meriam è in italia, renzi si prende i meriti e fa
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meriam è in italia, renzi si prende i meriti e fa
d’Italia MERIAM È IN ITALIA, RENZI SI PRENDE I MERITI E FA PASSERELLA. TORNANO TUTTI, TRANNE I DUE MARÒ ITALIANI ANNO LXII N.173 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Luca Maurelli Tornano tutti: i bambini congolesi da adottare, i dissidenti politici a cui concediamo asilo, le mogli di ricercati internazionali e anche le donne perseguitate dai regimi musulmani, come Meriam, da un paio d’ore sul suolo italiano. Una buona notizia, peccato che in Italia arrivino o tornino solo gli stranieri, un po’ meno gli italiani in ostaggio all’estero. Come i due marò, ormai scomparsi dagli orizzonti politici del ministro Mogherini, che aveva promesso sviluppi imminenti nel dossier “India” solo un paio di mesi fa, quando arrivò alla Farnesina con l’aria di chi avrebbe rimesso in riga un club vacanze dedito al cazzeggio internazionale. Da noi arrivano a migliaia anche gli immigrati, molti si perdono nell’acqua, in tanti invece ce la fanno a toccare le nostre coste ma non trovano nessuno a festeggiarli, solo l’indifferenza della Ue, dell’Onu e gli allarmismi del ministro Alfano, visto che Renzi, a Lampedusa, con la moglie, non ci va neanche in vacanza. Meriam, la giovane cristiana sudanese di 26 anni condannata a morte, all’ottavo mese di gravidanza, per apostasia, è dun- WWW.SECOLODITALIA.IT que atterrata stamattina a Roma in un clima di onori e autocelebrazioni eccessive, quasi irritanti. È il classico evento politicamente corretto in grado di far dimenticare l’assoluta assenza della nostra politica estera sugli scenari più complessi, dall’Ucraina al Medio Oriente, fino alla solita India. Miriam salva-tutti, con il marito e i due figli – tra cui Maya nata due mesi fa in cella – è giunta a Ciampino con un volo di stato italiano dove l’ha attesa Matteo Renzi con la moglie Agnese ed il ministro degli Esteri Federica Mogherini: «Oggi è un giorno di festa», ha detto il premier sottolineando il lavoro “straordinario” del viceministro degli Esteri Lapo Pistelli nella vicenda. La giovane era stata arrestata e messa in cella insieme al piccolo figlio di 20 mesi con una sentenza shock che aveva suscitato l’orrore e la mobilitazione del mondo intero, facendo scattare molte iniziative internazionale per la sua liberazione. Un dossier, quello di Meriam, su cui dal primo momento si era mobilitato il governo italiano con il premier che aveva citato il caso della ragazza sudanese anche nel suo discorso di apertura del semestre Ue. Nella prima udienza, quella in cui gli era stata inflitta la condanna a morte, il giudice si era rivolto all’imputata chiamandola con il nome arabo, Adraf Al-Hadi Mohammed Abdullah, venerdì 25/7/2014 chiedendogli di convertirsi nuovamente all’Islam. «Io sono cristiana e non ho commesso apostasia», fu la replica della donna che gli costò la condanna a morte e la carcerazione. Solo poche settimane dopo Meriam, in cella, ha dato alla luce una bimba in condizioni durissime. Il 23 giugno il tribunale sudanese ha poi deciso la liberazione della donna. Che però è stata fermata nuovamente il giorno dopo insieme al marito e al loro legale mentre si trovava all’aeroporto – mentre con i bambini tentava di lasciare il paese con destinazione Stati Uniti – per un “controllo dei documenti”. Rilasciata per la seconda volta, con la sua famiglia, si è poi rifugiata all’ambasciata americana a Khartoum, dove ha ricevuto il passaporto che le ha permesso oggi di lasciare il Paese diretta come prima tappa in Italia, dove resterà un paio di giorni prima di raggiungere New York. I meriti del governo italiano – a parte l’aereo pagato – sfuggono un po’ a tutti, soprattutto agli americani. Ma se anche ve ne fossero, per rispetto ai 181 morti stimati nelle ultime ore al largo della Sicilia e per gli italiani ancora in detenuti ingiustamente in paesi esteri, sarebbe stata opportuna un po’ di sobrietà. Colpita a Gaza una scuola dell’Onu: 16 morti. Dopo due settimane di attacco sono 746 le vittime palestinesi Redazione L’artiglieria israeliana ha colpito a Beit Hanun, nel Nord della Striscia di Gaza, una scuola dell’Unrwa (l’ente dell’Onu per i profughi) in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati. Il bilancio del bombardamento è di 16 morti e di circa 200 feriti secondo quanto riferito dal direttore