Scenario macroeconomico e mercato immobiliare

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Scenario macroeconomico e mercato immobiliare
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Scenario macroeconomico e
mercato immobiliare
A cura dell’Ufficio Studi IDeA FIMIT sgr
Settembre 2013
A cura dell’Ufficio Studi
Sommario
1. Scenario macroeconomico ........................................................................................... 2
1.1. Primi segnali di ripresa .......................................................................................... 2
1.2. La stretta creditizia continua a deprimere l’economia ........................................... 3
2. Mercato immobiliare ..................................................................................................... 3
2.1. Cresce l’interesse verso i paesi periferici .............................................................. 3
2.2. Fondi sovrani: un’opportunità interessante ........................................................... 5
09/10/2013
1
A cura dell’Ufficio Studi
1. Scenario macroeconomico
1.1. Primi segnali di ripresa
Anche se per l’Italia si prospetta una contrazione del prodotto
interno lordo dell’1,8% su base annua nel 2013, lo scenario
recessivo sembra finalmente volgere al termine. Oltre ai
mercati finanziari ed ai rendimenti dei titoli di stato dei paesi
periferici, anche l’economia reale inizia ad essere interessata
dai primi segnali positivi e si prevede che dal prossimo
trimestre potrebbe terminare la contrazione economica.
Nonostante i segnali positivi e le aspettative di una imminente
fase di lenta ripresa economica, occorre considerare che
l’economia italiana ha perso molto terreno negli ultimi cinque
anni e occorreranno non pochi anni prima di ritornare ai livelli
raggiunti nel 2007. La componente che più di tutte ha
condizionato la nostra economia è stata la contrazione degli
investimenti privati, principalmente da attribuire alla stretta
creditizia ed al rallentamento della domanda estera (Fig. 1.3).
Fig. 1.3: Andamento del prodotto interno lordo e degli
investimenti privati dal 2007 ad oggi
Fig. 1.1: Variazione su trimestre precedente del prodotto
interno lordo italiano (%)
Prodotto interno lordo Italia
Prodotto interno lordo Germania
105,0
1,5
1,0
0,5
0,0
-0,5
-1,0
-1,5
-2,0
-2,5
-3,0
-3,5
-4,0
100,0
Investimenti privati Italia
103,3
-8,3%
91,7
95,0
90,0
85,0
80,0
73,5
75,0
dic-07
mar-08
giu-08
set-08
dic-08
mar-09
giu-09
set-09
dic-09
mar-10
giu-10
set-10
dic-10
mar-11
giu-11
set-11
dic-11
mar-12
giu-12
set-12
dic-12
mar-13
giu-13
set-13
dic-07
mar-08
giu-08
set-08
dic-08
mar-09
giu-09
set-09
dic-09
mar-10
giu-10
set-10
dic-10
mar-11
giu-11
set-11
dic-11
mar-12
giu-12
set-12
dic-12
mar-13
giu-13
70,0
Fonte: Istat
In Europa, si registra una ripresa di fiducia di consumatori e
imprese e, soprattutto in Italia, iniziano ad arrivare importanti
segnali positivi: l'indice della produzione industriale è in
leggero rialzo da 91,3 di maggio a 91,6 di giugno (2010=100)
e l'indice di fiducia dei consumatori varia da 86,4 di maggio a
98,3 di agosto, mentre quello delle imprese passa da 88,9 a
92,9 (2005=100). L’Italia si presenta anche con un indice
manifatturiero in ripresa (indice PMI superiore a 50 e ai
massimi da 27 mesi, Fig. 1.2).
Fig. 1.2: Indici PMI manifatturiero in Italia, Germania e
Regno Unito (se >50 indica crescita) e indice di fiducia
delle imprese italiane (2005=100)
65
Indice PMI Italia
Indice PMI Germania
Indice PMI Regno Unito
Indice di fiducia Italia
60
55
50
45
40
Fonte: Istat
09/10/2013
105
103
101
99
97
95
93
91
89
87
85
Fonte: Istat, German Federal Statistic Office
Tra tutti i settori della nostra economia, quello che ha
registrato una contrazione maggiore degli investimenti è il
settore delle costruzioni (-3,9% nel primo trimestre del 2013,
la contrazione maggiore dal quarto trimestre del 2008), che
continua a rappresentare la minaccia più temibile per la
ripresa.
