meriam è in italia, renzi si prende i meriti e fa

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meriam è in italia, renzi si prende i meriti e fa
d’Italia
MERIAM È IN ITALIA, RENZI SI PRENDE I MERITI E FA PASSERELLA.
TORNANO TUTTI, TRANNE I DUE MARÒ ITALIANI
ANNO LXII N.173
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Luca Maurelli
Tornano tutti: i bambini congolesi da adottare, i dissidenti politici a cui concediamo asilo, le
mogli di ricercati internazionali
e anche le donne perseguitate
dai regimi musulmani, come
Meriam, da un paio d’ore sul
suolo italiano. Una buona notizia, peccato che in Italia arrivino
o tornino solo gli stranieri, un
po’ meno gli italiani in ostaggio
all’estero. Come i due marò,
ormai scomparsi dagli orizzonti
politici del ministro Mogherini,
che aveva promesso sviluppi
imminenti nel dossier “India”
solo un paio di mesi fa, quando
arrivò alla Farnesina con l’aria
di chi avrebbe rimesso in riga
un club vacanze dedito al cazzeggio internazionale. Da noi
arrivano a migliaia anche gli immigrati, molti si perdono nell’acqua, in tanti invece ce la fanno a
toccare le nostre coste ma non
trovano nessuno a festeggiarli,
solo l’indifferenza della Ue, dell’Onu e gli allarmismi del ministro Alfano, visto che Renzi, a
Lampedusa, con la moglie, non
ci va neanche in vacanza.
Meriam, la giovane cristiana sudanese di 26 anni condannata
a morte, all’ottavo mese di gravidanza, per apostasia, è dun-
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que atterrata stamattina a Roma
in un clima di onori e autocelebrazioni eccessive, quasi irritanti. È il
classico evento politicamente corretto in grado di far dimenticare
l’assoluta assenza della nostra
politica estera sugli scenari più
complessi, dall’Ucraina al Medio
Oriente, fino alla solita India. Miriam salva-tutti, con il marito e i
due figli – tra cui Maya nata due
mesi fa in cella – è giunta a Ciampino con un volo di stato italiano
dove l’ha attesa Matteo Renzi con
la moglie Agnese ed il ministro
degli Esteri Federica Mogherini:
«Oggi è un giorno di festa», ha
detto il premier sottolineando il lavoro “straordinario” del viceministro degli Esteri Lapo Pistelli nella
vicenda.
La giovane era stata arrestata e
messa in cella insieme al piccolo
figlio di 20 mesi con una sentenza
shock che aveva suscitato l’orrore
e la mobilitazione del mondo intero, facendo scattare molte iniziative internazionale per la sua
liberazione. Un dossier, quello di
Meriam, su cui dal primo momento
si era mobilitato il governo italiano
con il premier che aveva citato il
caso della ragazza sudanese
anche nel suo discorso di apertura
del semestre Ue. Nella prima
udienza, quella in cui gli era stata
inflitta la condanna a morte, il giudice si era rivolto all’imputata chiamandola con il nome arabo, Adraf
Al-Hadi Mohammed Abdullah,
venerdì 25/7/2014
chiedendogli di convertirsi nuovamente all’Islam. «Io sono cristiana
e non ho commesso apostasia»,
fu la replica della donna che gli
costò la condanna a morte e la
carcerazione. Solo poche settimane dopo Meriam, in cella, ha
dato alla luce una bimba in condizioni durissime. Il 23 giugno il tribunale sudanese ha poi deciso la
liberazione della donna. Che però
è stata fermata nuovamente il
giorno dopo insieme al marito e al
loro legale mentre si trovava all’aeroporto – mentre con i bambini
tentava di lasciare il paese con destinazione Stati Uniti – per un
“controllo dei documenti”. Rilasciata per la seconda volta, con la
sua famiglia, si è poi rifugiata all’ambasciata americana a Khartoum, dove ha ricevuto il
passaporto che le ha permesso
oggi di lasciare il Paese diretta
come prima tappa in Italia, dove
resterà un paio di giorni prima di
raggiungere New York. I meriti del
governo italiano – a parte l’aereo
pagato – sfuggono un po’ a tutti,
soprattutto agli americani. Ma se
anche ve ne fossero, per rispetto
ai 181 morti stimati nelle ultime
ore al largo della Sicilia e per gli
italiani ancora in detenuti ingiustamente in paesi esteri, sarebbe
stata opportuna un po’ di sobrietà.
Colpita a Gaza una scuola dell’Onu: 16 morti. Dopo due settimane
di attacco sono 746 le vittime palestinesi
Redazione
L’artiglieria israeliana ha colpito a Beit Hanun, nel Nord
della Striscia di Gaza, una
scuola dell’Unrwa (l’ente
dell’Onu per i profughi) in cui
avevano trovato riparo numerosi sfollati. Il bilancio del
bombardamento è di 16 morti
e di circa 200 feriti secondo
quanto riferito dal direttore
dell’ospedale di Beit Hanun.
