CAPPUCCETTO MULTICOLOR, MUSICISTA, NERO, SOLE, ROSA
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CAPPUCCETTO MULTICOLOR, MUSICISTA, NERO, SOLE, ROSA
AA.VV. CAPPUCCETTO MULTICOLOR, MUSICISTA, NERO, SOLE, ROSA, NERO-ROSA, CARTASTAGNOLATAVOLETTA DI CIOCCOLATO, CLEOPATRA, GELATINOSO, GOMMA, HIPPY, BANANA, BLU, RAP, ORO MOMPIANI EDIZIONI A.S. 2015-2016 DANIELE KOERNER CAPPUCCETTO MULTICOLOR C’era una volta una ragazzina a cui la nonna voleva tanto bene, così le regalò un cappuccetto di tutti i colori possibili ed immaginabili. Quando la ragazza lo provò, era tanto stretto che non riuscì mai più a toglierlo; così la chiamarono Cappuccetto Multicolor. Un giorno dovette andare dalla nonna che stava male per portarle un brodo di pollo, delle fragole e un succo di limone. Partì per il sentiero di montagna con la sua mountain bike grigia. A un certo punto incontrò una rara specie di Montonlupo Viola, il Montonlupo chiese a Cappuccetto dove andasse e Cappuccetto gli disse che andava dalla nonna, allora il Montonlupo propose: “Seguimi, so una scorciatoia!” E Cappuccetto pensò: “Ma come fa a sapere dove abita mia nonna? Va be', è tanto carino, seguiamolo!”. Il Montonlupo la portò in un piccolo sentiero molto ripido color rosso e le disse: “Mi sfugge dove abita tua nonna, me lo puoi ricordare?” “Ma certo! Abita sulla collina Oro color oro” “Io non riesco a camminare su un percorso ripido per cui mi fermo qui, ci vediamo!” Disse il Montonlupo e se ne andò. La verità è che quella strada allungava di molto il tragitto e il Montonlupo percorse la vera scorciatoia con i sassi blu e arrivò molto prima alla casa della nonna. La nonna era così golosa che la casa era fatta di caramelle variopinte, il Montonlupo entrò e divorò la nonna dormiente. Anche il Montonlupo era goloso e mangiò un po' delle fondamenta, quindi la casa crollò addosso al Montonlupo facendo uscire la nonna fuori dalla pancia grazie alla pressione delle macerie. In quel momento arrivò Cappuccetto e svegliò la nonna che col suo aiuto buttò il Montonlupo nel fiume rosa diretto al Mar Nero. Dopo aver dato il cibo alla nonna e averla aiutata a ricostruire la casa, Cappuccetto tornò alla sua casetta verde smeraldo. GAIA GARGIULO CAPPUCCETTO MUSICISTA C’era una volta una bambina appassionata di musica. Un giorno la mamma le regalò un bellissimo mantellino con le note, le chiavi, i diesis e i bemolle. Le piacque molto e da quel momento indossò solo quello. Dopo qualche tempo volle andare a trovare la nonna per farle sentire come era diventata brava a suonare. La mamma prima che partisse le disse: ”Già che vai dalla nonna portale questo cestino.” Cappuccetto le domandò: ”Cosa c’è dentro?” e la mamma rispose:”Ci sono dei biscotti alle note. I suoi preferiti!” Trascorso qualche minuto Cappuccetto uscì col suo intonatissimo amico, l’usignolo. La nonna abitava al di là del teatro. Cappuccetto appena arrivata nei pressi della casa della nonna sentì una voce... già … era il lupo stonato! Le voleva rompere lo strumento, perché era invidioso. Cappuccetto disse all’usignolo : ”Ho un piano: tu devi cantare e io suono il flauto.” E l’usignolo le rispose :”Va bene!”