Continua a destare preoccupazione l’elevato tasso di
disoccupazione italiano, al 12,1% in agosto, in linea con il
mese precedente, ma in aumento di 1,3 punti percentuali
rispetto a un anno fa (quasi raddoppiato dal 2007) e previsto
ancora in rialzo nei prossimi due trimestri.
In questa fase di fragile congiuntura economica si rendono
necessarie importanti riforme per sostenere la domanda
interna e gli investimenti delle imprese, creare posti di lavoro,
soprattutto per i giovani per i quali il tasso di disoccupazione
ha raggiunto circa il 40%, e, attenuare la pressione fiscale.
Tutto questo senza mai perdere di vista il bilancio dello Stato,
il cui deficit per l’anno corrente si prospetta sempre più
elevato, con rischio concreto di superare la soglia psicologica
del 3% del Pil. Tale condizione vanificherebbe i sacrifici
derivanti dalle politiche di austerity implementate e porterebbe
la Commissione Europea a valutare una riapertura della
procedura per deficit eccessivo a carico dell’Italia.
L’incertezza sulla stabilità dell’attuale governo, oltre a
ritardare ulteriormente le riforme strutturali necessarie,
potrebbe generare nuove tensioni sui mercati finanziari e sugli
spread dei paesi periferici comportando un costo maggiore
per gli interessi da corrispondere sui titoli di stato. Basti
pensare che nel 2012 l’Italia ha pagato 84,8 miliardi di euro di
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A cura dell’Ufficio Studi
interessi sul proprio debito, circa 20 miliardi di euro in più
della Germania (quasi il doppio rispetto ai circa 11 miliardi di
euro in più pagati nel 2011) e circa 32 miliardi di euro in più
della Francia. Ogni anno vengono collocati tra i 400 e i 500
1
miliardi di euro di nuovi titoli di stato , una rinegoziazione dello
2
stock dei circa 1.742 miliardi di euro di debito esistente sotto
3
forma di titoli di stato (BOT, CTZ, BTP e CCT) ad un
rendimento inferiore di un punto percentuale, richiederebbe
circa 4 anni e potrebbe teoricamente portare ad un risparmio
cumulativo per le casse dello di stato di circa 16 miliardi di
euro.
Fig. 1.5: Variazione dei prestiti
finanziarie (YoY %)
Italia
Francia
alle imprese non
Germania
Spagna
10
5
0
-5
-4,4
-10
-15
-20
1.2. La stretta
l’economia
creditizia
continua
a
deprimere
Fonte: BCE
La stretta del sistema creditizio continua a penalizzare
pesantemente l’economia italiana e il settore immobiliare in
particolare. Le sofferenze delle banche italiane segnano nuovi
massimi. A giugno 2013, secondo il rapporto ABI, le
sofferenze lorde sono risultate pari ad oltre 137,7 miliardi di
euro, in crescita del 10% da inizio anno e del 22% negli ultimi
12 mesi.
Fig. 1.4: Sofferenze delle banche italiane
Sofferenze lorde (€ mld)
Sofferenze lorde / Impieghi escluso interbancario (%)
150,0
125,0
130,0
107,2
110,0
7,0
6,5
90,0
78,0
70,0
50,0
137,7 8,0
7,5
59,0
41,0
30,0
6,0
5,5
5,0
4,5
Non arrivano segnali positivi per il credito alle imprese; a
luglio si registra una nuova contrazione per i prestiti delle
banche al settore privato. I dati diffusi dalla Banca Centrale
Europea mostrano un calo su base annua intorno al -4,4%, un
dato in linea con quello registrato a giugno.
