Scenario macroeconomico e mercato immobiliare
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Scenario macroeconomico e mercato immobiliare
NEWSLETTER Scenario macroeconomico e mercato immobiliare A cura dell’Ufficio Studi IDeA FIMIT sgr Settembre 2013 A cura dell’Ufficio Studi Sommario 1. Scenario macroeconomico ........................................................................................... 2 1.1. Primi segnali di ripresa .......................................................................................... 2 1.2. La stretta creditizia continua a deprimere l’economia ........................................... 3 2. Mercato immobiliare ..................................................................................................... 3 2.1. Cresce l’interesse verso i paesi periferici .............................................................. 3 2.2. Fondi sovrani: un’opportunità interessante ........................................................... 5 09/10/2013 1 A cura dell’Ufficio Studi 1. Scenario macroeconomico 1.1. Primi segnali di ripresa Anche se per l’Italia si prospetta una contrazione del prodotto interno lordo dell’1,8% su base annua nel 2013, lo scenario recessivo sembra finalmente volgere al termine. Oltre ai mercati finanziari ed ai rendimenti dei titoli di stato dei paesi periferici, anche l’economia reale inizia ad essere interessata dai primi segnali positivi e si prevede che dal prossimo trimestre potrebbe terminare la contrazione economica. Nonostante i segnali positivi e le aspettative di una imminente fase di lenta ripresa economica, occorre considerare che l’economia italiana ha perso molto terreno negli ultimi cinque anni e occorreranno non pochi anni prima di ritornare ai livelli raggiunti nel 2007. La componente che più di tutte ha condizionato la nostra economia è stata la contrazione degli investimenti privati, principalmente da attribuire alla stretta creditizia ed al rallentamento della domanda estera (Fig. 1.3). Fig. 1.3: Andamento del prodotto interno lordo e degli investimenti privati dal 2007 ad oggi Fig. 1.1: Variazione su trimestre precedente del prodotto interno lordo italiano (%) Prodotto interno lordo Italia Prodotto interno lordo Germania 105,0 1,5 1,0 0,5 0,0 -0,5 -1,0 -1,5 -2,0 -2,5 -3,0 -3,5 -4,0 100,0 Investimenti privati Italia 103,3 -8,3% 91,7 95,0 90,0 85,0 80,0 73,5 75,0 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 mar-10 giu-10 set-10 dic-10 mar-11 giu-11 set-11 dic-11 mar-12 giu-12 set-12 dic-12 mar-13 giu-13 set-13 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 mar-10 giu-10 set-10 dic-10 mar-11 giu-11 set-11 dic-11 mar-12 giu-12 set-12 dic-12 mar-13 giu-13 70,0 Fonte: Istat In Europa, si registra una ripresa di fiducia di consumatori e imprese e, soprattutto in Italia, iniziano ad arrivare importanti segnali positivi: l'indice della produzione industriale è in leggero rialzo da 91,3 di maggio a 91,6 di giugno (2010=100) e l'indice di fiducia dei consumatori varia da 86,4 di maggio a 98,3 di agosto, mentre quello delle imprese passa da 88,9 a 92,9 (2005=100). L’Italia si presenta anche con un indice manifatturiero in ripresa (indice PMI superiore a 50 e ai massimi da 27 mesi, Fig. 1.2). Fig. 1.2: Indici PMI manifatturiero in Italia, Germania e Regno Unito (se >50 indica crescita) e indice di fiducia delle imprese italiane (2005=100) 65 Indice PMI Italia Indice PMI Germania Indice PMI Regno Unito Indice di fiducia Italia 60 55 50 45 40 Fonte: Istat 09/10/2013 105 103 101 99 97 95 93 91 89 87 85 Fonte: Istat, German Federal Statistic Office Tra tutti i settori della nostra economia, quello che ha registrato una contrazione maggiore degli investimenti è il settore delle costruzioni (-3,9% nel primo trimestre del 2013, la contrazione maggiore dal quarto trimestre del 2008), che continua a rappresentare la minaccia più temibile per la ripresa. Continua a destare preoccupazione l’elevato tasso di disoccupazione italiano, al 12,1% in agosto, in linea con il mese precedente, ma in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto a un anno fa (quasi raddoppiato dal 2007) e previsto ancora in rialzo nei prossimi due