ANALISI DEI PROFILI DI VELOCITÀ NEI TORRENTI MONTANI
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ANALISI DEI PROFILI DI VELOCITÀ NEI TORRENTI MONTANI
31° Convegno Nazionale di Idraulica e Costruzioni Idrauliche Perugia, 9-12 settembre 2008 ANALISI DEI PROFILI DI VELOCITÀ NEI TORRENTI MONTANI MEDIANTE MISURE CORRENTOMETRICHE V. D’Agostino1 & M. Zasso1 (1) Dipartimento Territorio e Sistemi Agro–Forestali, Università degli Studi di Padova, Viale dell’Università 16, 35020 Legnaro (Padova) –e-mail: [email protected] SOMMARIO La memoria analizza la distribuzione di velocità lungo la verticale in alvei montani con corrente in regime di macroscabrezza e di microscabrezza. L’analisi è stata sviluppata su di un campione di misure correntometriche condotte in alcuni torrenti ghiaiosi del bacino del fiume Piave, acquisendo dati di velocità su oltre seicento verticali. L’andamento dei profili è stato investigato in relazione ai valori della sommergenza relativa, sia locale su ogni verticale sia media sulla sezione di misura. Si è ottenuto l’adattamento di un profilo di tipo logaritmico espresso in forma non canonica, evidenziandone il grado crescente di incertezza al diminuire della sommergenza relativa. Si sono successivamente trattate l’individuazione della profondità dove la velocità eguaglia il valore medio nonché la relazione tra velocità massime e velocità medie. I risultati ottenuti sono di interesse per le misure di portata in condizioni operative non agevoli quali quelle che contraddistinguono gli alvei montani a forte scabrezza. 1 INTRODUZIONE La conoscenza della distribuzione delle velocità lungo il profilo verticale di una corrente turbolenta a pelo libero, e conseguentemente del suo valore medio, assumono notevole importanza nello studio dei fenomeni di resistenza al moto e nella valutazione delle condizioni di inizio dei processi di trasporto solido al fondo. Un’analisi dei profili di velocità in sezioni trasversali di alvei naturali non può esimersi dal prendere in considerazione la curva granulometrica dei sedimenti che formano il letto, con particolare attenzione per gli elementi più grossolani (Bathurst et al., 1981) e per la forma della sezione (Marchi & Rubatta, 1981). In condizioni idrauliche di scabrezza di piccola scala é possibile descrivere l’andamento della componente principale della velocità lungo la verticale per mezzo di un’equazione di tipo logaritmico. Se si considera un canale con letto in ghiaia e si procede dal fondo verso la superficie, il sottostrato viscoso presenta uno spessore trascurabile, si ha poi lo sviluppo di un profilo con distribuzione logaritmica delle velocità (‘inner region’) seguito da una così detta ‘outer region’ (Smart, 1999), dove tale distribuzione può cadere in difetto. Secondo Nezu & Rodi (1986) lo spessore della ‘outer region’ può coprire fino all’80% del tirante in un canale con pareti lisce, mentre per Cardoso et al. (1989) una legge logaritmica descrive abbastanza fedelmente la distribuzione delle velocità lungo l’intero profilo verticale. Ferro & Baiamonte (1994) 1 V. D’Agostino, M. Zasso hanno dimostrato come, per fondi ghiaiosi, l’utilizzo del profilo di velocità proprio della ‘inner region’ si adatti bene a descrivere la distribuzione di velocità fino alla distanza dal fondo dove si localizza la velocità massima, confermando l’assunzione già fatta da Keulegan (1938) e in seguito da molti altri autori nell’integrare il profilo di velocità lungo la verticale. Per rapporti tra la larghezza della sezione (B) e profondità media della corrente (Y) inferiori a 6 è stata osservata una chiara tendenza della velocità massima a localizzarsi di sotto della superficie (Ferro & Baiamonte, 1994) ed un’accentuazione della sua profondità relativa (denominata ‘dip’) spostandosi dall’asse del canale verso la parete (Ferro, 2003). Al fine di meglio rappresentare questo comportamento, in letteratura sono state proposte diverse tipologie di espressioni analitiche del profilo. Alcune apportano dei correttivi al profilo logaritmico canonico introducendovi una funzione additiva di divergenza (anche nota come funzione di scia); essa, a seconda degli autori, è stata proposta in varie forme (Nezu & Rodi, 1986; Fenton, 2002), che permettono un’estensione della legge logaritmica canonica anche alla ‘outer region’. Altre ricerche, muovendo dall’approccio entropico-probabilistico alla distribuzione di velocità (Chiu, 1987), hanno ottenuto la descrizione del suo profilo tramite l’utilizzo di un parametro entropico (M) e della velocità massima puntuale sulla verticale (Uv-max) (Chiu & Tung, 2002; Moramarco et al., 2004). L’andamento del profilo di velocità subisce ulteriori modificazioni passando ad una scabrezza di grande scala, ovverosia quando il rapporto fra la profondità della corrente e l’ottantaquattresimo percentile della curva granulometrica del materiale d’alveo (d84) è compreso tra 1 e 4 (regime di macroscabrezza e transizione). In condizioni di macroscabrezza i sedimenti impegnano localmente una notevole quantità di moto della corrente; diverse osservazioni sperimentali (Marchand et al. 1984; Bathurst, 1985; Ferro & Baiamonte, 1994) hanno messo in luce che il profilo di velocità può assumere un andamento ad S rovesciata, ovvero con un deficit di velocità in prossimità del fondo e notevoli incrementi verso la superficie. Anche per questo tipo di profilo sono state proposte delle funzioni di divergenza aventi forma polinomiale (Dean-Finley, in Ferro & Baiamonte, 1994) o logaritmico-polinomiale (Ferro, 2003), che risultano soddisfacenti se si riescono a calibrare, attraverso le misure sperimentali, i coefficienti che in esse compaiono. In condizioni di scabrezza di grande scala non è agevole trasferire i risultati di laboratorio alla scala di campo. Sono indicativi in tal senso i risultati della ricerca condotta da Bird et al. (2000), che hanno riconosciuto almeno quattro differenti tipologie di profilo: approssimativamente logaritmico, approssimativamente lineare, a forma di S, e irregolare. A fronte di tale varietà di situazioni gli Autori, mediando tutte le misure condotte ad una stessa profondità relativa, hanno determinato un andamento logaritmico della velocità lungo la verticale (adimensionalizzata rispetto alla velocità massima sulla verticale stessa) fino ad una distanza dal fondo pari a circa il 30% del tirante. Nei torrenti montani, l’irregolarità della forma della sezione e la variabilità spaziale della concentrazione degli elementi di maggior pezzatura rende assai incerta la determinazione a priori del tipo di profilo di velocità atteso lungo una verticale. Uno degli obiettivi del presente studio è quello di verificare se, disponendo di un campione consistente di misurazioni di campo in alvei montani, sia possibile desumere un profilo di velocità che ne rappresenti mediamente l’andamento e se sia possibile cogliere in che misura questa distribuzione risenta del passaggio da una scabrezza di piccola scala ad 2 Analisi dei profili di velocità nei torrenti montani mediante misure correntometriche una scabrezza di grande scala. Tenendo presente le difficoltà operative che si incontrano nell’effettuare rilievi accurati del profilo di velocità in condizioni di basso tirante e di forte scabrezza, ulteriori finalità dello studio sono la determinazione della profondità relativa alla quale si rileva localmente la