21 Foglio Azzurro - ottobre 2007 - Consiglio Regionale della Valle d
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21 Foglio Azzurro - ottobre 2007 - Consiglio Regionale della Valle d
Periodico di informazione valdostana di Forza Italia - anno 8 - numero 10 Poste Italiane S.p.A - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Aosta OTTOBRE 2007 IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE IL DIRITTO FISSO Buoni benzina Tutto tace, ma… COURMAYEUR LA NUOVA VIA I NOSTRI CANDIDATI Lucia Picchiottino commerciante e vice presidente del Circolo della Libertà di Courmayeur Stefano Toscano imprenditore, esponente di Forza Italia e fondatore del Circolo delle Libertà di Courmayeur L a Commissione europea, come si ricorderà, ha negato la prosecuzione oltre il 2006 del sistema di quote di carburante in esenzione fiscale assegnate ai residenti in Valle d’Aosta. I tempi lunghi della burocrazia europea hanno sinora consentito che, in attesa dell’esecuzione del provvedimento, rimanesse ancora per quest’anno in piedi il sistema dei buoni benzina. Le lungaggini europee ci regaleranno probabilmente anche la possibilità di fruire dei buoni per il 2008, ma poi in assenza di novità – politiche – la decisione europea verrà fatta applicare e allora calerà il sipario sui buoni benzina, che rimarranno un lontano ricordo. Il punto dell’intera vicenda è proprio nelle azioni politiche messe in campo dai soggetti coinvolti - lo Stato italiano e la Regione Valle d’Aosta – i quali ad oggi non hanno concluso nulla di significativo e anziché approfittare del tempo disponibile aspettano scioccamente e infruttuosamente il decorrere dello stesso. Il governo Prodi primo responsabile della decisione della Commissione europea, per la trascuratezza con cui ha gestito la materia in sede europea, continua a brillare per assenza. Nessun seguito, infatti, è stato dato all’impegno preso il 17 gennaio scorso alla Camera dei Deputati per attivare le opportune azioni politiche in sede europea a tutela della specificità valdostana e affinché la Valle d’Aosta rientri nelle aree elencate nella direttiva UE 12/1992. E’ proprio in tale documento che l’allora governo italiano - presieduto da Giuliano Amato, attuale ministro degli interni - dimenticò di inserire la Valle d’Aosta tra le aree, ove sussistevano agevolazioni fiscali sui carburanti preesistenti ai trattatati di Roma del 1957. L’omesso inserimento in quell’elenco ha fatto sì che la Valle d’Aosta venisse automaticamente inserita nelle zone a regime fiscale agevolato provvisorio, determinando così i presupposti della revoca pronunciata lo scorso anno. Anche la Giunta regionale sembra ignorare l’importanza del tempo regalatoci dalle lentezze burocratiche europee; nessuna azione concreta è stata intrapresa sui tavoli che contano, Roma e Bruxelles. Il gruppo di lavoro insediato dalla Giunta non è andato oltre all’analisi dell’esistente e il Presidente della Regione si consola con la petizione, firmata da oltre 20 mila persone, presentata al Parlamento europeo. Peccato che la petizione ponga in sede europea questioni già affrontate dieci mesi prima da Forza Italia tramite l’interessamento del Vice Presidente del Parlamento europeo Mario Mauro. E pensare che la Regione Valle d’Aosta per l’Europa spende, tra la sede di rappresentanza di Bruxelles e le consulenze su materie comunitarie, oltre un milioDario Frassy ne di euro all’anno! La burocrazia europea lentamente procede per la revoca: il Governo Prodi e la Giunta Caveri brillano per assenza Una ventata liberaldemocratica nella lista e nel programma “Courmayeur, mayeur, la nuova via” è la lista civica che concorre non solo al rinnovo della municipalità cittadina, quanto soprattutto al rilancio turistico della località, dopo diversi anni di sonnolenza amministrativa che l’hanno marginalizzata rispetto alle altre perle della villeggiatura alpina. La lista ha il sostegno di Forza Italia e del locale Circolo della Libertà. Giorgio Bongiorno ed Enrico Tibaldi servizio alle pagine 2 e 3 AUTONOMIA LIBERALE O SOCIALISTA? AUTONOMIE E RIFORME TRA PROSPETTIVE E CRITICIT CRITICITÀ À sabato 20 ottobre 2007 – ore 17 Hostellerie du Cheval Blanc Aosta, via Clavalité 20 PROGRAMMA Effetti delle riforme dell’ultimo decennio sulle autonomie (Enrico Tibaldi – Vice Presidente Consiglio Regionale VDA) Le risorse dell’Autonomia: federalismo fiscale o finanza derivata? (Flavio Mosconi – Capogruppo FI Consiglio Regionale TAA) Identità culturale e pluralismo linguistico (Dario Frassy – Capogruppo CdL Consiglio Regionale VDA) Praticare l’autonomia: il federalismo interno (Giorgio Bongiorno – coordinatore regionale FI) I rapporti delle autonomie speciali con lo Stato e l’Europa (Giampaolo Meneghini - funzionario Europarlamento) Dibattito e conclusioni Segreteria organizzativa: Gruppo consiliare regionale La Casa delle Libertà – Forza Italia R ecentemente il presidente della Regione si è espresso espres con convinzione sull’opportunità sull’opp che in una regione p piccola come la nostra sia giusto giu preservare, in capo alla stessa Regione, alcune comp competenze ritenute irrinunciabili. La gestione degli acquedotti a suo dire porrebbero gravi preoccupazioni economiche se gestiti sociali e econo dai privati, cosi cos come la sanità e la scuola, ritenute riten competenze proprie dell’amministrazione dell’a pubblica al rip riparo dalla gestione privata nel segno di quella garanzia di uniformità e garanzia di servizio ai cittadini. Citava ad esempio positivo anche l’operazione che ha portato in seno alla Regione la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica. In termini generali potrei anche condividere alcune riflessioni sull’inopportunità di privatizzare alcuni settori ritenuti fondamentali per tutta la collettività a maggior ragione trattandosi di una regione piccola che per numeri difficilmente potrebbe giustificare una presenza mirata al profitto. Certo fa riflettere come in democrazie certamente più avanzata della nostra, nei paesi anglosassoni in Massimo Lattanzi continua a pagina 4 2 OTTOBRE 2007 Una ventata liberaldemocratica nella lista e nel programma P ur concedendo la necessaria massima indipendenza alle componenti locali del nostro movimento e in particolare quelle di Forza Italia e dei Circoli della Libertà, abbiamo voluto seguire da vicino le alterne vicende preelettorali della “Perla delle Alpi”. Tutti i cittadini percepiscono un’impellente necessità di ringiovanimento della vita pubblica e di rinnovamento delle visioni e delle strategie di sviluppo I PUNTI SALIENTI DEL PROGRAMMA • IL TURISMO COME LINEA GUIDA DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA • VALORIZZAZIONE ED ATTENTA GESTIONE DEL TERRITORIO, DELL’AMBIENTE, DELLE STRUTTURE E DELLE RISORSE • ACCOGLIENZA E QUALITA’ RIQUALIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO CONTINUO DEL PAESE, DEI VILLAGGI E DEI SERVIZI • LAVORARE SULL’IMMAGINE: STRATEGIE PER UNA RIAFFERMAZIONE DI COURMAYEUR SUL MERCATO • SOSTENERE, PROMUOVERE E COORDINARE LE FORZE IMPEGNATE NELLE INIZIATIVE TURISTICHE • PROMUOVERE INIZIATIVE VOLTE AD OTTIMIZZARE L’USO DELLE STRUTTURE D’INTRATTENIMENTO ESISTENTI FAVORENDO E SOSTENENDO L’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI CULTURALI E SPORTIVI • ATTENZIONE ALLE PROBLEMATICHE RIGUARDANTI LE ATTIVITA’ ALBERGHIERE, COMMERCIALI, ARTIGIANALI E PRODUTTIVE • COINVOLGIMENTO DIRETTO DEL CITTADINO COME PROMOTORE DI INIZIATIVE E COME SOGGETTO ATTIVO NELLE SCELTE DELL’AMMINISTRAZIONE • ATTENZIONE ALLE ESIGENZE DELLA FAMIGLIA, DEI BAMBINI, DEI GIOVANI E DEGLI ANZIANI: INIZIATIVE ED ATTIVITA’ DEDICATE AI RESIDENTI. VALORIZZAZIONE DELLE RADICI CULTURALI E STORICHE PER RITROVARE UN IDENTITA’ COMUNE. SOSTENERE ED INCORAGGIARE IL VOLONTARIATO della bella cittadina situata nell’estrema appendice del Nord Ovest della nostra penisola, ai piedi del maestoso massiccio del Monte Bianco. Credo