Clicca qui

Transcript

Clicca qui
PROGETTO DI RICERCA
(indirizzo: Studi letterari, linguistici, filologici e traduttologici;
indirizzo: Filosofia della comunicazione e dello spettacolo: teoria e storia dei linguaggi)
Politiche linguistiche e didattica delle L2 e delle lingue minoritarie:
l’impatto sulla competenza e sulla trasmissione intergenerazionale
in un quadro di contatto linguistico e di superdiversità
Dino Selvaggi
Premessa
Gli studi sul bilinguismo sono ormai diventati un ambito di ricerca autonomo, non essendo più effettuati solo come "effetto
collaterale" e secondario degli studi di didattica delle lingue, di quelli traduttologici o nei casi di patologie linguistiche.
L'interesse sulla tematica comincia a delinearsi già dai primi del Novecento: sono in prevalenza studi di matrice psicologica
o relativi alla didattica delle lingue, come quelli di Saer sugli effetti del bilinguismo sull'intelligenza 1 e quelli di Smith sulle
conseguenze del bilinguismo sullo sviluppo mentale 2, o l'analisi di Ronjat del bilinguismo infantile 3, o ancora le ricerche di
Grammont sull'educazione bilingue 4. Inoltre, iniziano già a comparire con Stroop le prime indagini specifiche
sull'interferenza5, mentre è Bloomfield che fornisce un inquadramento e una definizione preliminari del fenomeno del
bilinguismo6. Tuttavia, soltanto negli ultimi cinquant'anni gli studi sul bilinguismo hanno iniziato ad avere delle solide basi
empiriche e scientifiche.
Infatti, a partire dal fondamentale contributo di Weinreich sul contatto linguistico, fondato su una mole impressionante di
dati ed esteso a tutti i livelli di analisi linguistica, il campo si è allargato ad innumerevoli apporti da altre discipline, non solo
linguistico-pedagogiche, ma anche neurologiche, antropologiche, sociologiche, biologiche ed ultimamente anche matematiche,
facendo sì che si passasse da una prospettiva intralinguistica ad una aperta ed interdisciplinare.
Il bilinguismo è la condizione di chi usa regolarmente due lingue: secondo Weinreich 7 la persona bilingue è quella in cui
avviene il cosiddetto contatto linguistico. Dal suo punto di vista, è del tutto irrilevante la distinzione tra lingua e dialetto o tra
9
lingua “standard” e varietà che stanno in una relazione diglossica con essa 8. La Hamers distingue tra “bilingualità”
(bilinguality) e bilinguismo nell'opera omonima: per bilinguality intende lo stato psicologico di un individuo che ha accesso a
più di un codice linguistico; tale accesso varia lungo molteplici dimensioni di matrice psicologica, cognitiva, psicolinguistica e
psicosociale, linguistica e sociolinguistica. Parallelamente, Tullio De Mauro (1977: 87) definisce il plurilinguismo come "la
compresenza sia tipi diversi di semiòsi, sia di idiomi diversi, sia di diverse norme di realizzazione d'un medesimo idioma. Esso
pare una condizione permanente della specie umana, e, quindi, di ogni società umana". Piva10 evidenzia come “il bilinguismo,
pur essendo caratteristica stabile di alcune società, è stato a lungo concepito più come una casualità storica, che come una
configurazione tipica del repertorio linguistico. Per decenni la linguistica, o quantomeno un certo mainstream linguistico, ha
adottato – seppur implicitamente – la prospettiva del monolinguismo come base descrittiva”. Prospettiva del tutto errata se,
come afferma Grosjean (2010), ancora oggi la maggior parte della popolazione mondiale è bilingue.
Ipotesi, metodologia e fasi della ricerca
La letteratura in materia di bilinguismo e contatto linguistico è quindi ormai ampia, sia nel caso di studi di matrice
sociolinguistica e acquisizionale, sia di psico- e neurolinguistica.
Un settore che, per la recente attività normativa a livello nazionale e regionale 11, è ancora ampiamente da esplorare è
l’impatto che le politiche linguistiche (language policy) hanno avuto sull’elevazione dei livelli di competenza sia di bilingui
appartenenti a minoranze linguistiche storiche, sia dei soggetti di nuova immigrazione, sia di cittadini che acquisiscono una,
due o tre lingue addizionali attraverso i “tradizionali” approcci della didattica delle lingue straniere moderne.
Assodato che il concetto di competenza comunicativa complessiva e di vocabolario bi- e pluri- lingue (Grosjean 2008,
Romaine 1997, Pettenati et alii 2011) ci fa capire come la competenza del bilingue non sia una semplice sommatoria delle
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Saer, O. J., The effects of bilingualism on intelligence, British Journal of Psychology, 14, Leicester, 1923.
Smith, F., Bilingalism and mental developement, British Journal of Psychology, 13, Leicester, 1923.
Ronjat, Juli, Le développement du langage observé chez un enfant bilingue, Champion, Parigi, 1913.
Grammont, Maurice, Observations sur le langage des enfants, Mélanges Meillet, Parigi, 1902.