trimestri. In questa fase di fragile congiuntura economica si rendono necessarie importanti riforme per sostenere la domanda interna e gli investimenti delle imprese, creare posti di lavoro, soprattutto per i giovani per i quali il tasso di disoccupazione ha raggiunto circa il 40%, e, attenuare la pressione fiscale. Tutto questo senza mai perdere di vista il bilancio dello Stato, il cui deficit per l’anno corrente si prospetta sempre più elevato, con rischio concreto di superare la soglia psicologica del 3% del Pil. Tale condizione vanificherebbe i sacrifici derivanti dalle politiche di austerity implementate e porterebbe la Commissione Europea a valutare una riapertura della procedura per deficit eccessivo a carico dell’Italia. L’incertezza sulla stabilità dell’attuale governo, oltre a ritardare ulteriormente le riforme strutturali necessarie, potrebbe generare nuove tensioni sui mercati finanziari e sugli spread dei paesi periferici comportando un costo maggiore per gli interessi da corrispondere sui titoli di stato. Basti pensare che nel 2012 l’Italia ha pagato 84,8 miliardi di euro di 2 A cura dell’Ufficio Studi interessi sul proprio debito, circa 20 miliardi di euro in più della Germania (quasi il doppio rispetto ai circa 11 miliardi di euro in più pagati nel 2011) e circa 32 miliardi di euro in più della Francia. Ogni anno vengono collocati tra i 400 e i 500 1 miliardi di euro di nuovi titoli di stato , una rinegoziazione dello 2 stock dei circa 1.742 miliardi di euro di debito esistente sotto 3 forma di titoli di stato (BOT, CTZ, BTP e CCT) ad un rendimento inferiore di un punto percentuale, richiederebbe circa 4 anni e potrebbe teoricamente portare ad un risparmio cumulativo per le casse dello di stato di circa 16 miliardi di euro. Fig. 1.5: Variazione dei prestiti finanziarie (YoY %) Italia Francia alle imprese non Germania Spagna 10 5 0 -5 -4,4 -10 -15 -20 1.2. La stretta l’economia creditizia continua a deprimere Fonte: BCE La stretta del sistema creditizio continua a penalizzare pesantemente l’economia italiana e il settore immobiliare in particolare. Le sofferenze delle banche italiane segnano nuovi massimi. A giugno 2013, secondo il rapporto ABI, le sofferenze lorde sono risultate pari ad oltre 137,7 miliardi di euro, in crescita del 10% da inizio anno e del 22% negli ultimi 12 mesi. Fig. 1.4: Sofferenze delle banche italiane Sofferenze lorde (€ mld) Sofferenze lorde / Impieghi escluso interbancario (%) 150,0 125,0 130,0 107,2 110,0 7,0 6,5 90,0 78,0 70,0 50,0 137,7 8,0 7,5 59,0 41,0 30,0 6,0 5,5 5,0 4,5 Non arrivano segnali positivi per il credito alle imprese; a luglio si registra una nuova contrazione per i prestiti delle banche al settore privato. I dati diffusi dalla Banca Centrale Europea mostrano un calo su base annua intorno al -4,4%, un dato in linea con quello registrato a giugno. Banca d’Italia, Risultati dei collocamenti, Aste dal 2002 al 2012 2 Banca d’Italia, Supplementi al Bollettino Statistico, Finanza pubblica, fabbisogno e debito n. 43 3 Circa un sesto del debito pubblico non è finanziato da titoli di stato, ma da prestiti, depositi, monete circolanti e obbligazioni di enti controllati dall’Amministrazione centrale. 09/10/2013 L’unico modo per stimolare la ripresa economica ed arrestare la crescita delle sofferenze bancarie, è consentire che i flussi di liquidità a basso costo della BCE raggiungano direttamente l’economia reale. 4,0 Fonte: ABI 1 Il dato sull’inflazione tedesca, inferiore alle aspettative, non dovrebbe spingere la BCE verso una stretta monetaria anticipata. Almeno in Europa, i tassi dovrebbero rimanere bassi a lungo, anche se si teme che la politica di uscita dalla politica monetaria espansiva della Federal Reserve, le cui modalità saranno presentate il prossimo 18 settembre, possa causare un rialzo dei tassi e influenzare le politiche delle altre banche centrali. Non si prevede un nuovo intervento di riduzione dei tassi di prestito da parte della BCE, ma si fanno largo ipotesi di una nuova emissione di liquidità attraverso un piano di rifinanziamento a lungo termine a basso costo (Very Long Term Refinancing Operations) finalizzato a supportare il credito alle imprese e a mantenere bassi tassi di interesse interbancari. 