dell’ospedale di Beit Hanun. La scuola, ha detto un funzionario dell’Unrwa, fungeva da rifugio per abitanti di Beit Hanun costretti ad abbando- nare nei giorni scorsi le loro abitazioni, prima dell’ingresso delle forze di terra israeliana e la sua ubicazione era nota all’esercito israeliano. Il fuoco nella sua direzione, ha precisato, non è stato preceduto da avvertimenti di sorta. Secondo l’agenzia di stampa palestinese al-Ray dopo due settimane di combattimenti il bilancio è di 746 palestinesi morti e altri 4640 rimasti feriti sotto il fuoco israeliano.Continua il movimento diplomatico al Cairo dove sono giunti l’emissario dell’Onu per il Medio Oriente, Robert Serry, e il ministro degli Esteri britannico, Philipp Hammond, entrambi per colloqui sulla guerra a Gaza. Atteso di nuovo anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Ammond ha in agenda incontri con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e con il ministro degli Esteri Sameh Shoukry. L’esercito egiziano ha sventato nel Sinai un vistoso attentato contro il Kibbutz israeliano Kerem Shalom, che si trova in prossimità del confine con l’Egitto e della striscia di Gaza. La televisione commerciale Canale 10 precisa che le forze egiziane hanno distrutto un veicolo che trasportava razzi Grad (pronti per essere sparati verso Israele) e ha ucciso un ‘kamikaze’ che, con un corpetto esplosivo, tentava di infiltrarsi nella zona di Kerem Shalom. Il camion portava anche lanciamissili pronti per essere usati contro Israele, hanno precisato fonti egiziane. Via l’anatocismo dal decreto competitività: il governo cede all’opposizione. Meloni: «Vigileremo ancora» Secolo 2 d’Italia Valeria Gelsi Sono serviti la denuncia su tutti i media possibili, a partire dai social network, un pressing politico incessante e la volontà di non vedersi sconfitti neanche quando sembrava che i giochi fossero fatti. Alla fine, però, il fronte parlamentare contro l’anatocismo, ovvero il pagamento degli interessi sugli interessi bancari, è riuscito a far decadere la norma che lo ripristinava e che era contenuta nel decreto competitività, in esame alle commissioni competenti del Senato. Il via libera del governo alla modifica è arrivato nella notte, dopo che ancora nel pomeriggio di ieri, fra le proposte dei relatori, non vi era traccia dell’abolizione della misura cara a Bankitalia. «Favori ai potenti sulla pelle degli italiani. Che schifo», aveva commentato Giorgia Meloni, la prima a denunciare, insieme a Fratelli d’Italia, il ritorno della capitalizzazione degli interessi. La presidente di FdI ha affidato a Twitter, invece, il primo commento all’abolizione: «Dopo le denunce di FdI-An governo costretto a cancellare l’anatocismo. Speriamo non rispunti fuori come l’ultima volta». L’emendamento con cui è stato fatto decadere porta la firma della Lega, visto che FdI al Senato non è rappresentato. Un successo che il Carroccio ha rivendicato parlando di vittoria sulla «insostenibile arroganza di chi difendeva una norma dannosa Redazione «Ormai è stato cancellato il finanziamento pubblico, e se da qui a un anno non si cambia rischiamo di trasformarci in un comitato elettorale che si compone, ad ogni appuntamento con le urne, attorno ad un candidato. Così non si va avanti». L’attacco a Renzi di Pierluigi Bersani è duro e diretto. In un colloquio con il Mattino, l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, sostiene che nel partito c’è ”poca dialettica interna”. «È un fatto strutturale, per la prima volta il premier e il segretario sono la stessa persona. Non si parla, non ci si confronta perché ogni volta che lo fai, o ci provi, la dialettica viene riflessa sull’immagine del governo e si sposta sul Paese», osserva Bersani. «Per questo timore, anche giusto, è praticamente saltata la dialettica interna». Bersani chiede di ”fermarsi e discutere”. «Non dico un congresso, ma occorre una dialettica interna perché vedo che manca ordine e disciplina nel partito. Due cose, secondo me, fondamentali». L’ex segretario smentisce l’intenzione di mettersi alla testa di un’opposizione interna. «Non mi ci vedo affatto nel ruolo di un capo fazione o chissà cosa, dice. Sto bene così: da capitano o da mozzo io rimango sempre a disposizione della ditta e ci tengo a mantenere sempre la stessa visuale». Bersani all’attacco di Renzi: «Così non va, il Pd è diventato il suo comitato elettorale» per le famiglie e le piccole e media imprese», ma avvertendo a sua volta sul rischio che il governo possa tentare un nuovo colpo di mano. L’esecutivo, infatti, ha difeso l’anatocismo fino all’ultimo, con il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti che nel pomeriggio ancora diceva che «il governo difende la norma», suscitando contraccolpi politici all’interno VENERDì 25 LUGLIO 2014 del Pd e fra il Pd e Palazzo Chigi.