La scuola, ha detto un funzionario dell’Unrwa, fungeva da
rifugio per abitanti di Beit
Hanun costretti ad abbando-
nare nei giorni scorsi le loro
abitazioni, prima dell’ingresso
delle forze di terra israeliana e
la sua ubicazione era nota all’esercito israeliano. Il fuoco
nella sua direzione, ha precisato, non è stato preceduto da
avvertimenti di sorta. Secondo
l’agenzia di stampa palestinese al-Ray dopo due settimane di combattimenti il
bilancio è di 746 palestinesi
morti e altri 4640 rimasti feriti
sotto il fuoco israeliano.Continua il movimento diplomatico
al Cairo dove sono giunti
l’emissario dell’Onu per il
Medio Oriente, Robert Serry, e
il ministro degli Esteri britannico, Philipp Hammond, entrambi per colloqui sulla guerra
a Gaza. Atteso di nuovo anche
il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Ammond ha in agenda incontri con
il presidente egiziano Abdel
Fattah al-Sisi e con il ministro
degli Esteri Sameh Shoukry.
L’esercito egiziano ha sventato
nel Sinai un vistoso attentato
contro il Kibbutz israeliano
Kerem Shalom, che si trova in
prossimità del confine con
l’Egitto e della striscia di Gaza.
La televisione commerciale
Canale 10 precisa che le forze
egiziane hanno distrutto un veicolo che trasportava razzi Grad
(pronti per essere sparati verso
Israele) e ha ucciso un ‘kamikaze’ che, con un corpetto
esplosivo, tentava di infiltrarsi
nella zona di Kerem Shalom. Il
camion portava anche lanciamissili pronti per essere usati
contro Israele, hanno precisato
fonti egiziane.
Via l’anatocismo dal decreto competitività: il governo
cede all’opposizione. Meloni: «Vigileremo ancora»
Secolo
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d’Italia
Valeria Gelsi
Sono serviti la denuncia su
tutti i media possibili, a partire
dai social network, un pressing politico incessante e la
volontà di non vedersi sconfitti neanche quando sembrava che i giochi fossero
fatti. Alla fine, però, il fronte
parlamentare contro l’anatocismo, ovvero il pagamento
degli interessi sugli interessi
bancari, è riuscito a far decadere la norma che lo ripristinava e che era contenuta nel
decreto competitività, in
esame alle commissioni competenti del Senato. Il via libera del governo alla modifica
è arrivato nella notte, dopo
che ancora nel pomeriggio di
ieri, fra le proposte dei relatori, non vi era traccia dell’abolizione della misura cara
a Bankitalia. «Favori ai potenti sulla pelle degli italiani.
Che schifo», aveva commentato Giorgia Meloni, la prima
a denunciare, insieme a Fratelli d’Italia, il ritorno della capitalizzazione degli interessi.
La presidente di FdI ha affidato a Twitter, invece, il primo
commento
all’abolizione:
«Dopo le denunce di FdI-An
governo costretto a cancellare
l’anatocismo. Speriamo non rispunti fuori come l’ultima
volta». L’emendamento con
cui è stato fatto decadere
porta la firma della Lega, visto
che FdI al Senato non è rappresentato. Un successo che
il Carroccio ha rivendicato parlando di vittoria sulla «insostenibile arroganza di chi
difendeva una norma dannosa
Redazione
«Ormai è stato cancellato il finanziamento pubblico, e se da qui a un
anno non si cambia rischiamo di
trasformarci in un comitato elettorale che si compone, ad ogni appuntamento con le urne, attorno ad
un candidato. Così non si va
avanti». L’attacco a Renzi di Pierluigi Bersani è duro e diretto. In un
colloquio con il Mattino, l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, sostiene che nel partito c’è ”poca
dialettica interna”. «È un fatto strutturale, per la prima volta il premier e
il segretario sono la stessa persona. Non si parla, non ci si confronta perché ogni volta che lo fai,
o ci provi, la dialettica viene riflessa
sull’immagine del governo e si sposta sul Paese», osserva Bersani.
«Per questo timore, anche giusto, è
praticamente saltata la dialettica interna». Bersani chiede di ”fermarsi
e discutere”. «Non dico un congresso, ma occorre una dialettica
interna perché vedo che manca ordine e disciplina nel partito. Due
cose, secondo me, fondamentali».
L’ex segretario smentisce l’intenzione di mettersi alla testa di un’opposizione interna. «Non mi ci vedo
affatto nel ruolo di un capo fazione
o chissà cosa, dice. Sto bene così:
da capitano o da mozzo io rimango
sempre a disposizione della ditta e
ci tengo a mantenere sempre la
stessa visuale».