2. Mercato Immobiliare 2.1. Cresce l’interesse verso i paesi periferici Gli investimenti diretti in immobili non residenziali in Europa, nel secondo trimestre 2013, sono pari a 32,6 miliardi di euro in crescita del 6% rispetto al trimestre precedente e del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il secondo trimestre del 2013 si presenta come il miglior secondo trimestre, in termini di volumi transati, dal 2007. Gli investimenti nell'immobiliare commerciale di Portogallo, Italia, Irlanda e Spagna, quattro dei PIIGS (le economie più colpite dalla crisi dell'Eurozona), si sono risollevati durante il secondo trimestre del 2013. Secondo CBRE, questi mercati hanno registrato un totale cumulato di 2,5 miliardi di euro di attività d'investimento, in crescita rispetto al risultato di neanche 1 miliardo di euro del secondo trimestre 2012. Anche 3 A cura dell’Ufficio Studi se prevedibile, considerate le cifre esigue di un anno fa, l’incremento rappresenta comunque un risultato significativo. attestata sul valore di 42 milioni di euro, decisamente 5 superiore ai 20 milioni registrati nel 2012 . I segnali positivi riguardano soprattutto l’andamento delle compravendite commerciali in Italia e Spagna, che hanno più che raddoppiato il volume degli investimenti rispetto al trimestre precedente. Insieme Italia e Spagna hanno rappresentato, nel secondo trimestre 2013, il 7,3% dell’attività di investimento a livello europeo, che si confronta con il 3,1% del primo trimestre 2013. Tale risultato è in linea con la quota media coperta dai due paesi all'interno del mercato europeo 4 nell'ultimo decennio . I volumi attesi in Italia dai principali operatori per la fine dell’anno, considerando le transazioni in pipeline, si aggirano attorno ai 3 miliardi di euro, vale a dire un riavvicinamento del settore alle performance medie del triennio 2009-2011 (volumi di poco superiori ai 4 miliardi di euro). Malgrado la difficile situazione economica dell’Italia e l’attuale incertezza del quadro politico, il mercato degli investitori internazionali si dimostra pronto a cogliere le migliori opportunità presenti sul nostro territorio. Fig. 2.1: Andamento delle compravendite non residenziali in alcuni dei principali paesi europei Nonostante in Italia si registri un ritorno di interesse da parte di grandi investitori internazionali, come Allianz, Axa e Blackstone (secondo recenti rumors sta acquistando due immobili commerciali nel nord Italia per circa 220 milioni di euro ed è attualmente in fase di trattativa in esclusiva per l’acquisto della sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano per una cifra che si aggira intorno ai 120 milioni di euro), il numero di grandi transazioni, anche se in crescita, presenta ancora un’incidenza molto bassa sul totale europeo. -14% 3% 11,0 11,4 6,8 5,9 22% 2,6 186% 3,1 127% 1,0 0,6 0,3 1Q13 2Q13 Regno Unito 1Q13 2Q13 Germania 1Q13 2Q13 Francia 1,4 1Q13 2Q13 Spagna 1Q13 2Q13 Italia Fonte: CBRE Fig. 2.3: Numero di compravendite immobiliari superiore a 100 milioni di euro in Europa Nella prima parte del 2013 il mercato degli investimenti nei paesi periferici dell'Europa ha visto la predominanza degli operatori internazionali, quasi il 60% dell'attività di compravendita in Italia, Spagna e Irlanda ha visto protagonisti esteri. Il dato, nel solo secondo trimestre del 2013, per Italia e Spagna raggiunge circa 80%, indicando un generale aumento della fiducia tra gli investitori europei. Italia 4 3% Regno Unito 44 33% Russia 10 8% Fig. 2.2: Provenienza degli investimenti in alcuni dei principali paesi europei (%) Svezia 9 7% 100 Investitori non EU 80 Altro 19 14% Norvegia 7 5% Francia 14 10% Germania 27 20% Fonte: CBRE 60 Altri investitori EU 40 20 Investitori locali 0 Regno Germania Francia unito Spagna Italia Fonte: CBRE Grazie a significative transazioni nel corso del secondo trimestre, il volume degli investimenti in Italia a fine giugno si attesta sullo stesso livello dei dodici mesi del 2012. Questo è stato possibile grazie all’importante transazione conclusa dal fondo sovrano del Qatar che è entrato nel progetto Porta Nuova