Numero II ~ Febbraio
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Numero II ~ Febbraio
Liceo Scientifico “Giuseppe Berto” - Mogliano Veneto (TV) Periodico di cultura studentesca A.S. 2005/2006 N° II, Anno VII - Marzo 2006 rEDAZIONE Hanno collaborato a questo numero: Direttore Luca Barbon Art Director Luca Barbon Vicedirettore Enrico “Heimrich” De Zottis Copertina Eleonora Remigi Produttore Esecutivo Alessio Boschini Articoli Barbon Luca Battaglini Giorgio prof. Bonesso Andrea Boschini Alessio Derfel Cadarn De Zottis Enrico Nerevarine Piero Gatti (ænigmista) Piovesan Giulio Priviero Anna Psyco Redattori Anna Priviero Giulio “Crunch” Piovesan Piero Gatti Psyco E-MAIL [email protected] SITO UFFICIALE http://www.labertuccia.altervista.org/ In questo numero: Redazione/Sommario pag. 02 Proëmio pag. 03 Attualità - Festa d’Istituto pag. 04 Braccialetti Alpas pag. 04 Intervista al prof. Bonesso pag. 05 Musica - The Darkness - One-way ticket to Hell… and back pag. 06 Sport - Una vita fuori dal comune pag. 07 Arti marziali tra realtà e finzione pag. 08 Filosofia - Fantasia portami via pag. 10 Fede e Ragione pag. 11 Parole pag. 12 Angolo Letterario - Neuromante pag. 14 Terry Brooks pag. 15 Dies Redactionis pag. 17 My Land pag. 18 Telefilm - Desperate Housewives pag. 23 Cinema - La Marcia dei Pinguini pag. 24 Sottobanco - Enigmistica pag. 25 Menate pag. 27 2 Proëmio EDITORIALE te un po’ dappertutto nella nostra scuola. Logisticamente parlando, è un’ottima posizione, in quanto lo studente medio che si mette a fotocopiare una versione di latino di contrabbando, per farsi spazio, è costretto a spostare la Box e di conseguenza ne acquista coscienza. Ma non è finita qui! Infatti, dove credete che la sposti, il nostro studente medio? Sul divanetto adiacente, dove, ohibò, poco dopo dovrà sedersi un altro studente medio, che per la stessa ragione la ricollocherà sul tavolino e si avvedrà della sua esistenza. Ed in questo ciclo senza fine, forse qualche studente medio in più saprà dove essa si trovi. Ricordo infine che la sua funzione consiste nel raccogliere articoli, magister dixit ed eventuali messaggi a senso compiuto per la redazione, non gli insulti ai vostri compagni di classe. Stupefacente… devo dire che la quantità di materiale sfornato dalla redazione mi ha piacevolmente sorpreso! Ecco perché questo nuovo numero, di lunga lavorazione (come è nostra usanza… sembra quasi la pubblicità dei biscotti!) conta più pagine di quante io ne abbia mai viste in una Bertuccia, nonostante abbia ridotto di due punti le dimensioni dei caratteri. Possano i presbiti perdonarmi! Comunque, ci sono altre e ben più importanti novità da segnalare. Innanzitutto, dopo aver constatato tristemente l’impossibilità materiale di mantenere il sito web della Bertuccia così come era stato concepito all’epoca (agli albori della mia carriera, nel lontano 2002), ho provveduto a svilupparne uno di concezione più moderna che consentirà una completa interazione fra gli studenti ed il giornale: infatti, chiunque attualmente può registrarsi nel nuovo sito e inviare un articolo, che, se ritenuto valido dai moderatori della redazione, verrà in breve tempo pubblicato nello stesso, peraltro attraverso una procedura molto semplice ed intuitiva (ma comunque esplicata nelle FAQ). Annesso e connesso, è ora presente anche un solido forum, nel quale sarà possibile aprire dibattiti su tutti gli argomenti, suddivisi in sezioni. Il nuovo indirizzo pubblicato a pagina due vi condurrà nel posto giusto. Concludendo, constato che lo sforzo necessario a scrivere un editoriale di due colonne con i caratteri ridotti è allucinante. Che dire adesso, quando in teoria avrei già dovuto esaurire lo spazio a mia disposizione? Purtroppo il tempo atmosferico mi fornisce pochi spunti, considerando che dalla mia finestra attualmente vedo solo lo sfocato riverbero aranciato dei lampioni (molto poëtico… ma mi chiedo chi sia il pirla che ha sostituito le buone vecchie lampade bianche nei lampioni davanti a casa mia!). Del tempo, dunque, non posso parlare; tuttavia - ma guarda un po’! - noto di aver in ogni caso quasi raggiunto la fine della seconda colonna, in un modo o nell’altro. Ah, il piacere di scrivere cose inutili! Ora, lasciando un attimo la realtà virtuale, vorrei notificare che la Box è stata ripristinata da Gennaio, e che ora è collocata sul tavolino delle fotocopie al piano terra, vicino a uno di quei ridicoli confessionali che sono spuntati recentemen- Luca Barbon Nuove leve: istruzioni per l’uso Ora, urge un chiarimento. Dopo ampie discussioni, abbiamo definitivamente stabilito la nostra “gerarchia estesa”. Infatti, finché eravamo in pochi, non era necessario alcun distinguo fra redattori ed articolisti, così come non lo era una gerarchia rigorosamente definita. Ma ora, è opportuno mettere dei paletti (o meglio, dei tondini di platino-iridio). La stratificazione gerarchica ora è la seguente: un direttore, che si becca le rogne; un vice-direttore, che si becca le rogne che il direttore gli scarica addosso e che quando serve ne fa le veci; un produttore esecutivo, che pacatamente fa notare al direttore che se pure un articolo lo ripugna profondamente, può darsi che sia gradito al nostro target (sì, lo studente medio che si fotocopia le versioni prima citato). Oltre a ciò esistono anche altre figure, come il webmaster, l’ænigmista, eccetera, ma sono ruoli da considerarsi come semplici classi di prestigio per redattori (un po’ di nicchia come riferimento, 3 ma sorvoliamo...). Ma ciò allo studente medio importa relativamente; quello che dovrebbe importargli, invece, è come approcciarsi con individui malvagi e notoriamente violenti come i redattori. Le risposte sono semplici e molteplici: innanzitutto, non andate dal direttore a dirgli “Voglio fare il redattore”, perché una frase del genere potrebbe indisporlo nei vostri confronti. Piuttosto, andate da un normale collaboratore (essendo casualmente la gerarchia basata anche sulla malvagità, infatti, è improbabile che un semplice articolista sia davvero cattivo) e consegnategli un vostro articolo, o chiedetegli consiglio su cosa potreste scrivere. Oppure mettetelo nella Box, e così facendo vi garantirete anche l’anonimato, o ancora inviatelo all’indirizzo e-mail della redazione. In ogni caso, se vi firmerete, il vostro nome figurerà tra gli articolisti, qualora veniste pubblicati. E’ tutto, credo. attualità Festa d’istituto ciata sulle dieci e mezza/undici per poi continuare fino alle quattro di mattina. Non ho ricordi particolarmente interessanti a parte quando la musica si è fermata a causa dell’impianto e tutti hanno continuato a ballare, compreso io poiché avevo gia impostato le gambe in modo tale che continuassero a muoversi. Naturalmente è stata una questione di pochissimo tempo e immagino che la gran parte di voi non se ne sia nemmeno accorta. A proposito il locale è “ai cavalli” a Zerman per chiunque volesse organizzare là una festa (giusto per fare un po’ di pubblicità gratuita). Non mi viene proprio in mente niente se qualcuno ha qualcos’altro da dire parli adesso o taccia per sempre. Nonostante ai cocktail preferisca un boccalone di sana e vecchia birra e alla moderna musica da discoteca preferisca il sacro ed eterno Rock n’ Roll, quella sera c’ero anch’io! Ebbene sì ed ero proprio in mezzo a quel branco di anime dannate che si dimenavano al ritmo infernale e assordante emanato dalle casse! Insieme a tutti gli altri come in un grande feto, fratelli e sorelle eguagliati da un unico grande ideale di pace e amore fraterno… no, aspettate, quella era Woodstock, la festa di istituto era l’altra già, bè come avrete capito la mia opinione è un po’ di parte non ho mai adorato questo tipo di manifestazione ma vi prometto che cercherò di essere più oggettivo possibile. Tanto per cominciare il locale era molto carino, non mancava nulla: c’erano i divanetti appartati, un impianto audio che anche se ha fatto un po’ i capricci ha retto e lo spazio per chi si volesse mettere a ballare. Come a tutte le feste bisogna aspettare un po’ prima che la gente trovi la confidenza giusta per dare inizio alle danze quindi se non ricordo male la festa sarà comin- Adios amigos! Crunch Braccialetti alpas: Una moda, un inganno, un peccato letti venduti, facciamo una media di 1,50€ ognuno, fanno quasi 400.000 euro. Dove sono finiti? Se lo sono chiesti a Striscia la notizia, se lo sono chiesti i fornitori del materiale promozionale e degli stessi braccialetti, adesso ce lo chiediamo più o meno tutti: come mai di questi 400.000 euro ne sono andati ZERO in beneficenza e ZERO ai fornitori? Grazie a Striscia piano piano il puzzle si va componendo, può darsi che poi si disintegri all’improvviso con rivelazioni dell’ultimo minuto, ma per ora la figura che si va materializzando è quella del maggior promotore dell’iniziativa, tale Massimo Albano che, sembra, oltre a raccontarne tante che pare un politico, abbia impiegato questi soldini per costruire un albergo in Canada, in una zona idilliaca. È davvero un peccato. Così facendo finirà che nessuno farà più beneficenza per paura di finanziare il racket della compassione. Alla fine, come sempre, saranno i più deboli a soffrirne. Ce l’hanno un po’ tutti, il braccialettino di gomma. Quello giallo di Armstrong per la ricerca sul cancro, quello arancio dei motociclisti per beneficenza varia, quelli colorati dei negozi, dei cui guadagni beneficiano soprattutto i produttori, ma tant’è, hanno pure loro il diritto di campare. Insomma, quello del cerchietto colorato da polso è quasi un must. Eppoi è per beneficenza… Già, qui sta il problema. Se Lance Armstrong è un personaggio decisamente sotto gli occhi di tutti e quindi non può permettersi di finire in tribunale per truffa, possono invece correre il rischio altre persone, magari dipendenti di associazioni semioscure di cui non si viene quasi nemmeno a sapere il nome, al momento dell’acquisto del prodotto. Così è successo con il braccialetto arancio dell’Alpas – La mia inclinazione. Ce l’aveva Macio Meandri, ce l’aveva Capirex, pure Biaggi, era per beneficenza, la gente l’ha comprato. Pure il sottoscritto, perché faceva pendant con quello di Armstrong. Un’offerta più o meno libera, ogni volta qualcosa più di un euro, 250.000 braccia- Giorgio Battaglini 4 Intervista al prof. bonesso te debba saper liberare tutto questo. Ecco anche l'utilità di ciò che insegno. Spero di ottenere come risultato un dialogo che possa esser definito "tra adulti", magari anche al triennio. GB: Lei è anche responsabile della sicurezza nelle situazioni d'emergenza: ci parli di cosa comporta questo ruolo e di perchè lei lo riveste. PB: In pratica prevede il continuo monitorare delle condizioni di sicurezza nella scuola e nella palestra. A questo proposito sarebbe mia intenzione aumentare l'opera di manutenzione, al fine di rendere il complesso più sicuro, ma soprattutto più organizzato, più coordinato e fra gli studenti e fra i professori. Si tratta quindi di fare più prove d'evacuazione. Ovviamente, è un invito rivolto a tutti, sono ben gradite segnalazioni riguardo alla sicurezza da parte di chiunque. Quanto alla domanda sul perchè io, diciamo che è un incarico che ho rivestito anche nella scuola dove ero prima. GB: E l'ambiente di questa scuola come le sembra? PB: Devo purtroppo dire che, rispetto a quando la frequentavo, il rapporto docenti-studenti è più distaccato, forse anche a causa del maggior numero di persone che ora l'edificio accoglie. Gli alunni sono persone normali, per la loro età, hanno a mio avviso la necessità di trovare modelli, figure autorevoli, "amiche", a cui potersi appoggiare. Mi sembra inoltre che il personale ausiliario non sia adeguatamente valorizzato, soprattutto da parte di alcuni docenti. GB: Le dò venti secondi per convertirmi... PB: Ehm... di solito ci metto un po' di più, comunque... Ecco, in due parole penso che se una persona vuole essere veramente libera non può non incrociare il messaggio cristiano; beninteso, non come dottrina, ma come stile di vita. Ecco, una metafora che spesso uso è quella dell'arte: un cristiano deve fare della propria vita un'opera d'arte. Gruppo animalesco di intervistatori: GB Preda sacrificale: PB GB: Si presenti. PB: Andrea Bonesso, qui dal primo Giugno 2005 per tutto l'anno corrente. Insegnante di IRC, esercito soprattutto al biennio e nelle sezioni oltre la D. Ho inoltre la E come corso completo. Sono un ex- alunno del Berto, ora collega dei miei exinsegnanti. Magari un po' imbarazzato, ogni tanto... GB: Precedenti esperienze di insegnamento? PB: Ho insegnato quattro anni in una scuola secondaria di primo grado, se preferite la chiamiamo media, a Mirano e a Trebaseleghe. Devo dire che è stata un'esperienza positiva, sono stato mitizzato dagli alunni! GB: Beh, anche qui, tutto sommato. PB: Si, ma anche per una questione d'età, penso io. Comunque mi ero imposto un principio ferreo: "Prima gli alunni, poi gli insegnanti". Gli insegnanti sono al servizio degli alunni, non bisogna mai dimenticarlo. GB: Perchè insegna religione? Cosa bisogna aspettarsi da una sua lezione? Quale crede possa essere l'utilità della sua materia? PB: Allora, rispondendo in ordine... Per caso! Ho studiato teologia per interesse personale, poi sono stato praticamente "chiamato" a fare l'insegnante. GB: Vox populi, insomma. PB: In pratica sì, si può dire così. Quanto al rapporto con gli studenti, io sono solito chiedere agli studenti; cerco di capire il loro punto di vista, cercando di abbattere le barriere visibili e no. Ad essere sinceri, ho avuto per questo delle critiche dai miei colleghi, riguardo all'autorità, ma ritengo ci si debba basare più sull'autorevolezza. Cerco il coinvolgimento e la valorizzazione di ciò che offre la classe, di far riflettere sull'impostazione che si vuol dare della propria vita; per inciso, trovo sia questa la cosa più difficile. Nei ragazzi sento una profonda ansia di non essere omologati, nonostante tutto, e penso che un insegnan- Alessio Boschini & Heimrich Magister Dixit 2006 • De Conti: • (Ad un alunno maggiorenne) Hai un bel sedere, però siediti! • E per oggi abbiamo finito. La prossima volta facciamo la struttura del romanzo, la storia e tutte quelle menate là… • La sperimentazione Brocca e’ nata circa quindici anni fa da un tizio che era un po’… • La sperimentazione Brocca oggi però sembra essere un po’ fallita… (alunno) “Per for- za, con un nome così…” Finitela voi due, o vi classifico RC sul registro come facevo una volta! "Cioè?" Rompic*******! “Ma lo fa ancora, oggi?” No, adesso