sia opportuno esprimere da parte nostra alcune valutazioni generali che sicuramente possono costituire un adeguato stimolo per tutti gli appartenenti alla lista “Courmayeur La Nuova Via”, unica lista civica che esprime una genuina aggregazione di forze competenti e di provata estrazione liberaldemocratica dedicate a continuare, al di là ed al di sopra delle sigle politiche, in uno spirito di fattiva collaborazione il lavoro di preparazione finora svolto e a promuovere un proficuo impegno di team che possa accendere le speranze di una fase propositiva e costruttiva nella imminente campagna elettorale. Courmayeur ha bisogno finalmente di una boccata di ossigeno, di una forte e imprescindibile spinta di rinnovamento, richiesta peraltro da anni di colpevole letargo di iniziative, oltre che di un programma coerente che sia improntato ad una serie di prospettive di sviluppo e di misure specifiche a sostegno dei vari settori delle attività economiche, senza le quali la già stagnante economia del paese sarebbe ulteriormente mortificata e penalizzata. È ormai luogo comune il sottosviluppo di Courmayeur con la comoda e insieme letale dipendenza dalla Regione e non è più un mistero la profonda crisi delle infrastrutture alberghiere, turistiche e sportive, la povertà di iniziative e la eccessiva limitazione della esiguità stagionale delle attività economiche che, insieme, penalizzano ogni prospettiva di competizione vincente con altre realtà dell’arco alpino e del contesto montano europeo. Occorre uscire dal circolo vizioso dell’autolesionismo, passivamente sopportato o espresso per anni e costruire con convinta partecipazione, scardinando gli schemi della dipendenza e dell’assistenzialismo del passato, dando spazio alle troppo a lungo trascurate iniziative di sviluppo, uno schema vincente per il proprio futuro. Le elezioni del prossimo Novembre sono il solo strumento democratico nelle mani dei cittadini per cambiare questa situazione di colpevole stallo. Ed è il caso che questo strumento venga utilizzato in maniera altamente partecipativa per svecchiare finalmente la compagine di governo del comune (e non solo anagraficamente) e per imboccare la tanto desiderata svolta di successo. Questa sarà anche la riposta coerente alla ventata di antipolitica che annebbia, svilisce e logora il lavoro e l’impegno istituzionali in ogni angolo della penisola: noi vogliamo promuovere con vigile attenzione democratica tutti quei necessari processi virtuosi che devono caratterizzare l’attività di una sana e corretta amministrazione: preparazione scrupolosa del programma, attenzione alle necessità della cittadinanza, competenza specifica ed eccellenza operativa. Abbiamo dato quindi la nostra adesione a una lista vincente, in cui la novità non è solo uno slogan di facciata, in cui persone indipendenti e d’indubbia competenza unitamente a rappresentanti di forze politiche orientate a principi di gestione moderna e liberale delle risorse, si sono aggregate nello spirito di grande collaborazione e di valida prospettiva civile per la tanto agognata valorizzazione della vita economica e sociale della città di Courmayeur. E siamo certi che questa, per Courmayeur, sarà finalmente la volta buona! Giorgio Bongiorno AOSTA Ultime novità dal Consiglio comunale STALLE NEI CENTRI ABITATI. La zootecnia è una attività tradizionale della nostra regione che si perde nella notte dei tempi; l’agricoltura e l’allevamento sono stati per secoli risorse economiche primarie per migliaia di famiglie di valdostani e le varie amministrazioni pubbliche confermano tale realtà, sostenendola e promuovendola anche a livello turistico attraverso manifestazioni ad hoc, come la “desarpa”. La fame di alloggi ormai ha visto un crescente accerchiamento, con successivo inglobamento di diversi agglomerati rurali, nei quali un tempo la convivenza con attività dedite alla zootecnia non presentava problemi. Oggi non è più così ed è perciò fondamentale evitare contrasti tra chi svolge attività rurale nel rispetto delle norme igieniche previste dalla legge e chi decide di abitare in zone limitrofe a dette attività. Purtroppo recentemente, si è proceduto alla chiusura di una stalla presente in un villaggio di Saint-Christophe, innescando tutta una serie di polemiche, concretizzatesi poi in esposti alla Procura della Repubblica e in ricorsi al Tar. Anche ad Aosta, seppur in numero meno consistente rispetto al passato, esistono piccole aziende agricole dedite all’allevamento di bestiame, soprattutto nelle frazioni collinari della nostra città: per questo motivo, ho chiesto al Comune di individuare - nel più breve tempo possibile - quali attività legate al mondo rurale e in particolare quelle dedite all’allevamento di animali possano eventualmente essere oggetto in futuro di una difficile convivenza con presenze abitative. TELERISCALDAMENTO. Recentemente è stato presentato al Consiglio comunale di Aosta un progetto già preconfezionato per il teleriscaldamento della città, con un accordo già sottoscritto tra la Cogne Acciai Speciali e la società Tecla (un gruppo di aziende valdostane). Sicuramente il fatto di sfruttare il calore (20%), che produce la fabbrica durante le sue lavorazioni è una buona scelta ma, pur essendo favorevole al teleriscaldamento, ritengo che sarebbe stato più opportuno che l’Amministrazione municipale, prima di avventurarsi in un progetto così impegnativo e prima di mettere nuovamente sottosopra la città con tutti i conseguenti disagi per la cittadinanza dovuti ai necessari scavi per la posa delle tubazioni, approfondisse la tempistica, le tecniche e i costi per la riconversione degli impianti esistenti a gasolio e metano nella nuova fonte di calore e, ancor più, acquisisse precise garanzie da parte della società proponente sul mantenimento a lungo termine delle tariffe applicate. Il teleriscaldamento può essere un’opportunità, una fonte energetica alternativa e pulita in più per gli aostani, se viene proposta e non imposta, individuando - ad esempio - quartieri della città facilmente collegabili alla rete, come il Dora o la zona di Tzambarlet o di altri comuni limitrofi, come Plan Felinaz e località Grand Chemin, pensando alla zona centrale e al centro storico eventualmente soltanto in un secondo tempo. Avremo veramente, in questo modo, per i cittadini una nuova alternativa, economicamente vantaggiosa e in linea con l’esigenza di difendere il nostro habitat. Ettore Vierin OTTOBRE 2007 C andidata alla carica di Sindaco è Fabrizia Derriard, architetto, titolare di uno studio professionale a Courmayeur. Nata ad Aosta il 16 agosto 1965, si è diplomata presso l’Istituto Professionale Regionale di Morgex, come operatore turistico, e ha conseguito la laurea presso il Politecnico di Torino nel 1992. Dal 2003 è Presidente del Consorzio di Miglioramento Fondiario di Dolonne-Val Veny. Al suo fianco, candidato alla carica di vice-Sindaco, c’è Carlo Canepa, che vanta una vasta e qualificata esperienza nel settore della Pubblica Amministrazione. Laureato in Economia e commercio alla Cattolica di Milano, svolge la sua attività lavorativa presso una società leader a livello mondiale, operante nei settori della consulenza aziendale, finanziaria ed organizzativa, per imprese, banche, società Periodico d’informazione valdostana di Forza Italia edito dal Gruppo consiliare regionale La Casa delle Libertà via Piave, 1 - 11100 Aosta * * * Direttore responsabile ENRICO TIBALDI * * * Redazione via Gramsci, 2 - Aosta telefono 0165.230190 telefax 0165.365800 [email protected] * * * Impaginazione e grafica Giulio Zanardi * * * HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Giorgio Bongiorno, Marco Bacchieri Cortese, Lina Cavagnet, Dario Frassy, Fabrizio Goria, Massimo Lattanzi, Massimiliano Loi, Orlando Navarra, Eddy Ottoz, Andrea Paron, Catia Pelosi, Sergio Santini, Pasquale Siciliano, Sylvie Spirli, Ettore Vierin * * * stampa