Ecclesia - Diocesi di Carpi
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Ecclesia - Diocesi di Carpi
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI CARPI Numero 15 - Anno 31 Domenica 24 aprile 2016 Una copia 2,00 Direttore responsabile Bruno Fasani Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nr. 46) art. 1, comma 1 - CN/MO Editoriale Giustizia e misericordia Sempre più prende piede un criterio soggettivo nella definizione del vero e del buono: ognuno ritiene che il proprio percepito è parametro adeguato per operare scelte legittime e conformi al bene. E’ difficilissimo sostenere che c’è una natura definita, con regole e meccanismi precisi. Ciò che un tempo veniva riconosciuto contro natura oggi è pacificamente accettato. Figuriamoci nell’ambito della fede… Il volto di Dio e i suoi comandamenti hanno le più svariate e fantasiose varianti: guai a stabilirne dei contorni precisi! Un intervento del genere verrebbe tacciato di fondamentalismo e di oscurantismo… Notavo, con che facilità, e con quale leggerezza si amministra il battesimo cristiano. Nonostante quanto affermato poc’anzi rispetto ai criteri soggettivi, la richiesta del battesimo e, quindi, l’inserimento dentro una comunità con regole e norme ben precise, è ancora percentualmente elevata. Il fatto è che, seppure la Chiesa richieda determinate condizioni, ognuno ritiene scontato che il proprio pensiero, anche se discordante, debba essere considerato degno e da rispettare a prescindere… così accade che battezzati o non battezzati, la differenza non si nota affatto! Il battesimo, che è la morte dell’uomo vecchio a favore dell’uomo nuovo, non è altro che un semplice evento folkloristico che non segnala alcun tipo di conversione. Siamo nell’anno in cui Papa Francesco ha chiesto di celebrare il giubileo della misericordia: il messaggio che forse passa è che, comunque vada, va bene… Non è così! Comunque vada Dio ci ama ed è disposto a morire per la nostra salvezza, ma non va bene così! Anche un papà e una mamma, qualsiasi scelta faccia il figlio, non smettono di amarlo, ma se la scelta porta alla morte non va bene! Il peccato va ancora denunciato, richiamato, condannato! La misericordia è un richiamo alla conversione, al cambio di mentalità… non è un appiattimento sullo status quo… Gesù nella sua misericordia ha buttato all’aria i cambiavalute al tempio, ha invitato l’adultera a non peccare più, ha rimproverato i farisei per una fede troppo formale, ha richiamato all’indissolubilità del matrimonio, ha disapprovato l’ingratitudine dei lebbrosi guariti, ha ammonito severamente i ricchi… Quando si fa passare la misericordia di Gesù come un buonismo non si dà il giusto valore al grado del suo amore per gli uomini! La verità è che spesso, anche nelle nostre sagrestie, noi vorremmo trovare nel Vangelo un ricettario pronto all’uso per valutare e orientare le nostre azioni. Non è così. Mai. Il Vangelo ti dà solo i criteri di fondo, ma poi il peso della decisione, nella situazione concreta, è tuo, e solo tuo. Il Vangelo ti dice solo che la misericordia senza giustizia è paura. Sembra bontà e invece è complicità con il malvagio. Un buonismo perdonista non tutela il più debole, e prepara la prossima vittima, magari la vecchietta o il pensionato solo. La misericordia si oppone alla vendetta, alla distruzione dell’altro e all’interruzione violenta della relazione con lui, ma non alla giustizia. Il Vangelo ti dice però anche che la giustizia senza misericordia è dura, spietata: medica lo strappo ma non ricuce la ferita, e così prepara per domani nuove rivalse, nuove rivincite, altri disordini. Un sentimento giustizialista dimentica che dietro il reato c’è sempre una persona, e dietro una persona una storia, spesso sgangherata e costellata di sbagli, ma della quale il reo forse neanche porta integralmente la responsabilità. Dimentica pure che anche per lui ci può e ci deve essere un futuro possibile di redenzione, e forse da qualche parte c’è una mamma che aspetta un ritorno. Una società veramente civile - a maggior ragione la comunità cristiana - non ripaga il torto