Bersani all’attacco di Renzi: «Così
non va, il Pd è diventato
il suo comitato elettorale»
per le famiglie e le piccole e
media imprese», ma avvertendo a sua volta sul rischio
che il governo possa tentare
un nuovo colpo di mano.
L’esecutivo, infatti, ha difeso
l’anatocismo fino all’ultimo,
con il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De
Vincenti che nel pomeriggio
ancora diceva che «il governo
difende la norma», suscitando
contraccolpi politici all’interno
VENERDì 25 LUGLIO 2014
del Pd e fra il Pd e Palazzo
Chigi.«È evidente che dopo le
dichiarazioni del sottosegretario De Vincenti, il governo
dovrà chiarire al proprio interno la genesi di questo tentativo di ripristinarla», era
stata la replica di Francesco
Boccia del Pd, che è il presidente della Commissione Bilancio alla Camera e non un
“peones” qualsiasi.
Addio ai “vecchi” Tg Rai. Il Cda dà il via libera
al piano Gubitosi per l’accorpamento
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Secolo
d’Italia
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Redazione
Con una «larga maggioranza» il cda
della Rai ha condiviso le linee guida
per la riforma dell'informazione illustrate ieri dal direttore generale,
Luigi Gubitosi. Il riposizionamento
dell'offerta News Rai nel nuovo mercato digitale, il "Progetto 15 dicembre", prevede la creazione di due
super-redazioni, che negli intenti del
dg dovrebbero servire a «rottamare
il vecchio sistema dell'informazione
Rai, figlio della riforma del 1975 e
della lottizzazione», ma che non
convincono i giornalisti e i lavoratori
del servizio pubblico. Alla vigilia del
Cda, Gubitosi aveva anticipato il
piano all'Espresso, prima ancora
che i consiglieri di amministrazione
e il sindacato potessero prenderne
visione formalmente. La filosofia di
Gubitosi, così come è stata presen-
tata anche al Cda, è dare un'impronta europea, stile Bbc, all'informazione della tv pubblica nell'era
digitale. Per concretizzarla il direttore generale ha previsto due fasi e
la prima, operativa tra il 2015 e il
2016, prevede la nascita di due newsroom: una «composta dall'accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai
Parlamento», un'altra «formata da
Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss,
meteo e Web». La prima «sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale», la seconda «porterà
un'evoluzione dell'all news integrando offerta nazionale, internazionale e locale». Per i telespettatori,
ha assicurato Gubitosi, non cambierà nulla: «Nella pratica i marchi
Tg1, Tg2, Tg3 rimarranno. Chi
guarda il Tg1 delle 20 continuerà a
vedere il logo e i conduttori abituali
che sono caratterizzanti. Così il Tg2.
Ma le due redazioni saranno state
unificate. A differenziare l'offerta saranno i vice direttori, i coordinatori di
impaginazione ed editoriali e i conduttori, tutti dissimili da una testata
all'altro». Il piano però approda a
viale Mazzini in un clima che è tutt'altro di piena condivisione, necessaria invece perché possa davvero
realizzarsi. La prima reazione dell'Usigrai è stata piuttosto critica,
anche di fronte alla scelta del direttore generale di anticipare i temi del
piano in un'intervista. Il sindacato dei
giornalisti l'ha giudicata un «pessimo
modo di intendere le relazioni sindacali e anche il ruolo dei consiglieri di
amministrazione», parlando dei propri timori su «un'operazione di immagine» per coprire la vendita di
RaiWay.
Redazione
Resta in vigore il divieto
d'espatrio deciso nei confronti
di Silvio Berlusconi. Il Tar del
Lazio ha respinto il ricorso dei
legali dell'ex premier per poter
riavere il passaporto, ritiratogli
dopo la sentenza Mediaset. In
sostanza, viene spiegato dal
Tar, il documento valido per
l'espatrio non doveva essere rilasciato in quanto Berlusconi,
«dovendo espiare una pena di
un anno di reclusione, seppure
sospesa, non aveva titolo a ottenere il passaporto, né poteva
lasciare il territorio italiano, e
quindi la sua carta d'identità
doveva essere non valida ai fini
dell'espatrio». Secondo il Tar,
inoltre, «non è la semplice condanna penale che automatica-
mente legittima la restrizione,
bensì - si legge nel dispositivo
del Tribunale amministrativo una condanna penale non ancora espiata; e la ragione della
limitazione non è collegata alla
gravità del reato accertato
(quando la pena è stata scontata), ma alla necessità per lo
Stato di rendere effettiva e agevolmente eseguibile la condanna penale». Il divieto di
espatrio significa anche per l'ex
premier l'impossibilità di svolgere a pieno il suo ruolo di leader
di
Forza
Italia,
partecipando per esempio alle
riunioni del Ppe a Bruxelles.
