isola nera 8
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Isola Nera 1/8 Casa di poesia e letteratura. La prima in Sardegna, in Italia, aperta alla creazione letteraria degli autori italiani e di autori in lingua italiana. Isola Nera è uno spazio di libertà e di bellezza per un mondo di libertà e bellezza che si costruisce in una cultura di pace. Direzione Giovanna Mulas. Coordinazione Gabriel Impaglione. [email protected] - Maggio 05- Nuoro, Sardegna Ora che ho vissuto la mia vita posso affermare che non c'è nulla di donchisciottesco né di romantico nel voler cambiare il mondo. E' possibile. E' il mestiere al quale l'umanità si è dedicata da sempre. Gioconda Belli _________________________________________________________________________________________ "Fascismo" è una parola legata a un tempo e a un contesto che furono e che non sono ripetibili. Il fatto è che non abbiamo la parola esatta per definire questa miscela di volgarità e ignoranza, conformismo e arroganza, tele-vendita di sogni e svendita di storia, conflitto di interessi e prepotenza di istinti che si è insediata al potere col beneplacito elettorale di una democrazia snervata, spoliticizzata e ridotta a marketing dei voti e delle idee. Le democrazie avanzate sono così e non hanno bisogno del manganello per ridursi a regimi di uomini qualunque: basta il bombardamento mediatico, basta aver insediato al cuore della società del lavoro un esercito di persuasori dello shopping e di consulenti del profitto, basta aver ridotto la partecipazione a frequentazione sporadica delle urne e la felicità pubblica a possesso geloso di una casa a prova di ladri. Ida Dominijanni ________________________________________________________________________ Leone Tolstoj Russia Tratto da Anna Karenina Prima della partenza di Vrònskij per le elezioni, Anna, avendo riflettuto che quelle scene che si ripetevano fra loro a ogni partenza potevano soltanto raffreddarlo, e non legarlo, s’era decisa a fare su di sé tutti gli sforzi possibili per sopportare con calma la separazione da lui. Ma quello sguardo freddo, severo, con cui egli l’aveva guardata quando era venuto ad annunciare la sua partenza, l’aveva offesa, ed egli non era ancora partito che la calma di lei era già distrutta. Ripensando poi, nella solitudine, a quello sguardo, che esprimeva il diritto alla libertà, ella venne, come sempre a una conclusione sola: alla coscienza della propria umiliazione. Lui ha tutti i diritti, io non ne ho nessuno. Ma, sapendolo, egli non doveva far questo. Però cosa ha fatto mai?…m’ha guardata con un’espressione fredda, severa. S’intende, è una cosa indefinita, imponderabile, ma prima non c’era, e questo sguardo vuol dire molte cose ella pensava. Questo sguardo fa vedere che comincia il raffreddamento! 1 E benché si fosse persuasa che cominciava il raffreddamento, tuttavia non aveva nulla da fare, non poteva mutare in nulla i suoi rapporti con lui. Esattamente nello stesso modo come prima, poteva trattenerlo solo coll’amore e l’attrattiva. E nello stesso modo come prima, con le occupazioni di giorno e con la morfina di notte ella poteva soffocare i pensieri terribili su quel che sarebbe accaduto s’egli si fosse disinnamorato di lei. In verità, c’era ancora un mezzo: non trattenerlo –per questo ella non voleva null’altro, tranne l’amore di lui-, ma avvicinarglisi, essere in una situazione tale ch’egli non la lasciasse. Questo mezzo era il divorzio da suo marito e il matrimonio con lui. Ed ella cominciò a desiderar questo e si decise a consentire, la prima volta che lui o Stiva si fossero messi a parlargliene. In tali pensieri ella passò senza di lui i cinque giorni in cui egli doveva stare assente. Le passeggiate, i colloqui con la principessa Varvàra, le visite all’ospedale, e soprattutto la lettura, la lettura di un libro dietro l’altro, occuparono il suo