«È evidente che dopo le dichiarazioni del sottosegretario De Vincenti, il governo dovrà chiarire al proprio interno la genesi di questo tentativo di ripristinarla», era stata la replica di Francesco Boccia del Pd, che è il presidente della Commissione Bilancio alla Camera e non un “peones” qualsiasi. Addio ai “vecchi” Tg Rai. Il Cda dà il via libera al piano Gubitosi per l’accorpamento VENERDì 25 LUGLIO 2014 Secolo d’Italia 3 Redazione Con una «larga maggioranza» il cda della Rai ha condiviso le linee guida per la riforma dell'informazione illustrate ieri dal direttore generale, Luigi Gubitosi. Il riposizionamento dell'offerta News Rai nel nuovo mercato digitale, il "Progetto 15 dicembre", prevede la creazione di due super-redazioni, che negli intenti del dg dovrebbero servire a «rottamare il vecchio sistema dell'informazione Rai, figlio della riforma del 1975 e della lottizzazione», ma che non convincono i giornalisti e i lavoratori del servizio pubblico. Alla vigilia del Cda, Gubitosi aveva anticipato il piano all'Espresso, prima ancora che i consiglieri di amministrazione e il sindacato potessero prenderne visione formalmente. La filosofia di Gubitosi, così come è stata presen- tata anche al Cda, è dare un'impronta europea, stile Bbc, all'informazione della tv pubblica nell'era digitale. Per concretizzarla il direttore generale ha previsto due fasi e la prima, operativa tra il 2015 e il 2016, prevede la nascita di due newsroom: una «composta dall'accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento», un'altra «formata da Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss, meteo e Web». La prima «sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale», la seconda «porterà un'evoluzione dell'all news integrando offerta nazionale, internazionale e locale». Per i telespettatori, ha assicurato Gubitosi, non cambierà nulla: «Nella pratica i marchi Tg1, Tg2, Tg3 rimarranno. Chi guarda il Tg1 delle 20 continuerà a vedere il logo e i conduttori abituali che sono caratterizzanti. Così il Tg2. Ma le due redazioni saranno state unificate. A differenziare l'offerta saranno i vice direttori, i coordinatori di impaginazione ed editoriali e i conduttori, tutti dissimili da una testata all'altro». Il piano però approda a viale Mazzini in un clima che è tutt'altro di piena condivisione, necessaria invece perché possa davvero realizzarsi. La prima reazione dell'Usigrai è stata piuttosto critica, anche di fronte alla scelta del direttore generale di anticipare i temi del piano in un'intervista. Il sindacato dei giornalisti l'ha giudicata un «pessimo modo di intendere le relazioni sindacali e anche il ruolo dei consiglieri di amministrazione», parlando dei propri timori su «un'operazione di immagine» per coprire la vendita di RaiWay. Redazione Resta in vigore il divieto d'espatrio deciso nei confronti di Silvio Berlusconi. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dei legali dell'ex premier per poter riavere il passaporto, ritiratogli dopo la sentenza Mediaset. In sostanza, viene spiegato dal Tar, il documento valido per l'espatrio non doveva essere rilasciato in quanto Berlusconi, «dovendo espiare una pena di un anno di reclusione, seppure sospesa, non aveva titolo a ottenere il passaporto, né poteva lasciare il territorio italiano, e quindi la sua carta d'identità doveva essere non valida ai fini dell'espatrio». Secondo il Tar, inoltre, «non è la semplice condanna penale che automatica- mente legittima la restrizione, bensì - si legge nel dispositivo del Tribunale amministrativo una condanna penale non ancora espiata; e la ragione della limitazione non è collegata alla gravità del reato accertato (quando la pena è stata scontata), ma alla necessità per lo Stato di rendere effettiva e agevolmente eseguibile la condanna penale». Il divieto di espatrio significa anche per l'ex premier l'impossibilità di svolgere a pieno il suo ruolo di leader di Forza Italia, partecipando per esempio alle riunioni del Ppe a Bruxelles. Oltre a ritenere «infondato» il ricorso, il Tar del Lazio ha ritenuto anche non sussistenti «ragioni di dubbio per rimettere alla Corte di Giustizia europea la questione di compatibilità delle norme nazionali con quelle comunitarie», sollevate col ricorso proprio in merito al «concetto di espatrio». I legali dell'ex premier, infatti, avevano sottolineato che per espatrio si deve intendere andare oltre il territorio della Comunità europea e che un provvedimento che li- mita il diritto di espatriare, limita i cittadini europei e il loro diritto alla circolazione. La questione, però, potrebbe non essere finita qui: secondo le prime indiscrezioni, i legali di Berlusconi stanno valutando l'opportunità di proporre appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. Niente passaporto per Berlusconi: il Tar del Lazio conferma il divieto di espatrio Venduto come olio biologico ma era un prodotto scadente: 16 arresti in Puglia 4 Redazione Tre associazioni per delinquere che gestivano un giro d'affari illecito stimato in 30 milioni di euro sono state smantellate con 16 arresti dalla Guardia di Finanza di Andria in un'indagine a carico di imprenditori pugliesi accusati, con la complicità di indagati calabresi, di aver trasformato olio di oliva comunitario in 'olio 100% italiano biologico'. Gli arresti sono stati disposti dalla magistratura di Trani che ha ordinato anche il sequestro preventivo di 15 imprese coinvolte. All'indagine della Gdf hanno partecipato uomini dell'ispettorato repressione frodi di Roma e Bari del ministero delle politiche agricole e dell'Agenzia delle Dogane. L'inchiesta ha accertato che le tre presunte organizzazioni criminali pugliesi due delle quali facevano capo ad uno stesso imprenditore andriese - si sono avvalse della complicità di imprese che commercializzano olio di oliva in Secolo d’Italia Puglia e in diverse città della Calabria. A queste imprese era affidato il compito - secondo il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, e il pm inquirente Antonio Savasta - di fornire false fatture attestanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia necessari 'cartolarmente' a legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà, dalla Spagna. In sostanza, l'olio d'oliva comunitario, con la complicità di altri indagati (confezionatori e commercianti all'ingrosso) veniva messo sul mercato come olio biologico 100% italiano, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti 'Made in Italy' e biologico. L'indagine sul falso olio d'oliva biologico 100% italiano ha permesso anche di apporre i sigilli a circa 400 tonnellate di olio dalle qualità organolettiche scadenti e/o contaminate. L'olio sequestrato - secondo le indagini della Guardia di Finanza - era miscelato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché di provenienza furtiva, oppure, scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità diversi da quelli reali. colpo di scena. I collaboratori di Guariniello, infatti, hanno appreso che la casa madre ha ordinato ai concessionari italiani di organizzare la rimozione dell'asbesto: adesso però ci sono seri dubbi su come i lavori sono stati eseguiti nelle varie officine. La bonifica richiede protocolli specifici, apparecchiature particolari, mascherine di protezione per gli operatori: bisogna evitare il contatto diretto con le fibre-killer perché possono causare malattie gravissime e, in certi casi, letali come l'asbestosi, i tumori polmonari o i mesoteliomi. Non è chiaro se le precauzioni siano state osservate. Per questo motivo Guariniello ha preso contatto con tutte le aziende sanitarie locali delle zone interessare invitandole a procedere con i controlli. Lo spunto per l'apertura del fascicolo processuale è una legge del 1992 che vieta l'importazione di prodotti contenenti amianto. A Palazzo di Giustizia, però, non si esclude l'applicazione di altri reati. La Great Wall Motors, fondata nel 1976, oggi è la più grande casa automobilistica di Cina e uno dei maggiori marchi del mondo. Amianto nelle vetture cinesi della GWM: indagini in tutta Italia Redazione Accertamenti giudiziari in tutta Italia sulle automobili cinesi della Great Wall Motors. Il pubblico ministero Raffaele Guariniello, da Torino, ha attivato una serie di controlli su scala nazionale: alcuni modelli, è l'ipotesi dell'accusa, contengono parti in amianto e si teme che le operazioni di bonifica non siano state compiute nel rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Il magistrato piemontese ha acceso un faro sulle auto "made in China" sin dallo scorso febbraio, quando qualcuno lo ha messo al corrente della presenza del pericoloso minerale nelle guarnizioni delle linee di scarico. Nel 2012, d'altra parte, si erano diffuse notizie dall'Australia su una campagna di richiamo di numerose vetture. La raccolta delle informazioni, a Torino, è continuata in sordina per mesi fino al VENERDì 25 LUGLIO 2014 Aumenta l'inquinamento acustico: Italia tra i paesi più rumorosi Redazione L'Italia è un paese rumoroso, dove l'inquinamento acustico rappresenta, ormai, uno dei maggiori problemi ambientali. Lo rende noto l'Ispra stilando come ogni anno l'Annuario dei dati ambientali. "Il 42,6% delle sorgenti di rumore controllate nel 2012 ha presentato almeno un superamento dei limiti normativi evidenziando un problema di inquinamento acustico". I controlli Arpa- Appa si sono concentrati sulle attività di servizio e commerciali (il 57,7%) seguite da quelle produttive (31,5%). Secondo l'Ispra una possibile risposta per arginare il problema dell'inquinamento è la classificazione acustica, che però deve essere approvata dai comuni: "Al 31 dicembre 2012 esisteva solo nel 51% dei centri abitati italiani. Le regioni con la percentuale di comuni a norma più elevata rimangono Marche e Toscana (97%), Valle d'Aosta (sale al 96%), Liguria (84%), Lombardia (sale all'83%), mentre quelle che registrano percentuali inferiori al 10% sono Abruzzo (7%), Sardegna (3%) e Sicilia (1%)". Infine dall'analisi si evince che la percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato la classificazione acustica "è pari al 56,5%, con forte disomogeneità sul territorio nazionale". Otto per mille anche a favore delle scuole. Rinviata la tassa sui tabacchi VENERDì 25 LUGLIO 2014 Secolo 5 d’Italia Redazione Anche le scuole potranno beneficiare, per la riqualificazione delle strutture, dell'8 per mille. È la novità in arrivo con il via libera da parte del Consiglio dei ministri alla modifica del regolamento sulla ripartizione dell'8 per mille a diretta gestione statale, che introduce appunto una nuova cosiddetta "quota scuole". Il decreto presidenziale esaminato dal Cdm così come previsto dalla legge di stabilità per il 2014, ha aggiunge una quinta quota tra i beneficiari dell'8 per mille Irpef a gestione statale, inse- rendo anche la voce «ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica». I cittadini, insomma, potranno scegliere di destinare l'8 per mille delle imposte sul reddito per rimettere in sesto le scuole. La piccola rivoluzione è stata avviata nel corso della breve riunione nel corso della quale è stato dato l'ok alla proroga delle missioni internazionali mentre è stato rinviato l'atteso esame del decreto legislativo di rior- dino delle accise sui tabacchi. Un intervento che era dato in arrivo già per la metà di luglio e che invece è slittato, ha spiegato Maurizio Lupi, per l'assenza del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in questi giorni in missione a Pechino e Hong Kong. Il provvedimento, un nuovo tassello dell'attuazione della delega fiscale, una volta varato dovrebbe assorbire anche l'intervento che scatterà dal 1 agosto, con un leggero ritocco al rialzo delle accise a copertura del decreto Valore cultura del governo Letta dello scorso anno. Ad agosto però non si dovrebbero registrare aumenti per i fumatori, che dovranno invece molto probabilmente mettere mano al portafogli (compreso chi sceglie le sigarette elettroniche) una volta che andrà a regime l'intero riordino. L'aumento della tassazione per i produttori, infatti, guidato dalla volontà di fermare la guerra al ribasso dei prezzi, e anche di arginare il calo di introiti per l'erario (circa 600 milioni in meno lo scorso anno), dovrebbe portare a rincari delle "bionde" fino a 20 centesimi per la fascia bassa e fino a 10 per la fascia alta (rialzo, quest'ultimo, che potrebbe anche essere riassorbito dai produttori per evitare di superare la 'soglia psicologica' dei 5 euro). Redazione È partita ufficialmente la riforma delle Camere di commercio italiane che porterà al dimezzamento del loro numero, dalle attuali 105 a non più di 50-60. Il comitato esecutivo di Unioncamere ha varato infatti l'operazione riordino prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale. Gli accorpamenti tendono a creare realtà locali con un