Oltre a ritenere «infondato» il
ricorso, il Tar del Lazio ha ritenuto anche non sussistenti «ragioni di dubbio per rimettere
alla Corte di Giustizia europea
la questione di compatibilità
delle norme nazionali con quelle
comunitarie», sollevate col ricorso proprio in merito al «concetto di espatrio». I legali dell'ex
premier, infatti, avevano sottolineato che per espatrio si deve
intendere andare oltre il territorio della Comunità europea e
che un provvedimento che li-
mita il diritto di espatriare, limita
i cittadini europei e il loro diritto
alla circolazione. La questione,
però, potrebbe non essere finita
qui: secondo le prime indiscrezioni, i legali di Berlusconi
stanno valutando l'opportunità
di proporre appello al Consiglio
di Stato contro la sentenza del
Tar.
Niente passaporto per Berlusconi:
il Tar del Lazio conferma
il divieto di espatrio
Venduto come olio biologico ma era
un prodotto scadente: 16 arresti in Puglia
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Redazione
Tre associazioni per delinquere
che gestivano un giro d'affari illecito stimato in 30 milioni di
euro sono state smantellate
con 16 arresti dalla Guardia di
Finanza di Andria in un'indagine
a carico di imprenditori pugliesi
accusati, con la complicità di indagati calabresi, di aver trasformato olio di oliva comunitario in
'olio 100% italiano biologico'.
Gli arresti sono stati disposti
dalla magistratura di Trani che
ha ordinato anche il sequestro
preventivo di 15 imprese coinvolte. All'indagine della Gdf
hanno partecipato uomini dell'ispettorato repressione frodi di
Roma e Bari del ministero delle
politiche agricole e dell'Agenzia
delle Dogane. L'inchiesta ha
accertato che le tre presunte organizzazioni criminali pugliesi due delle quali facevano capo
ad uno stesso imprenditore andriese - si sono avvalse della
complicità di imprese che commercializzano olio di oliva in
Secolo
d’Italia
Puglia e in diverse città della
Calabria. A queste imprese era
affidato il compito - secondo il
procuratore di Trani, Carlo
Maria Capristo, e il pm inquirente Antonio Savasta - di fornire false fatture attestanti fittizi
approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in
Italia necessari 'cartolarmente'
a legittimare ingenti acquisti di
olio proveniente, in realtà, dalla
Spagna. In sostanza, l'olio
d'oliva comunitario, con la complicità di altri indagati (confezionatori
e
commercianti
all'ingrosso) veniva messo sul
mercato come olio biologico
100% italiano, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti 'Made in
Italy' e biologico. L'indagine sul
falso olio d'oliva biologico 100%
italiano ha permesso anche di
apporre i sigilli a circa 400 tonnellate di olio dalle qualità organolettiche
scadenti
e/o
contaminate. L'olio sequestrato
- secondo le indagini della
Guardia di Finanza - era miscelato con grassi di diversa natura
contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della
raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché di provenienza furtiva, oppure, scortati
da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità
diversi da quelli reali.
colpo di scena. I collaboratori
di Guariniello, infatti, hanno
appreso che la casa madre ha
ordinato ai concessionari italiani di organizzare la rimozione dell'asbesto: adesso
però ci sono seri dubbi su
come i lavori sono stati eseguiti nelle varie officine. La bonifica
richiede
protocolli
specifici, apparecchiature particolari, mascherine di protezione per gli operatori:
bisogna evitare il contatto diretto con le fibre-killer perché
possono causare malattie gravissime e, in certi casi, letali
come l'asbestosi, i tumori polmonari o i mesoteliomi. Non è
chiaro se le precauzioni siano
state osservate. Per questo
motivo Guariniello ha preso
contatto con tutte le aziende
sanitarie locali delle zone interessare invitandole a procedere con i controlli. Lo spunto
per l'apertura del fascicolo
processuale è una legge del
1992 che vieta l'importazione
di prodotti contenenti amianto.
A Palazzo di Giustizia, però,
non si esclude l'applicazione
di altri reati. La Great Wall Motors, fondata nel 1976, oggi è
la più grande casa automobilistica di Cina e uno dei maggiori marchi del mondo.