Sarnub s.r.l. - Cavaglià * * * Registrazione Tribunale di Aosta n. 8/2000 * * * AVVISO AI DESTINATARI In ottemperanza a quanto disposto dalla L. 196/2003, La informiamo che il Suo nominativo compare nella mailing list dell’editore. Se Lei non desidera più ricevere i prossimi numeri di ‘Foglio Azzurro’ o vuole consultare, modificare o cancellare gratuitamente i suoi dati o semplicemente opporsi al loro utilizzo sarà sufficiente scrivere a FORZA ITALIA Sede regionale della Valle d’Aosta via Gramsci, 2 - 11100 AOSTA 3 Forza Italia e il Circolo della Libertà sostengono questi candidati finanziarie, assicurazioni, enti pubblici e aziende sanitarie. Nato a Genova il 28 settembre 1944, vive da sempre a Courmayeur con la moglie Enrica Guichardaz e i figli Francesca ed Enrico. Degni di menzione sono la sua competenza in materia turistica, essendo stato presidente dell’APT Monte Bianco (1993-2002) e dell’Unionturismo della Valle d’Aosta (1994-2002), nonché la sua dedizione al settore sociale: egli figura tra i fondatori dell’Associazione volontari del soccorso di Courmayeur, di cui ne è stato primo presidente. Carica apicale che ha ricoperto anche presso il Centro Servizi del Volontariato della Valle d’Aosta. Assortite e qualificate sono anche le altre candidature presenti nella lista che, pur essendo civica, non è priva d’ispirazioni politiche. Un’autentica presenza liberaldemocratica è garantita dallo stesso Canepa, che non fa mistero della sua convinta matrice liberale, e da altri candidati espressi da quest’area politica, tra i quali spiccano i nomi di Lucia Picchiottino e Stefano Toscano. Lucia Picchiottino è una nota commerciante di Courmayeur, che attualmente ricopre Fabrizia Derriard candidata alla carica di Sindaco Carlo Canepa candidato alla carica di Vice Sindaco Lucia Picchiottino candidata alla carica di Consigliere Stefano Toscano candidato alla carica di Consigliere l’incarico di vicepresidente del locale Circolo della Libertà. Nata ad Aosta il 14 agosto 1962 è coniugata Pizzato e ha una figlia, Caterina. Stefano Toscano è invece un affermato imprenditore edile, che rappresenta Forza Italia all’interno della lista e che ha promosso la nascita del Circolo della Libertà ai piedi del Monte Bianco. È nato ad Aosta 48 anni fa e vive a Courmayeur con la moglie Alida e con i tre figli, Marco, Luca e Silvia. Fortemente innovative sono anche le linee guida sulle quali si fonda il programma della lista. “Lo sviluppo di una comunità – spiega Carlo Canepa - passa attraverso due obiettivi fondamentali che devono improntare tutta l’azione amministrativa: il miglioramento continuo e la condivisione. Cittadini e ospiti hanno esigenze a cui è necessario dare risposte adeguate per crescere ed affermarsi, rivolgendo particolare attenzione al territorio e alla qualità dei servizi offerti. La partecipazione attiva dei cittadini alle scelte dell’Amministrazione è resa possibile ascoltandone le richieste e realizzandole tempestivamente, per quanto attuabile. La costante integrazione delle due azioni costituirà le linee guida della nostra lista per favorire e garantire lo sviluppo della comunità”. Lodevole è stato il ruolo svolto da Tonino Liporace, segretario della locale sezione di Forza Italia, dai militanti azzurri Egidio delle Vedove e Giorgio Bertoldo nonché da Stefano Presa, presidente del Circolo della Libertà di Courmayeur, ai quali esprimiamo un plauso per il loro coerente impegno e per la loro attenta attività di preparazione. Enrico Tibaldi IN PIAZZA CONTRO FIORONI, UN COMMENTO V enerdì 12 ottobre si è svolta in piazza Chanoux una manifestazione che ha visto partecipi tutti gli studenti delle scuole superiori per protestare contro la riforma della scuola varata dal ministro Fioroni. I motivi della protesta sono molteplici: in primo luogo la reintroduzione degli esami di riparazione a settembre per tutti gli studenti che a giugno non hanno raggiunto la sufficienza in tutte le materie. Con questo noi non vogliamo passare per quelli che temono la “ghigliottina” a fine estate, semplicemente ci chiediamo come sia possibile portare avanti provvedimenti senza consultare le nostre rappresentanze, regolarmente elette proprio con lo scopo consultivo. Perché ci prendono in giro? Abbiamo chiaramente espresso contrarietà a questa vecchia pratica ma non siamo stati nemmeno ascoltati. A cosa servono le rappresentanze studentesche se su questi provvedimenti neanche ci ascoltano? Curioso è stato registrare che a questa manifestazione hanno partecipato, con grande energia anche i movimenti studenteschi di sinistra che ancora una volta hanno protestato insieme a un loro esponente di governo nazionale. Non contenti della prova di incoerenza si sono caratterizzati, come sempre, per i portatori di una ideologia antidemocratica allontanando una nostra simpatizzante dalla testa del corteo perché sventolava un tricolore. Evidentemente loro preferiscono le bandiere rosse! Ma hanno fatto di peggio, bruciando una bandiera italiana (questo mi pare un reato!). Non possiamo che augurarci che il governo Prodi cada al più presto per riportare l’Italia in Europa e lanciare la scuola italiana verso il futuro e non il passato nel quale stiamo ripiombando. Sylvie Spirli 4 OTTOBRE 2007 ROTONDI ALLE GIORNATE DELL’AMICIZIA DI SAINT-VINCENT Appello a tutti i moderati di centro: uniamoci S aint-Vincent ha ospitato, dal 28 al 30 settembre, la seconda edizione delle Giornate dell’amicizia della Democrazia Cristiana per le Autonomie, alle quali ha partecipato una nutrita rappresentanza di esponenti politici dai nomi altisonanti, appartenenti ai diversi schieramenti nazionali. La Democrazia Cristiana per le Autonomie, guidata dal Segretario nazionale Sen. Gianfranco Rotondi, è un movimento politico differente dalla DC del 1948, quella che ha rappresentato il partito più importante in Italia fino al 1992, ma i suoi principi ispiratori si basano anch’essi sulla collocazione politica centrista e moderata e si fondano sui cardini cattolici della cultura di questo paese. Rotondi è intervenuto sulle difficoltà che sta incontrando l’attuale maggioranza di governo nella stesura della manovra di bilancio: “Quel che è chiaro - ha affermato - è che con questa finanziaria da saldi il governo è al capolinea e la legislatura è finita. Quel che succederà dopo non lo so”, ha aggiunto, insistendo però sul fatto che “la legislatura è finita e che il primo a rendersene conto è Prodi”. Egli ha anche ripercorso storicamente gli ultimi tredici anni dell’ex “Balena Bianca”, dalla svolta di Martinazzoli ai nostri giorni, quando, dalla riedizione del PPI del 18 gennaio 1994 poi, si è assistito a nascite e scissioni di partiti postdemocristiani che, anziché governare per il bene del paese, hanno dato luogo a sterili ed inutili battaglie interne. Il leader della Casa delle Libertà On. Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico, ha lanciato la sfida al nascente Partito Democratico, prevedendo che quando si spegneranno i riflettori sulle primarie, si assisterà a un passaggio verso il centrodestra da parte di molti esponenti che non s’identificano in quel soggetto politico. Chiudendo il meeting, Rotondi ha invitato tutti i moderati che si riconoscono nel progetto centrista a sedersi attorno a una tavola comune e ha rivolto l’appello anche a coloro che oggi sostengono il Governo Prodi. Massimiliano Loi I lavavetri non sono l’unico problema AUTONOMIA LIBERALE O SOCIALISTA? P istoia, amministrazione rossa: è giorno di mercato e pullula di gente. Mi trovo in via Cino, il poeta gloria locale. Ricordo il sonetto che gli dedicò l’allievo Petrarca alla sua morte: “Piangete, donne, et con voi pianga Amore…” Oggi, nella via a lui dedicata, altro che Dolce Stilnovo, altro che poesie: risuonano soltanto le orrende bestemmie con cui “loro” danno il benvenuto ai turisti! Qualcuno li giustifica: “In fondo, anche noi Toscani si è grandi bestemmiatori”. Sarebbe meglio dire che certi Toscani, lo sono. Appresso. Mi avvicino ad un bar ed uno di “loro” offre insistentemente della merce a tre ragazze bionde, le quali distolgono lo sguardo. Riconosco la provenienza teutonica delle giovanotte dalle loro esclamazioni, che seguono il rovesciamento del tavolino da caffè per un’ “involontaria” spinta dell’energumeno. La walchiria più corpulenta ha una patacca di cappuccino all’altezza dell’ombelico dell’improponibile vestitone: quasi quasi sbranerebbe il colpevole, se questi non fosse già sparito nella calca. La barista si sfoga: “Il 25 luglio, per festeggiare San Jacopo, la città era vuota: mercato soppresso, negozi chiusi. Ad un certo punto, prima delle 9 di mattina, rullo di tamburi e sfilata di costumi tipici nel mezzo del deserto! Chi crede che ci fosse così presto, alla mattina di un giorno festivo? Nessuno! Eppure, era pieno di poliziotti: ma a controllare chi? Quelli del “Palio del Grullo”? Me ne trovi almeno uno in servizio, oggi, che ci sarebbe bisogno”! Cerco di giustificare i componenti delle forze dell’ordine, i quali hanno più di una ragione per averli girati, quelli che in Toscana chiamano corbezzoli. Infatti, “loro” manco entrano in prigione, che sono già fuori: in Italia, per campare bene, si deve avere almeno assassinato un carabiniere durante i “Formidabili, quegli anni” di Mario Capanna; oppure, per avere dedicata una sala del Senato, bisogna aver cercato di sfondare il cranio di un poliziotto con l’estintore. In via del tutto subordinata, conviene professarsi vittime del colonialismo occidentale, vandalizzare, minacciare, stuprare, bestemmiare, utilizzare in maniera ossessiva e pretestuosa un’ espressione che altrimenti suonerebbe nobile: solidarietà. Qualcuno parla ad alta voce: “Al parcheggio di Porta al Borgo ti taglieggiano. Se non dai qualcosa, ti segnano la macchina. Mi hanno guardato con aria schifata, mi hanno fatto sentire un verme perché gli ho dato solo una moneta da un euro”! Quell’euro che un altro di “loro” sta insistentemente chiedendo ad una vecchietta tutta piegata, alta la metà di lui. Lei è intimidita, vorrebbe andarsene ma lui l’affronta, le sbarra il passo e le grida in faccia: “ Un euro per mangiare, vecchia puttana”! Lei non cede, miracolo di una forza che origina dalla consapevolezza della propria debolezza. Un altro di “loro” vuole rifilarmi la sua paccottiglia africana ma io fingo di non capire: non batto ciglio, impassibile, come se non esistesse. Lui comincia ad innervosirsi: mi mette le mani addosso e mi parla in italiano, poi in inglese, chiedendomi con insistenza perché non gli rispondo e da dove vengo. La situazione si fa pesante, ma a quel punto, sempre imperterrito, gli sibilo un “Russky” e lui mi saluta: fa “ciao, ciao” con la manina e se ne va impaurito, scodinzolando come un cagnolino! Ne ho abbastanza: anch’io decido di andarmene, mentre dai piedi del Duomo dove l’immenso Cino da Pistoia riposa da settecento anni, scende un rivolo di urina… Sergio Santini segue dalla prima pagina particolare non abbiano avuto preoccupazioni ad affidare a privati settori strategici quali l’energia e la gestione delle acque. Ad esempio a New York capitale della finanza mondiale con tutti i risvolti della sicurezza l’ente che fornisce energia a Wall Street è privato cosi come il gestore dell’acquedotto non è pubblico ma privato garantendo qualità efficacia del servizio e prezzi competitivi. Tendiamo ad immaginare che da quelle parti le assunzioni del personale non siano poi così allegre coma da noi. Questione di cultura! Tornando a noi però, ripeto condividendo alcune considerazioni sull’opportunità che sia l’ente pubblico a gestire direttamente tali settori, mi sorge una domanda spontanea! Deve essere la Regione a gestire la Casa da Gioco d’azzardo per essere più sicuri trattandosi di un’attività delicata? Deve essere l’Ente pubblico a gestire ristoranti, Hotel cinque stelle, società di benessere, funivie, società di trasporti, società di gestione autostradale, società finanziarie con partecipazioni in aziende che producono software, servizi di gestione previdenziali, imprese di gestione immobiliare, di finanziamento, di promozione del turismo, di formazione? Potremmo continuare per ore continuando a farci la stessa domanda! Ma se le gestissero i privati sarebbero più efficienti e meno costose? Probabilmente si! Certo se queste domande le ponete a uno di sinistra vi spiegherebbe che il privato è pericoloso, discriminante, che avrebbe il potere a chi scegliere a chi dare il servizio e a chi no. In sintesi meglio il pubblico perché più costoso ma più sicuro. Io aggiungerei certamente più controllabile soprattutto quando viene il momento di votare. Avere migliaia di famiglie che dipendono dalla Regione è un enorme bacino di voti per quei politici che vivono di preferenze garantendosi lauti stipendi in cambio di posti di lavoro pubblici o incarichi ben remunerati. Autonomia da “socialismo reale” che, com’è avvenuto in questi decenni, può sopravvivere solo dissipando ingenti risorse finanziarie che i cittadini che lavorano e pagano le tasse non sono più disposti a concedere. Quanto potrà durare la manna per una minoranza della popolazione che controlla la maggioranza dei voti? Credo ancora molto poco! Forse la festa finirà già alle prossime elezioni regionali del 2008. Se lo augurano tutti i cittadini liberi, stufi della casta! Massimo Lattanzi OTTOBRE 2007 5 SNOBBATO DAI LAVORATORI VALDOSTANI IL REFERENDUM PROMOSSO DAI SINDACATI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO La manina ‘sinistra’ nelle tasche dei più deboli C i risiamo! Questa sinistra che si proclama attenta al welfare, che predica, con uno strisciante quanto ambiguo buonismo, il sostegno alle fasce deboli, ha di fatto nuovamente gabbato proprio coloro che non solo sono deboli, ma addirittura fragili, dimostrando così che si sono “saldamente incollati” alle tasche degli italiani. L’ennesima appropriazione è stata sancita, nel totale silenzio, dal decreto ministeriale n. 45 del 7 marzo 2007 con cui il Governo ha esteso, a partire dal 1° novembre 2007, l’iscrizione automatica alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell´Inpdap non solo ai pensionati Inpdap ma anche ai dipendenti e pensionati delle amministrazioni pubbliche. La Gestione credito finora era riservata ai lavoratori in servizio iscritti all´Inpdap ai fini pensionistici. In pratica ogni pensionato, anche quello non Inpdap, se non compilerà l’apposito modulo di non adesione vedrà decurtata la pensione, compresa quella di reversibilità, dello 0,15 o 0,30% a seconda del reddito. Questo ennesimo “piccolo taglio” viene effettuato per fornire servizi tra i quali “richiedere prestiti e mutui a tassi agevolati, insieme a servizi destinati ai giovani e ai pensionati”. Ci si domanda: ma quando mai sono stati erogati mutui a tassi agevolati o prestiti a pensionati che non possono soddisfare certe garanzie? Perché far passare un’altra tassa come servizio agli anziani o ai giovani? Non è una contraddizione quella di aumentare le pensioni minime già da ottobre per poi vedersele decimate tra bolli per l’invio e tassa per soddisfare il D.M. 45/2007? Catia Pelosi Una scritta infame L a scrittura è dai primordi uno strumento ineguagliabile, eccezionale e probabilmente unico, capace di relazionare l’uomo con i suoi simili e lasciare un segno indelebile nel tempo. Uno strumento meraviglioso mosso e tradotto dalla mente umana, che spesso è altrettanto meravigliosa, ma che altre volte traduce scritti di menti perverse ed indegne…oserei dire “infami”. Esattamente infami, come infame è colui che scrive sulla targa a ricordo di Oriana Fallaci… infame. Il vocabolario illustrato della lingua italiana di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, al lemma infame si legge: “atrocemente contrario alla dignità della persona