bacino pari ad al- meno 80.000 imprese che coniuga sostenibilità economica e valorizzazione dei territori. Tredici Unioni regionali hanno già provveduto ad approvare l'accorpamento delle strutture camerali del proprio territorio, mentre le rimanenti formalizzeranno l'analogo percorso nei prossimi giorni. Entro l'autunno tutte le Camere di commercio saranno impegnate a deliberare il nuovo assetto. Le 12 Unioni regionali che hanno già compiuto il primo, determinante passo sono l'Abruzzo (che porterà a 2 le 4 Camere di commercio oggi esistenti, con l'accorpamento di Teramo e L'Aquila e di Pescara e Chieti), la Basilicata (da 2 a 1), la Calabria (da 5 a 3), la Campania (da 5 a 4, con Avellino e Benevento destinate a unificarsi ), l'Emilia Romagna (da 9 a 4), il Lazio (da 5 a 2, ovvero l'area metropolitana di Roma e le altre province insieme), la Liguria (da 4 a 2, l'area metropolitana di Genova e l'accorpamento in una sola strutture delle rimanenti province), il Molise (da 2 a 1), il Piemonte (da 8 a 3, con Torino, la Camera del Sud e la Camera del Nord Piemonte), la Puglia (da 5 a 3 in virtù degli accorpamenti di Bari e Taranto e di Brindisi e Lecce), il Veneto (da 7 a 5) e l'Umbria (da 2 a 1). La "geografia" camerale non muterà, invece, in Trentino Alto Adige, dati i vincoli delle due province a statuto speciale, e in Valle d'Aosta, dove esiste una sola Camera di commercio. Analoghe riduzioni sono previste per quanto riguarda le altre 6 regioni, nelle quali il processo di accorpamento sarà formalizzato a breve. In Lombardia, Regione e Camere di commercio hanno costituito un Tavolo lombardo per affrontare i temi della riforma.dei suoi protetti. Via all'autoriforma delle Camere di commercio, il loro numero sarà dimezzato Consumi alimentari: per la prima volta il Sud spende meno del Nord Redazione Per la prima volta dal 2005 le famiglie del Sud Italia hanno speso meno per mangiare rispetto a quelle del Nord, invertendo il trend che vedeva le regioni meridionali destinare all'alimentare una parte maggiore del budget rispetto a quelle settentrionali. Lo dice Coldiretti, sulla base dei dati Istat sui consumi2013, commentando lo studio Svimez secondo il quale la pressione fiscale è diventata più alta nei territori più poveri e scesa in quelli più ricchi, acuendo il gap già esistente. Nel Mezzogiorno - rileva Coldiretti si sono spesi nel 2013 455 euro per il cibo, con un calo del 3 per cento rispetto all'anno precedente, contro i 458 euro del Nord (-1 per cento), "a testimonianza del fatto che la crisi ha colpito più duramente al Sud". "Una situazione che trova una ulteriore conferma nel fatto che - sottolinea la Coldiretti - nel Meridione la quota di famiglie che a causa della crisi nel 2013 ha messo in atto strategie di contenimento della spesa, riducendo la qualità o la quantità di almeno uno dei generi alimentari acquistati, sfiora il 77 per cento, contro un dato nazionale del 65 per cento". Non a caso la Puglia (-11,3 per cento) è la regione che - conclude la Coldiretti - ha tagliato di più la spesa alimentare dall'inizio della crisi, mentre il Piemonte è oggi quella che spende di più in cibo. Condannato alla pena capitale, muore dopo due ore di atroci sofferenze. Ed è polemica negli Usa 6 Secolo d’Italia VENERDì 25 LUGLIO 2014 Nuovi criteri della Casa Bianca per “etichettare” un terrorista Redazione Joseph Wood è morto, come previsto, ma tra atroci sofferenze. Ha destato polemiche in tutto il mondo il caso del detenuto dell'Arizona, la cui pena di morte è stata confermata dalla Corte Suprema, deceduto dopo due ore dall'inizio delle sua esecuzione con un cocktail letale. Due ore durante le quali i suoi legali avevano presentato un appello d'emergenza dopo aver visto il loro assistito rantolare e ansimare. L'esecuzione è iniziata alle 13.52 locali e Wood afferma l'ufficio del procuratore generale dell'Arizona, Tom Horne - è stato dichiarato morto alle 15.49, un'ora e 57 minuti dopo che l'esecuzione è iniziata. Il condannato, un'ora e 10 minuti dopo che l'iniezione era stata effettuata, ancora respirava e si muoveva, agitandosi, rantolando e ansimando: i suoi legali hanno presentato, mentre l'esecuzione era in corso, un appello d'emergenza per fermarla. Il caso aveva già fatto discutere ed è stata la Corte Suprema nelle scorse ore a sciogliere i dubbi e dare il via all'esecuzione. Una corte d'appello infatti l'aveva sospesa in seguito alla richiesta