velocità media e la verifica del legame fra la velocità media e la velocità massima nella sezione. La conferma di una relazione lineare tra queste due variabili permetterebbe infatti di calibrare, secondo la legge entropicoprobabilistica di Chiu (1987, 1991), il valore assunto dal parametro entropico (M è frequentemente compreso tra 2 e 5; Chiu et al., 2005) e di eseguire speditamente una misura di portata attraverso un rilievo correntometrico concentrato nei punti di maggiore velocità (Chiu & Said, 1995; Greco et al., 2004; Burnelli et al., 2006; Moramarco et al., 2004). 2 PRESENTAZIONE DEI DATI Si sono analizzati i profili di velocità misurati in dodici sezioni trasversali di quattro corsi d’acqua montani della provincia di Belluno: Piave, Boite, Cordevole e Felizon. I corsi d’acqua afferiscono tutti al bacino idrografico del fiume Piave, appartengono, secondo il sistema di classificazione morfologica di Rosgen (1994), alle tipologie fluviali Aa+, A, B e hanno una pendenza massima del 9%. Le misure di campo delle velocità si sono condotte mediante un mulinello idrometrico (micromulinello con eliche da 30 e da 50 mm) e di un correntometro ad induzione elettromagnetica. La numerosità delle misure puntuali di velocità che si possono acquisire lungo il profilo dipende dal tirante idrometrico e dalle caratteristiche dello strumento impiegato. Nelle sezioni indagate i rilievi di velocità non sono mai scesi ad una distanza inferiore ai 2 cm dal fondo e dal pelo libero. Dal campione iniziale dei dati (663 verticali) sono state escluse, nell’analisi di dettaglio dei profili di velocità, le verticali con meno di quattro punti di misura. Si è reso in questo caso disponibile un campione sperimentale di 54 misure di portata per complessive 308 verticali. In tutte le dodici sezioni si sono rilevate le caratteristiche granulometriche dei sedimenti del letto, eseguendo un’analisi granulometrica superficiale di ciascun tratto mediante campionamento numerale a reticolo (Wolman, 1954) con un numero minimo di 100 punti per rilievo. Dalla curva granulometrica sono stati estratti, quali diametri percentili di riferimento, il d84 e il d50. Dai valori delle velocità medie, U sulla sezione e Uv sulla verticale (in m/s), di tirante medio Y (m) (rapporto tra area liquida e larghezza al pelo libero B) e di tirante locale yv (m) si sono calcolati i rispettivi numeri di Froude della corrente. Attraverso il d84 è stato possibile descrivere il campione in relazione alla sommergenza relativa. Il 50% delle misure è stato condotto in sezioni che manifestano condizioni di sommergenza relativa minore di 1 (regime di macroscabrezza secondo la distinzione fatta da Bathurst et al., 1981), il 38% presenta valori di sommergenza relativa compresi tra 1 e 4 (condizione di transizione tra macro e microscabrezza), per il rimanente 12% il valore del rapporto Y/d84 è risultato maggiore di 4 (microscabrezza). In Tabella 1 si riporta un quadro sintetico del campione sperimentale preso in esame. 3 ANALISI DEI DATI E DEI RISULTATI La distribuzione di velocità che è risultata dalle misure correntometriche ha 3 V. D’Agostino, M. Zasso confermato i risultati delle ricerche di Bird et al. (2000) circa le quattro sostanziali tipologie (logaritmico, lineare, ad S, irregolare) che sono ricorrenti in corsi d’acqua con letto in ghiaia, ciottoli e massi. I dati hanno evidenziato ‘dip’ significativi e profili ad S anche per rapporti di aspetto B/Y notevolmente superiori a quelli rilevati in letteratura, verificandosi fino a valori di B/Y pari a 20. Variabile Intervallo (min– max) Simbolo Velocità locale alla distanza z dal fondo Velocità media sulla verticale Numero di Froude della verticale