umana”. Or bene se di Oriana Fallaci si vuole parlare, ritengo necessario porsi di fronte ad una personalità di cultura e bravura letteraria incontrovertibile, riconosciuta in tutto il mondo, specie al di là dei confini nazionali. Deponendo le armi del giudizio politico, anche i suoi detrattori più caparbi dovrebbero riconoscerLe questo onore. Ma come è possibile citare l’onore e la dignità quando la si imbratta con inchiostro indelebile, capace di sporcare i muri delle nostre città, dei monumenti, delle lapidi, degli ascensori, dei treni… delle targhe commemorative. Giornalisti, politici, premio Nobel e comici, hanno offeso e denigrato Oriana Fallaci, come donna e come scrittrice, ma perlomeno riconosciamo loro di averlo fatto quando era ancora in vita e seppur provata dalla malattia, ha saputo difendersi, onorevolmente, come la vita e la cultura le aveva insegnato. Colui, invece, che a distanza di un anno dalla sua morte, ne oltraggia così vilmente il ricordo, denota una perversa volontà di nuocere. Nuoce a chi ha scritto la storia in passato e nuoce a tutti noi che nel perbenismo ci crogioliamo sentendoci difesi, ma, a mio avviso nuoce a colui ed a tutti coloro che con inchiostro indelebile in una mente vuota ignorano la cultura dell’ammirazione, del rispetto e della considerazione dei nostri simili, specie quando si sono adoperati anche per noi. A questo proposito vorrei concludere parafrasando Oriana Fallaci in onore di Oriana Fallaci; “vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”. Marco Bacchieri Cortesi Welfare Ora nessuno vuole il protocollo S orriso amaro per i sindacati valdostani: il plebiscito a favore del protocollo sul welfare esiste solamente nella loro fantasia, perché sono veramente pochi i lavoratori che si sono recati alle urne per esprimere il loro pensiero sul futuro del sistema pensionistico. Malgrado i proclami, il voto sul welfare è stato ampiamente snobbato: solo due lavoratori su dieci hanno partecipato al referendum e, nel comparto unico del pubblico impiego, la partecipazione supera appena il 10 per cento. Sintomatica è stata l’affluenza alla Cogne Acciai Speciali, il più importante stabilimento industriale valdostano: su 1.047 aventi diritto, hanno votato in 407 con 306 si, 84 no e 17 nulle. Poco importa se, di questa esigua minoranza, la maggior parte abbia votato SI: questo dato non è credibile e, tantomeno, può essere interpretato come un consenso dei lavoratori in suffragio della controriforma previdenziale. L’esperimento fallito e i capi e capetti sindacali valdostani devono farsene una ragione e cominciare a chiedersi perché i lavoratori gli stanno sempre più voltando le spalle. Il famigerato protocollo, siglato nel luglio scorso tra il Governo Prodi e i sindacati, non ha raccolto l’adesione sperata nemmeno a livello nazionale, dove la partecipazione si attesta comunque su valori bassi (30-35%) e dove la fronda del NO dei metalmeccanici ha creato non pochi imbarazzi. L’entusiasmo manifestato dalla triplice, con l’introduzione degli “scalini” pensionistici in sostituzione dello “scalone” della riforma Maroni e con una maggiore rigidità in materia di contratti di lavoro a termine, non si è propagato tra gli operai delle fabbriche, gli impiegati degli uffici e i pensionati. Che hanno compreso l’imbroglio o, meglio, hanno subodorato sin dall’inizio i brogli che gli stessi sindacati avevano ordito nel “segreto” dei seggi per evitare che il NO dei lavoratori potesse dilagare oltre le previsioni. Una pubblica denuncia delle manipolazioni dei risultati del voto è pervenuta nientemeno che dall’onorevole Rizzo (PDCI), lunedì 8 ottobre dal salotto televisivo di Porta a Porta. Anche un bambino capisce che l’esito è quindi inattendibile ma, come tutti i naufraghi, Prodi per restare a galla si aggrappa al primo relitto a portata di mano. Per questo trae dal risultato del referendum sindacale sul protocollo welfare fausti auspici per il governo, con la stessa sicumera con cui in precedenza escludeva conseguenze in caso di successo del NO. Si illude che l’affermazione del SI fornisca alla sinistra comunista il pretesto per ridurre il contrasto sul protocollo a dimensioni tali da poterlo affogare dentro piccoli correttivi. Lo rafforza in questa aspettativa l’imbarazzo della sinistra comunista, in bilico tra il bisogno di intercettare il malcontento operaio espresso dalla prevalenza del NO tra i metalmeccanici, e la paura di affondare, insieme con questo governo, il potere di condizionamento della Cosa rossa. Non sarà forse la sinistra comunista a far cadere l’unico governo che può ancora permettersi di imbrigliare. Sono le forze che hanno scoperto Prodi che non vedono l’ora di seppellirlo. Rivelatore è il caso di Repubblica, che arriva a paragonare il tramonto del regno di Prodi a quello illegittimo di Macbeth, che finì a causa dei suoi errori e accerchiato dagli stessi poteri che inizialmente lo avevano sostenuto. Enrico Tibaldi DESIDERO RICEVERE GRATUITAMENTE IL VOSTRO PERIODICO VI PREGO DI INVIARLO A QUESTO INDIRIZZO nome e cognome via, piazza, frazione, località cap comune provincia compila, ritaglia e spedisci il presente tagliando in busta chiusa a FORZA ITALIA via Gramsci, 2 - 11100 Aosta 6 OTTOBRE 2007 I GIOVANI SENZA GRILLO PER LA TESTA I giovani di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, convinti che l’ondata di antipolitica non sia costruttiva e opportuna nel nostro contesto, si sono ritrovati oggi per discutere sul fenomeno mediatico che ha avuto inizio con il V-day del comico Beppe Grillo. Da tale incontro è sorta la necessità di affermare dei concetti comuni sulle proposte del popolo dei blog e rappresentate dal comico genovese. Convinti che i toni usati durante la giornata di protesta, oltre a non essere corretti, nuocciono gravemente al buon senso democratico, e che i contenuti delle proposte grilliane siano soltanto degli “specchietti per le allodole”, criticano le proposte e ne avanzano alcune alternative più aderenti al contesto politico-sociale italiano, in grado di cambiare realmente parte della realtà istituzionale. Innanzi tutto riteniamo che il divieto di candidatura per coloro che hanno subito una condanna penale passata in giudicato sia troppo drastico: non si può inibire ad un cittadino, titolare dei diritti elettorali attivi e passivi, l’accesso alle cariche politiche per il semplice fatto di avere sbagliato, magari una volta nella N vita. E’ sacrosanto vietare la candidatura di chi ha commesso reati gravi, come “banda armata”, “associazione sovversiva”, “associazione a delinquere” e tutti quei reati legati alla criminalità organizzata; è altrettanto corretto non consentire la candidatura a chi si è macchiato di crimini contro lo Stato. Non è corretto, anzi assurdo, ledere i diritti riconosciuti anche nelle società meno evolute per il solo fatto di aver commesso qualche “gaffes” nel corso della vita: un giovane, ad esempio, che guida in stato di lieve ebbrezza e che per tale grave errore subisce una condanna penale, secondo el capolavoro di Collodi il grillo parlante è la coscienza di Pinocchio. Sarà per questa specie di omonimia che Beppe Grillo pensa di poter diventare il moralizzatore della politica e della società italiana? Permettetemi di avere qualche dubbio, anzi, seri dubbi. Il comico genovese strombazza nelle piazze il valore dell’onestà. Vuole che tutti i politici siano persone pronte a dichiarare, davanti al popolo italiano, la propria moralità che si riduce nel non aver rubato allo Stato e, quindi, ai cit- (Benedetto XVI, tadini. Grillo parla soprattutto, di beni, di soldi, di finanziaria, d’affari illeciti dei politici. Se nella sua pagella personale ottiene la sufficienza nell’onestà, il politico è credibile e merita fiducia. Non la farei così semplice! Infatti, una virtù non sta in piedi da sola. Penso ad altri valori richiesti dalla maturità umana e politica: la