ve lo dico direttamente… Flego: • E questo è un fatto noto, un po’ come Lapo Elkann… • Diciamo che i maschi sono le cariche negative, e le cariche positive facciamo che sono le femmine, altrimenti si incavolano… 5 Musica THE DARKNESS: ONE WAY TICKET TO HELL… AND BACK sa come singolo. I volumi e la tensione riprendono una certa altezza con “Hazel Eyes”, canzone di sicuro non facile da assimilare per le diverse e “originali” (il coro scozzese prima del ritornello può effettivamente lasciare perplesso più di qualcuno) sequenze che la compongono, ma con una melodia davvero di valore. Prigionieri però non se ne fanno, ed ecco che il ciclone riprende tutta la sua potenza in “Bald”: cupa, cattiva, demoniaca e in definitiva ipnoticamente accattivante come potrebbe essere appunto una jam session tra i Queen e i Judas Priest – ma i Darkness non sono i Sepultura, e per non smentirsi forniscono una canzone come questa con un testo da pura comicità demenziale…per capire cosa intendo, leggete sul dizionario il significato del titolo della canzone. Affinché l’ascoltatore si riprenda dallo shock, ecco che arriva assolutamente inaspettato un rock’n’roll dal nome di “Girlfriend” che avrebbe fatto scintille se inserito nella colonna sonora di “Grease”. Se i Darkness ancora non avevano stupito lo fanno di sicuro in chiusura, con la canzone “English Country Garden” che fa il paio con “Hazel Eyes” per particolarità e che davvero fa comparire i Queen davanti agli occhi, e infine con “Blind Man”, tre minuti e venticinque secondi di coro melodico praticamente perfetto per Natale o per il funerale di una persona dotata in vita di un certo senso dell’ironia. Il viaggio all’inferno è terminato: i Darkness hanno dato ottima prova di sé, spostando il tiro da un primo album sicuramente d’effetto ma in linea di massima convenzionale ad un seguito molto più complesso e sfaccettato in grado di dare maggior fiato alle buone idee già viste agli inizi. Questa “speranza dal nord ovest” (no, non intendo dalla Contea) sembra davvero avere le carte in regola per fare qualcosa di grande, speriamo che continuino su questa strada. Sono tornati: gli Inglesi più brillanti del momento sono scesi ancora una volta tra noi a dire messa, e anche questa volta i discepoli non si faranno aspettare. Il traguardo del secondo album è un giro di boa nella carriera di un gruppo (per capirci, un po’ come il settimo anno di matrimonio) ed è importantissimo per consolidare quanto si è raccolto in termini di apprezzamento e reputazione con il primo disco – usciti da un non indolore cambio di formazione (l’ex tecnico del suono Richie Edwards al posto del bassista Frankie Poullain) che ha fatto oscillare la stabilità anche emotiva del gruppo, i Darkness sono ritornati in prima linea con un album fresco, complesso, irriverente…bello, insomma. Come per un esercito, l’attacco è preceduto da una sonora sventagliata di artiglieria, e i calibri sono di quelli grossi: l’apertura è posta nelle mani, o piuttosto nelle note, della title track nonché primo singolo “One Way Ticket” che dietro ad un riff e ad un ritornello tipicamente da stadio nasconde le prime “stranezze” (l’intro in flauto, l’assolo orientaleggiante, i sintetizzatori di fondo) che torneranno a farsi sentire nel corso dell’album; l’offensiva continua con le seguenti “Knockers” e “Is It Just Me?” (questa prossimo singolo in uscita), da subito vincenti per la capacità di mettere insieme distorsioni altamente megalomani con arrangiamenti non esattamente da corso di armonia in omaggio con “Topolino”. Aperta ormai la via per l’assalto della fanteria, troviamo la relativamente più frenata “Dinner Lady Arms” che vince il premio come una delle canzoni meglio studiate del disco, con frequenti cambi e accelerazioni: ecco che si fanno sentire chiaramente i pater familias Queen, per farsi trovare di nuovo più avanti. La tempesta ora si calma (giustamente) con la ballatona farcita con doppio strato di violini “Seemed Like A Good Idea At The Time”, canzone davvero di gran classe e eleganza destinata a fare furore se come spero verrà diffu- Heimrich 6 sport Una vita fuori dal comune scolare. Dopo un po’ riprende a correre in bici e nel ‘98 la US Postal Service gli offre un contratto, anche se tutti considerano Lance finito, e giunge anche le prime vittorie. Il 99 è l’anno della svolta, l’anno della prima vittoria del Tour, quello che diventerà la sua ossessione. Nessuno ritiene possa arrivare nemmeno tra i primi dieci, infatti i favoriti sono Alex Zulle e Fernando Escartin, che poi giungeranno alle sue spalle rispettivamente 2° e 3°. Ullrich non partecipa al giro perché infortunato, mentre Pantani perché sospeso dall’UCI a causa del tasso di ematocrito troppo elevato. Lance vince il prologo e conquista subito il Maillot jaune, e poi altre tre tappe, giungendo sugli Champs Elisée con 7’37” su Zulle. Tutti pensano sia stato un exploit del texano. Nel 2000 bissa il successo dell’anno prima scontrandosi con il Pirata e il Kaiser Jan, quello che sarà fino al 2005 uno dei suoi veri rivali storici. Il Tour di quell’anno viene vinto da Lance e così sarà fino a quest’anno. È inutile parlare anno per anno dei suoi successi perché ha sempre nettamente dimostrato di essere il più forte, anche se nel 2003, un giovane italiano della Fassa Bortolo, ha cominciato ad emergere, arrivando 3° nel 2004 e 2° nel 2005. E il texano, infatti, ha affermato, durante la premiazione del 2005,che sarà proprio Ivan Basso il suo erede. Lance però, a differenza dei vari Merkx, Indurain… vince solo 21 tappe in nove partecipazioni al Tour, imponendosi in quasi tutte le crono, nelle quali costruisce la metà dei suoi vantaggi sugli avversari. La sua tattica è sempre stata quella di infliggere enormi vantaggi nelle crono e poi di controllare totalmente la gara mettendo sempre davanti la squadra a tirare, per sfiancare gli avversari per poi attaccarli nelle salite più impegnative. È anche però vero, che se parte dei suoi successi sono anche merito della sua squadra, non va però dimenticata anche l’importanza della bicicletta: è stato infatti lui uno dei promotori della bici in carbonio, affidandosi al marchio Trek, oramai uno dei maggiori produttori che ha saputo conquistare i mercati. Ad Armstron spettano cinque delle dieci edizioni più veloci, ma è soprattutto entrato nella leggenda perché è l’unico professionista che ha saputo vincere sette volte la Grand Boucle. Ma, proprio a causa di questa sua totale supremazia e predominio in ogni Tour, nei quali ha sopraffatto ognuno dei suoi avversari ha diviso i tifosi. I giornalisti hanno detto: “Armstrong, o lo si ama o lo si odia”. È detestato dai francesi, che non si sentono più padroni in casa loro e ora Una vita fuori dal comune: prima il professionismo e poco dopo la malattia, in seguito il ritorno tra i prof., dopo le prime indiscrezioni riguardanti il possibile uso di “epo” (eritroproietina) al Tour del ’99, poi un successo e un dominio assoluto di sette anni, poi il ritiro ed infine nuove accuse e la notizia che uscirà un film della sua vita. Sto parlando di Lance Armstrong: uomo, padrone del Tour, ma soprattutto sopravvissuto al cancro. Forse però è meglio che cominciamo dal lontano18 settembre 1971. Quando è nato sua madre aveva appena sedici anni, poco dopo il padre è scappato lasciando una famiglia in una difficile situazione economica. L’infanzia del giovane texano è nella norma, con tutti i problemi che hanno i ragazzi; poiché non riesce a socializzare si dedica al triathlon, e dopo poco tempo i risultati cominciano ad arrivare, tanto che può vincere una gara anche se ha il gesso ad un piede!!! Gareggiare e vincere sono, infatti, i pochi modi che ha per portare un po’ di soldi in casa. Diventato professionista nel 1992 debuttò al G.P. di San Sebastian (8 Agosto) con una squadra americana, la Motorola, anche se deve ritirarsi; sempre nello stesso anno si impone altre due volte. Sempre quando militava nella Motorola vince il Mondiale del ’93, una tappa al Tour e in seguito altre classiche di coppa del mondo. Proprio mentre comincia ad affermarsi sulla scena del ciclismo che conta, l’inattesa notizia… Già durante un allenamento lamenta un dolorino nella zona dell’inguine, ma gli esami dimostrano che non è qualcosa di passeggero… si tratta infatti, di un cancro testicolare con ampie metastasi ai polmoni, e le sue possibilità di guarire sono meno del 10%. Comincia così il periodo più brutto e doloroso della sua vita sia da un punto di vista emotivo che fisico, perché il cancro è una malattia che non solo fa soffrire, ma piuttosto distrugge l’individuo togliendogli la dignità e parte della voglia di vivere. Dopo essergli stato asportato un testicolo, operato ai polmoni e due volte al cervello, inizia i quattro cicli di chemioterapia, la quale consiste nell’introduzione da parte del malato di sostanze tossiche che servono ad eliminare la malattia. Il rischio di danni collaterali accompagna come un'ombra il periodo della cura. La chemioterapia comincia a funzionare e Lance inizia il periodo di riabilitazione che serve nella ricostruzione psicologica e fisica del malato, perché la chemio riduce notevolmente la massa mu- 7 la stagione, infatti il suo unico obbiettivo è sempre stato quello di vincere il Tour. È stato anche l’unico grande sovrano della Grand Boucle che non è mai stato scalzato dal suo trono quando è stato in attività, cosa che invece era successa a “Cannibale Merckx”e Miguel Indurain. Ora, finita l’attività professionista, Lance, dopo essersi preso una lunga vacanza, ha ricominciato ad allenarsi con i suoi compagni della Discovery Channel, e non ci sarà da stupirsi se l’anno prossimo lo vedremo nell’ammiraglia degli “Esploratori” a guidare Savoldelli e Popoviyc verso nuove vittorie. tifano Basso, il nuovo anti-texano, mentre i suoi fans sono gli americani e quanti altri sono impressionati non solo dalla sua bravura come ciclista, ma anche dalla sua vita passata. Mr Tour de France è anche impegnato nel sociale: dopo aver sconfitto il cancro ha creato una fondazione che serve a dare una mano a tutti i malati di tumore. Ed è proprio per finanziare la Lance Armstrong Foundation che due anni fa ha introdotto nel commercio il braccialetto giallo Livestrong, che poi è stato imitato da molti altri, fino a diventare l’oggetto della “moda estiva 2005”. Dopo il suo ritiro il mondo del ciclismo ha perso uno dei pochi grandi ciclisti degli ultimi venti anni, unico per quanto riguarda la personalità e anche per quanto riguarda il modo di affrontare Psyco Arti marziali tra realtà e finzione Normalmente, quando si pensa alle arti marziali, le immagini che sovvengono sono due: Neo e l’agente Smith che si picchiano svolazzando, e una cintura nera marconetana che vi sbraita dietro dicendovi di piegare le gambe durante un remoto allenamento giovanile di karate o di judo. Il contrasto, risulta evidentissimo. Ma cosa sono, dunque, in realtà, le arti marziali? Sono davvero quell’accozzaglia di coreografiche tecniche assassine ostentate dalla cinematografia statunitense? O molto più banalmente, una serie di goffi e rigidi movimenti su un tatami, oltretutto privi della benché minima utilità pratica, come dimostra la nostra esperienza diretta? La risposta è più articolata di quanto si immagini, perché in effetti, entrambe le immagini sopra presentate sono espressioni delle arti marziali; espressioni assai limitate, però. Infatti, le arti marziali (almeno nell’accezione tradizionale – orientale – del termine) sono discipline costituite da due aspetti complementari: quello didatticoeducativo, e quello prettamente marziale. Essi possono avere pesi differenti in discipline diverse (vedi “do” e “jutsu”), ma sono sempre previste. L’aspetto didattico comprende l’esercizio del controllo assoluto sulle proprie reazioni fisiche e mentali, spesso attraverso tecniche meditative, ed in generale serve a formare o a rafforzare la personalità del discepolo. E’ la componente delle arti marziali che meno viene considerata nei dojo (palestre) occidentali, so- prattutto in quelle dove si praticano arti abbassate al rango di sport come sono ormai il karate, il judo ed il kendo, anche se a mio parere è molto più rilevante in situazioni di reale pericolo rispetto alla tecnica di combattimento. Ricordo, a questo proposito, che nella filosofia orientale, che purtroppo si ha scarsa occasione di affrontare a livello scolastico, la lotta psicologica (anche con se stessi) è trattata quasi allo stesso modo di quella fisica: a riprova di questo, faccio presente che trattati cinesi di strategia militare del IV secolo avanti Cristo vengono attualmente studiati nei corsi per manager (che, normalmente, non sono soliti mettere mano alle armi). Appurato dunque che la parte didattica non è una futile astrazione, slegata dalla “realtà effettuale”, passiamo a considerare quella tecnica. Le arti marziali sono molte, e ognuna è nata in un diverso contesto storico, sociale e geografico; perciò, non si può generalizzare eccessivamente sul tipo di addestramento impartito dal punto di vista del combattimento. Gran parte si basa fondamentalmente sulle tecniche senz’armi, ma frequentemente include anche l’addestramento in alcune armi della tradizione locale. Esistono comunque arti marziali specifiche quasi per tutte queste armi tradizionali (vedi tabella). Le arti marziali tradizionali, quindi, non vanno intese come tecniche di combattimento in senso stretto, bensì come addestramento della mente e del corpo atto a formare individui dalla forte personalità e capaci di affrontare la vita sia nella sua quotidianità che nelle eccezionali situazioni di rischio. A questo punto, credo di aver fornito abbastanza indi- 8 cazioni per aggiustare la mira sull’idea di arte marziale, e non voglio dilungarmi oltre. Per argomenti più specifici, vi rimando alla vastità di Internet, dove si possono trovare ottime trattazioni in merito. Note essenziali di nomenclatura Piuttosto, ecco qualcosa di utile: essendo la varietà delle discipline marziali impressionante, e i rapporti di parentela fra di esse inestricabili, fornirvi una lista completa anche solo delle principali arti guerriere orientali, sarebbe solo uno spreco di tempo, anche perché hanno nomi apparentemente incomprensibili. Quindi, fornirò le linee generali per riconoscere i sintagmi chiave che accomunano la maggior parte di esse, in modo che possiate interpretarne la grafia. I termini più frequenti in questa nomenclatura tecnica sono i suffissi “do” (via) e “jutsu” (metodo), che