IL LINGUAGGIO LITURGICO DEI FIORI Sempre belli, mai per caso!

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IL LINGUAGGIO LITURGICO DEI FIORI Sempre belli, mai per caso!
CHIESA
IL LINGUAGGIO LITURGICO DEI FIORI
Sempre belli, mai per caso!
Il significato della loro colorata presenza sugli altari
Spesso, alla domenica, entrando in Chiesa, ci si sente porre
una domanda ricorrente: “Ma… c’è stato un matrimonio?”.
La quantità, il tipo, il colore dei fiori e la loro disposizione
intorno all’altare invitano a chiederselo. I fiori sono, spesso,
un omaggio spontaneo ma, il più delle volte, non è così. C’è
chi si preoccupa che, comunque, non manchino mai e che
siano ben disposti. L’atmosfera in chiesa ci deve richiamare
alla grandezza dal Creatore ricordandoci che tutto da Lui è
dato e tutto a Lui è dovuto, e che, dunque dobbiamo rivolgerci a Lui con umiltà e devozione. Perciò, oltre alle architetture, ai paramenti, agli arredi sacri ed accanto alle parole
delle orazioni o degli inni, accompagnati dalle melodie che
si uniformano alla maestosità o alla mestizia delle situazioni, sugli altari troviamo anche presenze colorate e profumate: i fiori. Con le loro corolle rivolte verso l’altare, o con la
loro disposizione a corona attorno al tabernacolo, guidano
verso di Lui il nostro occhio ed a Lui la nostra preghiera.
Generalmente si è propensi a sottovalutarne l’importanza,
considerandoli quasi un lusso o qualcosa di superfluo; ma,
ad un occhio attento, non dovrebbe sfuggire la loro funzione
di richiamo ai momenti forti nel corso dell’anno liturgico, e
alla loro rilevanza durante le funzioni religiose. Se per i matrimoni, la moda ha ormai fatto superare il concetto del
“tutto bianco”, per le ricorrenze importanti (Natale, Pasqua,
Pentecoste, Corpus Domini, Assunzione… e tutte le altre festività) ci sono precise esigenze di colore di cui tener conto.
A Pentecoste si sono usati fiori bianchi e rossi a simboleggiare le lingue di fuoco che scendevano sugli Apostoli e sulla Vergine. E chi avesse avuto la pazienza di contarli, avrebbe notato, nella loro disposizione, il ricorrere del numero 7
(i doni dello Spirito Santo) e del 13 (gli Apostoli e la Vergine, appunto). La Pasqua è stata un tripudio di colori, giacché, in quel Sepolcro, si compiva il mistero della Resurrezione: ritorno alla pienezza della vita grazie al sacrificio del
Redentore. Il giallo, quando viene utilizzato, simboleggia l’oro: puro e incorruttibile come la Divinità. Quando la festività riguarda la Madonna, i fiori più usati sono i lilium bianchi, a memoria della sua purezza; qualche volta anche il rosa chiaro. Il profumo che emana da questi fiori è come la
santità che sprigiona dal corpo di Maria, scelta per essere la
L’APPUNTAMENTO MUSICALE:
Giovedì 12 dicembre, alle ore 21.00, presso il Cinema San
Giovanni Bosco di via Lauro, si terrà il tradizionale
“Concerto di Natale” organizzato dal Gruppo Culturale
Milanino. Lo Skylon Quartet (un quartetto di clarinetti)
eseguirà un repertorio vario ed interessante che spazierà
da Albinoni al tango di Piazzolla, dalla “Danza delle
spade” di Khachaturian a Gershwin, da Rossini
all’“Opera da tre soldi” di Kurt Weill.
La serata, ad ingresso libero, ospiterà anche la consueta
distribuzione di libri in omaggio a tutti i presenti.
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madre del Creatore. Tutt’intorno ai lilium si pongono le
margherite, fiori semplici e un po’ scontati, ma che rendono
bene l’idea dell’umiltà di noi, povere creature umane, che ci
rivolgiamo a Lei per ottenerne l’intercessione. L’ Avvento
(fase liturgica che stiamo vivendo) si configura come la
Quaresima, un periodo di attesa e penitenza; l’assenza dei
fiori sottolinea il rigore del momento e la necessità di qualche sacrificio. Ma l’altare non sarà mai spoglio; anche se
prive di colori e profumi ci saranno comunque piante verdi.
Solo sulla mensa: un piccolo tributo fiorito, umile e modesto. Poi, a Natale (come a Pasqua) i fiori ritorneranno, in
grande quantità, a simboleggiare che la contrizione è finita e
che la festa è grande. Anche se non ci saranno i colori pasquali della primavera, i sempreverdi sfoggeranno le loro
bacche rosse in gioiosi festoni; ai quali si aggiungerà il calicanto dai boccioli dorati, con le sue corolle profumate, trasparenti come ali d’angelo. Le “Stelle di Natale” con il loro
rosso vivido ci ricorderanno l’amore di Cristo che si è incarnato per noi; e qualche rosa dai colori tenui ci commuoverà
rammentandoci la tenerezza di quel Bimbo cha vagisce nella povera mangiatoia. Offrire fiori è un gesto antico, in un
certo senso anche pagano; ma anche Abele offriva “doni
graditi al Signore”, e quante volte ne abbiamo trovati davanti alle immagini sacre, posati dalle mani anonime di chi
aveva qualche cosa da chiedere o qualche motivo per cui
ringraziare. D’altronde, noi non regaliamo fiori, in ogni occasione, anche a persone che non ci sono simpatiche e che,
spesso, neppure se li meritano? E, allora, perché non offrirli
a Colui che li ha creati? Che poi, in realtà, è semplicemente
un renderglieli, disposti con garbo in mazzi o in vasi; riconoscenti per averceli donati.
Leana Giacomessi
n. 4 - dicembre 2002