. Si misero all’opera. Il lupo stonato si addormentò all'istante. Cappuccetto e l’usignolo corsero dalla nonna e le riuscirono a portare il cestino. GOLAM MORSHED CAPPUCCETTO NERO C'era una volta una ragazza vestita tutta di nero, dalle scarpe al cappuccio, poichè amava quel colore; lo amava così tanto che aveva adottato un gatto nero; il gatto voleva bene a Cappuccetto e anche per lui il nero era il colore preferito. Un giorno Cappuccetto voleva fare una sorpresa alla sua vecchia nonna, quindi prese della cioccolata, chicchi di uva nera e del vino per portarglieli. Cappuccetto uscì dalla casa con il suo gatto nero, era notte e la città era tutta buia. Per la strada Cappuccetto vide un grosso lupo nero e pensò che se avesse aiutato il lupo, lui, riconoscente, non l'avrebbe mangiata; così fece... Purtroppo dopo essere stato aiutato il lupo cercò comunque di mangiarla, ma il suo gatto graffiò il lupo dappertutto. Il lupo scappò a tutta velocità. Cappuccetto arrivò a casa della nonna sana e salva e le raccontò del suo incontro con il lupo. SAVERIO CANTONI CAPPUCCETTO SOLE C'era una volta un cucciolo di sole, Solario, che voleva molto bene alla sua nonna Galassia, la quale le regalò un cappello di fuoco. Un giorno sua mamma le disse : “ Porta questa zuppa di asteroidi e questa spremuta di pianeti alla tua cara nonna!” Cappuccetto annuì. Cappuccetto partì per andare dalla nonna, anche se spaventata dalla strada spaziale, perché era molto pericolosa ;durante il viaggio incontrò una nuvola grigia che a prima vista le sembrò cattiva. Ad un certo punto Cappuccetto salutò comunque la nuvola e la nuvola le propose subito di fare un po' di strada con lui, le chiese dov'era diretta e Cappuccetto disse: “Vado dalla mia nonna, la galassia più vecchia” e la nuvola disse: “Ah sì, anche io sono diretto lì, ma devo fare una dormitina perché è da tre ore che viaggio e sono molto stanco” Cappuccetto chiese: “Che ne dici se beviamo una tazza di tè al gusto di meteora?” La nuvola disse: “OK!”. Cappuccetto suggerì a Nuvola Grigia di raccogliere un po' di meteore per il tè. Dopo un po' di tempo la nuvola grigia esclamò: “ Guarda che meteora! Vai a prenderla, io sono stanco...”. Cappuccetto andò e la nuvola dopo averla distratta le rubò il cappello e scappò, perché voleva essere più ammirato e stimato di Solario. Cappuccetto urlò: “Aiuto!Aiuto! Mi hanno rubato il cappello!” Le stelle videro Cappuccetto in pericolo, si misero a rincorrere la nuvola e la raggiunsero, ripresero il cappello e lo portarono a Cappuccetto. Ma Nuvola Grigia sapeva che Cappuccetto sarebbe andata dalla Galassia più vecchia, allora ci andò anche lui per tentare nuovamente di rubare il cappello. Appena arrivato, aggredì Cappuccetto, ma le stelle lo picchiarono e Nuvola Grigia svenne. Arrivò la Regina Stella che con un raggio di luce fece diventare Nuvola Grigia una nuvola bellissima, forse la più bella di sempre che avrebbe fatto compagnia a Solario. E vissero tutti felici e contenti... C'era una volta una bambina molto carina che aveva una casa tutta rosa. KHADIDJA DAHMOUN CAPPUCCETTO ROSA Un giorno la bambina, mentre stava facendo una passeggiatina, vide un cappuccetto rosa abbandonato lungo la strada e disse: “Ma guarda! C'è un cappuccetto rosa, come la mia casa!” Cappuccetto lo prese e non lo volle togliere più, così dopo alcuni giorni la bambina venne chiamata Cappuccetto Rosa. Dopo qualche tempo la mamma le chiese di andare a casa di sua nonna per portarle dei tovaglioli rosa, il pane rosa, la mela rosa e il vino rosato, Cappuccetto disse: “Anche il cibo della nonna è rosa come il mio cappuccetto.” Cappuccetto Rosa partì chiedendo al suo amico Piggy il maialino di accompagnarla. Dopo un lungo cammino incontrarono un grande orso che disse loro: “Per andare dalla tua nonna dovrai superare una prova...” poi le propose di attraversare una pozzanghera