collaborazione, la lealtà nella competizione, l’equità, il senso del dovere, la coerenza, la generosità, la sensibilità alla sofferenza, il rispetto della vita e dell’ambiente in cui viviamo. Queste ricchezze interiori e qualità umane attestano la validità della persona, ma purtroppo, il “giullare dei blog”, che tanta paura fa a certi politici (tra l’altro, suoi “compagni” da sempre), le ignora e pretende di “ricondurre alla rettitudine” l’Italia intera… Non si educa il cittadino sulle piazze con gli slogan o con certe affermazioni massimaliste. Lo stile più diffuso consiste nel gridare, buttare nella testa della gente provocazioni che segnalano il malessere sociale senza indicarne però la cura. l’eresia grilliana, vede sbarrata la possibilità di partecipare alla vita politica; oppure un direttore di giornale che ha subito nel corso della sua carriera una condanna per diffamazione a mezzo stampa, che è uno degli ultimi casi di responsabilità oggettiva, anch’egli, secondo il grillo-pensiero, deve essere cacciato dalla vita pubblica. La seconda proposta di Grillo, che prevede il limite di due mandati parlamentari retroattivo, non può non vederci contrari. Un conto è concepire la poltrona come una proprietà privata, un altro è quello di essere democraticamente Si cambia una società se si mutano i comportamenti, le scelte, se ogni cittadino è responsabile di sé e degli altri. Con i fatti, però! Purtroppo, il laicismo dominante non propone più la persona come centro di valori, ma come portatrice d’interessi egoistici. Gli interessi personali si sommano e si escludono a vicenda, ma non possono mai fondersi in bene comune. Così i legami sociali s’indeboliscono fino a scomparire e non saranno ricostruiti dalle piazzate, dai “vaffa” venduti a buon Deus caritas est) mercato o attraverso discorsi, ricette dettate da qualche agitatore, ma riscoprendo il senso del nostro vivere insieme, il valore di una vita solidale e di partecipazione. Tutti possono portare il proprio contributo a questa rinascita sociale: famiglia, scuola, partiti, parrocchie. La società cambia se le persone cambiano. Grillo non ha certo inventato l’acqua calda. Molti altri prima di lui, senza insultare nessuno, senza alzare slogan qualunquistici, senza invocare la distruzione dei partiti, hanno denunciato i mali della politica. Già due secoli fa, il filosofo Antonio Rosmini (1797-1855) insisteva sul principio che la società civile, lo Stato, devono essere a servizio del cittadino e non viceversa e riconosceva l’assoluto primato del bene comune sul bene pubblico e, implicitamente, la piena supremazia della persona, dell’uomo sullo stato. Evidentemente, già a quei tempi, c’era una scarsa opinione dei politici! C’E’ GRILLO E GRILLO “Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe a una grande banda di ladri” Lina Cavagnet confermati dai cittadini per meriti conquistati sul campo. Anche noi riteniamo essenziale un ricambio generazionale, da giovani non possiamo sottovalutare le nostre enormi capacità e potenzialità che spesso sono attenuate dai “vecchi della politica. Allo stesso tempo, con più realismo rispetto a Grillo, ci rendiamo conto che un Paese, impostato sulla democrazia parlamentare non può trovarsi di colpo senza un Parlamento capace di legiferare e allo stesso tempo vigilare sul Governo e tale capacità non può non nascere da un’esperienza diretta nelle istituzioni. Il rischio è trovarsi con un Governo troppo forte per un Parlamento incapace e inesperto e di conseguenza si paventerebbe la sciagurata ipotesi di un autoritarismo. Secondo noi è più opportuno prevedere l’obbligo per i partiti, sale della democrazia, di candidare una quota fissa di persone che non hanno mai trovato posto in Parlamento. In questo modo a ogni tornata elettorale si otterrebbero dei neoeletti. L’ultima proposta di Grillo, che prevede la reintroduzione della preferenza diretta alle elezioni politiche, è una chiara presa in giro per quegli elettori inesperti che non conoscono i meccanismi di partito, che vigono da destra a sinistra. Noi, a differenza dei finti moralisti, non abbiamo alcuna vergogna ad ammettere che anche nel sistema più democratico possibile sono i partiti a scegliere i candidati e di conseguenza gli eletti. Con l’attuale legge elettorale i segretari di partito compilano delle liste in base alle quali gli eletti saranno i posizionati nelle prime posizioni. Con la proposta grilliana il risultato non cambierebbe: saranno sempre i segretari di partito a scegliere i candidati da eleggere con certezza, inserendoli nei collegi blindati. Siamo certi che questa iniziativa abbia contribuito a far discutere di qualche problema della politica e soprattutto che sia stata un ottimo cavallo di Troia per rilanciare il comico genovese. Restiamo fermamente convinti che quando si ha voglia di contribuire al cambiamento di un sistema non si debba scendere in piazza ad insultare ed offendere chicchessia, ma che ci si debba impegnare quotidianamente in un’azione di sensibilizzazione in grado di portare dei benefici alla collettività. Non è un caso che l’ondata di antipolitica sia esplosa adesso, in un momento in cui Governo e Parlamento, in mano al centrosinistra, non siano in grado di fare alcuna riforma e di dare risposte ai problemi quotidiani. Pasquale Siciliano Andrea Paron OTTOBRE 2007 7 Olimpiadi Quando la Valle d’Aosta perse il treno V enerdì 19 settembre 1997 il compianto Generale dei Carabinieri Franco Romano, un grande amico della Valle d’Aosta, m’invitò a cena a Torino, nella storica caserma Bergia, “culla” dei Carabinieri (l’Arma vi nacque nel 1814). Giunsi alle 19,00 con Romano Blua (allora presidente dell’Asiva). Arrivarono poi Dino Vierin (presidente della Regione) e Pierluigi Thiébat (sindaco di Aosta). La serata si rivelò importante: erano presenti altissime autorità del Comune e della Provincia di Torino e della Regione Piemonte, i rappresentanti della Confindustria, gli uomini Fiat della Sestriere SpA, alcuni parlamentari, un vero parterre de roi. Dopo l’aperitivo il Generale ci sottopose una bella presentazione multimediale (all’epoca una vera chicca). Prima parte: analisi della difficile congiuntura di Torino, crisi del settore auto, disoccupazione, immigrazione clandestina, percezione di decadenza, sicurezza dei cittadini, prospettive difficili, necessità di uno scatto di reni. Soluzione: organizzare le Olimpiadi invernali del 2006 assieme ad Aosta. Seconda parte: la Valle aveva le piste di fondo a Cogne e Brusson, la pista di bob a Breuil-Cervinia e soprattutto 23.000 posti letto, ecc. Al Sestriere lo sci alpino, alla Valle d’Aosta lo sci nordico bob skeleton e salto, a Torino il ghiaccio e la sede principale. Restyling della città, sistemazione delle vie di comunicazione, realizzazione di due centri media, Torino e Aosta, rifacimento della ferrovia Torino-Aosta per spostare in un’ora i giornalisti tra i due teatri di gara, svincoli per raggiungere le piste ecc. L’intenzione ufficiale di candidarsi andava presentata al CIO entro il 31 ottobre successivo, era necessario perciò muoversi in fretta e incassare il consenso del Governo. In seguito si sarebbe predisposto il dossier completo. Fu distribuito un Consulenze in piazza apprezzate dai consumatori N el pomeriggio di sabato 6 ottobre 2007 la Casa del Consumatore, promotrice dell’iniziativa La consulenza di qualità scende in piazza, ha allestito in piazza Chanoux ad Aosta un gazebo presso il quale i cittadini-consumatori hanno trovato risposta alle molteplici domande che il progressivo complicarsi della vita quotidiana impone nello svolgimento del rapporto di consumo. Il rapporto di consumo per vendita di prodotti o fornitura di servizi tra cittadino e banche, assicurazioni, società telefoniche, imprese erogatrici di energia e servizi pubblici non sempre appare trasparente e privo d’insidie. Compito della Casa del Consumatore è dunque quello