Numero di Froude della sezione Diametro caratteristico Sommergenza relativa (Y=profondità media) Sommergenza relativa locale (yv=tirante locale) Rapporto di aspetto (B=larghezza al pelo libero) U(z) Uv Fr(loc.) Fr d84 d50 Y/d84 yv/d84 B/Y (m/s) (m/s) (-) (-) (m) (m) (-) (-) (-) 0.011-2.358 0.018-1.786 0.02 - 0.99 0.12 - 0.67 0.04 - 0.66 0.02 - 0.24 0.23 - 17.50 0.05 - 27.25 8.3-92.0 Tabella 1. Principali caratteristiche del campione sperimentale. L’alternanza caotica, anche fra verticali contigue, di diversi tipi di profilo ha portato ad abbandonare un adattamento complessivo dei dati sperimentali a profili logaritmici più raffinati che includessero funzioni di divergenza. In una prima interpretazione dei dati sperimentali si è analizzata la bontà di adattamento di ognuno dei 308 profili misurati alla legge canonica di Prandtl e von Kármán: U ( z) 1 z = ln U* k z0 (1) essendo z la distanza dal fondo, z0 la distanza alla quale l’eq. (1) si annulla, k la costante di von Kármán (k=0.4), U(z) la velocità media alla distanza z, U* la velocità di attrito. I valori delle variabili fisiche U* e z0 sono stati calcolati per ogni singolo profilo, utilizzando tutti i punti sperimentali disponibili per ogni verticale e ricercandone il valore mediante una regressione di U(z) verso il logaritmo di z (Bergeron & Abrahams, 1992) (il calcolo di U* per mezzo dello sforzo tangenziale medio della sezione non ha condotto invece a risultati di rilievo). Se si rappresenta l’accuratezza della stima delle velocità locali ottenute mediante l’eq.(1) e se ne riporta l’andamento in funzione della sommergenza relativa locale yv/d84, si evince come gli errori significativamente più importanti si manifestino proprio per valori di yv/d84 < 4 (Figura 1). In particolare gli scarti maggiori si osservano sulla semi-profondità inferiore della verticale di misura (z/yv<0.5; Figura 1). L’utilizzo dell’eq.(1) porta ad un valore medio dell’errore percentuale relativo del 20% (Figura 1) e non si presta ad alcuna generalizzazione a causa della notevole disomogeneità dei valori di U* e di z0 anche fra le verticali relative ad una stessa sezione di misura e ad una stessa portata. Una successiva analisi dei profili è stata effettuata suddividendo il campione sperimentale in base alla sommergenza relativa (suddivisione che emerge in Figura 1) e rappresentando i valori di U(z) adimensionalizzati rispetto alla velocità media Uv sulla verticale (Marchand et al., 1984; Wiberg & Smith, 1991) in funzione della distanza relativa z/yv (Figura 2). 4 Analisi dei profili di velocità nei torrenti montani mediante misure correntometriche 100 yv /d 84 z/yv<0.5 z/yv>0.5 10 4 1 0.1 -100 -50 0 50 100 [U(z)cal - U(z)oss] / U(z)oss (%) Figura 1. Errore percentuale relativo nel calcolo delle velocità locali U(z) mediante l’eq.(1) (calibrata per ogni singolo profilo) e corrispondente valore della sommergenza relativa yv/d84. Se si prendono in esame le verticali localizzate in sezioni che hanno valori del rapporto Y/d84 maggiori di 4 (limite inferiore del regime di microscabrezza), una legge di tipo logaritmico può ancora esprimere in modo soddisfacente la distribuzione delle velocità adimensionalizzate. L’equazione ha la forma: z U( z ) = a ln + b Uv yv (2) I coefficienti (a, b) dell’eq.(2), dopo essere stati calibrati (Y/d84 >4; 0.05<z/yv<0.98; 303 dati), risultano: a=0.217; b=1.233 (Figura 2, funzione a linea continua) e si associano ad un coefficiente di determinazione (R2=0.79) e ad un errore relativo medio (7%) soddisfacenti. In condizioni idrauliche di scabrezza di grande scala (Y/d84≤4) le velocità presentano un andamento più disperso alle estremità (Figura 2). In accordo con i risultati di Bathurst (1985) e di Ferro & Baiamonte (1994), alcuni dati tendono a discostarsi notevolmente dal profilo di microscabrezza, dando luogo mediamente a valori in eccesso in prossimità della superficie libera e in difetto in vicinanza del fondo. L’adattamento dell’eq.