Le ragioni del romanzo Mario Pomilio e la vita letteraria a

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Le ragioni del romanzo Mario Pomilio e la vita letteraria a
Le ragioni del romanzo
Mario Pomilio e la vita letteraria a Napoli
in memoria di Carmine Di Biase
a cura di Fabio Pierangeli e Paola Villani
Si presenta per gentile concessione dell’editore Studium, in anteprima, come invito alla lettura,
la nota dei curatori (con l’indice) agli importanti Atti del Convegno Internazionale di Studi in
memoria di Carmine Di Biase, «Le ragioni del romanzo. Mario Pomilio e la vita letteraria a
Napoli», organizzato dall’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e dal Centro di Ricerca
sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei - Fondo Manoscritti
dell’Università degli Studi di Pavia, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Napoli,
giovedì 13 dicembre 2012. Volume realizzato con il contributo dell’Università degli Studi Suor
Orsola Benincasa di Napoli, con un Comitato Scientifico composto da: Sergio Campailla, Lucio
d’Alessandro, Giuseppe Galasso, Emma Giammattei, Maria Antonietta Grignani. La stessa
Studium, ha pubblicato a cura di Federico Francucci, nel 2013, Il cimitero cinese, con Ritorno a
Cassino, e l’inedito I partigiani. Nel 2014 anche una nuova edizione de Il nuovo corso, a cura di
Mirko Volpi, Hacca edizioni.
Sommario del volume
(la pubblicazione è prevista per l’estate 2014).
Presentazione
Lucio d’Alessandro
Prefazione
Maria Antonietta Grignani
Introduzione dei curatori
Discorsi interrotti
Giulio Ferroni
Autoritratto in limine. In dialogo con Carmine Di Biase
Paola Villani
Un clandestino della letteratura. Mario Pomilio e «Il nostro tempo»
Mariapia Bonanate
Un gruppo di solisti: il carteggio Pomilio-Rea
Francesco Durante
«Caro Mario, ti scrivo…»: le ragioni (non soltanto) affettive di un carteggio inedito
Donatella Trotta
«La luce volatile» di Napoli e i «paesi dell’anima»
Fabio Pierangeli
Una voce attuale: Pomilio inviato dall’Abruzzo per «Prospettive meridionali»
Silvia Zoppi Garampi
Un inedito Pomilio politico
Ortensio Zecchino
Il persistente silenzio di Dio
Gabriele Frasca
Il quinto evangelio: romanzo-enciclopedia
Luisa Bianchi
Il quinto evangelio tra avantesto e contesto
Wanda Santini
Motivi pirandelliani in Mario Pomilio
Franco Zangrilli
Dalla Resistenza alla Compromissione: un percorso all’interno dell’epistolario di Mario Pomilio
Vincenzo Caporale
«Il contatto col male ci degrada». La genesi del Testimone di Mario Pomilio nelle carte autografe
Mirko Volpi
Lettura del racconto Il cane sull’Etna
Gianni Maffei
Il Natale del 1833: «un componimento misto di storia e d’invenzione»
Carla Damnotti
Affioramenti da una topografia d’Islam
Tommaso Pomilio
Appendice
1.
Catalogo della Mostra documentaria ‘Compagnone, Pomilio, Rea. Autografi, libri,
immagini’
a cura di Nicoletta Trotta
2.
Bibliografia d’Autore
a cura di Paola Villani e Giovanna Formisano
Introduzione dei curatori
Un «silenzio scandaloso» della critica si trovava a registrare Carmine Di Biase per Mario
Pomilio a dieci anni dalla sua scomparsa 1. Sembrava ancora inascoltato l’invito di Carlo Bo che, a
pochi giorni dalla fine, non esitava a prevedere: «Quando a passioni spente e con giudizio sereno si
farà il bilancio della letteratura della seconda metà del Novecento, si vedrà che Mario Pomilio […]
è stato uno scrittore vero»2. Un augurio, quasi una profezia che ancora oggi stenta ad inverarsi,
come testimonia la presenza ancora marginale di Pomilio dalle (anche più recenti) storie letterarie
del secondo Novecento;Aautore addirittura «cancellato dal dibattito culturale», come lamentava in
quello stesso anno 2000 l’amico di sempre Michele Prisco 3; ancora «del tutto trascurato da certa
cultura laica», come registrava Giulio Ferroni 4: «Pomilio ha dato una delle testimonianze più alte e
singolari del secondo Novecento: è un vero peccato che tanta nostra cultura non sia stata in grado di
accorgersene»5.
Da quello scandaloso silenzio, negli ultimi anni, se poco è cambiato in ambito critico per un
autore ancora poco presente nella storia e geografia letteraria del secondo Novecento, molto è
cambiato nella storia dei testi. La donazione delle carte Pomilio da parte della vedova Dora Caiola
al Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università
di Pavia, succeduta l’anno scorso dalla donazione della biblioteca e di altre carte da parte del figlio
Tommaso con la figlia Annalisa, ha dato avvio a una feconda operazione di recupero e di studio
filologico che ha permesso davvero l’inizio di un nuovo capitolo filologico-critico. Pomilio si
restituisce agli studiosi grazie all’operoso entusiasmo della direttrice, Maria Antonietta Grignani,
che ha allestito una specifica sala all’interno del prestigioso Centro Manoscritti.