Stroop, John Ridley, Studies of interference in serial verbal reactions, Journal of Experimental Psychology, 118, Lancaster, Stati Uniti, 1935.
Bloomfield, Leonard, Language, Holt, New York, 1933.
Weinreich, Uriel, Lingue in contatto, Boringhieri, Torino, 1974, p. 3.
Ivi, p. 4.
Hamers, Josiane F., Bilinguality and Bilingualism, Cambridge University Press, Cambridge, 1992, p. 6.
in SELVAGGI D. (2012), Il bilinguismo. Da anomalia a costante antropologica, Aracne, Roma, p.13.
In Italia è solo nel 1999 con la legge 482 che viene riconosciuto l’uso delle lingue delle minoranze linguistiche storiche (friulano, ladino, tedesco, sloveno,
occitano, francese, francoprovenzale, albanese, greco, sardo, catalano e croato) nei servizi pubblici. Vi si sono aggiunte nel corso degli anni diverse leggi
regionali. Anche in Calabria si è tentata una prima sistemazione legislativa con la legge regionale 15/2003 sulle norme per la tutela e la valorizzazione
della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistico-storiche di Calabria.
1
competenze nei singoli codici (ed infatti il bilingue non è “due monolingui in uno”), ma è un vero e proprio sistema complesso
formato da una serie di componenti lessicali/di vocabolario, morfosintattiche e semantico-pragmatiche, costituite da relazioni
lineari e non lineari, anzi, multidimensionali e variabili spaziotemporalmente, si propone un’indagine mista sociolinguisticaacquisizionale e sul contatto linguistico che coniughi i fondamenti teorici del bilinguismo con le ricadute concrete delle
decisioni prese nell’ambito dei diritti linguistici, che, come evidenzia Altimari12, hanno non solo rivalorizzato un patrimonio
linguistico-culturale delle lingue minoritarie prima stigmatizzato, ma ne hanno anche comportato in anni molto recenti
l’estensione del loro uso in ambiti funzionali nuovi (pensiamo ai servizi pubblici ed alla comunicazione mass-mediatica).
Il progetto si propone quindi di costruire il primo corpus del parlato bilingue, fondato su una tipologia di situazioni di
bilinguismo che si è mostrata valida nell'analisi dei fenomeni di commutazione di codice (code-switching; d’ora in poi CS).
Tale analisi sarà infatti basata sulla distinzione tra diverse tipologie di bilingui, i quali, come evidenziato in studi recenti
(Selvaggi 2012b), possiedono come caratteristica intrinseca e costitutiva i meccanismi di alternanza di codice13, pur diversi a
seconda dei livelli di competenza14. Il percorso di indagine si svolgerà lungo i 3 anni del dottorato con le seguenti fasi:
a) raccolta di un corpus di parlato spontaneo in contesti informali, di parlato formale in contesti accademici/scolastici, di
lezioni CLIL15 e di lezioni di didattica dell’italiano L2 per immigrati; per le lezioni CLIL si dovrà differenziare tra
didattica in lingue veicolari di diffusione internazionali e didattica in lingue minoritarie storiche, con particolar
riferimento alla didattica dell’albanese nei comuni arbereshe; (circa 9-12 mesi, primo anno del dottorato);
b) analisi qualitativa, basata su interviste con colloqui “faccia a faccia”, orali, in presenza (circa 6 mesi, primo e secondo
anno del dottorato). La scelta della metodologia in presenza è dovuta alla necessità di poter rivelare risvolti affettivoemozionali, potenzialmente celabili nel caso della somministrazione di questionari in assenza dell’esaminatore
Nell’analisi qualitativa si indagherà la presenza e assenza dei fenomeni di contatto/mescolanza/alternanza di codice
secondo un approccio context-dependent/context-related (visti quindi come determinati socialmente e
psicologicamente) a livello prosodico e morfosintattico. Parallelamente si studierà la violazione delle regole
pragmatiche e socio pragmatiche a livello semantico e di discorso nel suo complesso. Tali fattori, essendo difficili da
misurare, devono essere trattati con paradigmi interpretativo-qualititativi. Inoltre si somministreranno questionari a
distanza (anche con modalità telematiche) a scelta multipla ed a scelta aperta;
c) analisi quantitativa dei dati raccolti, attraverso uno studio statistico-descrittivo sia sulla rilevanza numerica di tali
fenomeni di code-switching, prestiti, interferenze, sia come durata sul totale del parlato, sia come frequenza, in
rapporto ai singoli soggetti analizzati, alla categoria di inclusione ed infine al campione totale del corpus, utile ai fine
di delineare il concetto di “grado di alternanza/mescolanza di codice” (Grosjean 2008, Selvaggi 2012b) (circa 6-9
mesi, secondo anno del dottorato);
d) elaborazione teorico ed esplicativa (terzo anno del dottorato) – Alla luce dei dati raccolti qualitativamente e
quantitativamente e delle interviste, si sintetizzeranno i risultati con proposte esplicative.