tempo. Ma il sesto giorno, quando il cocchiere ritornò senza di lui, ella sentì che non aveva più la forza di soffocare in nessun modo il pensiero di lui e di quel ch’egli faceva là. In quello stesso tempo la figlia si ammalò. Anna prese a curarla, ma anche questo non la distrasse, tanto più che la malattia non era grave. Per quanto si sforzasse, ella non amava quella bambina, e finger l’amore non poteva. Verso la sera di quel giorno, rimasta sola, Anna sentì un tal terrore per l’assenza di lui, che stava per decidersi ad andare in città. Ma, dopo aver esitato non poco, scrisse quella lettera contradditoria che aveva ricevuto Vrònskij , e, senza rileggerla, la mandò con un espresso. La mattina dopo ricevette la lettera di lui e si pentì della sua. Ella era seduta in salotto, sotto la lampada, con un nuovo libro del Taine, e leggeva, prestando ascolto al sibilare del vento fuori, e aspettando da un momento all’altro l’arrivo della carrozza. Parecchie volte le era sembrato di udire il rumore delle ruote, ma sbagliava; finalmente si udì non soltanto il rumore delle ruote, ma anche il gridio del cocchiere e un suono sordo nell’ingresso coperto. Perfino la principessa Varvàra, che faceva un solitario, lo confermò, e Anna si alzò, infiammandosi, ma, invece di scendere, come era già scesa per due volte prima, si fermò. A un tratto le era venuta vergogna per il suo inganno. Il sentimento d’offesa era già passato; ella aveva soltanto paura dell’espressione dello scontento di lui. Rammentò che la figlia era già il secondo giorno che stava perfettamente bene. Le venne perfino stizza contro di lei, perché s’era rimessa proprio nel tempo in cui era stata mandata la lettera. Poi corse col pensiero a lui, che era là, tutto, con le sue mani, i suoi occhi. Udì la sua voce. E, dimenticando tutto gli corse incontro. -Ebbene, come va Anny?- Diss’egli timidamente da sotto, guardando Anna che accorreva. Egli era seduto su una sedia, e un lacchè gli stava cavando uno stivale. -Non c’è male, sta meglio.-E tu?- Diss’egli scotendosi. Ella lo prese con tutt’e due le mani per una mano, e lo trasse verso di sé, senza levargli gli occhi di dosso. Tutto questo piaceva a lui, ma quante volte ormai gli era piaciuto! E quell’espressione severamente impietrita di cui ella aveva così paura gli si fissò sul volto. -Ne son molto contento. E tu stai bene?- Diss’egli dopo essersi asciugato col fazzoletto la barba bagnata e baciandole la mano. Tanto peggio! Ella pensava: basta ch’egli sia qui, e quando è qui, non può, non oserà non amarmi. La serata passò felicemente e allegramente in presenza della principessa Varvàra, che si lamentava con Vrònskij che Anna in sua assenza prendesse la morfina. -Che potevo farci? Non potevo dormire…i pensieri me lo impedivano. Quando c’è lui non la prendo mai. Quasi mai.Egli raccontò delle elezioni, e Anna sapeva con le domande eccitarlo a parlare proprio di quello che lo allietava: del suo successo. Ella gli raccontò tutto quello che lo interessava a 2 casa. E tutte le informazioni di lei eran le più allegre. Ma la sera tardi, quand’essi rimasero soli, Anna, vedendo ch’era di nuovo pienamente padrona di lui, volle cancellare quella penosa impressione dello sguardo per la lettera. Disse: -E, confessa, ti sei stizzito a ricevere la lettera e non m’hai creduto?Appena l’ebbe detto, capì che, per quanto amorosamente egli fosse disposto verso di lei, quello non gliel’aveva perdonato. -Si- diss’egli. -La lettera era così strana: ora Anny era malata, ora tu stessa volevi venire.-Tutto questo era vero. -Ma io non ne dubito neppure-No, ne dubiti. Sei malcontento, lo vedo.-Neppure un momento. Soltanto son malcontento, e vero, che tu abbia l’aria di non voler ammettere che ci sono degli obblighi…-Gli obblighi di andare al concerto?