(2) (Y/d84≤ 4; 0.04<z/yv<0.99; 1210 dati) porge i coefficienti: a=0.300; b=1.304 (funzione a linea tratteggiata in Figura 2); questa relazione, proprio a causa di alcuni ‘outlier’ al fondo e in superficie, risulta nel complesso meno accurata della precedente dando luogo ad un R2 =0.70 e ad un errore relativo medio del 18%. Eseguendo infine la calibrazione dell’eq.(2) per ognuna delle dodici sezioni di misura, si ottengono i seguenti intervalli per i due coefficienti: a=0.19-0.40; b=1.191.39 (Tabella 2; valori medi: a=0.3; b=1.3) con sette sezioni su dodici (Cordevole 1, Piave, Boite 1 e 2, Felizon 1, 3, 4; ad elevata numerosità campionaria) che presentano una buona rispondenza all’equazione (2). Per nessuna delle dodici calibrazioni della (2) 5 V. D’Agostino, M. Zasso il valore di R2 scende al di sotto di 0.58 (Tabella 2); i valori di z/yv per i quali l’eq.(2) si annulla risultano compresi tra 0.002 e 0.03 e sono tali da non inficiarne l’utilizzo da un punto di vista pratico. 2.5 Y/d 84 <4 U(z)/Uv 2 Y/d 84 >4 1.5 1 0.5 0 0 0.2 0.4 z/yv 0.6 0.8 1 Figura 2. Velocità locali U(z) adimensionalizzate rispetto alla velocità media sulla verticale Uv in funzione della distanza relativa dal fondo z/yv. Torrente Cordevole 1 Cordevole 2 Cordevole 3 Cordevole 4 Piave Boite 1 Boite 2 Felizon 1 Felizon 2 Felizon 3 Felizon 4 Felizon 5 Media a 0.405 0.237 0.313 0.349 0.216 0.309 0.233 0.273 0.186 0.238 0.345 0.343 0.29 b 1.395 1.243 1.311 1.352 1.232 1.326 1.250 1.274 1.194 1.253 1.334 1.340 1.29 R2 0.845 0.586 0.637 0.639 0.824 0.860 0.842 0.733 0.581 0.720 0.793 0.732 0.73 s.s.q. 0.498 3.581 5.582 7.320 1.589 1.239 0.556 3.389 0.340 1.388 2.206 4.557 2.69 n° 22 113 130 139 206 87 60 242 26 135 152 200 - zv 0.38 0.36 0.37 0.36 0.34 0.35 0.34 0.37 0.35 0.35 0.38 0.37 0.36 (Y/d84)min-max 0.54-0.66 0.59-0.67 0.41-0.65 0.29-0.41 6.27-17.5 2.54-3.29 3.44-3.75 0.23-0.52 0.63-0.63 2.37-6.38 0.83-2.90 1.09-2.54 - d84 (m) 0.34 0.56 0.49 0.66 0.04 0.11 0.10 0.56 0.41 0.05 0.19 0.17 - Tabella 2. Calibrazione dei coefficienti a, b dell’eq.(2) sulla base dei profili di velocità misurati in campo (n°=numero dei profili analizzati; s.s.q.=somma scarti quadratici). 3.1 Localizzazione della velocità media sulla verticale Attraverso la (2), che lega il rapporto tra velocità locale e velocità media sulla verticale alla distanza relativa dal fondo z/yv, è possibile determinare la distanza relativa zv (zv=z’/yv) alla quale la velocità locale uguaglia la velocità media integrata lungo la verticale, cioè U(zv) =U(z’)=Uv. Dall’equazione (2) si ricava: 6 Analisi dei profili di velocità nei torrenti montani mediante misure correntometriche z ' yv = zv = e (1− b ) a (3) La ricerca di zv è stata effettuata considerando prima l’intero campione sperimentale, poi analizzando separatamente i dati per ogni sezione di misura e infine determinando zv sulla base dell’andamento reale dei singoli profili misurati. Nel primo caso i coefficienti a, b desunti per la microscabrezza (0.217; 1.233) porgono: zv = 0.34, mentre i corrispondenti a, b validi per Y/d84≤ 4 (0.300; 1.304) forniscono: zv = 0.36. La stessa analisi è stata condotta per le singole sezioni di misura. In Tabella 2 sono riassunti i valori di zv ottenuti per le dodici sezioni indagate. Dal confronto tra zv e la sommergenza relativa Y/d84 che caratterizza ogni sezione (Tabella 2) si desume che per Y/d84> 4 la velocità locale eguaglia Uv ad una distanza relativa