Una metodologia collaborativa per l`insegnamento della matematica
Transcript
Una metodologia collaborativa per l`insegnamento della matematica
Una metodologia collaborativa per l’insegnamento della matematica in ambiente elearning Adriana Gnudi, Università degli Studi di Bergamo Sommario In questo lavoro si descrive una proposta metodologica relativa all’utilizzo dell’elearning per la didattica della Matematica. La proposta nasce dall’idea di strutturare i contenuti secondo uno schema che permette di integrare gli aspetti teorico-formali con quelli applicativi. I materiali che il docente propone possono essere organizzati dallo studente secondo il proprio stile. Lo studente, attraverso la modifica dei materiali proposti e l’interazione con il docente, si impadronisce dei concetti matematici facendo qualcosa di molto diverso dal semplice “fare esercizio”. Nel lavoro si presenta inoltre una prima sperimentazione della metodologia in un corso di Matematica del secondo anno della Facoltà di Economia di Bergamo e un’ipotesi di integrazione di una funzionalità collaborativa per il trattamento di testi matematici facilmente utilizzabile per la didattica. 1. Introduzione La didattica della matematica in tutti gli ordini di istruzione deve affrontare problematiche sempre più accentuate relativamente alla scarsa accettazione della materia da parte degli studenti e un conseguente abbassamento della qualità delle conoscenze e abilità. Sempre più frequentemente il docente si trova a lavorare con studenti poco interessati agli aspetti teorici delle discipline matematiche. Nei curricula di Economia i corsi di matematica vengono visti come propedeutici alle discipline economiche e statistiche e la dimensione più propriamente teorica dei concetti è spesso considerata dagli studenti come una sovrastruttura difficilmente memorizzabile e assimilabile. Il docente si trova a dover motivare gli argomenti proposti più sulla base delle loro applicazioni che della loro valenza concettuale; questo, di fatto, ne riduce le potenzialità formative portando a una comprensione superficiale dei concetti. Tutto ciò contrasta con la profonda convinzione, che tutti noi docenti di matematica abbiamo, che la nostra disciplina è da valorizzare non solo per gli aspetti applicativi e strumentali ma anche, e soprattutto, per la sua dimensione estetica fondante, per la sua capacità di descrivere i concetti, di fornire un linguaggio preciso, di esplicitare i processi logici e di formare alla ricerca. E’ inoltre da sottolineare l’importanza di una formazione universitaria che non sia separata dalla ricerca ma che veda l’atteggiamento alla ricerca come elemento essenziale sia per una reale comprensione sia per una crescita dei talenti, obiettivo, questo, specifico degli studi universitari. Queste ed altre riflessioni ci hanno portato a percorrere nuove strade lungo le quali la didattica in aula si è incrociata con esperienze molto significative di didattica in rete [1]. In alcuni corsi elearning associati alla didattica in aula è già presente l’utilizzo del forum per proporre un quesito invitando gli studenti a partecipare dando una loro risposta argomentata [2]. Gli studenti hanno un lasso di tempo per rispondere al quesito e dibattere le diverse proposte. Questo processo porta lo studente ad essere attivo nella ricerca della soluzione di un problema facendogli apprendere gli strumenti matematici necessari e, nello stesso tempo, lo lascia libero di lavorare secondo i tempi e i modi che gli sono più congeniali. Inoltre il processo è assolutamente indipendente, per un certo tempo, dall’attività in aula e quindi si ha una gradualità nella maturazione della soluzione. Un percorso di questo tipo, difficilmente realizzabile con un’attività tradizionale, porta gli studenti a maturare la comprensione di concetti in modo graduale permettendo