L’analisi sarà di matrice mista qualitativo-quantitativa, perché alcuni fattori affettivo-emozionali sono necessariamente
affrontabili solo con paradigmi di tipo interpretativo. Inoltre, non si potrà ovviamente prescindere dal fatto che la lingua come
prodotto sociale non può che essere interconnessa al contesto socio-culturale (Fairclough 2003, Bourdieu e Wacquant 2001).
Il background teorico dell’analisi del discorso sarà ovviamente la sociolinguistica e la pragmatica, in particolar modo la teoria
della Systemic Functional Linguistics16 (Halliday 1978, 1994) e quella degli atti linguistici e della logica (Grice 1975).
Il corpus, per poter garantire una certa generalizzazione statistica dei risultati, include anche i soggetti immigrati in quanto,
come evidenziato da Vedovelli (2010), il quadro in cui si opera non è più solo quello della “tradizionale” diversità linguistica
autoctona, ma è anzi arricchito dalle lingue portate dagli immigrati, che vanno a costituire una nuova cornice di
“superdiversità”. Inoltre, come mostra Luise (2006) in Due contesti particolari di educazione bilingue: la metodologia CLI e
l’insegnamento dell’italiano come lingua seconda nella scuola, oggi “la realtà delle scuole italiane è caratterizzata da una
presenza sempre più significativa di studenti stranieri, provenienti da lingue e culture diverse da quelle dei loro compagni
italofoni. È quindi necessario cambiare l’impostazione da monolingue/monoculturale a bilingue/biculturale”. Questi studenti
che non condividono la madrelingua della maggioranza dei loro compagni e quindi la lingua della scuola, si trovano ad
affrontare percorsi scolastici che richiedono di “imparare contenuti disciplinari, specialistici, attraverso una lingua nuova, non
dominata come lingua materna, in un percorso che deve, contemporaneamente, sviluppare la competenza comunicativa e
linguistica in lingua seconda, il pensiero e le abilità cognitive, le conoscenze specifiche delle materie scolastiche”.In tali classi
la didattica CLIL diventa di fatto una scelta obbligata. Tuttavia i rischi risiedono nella difficoltà di svolgere una
programmazione comune sia per la difformità di competenze linguistiche in italiano tra gli studenti immigrati stessi e tra questi
e gli studenti italofoni, sia per le diverse competenze disciplinari possedute. Inoltre i nuovi arrivati hanno un altro modo di
imparare, approcciarsi al mondo e detengono un differente bagaglio di esperienze e di vissuto.
Si dovrà inoltre indagare, come fenomeno di controllo, la competenza e trasmissione delle lingue nei cosiddetti “italiani di
ritorno”, cioè italiani rimpatriati dopo lunghi anni vissuti all’estero.
12
In SELVAGGI, D., Il bilinguismo. Da anomalia a costante antropologica, Aracne, Roma, 2012, p.15.
Sotto tale definizione ricadono i fenomeni di code-switching , code-mixing, code-blending, prestiti ed interferenze prosodiche e morfosintattiche.
14
Intesa nell’accezione chomskyana del termine, in quella di Grosjean (2008) ed in quella del Quadro Comune Europeo delle Lingue (CEFR).
15
CLIL (Content and Language Integrated Learning o Apprendimento Integrato di Lingua e Contenuto) indica il fatto che nello stesso momento si apprende
in maniera integrata sia la L2(utilizzata come lingua veicolare) sia la disciplina non linguistica oggetto dell’insegnamento. Tale metodica si basa su diverse
teorie, tra cui la "regola del dimenticare" (Krashen, 1981): si acquisisce con più facilità quando ci si dimentica che si sta usando la lingua straniera o L2.
16
Tale cornice teorica fa sì che bisognerà individuare nei testi trascritti le funzioni “ideazionali”, “interpersonali” e “testuali”.
13
2
Oltre alle differenziazioni di matrice sociologica-categoriale, il corpus andrà inoltre segmentato per i casi di bilinguismo
infantile (bilinguismo precoce simultaneo sia forme più tardive e consecutive), di bilinguismo individuale vs bilinguismo
sociale e bilinguismo di famiglie "miste” costituite da genitori di nazionalità diversa. La scelta del corpus non sarà
predeterminata in partenza su una particolare coppia o insieme di lingue in contatto, anzi, sarà auspicabile la più ampia varietà.
Le registrazioni (senza interruzioni) avverranno sia tra i soli informatori escludendo il ricercatore, sia saranno semi-guidate
dall’intervistatore attraverso presentazione di immagini e video da descrivere, racconto di storie o eventi passati. La
trascrizione non sarà di tipo fonetico, ma seguirà piuttosto l’ortografia standard (modello HIAT).
Verrà realizzato un database ipertestuale, che dovrà garantire, oltre a pagine teoriche ed a quelle con le trascrizioni
complete, associate a file audio o video, anche le seguenti sezioni di taglio “orizzontale”, basate sui livelli di analisi linguistica:
a) sezione vocabolario/lessico, con un’elencazione dei lemmi-radice, e liste di occorrenza e frequenza degli stessi;
b) archivio delle costruzioni sintagmatiche, con liste di occorrenza e frequenza delle stesse;
c) elenco delle frasi mistilingui (con code-switching, code-mixing, prestiti ed interferenze), con associata statistica
numerica sull’occorrenza delle stesse e sul grado di alternanza di codice;
d) elenco e analisi delle frasi grammaticalmente corrette, ma che violano principi semantico-pragmatici.