subìto con la stessa moneta, se no riafferma quella malvagità che vorrebbe estirpare. Vedo troppi buonisti e troppi forcaioli in circolazione. Per favore, ripuliamo un po’ l’aria… Ermanno Caccia Dono per la Chiesa pagina 13 I seminaristi Mauro, Emiddio, Enrico VOLONTARIATO SANITÀ ROVERETO TESTIMONIANZE Nonni in servizio Vaccini salva vita Lezione con la Croce Rossa Da Aleppo a Carpi pagina 5 pagina 7 pagina 9 Carpi, via Alessandro Manzoni 145 - Tel. 059 637590 - email: [email protected] Aperto da martedì a domenica, chiuso il lunedì. Orari: 10:00-13:00 / 15:00-19:30 pagina 17 2 Primo Piano MEDIORIENTE IN PUNTA DI SPILLO di Bruno Fasani Malattie più gravi di quelle fisiche verbo è quello più adeguato, ci sono solo gli adulti, quelli che dovrebbero fare gli educatori delle nuove generazioni, e che stanno invece dimostrando di avere cartucce dalle polveri bagnate. Che senso ha portare i ragazzi a Mauthausen per toccare con mano l’inciviltà e l’intolleranza umana, se non si è riusciti a spiegare loro che l’inciviltà e l’intolleranza vivono nei comportamenti da piccoli bulli maleducati praticati al loro interno? E che educazione sarà mai quella di genitori che dovrebbero educare al senso civile, alla tolleranza e al senso di alterità, se poi non sono in grado di convincere i propri figli che una compagna autistica non è né uno sgorbio di natura, né una pericolosa infettatrice? Genitori dalla vista corta, quella che impedisce di vedere che la malattia dei loro figli, dalle gambe sane e dal fisico perfetto, è, in realtà, più grave e deleteria di una patologia catalogata dalla scienza medica. />>DZh^K͙ dZdZ//KE/EEKs/KE͘ s/^Wdd/DKE/EK^dZ/WhEd/sE/d ZW/;DKͿʹsŝĂĂǀĂƚĂ͕ϭϰʹdĞů͘ϬϱϵͬϲϰϯϬϳϭʹĐĂƌƉŝΛĐĂŶƚŝŶĂĚŝĐĂƌƉŝ͘ŝƚ ^KZZ;DKͿʹsŝĂZĂǀĂƌŝŶŽͲĂƌƉŝ͕ϭϭϲʹdĞů͘ϬϱϵͬϵϬϵϭϬϯʹƐŽƌďĂƌĂΛĐĂŶƚŝŶĂĚŝĐĂƌƉŝ͘ŝƚ KEKZ/;DKͿʹsŝĂƉĞƌDŝƌĂŶĚŽůĂ͕ϱϳʹdĞů͘ϬϱϯϱͬϱϳϬϯϳʹĐŽŶĐŽƌĚŝĂΛĐĂŶƚŝŶĂĚŝĐĂƌƉŝ͘ŝƚ Z/K^>/dK;ZͿʹsŝĂϮϬƐĞƚƚĞŵďƌĞ͕ϭϭͬϭϯʹdĞů͘ϬϱϮϮͬϲϵϵϭϭϬʹƌŝŽΛĐĂŶƚŝŶĂĚŝĐĂƌƉŝ͘ŝƚ WK''/KZh^K;DEͿʹsŝĂ͘WŽŵĂ͕ϲʹdĞů͘ϬϯϴϲͬϱϭϬϮϴʹƉŽŐŐŝŽΛĐĂŶƚŝŶĂĚŝĐĂƌƉŝ͘ŝƚ /EK^dZ/KZZ/͗ >hE/͛ͲsEZ/͛ DĂƚƚŝŶŽϴ͘ϬϬͲϭϮ͘ϬϬWŽŵĞƌŝŐŐŝŽϭϰ͘ϬϬͲϭϴ͘ϬϬ ^dK DĂƚƚŝŶŽϴ͘ϬϬͲϭϮ͘ϬϬ “Abbiamo bisogno di una nuova Costituzione che non discrimini i non musulmani. Abbiamo bisogno di libertà di religione, di libertà di coscienza, di libertà di scelta. Soltanto così i cristiani potranno rimanere in Iraq”. Sono parole di monsignor Rabban al Qas, arcivescovo caldeo di Ahmadiyya e Zakho, intervenuto nei giorni scorsi a Roma, presso l’Associazione Stampa estera, nel corso di una conferenza organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre. Papa Francesco si è recato a Lesbo “per esprimere vicinanza e solidarietà” al popolo greco e ai numerosi profughi che sbarcano sulle coste di questa isola. Ma se c’è una crisi di migranti alle porte d’Europa, è perché il Medio Oriente resta in preda a conflitti rovinosi. Monsignor Rabban al Qas ci dice che la sua diocesi è quella in cui è avvenuto il maggior afflusso di cristiani in fuga dalla Piana di Ninive e da Mosul occupate dai jihadisti dell’Isis. Racconta di avere ancora impresse negli occhi le immagini di queste persone che hanno perso tutto, tranne la fede in Cristo. Il prossimo giugno saranno passati due anni dall’ingresso dei terroristi islamici in MIGRANTI L’arcivescovo al Qas racconta la situazione dei cristiani iracheni fuggiti in Kurdistan Appello alla comunità internazionale con un nome fittizio, non ha fatto però i conti con le compagne di classe, le quali, con un tam tam, degno di una caccia all’untore portata avanti su whatsapp, decidono che nessuna di loro accetterà di andare in stanza con lei. Eppure Anna non presenta alcun problema particolare di socializzazione e di autonomia. Frequenta anche gli scout. Con loro fa varie escursioni, dormendo in tenda con i propri compagni. E allora perché tanto ostinato rifiuto? Il Ministero della Pubblica Istruzione, informato dei fatti, ha sospeso la gita e ha inviato degli ispettori. Qualche genitore ha minacciato di denunciare la famiglia di Anna per aver fatto saltare la visita culturale a Mauthausen ed aver attirato un cono di pubblicità sgradevole sulla scuola