indicano, rispettivamente, se l’arte marziale in questione è più sbilanciata verso l’aspetto educativo o quello tecnico. Per quanto riguarda le arti marziali specifiche, basate su una singola arma, il loro nome è formato semplicemente dal nome dell’arma più uno dei suffissi citati (es.: tanto-jutsu, naginata-do). I nomi delle armi della tradizione giapponese le ho riportate nella tabella a fianco. Luca Barbon Arma Descrizione Bo Bastone lungo Fukya Cerbottana Jo Bastone corto Kama Falcetto Katana Spada lunga Kusari-Gama Falcetto con catena Manriki-Gusari Catena corta Naginata Lancia con lama ricurva Nunchaku Bastoni legati da catene, usati correggiati per mietere Sai Tridente da pesca Shuriken Lame da lancio Shinobi-To Spada corta a lama dritta Tanto Pugnale Tonfa Arma in legno simile ai moderni sfollagente Tessen Ventaglio Wakizashi Spada corta Yumi Arco corto Magister Dixit: Bonato (I) • • • • • • • • • • • • Sono un insegnante modello, tutto d’un pezzo… sì, un pezzo di… Dovete tenere sempre le finestre aperte, in classe ci sono quaranta metri cubi d’aria, se uno fa un pensierino siamo a posto… Le lezioni troppo lunghe sono come spararsi in una parte anatomica! Qualcuno ha un’idea di cosa sia la fotosintesi? Ora voglio vedere le stronzate che vengono fuori… I concetti devono essere chiari, altrimenti sguazziamo nella popò. Hai defecato! Hai detto una gran… stronzata! Gli organismi autotrofi non sono quelli che fanno tutto da soli! Anch’io mangio da solo… piscio da solo… vado a letto da solo… ma anche no, dipende! I miei vecchi insegnanti mi interrogavano dal posto. Mi inchiappettavano da seduto… ed è difficile inchiappettare stando seduti! L’insegnante si accascia per una stronzata detta da un alunno… Io faccio collezione di caccolette. (Due studenti devono uscire) Dai, veloci, toglietevi dalle balle, sennò vi spezzo le • • • • • • • 9 gambe… veloci! La verifica serve come autoverifica, cioè se non sapete vi trombate da soli! Non potete dirmi “Mi ha trombato lei”, se non avete studiato! E poi mi saltano fuori al consiglio di classe con storie tipo “Eh, poverino, ha il nonno a casa con la scaccarella, non può studiare… oppure è stato mollato dalla morosa, gliel’ha fatto vedere, e lei non gliel’ha data… sono grossi traumi!” Basta, sparare con la cannuccia… Altrimenti scriviamo: “Colpisce l’insegnante che si accascia sulla cattedra”. Hai presente quando una vacca alza la coda? Ecco, tu hai detto una cosa del genere! Calzavara non vi ha detto che sono due le cose che vanno alla deriva? Naufraghi… e stronzi! L’altra volta “dissi”, come dicono i terroni… (Rivolto ad un’alunna distratta) Scusa, mi puoi cagare? Dopo te lo mostro… la verifica! Date delle risposte che nemmeno un deficiente darebbe… Quando le correggo, guardo il gatto e gli chiedo: “Tu cosa avresti risposto?”. Gli leggo le vostre risposte e lui inizia a rotolare per terra, sulla schiena, felice! filosofia Fantasia portami via ne alla normale tabella delle frequenze, se la si vuole cambiare il lavoro è più lungo); quindi i capelli del vostro amico/amica saranno anche diventati verdi, ma la sua pelle potrebbe esser divenuta rosso fuoco o azzurro cielo (sempre ammesso che in un mondo simile il fuoco sia rosso ed il cielo azzurro). Non c'è alcun bisogno di universalizzare la cosa, potrebbe semplicemente essere una disfunzione dei vostri occhi, ma se non foste soli, quale sarebbe la realtà più giusta? A questo punto sarebbe divertente dividere il genere umano in due parti: quelli che vedono il nero e quelli che vedono il verde. Secondo la genetica la nostra visione cromatica non è propriamente una conquista umana ma più che altro scimmiesca, quindi se un gruppo di uomini avesse una visione diversa dalla nostra si potrebbe ipotizzare una loro comune discendenza da un altro ceppo genico. A questo punto non è più necessario che siano sempre scimmie, potrebbero esser stati anche altri animali ad aver guadagnato questo tipo di vista, se fossero stati dei rapaci questi uomini sarebbero aviani, esseri mitologici mezzi umani e mezzi aquile. Probabilmente però una stirpe simile presenterebbe ben altro che una semplice visione diversa della realtà come tratto distintivo: forse avrebbero solo quattro dita, artigliate per di più. Forse avrebbero le ali. E forse saprebbero anche volare, proprio come… angeli. Ma anche no (!), la strada metafisica è sempre la più pericolosa, meglio tornare a più basse e libere quote. Dunque, dov'eravamo rimasti... sarebbe a questo punto interessante ipotizzare una loro società: di sicuro non avrebbero costruito case di pietra, se si vuole che loro possano volare allora bisogna levarsi dalla testa che abbiano muscolatura ed ossatura simili a quelle umane (sarebbero troppo pesanti), quindi è necessario ripiegare su tecniche edili e comunque di lavorazione generale che hanno a che fare con materiali più leggeri, probabilmente non avrebbero avuto problemi ad utilizzare canne di bambù e simili, cosa che li avrebbe costretti a ritirarsi dalle montagne dei loro progenitori. Ma soprattutto avrebbero avuto bisogno di qualcuno di più grosso che li minacciasse. Un padrone dei cieli più forte di loro, sen- Nel buttar giù quest'articolo ammetto d'aver avuto parecchie esitazioni, anche se in realtà desideravo farlo da tempo. Penso che chiunque, durante questi più o meno sofferti mesi di scuola, abbia avuto occasione di scambiar quattro parole con un'altra persona, di chiacchierare, o, più semplicemente di far finta di farlo; e mi rifiuto di pensare che nessuno abbia mai notato che razza di ruolo sia riservato alla fantasia nei discorsi d'ogni dì. E dire che essa è stata addirittura l'oggetto tematico dell'opulentamente magnificata agenda Smemoranda di quest'anno. Certo vien da chiedersi se gli inviti proposti sul succitato diario possano definirsi fantasiosi: "Immagina un mondo senza guerre" tutto sommato va bene, è sempre un piacere sentir qualcosa dalla vivavoce di Piedino il brontosauro, "Immagina un mondo migliore" sarebbe meglio se fosse un po' meno vago... se non è crisi nera questa. Altre fantasie predilette parrebbero essere quelle relative a miracoli, sogni ad occhi aperti sulla nostra comune vita, alte proposizioni metafisiche. Solo che in tutto questo non mi riesce personalmente di scorgere alcuna fantasia. Davvero questo porterebbe a liberare la nostra mente dai vincoli, ad osservarne le mille sfaccettature, come di fronte ad un tramonto ma anche ad un prisma che scompone la luce che vediamo in tanti diversi colori? Delle volte dimentichiamo davvero quanto il nostro mondo sia armonizzato che non ci accorgiamo che basterebbe il benché minimo cambiamento per stravolgerlo del tutto. Ad esempio, poniamo caso che conosciate una persona coi capelli neri; se un giorno voi usciste di casa e vedeste questa persona sfoggiare una luminosa criniera verde, costui o costei potrebbe semplicemente (?) essersela tinta, ma potreste anche essere voi che all'improvviso vedete verde tutto ciò che è nero. Potrebbe anche esser divertente vedere una volta tanto le nostre lavagne rilucere di un verde brillante, ma difficilmente la questione si limiterebbe a questo: dopotutto la luce arriva a noi mediante i fotoni, i cui diversi colori sono null'altro che un cambio nelle loro frequenze. Tutto questo per dire che se cambia il verde cambiano anche tutti gli altri (se ci si attie- 10 nò nulla avrebbe impedito agli aviani di continuare a vivere come semplici rapaci più abili in una manualità che non avrebbero sfruttato. Nell'immaginario collettivo c'è una bestia volante adatta a questi ruoli, che vive sui monti e che tutti temono: il drago. Anche i draghi dunque, e già qui servirebbe operare una dicotomia e decidere se essi dovrebbero essere intelligenti o soltanto bestie stupide ed immensamente forti (insomma dinosauri sopravvissuti, dannazione, avverto già l'ombra di Piedino). Ora, bisogna considerare che un aviano, oltre ai draghi non avrebbe moltissimi altri problemi di sopravvivenza, quindi perchè essi costituiscano una minaccia reale dovrebbero essere o davvero astuti o molto numerosi. Facciamoli numerosi. A questo punto sorge un problema... non ricordo più da dov'ero partito. Beh, non importa, la storia può continuarla chiunque di voi, oppure può buttarla giù con un semplice soffio come si fa coi castelli di carta degli amici, ma non serve affatto mettersi a ragionare su grandi questioni per usare la fantasia, le nostre tanto temute scienze, la fisica, la biologia, la chimica con i loro mille rami, ma anche la matematica, la Storia, la filosofia e la letteratura... tutte queste discipline grondano di spunti, di idee, di follie, non aspettano altro che venir spremute fino all'osso, come i limoni. E ci verrà il crampo alla mano prima d'averne cavato fuori tutto il succo. Alessio Boschini Fede o ragione, fede e ragione… o altro? la struttura del cosmo, nel significato più ampio, sia razionale e che le leggi fisiche effettivamente esistano. Non è possibile verificarlo o falsificarlo in laboratorio: appunto ci si fida e si inizia l’indagine. Sembra evidente, dunque, che la parola “fede” non sia un’esclusiva di quegli strani soggetti denominati uomini religiosi! Tuttavia, esiste un’altra parola che può aiutare a superare il (presunto) conflitto tra ragione e fede: si tratta di “vita”. In apparenza un vocabolo scontato; in realtà, esso si riferisce a quanto ci è dato, donato e nel quale ci troviamo immersi. Un dono si può soltanto accogliere o rifiutare. La vita, comunque la si pensi, ci precede sempre. In un certo senso si potrebbe affermare che ci custodisce: spetta a noi darle fiducia (fede) e cercare di capirne le dinamiche ed i segreti (ragione). Senza dimenticare che rimane sempre più grande di noi. Una delle caratteristiche della cultura definita occidentale è la solida contrapposizione tra i due termini oggetto di questo breve intervento; anche oggi il confronto è acceso, come si evince dai frequenti dibattiti in merito. Per molte persone l’incompatibilità è scontata: fides aut ratio. Proverò, subito, a chiarire il possibile significato delle due parole. Con “fede” si indica la fiducia che una persona pone in qualcuno o qualcosa, oppure il contenuto dello stesso atto di fiducia (è la classica distinzione tra “fides qua creditur” e “fides quae creditur”). Il vocabolo “ragione” rimanda a quella particolare dote o facoltà umana che ci permette di dare giudizi esplicitandone le motivazioni. Nel contesto odierno, per molti, ragione si identifica con razionalità tecnicoscientifica, quindi con i risultati delle scienze sperimentali; si tratta, a parer mio, di un indebito riduzionismo. Un attento esame del modo di procedere di dette scienze rivela una sorpresa. Esse si basano su assunti non dimostrabili con il loro metodo; lo scienziato si fida del fatto che prof. Andrea Bonesso Magister Dixit costumi… quelle puttanate là! Cavicchi: • Cadelli: Cosa state facendo qui, state meditando? Ah, ho capito, questa si chiama “tromba delle scale”, quindi voi state pensando: “Se io mi butto giù che faccio, trombo??” • Viaggi: • Paggiaro: • La risposta giusta è la numero “b”. Venivano rappresentati la moda, gli usi, i 11 Ragazzi, fate silenzio!! Non vi rendete conto che lui non si rende neanche conto di non sapere?? Abbiate pazienza! parole sulle pareti delle grotte, che comunque testimoniano l’avvento di un linguaggio primitivo) è noto che si può procedere soltanto tramite modelli matematici, quindi solo probabilisticamente. D’altro canto si potrebbe obiettare che il “linguaggio” non è strettamente legato all’evoluzione degli esseri umani in quanto tali: anche le scimmie ( e come loro anche la stragrande maggioranza degli animali) comunicano fra loro; quindi il linguaggio non è caratteristico dell’uomo. Come in ogni trattazione che si rispetti (e sarebbe bene farlo anche nel quotidiano parlare, onde evitare incomprensioni), è bene definire l’oggetto di cui si vuol parlare; i linguisti considerano “linguaggio” solo quella forma di comunicazione in cui i vari periodi sono legati fra loro da connettivi logici. In base a questa primigenia definizione si è già in grado di declassare la modalità comunicativa degli animali a semplice “proto-linguaggio” (in quanto espressioni quali “Attenzione!”, “Cibo!”, “Amico”, che pure compaiono nel vocabolario animalesco sono tra esse slegate e non conoscono rapporto). Da questo si deduce la necessità di una capacità intellettiva superiore, affinché si possa parlare di “linguaggio”, che per il momento trova riscontro solo negli umani. O, per la precisione, in ciò che chiamiamo “logica”. Bene, dalla padella alla brace, come sempre succede quando si scava più a fondo. Addentrarsi nel mondo della logica vuol dire partire dalle buon’anime dei sofisti greci, Parole, parole, parole. I nostri discorsi d’ogni giorno ne sono costituiti (intelligenti o meno che siano) e allo stesso modo lo è questo stesso articolo. Però l’atto dello scrivere, o del parlare, è divenuto talmente insito nell’essere umano (in particolare in uno studente) che troppo poco ci si sofferma a pensare sull’importanza delle lettere e dei sintagmi che pure mesciamo con tanta abilità. Non che questo sia un male, anzi; rappresenta un processo d’interiorizzazione tipico della capacità adattativa degli uomini e della loro evoluzione. Ma ogni tanto può essere un bene fermarsi a discernere le pari infinitesimali di ciò che facciamo. In questo caso le parole sono la codificazione di ciò che chiamiamo linguaggio. Certo, andare alle origini del linguaggio è un compito gravoso e complesso, sul quale i linguisti si arrovellano da anni, senza pervenire tra l’altro a molti risultati. Ad esempio, ancora non si sa se fu il linguaggio a determinare l’aumento volumetrico del cervello dei nostri antenati o se, viceversa, sia stata una maggiore capacità cerebrale a favorirne lo sviluppo. Le tesi più recenti sembrerebbero suggerire l’ipotesi di una mutazione progressiva a livello genico, unita a ciò che si chiama “effetto del collo di bottiglia” (ovverosia un particolare evento esterno per cui sopravvivono soltanto degli individui con il corredo genetico in esame). Ma, a questi livelli, in cui è impossibile ricostruire la storia mediante i fatti (cioè testimonianze scritte o comunque anche incisioni Magister Dixit: Viaggi 2005 (I) • • • • • • • • • [Un alunno è interrogato alla lavagna… ed è negato in matematica] Sei un idiota!! Quando ti vedranno fare matematica diranno: “Ma chi è quel cane che ti ha insegnato a fare matematica?”, che sarei io! [Durante un compito] Ragazzi