Banca d’Italia, Risultati dei collocamenti, Aste dal 2002 al 2012
2
Banca d’Italia, Supplementi al Bollettino Statistico, Finanza pubblica,
fabbisogno e debito n. 43
3
Circa un sesto del debito pubblico non è finanziato da titoli di stato,
ma da prestiti, depositi, monete circolanti e obbligazioni di enti
controllati dall’Amministrazione centrale.
09/10/2013
L’unico modo per stimolare la ripresa economica ed arrestare
la crescita delle sofferenze bancarie, è consentire che i flussi
di liquidità a basso costo della BCE raggiungano direttamente
l’economia reale.
4,0
Fonte: ABI
1
Il dato sull’inflazione tedesca, inferiore alle aspettative, non
dovrebbe spingere la BCE verso una stretta monetaria
anticipata. Almeno in Europa, i tassi dovrebbero rimanere
bassi a lungo, anche se si teme che la politica di uscita dalla
politica monetaria espansiva della Federal Reserve, le cui
modalità saranno presentate il prossimo 18 settembre, possa
causare un rialzo dei tassi e influenzare le politiche delle altre
banche centrali. Non si prevede un nuovo intervento di
riduzione dei tassi di prestito da parte della BCE, ma si fanno
largo ipotesi di una nuova emissione di liquidità attraverso un
piano di rifinanziamento a lungo termine a basso costo (Very
Long Term Refinancing Operations) finalizzato a supportare il
credito alle imprese e a mantenere bassi tassi di interesse
interbancari.
2.
Mercato Immobiliare
2.1. Cresce l’interesse verso i paesi periferici
Gli investimenti diretti in immobili non residenziali in Europa,
nel secondo trimestre 2013, sono pari a 32,6 miliardi di euro
in crescita del 6% rispetto al trimestre precedente e del 22%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il secondo
trimestre del 2013 si presenta come il miglior secondo
trimestre, in termini di volumi transati, dal 2007.
Gli investimenti nell'immobiliare commerciale di Portogallo,
Italia, Irlanda e Spagna, quattro dei PIIGS (le economie più
colpite dalla crisi dell'Eurozona), si sono risollevati durante il
secondo trimestre del 2013. Secondo CBRE, questi mercati
hanno registrato un totale cumulato di 2,5 miliardi di euro di
attività d'investimento, in crescita rispetto al risultato di
neanche 1 miliardo di euro del secondo trimestre 2012. Anche
3
A cura dell’Ufficio Studi
se prevedibile, considerate le cifre esigue di un anno fa,
l’incremento rappresenta comunque un risultato significativo.
attestata sul valore di 42 milioni di euro, decisamente
5
superiore ai 20 milioni registrati nel 2012 .
I segnali positivi riguardano soprattutto l’andamento delle
compravendite commerciali in Italia e Spagna, che hanno più
che raddoppiato il volume degli investimenti rispetto al
trimestre precedente. Insieme Italia e Spagna hanno
rappresentato, nel secondo trimestre 2013, il 7,3% dell’attività
di investimento a livello europeo, che si confronta con il 3,1%
del primo trimestre 2013. Tale risultato è in linea con la quota
media coperta dai due paesi all'interno del mercato europeo
4
nell'ultimo decennio .
I volumi attesi in Italia dai principali operatori per la fine
dell’anno, considerando le transazioni in pipeline, si aggirano
attorno ai 3 miliardi di euro, vale a dire un riavvicinamento del
settore alle performance medie del triennio 2009-2011 (volumi
di poco superiori ai 4 miliardi di euro). Malgrado la difficile
situazione economica dell’Italia e l’attuale incertezza del
quadro politico, il mercato degli investitori internazionali si
dimostra pronto a cogliere le migliori opportunità presenti sul
nostro territorio.