La fase di analisi si baserà dapprima su una scheda biografica del soggetto analizzato, contenente anche una sezione per un
giudizio sintetico sulla competenza linguistica-comunicativa oltre allo spazio per eventuali brevi annotazioni/osservazioni, e
seguirà i modelli del language-mode e language activation (Grosjean, Romaine, Myers-Scotton, Poplack) per ciò che concerne
code-switching, code-mixing, interferenze, prestiti, neologismi ed ibridazioni. La complessità sintattica ed il livello di fluenza
raggiunto si determineranno in base al numero di parole e clausole (grammaticalmente corrette, con special riguardo per i
fenomeni flessivi, da Chomsky considerati subordinati alla sintassi o morfo-sintassi, all’uso di pronomi e deittici) per unità di
tempo, mentre a livello di semantica ci si occuperà della ricchezza lessicale, di talune costruzioni sintagmatiche e dei fenomeni
di intraducibilità nei vari campi/aree semantiche e della difficoltà a stabilire equivalenti semantici.
Risultati ipotizzati
Sulla base dei dati raccolti, i risultati che ci si prefigge saranno quelli di:
a) costituire un corpus digitale, ipertestuale e multimediale, del parlato bilingue, che possa rappresentare un nodo ed una
risorsa importante in un futuro network di centri di ricerca che si occupino di studiare il sistema linguistico dal punto di
vista del bilinguismo come costante nel repertorio linguistico (anziché come eccezione);
b) creare le premesse per una didattica linguistica bilingue consapevole, tendendo conto delle differenze emerse nel grado di
competenza nella L2 nelle diverse tipologie di bilingui;
c) delineare una possibile “grammatica” del code-switching e code-mixing. Attraverso l’analisi delle regolarità emerse
nell’indagine del corpus, tali tendenze generali possono essere quindi ricondotte ad aspetti della competence o rimangono
confinate solo a livello di performance, come gli studiosi che si rifanno a Chomsky hanno ipotizzato?
d) accertare se l’uso degli switching nel processo di apprendimento delle L2 (e successive) può produrre fossilizzazioni della
competenza grammaticale del bilingue nella L2, a fenomeni di attrition nella L1 o è una strategia che aiuta a far progredire
la sua competenza complessiva? I CS prodotti sono per scarsa competenza (e si utilizza quindi la lingua materna come
“stampella” per sopperire a deficit linguistici nell'italiano) o invece sono quelli tipici dei bilingui con competenza
linguistica equivalente ai monolingui (Grosjean 2008 e 2010, Romaine 1995, Poplack 1985)?
e) delineare, sulla scorta dei dati dell’analisi empirica, che tipo di impatto hanno avuto le politiche linguistiche sulla
competenza e domini d’uso e sulla trasmissione intergenerazionale17;
f) proporre soluzioni per ovviare agli aspetti irrisolti delle politiche linguistiche (sostegno alle “endangered languages”18),
sottolineando se l'italiano dei soggetti immigrati analizzati mostra fenomeni di “cedimento”, ibridazione (Bhabha 1990) e
ristrutturazione o piuttosto sono le lingue minoritarie ed immigrate a segnare il passo e ad essere progressivamente
abbandonate del tutto. Parallelamente, osservare l’adeguatezza o meno dei materiali per l’insegnamento dell’italiano L2.
Si dovrà infatti accertare, sulla base dell’analisi sociolinguistica proposta, a che punto della “scala di pericolo” si trovino le
lingue minoritarie storiche e quelle degli immigrati 19 e prospettare possibili scenari evolutivi della situazione analizzata.
17
18
19
Come evidenzia Orioles “pur riconfermando il valore che la legge 482/1999 conserva, tuttavia va rilevato che l’attuazione della normativa non sempre è
stata completa ed efficace. Per esempio, i modelli implicati nelle pratiche didattiche, spesso distanti dall’impostazione plurilingue già avviata negli anni
Settanta, rischiano talvolta una regressione verso forme antistoriche di monolinguismo “etnico” incomprensibile nella realtà contemporanea. Sul versante
della scuola va anche osservato che l’ordinamento didattico e la mancanza di una struttura specifica di riferimento e di coordinamento negli uffici
scolastici regionali coinvolti nell’applicazione della legge 482 rendono oggi inefficace l’attuazione della parte relativa all’insegnamento delle lingue di
minoranza”. Mozione finale del Convegno nazionale Minoranze linguistiche. La diversità linguistica come patrimonio culturale dell’umanità. La tutela
delle minoranze linguistiche a dieci anni dalla legge 482/1999 (Catanzaro, 3-4 dicembre 2009).
Lingue in pericolo di estinzione [N.d.A.]. Un atlante mondiale disponibile al sito http://www.unesco.org/culture/languages-atlas/index.php . Si stima che
almeno il 43% delle 6000 lingue stimate siano in pericolo. Il dato tuttavia non include le lingue per cui non si hanno informazioni sufficienti.