di fango e Piggy il maialino si offrì al posto suo riuscendo a superare la prova; così Cappuccetto Rosa e Piggy il maialino andarono a casa dalla nonna felici e contenti. DIANA KRAVCHENKO CAPPUCCETTO NERO-ROSA C'era una volta una ragazzina di nome Arianna, che era molto birichina! Un giorno la nonna di Arianna le regalò un cappuccio rosa, ma a lei non piaceva. Dopo che la nonna fu ritornata a casa Arianna prese il cappuccio e lo colorò tutto di nero. Il giorno dopo doveva andare fuori con i suoi amici e per uscire si mise il suo cappuccio nero. Dopo essere uscita incontrò i suoi amici, che le dissero: ”Che bel cappuccio!Sei Cappuccetto?! Ha ha ha” e allora Arianna pensò: ”Perché no, potrei veramente diventare Cappuccetto, anzi Cappuccetto Nero!!!” La mamma le disse al suo ritorno: ”Vai dalla nonna a portarle questi dolcetti e fiori per ringraziarla del regalo!” “Sì mamma, ok” rispose Cappuccetto, ma si dimenticò di aver colorato di nero il cappuccio che la nonna le aveva regalato. E così iniziò a recarsi dalla nonna, ma via via che camminava attorno a lei tutto diventava scuro scuro, anche se era giorno. Quando arrivò e aprì la porta, la nonna guardò Cappuccetto con una faccia felice correndo subito ad abbracciarla, però dopo si accorse che il suo cappuccio non era rosa, ma nero! E disse: “Arianna non avresti dovuto dipingere il cappuccio di nero!!!” “E perché?” “ Perché questo cappuccio è magico e se lo tingi di nero tutto diventerà nero!!!!” Allora Cappuccetto disse: “Nonna scusami non lo sapevo... Ecco perché mentre camminavo tutto attorno a me diventava scuro! Scusami ancora!” “Niente, nipotina della nonna, in fondo è anche mia la colpa..” “ Ho un' idea:laviamolo così diventerà rosa come prima!” Quando ebbero finito Cappuccetto tornò a casa felice e contenta con il cappuccio di nuovo rosa e la strada del ritorno luminosa e colorata. Da quel giorno si fece chiamare Cappuccetto Rosa. IMAN HEMMADI CAPPUCCETTO CARTASTAGNOLATAVOLETTADICIOCCOLATO C'era una volta una tavoletta di cioccolato che viveva in un frigo. Un giorno la mamma Nutella la mandò a portare alla nonna Tavolettadicioccolatobianco un cesto di panna; doveva però stare attenta a Bocca-lupo, così la mamma le diede un cappuccio di carta stagnola per non farsi riconoscere da Bocca-lupo. Nonno Limone accompagnò la nipotina lungo il tragitto, ma ad un tratto, a metà frigo, incontrarono Bocca-lupo che inseguì la bambina perchè, essendogli venuta l'acquolina in bocca, aveva intuito la sua presenza al di là del cappuccio, il nonno gli lanciò il suo succo così Bocca-lupo si ritirò inorridito. Nonno Limone e Cappuccetto CartastagnolaTavolettadicioccolato andarono così felici a casa della nonna Tavolettadicioccolatobianco. EMMA TEA SILVOTTI CAPPUCCETTO CLEOPATRA C’era una volta, nell’antico Egitto, una cara bambina chiamata Cappuccetto Cleopatra. Sua madre era la bella Nefertiti e insieme abitavano nel grande palazzo reale. La nonna dopo essere andata in pensione, a malincuore, si era ritirata in una casetta nel deserto. Voi mi chiederete: perché a malincuore? E io vi risponderò: perché a palazzo reale c’era la sua adorata nipotina a cui aveva potuto lasciare solo un cappuccetto di perline, pensate che la bambina da quando la nonna glielo aveva donato non voleva più portare altro! Un giorno Nefertiti andò da Cappuccetto preoccupata: ”Piccola mia devi sapere che la nonna non sta bene, devi andare ad assisterla! Domani all’alba partirai con il tuo cammello.”