-Non parliamone più-, egli disse. -E perché non parlarne-, diss’ella. -Io voglio dire soltanto che possono capitare dei doveri imperiosi. Ecco, adesso dovrò andare a Mosca per l’affare della casa…ah, Anna, perché sei diventata così irritabile? Non sai forse ch’io non posso vivere senza di te?-Ma se è così-, disse Anna, mutatasi a un tratto nella voce, -Allora tu senti il peso di questa vita…si, vieni oggi per ripartir domani, proprio come agiscono…-Anna, questo è crudele. Io son pronto a dar tutta la vita…- Ma ella non l’ascoltava. -Se tu andrai a Mosca, ci verrò anch’io. Non rimarrò qui. O ci dobbiamo separare, o vivere insieme.-Lo sai pure che è l’unico mio desiderio. Ma per questo…-Ci vuole il divorzio? Gli scriverò. Vedo che non posso vivere così…ma verrò con te a Mosca.-E’ come se tu mi minacciassi. Ma nulla io desidero tanto come non separarmi da te-, disse Vrònskij sorridendo. Ma non soltanto lo sguardo freddo, bensì quello cattivo dell’uomo perseguitato e accanito brillò nei suoi occhi, mentr’egli diceva queste parole tenere. Ella aveva visto questo sguardo e ne aveva indovinato con giustezza il significato. Se è così, è una disgrazia! Diceva questo sguardo di lui. Fu l’impressione di un minuto, ma ella non la dimenticò mai più. (…) ________________________________________________________________________ Ugo Magnanti Italia Tratto da Rapido Blé 10 dal fondo attendo un'onesta luce un dolore che affermo su un vuoto di passioni e di cadute la crisi di una fronte scossa che mai più illumini un ricordo 3 il pianto il bandolo la scoria il nome ma non la cosa che mi infiamma sul ciglio della fine 11 dall'ombra il disco solare scintilla la sua fine la sua violenta frode già matura un'idea bella mi illude di scatto custodisco (mentre ignoro questo colpo) quella voglia _______________________________________________________________________________________ Jorge Meretta Uruguay Il fuoco non è la fiamma Il fuoco non è la fiamma E’ nella fiamma Corpo presente del gioco più alto Che ghiaccia le stelle E fa Dio più vuoto El fuego no es la llama Està en la llama Cuerpo presente del fuego màs alto Que hiela las estrellas Y hace a Dios màs vacìo _______________________________________________________________________________________ 4 Massimiliano Magnano Italia Afasia Ignare per sé estinguendosi potrebbero queste effimere creature che armano affetti che nominano furie e sfinimenti erompere astri velati dal tempo anni luce remoti potrebbero non essere. Memorie di Vita alla memoria di Gabriella Sei l’esile volto straziante e composto che scarno di dolore adagiato non celi memorie di vita. ________________________________________________________________________________ Walt Whitman EEUU Tratto da Foglie d’Erba Se voi non dite nulla, come posso io dire qualcosa? Dal torbido stagno della foresta autunnale, dalla luna che scende il pendio del sospiroso crepuscolo, spargetevi scintille del giorno e del crepuscolo spargetevi sui neri fusti che marciscono nel fango, sul lamentoso farfugliare dei rami secchi. Io m’innalzo dalla luna; m’innalzo dalla notte, m’avvedo che la luce spettrale è riflesso dei raggi del sole meridiano, e sbocco nel fisso e nel centrale dalla progenie del piccolo o del grande. 5 Giuseppe Spezzano Italia Oppressione Sotto l'inquieto gravame della grigia postura celeste, ogni cosa resta abulica e, senza scampo, il capo viene oppresso, come un rifulgente universo rinchiuso in una biglia di vetro. ________________________________________________________________________ Peter Irwin Russell Inghilterra Mousai Il corpo bianco della mia Diletta E’ una pietra sulla quale sono iscritti Tutti i ditirambi i salmi e le epopee Formati dalle sacre ed alate parole Sia alla sacra Sion che ad Elicona Ispirate. E’ marmo duraturo Scolpito nel mio cuore ed ordina Come le api per raccogliere dove vorrà I miei erranti sensi che visitano i fiori E tutte le lucenti fonti del Divino Nettare