Tale scala è così composta:
1) situazione salutare, dove la lingua è parlata da tutte le generazioni e la trasmissione intergenerazionale continua;
2) situazione di vulnerabilità, dove la maggior parte dei bambini parla la lingua, lingua che è tuttavia limitata ad alcuni contesti (ad esempio a casa) ;
3) lingua decisamente in pericolo, quando i bambini non imparano più una lingua come lingua materna a casa;
4) lingua severamente in pericolo, se la lingua è parlata solo dalle vecchie generazioni e le nuove, sebbene la comprendano, non la usano tra di loro e
non la insegnano ai loro figli;
5) lingua gravemente in pericolo, quando i parlanti sono solo le vecchie generazioni, che si esprimono nella lingua scarsamente e per poche funzioni;
6) lingua estinta, se non ci sono più parlanti di una data lingua.
3
Bibliografia
Adams, J. N., Bilingualism in ancient society : language contact and the written text, Oxford, Oxford University Press, 2002.
Altimari, F. , Savoia, L. M. , (a cura di), I dialetti italo-albanesi, Biblioteca di Cultura Vol. 488, Roma, Bulzoni, 1994.
Altimari, F., Mascherpa E., Caria M. , Koleci F. , Palumbo M., Moodle in tandem: una buona pratica di didattica avanzata di lingua albanese
all’Università della Calabria, atti del convegno "MoodleMoot", Politecnico di, Bari, 2-3/07/100, Wip Edizioni, Bari, 2010.
Appel, R., Muysken, P. Language Contact and Bilingualism. London, Arnold, 1987.
Argondizzo, C., Plastina, A. F., Enhancing Language Learning in Synchronous Text-based Environments: Implementing a MOO Project in I Centri
Linguistici: approcci, progetti e strumenti per l'apprendimento e la valutazione, Università degli studi di Trieste, Dipartimento di Scienze del Linguaggio
dell'Interpretazione e della Traduzione, 2005, pp. 457-470.
Argondizzo, C. , Caruso A. , Ruffolo I. , The Use of Specialised Corpora: From Research to Pedagogy in I corpora nella ricerca e nella didattica, Convegno
CERLIS 2012, Università di Bergamo, 21-22 giugno 2012.
Aston, G, Bernardini, S., Corpora and Language Learners in Studies in Corpus Linguistics 17, Amsterdam/Philadelphia, Benjamins, 2004.
Auer, J.C.P., Bilingual Conversation, Amsterdam, Benjamins, 1984.
Baker, C., Foundations of Bilingual Education and Bilingualism, Clevedon, Multilingual Matters, 2003.
Balboni, P., Didattica dell’Italiano a stranieri, Università per Stranieri di Siena/Bonacci Editore, 1994.
Balboni, P., Fare educazione linguistica, Torino, Utet Università, 2008.
Banfi, E., Grandi, N., Lingue d’Europa. Elementi di storia e di tipologia linguistica, Roma, Carocci, 2003.
Benucci, A., L’intercomprensione educativa e le “buone pratiche” per il plurilinguismo in REDINTER-Intercompreensão. Investigação sobre metodologia de
ensino da intercompreensão, n. 2 Chamusca, Edições Cosmos, 2011.
Benvenuto, M.F., Gramática de la Lengua Española, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2007.
Berruto, G, Confini tra sistemi, fenomenologia del contatto linguistico e modelli del code-switching in Iannàccaro, G., Matera, V., La lingua come cultura,
Novara, UTET, pp. 3-34, 2009.
Berruto, G., Lingue minoritarie e sociolinguistica del contatto in Consani C., Desideri, P., (a cura di), Minoranze linguistiche: prospettive, strumenti,
territori, Carocci, Roma, 2007
Bettoni,
C.,
Imparare
un'altra
lingua,
Roma,
Laterza,
2001.
Bialystok, E., Cognitive Effects of Bilingualism: How Linguistic Experience Leads to Cognitive Change in Internation Journal of Bilingual Education and
Bilingualism, 10:3, pp. 210-223, 2007.
Bilotto, A.F., Portfolio assessment: adapting and adding descriptors for specific contexts in Perspectives. A Journal of TESOL-Italy, 2005, Vol. XXXII, n. 2,
pp. 43-57.
Blom, J.P., Gumperz, J., Social meaning in linguistic structures: Code–switching in Norway in HYMES, D., GUMPERZ, J., Directions in Sociolinguistics: The
ethnography of communication, New York, Rinehart and Winston, 1972.
Bloomfield, Leonard, Language, Holt, New York, 1933.
Boeckx, Cedric, Lenneberg’s Views on Language Development and Evolution and Their Relevance for Modern Biolinguistics, in Biolinguistics, Vol. 5 Issue 3,
http://www.biolinguistics.eu, 2011.
Bombi, R., (a cura di), Sul metalinguaggio del plurilinguismo, in Lingue speciali e interferenza., del Convegno seminariale (Udine, 16-17 maggio 1994),
Roma, Il Calamo, 1995, pp. 41-54.