non suggeritevi… che sono cieca ma non sorda, [abbassando la voce] beh, insomma… State zitti!! Altrimenti sbaglio sennò… Non ha senso lavorare su cose che non ha senso. Come non hai capito? Hai letto la teoria? Non sei scemo! Perché vuoi recitare la parte dello scemo? Lasciala a qualcun altro… ce ne sarebbero tanti… [Durante un compito ha ritirato una decina di bigliettini] Oggi ho ritirato così tanti bigliettini che li potrei raccogliere in un romanzo che chiamerei “Le mille e un biglietto”. State attenti perché dopo su questo argomento fallite tutti! Non dovete imparare tutto a memoria come un bidibam, bidibum, bidibam, bidi- • • • • • • • 12 bum… Io so chi fa o chi non fa i compiti, ve lo vedo scritto in fronte! La retta dopo che è stata tracciata va dove vuole… non potete deviarla. Avete capito? Ragazzi, non mi rassicurate per niente con queste facce da salami che avete. La scienza ha bisogno di certezze e non di invenzioni. Vi devo sommergere di perché!! [Sta spiegando i sistemi alla lavagna andando avanti con i suoi discorsi mentre tre quarti della classe non ne sta capendo nulla. Ad un certo punto la prof…] Ma come, che sbo’!! [Durante la lezione] Perché ridi Xxx? [Xxx:] “No, è lui [Yyy]!” [Yyy:] “Ma và, se è lui!” [Xxx:] “Cioè, uno ride da solo, ma varda se è possibile” Certo che uno ride da solo, sei scemo?? [Dopo due minuti] Yyy, non ridere da solo anche tu! Dovrebbe venire più o meno così. “Prof, guardi che è sbagliato…” Vabbé, anche i migliori sbagliano! Tractatus è una delle opere più criptiche della filosofia, dalle interpretazioni molteplici e in qualche caso contradditorie, che è bene affrontare solo con molta forza di volontà. Prendendolo alla larga si può dire che Wittgenstein stesso visse due periodi di pensiero in cui si evidenzia il diverso approccio all’invisibile, ciò su cui, secondo egli stesso si doveva tacere. Seguendo il ragionamento secondo cui non vi è una rappresentazione oggettiva della realtà ma vi è un continuo tentativo di giungere ad essa ( e per farlo l’unico modo è comunicare tra uomini) egli era giunto a sostenere che “I limiti del linguaggio sono i limiti della realtà”, intendendo per realtà il sussistere di stati di cose di cui ci si fa immagini soggettive. Tutto sommato non è difficile capire cosa s’intenda: ogniqualvolta si cerca di comunicare qualcosa (cioè una realtà) a qualcuno l’unico mezzo è il linguaggio (ovviamente non solo quello verbale), ma se esso risulta limitato, di conseguenza si pone un limite alla realtà che si vuole comunicare. Ci siamo capiti? transitare (e possibilmente dimenticare) per Socrate, Platone ed Aristotele, saltare a piè pari i teologi (anche se qualcosa di buono ci sarebbe), cenare con Cartesio, ubriacarsi con Leibniz, alloggiare con gli illuministi e con Kant, inciampare su Hegel e quindi approdare a Bertrand Russell e alla filosofia postmoderna. Un simile percorso risulterebbe micidiale per chiunque. E viene anche da chiedersi se non sia stato o studio di tutto ciò la causa dell’eccentrica personalità del più grande logico del 1900. In realtà, genialità ed instabilità emotiva erano caratteristiche di tutta la famiglia di Ludwig Wittgenstein (tre dei suoi fratelli si suicidarono, il quarto continuò a suonare il pianoforte anche dopo aver perso una mano). Anche le sue spiegazioni all’università erano leggendarie, all’insegna della follia: teneva lezione seduto su uno sdraio, ordinava ai suoi studenti di portarsene uno par suo, teneva i suoi appunti in una cassaforte (che era anche l’unico soprammobile del suo ufficio) e nonappena terminava le sue conferenze usciva di corsa per andare nel primo cinema là vicino a vedere film di cowboy di second’ordine, che erano la sua unica passione e lo aiutavano a dimenticare l’inutilità del suo lavoro. Interpretare il sistema di un simile soggetto non è propriamente semplice, soprattutto se si considera che l’unica opera che egli abbia mai dato in pasto alla stampa era il “Tractatus logico-philosophicus”. Tale scritto è a metà tra una raccolta di proverbi e un libro di matematica (in effetti Wittgenstein era anche un brillante matematico), costituito da sette enunciati di base da cui se ne deducono molti altri. Il Alessio Boschini Magister Dixit: Viaggi (II) • • • • • • Ragazzi, non pensate che io non sappia niente di voi e dei compiti se li fate o non li fate… invece a me non sfugge niente… io so tutto… state attenti. “Prof, ma in questo compito non c’è niente di quello che ci ha dato da studiare!!” Ma come no, è tutto qui, basta applicare le regole, sempre che le sappiate!! “Certo che le sappiamo, ma questi non sono i tipi di esercizi che ci ha sempre dato per casa.” Non c’entra niente!! Le regole sono quelle! “Ma uffi… non si può rinviare?” No!! Ma siete matti?? A me fa piacere avere una classe dinamica, vivace. Non mi interessano le mummie, che se ne vadano al museo! [Due ragazze sono affacciate alle finestre] Uscite dalle finestre!! [Risata generale] Ragazzi, questa è carina, potete mandarla alla Bertuccia. Perché devi fare il giullare? Cercate di non dire stupidaggini se ci riuscite… “Prof, se un po’ della classe fa casino non può penalizzare il resto non ripetendo le • cose che dice…” Beh, vi arrangiate… “E no prof, non si può, perché è un’ingiustizia.” Cosa hai detto? “No, adesso non ripeto perché lei faceva casino mentre le parlavo.” Come non ripeti… solo Paganini non ripeteva… “Prof, chi è Paganini?” E’ un violinista, lo conoscete? [Entra il bidello con un foglio] Domani uscirete un’ora prima. [Tutti guardano sul diario e l’ora che si salta è della Viaggi] “Prof, manca lei domani?” Ma no… ah, sì, domani non ci sono… Calzavara: • • • • 13 Lasciate che “Moscio” sia solo il nome dell’autore del libro di latino; perché ad essere troppo mosci, capita di inciampare sui propri stessi attributi. Quindi il poeta dice che nascere servi della gleba è una sfiga universale. Queste si chiamano “associazioni venatorie”, perché si occupano della caccia, non perché si fanno in vena. Nella versione ci sono due donne comuniste che magna i putei... Angolo letterario Neuromante di W. Gibson cyberpunk, che secondo una definizione della scrittrice americana Tama Leaver è: "Cyber, per l'ambientazione - un mondo post apocalittico, ecocida, tecnofeticista e postumano; punk, poiché i personaggi principali sono degli anti-eroi che lottano contro multinazionali estremamente potenti o contro organizzazioni militari". Gente che vive ai margini della società, mezzi criminali ma artisti del computer che tutto possono con una tastiera in mano. Gibson è l'inventore di questa branca della fantascienza che incentra l' attenzione sul mondo dell'informatica, della realtà virtuale e delle Intelligenze Artificiali. Per sette anni, Gibson aveva scritto solo racconti. Già nelle storie precedenti, egli si occupava del problema della conoscenza, ma si era trattenuto entro i soliti confini, attribuendo la facoltà della conoscenza esclusivamente agli esseri viventi. Qui questi confini vengono oltrepassati, attaccando violentamente la pigrizia mentale. Il primo attacco è subdolo, viene portato tramite gli accenni alla condizione alienata delle persone immensamente ricche della dinastia TessierAshpool. "Parte prima, Chiba City Blues Il cielo sopra il porto era del colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto." In un futuro non molto lontano, un mondo di delinquenza e di tecnologia, di droghe e computer, di traffico di organi umani, di trapianti e di ricchezza, di quartieri dove si aggirano i più squallidi rifiuti umani, di fatiscenti metropoli illuminate da un cielo grigiastro vive Case. Lui un tempo era il miglior "cowboy", un uomo che con la mente e il suo "cyberdeck" riusciva a entrare e muoversi nell'incredibile mondo delle matrici dei computer, nel cosiddetto "cyberspazio", dove la sua coscienza disincarnata vagava nei sistemi delle corporazioni che dominavano la Terra e rubava le informazioni che gli venivano richieste. Ma Case aveva commesso il classico errore. Aveva cercato di rubare anche ai suoi mandanti, ed era stato vittima di un destino a cui avrebbe preferito la morte: il suo sistema nervoso era stato danneggiato in maniera tale che non avrebbe più potuto entrare nel misterioso e bellissimo mondo del "cyberspazio". Ma forse aveva ancora una possibilità, e solo lui doveva sfruttarla... "Le persone immensamente ricche non sono più esseri umani", perché non hanno problemi a superare le difficoltà quotidiane delle persone normali, possono permettersi di alimentarsi diversamente, di divertirsi diversamente, di morire diversamente, o addirittura di non morire. Possono inserirsi nella "matrice" e manipolarla, possono clonarsi: possono cambiare la propria forma, ed ogni forma mantiene la coscienza. Il secondo attacco non è un'invenzione di Gibson, ma usato in questo contesto è letale. L'Intelligenza Artificiale "Wintermute" vuole fondersi con la sua simile Neuromante, per dare vita a... esatto: "dare vita". Se una IA, che in definitiva non è che un computer molto potente, aumenta ancora le sue capacità, cosa può diventare? un essere vivente? Forse, e forse no. Sicuramente, però, diventa un'entità cosciente. Siamo in territori impervi della speculazione umana, dove pochi prima di noi sono stati. Non c'è illuminazione naturale, il massimo che abbiamo è qualche accendino; il terreno è instabile; se ci voltiamo indietro vediamo le luci brillanti e le strade asfaltate, i luoghi caldi e sicuri dai quali veniamo; ma qui è tutto così eccitante, tutto così nuovo e pericoloso... Neuromante proietta il lettore in un futuro dove regna la tecnologia e il caos e dove tutti (chi più, chi meno) sono in un costante trip mentale. Il protagonista, Case, si fa di "ottagoni" un particolare tipo di meta-anfetamine, l'unica cosa che riesce a ridargli alcune delle sensazioni che aveva quando volava all'interno della matrice di dati che pullula la rete mondiale di comunicazioni. Un protagonista mutilato nella mente da una neurotossina che gli impedisce di interfacciarsi nuovamente con quello che era tutto il suo mondo. Ma Neuromante non è un libro sui drogati, è un libro che parla di uno possibile scenario futuro dove l'alienazione dell'essere umano ha raggiunto punte di paradossale sado-masochismo. Un mondo accelerato che pulsa ad un ritmo incredibilmente veloce dove la sanità mentale è un lontano miraggio e dove solo chi è lucidamente folle sopravvive. Un mondo dove lo stile è tutto, dove conta COME agisci piuttosto che COSA fai. Neuromante è visto come il primo romanzo 14 dagli schemi. Non c'è complementarietà tra i due ma indipendenza: se la sanno cavare da soli, nessuno dei due è più forte dell'altro ma semplicemente si ritrovano a fare un tratto insieme nel viaggio delle loro esistenze. Se mai si è raggiunta la parità tra uomo e donna si è avuta in questo romanzo dove i due hanno lo stesso peso nello svolgersi degli eventi pur restando ben delineati nella loro specificità di maschio e femmina. In chiusura si può affermare che Neuromante sia un bel giallo, quasi una spy story, ben costruita e i cui colpi di scena sono sempre dietro l'angolo. Un libro di non facile comprensione, che richiede più di una lettura per coglierne tutte le implicazioni e le sfaccettature. Lati diversi di uno stesso libro nel quale si può trovare la denuncia sociale e il puro divertimento, la tematica teologico-religiosa e la realtà virtuale, il tutto espresso senza giudizi né falsi moralismi. Un mondo che mette in scena un futuro inquietante ma verosimile e forse nemmeno troppo distante. Dall'84 a oggi molte sono state le evoluzioni di questo genere e il cyberpunk ha trasceso i limiti della semplice letteratura per sfociare in altri campi quali il cinema. Ottimi esempi sono Blade Runner (al quale Neuromante viene spesso associato per le ambientazioni), Johnny Mnemonic (pellicola tratta dall'omonimo romanzo sempre di Gibson) e naturalmente Matrix (film cyberpunk per eccellenza): in quest'ultimo film i riferimenti sono tutt'altro che casuali. Di merito questo romanzo ne ha molti, ma un occhio particolare deve essere posto sui personaggi ben caratterizzati, con una personalità complessa e ben delineata che li rende molto interessanti e anche ambigui. Sono degli anti-eroi per eccellenza le cui idee sono a volte condivisibili, a volte no. Ma forse il fatto che colpisce di più è il bilanciamento perfetto tra i due protagonisti: Case e Molly si ritrovano ad essere descritti e creati in un sistema di assoluta parità. Non importa se sono l'uno uomo e l'altra donna: entrambi sono forti, determinati, decisi in ugual misura. E in ugual misura sono disperati e fuori Nerevarine Terry brooks no nelle classifiche dei best-sellers e nel ’90 decise di riprendere le avventure degli Ohmsford narrate nella trilogia di Shannara cominciando Il ciclo degli Eredi, ciclo formato da Gli Eredi di Shannara(1990), Il Druido di Shannara(1992), La regina degli Elfi di Shannara(1993), I Talismani di shannara(1994) che narra della missione degli Eredi di riportare la magia nelle Quattro Terre per sconfiggere gli Ombrati. In seguito all’enorme successo dovuto a questo ciclo, principalmente dovuto al fatto che la storia narrata nel primo libro prosegue fino all’ultimo e non spezzandosi come nei libri precedenti, rendendo così più fluida la narrazione delle vicende, Brooks decide di finire anche il ciclo di Landover, ultimandolo con La Scatola Magica di Landover (1994) e La sfida di Landover(1996). Sempre nel 1996 scrive un ulteriore libro, Il primo re di Shannara, prequel delle vicende narrate nei precedenti libri e che vuole spiegare l’origine di molte cose, dalla distruzione dei Druidi alla creazione della Spada, della vita di Jerle Shannara e di Allanon. Senza darsi tregua, nonostante l’enorme successo e la consacrazione come uno dei migliori scrittori fantasy degli ultimi vent’anni, Brooks continua a stupire e nel ’97 pubblica Il Demone, libro ambientato nei tempi moderni in una cittadina americana in cui si svolge l’eterna lotta fra il Verbo e il Vuoto e la giovane Nest Freemark si trova coinvolta a causa dei poteri trasmessile dalla nonna. A seguito di questo libro furono scritti Il Cavaliere del Verbo nel 1998 e Il Fuoco Terry Brooks, nato in Illinois l'8 gennaio 1944, è uno scrittore statunitense di romanzi fantasy Ha studiato letteratura inglese all'Hamilton College e si è laureato in legge alla Washington & Lee University. Prima di dedicarsi alla scrittura ha praticato la professione di avvocato. Attualmente vive tra Seattle e le Hawaii