Amianto nelle vetture cinesi
della GWM: indagini in tutta Italia
Redazione
Accertamenti giudiziari in tutta
Italia sulle automobili cinesi
della Great Wall Motors. Il
pubblico ministero Raffaele
Guariniello, da Torino, ha attivato una serie di controlli su
scala nazionale: alcuni modelli, è l'ipotesi dell'accusa,
contengono parti in amianto e
si teme che le operazioni di
bonifica non siano state compiute nel rispetto delle norme
sulla sicurezza sul lavoro. Il
magistrato piemontese ha acceso un faro sulle auto "made
in China" sin dallo scorso febbraio, quando qualcuno lo ha
messo al corrente della presenza del pericoloso minerale
nelle guarnizioni delle linee di
scarico. Nel 2012, d'altra
parte, si erano diffuse notizie
dall'Australia su una campagna di richiamo di numerose
vetture. La raccolta delle informazioni, a Torino, è continuata
in sordina per mesi fino al
VENERDì 25 LUGLIO 2014
Aumenta l'inquinamento
acustico: Italia tra i paesi
più rumorosi
Redazione
L'Italia è un paese rumoroso,
dove l'inquinamento acustico
rappresenta, ormai, uno dei maggiori problemi ambientali. Lo
rende noto l'Ispra stilando come
ogni anno l'Annuario dei dati ambientali. "Il 42,6% delle sorgenti
di rumore controllate nel 2012 ha
presentato almeno un superamento dei limiti normativi evidenziando
un
problema
di
inquinamento acustico". I controlli Arpa- Appa si sono concentrati sulle attività di servizio e
commerciali (il 57,7%) seguite da
quelle produttive (31,5%). Secondo l'Ispra una possibile risposta per arginare il problema
dell'inquinamento è la classificazione acustica, che però deve
essere approvata dai comuni: "Al
31 dicembre 2012 esisteva solo
nel 51% dei centri abitati italiani.
Le regioni con la percentuale di
comuni a norma più elevata rimangono Marche e Toscana
(97%), Valle d'Aosta (sale al
96%), Liguria (84%), Lombardia
(sale all'83%), mentre quelle che
registrano percentuali inferiori al
10% sono Abruzzo (7%), Sardegna (3%) e Sicilia (1%)". Infine
dall'analisi si evince che la percentuale di popolazione residente in comuni che hanno
approvato la classificazione acustica "è pari al 56,5%, con forte
disomogeneità sul territorio nazionale".
Otto per mille anche a favore delle scuole.
Rinviata la tassa sui tabacchi
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Secolo
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d’Italia
Redazione
Anche le scuole potranno beneficiare, per la riqualificazione delle
strutture, dell'8 per mille. È la novità in
arrivo con il via libera da parte del
Consiglio dei ministri alla modifica del
regolamento sulla ripartizione dell'8
per mille a diretta gestione statale,
che introduce appunto una nuova cosiddetta "quota scuole". Il decreto
presidenziale esaminato dal Cdm
così come previsto dalla legge di stabilità per il 2014, ha aggiunge una
quinta quota tra i beneficiari dell'8 per
mille Irpef a gestione statale, inse-
rendo anche la voce «ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed
efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica». I cittadini,
insomma, potranno scegliere di destinare l'8 per mille delle imposte sul
reddito per rimettere in sesto le
scuole. La piccola rivoluzione è stata
avviata nel corso della breve riunione
nel corso della quale è stato dato l'ok
alla proroga delle missioni internazionali mentre è stato rinviato l'atteso
esame del decreto legislativo di rior-
dino delle accise sui tabacchi. Un intervento che era dato in arrivo già per
la metà di luglio e che invece è slittato, ha spiegato Maurizio Lupi, per
l'assenza del ministro dell'Economia
Pier Carlo Padoan, in questi giorni in
missione a Pechino e Hong Kong. Il
provvedimento, un nuovo tassello
dell'attuazione della delega fiscale,
una volta varato dovrebbe assorbire
anche l'intervento che scatterà dal 1
agosto, con un leggero ritocco al
rialzo delle accise a copertura del decreto Valore cultura del governo Letta
dello scorso anno. Ad agosto però
non si dovrebbero registrare aumenti
per i fumatori, che dovranno invece
molto probabilmente mettere mano al
portafogli (compreso chi sceglie le sigarette elettroniche) una volta che
andrà a regime l'intero riordino. L'aumento della tassazione per i produttori, infatti, guidato dalla volontà di
fermare la guerra al ribasso dei
prezzi, e anche di arginare il calo di
introiti per l'erario (circa 600 milioni in
meno lo scorso anno), dovrebbe portare a rincari delle "bionde" fino a 20
centesimi per la fascia bassa e fino a
10 per la fascia alta (rialzo, quest'ultimo, che potrebbe anche essere
riassorbito dai produttori per evitare
di superare la 'soglia psicologica' dei
5 euro).