Questo volume si trova felicemente a raccogliere i frutti di questi nuovi materiali. E così, mentre
ancora si avvicendano edizioni delle opere maggiori6, il dibattito su Pomilio e su quella feconda
stagione letteraria, napoletana e nazionale, di secondo Novecento si anima di nuove voci e nuovi
studi. Questa raccolta si fregia, dunque, di essere il primo ampio volume pomiliano che si avvale
delle carte del Fondo Pomilio. Conduce un percorso ‘con i piedi sul testo’, e naturalmente
sull’avantesto e paratesto, come indispensabile fondamento e rigoroso supporto a nuove letture.
I contributi qui raccolti si presentano idealmente divisi in tre diverse sezioni. La prima, a
restituire il personaggio Pomilio, ritratto (Giulio Ferroni) e autoritratto (Paola Villani) sullo sfondo e
all’interno di un eloquente (talvolta tragico, agonico) contesto culturale di transizione
particolarmente fecondo negli anni Sessanta e Settanta, quel contesto di «discorsi interrotti» sul
quale il letterato Pomilio, in una personalissima ma salda forma di ‘impegno’, ha sempre meditato
con onestà e coraggio e al quale ha preso parte da protagonista anche come centro radiante di una
fitta rete di rapporti, umani prima che professionali, che forse trovano nei carteggi inediti con
È questo il titolo della prima sezione del volume monografico della rivista «Riscontri», Un silenzio scandaloso, in
AA.VV., Mario Pomilio intellettuale e scrittore problematico. Scritti e testimonianze per il decennale della morte , a
cura di M.G. Giordano, in «Riscontri», a. XXII n. 4 e a. XXIII n. 1, ottobre 2000-marzo 2001.
2
C. Bo, Mario Pomilio, addio, in «Gente», 19 aprile 1990, p. 178.
3
M. Prisco, Uno scrittore scomodo, ivi, pp. 17-18, a p. 17.
4
G. Ferroni, Mario Pomilio a dieci anni dalla morte, in AA.VV., Mario Pomilio intellettuale e scrittore problematico
…, cit., pp. 13-15, a p. 13.
5
ID., L’inquieto Pomilio grande dimenticato, in «Corriere della Sera», 1 aprile 2000
6
Oltre alla prima edizione in volume delle prove poetiche (Emblemi, a cura di T. Pomilio, Cronopio, Napoli 2000) si
ricordano: Il Natale del 1833, Mondolibri, Milano 2002 (poi con un saggio di C. Bo, Bompiani, Milano 2003; poi con
pref. di R. Minore, UTET, Torino 2007 e Il Sole 24 Ore, Milano 2012); Una lapide in via del Babuino, con introd. di S.
Perrella, Avagliano, Cava de’ Tirreni, 2002; Il quinto evangelio, a cura di N. Trotta e con introd. di R. Scrivano,
Bompiani, Milano 2006; L’uccello nella cupola, San Paolo, Milano 2008; Il cimitero cinese, con i racconti «Ritorno a
Cassino» e l’inedito «I partigiani», a cura di F. Francucci, introd. di F. Pierangeli, Studium, Roma 2013.
1
Domenico Rea (Francesco Durante) e Michele Prisco (Donatella Trotta) tra le testimonianze più
vive. Ne vengon fuori anche l’uomo (Maria Pia Bonanate), il politico (Ortensio Zecchino), i suoi
luoghi (Silvia Zoppi) e una ideale geografia dell’anima, fatta di appartenenza e straniamento (Fabio
Pierangeli). Segue quindi una serie di saggi dedicati al romanzo capolavoro, Il quinto evangelio,
ripercorrendo gli intricati sentieri dell’avantesto (Wanda Santini) e gli infiniti possibili degli
storici/apocrifi documentali anche in relazione ad un paesaggio culturale, cristiano e laico,
millenario (Gabriele Frasca). Il Quinto evangelio come romanzo-enciclopedia che accoglie o
anticipa le forme sperimentali (Luisa Bianchi) e insieme raccoglie la forte tradizione pirandelliana
(Franco Zangrilli).
La terza sezione raccoglie studi su altre grandi opere pomiliane. Una lettura del “primo” Pomilio
attraverso il denso epistolario inedito (Vincenzo Caporale), una lettura della racconto «del dissesto»
Il cane sull’Etna (Gianni Maffei), uno studio filologico sulla genesi del Testimone (Mirko Volpi) e
infine una ricostruzione delle fonti documentarie e letterarie del Natale del 1833 (Carla Damnotti).