dal fondo pari a 0.34 (leggermente inferiore a zv=0.37 che compete al profilo turbolento nella forma canonica; Marchi & Rubatta, 1981). Per valori di sommergenza relativa compresi tra 1 e 4 (transizione) zv sale in media a 0.38, rispecchiando un deficit di velocità nella parte bassa del profilo, ma risultando comunque abbondantemente inferiore al valore di 0.5 ottenuto in alcune misure condotte da Marchand et al. (1984). Per Y/d84 < 1 i valori di zv hanno una maggiore variabilità e sono compresi tra 0.35 e 0.38. Se infine si stima, per tutte le verticali, il valore sperimentale di zv, effettuando un’interpolazione lineare fra le misure puntuali che si localizzano nell’intorno di Uv, se ne ricava un andamento di maggior dettaglio (Figura 3): i valori medi di zv, in relazione alle condizioni di macroscabrezza, transizione e microscabrezza, risultano rispettivamente pari a 0.39, 0.40 e 0.36. Molte incertezze appaiono però evidenti nella localizzazione univoca di zv per sommergenze relative inferiori all’unità, dove zv risulta variare tra 0.16 e 0.89 (Figura 3). La diminuzione della variabilità del valore di zv all’aumentare della sommergenza relativa è anche esemplificata dalla sua deviazione standard, che vale 0.11, 0.09, 0.08 m/s rispettivamente per macroscabrezza, transizione e microscabrezza. 1 0.8 zv 0.6 0.4 0.2 0 0 1 4 8 12 16 20 24 28 yv /d84 Figura 3. Valori sperimentali di zv in funzione della sommergenza relativa yv/d84 . 7 V. D’Agostino, M. Zasso 3.2 Confronto tra velocità medie e velocità massime Ogni misura di portata che viene condotta per verticali può caratterizzarsi per le seguenti velocità massime: la massima puntuale su tutta la sezione (Umax); la massima per ciascuna verticale (Uv-max); il massimo valore medio Uv all’interno della sezione (Uv-max-sez). Nell’analizzare i dati sperimentali relativi a queste tre velocità sono state prese in esame tutte le verticali misurate (663), utilizzando anche quelle misure che nello studio dei profili di velocità erano state tralasciate per la limitata numerosità dei punti rilevati. E’ stata preliminarmente correlata la velocità Umax con la velocità media nella sezione (U); la relazione è risultata lineare con coefficiente angolare della retta di regressione passante per l’origine pari a 1.80 (R2= 0.94; Figura 4a). Il coefficiente è apprezzabilmente più elevato di quello dedotto da Xia (1997) per tratti rettilinei del fiumi Mississippi (1.46) e da Moramarco et al. (2004) per alcune sezioni di misura dell’alto bacino del Tevere (1.50). Si è poi passati al raffronto tra Uv-max-sez ed U, ottenendo una seconda relazione lineare con coefficiente angolare della retta di regressione passante per l’origine pari a 1.415 (R2= 0.92). Si è infine analizzato, per ogni profilo, il legame tra la velocità media sulla verticale (Uv) e il valore massimo (Uv-max) sulla stessa; ne è risultato un rapporto praticamente costante per tutte le verticali (Uv-max/Uv=1.28) con una lieve tendenza all’incremento e alla dispersione dei dati per valori di Uv>1 m/s (Figura 4b). Il legame tra le due variabili corrisponde, secondo la formulazione entropica del profilo di velocità (Chiu, 1987), ad un valore del parametro entropico M pari a 4.37 (Uv/Uv-max=eM (eM-1)-1 -1/M). 2.5 2.5 a) b) 2 Uv-max (m/s) Umax (m/s) 2.0 1.5 1.0 Umax = 1.799 U 0.5 1.5 1 Uv-max = 1.275 Uv 2 R = 0.96 0.5 2 R = 0.94 0.0 0 0.0 0.5 1.0 U (m/s) 1.5 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 Uv (m/s) Figura 4. Dati di velocità: a) media U nella sezione verso massima Umax, b) media Uv sulla verticale verso massima Uv-max sulla stessa verticale. 