Fig. 2.1: Andamento delle compravendite non residenziali
in alcuni dei principali paesi europei
Nonostante in Italia si registri un ritorno di interesse da parte
di grandi investitori internazionali, come Allianz, Axa e
Blackstone (secondo recenti rumors sta acquistando due
immobili commerciali nel nord Italia per circa 220 milioni di
euro ed è attualmente in fase di trattativa in esclusiva per
l’acquisto della sede del Corriere della Sera in via Solferino a
Milano per una cifra che si aggira intorno ai 120 milioni di
euro), il numero di grandi transazioni, anche se in crescita,
presenta ancora un’incidenza molto bassa sul totale europeo.
-14%
3%
11,0
11,4
6,8
5,9
22%
2,6
186%
3,1
127%
1,0
0,6
0,3
1Q13 2Q13
Regno Unito
1Q13 2Q13
Germania
1Q13 2Q13
Francia
1,4
1Q13 2Q13
Spagna
1Q13 2Q13
Italia
Fonte: CBRE
Fig. 2.3: Numero di compravendite immobiliari superiore
a 100 milioni di euro in Europa
Nella prima parte del 2013 il mercato degli investimenti nei
paesi periferici dell'Europa ha visto la predominanza degli
operatori internazionali, quasi il 60% dell'attività di
compravendita in Italia, Spagna e Irlanda ha visto protagonisti
esteri. Il dato, nel solo secondo trimestre del 2013, per Italia e
Spagna raggiunge circa 80%, indicando un generale aumento
della fiducia tra gli investitori europei.
Italia
4
3%
Regno Unito
44
33%
Russia
10
8%
Fig. 2.2: Provenienza degli investimenti in alcuni dei
principali paesi europei (%)
Svezia
9
7%
100
Investitori non EU
80
Altro
19
14%
Norvegia
7
5%
Francia
14
10%
Germania
27
20%
Fonte: CBRE
60
Altri investitori EU
40
20
Investitori locali
0
Regno Germania Francia
unito
Spagna
Italia
Fonte: CBRE
Grazie a significative transazioni nel corso del secondo
trimestre, il volume degli investimenti in Italia a fine giugno si
attesta sullo stesso livello dei dodici mesi del 2012. Questo è
stato possibile grazie all’importante transazione conclusa dal
fondo sovrano del Qatar che è entrato nel progetto Porta
Nuova a Miliano con un investimento stimato in 600 milioni di
euro.
L’attività d’investimento nel settore immobiliare in Italia, come
già evidenziato, ha registrato un importante trend di crescita
nel secondo trimestre, confermando l’accenno di ripresa
emerso nel primo trimestre. Il volume investito nella prima
metà dell’anno è di poco superiore a 2 miliardi di euro, in
crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2012: il
numero di transazioni è aumentato e la dimensione media si è
4
CBRE, European Capital Markets 2013 Q2
09/10/2013
5
CBRE, Italy Investment Q2 2013
4
A cura dell’Ufficio Studi
Tab. 2.1: Principali compravendite immobiliari non
residenziali del primo semestre 2013 in Italia
Immobile
Tipologia
40% Progetto Porta
Misto
Nuova Milano
Sede Provincia
Uffici
Roma
Ex palazzo Unione
Retail
Militare Roma
Four Season Hotel
Hotel
Firenze
CBD Milano/Roma
Uffici
Viale Struzo 35
Uffici
Milano
C.so Vittorio
Retail
Emanuele Milano
Gran Shopping
Commerciale/
Mongolfiera Bari
GDO
Bodio Center Milano
Uffici
Prezzo
€ mln
600
219
180
Acquirente
Venditore
Qatar Holding
Hines SGR
BNP REIM - Fondo BNP REIM - Fondo
provincia di Roma
Upside
H&M
90
83
Antirion SGR
Generali RE
68
Passarella
Beni Stabili SGR
65
Privato
Foruminvestitalia
64
Axa RE
Aberdeen AM
Fintecna, Fingen
-
Fonte: CBRE, Il Quotidiano Immobiliare
Si registra una significativa riduzione della destinazione d’uso
retail che nel primo semestre rappresenta poco meno del
20% degli investimenti complessivi, probabilmente a causa
dei timori legati alla riduzione dei consumi.