Borello, E, Luise, M.C., L’offerta linguistica in Italia, Torino, Utet Università, 2007.
Breitborde, L.B., Levels of Analysis in Sociolinguistics Explanation: Bilingual Code–Switching, Social Relations and Domain Theory, International Journal of
the Sociology of Language, n. 39.
Camaioni, L., Imparare a comunicare efficacemente, Bologna, Il Mulino, 2001.
Chini, M., Cos'è la linguistica acquisizionale, Roma, Carocci, 2004.
Chomsky, N., Il linguaggio e la mente, Torino, Bollati Boringhieri, 2010.
Chomsky, N., The Minimalist Program, Cambridge, MIT Press, 1995.
Chomsky, Noam, Aspects of the Theory of Syntax, Cambridge, The MIT Press, 1965.
Consani, C., Desideri,P., Minoranze linguistiche. Prospettive, strumenti, territori, Roma, Carocci, 2007.
Coonan, C.M., La lingua straniera veicolare, Torino, UTET Libreria, 2002.
Cordin, P., Didattica di lingue locali. Esperienze di ladino, mòcheno e cimbro nella scuola e nell’università, Franco Angeli, Milano, 2011.
Cronin, M. D., Pedagogic translation in Mediazione Linguistica in Quaderni Centro Linguistico di Ateneo, Universita della Calabria, NuovaSerie, 2005, Vol.
1, pp. 113-119.
Dal Negro, S., Il code-switching in contesti minoritari soggetti a regressione linguistica, Rivista di Linguistica,17/1,2005.
Dal Negro, S., Bilinguismo e diglossia, in Il Vocabolario Treccani, Enciclopedia dell’italiano , I (A–L), Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2010,
pp.148–151.
Dalton-Puffer, C., Discourse in content and language integrated learning (CLIL) classrooms, Amsterdam, Philadelphia, Benjamins, 2007.
De Marco, A., Mascherpa, E., Apprendimento spontaneo e guidato: una proposta didattica per studenti cinesi, Perugia, Itals, Guerra Edizioni (in stampa).
De Marco A., Insegnare la pragmatica: i complimenti in lingue e culture distanti dall'italiano, Atti del convegno "Apprendere l’italiano da lingue lontane:
prospettiva linguistica, pragmatica, educativa.", Bergamo, 2010, Guerra: Perugia, 2011, pp. 173-194.
De Marco A., Sociopragmatica, Roma, Editori Riuniti, 2010.
De Mauro, T., Storia linguistica dell’Italia Unita, Bari, Laterza, 1963.
De Mauro, T., Crisi del monolitismo linguistico e le lingue meno diffuse, “LIDI” 1: 11-37, 2006.
Diadori, P., Palermo, M., Troncarelli, D., Manuale di didattica dell’italiano L2, Perugia, Guerra Edizioni, 2009.
Diller, K.C., Linguistics theories of language acquisition in Hester , 169, 1–32, 1970.
Duso, E. M., Dalla teoria alla pratica: la grammatica nella classe di italiano L2, Roma, Aracne, 2007.
Ehlich K, HIAT: A trascription system for discourse data, Hillsdale, Elbraum 123-148, 1994.
Ellis, N.C., Learned attention in adult language acquisition: A replication and generalization study and meta–analysis, Studies in SLA, 33 (4), 2011.
Escoubas-Benveniste, M.-P., Un corpus parallèle français-italien d'apprentissage du FLE pour étudiants en Scienze dell’Educazione in Hédiard, M. (a cura
di), La linguistica dei corpora: Strumenti e applicazioni, Cassino, Università degli Studi, Centro editoriale di Ateneo, 2007.
Fallon, C., Brown, S., E-learning standards: a guide to purchasing, developing, and deploying standards-conformant e-learning, Boca Raton, St. Lucie Press,
2003.
Favaro, G., Insegnare l’italiano agli alunni stranieri, Milano, La Nuova Italia, 2002.
Federici, E., The Translator as Intercultural Mediator, Linguaggi e comunicazione interculturale, Vol. 1, UniService, Trento, 2006.
Ferguson, C., Diglossia, in Word, 15, 325–340, 1959.
Fishman, J. A., Istruzione bilingue : una prospettiva sociologica internazionale, Bergamo, Minerva Italica, 1979.
Fitch, W. T., The Evolution of Language, Cambridge, Cambridge University Press, 2010.
Gattullo, F. (a cura di), La valutazione degli apprendimenti linguistici, Milano, La Nuova Italia, 2001.
4
Grammont, Maurice, Observations sur le langage des enfants, Parigi, Mélanges Meillet, 1902.
Grassi, R., CLIL e classi plurilingue a confronto: convergenze e potenzialità in RIVISTA ITALS, Guerra Edizioni, 2003, 3.
Grice H. P., Logic and conversation, in Cole, Morgan (a cura di), Syntactics and Semantics 3: Speech Acts, New York, Accademic Press, 1975.
Griffiths, C., Lessons from Good Language Learners, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.
Grosjean, F., Studying bilinguals, New York, Oxford University Press, 2008.
Gumperz. J., Language and social identity, Cambridge, Cambridge University Press, 1982.