4 DISCUSSIONE E CONCLUSIONI L’analisi dei profili di velocità misurati in alvei montani ha messo in luce gli effetti della dimensione dei sedimenti del letto. La distribuzione verticale della velocità secondo una legge logaritmica si è prestata ad una generalizzazione solo se rapportata alla velocità media sulla verticale stessa (eq.2); l’accuratezza di questa equazione è 8 Analisi dei profili di velocità nei torrenti montani mediante misure correntometriche risultata superiore in condizioni di microscabrezza, ma è rimasta accettabile, almeno al fine di interpretare un andamento medio dei valori attesi di velocità, anche per sommergenze relative inferiori a 4. La presenza di sedimenti con diametro comparabile alla dimensione verticale della corrente è apparso uno dei presupposti per la formazione occasionale (non sistematica) di profili di tipo ‘S-shaped’ e ne ha determinato una varianza ampia rispetto all’eq.(2) nella fascia di altezze relative (z/yv) inferiori a 0.3 (Figura 2). Nell’intervallo di z/yv compreso tra 0.3 e 0.8 non si sono riscontrate differenze sostanziali fra macroscabrezza e microscabrezza relativamente all’andamento di U(z)/Uv (Figura 2). La distribuzione dei dati sperimentali ha anche indicato che in vicinanza del fondo sono possibili sia deficit sia bruschi incrementi di velocità (Figure 1, 2 e 3). Di particolare interesse nella pratica delle misure idrologiche è l’individuazione della distanza relativa dal fondo (zv) alla quale la velocità locale uguaglia la velocità media. Questa variabile sembra in parte legata alle caratteristiche granulometriche della sezione di misura. In condizioni di microscabrezza la posizione di zv è risultata un po’ più ribassata rispetto a quanto atteso dalle legge logaritmica canonica (0.34-0.36 contro 0.37). I valori di zv subiscono poi un incremento (0.35-0.40), quando la sommergenza relativa scende al di sotto di 4, allineandosi a quelli riportati da Byrd et al. (2000) per condizioni di forte scabrezza e rimanendo poco discosti da quelli ottenuti da Smart (1999) per letti in ghiaia (zv=0.4). Le velocità massime nei torrenti montani oggetto di indagine sono la conseguenza di forti disomogeneità del campo di moto, essendo amplificate di un fattore 1.8 rispetto al valore medio sulla sezione; il fattore è anche superiore al 1.5 ottenuto per gli alvei della tipologia C (Rosgen, 1994) indagati da Moramarco et al. (2004). La disuniformità delle velocità viene inoltre rispecchiata dalla loro distribuzione lungo ogni verticale; per essa si conferma il legame lineare tra valore medio (Uv) e valore massimo (Uv-max) suggerito dal profilo probabilistico-entropico. Per inciso si osserva che, in forza di questa linearità, si può facilmente desumere un’equazione avente la forma della (2) ma con U(z) normalizzata rispetto ad Uv-max anziché ad Uv. Il parametro entropico si mantiene praticamente indifferenziato sulle varie verticali dei diversi siti indagati (Figura 4b). Si ritengono peraltro necessari maggiori approfondimenti per valutare le interrelazioni tra il parametro entropico del profilo verticale (Uv-max/Uv=1.275; M=4.37) e quello discende dalla legge entropica bidimensionale (Figura 4a; Umax/U=1.8; M=0.68) o da quella bidimensionale semplificata che fa riferimento al rapporto Uv-max-sez/U (pari a 1.415 e con M=2.79). Ringraziamenti. Gli autori ringraziano il Dott. A. Vianello per la collaborazione nello svolgimento delle misure di campo – Fondi di ricerca scientifica quota Ex-60% - 2006. Si ringrazia un revisore anonimo per gli utili suggerimenti. BIBLIOGRAFIA Bathurst, J.C. Flow resistance estimation in mountain rivers, Journal of Hydraulic Engineering, 1985, 111(4), 625-643. Bathurst, J.C., Li, R.M. & Simons, D.B. 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