con la moglie Judin. Il suo primo romanzo, La Spada di Shannara, del 1977, diventò un best-seller mondiale e rimase nella classifica del New York Times dei libri più venduti per oltre cinque mesi. In merito a quest'opera, Brooks è stato spesso criticato con l'accusa di plagio all'opera di Tolkien. Le forti somiglianze tra le due storie sono innegabili, ma a Brooks viene unanimamente riconosciuto il merito di aver dato vita al fantasy moderno, uno dei più prolifici generi di narrativa contemporanea, alimentandolo con le sue saghe sulle Quattro Terre. A questo primo libro seguì cinque anni dopo Le Pietre Magiche di Shannara, libro che dimostra l’evoluzione di Brooks come scrittore e mette a tacere le voci di plagio, che sarà seguito pochi anni dopo da La Canzone di Shannara (1985). Dopo il successo della trilogia fantasy, decide di scostarsi dal fantasy “canonico”, scrivendo così le avventure dell’avvocato Ben Holiday (che presenta una forte somiglianza con l’autore stesso) che cominciano con Il magico regno di Landover nel 1986 e proseguono fino al 1988 con L’Unicorno Nero(1987) e Mago a metà(1988). Nei due anni che seguono i libri di Brooks entra- 15 ho deciso di iniziare un progetto ambizioso. Scriverò un prologo a Shannara che narri dall'avvento delle Grandi Guerre sino alla formazione del Primo Consiglio dei Druidi. Questo probabilmente mi farà scrivere almeno 6 libri o forse anche di più. Però la prima trilogia, che sarà il mio prossimo lavoro, narrerà l'inizio dei tempi con la distruzione del vecchio mondo. E da questo emergeranno diversi elementi familiari di Shannara. Gli Elfi usciranno dal loro mondo nascosto, le Pietre Magiche saranno presenti, Il Re del Fiume Argento farà la sua comparsa e le Razze che compongono le Quattro Terra comincieranno la loro evoluzione. Ho già iniziato a scrivere il primo libro e la sua pubblicazione è prevista per l'Agosto del 2006. Il nuovo libro su Landover sarà accantonato per diversi anni, soprattutto perchè sento il bisogno di scrivere questo prologo a Shannara prima di tutto il resto. Però durante questi anni, potrebbe uscire il film di Landover, e quindi più avanti potrebbe avere più senso la scrittura di un nuovo libro. Vorrei dirvi di più su questo film, ma finchè i contratti non saranno firmati e sarà tutto ufficiale, credo sia meglio aspettare. Il contratto dovrebbe essere firmato entro i prossimi 60 giorni, ma queste richiedono il loro tempo. Abbiate pazienza e vi darò più informazioni possibili. E' anche stato deciso di realizzare una nuova versione più estesa di "The World of Shannara". L'editore ed io abbiamo pensato che potesse essere una buona idea rilasciare questa versione dopo aver completato la pubblicazione della nuova serie, in modo che sia possibible includere parte di quel materiale. In questo modo Teresa Patterson, la scrittrice di The World of Shannara, avrà più materiale su cui lavorare ed i lettori da leggere in seguito. Nel frattempo potete sempre acquistare la vecchia edizione del libro che sarà ristampata a Settembre 2005 con una nuova copertina. L'ultimo libro della serie del Druido Supremo (High Druid) sarà pubblicata per la fine di agosto dell'anno a venire. degli Angeli(1999). Nonostante i suoi libri siano stati fra i best-seller per tempi, Terry Brooks ha continuato a scrivere, rispolverando la saga che lo ha portato al successo: nel 2000 ha pubblicato il primo libro della trilogia de I Viaggi della Jerle Shannara, intolato La Strega di Ilse, cui ha seguito Il Labirinto pubblicato l’anno dopo e L’Ultima Magia nel 2002. Dopo questa trilogia che parla degli avvenimenti successivi al Ciclo degli Eredi, ha pubblicato un’altra trilogia ancora, che parte dai vent’anni successivi ai Viaggi, intitolata Il Druido Supremo che comincia nel 2003 con Jarka Ruus, a seguire Tanequil nel 2004 e La Regina degli Straken nell’ottobre 2005. Oltre a tutti questi libri, Brooks ha stipulato un contratto per portare sul grande schermo il primo libro del ciclo di Landover e dicendo che aveva intenzione di scrivere un preludio di Shannara, come dice in questa lettera ai fan rilasciata sul sito ufficiale: Un saluto a tutti, Avevo promesso di scrivere una lettera prima di Natale spiegandovi in modo dettagliato i piani editoriali e di scrittura per l'anno a venire (e anche oltre) ed eccola qui. Ho aspettato che alcune questioni fossero risolte prima di scrivere, anche se al momento poche di esse sono ancora in alto mare. Quindi vi darò le informazioni che ho al momento, però per le altre dovrete aspettare sino all'inizio del nuovo anno. Lasciate che vi dica subito cosa NON succederà, però prima di leggere fate un profondo respiro ed evitate di insultarmi. Ricordate che vi avevo promesso un nuovo libro della saga di Landover subito dopo la pubblicazione di Straken nel prossimo 2005? Ve lo ricordate? Mi sembra ovvio. Ebbene potete dimenticarvene. Il motivo per cui ho cambiato idea è il fatto che ho deciso di seguire ciò che al momento più mi eccita, e prima dell'inizio di Novembre ho avuto l'idea per una nuova storia che però non era su Landover. Era qualcosa di completamente diverso. Per anni mi è stato chiesto se avrei scritto qualcosa del periodo più antico di Shannara, quello che comprende le Grandi Guerre, Galaphile ed il Primo Consiglio dei Druidi. La mia risposta è stata sempre la stessa: non mi interessava tornare indietro nel tempo, ma solo andare avanti. Ho fatto un piccolo strappo con "Il primo Re di Shannara" però è stato soprattutto per dare delle risposte ad una serie di domande riguardanti la Spada, i Druidi e altre cose. Però ultimamente ho pensato parecchio al fatto che una cività possa essere distrutta ed alla sua conseguente ricostruzione. Perciò dopo aver valutato varie alternative, Questo è tutto. So che ora avrete tantissime domande riguardo la nuova serie, però ritengo che non sia corretto per uno scrittore rivelare troppo sul progetto al quale sta lavorando. Perciò per il momento terrò tutto per me. Una volta che avrò terminato il primo libro, potrò rivelarvi qualcosa di più specifico. Quindi uscite ed andate a divertirvi. Vi auguro un buon Natale ed un felice anno nuovo. Abbiate buoni propositi e non dimentica- 16 Nella trilogia del Verbo e Vuoto, Brooks ha invece dimostrato la sua capacità di essere autore 'completo', abbandonando il facile escapismo di mondi immaginari e sviluppando un'attenta analisi critica della società moderna. Nelle opere della saga di Shannara, inoltre, è fondamentale sottolineare che la differenze con le tradizionali opere fantasy sta nel raccontare le vicende di protagonisti sì dotati di poteri magici, ma in realtà pressoché uguali a noi, che nella magia trovano solo un supporto ma mai una via risolutiva. I personaggi di Brooks, inoltre, diversamente da quelli della fantasy tradizionale, sono psicologicamente approfonditi e le loro vicende interiori, i loro frequenti viaggi d'iniziazione per divenire adulti fino in fondo, rimangono centrali nello sviluppo della narrazione. tevi di essere gentili con il prossimo. Possiamo tutti fare di più in questo. Auguri Terry Brooks, 6 dicembre 2004 Valore delle opere di Brooks — Ciò che distingue le opere di Terry Brooks dalla tradizionale produzione Fantasy non risiede tanto nel fatto che Brooks abbia dato vita al genere fantasy contemporaneo, quanto nel modo originale con cui l'autore ha affrontato il genere dimostrando di saperlo rinnovare di volta in volta. Alla sua inizialmente tradizionale saga di Shannara Brooks ha infatti aggiunto quella di Landover che può essere letta come un'allegoria della condizione umana: Ben Holiday, infatti, affronta numerose prove che non vengono risolte con l'ausilio della magia ma con la propria forza di volontà. Derfel Cadarn Dies redactionis mangiare mostrando un’innocente espressione infantile; i suoi viaggi introspettivi nel mondo dei manga e dei videogiochi lo hanno portato ad un progressivo allontanamento dalla realtà, causandogli frequenti attacchi di “intensa-e-profondariflessione-muta-con-occhio-sbarrato”; non è raro scoprirlo intento ad osservare un crocifisso di un’aula con aria assorta sussurrando “…mi hanno fatto troppo basso…”. Il suo ruolo di viaggiatore dimensionale della redazione torna spesso utile per comporre articoli inusuali e riflessivi atti a coinvolgere l’animo del lettore in profonde meditazioni mistiche. L’unico spiraglio di luce tra queste menti psicotiche è dato a tratti dall’unica, solitaria parte femminile della redazione, che sola tra tutti ad avere ancora una parte di sé legata al tessuto della realtà pensa bene di mantenere la redazione su questa terra con i suoi articoli (tanto amati dal direttore…); questo salvo poi trasformarsi in un’atroce torturatrice idealista nei suoi continui scontri con Crunch su temi basilari quali il dolce natalizio preferito da Dan Brown. Oscuro, perverso e diabolico: è questo il vice-direttore, nera figura che tra un album dei Soundgarden e una sinfonia di Mendelssohn ha votato la propria mente malata ad eternare la grandezza del giornalino; la segretezza dei suoi progetti è proverbiale, ma strane voci girano riguardo a dei suoi piani per un “regno millenario”, voci che è meglio non verificare… Ultimo, ma decisamente non per importanza (al massimo per data di entrata nella redazione), la vera mente ancora parzialmente incorrotta del giornale, il pensatore che con i suoi articoli a sfondo intellettuale copre la follia delle suddette belve. Tutto questo e altre innominabili cose ancora è La Bertuccia di oggi, covo di menti deviate quan- Cos’è la redazione della Bertuccia? Chi sono i misteriosi individui che la compongono? In quali arcani e remoti luoghi si tessono le trame di questa austera istituzione che è il nostro (vostro!) giornale scolastico? E’ nel buio che questa entità vive e pianta le sue radici, espandendosi nelle menti dei lettori, nella fredda oscurità delle tenebre più nere…sì, beh, almeno finché qualcuno di noi non si accorge che in realtà stiamo tenendo una riunione di redazione chiusi nello sgabuzzino del primo piano (e poi si chiedono perché mandiamo fuori così pochi numeri), scoperta in seguito alla quale il corpo redazionale si avvia sommessamente e furtivamente verso una stanza più decentemente illuminata. Ma chi sono le losche figure di cui stiamo parlando? Esseri velati di tenebra, difficilmente inquadrabili in una categoria di esseri umani, che nascondono il proprio volto alla società e al mondo agendo dietro le quinte come sghignazzanti e satanici burattinai (paura, eh? ma dovreste vedere dal vivo uno di quei sorrisi… tutti quei denti…). Tra essi vige un apparente ordine gerarchico di forma piramidale (e non nel senso che la redazione si fa tetragona, come qualcuno potrebbe pensare) che vede al proprio vertice il Direttore: è questi una figura complessa, piena di sfaccettature come non se ne vedevano dai tempi dell’invenzione del caleidoscopio, volta all’assoluta affermazione editoriale del suo giornale; non amante della celebrità personale, è colui che più di tutti ha accesso alle alte sfere del potere e che più di tutti ha preso a testate la porta della presidenza in preda alla disperazione. A seguire troviamo Crunch, “il neurone” (si noti il singolare…), esperto di fumetti nonché di metafisica trasognata applicata all’arte di scroccare da 17 to follemente geniali_ tuttavia degli interrogativi ancora rimangono: perché nessuno ci paga per il nostro lavoro?...perché nonostante tutti gli annunci facciamo così tanta fatica a trovare nuovi collaboRATORI?...PERCHE’ IL BLOCCO MAIUSCOLO DI QUESTA MALEDETTA TASTIERA SI E’ INCASTRATO?!...PErchè?...Non lo so, so solo che il nostro è un lavoro duro, che abbiamo an- cora un sacco di cose da fare per rendere rispettabile ciò che facciamo, come ad esempio educare i (pochi) nuovi discepoli appena arrivati in redazione, che andremo incontro ad un sacco di ostacoli e che dopo le vacanze c’è compito di matematica… e questo è male. Heimrich My land un tavolo dov’erano seduti tipi poco raccomandabili, surrogati di avventurieri: un Beorniano dall’aria scazzata, un Nano testa-di-cazzo e un Elfo dall’aria rincoglionita. L’uomo si avvicinò ancora, sempre di più, quando ormai vicinissimo ecco che esclama con voce grave “Sargon!” indicando il nano che si stava impiccando con la barba, ”Sargon! Tu mi devi 75 mo (Monete d’Oro, NdT)…” e qui il poveraccio si accascia a terra: gli è infatti arrivata in testa un boccale di birra (vuoto, la birra non si spreca inutilmente!!!) lanciato da Risca per uscire dalla mischia e fiondarsi verso l’uscita. Sargon, vedendosi sgammato alla grande, decide di approfittare del colpo di fortuna e darsela a gambe con i compagni e Risca, poiché è un Nano e gli aveva salvato il culo. Così questi figuri sospetti si lanciarono contemporaneamente verso l’uscita, ma essendo essa piccola, i più si schiantarono sul muro laterale procurandosi un trauma cranico, per poi riuscire nell’intento di essere inseguiti da tutta la marmaglia del luogo. Anzi non proprio tutta. Infatti non si sa per quale ragione nel locale era rimasto qualcuno oltre ad un isterico Omorzo, i sui schiavi Hobbit e l’uomo svenuto. Sono tre oscuri figuri, tre Uomini, anche se uno talmente brutto e selvatico da sembrare una scimmia. Uno ha le sembianze di un antico Numenoreano, solo che è tropo gracile per essere un guerriero e coloro che osservano bene si accorgono che dietro l velo delle cataratte, nei suoi occhi ipermetropi, astigmatici e miopi brilla il bagliore della Conoscenza… o è forse il riflesso delle candele? Egli è un “Sapiente”, che pretende di avere un Anello Minore, che altro non è che vile paccottiglia made in Valinor trovata da Manwe e poi gettata lontano perché doppia. Per motivi di privacy, lui sarà noto come Tizio. Fu così che il Tizio andò ad aiutare il pover’uomo, ma fece appena in tempo ad issarlo e farlo sedere su un tavolo che la sottospecie di primato biondo interviene aprendo a forza la bocca dello svenuto per versarci dentro una pinta di birra. Stranamente l’uomo non morì affatto ma rinvenne, grazie all’aiuto di… rullo di tamburi… Spark. Spark, per gli amici “il Ciucciamentine”, sarebbe quella cosa bionda, pelosa e setolosa, ovvero un Wose proveniente della fo- All'insegna del Puledro Impennato Terra di Mezzo, Eriador, Brea, Locanda del Puledro Impennato ore 20.oo circa, 1 ottobre 3018 T.E. L’interno della locanda era gremito di gente, tutta intenta a raccontare gli ultimi avvenimenti: l’arrivo di quattro Hobbit misteriosi, l’attacco subito dai Cavalieri Neri, la partenza dei