Halliday, M.A.K., Spoken and written language, Oxford, Oxford University Press, 1989.
Hamers, J. F., Bilinguality and bilingualism, Cambridge, Cambridge University Press, 1992.
Hauser, Chomsky, Fitch, The Language Faculty: What is it, who has it, and how did it evolve?, Science 298, AAAS, Washington, 2002.
Hédiard, M., Linguistica dei corpora: strumenti e applicazioni, Cassino, Università degli Studi di Cassino, 2007.
Hinrichs, U., Grzega, J., Lingua Franca English as a Way to Intercultural and Transcultural Competence. Basic Global English (BGE) and Other Concepts
of English as a Lingua Franca, in Journal for EuroLinguistiX 5. 134-161, 2008.
Hymes, D., Foundations of Sociolinguistics: An Ethnographic Approach, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 1974.
Hymes, D., La competenza comunicativa in Ravazzoli, F., ( a cura di), Universali linguistici, Milano, Feltrinelli, 1979.
Hymes, D., Imparare a fare le cose con le parole. Richieste, proteste, scuse in italiano lingua seconda, Perugia, Guerra Edizioni, 2007.
Iannàccaro, G., Dell’Aquila, V., La pianificazione linguistica, Roma, Carocci, 2004.
Kloss, H., Abstand languages and Ausbau languages in Anthropological Linguistics , 9 (7): 29–41, 1967.
Krashen, S.D., Second Language Acquisition and Second Language Learning, Oxford, Pergamon, 1981.
Kroll, J. F, Handbook of bilingualism: psycholinguistic approaches, New York, Oxford University Press, 2005.
Leech G., Principles of Pragmatics, Longman, Londra, 1983.
Lenneberg, E., Fondamenti biologici del linguaggio, Torino, Boringhieri, 1982.
Luise, M.C. (a cura di), Italiano lingua seconda: fondamenti e metodi, Perugia, Guerra Edizioni, 2003.
Lurija, A. R., Neuropsicologia e neurolinguistica, Roma, Editori Riuniti, 1974.
Marsh, D., CLIL/EMILE – The European Dimension: Actions, Trends and Foresight Potential, Bruxelles, The European Union, 2002.
Mollica, A., Teaching and learning languages : selected readings from Mosaic, Welland, Soleil, 1998.
Muysken, P., Bilingual speech : a typology of code-mixing, Cambridge, Cambridge University Press, 2000.
Myers-Scotton, C., Duelling Languages: grammatical structure in code-switching, Oxford, Clarendon Press, 1993.
Nettle, D., Romaine, S., Voci del silenzio. Sulle tracce delle lingue in via d’estinzione, Roma, Carocci, 2001.
Nicol, J. L., One mind, two languages: bilingual language processing, Malden, Blackwell, 2006.
Nunan, D., Collaborative language learning and teaching, Cambridge, Cambridge University Press, 1992.
Ochs, E., Schieffelin, B., Acquisition of Conversational Competence, Londra, Routledge, 1983.
Orioles, V., Le minoranze linguistiche. Profili sociolinguistici e quadro dei documenti di tutela, Roma, Il Calamo, 2003.
Pallotti, G., AIPI, Imparare e insegnare l’italiano come seconda lingua, Roma, Bonacci, 2005.
Paradis, M., Aspects of Bilingualism, Columbia, Hornbeam Press, 1978.
Pavlenko, A., Blackledge, A., Negotiation of Identities in Multilingual Contexts, Clevedon, Multilingual Matters, 2004.
Piemontese, M.E., Capire e farsi capire, Napoli, Tecnodid, 1996.
Piva, C., Considerazioni preliminari sul bilinguismo, Cosenza, Edizioni Erranti, 2007.
Piva, C., Verbi e perifrasi verbali nel lessico italiano in Casanova Herrero, E., Calvo Rigual, C., (a cura di), (2013): Actes del 26é Congrés de Lingüística i
Filologia Romàniques (València, 6-11 de setembre de 2010). Berlin: W. de Gruyter, vol.IV, pp. 325- 336.
Piva, C., (a cura di), Prospettive per un’educazione bilingue. Sperimentazioni CLIL in Calabria, Rende, Università della Calabria, Dipartimento di
Linguistica, Quaderni di Linguistica, n. 2, 2011.
Plastina, A. F. , Learners' Personal Attitude to Topic Selection in the EAP Classroom in Argondizzo, C. (a cura di), L'altra Didattica. Proposte e riflessioni su
aspetti di didattica innovativa delle lingue moderne nell'università italiana, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2005, pp. 99-111.
Plastina, A. F., (a cura di), Expanding the Language Teaching and Learning Knowledge Base, in Academic Exchange Quarterly, Vol. 16/1, 2012.
Poplack, S., Sometimes I'll start a sentence in Spanish y terminó en español: toward a typology of code-switching, Linguistics, 1980.
Pugliese, R. , Itinerari di storia della lingua tedesca con metodo CLIL nell’istruzione universitaria una proposta didattica in Quaderni del dipartimento di
linguistica, Università della Calabria, 2012, Vol. 1, pp. 155-162.