a Miliano con un investimento stimato in 600 milioni di euro. L’attività d’investimento nel settore immobiliare in Italia, come già evidenziato, ha registrato un importante trend di crescita nel secondo trimestre, confermando l’accenno di ripresa emerso nel primo trimestre. Il volume investito nella prima metà dell’anno è di poco superiore a 2 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2012: il numero di transazioni è aumentato e la dimensione media si è 4 CBRE, European Capital Markets 2013 Q2 09/10/2013 5 CBRE, Italy Investment Q2 2013 4 A cura dell’Ufficio Studi Tab. 2.1: Principali compravendite immobiliari non residenziali del primo semestre 2013 in Italia Immobile Tipologia 40% Progetto Porta Misto Nuova Milano Sede Provincia Uffici Roma Ex palazzo Unione Retail Militare Roma Four Season Hotel Hotel Firenze CBD Milano/Roma Uffici Viale Struzo 35 Uffici Milano C.so Vittorio Retail Emanuele Milano Gran Shopping Commerciale/ Mongolfiera Bari GDO Bodio Center Milano Uffici Prezzo € mln 600 219 180 Acquirente Venditore Qatar Holding Hines SGR BNP REIM - Fondo BNP REIM - Fondo provincia di Roma Upside H&M 90 83 Antirion SGR Generali RE 68 Passarella Beni Stabili SGR 65 Privato Foruminvestitalia 64 Axa RE Aberdeen AM Fintecna, Fingen - Fonte: CBRE, Il Quotidiano Immobiliare Si registra una significativa riduzione della destinazione d’uso retail che nel primo semestre rappresenta poco meno del 20% degli investimenti complessivi, probabilmente a causa dei timori legati alla riduzione dei consumi. Per quanto concerne i mercati principali, Roma e Milano continuano ad attrarre una concentrazione sempre maggiore degli investimenti, circa l’80% nel primo semestre 2013, 6 rispetto a circa il 60% medio storico . L’assorbimento di spazi per ufficio a Milano nel secondo trimestre del 2013 ha raggiunto i 45.600 mq, un calo di oltre il 24% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato semestrale si attesta intorno a 74.000 mq, una contrazione del 37% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il vacancy rate rimane sostanzialmente in linea con quello del trimestre scorso, sul livello del 12,2%. Rispetto allo scorso anno l’attività di sviluppo è in rallentamento e nessun nuovo completamento di spazi è stato registrato nel trimestre. L’assorbimento registrato a Roma nel secondo trimestre dell'anno si attesta sul livello di circa 55.400 mq, un aumento del 25% rispetto al trimestre precedente. Il valore semestrale si colloca sul livello di quasi 100.000 mq, in deciso miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al risultato trimestrale ha contribuito, ancora una volta, prevalentemente un’unica transazione: il consolidamento annunciato nei mesi passati nella nuova sede di BNP Paribas, che sorgerà nei pressi della Stazione Tiburtina FS, per un totale di 42.000 mq. Il vacancy rate si mantiene stabile sul livello dell' 8,2% e lo stock è rimasto invariato. Il livello potenziale di sviluppi futuri rimane in linea con quello stimato 7 nei mesi passati . Per quanto riguarda i rendimenti non si registrano variazioni per il segmento prime sia per quanto riguarda la destinazione d’uso uffici 6,0% a Milano e 6,25% a Roma, sia per quella retail: 5,75% la destinazione d’uso High Street e 7,0% i centri 6 7 BNP Paribas RE, Investimenti in Italia Q2 2013 CBRE, Milan/Rome Office Markets Q2 2013 09/10/2013 2.2. Fondi sovrani: un’opportunità interessante Benetton Famiglia Reale Qatar Allianz 150 commerciali per entrambi. Diversamente per i prodotti non prime, sembrano arrivare importanti segnali di repricing, anche nei mercati principali: secondo alcuni rumors la transazione del Bodio Center di Milano, portata a termine da Axa, ha avuto un’entry yield quasi a doppia cifra. I segnali positivi che arrivano dal mercato immobiliare italiano, sono da ricondurre, più che agli investitori storici di questo settore, al crescente interesse da parte di grandi operatori internazionali e, soprattutto ai fondi sovrani. Questi ultimi rappresentano una grande opportunità per l’Italia, anche considerando che gli enti previdenziali e le casse privatizzate, stanno progressivamente riducendo l’interesse verso gli investimenti