Linee guida per un trattamento responsabile degli animali

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Linee guida per un trattamento responsabile degli animali
Linee guida per un trattamento responsabile degli animali nei Centri di Recupero Animali Selvatici della rete WWW‐Italia Linee guida per un trattamento responsabile degli animali nei Centri
di Recupero Animali Selvatici della rete WWF-Italia 1 2
La legge 157/92 attribuisce alle Regioni il compito di emanare norme in ordine al soccorso, alla detenzione
temporanea ed alla successiva liberazione della fauna selvatica in difficoltà. I Centri di Recupero Animali Selvatici della
rete WWF-Italia (CRAS-WWF) forniscono primariamente un servizio alle Regioni, e relative Province, per l’attuazione
di queste norme. Con il termine “fauna selvatica”, la legge intende tutte le specie di mammiferi e uccelli per le quali ci
sono, sul territorio nazionale, popolazioni stabilmente o temporaneamente allo stato di naturale libertà. Alcune
normative regionali definiscono invece, in base al valore di conservazione, un elenco di specie di uccelli e mammiferi
eleggibili di recupero, restringendo così il settore d’azione indicato dalla legge nazionale. Sono esclusi animali
appartenenti alla fauna esotica (non viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà in territorio
nazionale) e animali domestici.
Il WWF-Italia riconosce come valori imprescindibili, nel lavoro di recupero della fauna selvatica, il rispetto della vita
animale e del benessere dei singoli ricoverati - quali principi determinanti in ordine alle finalità di conservazione della
diversità genetica e della sopravvivenza delle specie e degli ecosistemi - nonché l’educazione e la sensibilizzazione
alla conservazione della natura e al rispetto di ogni forma vivente.
Le finalità del WWF-Italia sono la conservazione della natura e dei processi ecologici, e la tutela dell’ambiente. Ne
deriva che, in caso di risorse insufficienti, il WWF-Italia potrà privilegiare il recupero3 di soggetti appartenenti alle
specie di maggiore valore di conservazione e ambientale. Un’eventuale priorità alle specie minacciate è d’altronde in
linea con alcune normative regionali, come sopra riportato.
Ciò premesso
L’obiettivo generale dei CRAS-WWF è il recupero alla vita selvatica, nel più breve tempo possibile, di soggetti
temporaneamente non idonei alla vita libera (seguendo le norme vigenti e le linee guida del WWF-Italia).
Ogni soggetto, appartenente alle specie definite dalla legge 157 e/o dalle relative norme regionali, portato ad un
CRAS-WWF è sottoposto a:
a) tutti gli interventi di primo livello e pronto soccorso che si rendessero necessari a superare la fase critica e alla
sopravvivenza;
b) una valutazione finalizzata alla prognosi sulle possibilità di recupero alla vita libera, o alla vita in cattività,
previa autorizzazione regionale, qualora la prognosi alla vita libera fosse sfavorevole;
c) la valutazione del dolore e dello stress patiti dal soggetto, ai fini della riduzione/eliminazione di tali condizioni.
Completano questa prima fase d’intervento:
1. la verifica dell’esistenza di una idonea area di reinserimento in natura, o di strutture per la vita in cattività
adeguate alla tutela del benessere dell’animale, incluso il rispetto delle esigenze etologiche;
2. la valutazione del significato di “conservazione” e di “educazione al rispetto animale” insite nell’intervento di
recupero.
Terminata la fase di primo soccorso e prognosi-valutazione, si presentano tre opzioni: il recupero alla vita libera, il
mantenimento in cattività, la soppressione eutanasica.
Se la prognosi per un recupero alla vita libera fosse infausta, il veterinario dovrà valutare quindi due opzioni: il
mantenimento in cattività, dietro relativa autorizzazione di legge, e la soppressione eutanasica4,. Per quanto riguarda
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Questo documento integra, per quanto riguarda gli aspetti etici del lavoro nei CRAS con gli animali, i documenti: “Commissione WWF Italia sul
sistema CRAS e CRASE Relazione - aprile 2007”, “Linee Guida per una gestione organizzata e coordinata del Sistema dei CRAS” (a cura di
Programma Specie, TRAFFIC e Centri di Recupero Fauna, Coordinamento CRAS WWF - 2004), “Linea Guida per la gestione dei Centri di recupero
Animali Selvatici ed Esotici (CRAS(E) e la cura e la riabilitazione di animali selvatici rinvenuti in difficoltà” (a cura di WWF e ANMVI - 2005).
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Il presente documento viene inviato al Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste per il parere di competenza.
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Per recupero, in questo documento si intendono le attività legate al soccorso, alla detenzione generalmente temporanea e alla successiva
liberazione della fauna selvatica in difficoltà.
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La legge 157/92 non prevede esplicitamente la possibilità di procedere all’eutanasia degli animali selvatici. Gli scriventi ritengono che il mancato
ricorso all’eutanasia nei casi in cui l’animale presentasse reliquati, anche se curato, incompatibili con il rispetto dei suoi tratti filogenetici ed etologici,
si configurerebbe come una forma di violenza nei suoi confronti , in spregio anche ai valori statutari del WWF.