che cade sotto le stelle Tutti i fiori sono sacri ed io cerco La rugiada ovunq ue Si delizia la Musa Sapendo che la Forma Divina E’ indistruttibile anche quando la Morte Disperde i suoi petali avvizziti sul pendio E la terra nera assorbe i propri Brilla marmo bianco nel mio cuore Mentre si decompongono velocemente le cellule viventi Né Lete né Stige né Acheronte Né il Focoso Fiume nelle bocche dei mortali Scioglieranno mai il candido gelo infuocato Delle lacrime mie e della mia Diletta O il violaceo canto delle nostre bocche tinte di vino Sempre danzano le Muse e l’aria Che ognuna di loro respira è sé stessa La breve Memoria resa divina ed immortale Sul marmo scrivono nei nostri cuori per sempre Sebbene noi dormiamo per sempre muti sotto al marmo. Berlino, 1964 ________________________________________________________________________________ 6 ATTILIO BERTOLUCCI Italia (1911-2000) GLI ANNI Le mattine dei nostri anni perduti, i tavolini nell'ombra soleggiata dell'autunno, i compagni che andavano e tornavano, i compagni che non tornarono più, ho pensato ad essi lietamente. Perchè questo giorno di settembre splende così incantevole nelle vetrine in ore simili a quelle d'allora, quelle d'allora scorrono ormai in un pacifico tempo, la folla è uguale sui marciapiedi dorati, solo il grigio e il lilla si mutano in verde e rosso per la moda, il passo è quello lento e gaio della provincia. (Da La capanna indiana, Garzanti, Milano, 1973.) Paola Mara De Maestri Italia Le bugie Dal profondo s’inerpicano sulle pareti di acerbe coscienze. Dietro le balaustre si contano, lentiggini che nascono camminano esplodono. ______________________________________________________________________________ Carlos Carbone Argentina LA PARETE Alcuni giorni mi trovo in mezo a tutto. Altri giorni vivo gli angoli e sono puro pensiero. La parete mi presta il suo colore e ho paura 7 che in qualunque momento qualcuno mi appenda un quadro in fronte. ________________________________________________________________________________ Augusto dos Anjos Portogallo Psicologia di un vinto Io, figlio del carbonio e dell’ammonio, mostro di oscurità e di rutilanza, soffro, fin dall’epigenesi d’infanzia, l’ostile influsso dei segni zodiacali. Profondissimamente ipocondriaco, quest’ambiente mi dà ripugnanza… sale nella bocca un’ansia come quella sfuggita dalle labbra di un cardiopatico Di già il verme – quest’operaio di rovine – che il marcio sangue di carneficine mangia, e alla vita è solito far guerra, va! Spia i miei occhi per roderli, e da lasciarmi ha appena i capelli, nell’inorganico distacco nella terra! Traduzioni di Enrico Pietrangeli – diritti depositati – 2004 ________________________________________________________________________________________________________________________ Alala El Taller Del Poeta La nuova silloge poetica di Gabriel Impaglione Pubblica opere di autori italiani. www.eltallerdelpoeta.com Visita l’Official Web Site. Per i tipi di ______________________________________________________________________________________ 8 Gabriel Impaglione Argentina Tratto da Alala: La notte soffia la sua urgenza ad ondate La notte soffia la sua urgenza ad ondate E ti amo. Da questa finestra Sulla montagna La città pare un pezzo di via lattea. Nel mulinello delle ore L’antica barca raccoglie le sue vele E approda Misteriosa Nell’angolo della mezzanotte. ________________________________________________________________________________ Simone Olla Italia Verso casa Il freddo crolla, Lasciando gelido il mio sangue Vedo il fondo di una macchina Nel muretto domani sarà la sua vernice Forse il ricordo di fiori freschi Sono i nuovi cimiteri queste strade di frontiera La velocità si mangia cordoli di cemento Sirene come eterno riposo Curiosi in preghiera raccolti in cerchio Siete ancora per terra, non volate d’improvviso… Via Leonardo da