARACENO 1 2 2 0 5 MONTIANO 4 0 1 0 5 RONCOFREDDO 0 0 1 0 1 SAN MAURO PASCOLI 1 2 0 0 3 SARSINA 1 1 2 0 4 SAVIGNANO 11 6 2 0 19 SOGLIANO 2 1 5 4 12 VERGHERETO 0 0 0 0 0 128 51 27 11 218 TOTALE Per quanto riguarda le tipologie di inconvenienti riscontrati, l’umidità e la fatiscenza dei locali sono presenti nel 49% dei casi (143 abitazioni), problemi agli impianti di riscaldamento (es. tubo del gas scaduto, mancanza di fori di ventilazione in cucina o nei locali dove sono ubicati impianti di riscaldamento) nel 46% dei casi (136 abitazioni), problemi agli impianti elettrici (es. prese in zona interdetta, fili elettrici scoperti) nel 36% dei casi (108 abitazioni). Si sono riscontrati frequentemente inconvenienti multipli : 44 abitazioni avevano sia problemi agli impianti elettrici che agli impianti di riscaldamento e 16 problemi di sicurezza agli impianti e di insalubrità dei locali. Criticità riscontrate Questi primi tre anni di attività sono stati condizionati dalla necessità di avviare e consolidare un sistema operativo nuovo che coinvolge diversi attori e servizi del territorio. Sono emerse diverse difficoltà che hanno consentito di migliorare gli strumenti messi in opera e la lettura delle condizioni di disagio, incrementando anche la competenza degli operatori coinvolti. Il rapporto con i proprietari coinvolti è stato generalmente buono: nella quasi totalità dei casi i proprietari si sono presentati al colloquio con i tecnici della prevenzione ed hanno accolto la richiesta di adeguare gli inconvenienti riscontrati. Interventi coercitivi sono stati necessari solamente nel 9% dei casi. Tuttavia la negoziazione di alcuni interventi è stata particolarmente conflittuale. In particolare la responsabilità di livelli elevati di umidità muraria era spesso attribuita ad errori gestionali degli inquilini e non a carenze strutturali degli alloggi. Per prevenire o correggere abitudini gestionali scorrette, è in corso di sviluppo un opuscolo dedicato, tradotto in lingua, che potrà essere lasciato dai tecnici della prevenzione con un breve counseling al termine dei sopralluoghi. La presenza di umidità nelle abitazioni è stato l’inconveniente più frequentemente riscontrato e più difficilmente eliminabile, soprattutto in abitazioni di più antica costruzione. In alcuni casi si è giunti alla riapertura di pratiche per la ricomparsa di elevati tenori di umidità muraria, non efficacemente eliminati con le manutenzioni eseguite dai proprietari. Per quanto riguarda il flusso informativo, gli aggiustamenti necessari per la sua stabilizzazione hanno comportato una difficoltà di gestione dei dati con conseguenti possibili imperfezioni nella loro analisi. Per adeguare le conoscenze degli operatori alle nuove attività sono stati organizzati appositi eventi formativi, sia sulla mediazione culturale che sulla sicurezza ed igiene abitativa. Un approccio più ampio: prevenzione degli incidenti domestici ed abbattimento delle barriere architettoniche Il protocollo di intesa sul disagio abitativo deve essere visto all’interno di una più ampia cornice di interventi ed opportunità volte alla creazione di ambienti di vita in grado di tutelare e promuovere la salute. Questo principio è chiaramente presente anche all’interno del Piano Regionale della Prevenzione della Regione Emilia-Romagna all’interno del quale sono state previste iniziative espressamente dedicate alla prevenzione delle patologie indotte dall’ambiente costruito ed alla prevenzione degli incidenti domestici. Ogni anno in Italia avvengono oltre 3 milioni di incidenti domestici (Istat); di questi, 1.700.000 portano ad un accesso in P.S. e 130.000 ad un ricovero e 7000 persone muoiono per le conseguenze delle lesioni riportate (fonte informativa SINIACA). A fronte di dati epidemiologici chiaramente preoccupanti, la percezione del rischio in ambiente domestico è bassa. Dai dati del Sistema di Sorveglianza PASSI 2007, nella nostra Ausl la maggior parte delle persone intervistate ritiene il rischio di infortunio domestico basso o assente (91%). La percezione del rischio è più alta nelle donne (15%) rispetto agli uomini (3%), nelle persone di 50-69 anni e nelle persone con difficoltà economiche (12% vs 6%). I soggetti maggiormente coinvolti in incidenti domestici sono bambini ed anziani nei quali un complesso di fattori intrinseci (condizione fisica, livello cognitivo, percezione del pericolo) e comportamentali concorrono a determinare una maggior esposizione ai rischi ed a conseguenze invalidanti. Dai dati PASSI, la presenza in famiglia di persone più vulnerabili (bambini ed anziani) accresce la percezione del rischio di infortunio domestico. La Regione ha messo in campo diverse azioni volte alla prevenzione degli incidenti domestici, con particolare attenzione alla popolazione pediatrica ed anziana. Tra le diverse attività dedicate dalla Regione Emilia Romagna agli anziani, l’AUSL di Cesena sta sviluppando un progetto che prevede la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione in centri di aggregazione per anziani seguite da sopralluoghi delle abitazioni di anziani che ne facciano richiesta, svolte da tecnici volontari coinvolti nel progetto. Questa iniziativa offre una nuova finestra di osservazione delle abitazioni presenti nel territorio rivolgendosi ad un altro target di popolazione particolarmente vulnerabile a condizioni