una migliore assimilazione dei contenuti anche attraverso una interazione meno formale [3, 4, 5]. Si è osservato come, in questo tipo di attività, i processi siano assolutamente personali e quindi difficilmente si prestino ad una condivisione. In particolare, è stato possibile osservare come la ricerca della risposta ad un quesito porti a uno scambio fra studente e docente senza che gli altri studenti si intromettano. Si può dire che, nel momento in cui lo studente costruisce una risposta con aggiustamenti e correzioni, non sente l’esigenza di una collaborazione in quanto il gusto è nella conquista di una soluzione che rispecchi il proprio personale approccio al problema. Riteniamo d’altro canto che, proprio in un’ottica di educazione alla ricerca, sia importante anche proporre nell’ambito dell’elearning un tipo di attività che promuova una dimensione collaborativa nell’apprendimento della matematica. Negli ultimi tempi il concetto di costruzione dinamica di contenuti si sta rapidamente diffondendo grazie alla presenza in rete di siti “wiki” che non solo rispondono alle esigenze di informazione ma sembrano rispondere bene anche a quelle di formazione [6]. Si sta verificando un processo di “simmetrizzazione di autori e consumatori di contenuti” [7] per cui i contenuti sono dinamicamente modificati in funzione dell’utilizzo che ne viene fatto e delle esigenze dei “consumatori”. Nella Sezione 2 proporremo una metodologia che si può dire un’applicazione della “filosofia” wiki per la didattica, nella Sezione 3 la descrizione della sperimentazione, nella Sezione 4 alcuni aspetti implementativi e nella Sezione 5 le conclusioni. 2. La metodologia didattica Come già detto l’obiettivo che ci si pone è una armonizzazione nella didattica della matematica degli aspetti teorico-formali con quelli applicativi. Nella pratica didattica spesso si ritiene che ci sia una sorta di primato o dell’uno o dell’altro aspetto, questo porta gli studenti a ritenere che la comprensione di un concetto matematico sia un fatto “magico”. Non si vuole qui approfondire questa problematica da un punto di vista epistemologico, si vuole solo porre l’accento sull’esigenza di esplicitare come la comprensione di un concetto sia legata alla sua rappresentazione anche se tale rappresentazione esula dall’ambito strettamente matematico. Punto di partenza per la metodologia è stata la riflessione che l’applicazione dei concetti matematici alla risoluzione di un problema è essenziale non solo per aiutare lo studente a collocare lo strumento matematico nei vari contesti disciplinari ma anche per il processo di assimilazione che è alla base di una comprensione reale. In particolare si è osservato che nello studio delle materie economiche, statistiche e finanziarie gli studenti utilizzano i concetti matematici già contestualizzati senza poterne apprezzare pienamente la specificità. Si può verificare quindi una situazione paradossale per cui lo stesso concetto viene applicato più volte in diversi contesti senza che lo studente si renda conto di ciò. E’ evidente la difficoltà alla comprensione che ne deriva; tale difficoltà può portare lo studente a ritenere superflua una trattazione teorica dei concetti matematici e quindi a studiare in modo mnemonico e poco attivo. La metodologica che qui si propone è basata su uno schema per la presentazione dei contenuti che permette di integrare gli aspetti teorici con quelli applicativi. Lo schema, tenendo distinti i due aspetti, descrive un possibile percorso di comprensione. In questo contesto non si intende entrare nel dettaglio dei contenuti proposti nelle diverse fasi, si propone solamente una metodologia con qualche esempio esplicativo. Lo schema si basa su cinque fasi o passaggi: 1. Presentazione di un problema rispetto al quale il concetto ha una rilevanza applicativa. Il problema da cui si parte deve essere scelto in modo che sia sufficientemente generale da richiedere uno strumento innovativo che può essere applicato a problemi simili. 