quattro piccoli viaggiatori insieme al Ramingo poco raccomandabile noto come Granpasso, ma soprattutto il fatto che fosse da poco partito il grande Stregone Gandalf il Grigio, non dopo aver lanciato un incantesimo sulla birra, il che può significare una cosa sola… birra ottima, prezzi bassissimi, Locanda affollatissima e affari d’oro per Omorzo Cactaceo. In questo clima gioioso sono molti gli avventori del Puledro Impennato, fra cui parecchi avventurieri, alcuni solitari in cerca di ingaggio, altri seduti insieme al tavolo. Uno in particolare, un Nano, che dall’armamento si direbbe un guerriero prode e valoroso sta sfidando gli altri avventori in una gara a chi beve più birra, forte della resistenza tipica della sua razza a tale liquido. Gli altri avventori gli prestano poca attenzione, essendo essi stessi in simil faccende affaccendati o perché queste sono cose comuni nelle taverne. Ad un certo punto un nuovo sfidante si avvicina però a Risca, è, infatti, questo il nome del Nano prode in battaglia almeno quanto in birreria, e appena dopo due boccali getta la spugna, non senza aver però accusato il guerriero di barare. Non l’avesse mai fatto! Infatti, il Nano, oltre che leggermente brillo, è anche dannatamente orgoglioso, e pertanto si sente in dovere di rispondere a questa accusa infamante con un pugno in faccia all’Uomo, sfortuna volle che non indossasse i guanti borchiati da battaglia, altrimenti per quel giovane inopportuno non ci sarebbero state più gare in osteria, una vera disgrazia… e dopo questa “botta in risposta” il puledro impennato vide scoppiare una rissa in piena regola prima tutti contro Risca, poi nella foga dello scontro, dove i colpi bassi erano gratuiti e d’obbligo, divenne un tutti contro tutti indiscriminato. Inspiegabilmente ignaro di ciò che avveniva alle sue spalle, un pover’uomo alto e nero vestito, con una barbetta incolta si avvicinò ad 18 resta Druadana, situata in un punto impreciso della Terra di Mezzo, grossomodo tra Rohan e Gondor. Sin da bambino Spark veniva preso in giro a causa dei suoi capelli biondi e della sua altezza da un pulcino piccolo e nero con un pezzo di guscio sulla testa chiamato Calimero… e così lui per fuggire agli insulti correva, e più correva più vedeva che era bravo a correre e batté persino Forrest Gump alle Olimpiadi della Terra di Mezzo, a cui si allenava facendo Il giro della stessa una volta ogni due mesi, e la sua specialità era la Maratona dell’Anello. Accadde però che un giorno, attraversando L’Isen, il ciucciamentine incontrò uno strano gruppo di figuri a cavallo che parlavano sibilando o con vocette talmente stridule da lasciare qualche sospetto sulla loro integrità… morale, e che puzzavano talmente tanto da far fuggire tutti terrorizzati, senza quindi riuscire a scoprire dove si trovasse “Contea, Baggins”; questo finché non arrivò Spark, che comunicò tutte le informazioni di cui avevano bisogno per poi chiedere: “Scusi, ma che giorno è oggi? Quanto manca alla Maratona dell’Anello?” e il capo dei travestiti rispose: “Sciocchino, non lo sapevi che le Olimpiadi sono state sospese per la Guerra? Scusami scusami scusami, ma adesso io e loro dobbiamo andare a “Contea, Baggins”. Stammi bene bel maschione!”. Così con il morale a terra il Ciucciamentine andò a Brea, e saputo dell’incantesimo sulla birra si diede all’alcolismo. Tornando a noi, ecco quindi che l’Ignorante e lo Sbabbaro cominciarono, chi con più, chi con meno delicatezza ad interrogare l’uomo, venendo così a sapere che Sargon, il Nano figlio di Sauron e Aragorn, gli doveva 75 monete d’oro, a causa di vecchi affari cui avevano collaborato (leggi: “Contrabbando armi e erba pipa”), e fu loro inoltrata richiesta riacciuffare il Nano e portarlo a lui per risarcire il debito. Mente loro avviavano la contrattazione per il compenso, il terzo tizio, anzi Sempronio era impegnato ad aiutare Omorzo a sistemare la Locanda. Egli e infatti un umile allevatore andato a Brea appena saputo da un amico del concorso per bestiame… peccato che il concorso fosse falso e che l’amico voleva una scusa per allontanarlo dal Forlindon e fregargli il resto del bestiame; in ogni caso non avrebbe potuto comunque partecipare al concorso, dato che la mucca era stata… mangiata strada facendo. In ogni caso, dopo aver aiutato Omorzo a sistemare i danni della rissa, Sempronio ottenne una notte gratis alla locanda e, passando affianco ai tre mentre andava a dormire, sentì i discorsi sulla Caccia al Nano e decise di unirsi anche lui. Il quartetto decise così di andare a dormire. La mattina vede i nostri eroi alzarsi di buon’ora per andare a caccia, ma prima è d’obbligo procurarsi le provviste, per cui… “Signor Cactaceo, potrei gentilmente avere tre galline, vive?” disse il Sapiente “io potrei avere sette galline vive, un mulo e due stie?”, disse Sempronio “Io… avere… nero… gallo nero” disse Spark mentre gli altri lo guardavano con aria di sufficienza e commentavano: “il solito esagerato”. Dopo aver effettuato gli acquisti necessari, Tizio insegnò alle galline a camminare in fila, Sempronio mise le sue nelle stie e le caricò sull’asino e Spark insegnò a Mr Gigolo a corteggiare le galline. Dopo queste importantissime amenità, ecco che il gruppo si mise in cerca del nano e dei suoi amici, ma trovo che le impronte si interrompevano davanti ad uno spiazzo d’erba che andava in direzione di Chiane Ditteri, ma videro un'altra serie di impronte, fra cui qualcosa di trascinato e decisero di seguirle. Dopo una buona mezz’oretta di cammino, i nostri eroi arrivarono in una piccola radura al centro dl bosco dove anche un cieco avrebbe capito che si era svolto uno scontro, ma siccome oltre i cadaveri trovarono solo del pelo d’orso, pensarono che fosse passato un animale selvatico e affamato e avesse banchettato, quando un fulmine a ciel sereno andò a schiantarsi davanti a loro, che dallo shock ricordavano che nella combriccola era presente anche un beorniano, che era quindi in gradi di trasformarsi in un orso… Decisero allora di seguire le nuove impronte che puntavano verso Colle Vento… Quando la situazione si complica non siete voi a cercare i guai, ma loro a trovare voi Terra di Mezzo, Eriador, tra Chiane Ditteri e Colle Vento, meriggio, 2 ottobre 3018 TE Avevamo abbandonato il terzetto male in arnese quando aveva capito che la sua “preda” era diretta verso Colle Vento. Durante il tragitto i tre Uomini si raccontarono le reciproche storie, Mr Gigolò contribuì alla creazione delle uova che avrebbero sfamato la compagnia nei prossimi tempi e Spark, illudendosi di non essere visto, cercò di fecondare la cena prendendo spunto dal suo gallo… per decenza non si analizzeranno i particolari… Fu così che ridendo e scherzando, di tanto in tanto osservando le tracce del quartetto che li precedeva di circa mezza giornata e perdendosi spesso e volentieri che il gruppetto arrivo, finalmente, a Colle Vento al calar del sole. E qui cominciarono i primi dubbi. Infatti le orme degli inseguiti terminavano lì per poi dirigersi, più fresche verso gli Erenbrulli, ma cosa ancora più strana, le stesse impronte, non più vecchie Terra di Mezzo, Eriador, Brea, Locanda del Puledro Impennato ore 8.00 circa 19 bito l’allevatore si pentì dell’errore commesso, che tra l’altro gli costava una notte di guardia, ma evidentemente un qualche Vala vegliava su di lui perché Spark fece una faccia tristissima e disse: “Tu vince, noi fatto 2. Adesso Spark il Ciucciamentine fa guardia” e si allontanò lasciando un interdetto Sempronio nell’atto di esultare. di due o tre ore tornavano indietro e ripartivano nella stessa direzione, cioè sempre gli Erenbrulli. Giunti sulla sommità del Colle, Tizio si chinò e alla fievole luce del sole osservò una serie di impronte diverse dalle altre. Subito chiamò gli altri, mantenendo però un tono di voce per non farsi sentire da eventuali presenze ostili “Hei, venite! Ho trovato delle nuove impronte! A quanto pare quei mascalzoni hanno un alleato, ma non riesco a capire a che Razza appartiene. Le orme dei pedi sono lunghe ma leggere, sembra che avanzi balzando. Guardate” Subito gli altri si avvicinarono, tra il curioso e l’intimorito. Si chinarono e bastarono pochi secondi per capire a che razza apparteneva l’alleato nemico. Le risate vennero subito, spontanee, persino il gallo, le galline e il mulo risero, mentre l’allevatore e il barbaro si accasciavano al suolo, ridendo così forte che persino gli Archetti di Moria li sentirono e ne ebbero timore, il tutto mentre Tizio li osservava stupito. Al che, il Ciucciamentine si alzò e guardandolo con sufficienza attraverso le lacrime del riso disse: “Stupido!…cena buona quella, Orecchielunghe saporito, non Tappo Malefico (“Nano” ndGM)!” mentre Sempronio traduceva a beneficio del sapiente “è una lepre, non qualche creatura misteriosa…”. Così dicendo andò a preparare l’occorrente per la notte, mentre Spark cercava di predire il tempo atmosferico della notte e Tizio si occultava in un antro nel tentativo di riposarsi, essendosi stancato non poco durante il viaggio. Dopo aver capito che per quella sera il cielo sarebbe stato nuvoloso ma che non avrebbe piovuto, il barbaro si avvicinò all’allevatore per decidere i turni di guardia “Noi gioca morra, chi perde no dorme” grugnì Spark “Chi perde fa tre turni da tre ore” rispose Sempronio “Bene, Spark mai perso” rispose lo sbabbaro. Così cominciò un’epica sfida a morra. Dopo circa dieci minuti in cui si ottenevano solo pareggi, ecco che il Ciucciamentine chiamò un 9 lanciando un 4 e Sempronio lanciò 5 chiamando 2. Su- Quando anche Sempronio si addormentò, Spark il barbaro decise di pensare un po’ alla vicenda che lo aveva condotto fin lì, ma dal momento che pensare era troppo noioso, decise di passare all’azione per ammazzare un po’ il tempo – e detto da un barbaro, può essere non poco pericoloso… Decise così di cercare di avere una discendenza e dopo una fitta discussione con il suo gallo, provò anche lui a fare le uova, ma dopo molti ardui sforzi, non ottenne esattamente la stessa cosa prodotta dalle galline, basti pensare che era più lunga, scura e maleodorante… decise allora di andare a sfogare la sua frustrazione sulla persona che aveva avuto la malaugurata idea di fare i turni di guardia. In quel momento un improbabile viandante che avrebbe cercato forma di vita sul Colle avrebbe notato solamente una scia bionda luccicare al vento, ma non avrebbe udito nulla, tanto era furtivo e silenzioso Spark. Sulla pianura ai piedi del Colle un animaletto lanciò un breve verso stridulo prima di morire per colpa di un predatore e il Ciucciamentine imprecò perché quel suono che aveva turbato la notte rischiava di farlo scoprire… Quando infine giunse dove Sempronio si era acquattato per riposare, decise che per dispetto gli avrebbe tolto le coperte, per farlo star male; ma vedendo che dormiva a pancia in giù, seguì un piano ancora più diabolico… gli calò le braghe, prese l’ascia grande da battaglia e, facendo attenzione a non svegliarlo, incise “SPARK” sulle sue natiche. La vittima si limitò a sognare di essere morsa dal mulo e si girò nel sonno, mentre Spark si allontanava lasciandolo sanguinante e senza coperte nella notte umida e buia. Mancavano solo due ore alla fine dell’ultimo turno di guardia e il barbaro era stanco, talmente stanco che rischiava di calpestare la sue occhiaie. Decise allora di fare un giretto turistico di Colle Vento alla ricerca di un furetto da addestrare, ma non trovandolo si limitò ad arare la sommità del Colle per seminare poi qualche strana specie di pianta allucinogena… 20 na e appena vide ciò che anche l’altro aveva visto, divenne anch’egli succube dell’incantesimo, ma non prima di gridare: “Sempronio! Attento alla sca…” Sempronio sentendosi chiamare, vide ciò che era accaduto ai suoi compagni e si tappò fulmineamente gli orecchi, intuendo il pericolo della scatoletta, per poi staccare a morsi del pelo da Francis e usarlo come tappo per attutire i suoni ed entrare nella stanza. Tuttavia ciò funzionò solo in parte, infatti alcune parti della canzone filtravano, ostacolandolo nei suoi movimenti per raggiungere la scala, pensava infatti che il sapiente si riferisse ad essa quando l’aveva avvisato, ma quando vide che la porta del piano superiore era ancora integra, capì che Tizio si riferiva al carillon e si diresse verso esso. Nel frattempo Tizio, con un grande sforzo di volontà era riuscito ad avvicinarsi alla scatoletta e, dopo un cenno di intesa con i compagni, lo chiuse. Immediatamente l’effetto magico terminò, sia per loro che per i malviventi, i quali dopo un attimo di sorpresa attaccarono il gruppetto. Tutto accadde molto, troppo velocemente; uno dei ladri riuscì ad attaccare e ferire Tizio, contemporaneamente a ciò Spark lasciò cadere la sua ascia e si tappò le orecchie immediatamente imitato da Sempronio e, mentre un ladro cercava di colpire questi, il Sapiente riaprì la scatoletta e, grazie al precedente sforzo di volontà per contrastarne il potere, questa volta fu immune dai suoi effetti, cosa che non accadde per i quattro avversari che precipitarono nuovamente in uno stato semicomatoso. I nostri eroi ne approfittarono per ridurli all’impotenza (in tutti i sensi) grazie a calci, testate, morsi, beccate, ecc… insomma, fecero un putiferio che al confronto lo scontro nella Locanda era stato un civile scambio di opinioni (perché, non era così?!? NdTutti). Dopo aver sistemato i briganti Tizio chiuse il carillon e stava per riporlo quando si udirono dei passi concitati provenire dal piano superiore. Tutti si preparavano a un nuovo scontro e rimasero piacevolmente colpiti quando dalla porta sbucarono tre persone. Inutile dire che si trattava del gruppo inseguito. “Finalmente, ecco la resa dei conti.” Pensò Tizio, preparandosi a riaprire la scatoletta. Appena vide ciò Bremen il Beorniano cercò di lanciarsi verso di lui e fermarlo, ma venne bloccato per le spalle dall’Elfo, il quale gli sussurrò qualcosa nell’orecchio e lui annuì controvoglia rilassandosi. “Suvvia, compagno Sapiente, non commettere sciocchezze. Se tra di noi vi è motivo di discordia, cerchiamo di appianarlo civilmente. Per quale motivo ci stavate braccando come si bracca un animale?” disse Kinslayer il Mago a Tizio “Noi siamo qui per riparare ad un torto commesso da uno dei tuoi compagni, un tale Sargon, un Nano che ha un debito di 75 monete d’oro con Ma ecco, Mr Gigolò, il gallo della compagnia si alza e da la sveglia annunciando: Terra di Mezzo, Eriador, Colle Vento, ore 6.50, 3 ottobre 3018 TE Così, dopo una abbondante colazione a