Ramat, G. A., (a cura di), L’italiano fra le altre lingue, Bologna, Il Mulino, 1988.
Ramat, G. A.(a cura di), Verso l’italiano, percorsi e strategie di acquisizione, Roma, Carocci, 2003.
Robinson, I. M., Self evaluation using the common European framework in an Italian university context, in Argondizzo, C., L’altra Didattica. Proposte e
riflessioni su aspetti di didattica innovativa delle lingue moderne nell’università italiana, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2005, 161-174.
Rizzi, L., Comparative Syntax and Language Acquisition, Londra, Routledge, 2000.
Romaine, S., Bilingualism, Oxford, Blackwell, 1997.
Romito L. , Manuale di Fonetica articolatoria, acustica e forense, Centro editoriale e Librario, Università della Calabria, Rende, 2000.
Ronjat, J., Le développement du langage observé chez un enfant bilingue, Parigi, Champion, 1913.
Rose K., R., Kasper G., Pragmatics in Language Teaching, Cambridge University Press, Cambridge, 2001.
Saer, O. J., The effects of bilingualism on intelligence, Leicester, British Journal of Psychology, 14, 1923.
Schendl, Herbert, Wright, Laura, Code-Switching in Early English, Berlino, Boston, De Gruyter, 2011.
Schettini, B. (a cura di), Governare il lifelong learning : prospettive di educazione degli adulti, Napoli; Roma, Edizioni scientifiche italiane, 2009.
Scollon C., Scollon S. W, Intercultural Communication: A Discourse Approach, Blackwell, Cambridge, 1995.
Searle J., Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio, Torino, Boringhieri, 1976.
Selvaggi, D., Code–switching e fenomeni simili in una lezione di italiano C2 in Rivista ITALS (Didattica e Linguistica dell'italiano come lingua straniera), n.
1, Università Ca' Foscari di Venezia, Perugia, Guerra Edizioni, 2012a.
Selvaggi, D., Il bilinguismo. Da anomalia a costante antropologica, Roma, Aracne, 2012b.
Selvaggi, D, La didattica bilingue come strategia educativo-integrativa, in Didattica e Didattiche Disciplinari. Quaderni per la nuova secondaria, n. 12/2012,
Pellegrini Editore, Cosenza, 2012c (in stampa)
Serragiotto, G., CLIL - Apprendere insieme una lingua e contenuti non linguistici, Perugia, Guerra-Soleil, 2003.
Sholamy, E., Language policy: Hidden agendas and new approaches, Londra, Routledge, 2006.
Sinclair, J. M., How to Use Corpora in Language Teaching, Amsterdam/Philadelphia, Benjamins, 2004.
Smith, F., Bilingualism and mental developement, Leicester, British Journal of Psychology,13,1923.
Stroop, John Ridley, Studies of interference in serial verbal reactions, Journal of Experimental Psychology, 118, Lancaster, 1935.
Thomas J. , Meaning in interaction, Longman, New York, 1995.
Ting, Y. L. T., Parise, F.G., Verso un curricolo CLIL, l’apprendimento integrato di lingua straniera e contenuti nell’ottica della ricerca–azione, in Bollettino
dell’Associazione Nazionale Docenti (AND), IX, 3, 2007.
Ting, Y. L. T. , The Value of Narrative Inquiry in Professional Development: A case-study in recognising the value of equilibrated qualitative and quantitative
methodologies in teacher-led classroom research., Centro Editoriale e Librario, Università della Calabria, Rende. 2005.
Valdés, G., Figueroa, R., Bilingualism and testing: A special case of bias, Norwood, Ablex, 1994.
Vedovelli, M., Guida all'italiano per stranieri. Dal Quadro comune europeo per le lingue alla Sfida salutare, Roma, Carocci, 2010.
Weinreich, U., Lingue in contatto, Torino, Borlinghieri, 1974.
5
Sitografia
http://corpora.dslo.unibo.it/coris_eng.html (COrpus di Riferimento. dell'Italiano Scritto)
http://ec.europa.eu/education/languages/archive/doc/maalouf/report_it.pdf
(Commissione Europea, gruppo degli intellettuali per il dialogo interculturale, Una sfida salutare. Come la molteplicità delle lingue potrebbe rafforzare
l’Europa, 2008)
http://ec.europa.eu/education/languages/index_it.htm (Commissione Europea - Lingue e multilinguismo / European Commission - Languages and
multilingualism)
http://www.ethnologue.com/ (Ethnologue. Languages of the World Summer Institute of Linguistics (SIL) Dallas, Texas)
http://www.coe.int/t/dg4/Linguistic/CADRE_EN.asp
(Common European Framework of Reference for Languages: Learning, Teaching, Assessment (CEFR) - Quadro Comune Europeo delle Lingue)
http://elea.linguistica.unical.it/moodle/ e http://moodle.org/?lang=it
(Moodle – Learning Management System)
http://www.unesco.org/culture/languages-atlas/ (Atlante Unesco delle Lingue in Pericolo)
Cassano All'Ionio, 11/11/2012
Dino Selvaggi
6