Infine, a chiudere ma mai a concludere (per un Autore che ha fatto del dubbio un metodo e della
scrittura aperta la sua vera fede, che si apre continuamente ad una ricerca degli infiniti possibili
dispiegantesi in una scrittura polifonica, policentrica e moltiplicatrice di significati e sensi) uno
scritto del figlio dell’Autore, Tommaso Pomilio, una testimonianza autobiografica ma anche critica
e filologica che con feconda intelligenza emotiva si chiude con la trascrizione di un testo inedito,
collegato al Cane sull’Etna: un ulteriore tassello di un affresco in progress e mai finito, di una
scrittura che davvero va a definirsi come “vita”.
Arricchendosi dell’ampio materiale del Fondo pavese e di altri fondi privati, il volume propone
quindi un’Appendice con una aggiornata Bibliografia di Autore e con il Catalogo di una Mostra
documentaria (curata da Nicoletta Trotta) la quale, dopo essere stata esposta a Ischia nel 2009, è
giunta finalmente a Napoli, all’Università Suor Orsola Benincasa in occasione del convegno.
Dopo i recenti studi sulla scrittura e sull’arte, oltre che sulla ricerca religiosa di Mario Pomilio 7, e
nel rispetto del discreto riserbo di un Autore che, in pubblico e in privato, ha fatto del rigore morale
una norma e un carattere, questo volume vuole restituire lo scrittore al suo testo e al suo contesto,
metterlo in dialogo aperto col sé, con la sua officina e con i suoi lettori, ripercorrendo parimenti i
sentieri dell’invenzione come quelli della lettura, seguendo le tracce di quelle domande radicali
dell’uomo di tutti i tempi, in una dimensione interrogante che superi definitivamente la angusta
definizione di scrittore cattolico, per un intellettuale problematico che amava definirsi eretico e
metafisico e che ha posto domande e mai dato risposte, per una scrittura che è ricerca e mai
manifesto; un Autore coraggiosamente nemico di ogni dommatismo, anche del «dommatismo del
rifiuto», che lascia ogni pagina aperta ai sentieri della ricezione; interroga e non dice.
Questo studio vuole anche percorrere (senza alcuna ambizione di riempirle) le pagine bianche
che il corpus maggiore pomiliano volutamente lascia, opere aperte non solo sul piano della
ricezione, ma su quello della filologia genetica; fonda e sostanzia quella che Gibellini individua
Si fa riferimento ai volumi collettanei: Mario Pomilio. Pellegrino dell’Assoluto, Atti del convegno di San Leolilo
Feeria, Panzano in Chianti 2011; Mario Pomilio intellettuale e scrittore problematico, cit.; Mario Pomilio e il romanzo
italiano del Novecento, Atti del Convegno di Studi, Napoli Suor Orsola Benincasa 1991, a cura di C. Di Biase, Guida,
Napoli 1995; Mario Pomilio scrittore problematico, in «Abruzzo», numero monografico, gennaio-dicembre 1991. E
naturalmente ai volumi monografici: C. Di Biase, Lettura di Mario Pomilio. Antologia e storia della critica, Massimo,
Milano 1980; Id., Mario Pomilio. L’assoluto nella storia, Federico & Ardia, Napoli 1992; A. Manganaro, Pomilio, La
Nuova Italia, Firenze 1984; M. Marchi-C. Menotti, Il cristianesimo come profezia di Mario Pomilio, LAS, Roma 1984;
V. Esposito, Mario Pomilio narratore e critico militante, Edizioni dell’Urbe, Roma 1978; Id., Interpretazioni critiche
del «Quinto Evangelio», Edizioni dell’Urbe, Roma 1978; M. Bonanate, Invito alla lettura di Mario Pomilio, Mursia,
Milano 1977; V. Riddei, Mario Pomilio, Ciranna, Roma 1975.
7
come «attenzione […] proficuamente morbosa verso il fieri di un testo»8, verso le zone d’ombra,
quelle in cui il testo non è ancora cristallizzato nella versione ultima, e si fa e si disfa con fluidità.
Attingendo ai carteggi, agli appunti, prime stesure e cartigli, questi studi tentano di ripercorrere
nuovi sentieri interpretativi per quella geografia del viaggio testuale tracciata sulle carte del Fondo
Pomilio. E lo fanno a valle di un convegno organizzato, in collaborazione con Centro di Pavia, a
Napoli e all’Università Suor Orsola Benincasa appunto, l’Ateneo che ha avuto l’onore di ospitarlo
come docente per oltre dieci anni. E commemorando un altro suo docente che allo studio pomiliano
ha dedicato lunghi, solitari, decenni: Carmine Di Biase, primo grande studioso di Mario Pomilio.
Fabio Pierangeli e Paola Villani
P. Gibellini, La filologia fantastica di Pomilio, in AA.VV., Mario Pomilio e il romanzo italiano del
Novecento, cit., pp. 53-67, a p. 59.
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