base di uova e varie supposizioni sul cosa ci facesse il nome del barbaro inciso sul deretano di Sempronio, la strana compagnia si rimise in viaggio, seguendo le orme che puntavano verso gli Erenbrulli, ma dovettero fermarsi dal momento che la gallina fecondata da Spark stava avendo dei problemi…infatti poco dopo da lei uscì un uovo talmente grande che tutti si domandarono come facesse a stare dentro alla gallina. Spark, forse intuendo cosa potesse contenere, lo prese e lo mise tra le zampe di Francis il mulo perché lo tenesse al caldo, ma l’animale non gradì e fece cadere l’uovo che cadendo si ruppe rivelando così al mondo il suo contenuto: al posto del tuorlo vi era, non del tutto sviluppato, un essere metà uomo e metà uccello, una nuova spaventosa razza creata dall’unione di Spark e una delle galline di Sempronio. Il barbaro ne fu immensamente rattristato e decise di mettersi la fascia del lutto al braccio. Il viaggio proseguì in un clima cupo e triste, finché gli “Eroi” non arrivarono davanti ad una specie di collinetta, dove le impronte si fermavano davanti ad una porta che dava sul fianco del piccolo rilievo. Il gruppetto si fece quindi circospetto e Sempronio spiegava a Francis come doveva comportarsi in caso di combattimento, mentre Spark, deciso a sfogare la sua rabbia per il figlio mai nato estraeva l’ascia, richiudeva la porta spalancata per poi sfondarla a spallate. Una volta spostati i resti della porta ed entrati nella collinetta, i tre più i vari animaletti si trovarono di fronte a due rampe di scale: una saliva e una scendeva ed entrambe davano su delle porte chiuse. Decisero di salire, Spark in testa, Tizio al centro e Sempronio in coda che spingeva il mulo. Appena spalancata la porta, il Wose si ritrovò dinnanzi ad una scena tanto curiosa quando raccapricciante: una stanza di circa sei metri quadri, al cui interno vi era una scrivania, delle scale che continuavano a salire dando su una porta mezza scardinata ma, soprattutto, quattro uomini, dall’aspetto dei tagliagole, immobilizzati, come imbambolati, al centro della stanza, mentre un carillon dall’aspetto blasfemo girava e suonava “The Lord of the Rings” dei Blind Guardian. La blasfemia dell’oggetto era dovuta al fatto che le statuette danzanti in esso presenti erano quelle di due Orchi, uno vestito da sposa e l’altro in frac che ballavano. Una visione veramente atroce. Appena vide e udì ciò Spark si immobilizzò,facendo la stessa fine dei briganti. Vedendo che il barbaro si era improvvisamente fermato d’innanzi a lui, Tizio osservò cautamente la sce- 21 te. Nel momento stesso in cui la corda si tese, il povero mulo schizzò verso l’alto con sommo orrore di Sempronio. Passarono alcuni secondi, dopo dei quali si udì un poderoso ruggito e la corda si spezzo con uno schianto e Francis tornò a terra rischiando di spezzarsi una zampa. Mentre l’allevatore correva verso il suo mulo per sincerarsi delle sue condizioni, Risca rideva come un dannato per il suo “brillante piano”, Kinslayer cercava di calmare l’orso il quale cercava di intimidire Sargon a forza di poderosi ruggiti ai quali il Nano rispondeva con epici rutti, Tizio ebbe una visione: Sempronio che abbracciava Francis, Risca che accusava Mr Gigolò di barare con i dadi, Spark, Sargon e quell’orso che era il Beorniano riempirsi di botte e un gruppo di orchi che avanzava verso questi tre…. Appena si voltò per avvisare gli altri, vide che il barbaro stava saltando di sotto, sopra la schiena di Bremen per riprendersi la sua ascia e insieme ad essa distruggersi le ginocchia a causa della caduta. Capendo che ormai era troppo tardi per le parole, il sapiente si legò una corda in vita che annodò al resto della corda legata al mulo e scese anche lui. Appena arrivò di sotto vide i tre che stavano per ingaggiare uno scontro che riuscì ad interrompere appena in tempo per sentire l’urlo disumano di Risca in direzione del gallo nero. E poi ci fu silenzio. Un silenzio che durò poco, perché fu interrotto da un rullo di tamburi e schiamazzi in avvicinamento…. un trafficante d’armi a Brea.” Rispose Tizio. “Cosa?!? Sargon è un commerciante d’armi? È una vera fortuna per lui essere sparito in quella botola, chissà che sia morto e se non è così ci penserò io stesso!” disse un sempre più inferocito Bremen. “Calmati Bremen, non vorrai trasformarti di nuovo” gli disse il Mago. Solo allora Tizio, Spark e Sempronio notarono che mancava Sargon, che l’unico Nano presente era Risca, il quale doveva ancora abbassare l’ascia. Notarono però che al posto di Sargon vi era un altro essere, piuttosto piccolo e ripugnante (avete presente le statuette dei Troll Norvegesi che si vendono? Ecco, l’essere in questione è la loro copia vivente..) che ricordò a Spark suo figlio e quindi esclamò: “Figlio mio! Sei vivo!” E lo sgorbietto dall’altisonante nome di Scoreggia non esitò un attimo ad andare dal Wose, e appena gli arrivò addosso cercò di salirgli su una gamba e rubargli le monete che portava su una borsetta legata in vita; ma non appena fece ciò Spark si ricordò che suo figlio aveva le ali e che quindi non poteva arrampicarsi, così prese l’impudente creatura e la scagliò molto gentilmente contro la parete e poco mancò che non uccidesse Scoreggia. “Dove Sargon?” disse quindi il barbaro montando in collera. “Il pirla è caduto in una botola poco più avanti e noi ce ne siamo fregati altamente e siamo andati avanti. Era più inutile di un orco, almeno loro sono utili a farsi uccidere” rispose parlando per la prima volta Risca. Senza dargli tempo di fare alcunché Spark se lo caricò in spalla e si fece portare dove si era aperta la botola, seguito a ruota da tutti gli altri. Appena scese dalle spalle dell’Uomo Selvaggio il Nano camminò un attimo finché non trovò un punto sul pavimento e chiamò gli altri dicendo: “Hei, è qui che c’è la botola!” Subito il barbaro prese l’ascia e menò un gran fendente sul pavimento, solo che nel momento stesso in cui l’arma lo toccò, si aprì una botola e per non caderci dentro il Wose fu costretto a mollare l’ascia che cadde sul fondo con un tonfo accompagnato dal silenzio e poi: “Hei, potevi uccidermi!” poi “C’è qualcuunooo?” molto probabilmente provenienti da Sargon. Subito iniziò una consulta su come fare per tirarlo fuori di lì e Tizio e Sempronio aiutati dalla forza di Spark misero su un sistema di carrucole per scendere che aveva come contropelo il povero mulo. Appena ebbero terminato, Risca con la scusa di controllare che la corda fosse sufficientemente, lunga prese l’estremità libera e ne fece un cappio che mise al piede di Bremen per poi buttarlo giù dalla botola e dirgli: “Che dici, Bre, ti piace il bungee-jumping (o come si scrive)?” per poi piegarsi in due delle risa- Derfel Cadarn P.S.: Io me stesso medesimo, dopo un’attenta rilettura a mente lucida e privo di alcol in corpo mi sono reso conto dell’Orrore perpetrato per allora nobili scopi, tuttavia mi dichiaro innocente contro le accuse di blasfemia che verranno sporte da eventuali lettori del SdA. 22 telerubrica Desperate housewives spicuo conto in banca. La sua vita da brava sposina infatti sembra non appagarla abbastanza: che divertimento volete che ci sia nel fare ogni giorno shopping, guidare una Ferrari e vivere in una lussuosissima villa con ogni tipo di comfort esistente? Insomma, ognuno di noi vuole un po’ di pepe nella propria vita… Per questo lei, per rendere tutto un tantino più eccitante, ha deciso di instaurare una relazione segreta col giardiniere… i cui addominali scolpiti dall’estenuante potatura delle siepi lo fanno un bocconcino molto più appetibile dei rotoloni di ciccia del Sig. Solis! Le vicende di questo triangolo amoroso, sono a mio avviso le più divertenti e non mancano esilaranti colpi di scena. Come episodi più spassosi, sicuramente sono da citare quelli con protagonista Lynette (non mi ricordo il cognome… chi lo sa?) Ex donna in carriera, ha buttato all’aria un prosperoso lavoro per mettere su un’abbondante famiglia con un marito che, il più delle volte, spende il suo tempo fuori città per lavorare. Così lei deve armarsi di molta pazienza e caparbietà per impedire ai suoi 4 figli di distruggere il mondo a suon di capricci e strazianti urla da mocciosetto… Ma ora mi domando: cosa trattiene quella donna dallo strangolarli tutti o dall’abbandonarli ai bordi di qualche super strada senza voltarsi indietro… Non so. Forse ora ho capito cos’è l’amore materno… Ultima, ma sicuramente non ultima, è Susan Mayer, divorziata e madre dell’adolescente Lisa. Insieme hanno costruito una solida alleanza madre e figlia e spesso i loro ruoli sembrano confondersi… avete mai visto una 15enne stare dietro alle faccende amorose della propria mamma? E io che credevo fosse il contrario… Ad ogni modo, Susan ha il disperato bisogno di un uomo come si deve e sembra aver trovato questo suo principe azzurro nel nuovo vicino di casa, il signor Mike Delfino. Conteso da altre casalinghe del quartiere, alla fine instaurerà una relazione con Susan ma, come tutti hanno capito, egli ha parecchi scheletri nascosti nel suo armadio. Di lui non si sanno ancora molte cose ma una cosa è certa: non è un idraulico! O se lo è un po’ pervertito perché nasconde una pistola in casa e ha le pareti tappezzate di foto rubate agli abitanti del suo vicinato… Insomma, i misteri a Wisteria Lane non sono per niente pochi. Sicuramente, il giallo principale è quello che funge da filo conduttore di tutta la serie: il misterioso suicidio della casalinga Emily, la quale è la voce narrante della storia. Non chiedetemi però come può una defunta narrare qual- Come promesso, sto fedelmente continuando il mio durissimo lavoro di recensione dei più esaltanti telefilm del panorama televisivo. Per fare questo mi sembra opportuno ricordare che questi articoli sono il frutto di ore e ore trascorse davanti ad uno schermo televisivo sotto i pressanti ordini del nostro direttore che, anche se lui lo nega, non può nascondere la sua straordinaria devozione a tutte le trame di tutti i telefilm conoscibili, che peraltro sa a memoria. In quanto unica presenza femminile all’interno di questo giornalino, mi sento in dovere di portare una ventata di femminilità in mezzo a questo strabordare di ormoni maschili. E per fare ciò ora parlerò di un telefilm femminile per eccellenza, le cui protagoniste sono casalinghe veramente disperate e in loro, io mi ritrovo. Certo, non sono casalinga ma all’interno di questa redazione, sono molto disperata…”DESPERATE HOUSEWIVES”! In un graziosissimo quartiere di una altrettanto graziosa città americana, le casalinghe che vi abitano sembrano essere le vere regine e le vere anime della vita sociale e mondana. Esse sono lo stereotipo dei più comuni tipi di donna esistenti ma, come ogni fanciulla vivente, esse nascondono i più terribili segreti e i più impensabili misteri, dietro la loro candida facciata di “affettuose vicine”. Le protagoniste principali sono quattro, ognuna con una propria vita da gestire e mandare avanti contro le avversità della vita, lo sparlare delle male lingue e ,ovviamente, i disastri provocati dai soliti adorati maritini imbranati e un po’ allocchi. Bree Van DeKamp è la rossa casalinga afflitta da strane manie di perfezionismo: tutto dentro le sue quattro mura domestiche deve essere perfettamente in ordine, niente può essere lasciato fuori posto, niente può essere lasciato al caso. Il pranzo deve essere servito in maniera perfetta, la casa deve splendere in maniera impeccabile e tutti i componenti della famiglia devono assolutamente rispettare queste regole di buon comportamento e buon gusto…Per questo non ci si stupisce se, già dalle prime puntate, il marito di Bree, stanco di convivere con questa specie di macchina dell’ordine, chiede “disperato” il divorzio. Gabrielle Solis è forse uno dei motivi che può spingere il pubblico maschile a seguire questo telefilm. Gabrielle è infatti la bellissima mogliettina del ricchissimo Sig. Solis che, probabilmente, ha deciso di sposare, abbandonando la sua fortunata carriera di top-model, solo per il suo co- 23 cosa, va bene? Da quando ha deciso di farla finita così inspiegabilmente, le 4 amiche si sono sentite in dovere di ficcare il naso nel suo sempre più oscuro passato, portando alla luce intrighi sempre più affascinanti: Cosa nasconde il burbero marito di Emily? Perché il loro “unico” figlio è così schizzato? Cosa c’è dentro al loro baule di cui hanno provato a liberarsi? E soprattutto…Il Sig. Delfino sta indagando su di loro? Insomma molti punti interrogativi devono essere ancora risolti e, anche se la prima serie è ormai conclusa, presto arriverà in Italia la seconda, la quale promette di essere piena di risposte ma anche di nuovi intrighi, come in ogni telefilm che si rispetti. Anna Priviero P.S.: Chiedo perdono ma non posso essere sicura al 100% della correttezza ortografica inglese dei nomi dei protagonisti… Sono certa che se qualcuno di voi troverà qualche incoerenza di ogni tipo, me la farà certamente notare… confido nella vostra memoria ma soprattutto nel vostro impeccabile inglese. cinema La marcia dei pinguini fetto, fedeltà, cura della prole, difesa della vita. Insomma, la trasposizione in chiave "animalesca" di una relazione ideale. E' da sottolineare comunque che non tutti concordano in questa visione che sa un po' di vecchio e superficiale. Ad ogni modo la fortuna del film è da imputarsi alla maestria dimostrata nel girare le scene che per altro sono riprese dal vivo (e quindi al gelo, non in uno studio), alla capacità del narratore e infine al soggetto rappresentato. E' infatti da notare che i pinguini hanno fatto la fortuna anche di altri film ultimamente; come non ricordare "Madagascar", recente film di animazione in cui un gruppo di animali fugge da uno zoo, utilizzando il piano di evasione studiato da tre "uccelli in frac" desiderosi di raggiungere l'Antartide? O ancora, "Pinguini alla riscossa", altra avvincente storia sull'affetto familiare e le avventure incontrate da una famigliola di pinguini per trovare la figlia rapita? In conclusione, questi uccelli e i loro tenerissimi cuccioli riscuotono il loro meritato successo, ricordandoci che una vita vale tutte le peripezie e gli ostacoli incontrati! Il film del francese Luc Jaquet, "La marcia dei pinguini", nei nostri cinema da metà novembre, racconta la storia del pinguino imperatore che ogni anno deve affrontare incredibili peripezie: maschi e femmine marciano per moltissimi giorni nel gelo delle regioni del Polo Sud per incontrarsi lo stesso giorno alla stessa ora nel medesimo posto... è l'inizio della magia. Non ovviamente quella alla "Harry Potter", fatta di baccette magiche ed incantesimi, ma la magia del cuore. E' la magia dell'amore; i maschi, in netta minoranza, vedono contesi i propri favori dalle compagne e quando finalmente le coppie sono formate inizia la danza! Le uova deposte dovranno essere accudite pazientemente e soprattutto tenute al caldo, il clima rigido (-40°!!) potrebbe creparle; i neogenitori si alternano nella protezione dell'uovo ma molte insidie sono in agguato! Oltre tutto le femmine, stremate, necessitano di cibo e si avventurano in quella che è un'altra marcia per nutrirsi e procurarsi qualcosa anche per i piccoli... sempre ammesso che al loro ritorno li trovino. Chissà, le uova potrebbero essersi rotte, oppure i piccoli essere congelati, o mangiati dai predatori, o ancora... Come ci viene ricordato all'inizio del film dalla calda voce di Fiorello, narratore della vicenda, "La marcia dei pinguini" pur essendo un documentario è soprattutto una storia d'amore. Alcuni critici hanno visto nello stile di vita di questi animali un'esaltazione del riconoscimento della famiglia e di tutti i valori ad essa legati: af- Anonimo Il produttore esecutivo tiene a far sapere che questo articolo, ritenuto di gran pregio, è stato realizzato da una persona esterna alla redazione. Animo, gente! 