dei legali di Wood di conoscere il cocktail letale che sarebbe stato iniettato all'uomo e i nomi della case farmaceutiche che li producono. L'episodio alimen- terà il dibattito in atto sulle iniezioni letali in seguito a due altre controverse esecuzioni. Gli Stati in cui la pena di morte è in atto non vogliono rivelare i dettagli sui medicinali usati nelle iniezioni letali. Wood, 55 anni, era stato condannato nel 1991 per l'omicidio due anni prima della fidanzata Debra Dietz e del padre di lei, Eugenee, in un'autofficina. La pena di morte era stata confermata dalla Corte Suprema. I familiari delle vittime hanno tenuto una conferenza stampa. «Non credo che stesse soffrendo», ha detto Jeanne Brown, sorella e figlia delle vittime. «Ha avuto quello che si meritava. Non sapete cosa significa vedere una sorella e un padre giacere in una pozza di sangue», ha continuato. «Quest'uomo ha compiuto un omicidio orribile e voi vi preoccupate dei farmaci», ha detto il marito Richard. Redazione Dopo la tragedia degli olandesi, quella dei francesi, stavolta forse per un incidente e non per in atto di guerra. Un aereo diretto in Algeria- di cui aveva si era persa traccia 50 minuti dopo il decollo - si è schiantato in una località ignota. Il volo AH 5017 era partito da Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ed era diretto ad Algeri. Si sarebbe schiantato dopo aver sorvolato Niamey, in Niger, dopo aver cambiato rotta a causa di cattive condizioni meteo. A bordo c’erano 116 persone:110 i passeggeri (51 francesi, 26 cittadini del Burkina Faso, 7 algerini) e 6 membri dell’equipaggio (spagnoli). L’aereo era gestito dalla compagnia spa- gnola Swiftair. Secondo le prime indiscrezioni raccolte dall’agenzia France Presse, l’aereo avrebbe cambiato rotta per cattiva visibilità e per evitare una collisione. «L’aereo era sul nord del Mali, non lontano dalla frontiera algerina ha detto una fonte all’agenzia quando è stato chiesto all’equipaggio di deviare a causa di una cattiva visibilità e per evitare un rischio di collisione con un altro aereo che assicurava il collegamento Algeri-Bamako. Il segnale è stato perduto dopo il cambio di rotta». Secondo i media spagnoli l’aereo AH5017 dell’Air Algerie è lo stesso velivolo utilizzato dal Real Madrid tra il 2007 e il 2009 e che il club blanco ha ribattezzato come «La Saeta». Per l’aviazione mondiale si conclude così una settimana tragica: giovedì scorso un Boeing 777 delle linee aeree malesi, il volo MH17, è stato abbattuto nei cieli dell’Ucraina: tutti morti quanti erano a bordo, 298 persone. E giovedì, all’aeroporto di Taiwan, un Atr-72 della compagnia TransAsia si è schiantato al suolo in fase di atterraggio sull’isoletta di Penghu, investita dal tifone Matmo: 48 i morti. Storicamente la compagnia Air Algérie ha un lungo record di incidenti mortali: sono almeno sette, l’ultimo del 2006 e il più serio nel 2003 quando un Boeing 737-200 in un volo interno da Tamanrasset ad Algeri si schiantò con 103 persone a bordo: si registrò un solo superstite. Aereo caduto in NIger, strage di francesi: una settimana nera per l'aviazione civile Redazione L'amministrazione Obama ha approvato un sostanziale ampliamento della lista nera dei terroristi, autorizzando un processo che non richiede né "fatti concreti", né "prove inconfutabili" per designare un americano o uno straniero come terrorista. È quanto rivela The Intercept, il sito fondato dal giornalista Glenn Greenwald che ha pubblicato il rapporto. Il documento di 116 pagine, dal titolo "March 2013 Watchlisting Guidance", pubblicato lo scorso anno dal centro antiterrorismo, rivela i criteri segreti del governo per inserire gli individui nel suo database. Le nuove regole prevedono che le "prove inconfutabili e i fatti concreti non sono necessari" per avere "un ragionevole sospetto" dell'implicazione di un individuo e che basta avere informazioni che possono essere verbalizzate. Nella lista sono inseriti anche i nomi di persone decedute. Il rapporto, rivela The Intercept, è stato redatto a porte chiuse da rappresentanti del Pentagono, Cia, Nsa ed Fbi e offre la più completa panoramica dell'atteggiamento del governo nei confronti dei terroristi o presunti tali. Al Festival di Venezia in concorso gli italiani Mario Martone, Francesco Munzi e Saverio Costanzo Secolo VENERDì 25 LUGLIO 2014 d’Italia Redazione Alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia (in programma