. Cappuccetto andò a dormire. La mattina dopo, all’alba, Cappuccetto era pronta per partire, salutò la mamma che disse ”Stai attenta a non uscire dalla strada, se no rischi di perderti, e qualsiasi sconosciuto dovessi incontrare non prestargli ascolto; porta questo sacchetto di lino con i datteri e la focaccia alla nonna, la farai felice!” Cappuccetto partì. Il sole era alto nel cielo e Cappuccetto non vedeva nessuno all’orizzonte; all’improvviso sbucò dalla sabbia un lungo serpente verde, Cappuccetto si spaventò e cadde dal cammello, il serpente la rassicurò: ”Non ti preoccupare piccola non voglio farti del male...”. Cappuccetto si sentì più sicura. ”Ma tu chi sei?”chiese Cappuccetto. “Io ssono il Boa. Tu piuttosssto chi ssei?” “Io sono Cappuccetto Cleopatra e sto andando da mia nonna che abita vicino alla necropoli”. “Fantasssstico!” Cappuccetto fece per ripartire quando il boa la fermò “Sono sicurisssimo che tua nonna sarebbe contentisssima se le portasssi dell’acqua, guarda, dopo quella duna c’è un’oasssi dove potresti trovarne molta”. La bambina decise di seguire il consiglio del serpente. Andò all’oasi, scese dal cammello, non fece in tempo a prendere la sua piccola anfora che il boa spalancò la bocca e la divorò. Il cammello notò che Cappuccetto era in pericolo, così appena il boa si addormentò gli diede un calcio talmente forte che nel sonno il serpente risputò Cappuccetto. I due arrivarono tardi a casa della nonna, che li aspettava preoccupata. Mangiarono insieme e Cappuccetto si disse: “Mai più correrai sola nel deserto quando la mamma te l’ha vietato”. ARIANNA CARGNONI CAPPUCCETTO GELATINOSO C’era una volta, nella città di Gellipoli, una gelatinosa, nonché coscienziosa, bambina. Ella era talmente freddolosa che i genitori le regalarono un mantello che la coprisse quasi interamente. Un giorno, la mamma Gellina le chiese di andare a portare della buona gelatina alla nonna Gellosa, malata da tante lune gelatinose. La nonna abitava nella periferia di Santa-Gelly; per arrivarci c’erano due strade, per la prima bisognava passare per il pantano della città, per la seconda bisognava semplicemente attraversare la città, in ogni caso bisognava prima attraversare la grande foresta. Per questo la mamma le raccomandò di stare attenta durante il percorso, specialmente nella grande foresta, dove abitava Gelly-Flex: il lupo ingannatore che per mangiarle raggirava tutte le anime che passavano di lì. Cappuccetto, spaventata, andò a chiamare il suo amico bruco, che conosceva benissimo la grande foresta. I due amici si misero in cammino, e il bruco guidava Cappuccetto come il macho della situazione. Erano quasi alla fine, quando da un gelly-albero saltò giù Gelly-Flex, che propose una gara di velocità fino alla casa della nonna; in palio c’era il cesto con la buona gelatina. Il bruco capì che si trattava di un imbroglio, ma fu preceduto da Cappuccetto, che ingenua come una babygelly aveva già accettato; il bruco guidò Cappuccetto verso il pantano di Santa-Gelly, che sebbene fosse pericoloso e pieno di insidie, era la strada più corta. Il lupo invece si dirigeva verso la città, dove avrebbe preso un gelly-tram che lo avrebbe portato in periferia. Quando Cappuccetto e il bruco arrivarono al pantano, scoprirono che non era altro che un lago asciutto con dentro tanti coccodrilli morti, da sembrare un vero pantano. Nel frattempo, mentre Cappuccetto e il bruco attraversavano il lago di coccodrilli, Gelly-Flex cercava in città un tram per lupi non a pagamento. Finalmente Cappuccetto e il bruco