Redazione
È partita ufficialmente la riforma
delle Camere di commercio italiane che porterà al dimezzamento
del loro numero, dalle attuali 105 a
non più di 50-60. Il comitato esecutivo di Unioncamere ha varato
infatti l'operazione riordino prendendo atto delle prime indicazioni
maturate a livello regionale. Gli accorpamenti tendono a creare realtà
locali con un bacino pari ad al-
meno 80.000 imprese che coniuga
sostenibilità economica e valorizzazione dei territori. Tredici Unioni
regionali hanno già provveduto ad
approvare l'accorpamento delle
strutture camerali del proprio territorio, mentre le rimanenti formalizzeranno l'analogo percorso nei
prossimi giorni. Entro l'autunno
tutte le Camere di commercio saranno impegnate a deliberare il
nuovo assetto. Le 12 Unioni regionali che hanno già compiuto il
primo, determinante passo sono
l'Abruzzo (che porterà a 2 le 4 Camere di commercio oggi esistenti,
con l'accorpamento di Teramo e
L'Aquila e di Pescara e Chieti), la
Basilicata (da 2 a 1), la Calabria
(da 5 a 3), la Campania (da 5 a 4,
con Avellino e Benevento destinate
a unificarsi ), l'Emilia Romagna (da
9 a 4), il Lazio (da 5 a 2, ovvero
l'area metropolitana di Roma e le
altre province insieme), la Liguria
(da 4 a 2, l'area metropolitana di
Genova e l'accorpamento in una
sola strutture delle rimanenti province), il Molise (da 2 a 1), il Piemonte (da 8 a 3, con Torino, la
Camera del Sud e la Camera del
Nord Piemonte), la Puglia (da 5 a 3
in virtù degli accorpamenti di Bari
e Taranto e di Brindisi e Lecce), il
Veneto (da 7 a 5) e l'Umbria (da 2
a 1). La "geografia" camerale non
muterà, invece, in Trentino Alto
Adige, dati i vincoli delle due province a statuto speciale, e in Valle
d'Aosta, dove esiste una sola Camera di commercio. Analoghe riduzioni sono previste per quanto
riguarda le altre 6 regioni, nelle
quali il processo di accorpamento
sarà formalizzato a breve. In Lombardia, Regione e Camere di commercio hanno costituito un Tavolo
lombardo per affrontare i temi della
riforma.dei suoi protetti.
Via all'autoriforma delle Camere di commercio,
il loro numero sarà dimezzato
Consumi alimentari:
per la prima volta
il Sud spende meno del Nord
Redazione
Per la prima volta dal 2005 le famiglie del Sud Italia hanno speso
meno per mangiare rispetto a
quelle del Nord, invertendo il
trend che vedeva le regioni meridionali destinare all'alimentare
una parte maggiore del budget rispetto a quelle settentrionali. Lo
dice Coldiretti, sulla base dei dati
Istat sui consumi2013, commentando lo studio Svimez secondo il
quale la pressione fiscale è diventata più alta nei territori più
poveri e scesa in quelli più ricchi,
acuendo il gap già esistente. Nel
Mezzogiorno - rileva Coldiretti si
sono spesi nel 2013 455 euro per
il cibo, con un calo del 3 per
cento rispetto all'anno precedente, contro i 458 euro del Nord
(-1 per cento), "a testimonianza
del fatto che la crisi ha colpito più
duramente al Sud". "Una situazione che trova una ulteriore conferma nel fatto che - sottolinea la
Coldiretti - nel Meridione la quota
di famiglie che a causa della crisi
nel 2013 ha messo in atto strategie di contenimento della spesa,
riducendo la qualità o la quantità
di almeno uno dei generi alimentari acquistati, sfiora il 77 per
cento, contro un dato nazionale
del 65 per cento". Non a caso la
Puglia (-11,3 per cento) è la regione che - conclude la Coldiretti
- ha tagliato di più la spesa alimentare dall'inizio della crisi,
mentre il Piemonte è oggi quella
che spende di più in cibo.
Condannato alla pena capitale, muore dopo due ore
di atroci sofferenze. Ed è polemica negli Usa
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Secolo
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VENERDì 25 LUGLIO 2014
Nuovi criteri della Casa
Bianca per “etichettare”
un terrorista
Redazione
Joseph Wood è morto, come previsto, ma tra atroci sofferenze. Ha destato polemiche in tutto il mondo il
caso del detenuto dell'Arizona, la cui
pena di morte è stata confermata
dalla Corte Suprema, deceduto dopo
due ore dall'inizio delle sua esecuzione con un cocktail letale. Due ore
durante le quali i suoi legali avevano
presentato un appello d'emergenza
dopo aver visto il loro assistito rantolare e ansimare. L'esecuzione è iniziata alle 13.52 locali e Wood afferma l'ufficio del procuratore generale dell'Arizona, Tom Horne - è
stato dichiarato morto alle 15.49,
un'ora e 57 minuti dopo che l'esecuzione è iniziata. Il condannato, un'ora
e 10 minuti dopo che l'iniezione era
stata effettuata, ancora respirava e si
muoveva, agitandosi, rantolando e
ansimando: i suoi legali hanno presentato, mentre l'esecuzione era in
corso, un appello d'emergenza per
fermarla. Il caso aveva già fatto discutere ed è stata la Corte Suprema
nelle scorse ore a sciogliere i dubbi e
dare il via all'esecuzione. Una corte
d'appello infatti l'aveva sospesa in
seguito alla richiesta dei legali di
Wood di conoscere il cocktail letale
che sarebbe stato iniettato all'uomo
e i nomi della case farmaceutiche
che li producono. L'episodio alimen-
terà il dibattito in atto sulle iniezioni
letali in seguito a due altre controverse esecuzioni. Gli Stati in cui la
pena di morte è in atto non vogliono
rivelare i dettagli sui medicinali usati
nelle iniezioni letali.