immobiliari. Enasarco, ad esempio, ha di recente annunciato un piano di investimento in BTP per 250 milioni di euro. Come è ormai noto, il problema principale del mercato immobiliare è rappresentato dalla scarsa liquidità, che viceversa non rappresenta un problema per i fondi sovrani. Il loro patrimonio, a livello globale, a fine marzo ammontava a 5.300 miliardi di dollari (circa il 30% rappresentato dai paesi del medio oriente aderenti al Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico), quasi 3 volte le masse gestite dagli Hedge Fund e circa il 7% del prodotto interno lordo mondiale. Inoltre le masse da loro gestite presentano un tasso di crescita molto elevato (erano appena 1.200 miliardi nel 2002) e si stima che, grazie alla crescita interna ed al trasferimento dei surplus delle partite correnti dei relativi paesi, possano raggiungere 8 8.000 miliardi nel 2016 . Tab. 2.2: Primi 10 fondi sovrani al mondo per masse gestite ($ mld) Paese Fondo Sovrano Norvegia 716 China Government Pension Fund Abu Dhabi Investment Authotiry ("ADIA") SAFE Investment company KSA SAMA Foreign Holdings 533 China 482 Russia China Investment Corporation Hong Kong Monetary Investment Portfolio Kuwait Investment Authority ("KIA") Government of Singapore Investment Corporation National Welfare Fund China National Social Security Fund 161 UAE China- Hong Kong Kuwait Singapore AUM ($ mld) 627 568 299 296 248 176 Fonte: SWF Institute, dati a marzo 2013 Secondo uno studio di Banca Monte dei Paschi, nel corso del 2012 gli investimenti dei fondi sovrani nel Bel Paese sono 8 Sovereign Investment Lab Università Bocconi, Annual Report 2012 5 A cura dell’Ufficio Studi praticamente triplicati, passando dai 500 milioni di euro del 2011 agli attuali 1,5 miliardi. nei paesi periferici, possono beneficiare di una remunerazione più elevata per la loro liquidità. L'indagine, che analizza le strategia di investimento di 62 fondi sovrani, rivela che tali soggetti oggi detengono partecipazioni azionarie nel 36% delle società quotate italiane. Praticamente il doppio rispetto alla percentuale di partecipazioni azionarie detenute dai fondi sovrani nei titoli francesi (19%) e tedeschi (17%). Tra tutti i fondi sovrani, spicca tra tutti l’attività di investimento condotta dal Qatar nel 2012, in particolar modo perché ha interessato e continua ad interessare l’Italia. Il fondo sovrano che ha scommesso maggiormente sull'Italia è quello norvegese che, stando allo studio di Banca Monte dei Paschi, è presente in Italia con investimenti in azioni pari a 4,7 miliardi di euro e in obbligazioni per 6,3 miliardi, 4,2 miliardi dei quali in Titoli di Stato. Nel complesso gli investimenti dei fondi in Europa nel 2012, hanno rappresentato, con 28 miliardi di dollari, circa il 50% del totale investito. La Francia ed il Regno Unito nel 2012 sono i primi paesi al mondo per capitale investo. Essi, a differenza della Germania, garantiscono l’esenzione fiscale sugli investimenti dei fondi sovrani e questo sembra influire significativamente sulle scelte di investimento. Fig. 2.4: Investimenti dei fondi sovrani in Europa nel 2012 ($ mld) Il fondo sovrano del Qatar gestisce circa 115 miliardi di dollari di masse e nel 2012, nonostante non sia nella top ten dei maggiori fondi sovrani, ha investito, con 37 operazioni, circa 17 miliardi di dollari, collocandosi al primo posto per volume di investimento tra tutti i fondi sovrani e rappresentando circa il 29% del totale investito. Tab. 2.3: Investimenti dei fondi sovrani superiori ad 1 miliardo di dollari nel 2012 ($ mld) Fondo Qatar Investment Authority China Investment Corporation Khazanah Nasional Bhd China Investment Corporation Qatar Investment Authority Twmasek Holdings 0 2 4 6 8 10 12 Regno Unito 11,8 Francia 10,1 Svizzera 2,3 Italia 1,5 Germania 1,1 Norvegia Altro 14 Mubadala Development Company Twmasek Holdings Qatar Investment Authority Qatar Investment Authority Government Pension Fund Abu Dhabi Investment Authority Paese Xstrata Regno Unito Metalli preziosi 4,37 China Export & Credit Insurance Corp. China Finanza 3,21 M+S Pte Ltd Singapore Immobiliare 2,79 Total SA Francia Total SA Francia Industrial and