2. Enunciazione di definizioni e/o proprietà relative ai concetti che sono oggetto dell’azione didattica. 3. Presentazione di esempi di applicazione dei concetti e/o attività nelle quali, anche utilizzando strumenti di calcolo automatico come Excel, Derive, ecc., si propone agli studenti di “giocare” con i concetti per capire di cosa si sta parlando. In questa fase si pongono le basi per una comprensione reale e si favorisce l’approccio personale al concetto. 4. Trattazione da un punto di vista logico-formale attraverso la dimostrazione dei teoremi e l’introduzione di corollari che siano rilevanti rispetto alla risoluzione del problema. In questa fase lo studente viene portato a riflettere sul significato logicoformale della dimostrazione e sulla sua necessità per un valore generale delle proprietà enunciate al punto 2. La scelta delle dimostrazioni da presentare deve ispirarsi allo scopo di favorire la comprensione del concetto e delle sue proprietà, vanno evitate dimostrazioni troppo tecniche che non abbiano particolare valore formativo. 5. Applicazione dei concetti matematici e delle loro proprietà al problema proposto al passo 1. Nel momento in cui si propone la soluzione del problema si “chiude il cerchio” ma si possono aprire nuovi problemi di cui ricercare la soluzione. I contenuti, organizzati secondo lo schema descritto, vengono pubblicati nell’ambiente elearning e, per permetterne una più agile lettura, le diverse fasi sono evidenziate graficamente in modo che queste siano ben individuate in 5 blocchi di testo. Il formato dei testi è editabile in modo da consentirne una riorganizzazione da parte degli studenti, per esempio per tipologia di argomento: Problema-Applicazione, Enunciati-Logica, Realizzazione. Successivamente gli studenti intervengono sui testi; in questo modo i contenuti vengono personalizzati e lo studente può costruirsi i propri appunti, metterli in comune e intavolare una discussione con il docente o con i compagni. 3. La sperimentazione Lo schema proposto, Problema-Enunciati-Realizzazione-Logica-Applicazione, che in seguito chiameremo P.E.R.L.A., è stato sperimentato in un corso su Algebra Lineare e Funzioni a più variabili del secondo anno di alcuni corsi di laurea della facoltà di Economia. Il corso si è svolto in modalità mista con una forte componente di lezioni in presenza e una parte di attività in elearning. La sperimentazione è consistita nel mettere a disposizione degli studenti in ambiente elearning, man mano che il corso si sviluppava in aula, i materiali strutturati secondo lo schema P.E.R.L.A. I documenti sono stati pubblicati in formato .doc per permettere agli studenti di lavorare sui testi riorganizzandoli e/o introducendo gli appunti presi durante le lezioni. Qui di seguito riportiamo un esempio di testo con i diversi blocchi evidenziati graficamente. Problema (in blu) Si considera un'impresa che produce un certo bene impiegando n fattori produttivi, si vuole rappresentare la funzione di produzione che assegna ad ogni combinazione di fattori di produzione il massimo prodotto. In generale si dice funzione una corrispondenza univoca fra X detto dominio e Y detto codominio si indica così: f : X →Y • Funzioni da R a R n In particolare se si sceglie come dominio un insieme X ⊆ R e come codominio l'insieme R, si avrà una funzione reale a più variabili reali che si indica così: n f : X ⊆ R n → R ossia f ( x) ∈ R con x ∈ R n Esempio (in rosso) f ( x ) = x12 x 2 x3 è una funzione reale f : R 3 → R per cui f ( x1 ,3,4 ) = 6 x12 , f (3, x 2 ,4 ) = 18 x 2 , f (2,3, x3 ) = 12 x3 . Facendo variare una sola variabile, per esempio x1 e tenendo costanti le altre (n-1) * * componenti con valore x 2 , K , x n , la funzione diventa una funzione reale di una sola variabile reale: Applicazione (in blu) Le quantità degli n x1 a f ( x1 , x2* K, xn* ) fattori produttivi impiegati dall’azienda, qi ≥ 0, i = 1,K, n e costituiscono un vettore q = [qi ]∈ R . sono indicate con n Si possono avere più combinazioni di fattori xi per ognuna delle quali la funzione di produzione è y = P ( q1 ,K, qn ) = f ( q ) ∈ R . La funzione di produzione è quindi una funzione reale a più variabili reali. Facendo variare un solo fattore, per esempio x1 e tenendo fissi gli altri (n-1) fattori q 2 , K , q n , * * la funzione di produzione diventa una funzione di una sola variabile: q1 a P (q1 , q 2 K , q n ) . Questa rappresentazione viene utilizzata nello studio delle decisioni di BREVE PERIODO mentre, se tutti i fattori possono variare si parla di decisioni di LUNGO PERIODO. La pubblicazione dei contenuti in formato editabile risponde allo scopo di attivare una dimensione realmente collaborativa mediante la condivisione del lavoro personale sui testi. E’ qui importante sottolineare come questo aspetto collaborativo sia particolarmente interessante nell’ambito dello studio della matematica dove, come si è già osservato, i processi sono assolutamente personali e quindi difficilmente si prestano ad una condivisione. In questo caso, invece, la dimensione collaborativa si è manifestata in modo molto esplicito. Gli studenti hanno potuto utilizzare i materiali pubblicati per organizzare in modo personale i contenuti delle lezioni introducendo le loro integrazioni elaborate partendo dagli stimoli e dalle discussioni svoltesi in aula. Man mano che proseguiva il corso alcuni studenti, seguendo il consiglio del docente, hanno inserito le integrazioni e le hanno pubblicate nel forum. In questo modo è stato possibile tenere traccia del contenuto delle lezioni realmente svolte in aula e si è permesso agli altri studenti di controllare i loro appunti o, se assenti alle lezioni, di avere un ulteriore aiuto per lo studio individuale. Il docente si è limitato a controllare i materiali pubblicati dagli studenti facendo le osservazioni necessarie. A volte è successo che questa revisione abbia suggerito al docente di fare alcune precisazioni in aula e/o nel forum. Il risultato della sperimentazione è stato incoraggiante perché gli studenti hanno apprezzato sia l’idea che la qualità dei contributi e si è venuta creando una reale dimensione collaborativa. Per esempio una studentessa ha inserito gli appunti presi a lezione differenziandoli con colore diverso (verde) dal testo pubblicato dal docente. In questo modo ha inserito un livello di presentazione dei contenuti rispondente alle esigenze di una lettura più informale. Riportiamo due esempi di integrazioni che rispecchiano il carattere informale ma particolarmente espressivo delle note inserite dagli studenti. Definizione 4.1 Siano A, B : matrici quadrate di ordine n (cioè una matrice nxn) Se ∃S n×n , det S ≠ 0 : A = SBS −1 si dice che A è simile a B (A~B). non singolare,cioè esiste S-1 Esempio 4.1 ⎡1 1 ⎤ ⎡ − 1 0⎤ ⎡ 0 1⎤ A=⎢ e B=⎢ sono simili; infatti, data la matrice S = ⎢ ⎥ ⎥ ⎥ , la sua ⎣0 − 1⎦ ⎣− 1 1⎦ ⎣ − 1 0⎦ ⎡0 − 1⎤ SB matrice inversa è S −1 = ⎢ ⎥ e si ha: 1 0 ⎣ ⎦ ⎡ 0 1⎤ ⎡− 1 0⎤ ⎡0 − 1⎤ ⎡− 1 1⎤ ⎡0 − 1⎤ ⎡1 1 ⎤ SBS −1 = ⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥=⎢ ⎥⎢ ⎥=⎢ ⎥ = A ⇒ A e B sono ⎣− 1 0⎦ ⎣− 1 1⎦ ⎣1 0 ⎦ ⎣1 0 ⎦ ⎣1 0 ⎦ ⎣0 − 1⎦ simili, A~B Esempio 1 (x1 − x2 )(x1 + x2 ) > 0 metto insieme i grafici e moltiplico i segni trovati! Esempio 2 Questo tipo di integrazione dei contenuti è risultata molto utile anche agli studenti non frequentanti perché, come espresso da alcuni studenti nel forum, li ha aiutati ad affrontare i contenuti più ostici. Nel corso delle quattro settimane di lezione è stato inoltre rilevato un aumento della capacità degli studenti di utilizzare strumenti informatici per editare testi matematici, obiettivo che, pur non essendo specifico del corso in esame, si può considerare tra i fondamentali in un corso di laurea in Economia. 