e sulle famiglie delle alunne. Ma si tratta di un espediente vecchio come il cucco, quello di fare la voce grossa per intimorire la controparte, quando si ha torto marcio. Il quale torto qualcuno vorrebbe farlo ricadere sulle ragazze della scuola, proponendo per loro severi provvedimenti disciplinari per il gesto di bullismo. Ma qui, da punire, se mai il Legnano, provincia di Milano. Terre socialmente evolute e mentalmente aperte. Almeno così si pensa. Al massimo qualche rigurgito leghista, christianly incorrect, ma solo per denunciare l’invasione degli stranieri, quelli che rubano il pane e le case agli italiani. Peccato che il cristianamente scorretto qualche volta si spinga anche tra le mura popolate dai nostrani. L’ultimo episodio è accaduto in una classe di terza media. La gita di fine anno prevede che si arrivi fino a Mauthausen, monumento dell’intolleranza nazista. Là i ragazzi potranno rendersi conto a quale punto di abiezione porti il cuore umano quando si cominciano a catalogare le persone in caste di valore decrescente. L’organizzazione è perfetta e l’entusiasmo alle stelle, ma… C’è un ma. Nella classe terza media della scuola in questione è presente una ragazza autistica. Anche lei aspetta questo momento. Anzi, come afferma chi la conosce, proprio non sta più nella pelle dalla voglia di andare. Dicono gli esperti che proprio chi è affetto da questa patologia sente maggiormente il bisogno di esplorare il mondo. Anna, la chiameremo così NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 ^DD/E/^dZ/KE͗ sŝĂĂǀĂƚĂ͕ϭϰʹϰϭϬϭϮĂƌƉŝ;DKͿʹW͘/sͬ͘&͘ϬϬϭϴϮϰϳϬϯϲϵ ĐĂƌƉŝΛĐĂŶƚŝŶĂĚŝĐĂƌƉŝ͘ŝƚʹǁǁǁ͘ĐĂŶƚŝŶĂĚŝĐĂƌƉŝ͘ŝƚʹĐĂŶƚŝŶĂĚŝĂƌƉŝĞ^ŽƌďĂƌĂ monsignor Rabban al Qas quelle terre. “Abbiamo perso la nostra storia, la nostra patria, direi la nostra vita”, commenta amaro il vescovo riflettendo sulla spoliazione dei cristiani dall’Iraq, dove sono un quarto in meno rispetto all’inizio della guerra. Il vescovo ritiene che alla base di ogni contesa ci sia l’intolleranza insita in alcune frange dell’Islam. “Gruppi come i Fratelli Musulmani, i wahabiti, i salafiti non accettano la convivenza da pari con altre comunità religiose”, spiega al Qas. Il quale avverte anche noi europei: “Non si respira tranquillità nemmeno qui da voi, come dimostrano gli attentati in Francia e in Belgio. Ho visto blindati dell’esercito nei pressi di San Pietro, perché l’obiettivo di questi gruppi è di espandersi e prevaricare ovunque”. Non esita, l’arcivescovo caldeo, a definire la sharia “una malattia” per l’Iraq, per il Medio Oriente e per tutto il mondo. Crede pertanto che non possa esserci pace in quelle terre fin quando non si creeranno le condizioni per separare la religione dallo Stato. E per farlo, la soluzione proposta da monsignor al Qas passa per l’educazione dei giovani. Di qui il suo appello alla comunità internazionale e alla Chiesa a “fare pressione al Governo iracheno, senza limitarsi a una mera diplomazia basata sul rispetto”. Tuttavia monsignor al Qas coltiva la speranza di un futuro migliore nell’anelito di libertà del popolo curdo. “Saremmo più tranquilli se avessimo uno Stato del Kurdistan indipendente, ottenendolo non con la guerra ma attraverso un referendum”, ammette al Qas, sottolineando che “le porte del cuore e delle case dei curdi sono aperte a tutti i popoli”. In ragione dell’influenza geopolitica dei Paesi vicini, appare però una chimera l’indipendenza del Kurdistan. “Niente è difficile in questo mondo”, risponde monsignor al Qas. Che infine però precisa: “Dipende dagli interessi degli americani e degli europei…”. EC Il Cardinale Montenegro di Caritas italiana commenta il viaggio del Papa a Lesbo Costruire ponti piuttosto che muri “ Papa Francesco a Lesbo ha imposto al mondo intero di riflettere su una domanda: per i migranti stiamo facendo la cosa giusta? Stiamo rispondendo alle loro necessità con giustizia e carità?”