Commercial Bank of China Centennial Asset Brazillian Equity Fund LLC M+S Pte Ltd FGP Topco Ltd Total SA Uetlihof office complex, Zurich Open Grid Europe Gmbh Settore Valore dell'operazione ($ mld) Società acquisita Petrolio e gas naturali Petrolio e gas naturali 2,65 2,63 China Finanza 2,31 Brasile Metalli preziosi 2,0 Singapore Immobiliare 1,86 Regno Unito Trasporti 1,45 Francia Petrolio e gas naturali 1,11 Svizzera Immobiliare 1,08 Germania Infrastrutture & Utilities 1,01 Fonte: SWF Institute, database delle transazioni 2012 0,9 0,4 Fonte: Sovereign Investment Lab Università Bocconi Il 2012, per i fondi sovrani, è stato l’anno degli investimenti nel settore immobiliare, con 53 operazioni concluse dal valore complessivo di 15 miliardi di dollari su circa 58 miliardi di dollari investiti complessivamente. Gli investimenti in operazioni immobiliari hanno registrato un aumento del 50% rispetto al 2011. L’incidenza del comparto nel 2012 ha raggiunto i massimi storici collocandosi al primo posto con il 26% del totale investimenti, superando di poco il settore finanziario. I motivi principali di questo fenomeno sono da ricondursi, innanzitutto, alle caratteristiche di conservazione del valore di lungo periodo degli investimenti immobiliari, specie considerando gli elevati tassi di inflazione. In secondo luogo, la correzione dei valori immobiliari negli ultimi cinque anni ha reso il settore attrattivo per molti investitori che, considerando i bassi tassi di interesse offerti oggi dai titoli di stato, anche 09/10/2013 A partire dal 2012 il fondo sovrano e la famiglia reale del Qatar hanno intrapreso diversi investimenti immobiliari in Italia: lo scorso anno sono stati investiti circa 600 milioni per l’acquisizione di hotel in Costa Smeralda e, nel corso del 2013, sono stati acquisiti il Four Seasons di Firenze per circa 150 milioni di euro ed il 40% del progetto di sviluppo Porta Nuova di Hines SGR per un valore stimato pari a 600 milioni di euro. Inoltre, è in corso di completamento l’acquisizione dell'edificio romano, situato nei pressi di Piazza di Spagna, che ospiterà il nuovo flagship store del marchio di moda Valentino da parte della famiglia reale del Qatar (che attualmente possiede il 100% del capitale del marchio italiano) per 40 milioni di euro. Oltre al Qatar, anche altri fondi sovrani iniziano ad indirizzare i propri investimenti sugli immobili italiani: il gruppo Dorchester che fa capo alla Brunei Investment Agency sta perfezionando l'acquisto del prestigioso Hotel Eden di Roma. La cifra che dovrà essere pagata alla catena Starwood proprietaria della struttura è di 105 milioni di euro. Si tratta della seconda acquisizione in Italia del Sultano del Brunei dopo l'hotel Principe di Savoia di Milano. 6 A cura dell’Ufficio Studi I grandi investitori istituzionali rappresentano una opportunità da non perdere, considerando l’assenza di liquidità del mercato italiano e l’incremento costante dello stock in offerta. All’offerta di immobili generata dalla nota questione dei fondi immobiliari in scadenza e dal processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, si aggiunge la crescente offerta degli operatori privati. Sono sempre più numerosi gli esempi di grandi aziende italiane che stanno annunciando piani di valorizzazione dei propri asset. Tra questi: RCS, Telecom, Enel, Ferrovie dello Stato ed Unipol. Naturalmente, l’interesse dei grandi investitori internazionali, continuerà a focalizzarsi sui prodotti di elevata qualità e maggiormente liquidi (caratteristiche dettate da diversi parametri come location, flessibilità e modernità dell’immobile, ma anche dal possesso di certificazioni), che rappresentano solo una parte marginale dell’offerta. Per questo è necessario un importante processo di riqualificazione del prodotto esistente. Disclaimer Le informazioni contenute nel presente documento (di seguito il “Documento”) sono riservate al soggetto al quale vengono fornite e non dovranno mai essere, in tutto o in parte, divulgate a terzi, né copiate, distribuite, trasferite o riprodotte, in alcun caso, senza il preventivo consenso scritto di IDeA FIMIT. 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