Per quanto concerne i mercati principali, Roma e Milano
continuano ad attrarre una concentrazione sempre maggiore
degli investimenti, circa l’80% nel primo semestre 2013,
6
rispetto a circa il 60% medio storico . L’assorbimento di spazi
per ufficio a Milano nel secondo trimestre del 2013 ha
raggiunto i 45.600 mq, un calo di oltre il 24% rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno. Il dato semestrale si attesta
intorno a 74.000 mq, una contrazione del 37% rispetto allo
stesso periodo del 2012. Il vacancy rate rimane
sostanzialmente in linea con quello del trimestre scorso, sul
livello del 12,2%. Rispetto allo scorso anno l’attività di
sviluppo è in rallentamento e nessun nuovo completamento di
spazi è stato registrato nel trimestre. L’assorbimento
registrato a Roma nel secondo trimestre dell'anno si attesta
sul livello di circa 55.400 mq, un aumento del 25% rispetto al
trimestre precedente. Il valore semestrale si colloca sul livello
di quasi 100.000 mq, in deciso miglioramento rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno.
Al risultato trimestrale ha contribuito, ancora una volta,
prevalentemente un’unica transazione: il consolidamento
annunciato nei mesi passati nella nuova sede di BNP Paribas,
che sorgerà nei pressi della Stazione Tiburtina FS, per un
totale di 42.000 mq. Il vacancy rate si mantiene stabile sul
livello dell' 8,2% e lo stock è rimasto invariato. Il livello
potenziale di sviluppi futuri rimane in linea con quello stimato
7
nei mesi passati .
Per quanto riguarda i rendimenti non si registrano variazioni
per il segmento prime sia per quanto riguarda la destinazione
d’uso uffici 6,0% a Milano e 6,25% a Roma, sia per quella
retail: 5,75% la destinazione d’uso High Street e 7,0% i centri
6
7
BNP Paribas RE, Investimenti in Italia Q2 2013
CBRE, Milan/Rome Office Markets Q2 2013
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2.2. Fondi sovrani: un’opportunità interessante
Benetton
Famiglia Reale
Qatar
Allianz
150
commerciali per entrambi. Diversamente per i prodotti non
prime, sembrano arrivare importanti segnali di repricing,
anche nei mercati principali: secondo alcuni rumors la
transazione del Bodio Center di Milano, portata a termine da
Axa, ha avuto un’entry yield quasi a doppia cifra.
I segnali positivi che arrivano dal mercato immobiliare italiano,
sono da ricondurre, più che agli investitori storici di questo
settore, al crescente interesse da parte di grandi operatori
internazionali e, soprattutto ai fondi sovrani. Questi ultimi
rappresentano una grande opportunità per l’Italia, anche
considerando che gli enti previdenziali e le casse privatizzate,
stanno progressivamente riducendo l’interesse verso gli
investimenti immobiliari. Enasarco, ad esempio, ha di recente
annunciato un piano di investimento in BTP per 250 milioni di
euro.
Come è ormai noto, il problema principale del mercato
immobiliare è rappresentato dalla scarsa liquidità, che
viceversa non rappresenta un problema per i fondi sovrani. Il
loro patrimonio, a livello globale, a fine marzo ammontava a
5.300 miliardi di dollari (circa il 30% rappresentato dai paesi
del medio oriente aderenti al Consiglio di Cooperazione del
Golfo Persico), quasi 3 volte le masse gestite dagli Hedge
Fund e circa il 7% del prodotto interno lordo mondiale. Inoltre
le masse da loro gestite presentano un tasso di crescita molto
elevato (erano appena 1.200 miliardi nel 2002) e si stima che,
grazie alla crescita interna ed al trasferimento dei surplus
delle partite correnti dei relativi paesi, possano raggiungere
8
8.000 miliardi nel 2016 .