Wood, 55 anni, era stato condannato
nel 1991 per l'omicidio due anni
prima della fidanzata Debra Dietz e
del padre di lei, Eugenee, in un'autofficina. La pena di morte era stata
confermata dalla Corte Suprema. I
familiari delle vittime hanno tenuto
una conferenza stampa. «Non credo
che stesse soffrendo», ha detto Jeanne Brown, sorella e figlia delle vittime. «Ha avuto quello che si
meritava. Non sapete cosa significa
vedere una sorella e un padre giacere in una pozza di sangue», ha
continuato. «Quest'uomo ha compiuto un omicidio orribile e voi vi preoccupate dei farmaci», ha detto il
marito Richard.
Redazione
Dopo la tragedia degli olandesi, quella dei francesi, stavolta forse per un incidente e
non per in atto di guerra. Un
aereo diretto in Algeria- di cui
aveva si era persa traccia 50
minuti dopo il decollo - si è
schiantato in una località
ignota. Il volo AH 5017 era partito da Ouagadougou, capitale
del Burkina Faso, ed era diretto
ad Algeri. Si sarebbe schiantato dopo aver sorvolato Niamey, in Niger, dopo aver
cambiato rotta a causa di cattive condizioni meteo. A bordo
c’erano 116 persone:110 i passeggeri (51 francesi, 26 cittadini del Burkina Faso, 7
algerini) e 6 membri dell’equipaggio (spagnoli). L’aereo era
gestito dalla compagnia spa-
gnola Swiftair. Secondo le
prime indiscrezioni raccolte
dall’agenzia France Presse,
l’aereo avrebbe cambiato rotta
per cattiva visibilità e per evitare una collisione. «L’aereo
era sul nord del Mali, non lontano dalla frontiera algerina ha detto una fonte all’agenzia quando è stato chiesto all’equipaggio di deviare a causa di
una cattiva visibilità e per evitare un rischio di collisione con
un altro aereo che assicurava il
collegamento Algeri-Bamako. Il
segnale è stato perduto dopo il
cambio di rotta». Secondo i
media spagnoli l’aereo AH5017
dell’Air Algerie è lo stesso velivolo utilizzato dal Real Madrid
tra il 2007 e il 2009 e che il club
blanco ha ribattezzato come
«La Saeta». Per l’aviazione
mondiale si conclude così una
settimana tragica: giovedì
scorso un Boeing 777 delle
linee aeree malesi, il volo
MH17, è stato abbattuto nei
cieli dell’Ucraina: tutti morti
quanti erano a bordo, 298 persone. E giovedì, all’aeroporto
di Taiwan, un Atr-72 della compagnia TransAsia si è schiantato al suolo in fase di
atterraggio sull’isoletta di Penghu, investita dal tifone Matmo:
48 i morti. Storicamente la
compagnia Air Algérie ha un
lungo record di incidenti mortali: sono almeno sette, l’ultimo
del 2006 e il più serio nel 2003
quando un Boeing 737-200 in
un volo interno da Tamanrasset
ad Algeri si schiantò con 103
persone a bordo: si registrò un
solo superstite.
Aereo caduto in NIger, strage di francesi:
una settimana nera per l'aviazione civile
Redazione
L'amministrazione Obama ha
approvato un sostanziale ampliamento della lista nera dei
terroristi, autorizzando un processo che non richiede né
"fatti concreti", né "prove inconfutabili" per designare un
americano o uno straniero
come terrorista. È quanto rivela The Intercept, il sito fondato dal giornalista Glenn
Greenwald che ha pubblicato
il rapporto. Il documento di 116
pagine, dal titolo "March 2013
Watchlisting Guidance", pubblicato lo scorso anno dal centro antiterrorismo, rivela i
criteri segreti del governo per
inserire gli individui nel suo database. Le nuove regole prevedono
che
le
"prove
inconfutabili e i fatti concreti
non sono necessari" per avere
"un ragionevole sospetto" dell'implicazione di un individuo e
che basta avere informazioni
che possono essere verbalizzate. Nella lista sono inseriti
anche i nomi di persone decedute. Il rapporto, rivela The Intercept, è stato redatto a porte
chiuse da rappresentanti del
Pentagono, Cia, Nsa ed Fbi e
offre la più completa panoramica dell'atteggiamento del
governo nei confronti dei terroristi o presunti tali.
Al Festival di Venezia in concorso gli italiani
Mario Martone, Francesco Munzi e Saverio Costanzo
Secolo
VENERDì 25 LUGLIO 2014
d’Italia
Redazione
Alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia (in programma dal 27 agosto al 6 settembre), che è stata presentata ieri a
Roma, in concorso per l'Italia ci saranno Il
giovane favoloso di Mario Martone, Anime
nere di Francesco Munzi, Hungry Hearts di
Saverio Costanzo con Alba Rohrwacher.