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Linee guida per un trattamento responsabile degli animali nei Centri di Recupero Animali Selvatici della rete WWW‐Italia l’eventuale mantenimento in cattività, questo verrà deciso dal medico veterinario se l’animale presenta reliquati
compatibili con la vita, nel rispetto delle sue caratteristiche filogenetiche ed etologiche, e se esistono luoghi
ambientalmente e spazialmente adeguati per ospitarlo5. Per quanto riguarda la soppressione eutanasica, da effettuarsi
su decisione e da parte del veterinario responsabile, questa verrà praticata, valutando esclusivamente l’interesse
dell’animale, quando l’animale presentasse reliquati, anche se curato, incompatibili con il rispetto della vita animale e
del benessere dell’individuo. La soppressione eutanasica dovrà sempre provocare una morte dolce, priva di ogni
patimento psichico e fisico da parte dell’animale sottopostovi. E’ necessario documentare le scelte operate.
Si potrà dare priorità di recupero, inclusa la cura con postumi invalidanti per fini di educazione e di conservazione
genetica, agli individui con maggiore probabilità di recupero e di maggiore valore di conservazione. Ciò significa che in
caso di insufficienza di risorse umane e/o economiche per cure d’eccellenza a tutti gli individui portati al CRAS, il
veterinario deciderà, secondo la miglior scienza ed esperienza in collaborazione con il responsabile del Centro ed
eventuali figure professionali nel campo della biologia della conservazione, gli animali da privilegiare in base al loro
valore di conservazione, definito in funzione della specie, età, sesso, contesto ambientale della zona di rilascio, ecc.
Resta inteso che l’eventuale mantenimento a lungo termine in cattività dovrà essere in accordo con la normativa
vigente.
In tutte le fasi di cura e rieducazione è prioritario il monitoraggio e il contenimento dell’eventuale dolore e stress al
quale l’animale può essere esposto. La tutela del benessere dell’animale è estesa anche alle fasi del rilascio e
seguenti il rilascio, ed è garantita dal rispetto delle linee guida del WWF-Italia e dalla professionalità degli operatori.
Il WWF-Italia, pur consapevole del labile confine sul territorio fra contesti di naturalità e contesti antropizzati, ritiene che
il lavoro di recupero della fauna selvatica in difficoltà non debba essere rivolto ad intervenire nel naturale corso della
vita e della morte degli animali selvatici allo stato libero. Il WWF-Italia ritiene che l’intervento sia comunque pienamente
giustificato quando il recupero del soggetto alla vita selvatica o la sua cura ed il suo mantenimento in cattività abbiano
un preciso valore di conservazione. In tal caso, i veterinari dei CRAS-WWF provvedono a redigere una relazione
sull’intervento, che, rispecchiando il contesto e la professionalità operativa, costituisca la base per la richiesta alle
autorità competenti di una specifica autorizzazione in merito.
Il WWF-Italia non considera però un errore l’intervento in altre situazioni e ritiene che le direttive regionali, la
professionalità e il contesto specifico possano guidare gli operatori dei CRAS-WWF in questo tipo di scelta. A questo
proposito il WWF-Italia tiene in considerazione la pluralità degli attuali approcci metodologici e filosofici nell’intervento
sulla fauna selvatica in difficoltà. In quest’ottica i CRAS-WWF lavorano per una integrazione fra le ragioni di
conservazione della natura e la diffusione dell’etica della cura verso gli animali intesa come esempio di impegno
compassionevole e disinteressato verso esseri vulnerabili. Il WWF-Italia ritiene che, attraverso un lavoro
costantemente guidato da questi due valori cardine, sia possibile gestire in modo sereno eventuali situazioni di conflitto
tra i valori della conservazione della popolazione e del benessere individuale dell’animale in difficoltà.
Gli animali che giungono ai CRAS-WWF possono fornire materiale biologico utile per indagini di tipo epidemiologico,
salute dell’ambiente, medicina veterinaria, biologia, conservazione della natura, ecc. Il prelievo di materiale biologico
da questi soggetti in alcuni casi potrà evitare la cattura di animali liberi e la soppressione di animali sani. Nulla vieta
che, per i suddetti motivi, i CRAS-WWF possano essere autorizzati a effettuare i prelievi, durante la fase di detenzione
temporanea, sui soggetti in fase di recupero. Ciò premesso, nei CRAS-WWF è possibile, previa autorizzazione,
effettuare prelievi di materiale biologico sugli individui che giungono al Centro, ma questi devono essere fatti nel pieno
rispetto della vita e del benessere animale, con l’obbligo di documentare le scelte operate.
Per evitare che siano portati ai CRAS soggetti che non hanno bisogno di cure, quali giovani caprioli sani
temporaneamente lontani dalla madre, rettili o anfibi sani trovati in casa o in giardino, testuggini sane raccolte in
natura, nidiacei ai primi voli, i CRAS-WWF svolgono un’opera di educazione e sensibilizzazione su quali soggetti
dovrebbero essere portati ai Centri e quali non lo dovrebbero.
I CRAS-WWF hanno il dovere di informare il pubblico che consegna gli animali ai Centri sull’iter al quale l’animale
presumibilmente andrà / è andato incontro, compresa la possibilità di soppressione eutanasica.
Documento redatto da Gustavo Gandini, Cecilia Parlante, Mariachiara Tallacchini, Franco Pezza, Paola Fossati, Paola Brambilla,
Raniero Maggini, 11.02.2008.
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A tale proposito si ricorda che, nel rispetto della normativa vigente, si presentano diverse possibilità di collocazione, incluse strutture di proprietà di
terzi, anche privati.
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