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Noi, giovani cicale1 malate di ”troppismo”
Noi giovani spendiamo 225 euro al mese: è il risultato di un’indagine Eures realizzata su un
campione di mille studenti romani. Saremo i lavoratori di domani, ma siamo gli spendaccioni2 di
oggi. Un po’ cicale? Forse sì.
Questa è l’era del “troppismo”. Non si comprano cose inutili, se ne comprano semplicemente
troppe. I vestiti, per esempio. Il guardaroba delle ragazze straripa mediamente di 75 capi
d’abbigliamento. Ecco spiegato perché non sanno mai cosa mettersi per la festa... E i ragazzi?
Secondo l’Eures hanno un armadio appena più vuoto, ma una percentuale molto più alta di capi
firmati. Non è importante sapere se quello che compriamo è necessario. E infatti la quantità ci
frega3. Per esempio, cosa se ne fanno le ragazze di otto paia di scarpe? Anche loro, credo, hanno
solo due piedi.
L’indagine è spietata. Ci attacca su tutto: abbigliamento, ristorazione, telefonia, fumo, trasporti,
estetica, spettacolo. Qualcuno pensa che abbiamo le mani così bucate4, ma qualcosa siamo
capaci di non comprarlo. I dati evidenziano infatti un forte calo nell’acquisto di cd musicali e –
soprattutto – videogames. La spesa totale è comunque molto alta.
Gli adulti ricordano spesso i loro tempi, quando si era felici con poco, e protestano contro la
nostra generazione. Fanno male: la colpa è anche loro.
Come eliminare – o ridurre – la logica del mercato “troppistico”? Proviamo a rinunciare a
qualcuna tra le inutilità che ci vendono. Un esempio piccolo piccolo: il cellulare che fa le foto
digitali. Avere un telefonino che fa solo le telefonate e una macchina fotografica che fa solo le
foto non è da gonzi: è solo più economico. E talvolta chi fa le foto col telefonino non ha il
computer dove scaricarle. Clicchi clicchi, ma non ti serve.
Appunto. Risparmiamo, un poco. Così magari gli adulti, anziché dipingerci come inguaribili
spendaccioni, ci chiederanno di spendere di più. Forse il PIL5 ne risentirà. Ma il maialino di
terracotta vivrà più sereno.
[Lorenzo Galliani da «Avvenire», 23/01/2004]
1. Riassumi l’articolo in circa 100 parole.
2. Scegli una delle seguenti opzioni:
a) Un genitore scrive una lettera al giornale, preoccupato per le spese eccessive del figlio:
scrivi un testo di almeno 150 parole.
b) Due amiche/ci della tua età, parlando delle loro spese mensili, esprimono opinioni
diverse sulla tendenza al consumismo dei giovani d’oggi: costruisci un dialogo di almeno
180 parole.
3. Nell’articolo, gli adulti affermano che erano felici con poco. Secondo te, quali sono le
cause di questo comportamento così diffuso tra i giovani? Consumare e possedere di più
significa anche essere più felici? Tenendo conto delle tue esperienze e di quelle dei tuoi
coetanei, rispondi in un testo di almeno 180 parole.
1
cicala: in senso metaforico indica una persona imprevidente, che non si preoccupa del domani.
spendaccioni: chi spende molto, senza misura.
3
ci frega: ci inganna.
4
(avere) le mani bucate: spendere con facilità, senza misura.
5
PIL: Prodotto Interno Lordo (Bruttoinlandsprodukt).
2