uscirono dal lago di coccodrilli, e si diressero verso la cabina telefonica, dove chiamarono un cacciatore. Il lupo, non trovando un tram adatto a lui attraversò tutta la città con un veloce gelly-passo, ma quando arrivò a casa della nonna, si trovò una brutta sorpresa: il bruco e Cappuccetto già lì, e il cacciatore che gli sparò. Così il bruco e Cappuccetto, insieme alla nonna e al cacciatore si mangiarono la buona gelatina per merenda; mentre sulla lapide di Gelly-Flex i familiari scrissero:<<g. f. e. s. i. m. f. e. c. >>, ancora oggi il significato è incerto, ma è certo che da quel giorno, tutti vissero più felici e contenti. IBRAHIM JAVED CAPPUCCETTO GOMMA C'era una volta una bambina che si chiamava Gomagnus e insieme con tante amiche gomme festeggiava il suo compleanno, loro le regalarono un vestito di gomma. Dato che le piaceva così tanto, non volle più togliereselo e la chiamarono Cappuccetto Gomma. Dopo tanto tempo la mamma gomma le chiese : "Potresti portare le caramelle gommose e la gomma alla nonna? Così mangia un po' e cancella il suo brutto disegno...” Cappuccetto si mise in cammino sui gonfiabili portando con sè la gomma più coraggiosa, Lucy. Per strada incontrarono il Lupo Matita che disse: "Da qua in poi è il mio territorio, cara bambina, se lo sorpasserai io ti mangerò.” Cappuccetto non sapendo cosa significasse continuò il suo viaggetto insieme a Lucy. A metà strada il Lupo Matita riapparve dicendo: “Non hai seguito il mio avvertimento e adesso morirai! “ Dato che erano sui gonfiabili il lupo fece un buco e tutti volarono via... a parte Lucy che riuscì a bloccare il respiro al lupo, stringendolo forte forte, così la belva svenne. Intanto Cappuccetto era atterrata, aveva proseguito il cammino ed era arrivata dalla nonna, le lasciò gli oggetti velocemente, poi scappò via. Appena tornata dalla mamma gomma, dopo aver incontrato Lucy che le aveva spiegato cosa aveva fatto, le raccontò tutto e lei, facendo un sorriso, disse: “Quel cattivaccio ha avuto una bella lezione, non si fara mai più vedere!” Nella campagna di Flower City abitava Cappuccetto Hippy (come tutti d’altronde), era una spensierata bambina che come migliore amica aveva una farfalla. MATTEO FAVARO CAPPUCCETTO HIPPY Un giorno la sua mamma le disse: “Vai a portare questi bei fiori alla tua sorella nonna, ma stai attenta alle fabbriche che potrebbero inquinarti l’anima!” Cappuccetto per andare dalla nonna si fece portare da un furgone che passava di lì. Il furgone arrivò a un incrocio e l’autista disse: “Mi dispiace, devi scendere, da qui in poi vado dalla parte opposta.”. Cappuccetto replicò: “Ok, peace and love brother!” E l’autista:”Peace and love sister!” Cappuccetto con tranquillità arrivò a casa della nonna. Bussò e la nonna le aprì dicendole: “Oh, mia cara, ma che bei fiori mi hai portato, entra!“ Il pomeriggio passò in fretta e nell’uscire Cappuccetto Hippy vide delle persone che spruzzavano diserbanti e pesticidi sui fiori, allora la nonna disse: “Piccola mia, ho un piano...” La nonna si fece tutta carina, uscì di casa in forma smagliante e disse al pesticidatore: “Ehi, tu! Vuoi venire a casa mia a bere del succo?” Il pesticidatore cascò nel suo tranello: “Ma certo bella signora...” La nonna, avendo molta conoscenza alle sue spalle, diede al pesticidatore una miscela segreta di piante e fiori e il pesticidatore morì all’istante. Cappuccetto restò dalla nonna a dormire. CHEN HONG LI CAPPUCCETTO BANANA C'era una volta una ragazzina un po' imbranata, che però voleva tanto