Tab. 2.2: Primi 10 fondi sovrani al mondo per masse
gestite ($ mld)
Paese
Fondo Sovrano
Norvegia
716
China
Government Pension Fund
Abu Dhabi Investment Authotiry
("ADIA")
SAFE Investment company
KSA
SAMA Foreign Holdings
533
China
482
Russia
China Investment Corporation
Hong Kong Monetary Investment
Portfolio
Kuwait Investment Authority
("KIA")
Government of Singapore
Investment Corporation
National Welfare Fund
China
National Social Security Fund
161
UAE
China- Hong Kong
Kuwait
Singapore
AUM ($ mld)
627
568
299
296
248
176
Fonte: SWF Institute, dati a marzo 2013
Secondo uno studio di Banca Monte dei Paschi, nel corso del
2012 gli investimenti dei fondi sovrani nel Bel Paese sono
8
Sovereign Investment Lab Università Bocconi, Annual Report 2012
5
A cura dell’Ufficio Studi
praticamente triplicati, passando dai 500 milioni di euro del
2011 agli attuali 1,5 miliardi.
nei paesi periferici, possono beneficiare di una remunerazione
più elevata per la loro liquidità.
L'indagine, che analizza le strategia di investimento di 62
fondi sovrani, rivela che tali soggetti oggi detengono
partecipazioni azionarie nel 36% delle società quotate
italiane. Praticamente il doppio rispetto alla percentuale di
partecipazioni azionarie detenute dai fondi sovrani nei titoli
francesi (19%) e tedeschi (17%).
Tra tutti i fondi sovrani, spicca tra tutti l’attività di investimento
condotta dal Qatar nel 2012, in particolar modo perché ha
interessato e continua ad interessare l’Italia.
Il fondo sovrano che ha scommesso maggiormente sull'Italia
è quello norvegese che, stando allo studio di Banca Monte dei
Paschi, è presente in Italia con investimenti in azioni pari a
4,7 miliardi di euro e in obbligazioni per 6,3 miliardi, 4,2
miliardi dei quali in Titoli di Stato.
Nel complesso gli investimenti dei fondi in Europa nel 2012,
hanno rappresentato, con 28 miliardi di dollari, circa il 50% del
totale investito. La Francia ed il Regno Unito nel 2012 sono i
primi paesi al mondo per capitale investo. Essi, a differenza
della Germania, garantiscono l’esenzione fiscale sugli
investimenti dei fondi sovrani e questo sembra influire
significativamente sulle scelte di investimento.
Fig. 2.4: Investimenti dei fondi sovrani in Europa nel 2012
($ mld)
Il fondo sovrano del Qatar gestisce circa 115 miliardi di dollari
di masse e nel 2012, nonostante non sia nella top ten dei
maggiori fondi sovrani, ha investito, con 37 operazioni, circa
17 miliardi di dollari, collocandosi al primo posto per volume di
investimento tra tutti i fondi sovrani e rappresentando circa il
29% del totale investito.
Tab. 2.3: Investimenti dei fondi sovrani superiori ad 1
miliardo di dollari nel 2012 ($ mld)
Fondo
Qatar Investment
Authority
China Investment
Corporation
Khazanah Nasional
Bhd
China Investment
Corporation
Qatar Investment
Authority
Twmasek Holdings
0
2
4
6
8
10
12
Regno Unito
11,8
Francia
10,1
Svizzera
2,3
Italia
1,5
Germania
1,1
Norvegia
Altro
14
Mubadala
Development
Company
Twmasek Holdings
Qatar Investment
Authority
Qatar Investment
Authority
Government Pension
Fund
Abu Dhabi Investment
Authority
Paese
Xstrata
Regno Unito Metalli preziosi
4,37
China Export & Credit
Insurance Corp.