di disagio abitativo. Il progetto prevede infatti di collaborare attivamente con i DSP ed i Centri per l’adattamento dell’ambiente domestico, i servizi territoriali dedicati al sostegno ed alla consulenza per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il tema dell’accessibilità degli ambienti di vita è centrale per il mantenimento dell’autonomia delle persone con ridotte capacità sensoriali e motorie. Appare evidente come anche questi fattori siano ascrivibili ad una accezione più ampia di disagio abitativo che sappia cogliere nel rapporto tra edificio e suoi abitanti anche i fattori di relazione fisica ed affettiva. Su questo ultimo aspetto incidono quelle politiche urbanistiche volte alla prevenzione dell’isolamento sociale attraverso la facilitazione di accesso ad ambienti e servizi pubblici (mezzi di trasporto, parchi, centri sociali,…) e la prevenzione del degrado urbano. Attualità del tema casa: nuove povertà e pericoli per la salute L’attenzione rivolta dall’Ausl di Cesena al tema delle abitazioni appare oggi particolarmente importante, data la concomitanza di una grave crisi economica globale. Già da tempo infatti l’abitazione rappresenta la prima voce di spesa delle famiglie concorrendo a determinare una contrazione del potere d’acquisto delle famiglie. Questo ridotto potere di scelta viene spesso imputato come determinante di stili di vita poco orientati alla salute e maggiormente al risparmio economico o alla compensazione dello stress. La crisi che sta investendo l’economia mondiale concorrerà ad aggravare le condizioni abitative di molte famiglie. Infatti, chi viveva già forme di disagio potrà veder aggravare la propria condizione, mentre famiglie che fino ad oggi si trovavano in condizioni di vulnerabilità per l’equilibrio precario tra i costi dell’abitazione ed il reddito familiare, potranno ritrovarsi in condizioni di franco disagio sociale ed abitativo. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello a prestare la dovuta attenzione al rischio connesso all’utilizzo di sistemi di riscaldamento e combustibili economici all’interno delle abitazioni, con un aumento del rischio per la salute. La nostra casistica ha già evidenziato come alcuni nuclei familiari tentino di arginare la spesa per il riscaldamento utilizzando sistemi impropri, a volte altamente pericolosi per il rischio di intossicazioni da monossido di carbonio (CO). Negli ultimi tre anni il centro iperbarico di Ravenna, punto di riferimento per il trattamento di queste gravi condizioni, ha trattato 30 persone residenti nel territorio dell’Ausl di Cesena per intossicazioni da CO. Nel 60% dei casi (18) si trattava di persone immigrate. L’aumento di nuove forme di povertà, inedite per il nostro territorio, lascia presagire che le scelte pericolose per la salute, dettate da necessità economiche, potrebbero espandersi pericolosamente nel territorio. Politiche di sostegno, sensibilizzazione e, ove possibile, di controllo sono oggi necessarie. Conclusioni L’idea di orientare parte delle attività di sanità pubblica al miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza della casa è nata dall’esigenza di promuovere, laddove è possibile, il recupero delle abitazioni malsane e insicure al fine di tutelare la salute degli occupanti, attribuendo un significato “nuovo” all’attività certificativa su richiesta. Il protocollo per il miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza della casa ha cercato di dare corpo a questa idea creando le giuste sinergie con le amministrazioni locali e gli altri soggetti coinvolti nel progetto per poter raggiungere gli obiettivi prefissati. A supporto del progetto sono stati creati alcuni strumenti quali la procedura per il risanamento dell’immobile e il database per la registrazione e il monitoraggio dell’attività svolta; questi strumenti hanno l’obiettivo di permettere agli operatori di lavorare in modo omogeneo e appropriato rispetto ai modi e ai tempi previsti per il risanamento dell’immobile e di metterli in condizione, attraverso il supporto informatico, di seguire in ogni momento l’iter procedurale della singola abitazione. Tali obiettivi non sono ancora pienamente raggiunti e si stanno adottando le azioni correttive opportune per migliorare alcuni passaggi critici della procedura (es.tempi di risanamento non rispettati e talvolta non verificati) e del supporto informatico (aggiunta di campi, implementazione dell’utilizzo da parte di tutti gli operatori..). Il progetto è ricco e articolato, coinvolge diverse figure professionali (tecnici della prevenzione, medici di sanità pubblica, amministrativi, funzionari dei comuni, informatici…), oltre ai cittadini direttamente coinvolti, e spesso prevede la gestione di situazioni molto complesse (case con inconvenienti multipli, situazioni in cui sono in atto degli sfratti, proposte di ordinanze per situazioni di grave pericolo… ), tuttavia i risultati raggiunti in questi primi tre anni di attività, sia in termini quantitativi (quasi 300 le abitazioni interessate da interventi di miglioramento) che qualitativi (128 abitazioni recuperate e 11 tolte dal mercato degli affitti) sono stati positivi. I risultati ottenuti a tre anni di avvio del progetto sono uno stimolo importante a continuare la strada intrapresa, cercando di migliorare i passaggi più critici anche attraverso l’esperienza acquisita.