Vinci ha visto anche questo Verso casa mi stringo Al chiaro viso di una fredda luna piena ________________________________________________________________________________ Ishikawa Takuboku Giappone (1885-1912) Calato il sole Calato il sole Si spargono le nubi, la luna appare – Come mi riconosco nel cielo della sera Voglio tornare All’antica dolcezza 9 Di piangere solo – Così le dissi Per non separarci. Quando giunge il mattino E si fa chiaro il mondo Forse ti sembra strano? E tu non dubitare Di questo amore vero. Nel mio passato ero così. Adesso Così rimango. Anche il domani, forse Mi recherà tristezza. Strette nella roccia ho chiuso le parole Quanto trattiene In petto questo cuore Non lo saprà nessuno. La poesia di Ishikawa va di pari passo con la vita stessa;assume la connotazione del diario. Il linguaggio è quello del quotidiano: parole vestite di povertà. Morì a ventisette anni, dopo una vita consumata a resistere alla miseria e la malattia. Dopo alcuni anni d’insegnamento in una scuola elementare, aveva trovato lavoro in campo giornalistico. Erano venuti poi gli anni duri di studio appassionato della letteratura e i contatti con Tekkan, con Yosano Akiko e il gruppo dei poeti riformatori che faceva riferimento alla rivista “Myojo” (Stella del Mattino) di Tokyo. Due anni prima di morire scrisse: Nego che ci siano in un poeta delle qualità particolari. Non nego agli altri di chiamare poeta qualcuno che scrive poesie; ma lui, di se stesso, non deve pensarlo. Forse per me è sconveniente dirlo, ma quel genere di pensieri può guastare la poesia (…) le qualità di un poeta sono tre: dev’essere una persona umana, deve essere una persona umana, deve essere una persona umana. Cecilia Piras Sardegna, Italia Blue tongue e dintorni Non abbiate fretta di chiamarci Sardi latitanti, sardi banditi… Dietro le grate del perbenismo, in una terra avara di pioggia i nostri pastori assistono impotenti allo sfacelo delle loro sostanze. Ora è blue tongue. Altro emblema dell’abbandono.Roma È lontana. La disperazione ribattezza fango, e ladri. E gli integralisti della burocrazia assassina Veri boia, aguzzini da progresso Che mandano al rogo Quei brividi d’Europa. 10 Claudio Moica Italia Riflessione Non aver paura di tacere quando tutto d’intorno urla, nella casa del saggio vive il silenzio. URLO Ho visto offuscarsi la realtà di vita. Sfuggenti le promesse di lealtà al sole che tramontava tra le montagne del peccato. Se tu mi amerai la luna frenerà la sua orbita di circostanza, solo se tu mi amerai la primavera non sarà dolorante di parto prematuro. Amami di quell’amore che trattiene il succo della passione tra gli acini della speranza; amami con quell’amore che respinge l’acqua reflussa del sonno eterno; amami perché non ci siano più parole mai dette e lacrime spezzate, abissi senza luce e cieli abitati solo dalla notte. Ti urlo amami tra le vallate della solitudine perché 11 ci sia un eco di ritorno. Amami e fa che sia amore dell’Anima. ________________________________________________________________________ Sashinka Gourguinpour Italia Friday bloody Friday Spengo la luce, Quell sole accecante Ritorna violento. Chiudo la porta, l’elicottero non smette di azzittirmi. Genova che sai di sangue, le urla, i pianti, le unioni disperate. Faccio crollare le tapparelle, le mani mi rimangono alzate. Genova che sai di morte, è il gelo ovunque nel caldo dell’estate. Piombo nemico dietro La barricata, uomini con Le bave, pistole contro Sassate Vigliacchi di regime in divisa, camuffati da ribelli. Ferocia in bella vista, non fiori, ma manganelli. Un recinto per bestie rare, affamate e pronte a tutto, violento il loro credo che si rafforza in lutto. Tolgo la musica, le sirene mi disfano i sensi. Odori di sparo al vento, per fermare il malcontento. Dopo il danno anche la beffa, dopo la fame I loro sorrisi, dopo la miseria i loro buoni visi, dopo i genocidi il cattivo gioco. 