bene alla sua nonna, la quale la ricambiava a tal punto da non sapere mai cosa regalarle di nuovo e sorprendente. Una volta le regalò un cappuccetto di banana al posto di un cappuccetto di stoffa perché la bambina adorava la frutta. Un giorno Cappuccetto Banana (così veniva chiamata dopo il gradito dono) pensò di portare alla nonnina un cesto di frutta che conteneva banana, ananas, mandarino e limonata. Quando Cappuccetto Banana era nel bosco di frutta vide un lupo che dava macedonia gratis. Corse come il vento a mangiare la macedonia e il lupo le chiese:”Cara ragazzina dove vai?” e Cappuccetto Banana gli disse: “Vado a casa della mia cara nonna, che vive nella via Boschino 47”; dopo un po' il lupo gridò: “Ahia! Mi fa male la pancia! Ragazzina mi puoi badare alle macedonie?” e Cappuccetto rispose: “Sì”, in realtà era un inganno . Il lupo corse subito alla casa della nonna, tok tok, bussò la belva, ma non apriva nessuno, la nonna era fuori. Quindi il lupo pensò: “La nonna probabilmente è fuori, però posso aspettare la bambina, Cappuccetto di sicuro si annoierà a badare alla mia macedonia...” Il lupo aspettò Cappuccetto. C'era un grande amico di Cappuccetto, Cocco, la noce, che quel giorno stava passeggiando nel bosco di frutta e incontrò Cappuccetto Banana, stupito che non fosse passata a chiamarlo le disse: “Cosa ci fai qua Cappuccetto?” e lei rispose: “Sto aiutando il lupo a badare alla sua macedonia...” Cocco chiese: “Il lupo?! Cosa ti ha chiesto?” “Mi ha chiesto dove stavo andando e ho risposto che stavo andando a casa della mia nonna in via Boschino 43!” Cocco disse: “No! Andiamo subito a casa della tua nonna!” Quando Cappuccetto e Cocco erano davanti a casa della nonna Cocco disse: “Lupo, lo so che ci sei tu lì dentro, arrenditi!” Il lupo rispose: “ Cappuccetto, sei tu? Sono la tua nonnina!” Cocco disse: “Lupo, arrenditi, lo so che non sei la nonna!” Il lupo rispose: “E' vero, ma è troppo tardi!” aprì la porta e saltò verso Cappuccetto... quando il lupo fu a mezz'aria vide che Cappuccetto aveva in mano Cocco pronta a lanciarlo! Scappò subito e alla fine Cappuccetto fece un bel pranzetto con la nonna e il suo amico Cocco. MATTEO WU CAPPUCCETTO BLU C’era una volta una piccola bambina di nome Cappuccetto Blu, l’avevano chiamata così per il suo cappuccio tutto blu ragalatole dalla sua cara nonna. Un giorno la sua mamma le disse di portare un’insalata di mare appena fatta e una bottiglia di vino alla nonna che viveva su un’altra isoletta. La mamma le disse: “Non metterti a nuotare, ci sono gli squali!”. E Cappuccetto andò sulla barca e partì. Sulla via vide tantissimi pesci colorati e cercò di seguirli con la barca, ma non ci riuscì e quindi si gettò in acqua e si mise a nuotare. Ad un tratto incontrò uno squalo con denti aguzzi e scaglie taglienti. Cappuccetto non sapendo che quello fosse uno squalo, perché la mamma le diceva che gli squali erano pericolosi, ma non gliene aveva mai mostrato uno, si avvicinò e lo salutò. Lo squalo quando vide il cibo che Cappuccetto aveva sulla barchetta le chiese: ”Per chi sono quelle delizie?” E Cappuccetto gli disse: “Sono per la mia cara nonna.” Il lupo approfittò dei bellissimi pesci colorati dell’oceano per distrarre Cappuccetto e in un sol secondo la ingoiò. Passate tante ore la nonna si preoccupò e andò in cerca della amata nipotina con la barca; ad un tratto vide uno squalo. La nonna pensò che lo squalo avesse mangiato Cappuccetto e quindi cercò di andare a chiamare aiuto, ma goffamente scivolò in acqua