dal 27 agosto al 6 settembre), che è stata presentata ieri a Roma, in concorso per l'Italia ci saranno Il giovane favoloso di Mario Martone, Anime nere di Francesco Munzi, Hungry Hearts di Saverio Costanzo con Alba Rohrwacher. Alla mostra, diretta per il terzo anno da Alberto Barbera, sarà ospite anche Abel Ferrara che presenterà il suo Pasolini con Riccardo Scamarcio, Ninetto Davoli, Valerio Mastrandrea e Willem Dafoe. Il 27 agosto, per l'apertura ufficiale, verrà proiettato il film di Alejandro Inarritu, Birdman or The Unexpected Virtue of Ignorance (film in concorso) mentre per la chiusura del 6 settembre il protagonista sarà Huangjin Shidai (The Golden Era) di Ann Hui, presentato fuori concorso. Alle Giornate ci sarà, anche Cantet con il suo Ritorno a L’Avana, che racconta una Cuba mai vista dal look ultracontemporaneo, il coreano Kim Ki-duk con One on One e il francese Christophe Ho- noré con Metamorphoses. Ma ci sono anche opere prime precedute da un ottimo passaparola: da Before I Disappear di Shawn Christensen a The Goob dell’inglese Guy Myhill a Between 10 and 12dell’olandese Peter Hoogendoorn. Per quanto riguarda gli italiani, concorrono alle Giornate I nostri ragazzi di Ivano De Matteo con Alessandro Gassman e Giovanna Mezzogiorno, Patria di Felice Farina e Les Nuits d’Ete di Mario Fanfani («Siamo tutti nipoti di qualcuno», commentano alle Giornate), ambientato nella Francia del 1959 e prodotto dai cugini d’oltralpe. Per quanto riguarda la giuria internazionale che al Festival assegnerà il Leone d'oro e sarà presieduta da Alexandre Desplat, spuntanto i primi nomi, come quello di Carlo Verdone. Fra gli eventi speciali spiccano The Show Mas Go On di Ra di Martino, ambientato negli storici grandi magazzini romani di Piazza Vittorio e interpretato da Sandra Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa e Filippo Timi, e il film collettivo 9X10 Novanta, che vede nove registi al lavoro sulla costruzione di un nuovo linguaggio cinematografico italiano qui alle prese con i materiali d’archivio dell’Istituto Luce. In Montenegro le “Visioni mediterranee” del maestro Carlo Montarsolo Redazione Fino a domenica 3 agosto è possibile visitare la mostra “Visioni mediterranee” del Maestro Carlo Montarsolo, allestita presso la Galleria nazionale d’arte contemporanea di Cetinje (Cettigne), antica capitale reale del Montenegro, dove in estate complice l'altitudine - affluisce un cospicuo numero di visitatori. Curata da Giorgio Agnisola, l'esposizione ha segnato simbolicamente l'avvio del semestre italiano di Presidenza dell'Unione Europea. L'adesione del Presidente della Repubblica all'iniziativa ha suscitato vivissimo apprezzamento da parte dell'insieme delle autorità presenti al vernissage del 3 luglio scorso. La retrospettiva antolo- gica è voluta dall'Ambasciatore d'Italia in Montenegro Vincenzo Del Monaco ed è impreziosita anche dal Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal logo del Semestre di Presidenza, conferitole per il respiro europeo che la caratterizza A Cettigne sono esposti soprattutto oli e disegni, alcuni dei quali di grandi dimensioni, che coprono un arco temporale che va dagli anni Cinquanta al 2005 ed è presente un catalogo trilingue che accompagna la mostra con prefazione dell'on.le Ilaria Borletti, Sottosegretario di Stato al Ministero dei Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (Amministratore delegato) Italo Bocchino Antonio Tisci 7 Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Dato il successo dell'evento culturale, si sta considerando l'opportunità di rendere la mostra itinerante e replicarla in altre importanti città che hanno già manifestato forte interesse ad ospitarla: Sarajevo, Belgrado, Atene, Praga, Oslo, Stoccolma e Il Cairo, per citarne solo alcune. La partecipazione di Carlo Montarsolo ad un'altra importante mostra all'estero è comunque già in programma. Si tratta della prestigiosa retrospettiva sul Realismo che si svolgerà in Svizzera, presso la Fondation Arnaud di Lens/Crans-Montana, dal prossimo dicembre all'aprile 2015. Tale retrospettiva segnerà l'avvio di un ambizioso progetto di collaborazione culturale tra Italia e Svizzera finalizzato a valorizzare la Collezione Farnesina del Ministero degli Affari Esteri partendo da due importanti opere: il "Lavoratore" di Mario Sironi e l'"Operaio ferito" di Carlo Montarsolo. Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250