12 Bugie di carta o Tubi catodici impazziti. Menzogne, zizzania e calunnie Per rimediare ai miti. Genova in silenzio, non è più bello il mare, le mani che hanno ucciso non posso dimenticare. Po Chu- I Cina, (772-846) L’Erba L’erba se ne sta appartata, lì, sull’altipiano; e poi cresce, e poi muore, ogni anno. Neanche il fuoco selvaggio la estingue; brezza di primavera, soffiando, la rianima. La fragranza si diffonde lontano, invadendo l’antico sentiero, lì, nel limpido cielo, il suo verde colore smeraldo si congiunge alle mura in rovina. Io, frattanto, riprendo commiato Dal mio nobile amico in partenza; provo pure una forte emozione, che già cresce nel cuore, come l’erba. Poesia cantata sulla donna dell’harem Con il suo fazzoletto inzuppato di lacrime Lei è incapace di prendere sonno; notte fonda,e, davanti al palazzo interdetto hanno già canti e suoni. Sul suo viso il colore del rosa Dura ancora, al contrario Degli antichi favori del re. Ed intanto lei prova ad appoggiarsi Alle sbarre di una gabbia dorata Tra i profumi, seduta, in attesa dei chiarori dell’alba. ________________________________________________________________________________ 13 Franca Alaimo Italia Dal fioraio Meglio per me sarebbe stato In cantilena lenta a tre respiri: uno per cullare la voce addolorata, un altro per stormire nostalgia e l’ultimo più greve per se stesso e tutto ciò che poi morire deve. E le tre rose poggiate sopra il marmo Sono candida cera, pallida carne Come tre bimbe abbandonate al gelo. Libertà Ancora mi porti Il cuore tuo spezzato Che vorrebbe due ali possedere. Ma c’è la legge, il dolore E la preziosa gemma dell’infelicità. Come essere insieme gazza e passerotto E cantare la lingua dei boschi, serena misura di libertà mai sazia? Giuseppe Risica Italia Attesa Ogni cosa rimaneva ad aspettare: mare, foglie, respiri. Il sudore era la notte coi suoi teli rattoppati, assetata di nicotina e rose secche. Le mie fughe soltanto diventavano Frequenti ma distrutte ricadevano Sulla soglia, senza fare rumore. Jorge Luis Borges Argentina La luna C'è tanta solitudine in quell'oro. La luna delle notti non è la luna che vide il primo Adamo. I lunghi secoli della veglia umana l'hanno colmata di antico pianto. Guardala. E' il tuo specchio. 14 Carlos Drummond de Andrade Brasil Poema a sette facce Quando nacqui, un angelo storto di quelli che vivono nell'ombra, disse: vai, Carlos! a essere gauche nella vita. Le case spiano gli uomini che corrono dietro alle donne. Il pomeriggio sarebbe azzurro, magari, se non ci fossero tante voglie. Il tram passa pieno di gambe: gambe bianche nere gialle. Perché mai tante gambe, mio Dio, chiede il mio cuore. Però i miei occhi non domandano nulla. L'uomo dietro ai baffi è serio, semplice e forte. Quasi non parla neppure. Ha pochi, rari amici l'uomo dietro agli occhiali e dietro ai baffi. Mio Dio, perché mi hai abbandonato se sapevi che io non ero Dio se sapevi che ero così debole. Mondo mondo vasto mondo, se mi chiamassi Raimondo sarebbe una rima, non una soluzione. Mondo mondo vasto mondo piú vasto è questo mio cuore. Non te lo dovrei confessare ma questa luna ma questo cognac danno una maledetta commozione. Ch’u Yuan Cina, ( 343 a.C.) Tratto da Li Sao, incontro al dolore Il re crudele salò la carne umana Il regno di Yin non durò a lungo. T’ang e Yu furono austeri e probi Inseguono i Chou la via senza errori Innalzarono i saggi ed i capaci Senza mai allontanarsi dalla legge L’augusto cielo non ha preferenza Saggi e virtuosi sceglie per ministri Santi e sapienti conducono al bene Se di loro è il regno della terra. 