di chiarire gratuitamente, previo tesseramento, ai consumatori quali sono i propri diritti contrattuali che sono messi quotidianamente in pericolo da soggetti forti dotati di grandi mezzi finanziari e potere politico. Per tutelare i propri diritti bisogna prima conoscerli. L’educazione del cittadino-consumatore per il raggiungimento della piena consapevolezza dei propri diritti, in breve l’educazione al consumo, rappresenta lo scopo primario dell’associazione. Nella foto, a partire da sinistra: gli avvocati Giada Di Gaspare e Orlando Navarra (presidente regionale CDC), Alessandro Fede Pellone (presidente nazionale CDC), Sacha Bionaz e Pasquale Siciliano. L documento riassuntivo. “Signori, - concluse il Generale Romano – accomodiamoci ora nelle nostre gloriose scuderie dove sarà servita la cena e proseguiamo il discorso a tavola. “A questo punto Dino Vierin chiese la parola per il più breve discorso della sua vita politica. In trenta secondi disse che Aosta era già stata candidata, un referendum aveva successivamente bocciato l’iniziativa, nel maggio successivo si sarebbero svolte le elezioni regionali - le più importanti in Valle, sottolineò - e non esistevano i tempi politici per mutare opinione. Concluse: “…la risposta della Valle d’Aosta è NO”. Tombale. Le scuderie si rivelarono splendidamente restaurate, il cibo ottimo, la cena venata d’imbarazzo. Mi mossi subito nei giorni seguenti ’Italia si scopre povera. Il Rapporto Istat sull’indice di povertà nel nostro Paese è duro. Le condizioni ai limiti sono molte e non si fa nulla per migliorare la situazione, soprattutto nel Mezzogiorno, dove il fenomeno è più radicato. Le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà sono pari a 2 milioni 623 mila, l’11,1% rispetto a un totale di 23 milioni. Nella totalità i poveri sono 7 milioni 537 mila, pari al 12,9% della popolazione complessiva. All’interno della quota dell’11,1% di famiglie indigenti, un 3% ha valori di spesa di poco inferiori alla linea di povertà (tra il 10 e il 20%): si tratta di quasi un terzo delle famiglie povere complessive. Il restante 3,3% presenta infine livelli di spesa inferiori alla linea di povertà di non oltre il 10%. Si tratta di famiglie, quest’ultime, molto vicine alla soglia che può determinare l’essere o il non essere povero. Una soglia che sta diventando sempre più invisibile per molti nuclei familiari. Questo perché una classe, quella media, è stata in pratica spazzata via negli ultimi anni da una serie di politiche economiche volte alla spremitura delle finanze della popolazione. Non esiste più la classica famiglia borghese, benestante ma non eccessivamente ricca: esistono solo due classi, i poveri e i ricchi. Questa è la realtà, anche dovuta all’introduzione di una moneta unica, l’euro, che è stata decisa in base ad un tasso di cambio sfavorevole, che ha impedito all’Italia un corretto passaggio dalla moneta unica a quella comunitaria. In quel periodo, venne poi meno il controllo sulla stabilità dei prezzi al consumo, lievitati in modo esponenziale e calanti solo dopo un paio d’anni. C’è da dire che un controllo del genere avrebbe fatto aumentare la spesa pubblica in modo sostanzioso e si decise di lasciare che il mercato facesse il suo gioco. I in modo autonomo ed efficace con Mario Pescante, presidente del Coni, per recuperare, riuscendo a migliorare ulteriormente la proposta nei nostri confronti. Non riuscendo a contattare personalmente Dino Vierin, gli feci pervenire una nota dettagliata sulle nuove prospettive, ma il 29 settembre, dal più autorevole membro del suo entourage, incassai un infastidito: “quella roba non interessa”. Chiusi il dossier, ma quasi due anni dopo, il 19 giugno 1999, ricevetti una telefonata da Seul. Urla, frastuono, grida di gioia: “Sono Mario, Torino ha appena vinto la candidatura. Dillo ai tuoi lassù…”. Questo è quanto accadde. Non è possibile sapere se, qualora la Valle d’Aosta avesse aderito al progetto olimpico, la ferrovia sarebbe stata poi rifatta. Tra intenzioni e realizzazioni possono celarsi cattive sorprese, Tav docet. Non lo sapremo mai. Nel frattempo le Olimpiadi di Torino si sono fatte e da queste parti non ne torneranno per un bel po’. Eddy Ottoz dati che vengono snocciolati sono preoccupanti e devono far riflettere seriamente il governo, colpevole oltremodo di aumentare la pressione fiscale sui cittadini. Ed in un quadro come questo, cosa fa il governo? La demagogia si spreca e comincia l’attacco al governo Berlusconi, colpevole, secondo loro, di aver aumentato il numero degli indigenti in Italia per preferire evasori e riccastri. Subito si sentono le dichiarazioni di sdegno da parte di Ferrero, ministro della Solidarietà Sociale, uno che non appena eletto e intervistato da La Stampa aveva confermato che da ministro avrebbe fatto fatica a «stare coi piedi per terra». Purtroppo, i dati sono dati per essere smentiti, come scriveva Paolo Del Debbio, ma rimane una costante. Il fallimento di una serie di misure di politica economica che ha fatto il governo, per contrastare un fenomeno che colpisce oltre un italiano su dieci, una cifra altissima ma che sembra non interessi ad un governo troppo impegnato a discutere sugli stipendi dei parlamentari per guardare oltre il loro orto. Gli interventi mirati devono partire dall’istruzione e non da sovvenzioni o assegni di mantenimento: se si incontra un povero non si deve dare un obolo ma una canna da pesca. Allo stesso modo, un governo responsabile dovrebbe mettere il cittadino nelle condizioni di poter studiare anche modificando una cultura distorta che vige negli ambienti più degradati. Oggi si parla di poveri in Italia ma da domani si ricomincerà a discutere di faccende ben più frivole. Ciò che resterà sarà quel 12,9% di indigenti che vivono in Italia, un paese che potrebbe essere grande ma non lo è, anche per colpa di statistiche come queste, che per un istante aprono gli occhi a chi non li vuole aprire per non vedere una realtà spiacevole. L’Italia ed i poveri Fabrizio Goria 8 OTTOBRE 2007 Iniziative del Gruppo consiliare in Regione settembre e ottobre 2007 LA CASA DELLE LIBERTÀ Vi elenchiamo qui di seguito le interrogazioni, interpellanze e mozioni che il Gruppo consiliare regionale della Casa delle Libertà ha proposto nei mesi di settembre e ottobre. Una descrizione succinta per ciascuna di esse vi servirà a comprendere l’argomento trattato. Per ulteriori approfondimenti o per eventuali segnalazioni potete contattare il Gruppo consiliare o direttamente i consiglieri proponenti (indicati tra parentesi) presso gli uffici di via Piave 1 ad Aosta, telefonando al numero 0165 526170 o scrivendo a [email protected] Verrès spa, il socio Eurocoin fallisce ma per la Regione tutto va bene (interrogazione, Tibaldi) Qualcuno, forse in odore di campagna elettorale, afferma che “la Verrès è un’azienda solida”. Al di là dei facili illusionismi, non si può celare che un socio importante, Eurocoin, è fallito. Il fatto, emerso a seguito della nostra interrogazione, non è secondario poiché Eurocoin venne decantato (ottobre 2001) dall’allora assessore regionale dell’Industria come “avente la finalità di realizzare un partenariato commerciale e industriale su scala multinazionale, capace di consentire allo stabilimento valdostano di utilizzare l’apporto di un gruppo leader europeo e mondiale nel campo della monetazione”. L’obiettivo (purtroppo mancato) era quello di divenire fornitori a livello mondiale di tondelli destinati a diversi usi: oggi Verrès segna invece un calo costante in termini di redditività e il rischio di una sua ulteriore marginalizzazione è fonte di comprensibile preoccupazione per le maestranze. Furto al Museo Archeologico Regionale, ma l’assicurazione non paga (interrogazione, Frassy) Nonostante l’impianto di videosorveglianza e i circa 30 dipendenti preposti alla sorveglianza delle sale, al museo archeologico regionale di