e lo squalo la divorò come aveva fatto con Cappuccetto. Fortunatamente un giovane pescatore vide quello che accadde e insieme agli altri pescatori della costa uccise lo squalo e liberò Cappuccetto e la nonna. Infine la nonna mangiò l’insalata e bevve il vino e Cappuccetto e il giovane pescatore di nome Mako diventarono grandi amici e così la bambina gli rivelò il suo vero nome, Cecilia, i due da quel giorno si incontrarono una volta ogni settimana per pescare insieme. PETRU LEFTER CAPPUCCETTO RAP C'era una volta una bambina molto triste perché tutti la prendevano in giro in quanto le piaceva tanto cantare e ballare. Un giorno, per renderla felice, la sua nonnina le regalò un cappuccio pieno di note. Poco tempo dopo la nonnina si ammalò e Cappuccetto, così si chiamava da quando aveva ricevuto il dono e non l'aveva più tolto, corse subito da lei, ma un lupo che voleva essere riconosciuto come cantante, lungo il percorso le tagliò la strada e le propose di fare una sfida rap, se non avesse accettato non l'avrebbe lasciata passare. Cappuccetto, in ansia per la nonna, accettò. Iniziò la sfida: Cappuccetto fu la prima e il lupo sentendo le sue parole le rispose inventando con esse delle altre canzoni, ma erano “vecchie”! Cappuccetto quindi vinse la sfida e scappò dalla nonnina. Arrivata a casa sua sentì dalla finestra delle canzoni “vecchie” come quelle del lupo, entrò e si trovò di fronte proprio il lupo che le ordinò: “Voglio la rivincita, la nonna sarà il giudice: se perdi ti mangio la nonna!” Cappuccetto, molto triste e arrabbiata, inventò delle nuove parole e nuovi ritmi che mandarono il lupo letteralmente al tappeto! La nonna era in salvo e nei giorni seguenti raccontò a tutti quello che era successo, così nel villaggio Cappuccetto diventò la cantante più famosa. OMAR ISLAM CAPPUCCETTO D'ORO C'era una volta una bambina ricchissima a cui la nonna voleva tanto bene, per questo le regalò un cappuccio d'oro. Da allora tutti la chiamarono Cappuccetto D'oro. Un giorno la mamma le disse: “Porta alla nonna queste bottiglie di lemonsoda e un po' di cioccolato d'oro” e Cappuccetto disse di sì. La nonna viveva in una grande villa d'oro; prima di giungervi la bambina incontrò il lupo povero, ma non sapeva che fosse cattivo. Cappuccetto D'oro e il lupo iniziarono a parlare e il lupo scoprì che la nonna era ricca e quindi lasciando Cappuccetto nel prato di fiori d'oro andò a casa della nonna. Entrato ingoiò la nonna in un grosso boccone e poi si mise il suo bel vestito (era un lupo che apprezzava la moda). Quando Cappuccetto si accorse che doveva andare dalla nonna riprese il cammino... finalmente raggiunse la villa e bussò, poi entrò, diede uno sguardo alla nonna e disse: “Nonna perché ti sei messa il costume e la maschera del lupo ?” e la nonna disse: “Oggi è carnevale, metti anche tu un costume, chiudi gli occhi e io ti metto il costume più bello del mondo mai visto!” Cappuccetto chiuse gli occhi e il lupo la mangiò. Dopo aver mangiato Cappuccetto e la nonna il lupo fece un bel sonnellino, felice di essere in una grande casa con dei bei vestiti. Arrivò la mamma lupo e disse: “Nessuno può mangiare gli uomini senza il mio permesso!” e così fece in modo che la nonna e Cappuccetto D'oro uscissero da dove erano entrate. Mamma lupo chiese scusa alla nonna e a Cappuccetto e se ne andò portando con sé il figlio. Cappuccetto visse felice e contenta mentre il lupo povero restò triste e affamato, ma in parte soddisfatto per essere stato ricco almeno per breve tempo.