4. Aspetti implementativi Per la sperimentazione è stato utilizzato il sistema QuickPlace. Si tratta di un sistema per attività collaborative in rete che, pur non essendo una vera e propria piattaforma per l’elearning, offre notevoli possibilità proprio per la realizzazione di una didattica basata sulla collaborazione. In un ambiente collaborativi di questo tipo si può creare una situazione tra pari per docente e studenti nella quale i contenuti sono un comune oggetto su cui intervenire. Nella sperimentazione il docente ha inserito i documenti come allegati a pagine Quickplace, gli studenti hanno scaricato gli allegati e, dopo averli modificati sul proprio PC, le hanno inserite in nuove pagine del forum. E’ tuttavia possibile strutturare le caratteristiche di ambiente collaborativo di Quickplace in modo che lo studente possa editare direttamente i testi in formato doc. Per esempio è possibile importare il file doc contenente il testo dell’esempio (Figura 1). Figura 1 Una volta pubblicata, la pagina compare come in Figura 2. Figura 2 Dando agli studenti una adeguata policy di accesso al corso, gli si può consentire di editare il testo inserendo la propria versione nel flusso di lavoro con revisori multipli o con flusso con percorso predefinito. Questa soluzione richiede di dare agli studenti un livello più alto di accesso, cosa fattibile con piccoli numeri di studenti. 5. Conclusioni La sperimentazione del metodo è stata molto soddisfacente e ha fatto nascere l’esigenza di potenziare l’ambiente elearning configurandolo come strumento che permetta di realizzare la fase di modifica e riorganizzazione dei contenuti in modo integrato. Questo potrebbe consentire allo studente di editare i diversi blocchi di testo relativi allo schema P.E.R.L.A. direttamente in QuickPlace intervenendo sulla struttura del testo in modo più flessibile e immediato. C’è infine da segnalare come la metodologia proposta sia nata nell’ambito di una ricerca condotta con la collaborazione di alcuni studenti che, avendo partecipato a sperimentazioni precedenti, hanno potuto avere un ruolo propositivo nella progettazione e nella realizzazione dei materiali didattici. Questo aspetto, oltre a costituire un elemento essenziale del progetto nell’ottica di una formazione alla ricerca e di una valorizzazione dei talenti, ha anche permesso di adeguare i contenuti alle conoscenze reali degli studenti. 6. Bibliografia [1] E.Cavalli, A.Gnudi, A.Lorenzi, C.Milani, 2005, E-learning come servizio integrato in un portale di Ateneo, 2005, Atti del Convegno Expo e-learning, Ferrara. [2] E.Allevi, M.I.Bertocchi, A.Gnudi, 2005, Un progetto di tutorato per la didattica in rete. Insegnamento degli integrali, Nuova Secondaria, Editrice La Scuola, 8, 87- 91. [3] M.Banzato, 2002, Apprendere in rete. Modelli e strumenti per l'e-learning, L’Università virtuale, UTET. [4] P. Ghislandi, eLearning. Didattica e innovazione, 2002, Editrice Universita' degli Studi di Trento, Dip.to di Scienze Filologiche e Storiche, Collana Labirinti 62. [5] G.Bonaiuti, 2006, E-learning 2.0, I quaderni di Form@re 6, Erickson, Trento. [6] S. Lariccia e G.Toffoli, 2006, Programma di sperimentazione per un percorso di sviluppo "in progress" di ambienti e strumenti per il weblearning, WBT.IT (http://www.wbt.it/index.php?risorsa=web_learning). [7] M.Caresia, 2007, Wiki wiki web a sostegno dell’articolazione, Atti del convegno “Bolzano 07 - Conversazione sull’uso delle tecnologie nell’apprendimento e nell’insegnamento”, (http://www.bolzanoconversation.it/07/ita_frame.htm). [8] Stephen Downes, 2003, A Conversation on the Future of E-Learning, TechLearn 2003 (http://www.downes.ca/files/oehlert.htm).