Aosta è stato rubato in piena mattinata un reperto ivi esposto. Il fatto induce qualche riflessione sull’inadeguatezza dei sistemi di protezione posti a salvaguardia dei reperti, la maggior parte dei quali sono facilmente avvicinabili dalla mano del visitatore. Ma l’aspetto più sorprendente è l’aver appreso che gli oggetti esposti sono assicurati contro l’incendio e altri eventi, ma non contro il furto. Regione fredda sul Parco del Monte Rosa (interrogazione, Tibaldi) A distanza di un anno dalla proposta, il Parco del Monte Rosa non fa presa nella mente degli amministratori regionali, che ne condividono l’idea e dichiarano la massima disponibilità ad approfondire la questione, ma… Già, i se e i ma sono lo scoglio che ha impedito, in tutto questo tempo, di valutare se gli elementi di interesse scientifico o naturalistico meritano una tutela particolare oppure no. Merita ricordare che l’incontro tra le amministrazioni comunali interessate (Ayas e Gressoney-La-Trinité) e quella regionale risale al 23 novembre 2006. Dispense a uso self-service al Grand Hôtel Billia? (interpellanza, Tibaldi) Ci è stato riferito che anche quest’anno un affiatato gruppo di dipendenti e dirigenti del Grand Hôtel Billia abbia organizzato la consueta cena privata estiva. E che l’approvvigionamento di vivande, bevande e alimenti sarebbe stato fatto direttamente in house, ovvero mediante prelievo dalle dispense e dalle cucine dell’albergo. Abbiamo chiesto conto al superassessore delle Partecipazioni regionali, considerato che il Grand Hôtel Billia non è più di proprietà privata, bensì appartiene da circa un anno a una società pubblica controllata indirettamente dalla Regione. Egli, dando lettura di una nota del presidente di STV, ha smentito i fatti. Ci permettiamo di restare increduli, visti i controlli pressoché inesistenti sui flussi di merce in uscita dalle dispense e dalle cucine. Le strane lesioni strutturali dell’ISIP di Aosta (interpellanza, Frassy) Nel gennaio 2004 avevamo espresso preoccupazione per il deterioramento dell’edificio scolastico, ove la caduta di intonaci e il movimento dei pavimenti su tutti e tre i piani, lasciava supporre la possibilità di un cedimento strutturale. L’Assessore ai LL. PP. rispose minimizzando la situazione. Ora l’ISIP non è più agibile, a causa – si dice – di una scossa sismica verificatasi il 31 marzo scorso (è l’unico edificio di tutta la regione a essere stato lesionato!). Forse che le lesioni possano essere la conseguenza di errori di progettazione nei continui ampliamenti e sopraelevazioni a cui è stato sottoposto il fabbricato? Costi ed entrata in funzione del collegamento ferroviario Cogne-Charemoz (interpellanza, Lattanzi) 60 miliardi per un futuro incerto. L’Assessore Pastoret ha confermato tutte le difficoltà per dare un futuro concreto a una delle opere più controverse della folle politica di spreco della maggioranza. Una cattedrale che, nonostante i costi proibitivi, non ha ancora nessuna certezza di utilizzo. Il dato più sconfortante è che se mai dovessero essere superate le difficoltà rappresentate dalle agibilità strutturali e burocratiche, il trenino Cogne-Pila sarà per la comunità valdostana un carrozzone inefficiente e costosissimo. Dobbiamo augurarci che funzioni? Qualche dubbio comincia a serpeggiare anche nella maggioranza, mascherato da forte imbarazzo. Pendolari, insuccesso degli sconti autostradali (interpellanza, Tibaldi) Sono solo 235 i pendolari valdostani che hanno aderito alle agevolazioni tariffarie applicate dal 1° luglio scorso sul tratto autostradale compreso tra Aosta e Pont-Saint-Martin: una quota scarsa, se si pensa che SAV aveva stimato una platea di potenziali beneficiari intorno alle 2.000 unità. Sarà pur vero che la sperimentazione dura 18 mesi, ma è altrettanto innegabile che se l’offerta è valida raccoglie il consenso immediatamente o nel giro di un breve periodo. L’insuccesso dell’iniziativa effettuata da SAV, società concessionaria autostradale partecipata dalla Regione, pare motivato dall’esiguità dell’agevolazione e dalla complessità delle procedure per l’accesso al beneficio. Abbiamo esortato la Regione ad attivarsi per promuovere sconti più appetibili a favore dei residenti, al fine di implementare l’utilizzo dell’autostrada nell’asse di fondovalle. Opere in economia e gare di… velocità (interpellanza, Frassy) La Direzione opere edili ha proceduto nel mese di agosto ad inviare inviti a gare ufficiosa per l’esecuzione di opere in economia. Nelle comunicazioni, spedite tra il 28 e il 29 agosto, si legge che l’offerta deve inviarsi esclusivamente per posta entro le ore 12 del 5 settembre e che i partecipanti devono dichiarare di aver preso visione del progetto e dei luoghi. Tempi record per la partecipazione, tempi inusuali per bandire (agosto); il risultato prevedibile – o forse previsto – è stato, contrariamente all’interesse pubblico, una partecipazione assai limitata, uno due concorrenti rispetto agli oltre quindici invitati! Gressoney, l’odissea della pista Leo David (interrogazione, Tibaldi) Anche in questo caso tempi e spese sono l’emblema negativo di una Regione che non riesce ad attuare, nel calendario previsto e nei limiti stanziati, le proprie iniziative. L’incarico di progettazione di una pista per la pratica dello sci agonistico internazionale nel Comune di Gressoney-SaintJean risale al settembre 1998; importo previsto, poco più di 2 miliardi di lire. Per il completamento dell’opera sono stati successivamente stanziati 6.378.000 €, equivalenti a ben 12,350 miliardi del vecchio conio! Ad oggi l’opera non è ancora ultimata, malgrado l’allora assessore regionale Caveri annunciava (rispondendo a un’analoga interrogazione del nostro gruppo consiliare, giugno 2004) che la struttura sarebbe stata pronta per la stagione invernale 2006-2007. Entità del personale occupato presso la Casa da Gioco di Saint-Vincent (interrogazione, Lattanzi) In questi ultimi 5 anni il Casinò ha perso consistenti quote di mercato ma di questa crisi non pare accorgersene l’ufficio assunzioni del personale. Infatti, dal 2003 ad oggi, l’organico della Casa da Gioco è stato ridotto solamente di una trentina di posti “fissi”. Allo stato attuale, un Casinò così ridotto, non giustifica più di 500 dipendenti e, se non interverranno decise politiche di sviluppo, i primi a rischiare il posto di lavoro saranno i 780 dipendenti odierni. L’assessore Marguerettaz ha comunque garantito assunzioni chiuse al Casinò e nelle sue società di servizio. Dobbiamo credergli? Turismo: i conti non tornano (interrogazione, Frassy) Dal 2001 ad oggi la Regione ha speso oltre 66 milioni di euro nel settore, ma i risultati permangono sempre al di sotto delle aspettative. Il settore necessita di un riordino legislativo e organizzativo, che consenta di presentare il prodotto Valle d’Aosta con maggior chiarezza ed unicità. Oggi l’immagine della Valle d’Aosta è frammentata tra 54 Pro Loco, 10 AIAT, 11 Consorzi, le Comunità montane, gli Assessorati comunali e l’Assessorato regionale. Un’infinità di attori che spesso si sovrappongono malamente, impedendo al potenziale turista di avere un’immagine nitida delle infinite opportunità dell’offerta turistica valdostana. CVA, sconti tariffari o campagna elettorale? (interpellanza, Tibaldi) Ai valdostani è stata presentata come un’offerta che non si può rifiutare, che non ha eguali sul mercato: CVA – o, meglio, il suo presidente - ha annunciato sconti per i residenti, a partire da gennaio. Lo sgravio è del 10%, ma solo sulla quota che corrisponde alla generazione di energia: tradotto in cifre, significa che il vantaggio grossomodo si dimezza. Altre società presenti sul libero mercato fanno offerte altrettanto vantaggiose, se non di più. Allora, Güste, quella di CVA è una campagna promozionale o una campagna elettorale? Buoni benzina: immobilismo totale (interpellanza, Frassy) Vedi articolo in prima pagina.