24 Sottobanco Giochi enigmistici per passare il tempo durante le lezioni noiose. 1 1. Particella di carica negativa. 8. Unione vantaggiosa per tutti i membri. 10. Trento in automobile. 11. Il Radon. 12. Riunisce gli automobilisti. 14. La scienza dell’orecchio. 17. Gli estremi del nadir. 18. Felici, pimpanti. 19. Ricevuta di Ritorno. 21. Lanciavano i giavellotti nell’esercito romano. 25. Sono celati dall’esca. 26. Un seme delle carte da scopa. 27. Il massimo tribunale ateniese. 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 14 15 17 16 18 21 22 25 13 19 23 20 24 26 VERTICALI 27 1. Paese baltico. 2. Vivace mammifero acquatico. 3. Il cuore dell’ipotecario. 4. Possono essere precisi o mancini. 5. Gli arnesi col becco. 6. Sono pari nell’orata. 7. La fine del boa. 9. In testa ai fiorentini. 12. Al centro della baia. 13. I trasporti di carnevale. 1 1 7 8 10 11 14 2 3 4 15. 16. 20. 22. 23. 24. 5 6 9 12 15 18 9 15 13 16 17 19 Rosa pallida. Contraddistingue i vari tipi di matrimonio. Il padre del principe. Colla maiuscola, è la grande caloria. Riunisce i matematici nostrani. Dividono il giorno. 15. Matura in estate. 16. Solleva dall’afa. 18. Scaldacqua ad accumulazione. 20. C’è quello di testa e quello di denti. 21. Nella piovra e nella seppia. 22. Assicurazione contro le malattie, pagata sino al 1977. 24. Le ha doppie il carrello 25. È opposto al perielio. 27. Solido con otto facce. 20 Parole crociate VERTICALI 21 22 25 23 23 20 24 26 27 ORIZZONTALI 1. Il training che distende e rilassa. 8. La corda dei marinai. 10. Allievo Sottufficiale. 12. È elettronicamente carico . 13. Siracusa. 14. La sigla dell’Agenzia Telegrafica Ungherese. 11. 13. 15. 17. 19. 23. 25. 26. 25 1. Al centro della ruga. 2. Tu… francese. 3. Compatta, uniforme. 4. Il massimo grado militare. 5. Distribuisce l’elettricità. 6. I confini del Nebraska. 7. Converte le valute. 9. La pasta dei dolci. Portico greco. L’appellativo dei divi. Sono pari nei fini. Aeronautica Militare Lo ski porta in cima alla pista. A Londra sta per metà. Asti. In testa all’orco. Parole crociate a schema libero ORIZZONTALI 1 2 3 4 5 10 6 7 11 14 15 13 16 Parole crociate 17 18 19 20 21 22 23 VERTICALI ORIZZONTALI 1. Mantenere la parola data. 10. Antichi cantori. 11. Il suo simbolo è Er. 12. La televisione nazionale. 13. Prefisso che varia. 14. Caltanissetta. 15. Matura in estate. 17. Dispositivo che rallenta. 18. Il centro di Oporto. 19. Fiorisce in primavera. 20. Rapì Persefone. 21. La città tedesca. 22. Lo costituiscono le mogli degli sceicchi. 23. Cadere urtando. 1. Il giardino della villa. 2. Il più noto undici madrileno. 3. Quelle barbare sono di Carducci. 4. Sono pari negli ambi. 5. Si cura con un vaccino. 6. Può avere molte carrozze. 7. Fiume iberico. 8. È famoso il suo carnevale. 9. L’Obraztsova soprano (iniz.). 13. Lo è la nostra postura. 15. Le tacche sul termometro. 16. Deliziosa è la caramel. 17. Il vestito colla coda biforcuta. 18. Scorre in Slesia e in Brandeburgo. 19. La Malaysia. 20. Grande pappagallo variopinto. 21. È il cuore dell’Asia. 22. Le prime degli Apache. Magister Dixit: Bonato (II) • • • • • 9 11 12 21 8 Nei compiti vi do venti minuti, basta che poi quando ritiro non mi diciate “Eh, il mio orologio è collegato con l’istituto Ferrari di Torino, dove c’è l’orologio atomico, il suo è in anticipo di due minuti, lo può buttare nel cesso e tirare l’acqua”! Finite le scuole alimentari, ti ritrovi in prima media, poi c’è l’orientamento, le coccole, i bacini… ti spiegano dov’è il bagno, dove fare la pipì… Basta che scrivano sulla porta “cesso”, così si orientano da soli! Non vi do voti come uno e mezzo, due e mezzo, solo voti interi. Non intendo masturbarmi il cervello con voti tipo cinque meno meno, sei più più stronzo dell’altro!! Una volta le certezza te le davano, a legna- • • • • • 26 te! O ti svegliavi fuori, o eri fottuto! Gli arrotondamenti vanno fatti in base alle solite robe, l’interesse, la partecipazione, non rompe le palle durante la lezione… Una volta, quando andavo a scuola, prendevo voti come “dal cinque e mezzo al sei più più”… Ma che cazzo vuol dire?! Barbato… chi è Barbato? Massiccio, che si è imbucato là in fondo… Il metodo di studio originale è stare col culo sulla sedia. Il metabolismo, le ossidoriduzioni… sto parlando di fantascienza in questo momento… Se al momento della verifica uno mi alza la mano e mi dice “questo argomento non l’ho capito”, mi vien da rispondere in modo estremamente volgare: cazzi tuoi! Avanzavano pagine, perciò adesso vi toccano le Menate sul contenuto delle quali il direttore declina ogni responsabilità Migliaia di pezzenti al giorno d’oggi pensano di poter prevedere il futuro, ma solo pochi, baluardi della vera sapienza, possono permettersi di scrivere un oroscopo ben fondato ed efficace! Così, reduce da una tradizione millenaria, il sottoscritto si concede a voi come vate, per aiutare a rendere meno pesante, il difficile cammino della vita di questo anno. Ecco a voi: L’ OROSCOPO TATTICO DELLO STUDENTE ONLY BY GIULIUS CRUNCH! guardi fuori dalla finestra lo riesci anche a vedere è quello con le luci che fa quello strano boato; comunque poiché marte è il dio della guerra, questo è un momento propizio per le risse, dedica le tue attenzioni ai prof vedrai che ti alzeranno i voti delle materie, (per quanto riguarda quello in condotta con un sette in fondo sei sempre sufficiente) ARIETE -studio: in questo momento(cioè quello in cui sto scrivendo) giove si trova nell’inclinazione ciusta quindi approfittane, se ti impegnerai potrai avere dei risultati. Sempre che i prof non siano di manica stretta -amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, guance rosse e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, camminata superba barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lui: lascia perdere tagliati i capelli e va a lavorare -amore per lui: è un ottimo periodo per sperimentare esperienze omosessuali TORO -studio: i pianeti parlano chiaro, sei troppo intelligente per sprecarti nello studio, ma non preoccuparti un influsso benefico ti accompagnerà per tutto l’anno in particolare se sei nato intorno alle tre meno dieci del 17 maggio CANCRO -studio: la vita è a scale c’è chi scende e c’è chi sale l’importante è che tutto questo movimento rassoda i glutei che sono fondamentali per avere un bel voto in educazione fisica. Dai che forse ti alzi un po’ la media! -amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, sorriso solare e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, spalle larghe e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lui: quelli come te non hanno bisogno di conferme quelli come te non devono chiedere mai, in particolare se sei nato intorno le 14.50 del 17 maggio (le stelle parlano chiaro!) - amore per lui: gli ormoni che si trovano nel sudore ascellare eccitano l’altro sesso ora che lo sai approfittane per mettertene un po’ dietro le orecchie, venere è nel tuo segno muoviti! GEMELLI -studio: marte sta attraversando il tuo segno se 27 -studio: le stelle promettono molto bene per i nati sotto il segno dello scorpione in tutte le materie, MA! Se prediligete le materie di stampo scientifico allora: sciagura a te! Sciagura a te! LEONE -studio: se pensi che i bei voti siano tutto nella vita ti sbagli di grosso: Einstein è stato bocciato in matematica, quindi cala la cresta oppure: sciagura a te! Sciagura a te! (mercurio è inflessibile da questo punto di vista) -amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, assetto poderoso e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lei:troverai l’uomo della tua vita, è sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, sopracciglia non esageratamente folte e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lui: male molto male, l’assetto solare in contrapposizione con i moti millenari crea un malvagio ma efficace influsso sul tuo … in fondo c’hai rinunciato fino ad ora non sarà così pesante rinunciarci per un altro anno -amore per lui: la posizione delle stelle in afelio contrapposto al sistema luni-solare in movimento assoluto significa che questo è il periodo giusto per rimorchiare, se riuscirai ad ottenere 6853 numeri di cell entro la fine della stagione avrai uno 0,0003% di possibilità di trovare la donna della tua vita! Orsù reffati! SAGITTARIO -studio: secondo l’antica conoscenza tutti i nati sotto il segno del sagittario hanno una mira infallibile con l’arco e le frecce, ora che sei a conoscenza di questo tuo lato le stelle ti invitano ad approfittane per applicarlo nella vita scolastica, non so come ma so che puoi farcela, perché le stelle hanno fede in te! VERGINE -studio: per tutto l’anno l’influsso negativo delle costellazioni avversarie non ti darà pace, sentirai come un fischio nelle orecchie che non ti permetterà di studiare, ma non preoccuparti a giugno le cose cambieranno e potrai dimostrare ai prof chi sei veramente! -amore per lei:troverai l’uomo della tua vita, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, passo sicuro ed elegante e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, voce suadente e riappacificante e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lui: una vecchia fiamma ricomparirà dal tuo passato è alto di colore e con molti centimetri di simpatia, approfittane forse è l’occasione che aspettavi da tempo. -amore per lui: se hai già la ragazza la perderai, se non hai la ragazza la troverai, se troverai la ragazza lei troverà il suo ex, se trovi il suo ex e questo ci sta, allora troverai la felicità! CAPRICORNO -studio: mercurio sta entrando nel vostro segno e vi invita a passare di più i compiti ai vostri compagni di classe, anche quando la cosa vi sembrerà impossibile non abbiate paura i prof apprezzeranno il vostro ingegno (sembrano cattivi ma le stelle assicurano che è solo una mancanza di affetto) BILANCIA -studio: le persone della bilancia sono caratterizzate da un forte equilibrio interiore e dalla capacità di distinguere un chilo di paglia da un chilo di piombo, diffida quindi dei voti alti e di quelli bassi, ricorda che le stelle dicono: “la perfezione sta’ nel mezzo”, quindi sbrigati ad abbassare la tua media a 6! -amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, di animo profondo e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lei:troverai l’uomo della tua vita, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, sguardo da bambino e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lui: l’influsso di saturno ti porta a marcare eccessivamente il tuo territorio, ciò potrebbe portarti all’ossessione e alla gelosia, l’oroscopo ti invita ad essere più permissivo con la tua dolce metà, a fidarti di lei e non preoccuparti se frequenta un ragazzo alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana… -amore per lui: per il segno della bilancia quest’anno è pieno di insidie e di trappole, quindi segui il consiglio dell’oroscopo, se devi metterti insieme ad una, fallo dopo san Valentino, così risparmi un regalo (Giulius docet) ACQUARIO -studio: tutto scorre liscio come l’olio, sembra SCORPIONE 28 che nulla cambierà la vostra routine ma qualcosa sta cambiando in voi, infatti con il bombardamento di radiazioni cosmicissime provenienti da saturno, sentite come il bisogno di sfogarvi; picchiate pure il primo che passa per il corridoio, il vostro migliore amico o il vostro prof di italiano, le stelle assicurano, che capiranno i vostri sentimenti e non reagiranno alle vostre violenze (provare per credere), per questo infatti vi saranno alzati i voti! PESCI -studio: avete appena smesso di studiare e gia volete ricominciare? Pazzi! La conformazione del cielo è evidente: se un amico vi chiederà di suonare con lui perchè ha appena imparato a suonare “under the bridge” dei red hot chili peppers non rifiutate il suo invito e rinunciate allo studio piuttosto, altrimenti il lato oscuro degli astri vi costringerà a traslocare! -amore per lei: troverai l’uomo della tua vita,è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, espressione sorniona e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, raffinatezza del linguaggio e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica -amore per lui: uffa, che palle sono stanco di sparare c…ehm…ehm.. consultare il cielo… tuttavia cercherò di fare un ultimo sforzo, vediamo cosa dicono le stelle…uhm… bè ma è evidente: TAGLIATI I CAPELLI E VAI A LAVORARE! -amore per lui: urano è entrato nella vostra costellazione e vi invita a smetterla con le timidezze e a sfoderare il vostro potenziale e la vostra attrezzatura. Abbigliamento consigliato: impermeabile grigio. Ora che la coscienza intrinseca alle cose si è rivelata per mezzo di me illuminando il vostro cammino io mi ritiro: che la forza sia con voi… Adios amigos. Crunch 5ª A: I PROFESSORI IN FILASTROCCA Una prof dal nome ignoto va cantando: “Son Bella io, come mi ha fatto il buon Dio! Non di fisico, ma di mente Come la Furlan dice così sapiente!” Flego invece dall’angolo suo insinua sempre: “I De Conti qui non tornano per niente!” Forse, avranno preso lo Scuola-Bis Con fermata Via di Nello, dove Paggi nei paraggi urla e grida: “Lazzaroni…chi la Fava l’aspetti!!!!!” Firmato: LACCAL 29