15 Pier Paolo Pasolini Italia Lettere luterane (pubblicazione postuma) da Fulvio Panzeri, Guida alla lettura di Pasolini, Il volume postumo Lettere luterane si presenta come la parte finale e conclusiva degli Scritti corsari: raccoglie infatti gli articoli che vanno dal marzo 1975 all'ottobre dello stesso anno. Il titolo della raccolta è stato scelto dall'editore. La prima parte del volume è composta da un "trattatello pedagogico" destinato a Gennariello, un immaginario ragazzo napoletano, scelto "perché in questo decennio i napoletani non sono molto cambiati: sono rimasti gli stessi napoletani di tutta la storia". Nel "trattatello" Pasolini analizza le "fonti educative" del ragazzo e ne mette in rilievo gli errori e gli orrori, le armonie e le disarmonie, passando in rassegna il linguaggio pedagogico delle cose, i compagni ("che sono i veri educatori"), i genitori ("gli educatori ufficiali"), la scuola ("insieme organizzativo e culturale della diseducazione"), la stampa e la televisione ("spaventosi organi pedagogici privi di qualsiasi alternativa"). Il "trattatello" è incompleto: gli argomenti di cui Pasolini si sarebbe occupato nel seguito sono il sesso, la religione e la politica. La seconda parte del volume, invece, è la vera e propria continuazione della raccolta degli Scritti corsari. Il più celebre di questi scritti è indubbiamente quello incentrato sulla metafora del Palazzo, con la distinzione tra "dentro" e "fuori" e quindi tra "potere (dentro)" e "Paese (fuori)". Scrive in proposito Pasolini: "Fuori dal Palazzo, un Paese di cinquanta milioni di abitanti sta subendo la più profonda mutazione culturale della sua storia (coincidendo con la sua prima vera unificazione: mutazione che per ora lo degrada e lo deturpa". Tra le due realtà, la separazione è netta, e al suo interno agisce il "Nuovo Potere", che, con la sua "funzione edonistica" riesce "a compiere "anticipatamente" i suoi genocidi". Su questa linea, in un altro articolo lo scrittore ipotizza, con un'altra immagine metaforica, il Processo ai potenti democristiani. Le provocazioni pasoliniane continuano con due proposte che gli sono suggerite dalla contestazione "della perdita da parte dei giovani del popolo dei propri valori morali, cioè della propria cultura particolaristica, coi suoi schemi di comportamento". Pasolini chiede infatti l'abolizione della scuola media dell'obbligo e della televisione, e giustifica le sue richieste così: "La scuola e il video sono autoritari perché statali, e lo Stato è la nuova produzione (produzione di umanità). Se dunque i progressisti hanno veramente a cuore la condizione antropologica di un popolo, si uniscano intrepidamente a pretendere l'immediata cessazione delle lezioni alla scuola d'obbligo e delle trasmissioni televisive". Poi, in un successivo articolo lo scrittore chiarisce che la sua proposta prevede "un'abolizione provvisoria, in attesa di tempi migliori: e cioè di un altro sviluppo" e suggerisce quello che a suo giudizio si potrebbe fare per migliorare tali istituzioni. Il discorso svolto da Pasolini nei suoi ultimi articoli risulta ancor più coinvolgente del solito punto di vista della scommessa polemica. Il centro su cui esso si fonda è rappresentato dalla delineazione dei caratteri di quello che lo scrittore chiama "genocidio": un fenomeno che, all'interno della società italiana, ha prodotto solo coscienze caratterizzate da "un'atroce infelicità o da un'aggressività criminale".Del resto, quella che dapprima era solo una constatazione dello scrittore o una sua supposizione, ora, come dimostrano gli episodi di cronaca nera, è diventata una tragica e dolente conferma. Comunque, Pasolini, nelle Lettere luterane, non assume il tono di "colui che grida nel deserto", ma si presenta con l'ansia e l'ossessione di chi vuole persuadere di una amara "verita'", delineata in frammenti 16 di realtà storiche concomitanti e causali della stessa "verità" messa a nudo. Gli assunti espressivi di questi ultimi scritti pasoliniani, tra l'altro, sembrano denotare lo sfinimento dell'inte llettuale che deve continuamente, quasi