Alla mostra, diretta per il terzo anno da Alberto Barbera, sarà ospite anche Abel Ferrara che presenterà il suo Pasolini con
Riccardo Scamarcio, Ninetto Davoli, Valerio Mastrandrea e Willem Dafoe. Il 27 agosto, per l'apertura ufficiale, verrà proiettato
il film di Alejandro Inarritu, Birdman or The
Unexpected Virtue of Ignorance (film in
concorso) mentre per la chiusura del 6 settembre il protagonista sarà Huangjin Shidai
(The Golden Era) di Ann Hui, presentato
fuori concorso. Alle Giornate ci sarà, anche
Cantet con il suo Ritorno a L’Avana, che
racconta una Cuba mai vista dal look ultracontemporaneo, il coreano Kim Ki-duk con
One on One e il francese Christophe Ho-
noré con Metamorphoses. Ma ci sono
anche opere prime precedute da un ottimo
passaparola: da Before I Disappear di
Shawn Christensen a The Goob dell’inglese Guy Myhill a Between 10 and 12dell’olandese Peter Hoogendoorn. Per quanto
riguarda gli italiani, concorrono alle Giornate I nostri ragazzi di Ivano De Matteo con
Alessandro Gassman e Giovanna Mezzogiorno, Patria di Felice Farina e Les Nuits
d’Ete di Mario Fanfani («Siamo tutti nipoti
di qualcuno», commentano alle Giornate),
ambientato nella Francia del 1959 e prodotto dai cugini d’oltralpe.
Per quanto riguarda la giuria internazionale
che al Festival assegnerà il Leone d'oro e
sarà presieduta da Alexandre Desplat,
spuntanto i primi nomi, come quello di Carlo
Verdone.
Fra gli eventi speciali spiccano The Show
Mas Go On di Ra di Martino, ambientato
negli storici grandi magazzini romani di
Piazza Vittorio e interpretato da Sandra
Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa e Filippo
Timi, e il film collettivo 9X10 Novanta, che
vede nove registi al lavoro sulla costruzione
di un nuovo linguaggio cinematografico italiano qui alle prese con i materiali d’archivio dell’Istituto Luce.
In Montenegro le “Visioni mediterranee”
del maestro Carlo Montarsolo
Redazione
Fino a domenica 3 agosto è possibile visitare la mostra “Visioni
mediterranee” del Maestro Carlo
Montarsolo, allestita presso la
Galleria nazionale d’arte contemporanea di Cetinje (Cettigne), antica capitale reale del
Montenegro, dove in estate complice l'altitudine - affluisce un
cospicuo numero di visitatori.
Curata da Giorgio Agnisola,
l'esposizione ha segnato simbolicamente l'avvio del semestre
italiano di Presidenza dell'Unione Europea. L'adesione
del Presidente della Repubblica
all'iniziativa ha suscitato vivissimo apprezzamento da parte
dell'insieme delle autorità presenti al vernissage del 3 luglio
scorso. La retrospettiva antolo-
gica è voluta dall'Ambasciatore
d'Italia in Montenegro Vincenzo
Del Monaco ed è impreziosita
anche dal Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal logo del
Semestre di Presidenza, conferitole per il respiro europeo che
la caratterizza A Cettigne sono
esposti soprattutto oli e disegni,
alcuni dei quali di grandi dimensioni, che coprono un arco temporale che va dagli anni
Cinquanta al 2005 ed è presente
un catalogo trilingue che accompagna la mostra con prefazione
dell'on.le Ilaria Borletti, Sottosegretario di Stato al Ministero dei
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO D’ITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Ugo Lisi (Vicepresidente)
Antonio Giordano (Amministratore delegato)
Italo Bocchino
Antonio Tisci
7
Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo. Dato il successo
dell'evento culturale, si sta considerando l'opportunità di rendere la mostra itinerante e
replicarla in altre importanti città
che hanno già manifestato forte
interesse ad ospitarla: Sarajevo,
Belgrado, Atene, Praga, Oslo,
Stoccolma e Il Cairo, per citarne
solo alcune. La partecipazione di
Carlo Montarsolo ad un'altra importante mostra all'estero è comunque già in programma. Si
tratta della prestigiosa retrospettiva sul Realismo che si svolgerà
in Svizzera, presso la Fondation
Arnaud di Lens/Crans-Montana,
dal prossimo dicembre all'aprile
2015. Tale retrospettiva segnerà
l'avvio di un ambizioso progetto
di collaborazione culturale tra
Italia e Svizzera finalizzato a valorizzare la Collezione Farnesina
del Ministero degli Affari Esteri
partendo da due importanti
opere: il "Lavoratore" di Mario
Sironi e l'"Operaio ferito" di Carlo
Montarsolo.
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7 agosto 1990 n. 250