China
Finanza
3,21
M+S Pte Ltd
Singapore
Immobiliare
2,79
Total SA
Francia
Total SA
Francia
Industrial and
Commercial Bank of
China
Centennial Asset
Brazillian Equity Fund
LLC
M+S Pte Ltd
FGP Topco Ltd
Total SA
Uetlihof office complex,
Zurich
Open Grid Europe
Gmbh
Settore
Valore
dell'operazione
($ mld)
Società acquisita
Petrolio e gas
naturali
Petrolio e gas
naturali
2,65
2,63
China
Finanza
2,31
Brasile
Metalli preziosi
2,0
Singapore
Immobiliare
1,86
Regno Unito Trasporti
1,45
Francia
Petrolio e gas
naturali
1,11
Svizzera
Immobiliare
1,08
Germania
Infrastrutture
& Utilities
1,01
Fonte: SWF Institute, database delle transazioni 2012
0,9
0,4
Fonte: Sovereign Investment Lab Università Bocconi
Il 2012, per i fondi sovrani, è stato l’anno degli investimenti nel
settore immobiliare, con 53 operazioni concluse dal valore
complessivo di 15 miliardi di dollari su circa 58 miliardi di
dollari investiti complessivamente. Gli investimenti in
operazioni immobiliari hanno registrato un aumento del 50%
rispetto al 2011. L’incidenza del comparto nel 2012 ha
raggiunto i massimi storici collocandosi al primo posto con il
26% del totale investimenti, superando di poco il settore
finanziario.
I motivi principali di questo fenomeno sono da ricondursi,
innanzitutto, alle caratteristiche di conservazione del valore di
lungo periodo degli investimenti immobiliari, specie
considerando gli elevati tassi di inflazione. In secondo luogo,
la correzione dei valori immobiliari negli ultimi cinque anni ha
reso il settore attrattivo per molti investitori che, considerando
i bassi tassi di interesse offerti oggi dai titoli di stato, anche
09/10/2013
A partire dal 2012 il fondo sovrano e la famiglia reale del
Qatar hanno intrapreso diversi investimenti immobiliari in
Italia: lo scorso anno sono stati investiti circa 600 milioni per
l’acquisizione di hotel in Costa Smeralda e, nel corso del
2013, sono stati acquisiti il Four Seasons di Firenze per circa
150 milioni di euro ed il 40% del progetto di sviluppo Porta
Nuova di Hines SGR per un valore stimato pari a 600 milioni
di euro. Inoltre, è in corso di completamento l’acquisizione
dell'edificio romano, situato nei pressi di Piazza di Spagna,
che ospiterà il nuovo flagship store del marchio di moda
Valentino da parte della famiglia reale del Qatar (che
attualmente possiede il 100% del capitale del marchio
italiano) per 40 milioni di euro.
Oltre al Qatar, anche altri fondi sovrani iniziano ad indirizzare i
propri investimenti sugli immobili italiani: il gruppo Dorchester
che fa capo alla Brunei Investment Agency sta perfezionando
l'acquisto del prestigioso Hotel Eden di Roma. La cifra che
dovrà essere pagata alla catena Starwood proprietaria della
struttura è di 105 milioni di euro. Si tratta della seconda
acquisizione in Italia del Sultano del Brunei dopo l'hotel
Principe di Savoia di Milano.
6
A cura dell’Ufficio Studi
I grandi investitori istituzionali rappresentano una opportunità
da non perdere, considerando l’assenza di liquidità del
mercato italiano e l’incremento costante dello stock in offerta.
All’offerta di immobili generata dalla nota questione dei fondi
immobiliari in scadenza e dal processo di valorizzazione del
patrimonio immobiliare pubblico, si aggiunge la crescente
offerta degli operatori privati. Sono sempre più numerosi gli
esempi di grandi aziende italiane che stanno annunciando
piani di valorizzazione dei propri asset. Tra questi: RCS,
Telecom, Enel, Ferrovie dello Stato ed Unipol.
Naturalmente, l’interesse dei grandi investitori internazionali,
continuerà a focalizzarsi sui prodotti di elevata qualità e
maggiormente liquidi (caratteristiche dettate da diversi
parametri come location, flessibilità e modernità dell’immobile,
ma anche dal possesso di certificazioni), che rappresentano
solo una parte marginale dell’offerta. Per questo è necessario
un importante processo di riqualificazione del prodotto
esistente.
Disclaimer
Le informazioni contenute nel presente documento (di seguito
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09/10/2013
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