TEORIA E PRATICA DEL VOLONTARIATO: la filosofia che sottende

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TEORIA E PRATICA DEL VOLONTARIATO: la filosofia che sottende
Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO” - Corso di formazione al volontariato - 8° incontro, 23 aprile 2012
TEORIA E PRATICA DEL VOLONTARIATO: la filosofia che sottende all’agire del volontario
L’intervento risponde dalla necessità di accordarsi sui concetti essenziali necessari per comunicare e condividere il
mondo del volontariato e “per capire chi siamo e dove vogliamo andare”.
Una lingua comune
All’origine del volontariato vi sono concetti come “fratellanza” e “solidarietà maturati nei lunghi secoli della storia
antica, medievale e moderna e che oggi stanno alla base dello stesso ordine sociale mondiale, europeo e nazionale
creatosi dopo la seconda guerra mondiale, evento che aveva di fatto cancellato quei concetti riconducendoli a mere
utopie. Nella Dichiarazione Universale Diritti Umani (Art.1), la fratellanza emerge addirittura come dovere universale e
nella costituzione Italiana (art.2) si pone la solidarietà come dovere “inderogabile”. Tutti gli altri documenti normativi
successivi al 1948 partono da queste basi e confermano come realistica e non più immaginaria o utopica una visione di
popoli vincolati e rinsaldati da tolleranza, cooperazione e mutua comprensione. Se queste sono le leggi fondamentali
della nostra società e se esse non sono ancora pienamente attuate nonostante l’impegno degli stati per oltre mezzo
secolo, allora diventa chiaro anche il ruolo del volontariato nel terzo millennio che avanza. È accaduto qualcosa di
straordinario nella storia millenaria del mondo ritmata inesorabilmente da lotte fratricide. Le parole solidarietà e
fratellanza sono diventate norme di vita sociale grazie al coraggio e all’anticipazione di questo mondo giusto da parte
di persone audaci. Erano intellettuali, operai, sindacalisti, avvocati, sacerdoti, rivoluzionari o statisti, tutti “volontari”
della giustizia sociale che ci hanno preceduto. Ora che i diritti umani sono scritti e stabiliti a noi non resta che operare
per la piena realizzazione della fratellanza e della solidarietà. Eppure questo compito si è rivelato più arduo del
previsto. Le costituzioni, le dichiarazioni, le convenzioni e perfino le leggi, anche se importanti e sospirate da sempre,
non bastano per dirigere irreversibilmente l’umanità verso il bene. Se tutti i cittadini e facessero il proprio dovere (in
uno stato ordinato secondo la giustizia sociale) non ci sarebbe bisogno di difendere i diritti di alcuno. È proprio a
seguito delle imperfezioni dei sistemi democratici - della negligenza o della cecità di molti governanti e dei loro
sostenitori - che sono sorti gruppi organizzati di volontari con lo scopo di attuare, qui ed ora, il rispetto dei principi
declamati solennemente nei documenti ufficiali. Nonostante la permanenza di guerre, ingiustizie e dittature il “sogno”
di un mondo giusto si avvera e si perpetua in tanti luoghi della terra attraverso l’impegno di volontari coinvolti in
questo sforzo poderoso di difesa di coloro che nessuno ascolta o di denuncia di abusi e danni alle persone e
all’ambiente (“advocacy”).
Un territorio nuovo
Tra il settore pubblico e quello provato si colloca un “terzo settore” che offre servizi di valore pubblico con gestione
privata. Il Terzo Settore, all’interno del quale si pone il volontariato con le sue numerose tipologie, è tutto coinvolto in
questo progetto di umanità nuova che le istituzioni faticano a realizzare quando intenzionalmente non lo ostacolino. Il
Volontariato ne rappresenta la punta più alta perché è guidato dal principio della gratuità, ovvero dalla libertà
assoluta verso ogni interesse personale o di parte. Il territorio di intervento del volontariato è perciò ampio come il
mondo e variegato come la personalità umana; spazia dall’ecologia alla politica, dallo sport all’educazione, dalla
cultura e dalle arti al mondo del lavoro e della tecnica (si pensi al volontariato informatico per la costruzione di Linux);
si occupa dei problemi della salute fisica, mentale o psichica, del benessere, della discriminazione o del disagio di
individui o di popoli interi, della cura di tutte le età della vita nei momenti critici, dalla nascita alla morte, dalla
fanciullezza al matrimonio, dal turbine dell’adolescenza alla solitudine della vecchiaia.
Il volontariato è impegno “conviviale” mirato alla persona in difficoltà; è impegno civile mirato a togliere le cause dei
problemi che affronta; è impegno umile ma determinato a realizzare subito e ovunque i valori di uguaglianza, di
partecipazione, di inclusione, di rispetto ed equa distribuzione delle risorse ambientali; è impegno spirituale a
costruire una profonda responsabilità verso tutto e tutti; è impegno personale a migliorarsi continuamente e a
riconoscere e superare le proprie fragilità. Il volontariato - anche quello che nasce dall’umana pietà - deve essere
mosso da un imperativo intimo di giustizia e perciò diventa azione politica per il bene della “polis”, del proprio
territorio. Non deve accettare i compromessi con cui le istituzioni giustificano le proprie lentezze nella realizzazione
del bene comune. Deve saper denunciare ogni tentativo degli egoisti di appropriarsi del potere per il proprio
tornaconto e deve vigilare perché la storia dell’emarginazione e dello sfruttamento dei poveri non si ripeta con la
complicità e il silenzio delle persone oneste.