nevroticamente, insistere sulle stesse argomentazioni per rendere più evidente il male oscuro che si espande dal consumismo ormai eletto a nuovo e unico valore. Le Lettere luterane sono così il gesto di rivolta di un uomo che si sente estraneo dal mondo in cui vive, ma per questo non smette di guardarlo e di osservarlo, al fine di carpirne i dolenti segreti. Di fatto, nei Giovani infelici, che introduce la raccolta, scrive: Per me la vita si può manifestare egregiamente nel coraggio di svelare ai nuovi figli ciò che io veramente sento verso di loro. La vita consiste prima di tutto nell'imperterrito esercizio della ragione: non certo nei partiti presi, e tanto meno nel partito preso della vita, che è puro qualunquismo. Meglio essere nemici del popolo che nemici della realtà. Simone Olla Italia …sul tempo Come posso fermarti, impetuoso ciclo d’onde regolate trattenere almeno un suono primitivo mia piccola luce di un’onda recente I segni di macchine su nuove strade fumanti li senti che battono: via veloce, tutto gira Vecchie alte pietre accarezzate dal vento che ruba la polvere hanno visto la terra di Primavera e forti respiri e rispetto per lei La Terra dell’Uomo Amigos Lectores o Poetas… Tu proximo libro esta en... www.eltallerdelpoeta.com Jacques Prévert Francia La disperazione è seduta su una panchina In un giardinetto su una panchina C'è un tale che vi chiama se passate Ha un paio d'occhialini un vecchio abito grigio Fuma un piccolo sigaro è seduto E vi chiama se passate O più timidamente vi fa un cenno Non bisogna guardarlo Non bisogna ascoltarlo Ma tirar dritto 17 Fingere di non vederlo Fingere di non averlo neppure sentito Passare via frettolosi Perchè se lo guardate O se gli date retta Vi fa un suo cenno e niente nessuno Vi può impedire di sedergli accanto Allora vi guarda in faccia vi sorride Facendovi soffrire atrocemente E lui continua il suo sorriso E voi stessi sorridete esattamente Di quel sorriso Più sorridete e più soffrite Atrocemente E più soffrite più sorridete Irrimediabilmente Restando fissi là Come congelati Sorridendo sulla panchina Bambini giocano a due passi da voi Passanti passano Tranquillamente Uccelli volano Volano via da un albero Si posano su un altro E voi restate là Sulla panchina E già sapete bene Che non potrete più Giocare come quei bambini Sapete che non potrete più Passare come quei passanti Tranquillamente Né che mai più potrete volar via Lasciando un albero per l'altro Come quegli uccelli. Dario Bellezza Italia Bruciavi d'amore e voluttà sul tram, nei calzoni scoloriti dell'estate. Sull'erba matta dei giardini di notte i nostri abbracci. Noi, le generazioni sterili per la morte. Invettive e licenze - 1971 18 Alda Merini Italia I POETI LAVORANO DI NOTTE I poeti lavorano di notte quando il tempo non urge su di loro, quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore. I poeti lavorano nel buio come falchi notturni od usignoli dal dolcissimo canto e temono di offendere Iddio. Ma i poeti, nel loro silenzio fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle. Isola Nera / Casa di Poesia e Lettere. Per l’invio di materiale letterario: “Isola Nera”, via P.Togliatti 38 – 08100 Nuoro - ITALIA Casa di poesia e letteratura. La prima in Sardegna; in Italia, aperta alla creazione letteraria degli autori italiani e di autori in lingua italiana…il progetto Isola Nera riguarda la prossima pubblicazione in formato cartaceo. Isola Nera merita degli sponsors in grado di valorizzare l’iniziativa e dalla quale vengano valorizzati. Si accettano e vagliano proposte. Aviso para ama ntes de la poesía Ponemos a vuestra disposición Isla Negra revista en español de poesia y narrativa breve Más de mil suscriptores acompañan nuestra tarea de difusión literaria Amigos, escritores, docentes, estais invitados Escribid a [email protected] Su distribucion es gratuita. 19