Una cultura da condividere e da trasmettere
I volontari devono operare per la costruzione di una coscienza planetaria come base interiore della cultura del bene
comune. Questa coscienza e questa cultura sono state costruite lentamente nei secoli dal contributo coraggioso di
persone di ogni ceto e di ogni etnia, le quali hanno lasciato e lasciano ogni giorno tracce significative in tutti i campi
della scienza, della tecnica, delle arti, del diritto e del pensiero, nella filosofia o nella letteratura come modo di vivere
le relazioni umane di ogni giorno nella bontà e nella giustizia, soprattutto nei confronti di chi soffre, e come
provocazione ad uscire dall’individualismo e dall’indifferenza. In questa prospettiva il volontariato ha un ruolo
profetico e formativo ineludibile. Diventa scuola di speranza, fucina di integrazione e di cambiamento sociale,
tirocinio di cittadinanza attiva per le giovani generazioni, scuola di solidarietà e fratellanza nell’affiancamento degli
“ultimi”, presidio della pace sociale e universale, anticipazione esperienziale del mondo giusto che l’umanità sogna da
millenni.
Riduzione e aggiornamento del testo presentato al Seminario europeo “More countries, one nation with young(s) in Action” – Azione 4.3; “Volontariato in Europa: alla ricerca di un vocabolario comune”; sede dell’associazione Il Portico, Mercoledì 8 giugno 2011, Alessandro Gozzo
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Per gli approfondimenti
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Dichiarazione Universale Diritti Umani (Art.1),
Costituzione della Repubblica Italiana (art.2) costruita, come scrisse Piero Calamandrei in un discorso all’assemblea
costituente, sulla “roccia di un patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità, non per odio, decisi a
riscattare la vergogna ed il terrore del mondo” “ A noi (fortunati sopravvissuti alla guerra) è rimasto un compito cento volte più
agevole: quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno di una società più giusta e più umana, di una
solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore”. “Questo progetto di Costituzione non è l’epilogo di una rivoluzione
già fatta, ma il preludio, l’introduzione, l’annunzio di una rivoluzione nel senso giuridico e legalitario ancora da fare”.
solidarietà e fratellanza come “pietas” ed “advocacy” (“Gratuità e radicamento per rilanciare il volontariato
organizzato” di Giorgio Marcello in “Alecci-Bottaccio, “Fuori dall’angolo: idee per il futuro del volontariato e del
terzo settore”, ed. L’Ancora srl, Napoli-Roma 2010, p. 106.)
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Gratuità (Giovanni Nervo: “Ha un futuro il volontariato?” le sfide…) e gratitudine (“Cento volte al giorno ricordo…” Einstein p.
117 “Vieni e vedi”)
Il volontariato è
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impegno libero (quale libertà in un servizio? → servizio volontario
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“conviviale” (Tonino Bello)
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impegno civile (perché io? “Vieni e vedi” p. 78 la filosofia di Emilio Marchi )
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impegno umile ma determinato (carta dei valori: in quali articoli appare questa filosofia?)
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valori di uguaglianza, di partecipazione, di inclusione, di rispetto ed equa distribuzione delle risorse
ambientali (differenza valori e principi, di Zagrebelski, “Vieni e vedi” p. 104 )
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impegno spirituale a costruire una profonda responsabilità verso tutto e tutti. (Mazzolari “ci impegniamo”)
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azione politica per il bene della “polis”, del proprio territorio. (perché sostenere Amnesty)
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impegno personale a migliorarsi (terapia per la depressione e correzione fraterna; amicizia come
fratellanza universale: vedi Simone Weil “Vieni e vedi” p. 135)
coscienza planetaria (Balducci, milani, Mazzolari e Tolstoj: brano sulla “banale superstizione” di chi in modo manicheo afferma che
esistano uomini buoni e cattivi, “Vieni e vedi” p. 33; )
funzioni del volontariato
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ruolo profetico e formativo (obiezione di coscienza → appello per un servizio civile obbligatorio)
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scuola di speranza (la risposta al dolore e alla solitudine dell’uomo → in ricordo di Ennio, Libro portico pag. 63)
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fucina di integrazione e di cambiamento sociale
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tirocinio di cittadinanza attiva per le giovani generazioni
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scuola di solidarietà e fratellanza nell’affiancamento degli “ultimi”
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presidio della pace sociale e universale
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anticipazione esperienziale del mondo giusto che l’umanità sogna da millenni (se sogniamo da soli…) .
Il bene va fatto bene
Quali sono le condizioni necessarie per fare bene qualsiasi cosa?
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Passione
Tempo
Studio
Salute
Attenzione
Osservazione
Precisione
Confronto
Flessibilità
Accettare le critiche
Divertirsi nel lavoro
Crescere interiormente
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gli stessi ingredienti che consentono al volontario di far bene il suo compito!
Da Etica per le professioni n°2/2011 ETICA E VOLONTARIATO Conclusioni articolo “Uomini desti” capaci di solidarietà e nuova
democrazia”
Ecco gli impegni che il volontariato deve assumere se vuole uscire dall’angolo e promuovere un cambiamento culturale:
1. impegnarsi a considerare le persone come la ricchezza suprema da tutelare:
2. coniugare professionalità e gratuità senza burocratizzare il volontariato
3. impegnarsi politicamente per rimuovere le cause dei problemi sociali:
4. sostenere i movimenti nazionali e preferibilmente un unico movimento per concentrare le forze;
5. impegnarsi nella giustizia per tagliare i privilegi attraverso forme di mobilitazione e di co-progettazione con le forze del
territorio
6. cambiare la legge elettorale per poter eleggere persone di fiducia
7. impegnare risorse per comunicare meglio con i mezzi della contemporaneità (web, blog, social network, riviste di settore, tivù
digitali)
8. impegnarsi a educare i giovani alla solidarietà attraverso il coinvolgimento sistematico in stage e nel Servizio Civile.
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