. E’ in questo dilemma inquietante, che Giovanni Lepri, responsabile delle operazioni dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu in Grecia, vede la sintesi del viaggio del Pontefice nell’isola ellenica, dove ha incontrato il dolore e la rassegnazione donando speranza e compassione. Abbiamo interpellato il Cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana, circa questo viaggio del Papa a Lesbo. Eminenza, da Lampedusa a Lesbo, due isole simbolo dell’accoglienza dei migranti nel mediterraneo. Qual è secondo lei il significato di questo viaggio di Papa Francesco? Ritengo che più che parlare di un secondo viaggio del Papa in un’isola della speranza si possa parlare di un unico viaggio congiunto da tutti gli appelli che ha fatto a favore dei migranti. E’ un unico messaggio che parte da Lampedusa e oggi fa tappa a Lesbo, ma che senz’altro continuerà. La preoccupazione del Papa è vedere come tanta povertà non venga considerata e come purtroppo le morti continuano anche davanti alle soluzioni che le forze politiche stanno prendendo. Il Papa, sul suo profilo twitter ha scritto: “I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati”. Non suonano nuove queste parole, lo ha sempre detto nei suoi interventi. Noi continuiamo a parlare dell’immigrazione come di un fatto di cronaca, il Papa ci invita a guardare al fenomeno come un fatto di storia umana. I migranti sono uomini, donne e bambini che bussano alle nostre porte perché vogliono vivere e noi, come nella parabola del ricco epulone, permettiamo che stiano ai piedi delle nostre tavole per accontentarsi delle briciole che noi facciamo cadere dal tavolo, ma questo non è accoglienza né preparare un futuro. Il termine “Pontefice” (Pontifex) fa riferimento a chi costruisce ponti. Il Papa più volte ha invitato l’Europa a costruire ponti e non muri e lui stesso si sforza di aprire varchi. Ogni ponte ha bisogno di due pilastri, credo che il Papa stia facendo questo servizio invitando tutti a costruire un ponte dove al pilastro della povertà corrisponda il pilastro della solidarietà. Credo che le sue parole e la sua azione stiano sortendo un effetto positivo, sempre più gente guarda da quel lato. Adesso, però, bisogna avere il coraggio delle scelte, il coraggio di una politica che guarda lontano e che costruisca ponti piuttosto che muri e reticolati. Eminenza, mi permetta, anche tra cristiani... La valenza di questo viaggio non è soltanto umanitaria, il viaggio a Lesbo viene considerato, per la compresenza accanto al Papa del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I e del primate della Chiesa ortodossa greca, Hieronimus II, anche una tappa nel cammino ecumenico delle Chiese… Sì, anche tra chiese sorelle. I poveri hanno la potenza di far mettere insieme e di far dialogare anche chi ha difficoltà a sedersi attorno ad un tavolo. Il Signore i poveri ce li ha consegnati come testamento. L’Eucarestia per noi credenti è il segno dell’unità, anche il povero deve diventare sacramento dell’unità e della comunione. EC TESTIMONIANZA Maria Silvia Cabri Seconda “tappa” del viaggio ad Erbil raccontato dalle pagine del diario del Vescovo Incontri che cambiano le esistenze P rosegue la narrazione del viaggio che monsignor Cavina ha effettuato, dal 1 al 4 aprile, ad Erbil, nel Kurdistan iracheno. Ancora una volta sono le parole stesse del Vescovo, da lui annotate su un taccuino, a raccontare in prima persona gli incontri e le emozioni provate. Monsignor Francesco ha vissuto l’esperienza del viaggio insieme a Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia, al Vescovo di Ventimiglia-San Remo, monsignor Antonio Suetta, e ad un rappresentante dell’Arcidiocesi di Bologna, don Massimo Fabbri. Erbil è il luogo in cui ha trovato alloggio una parte consistente dei 120mila cristiani fuggiti da Mosul e dai villaggi della Piana di Ninive nel 2014 a causa dello Stato islamico. Erbil, 1 aprile 2016 Incontro con il vescovo di Erbil “Incontriamo Monsignor Bashar Matti Warda, Vescovo caldeo di Erbil. Durante il colloquio il Vescovo ha ricordato che i cristiani sono in gravi difficoltà a causa della persecuzione, della crisi economica e della povertà. Chi rimane è chiamato a offrire una risposta missionaria perché come ha ricordato il Santo Padre, ‘la missionarietà è la risposta ai mali della società’. Ha precisato: ‘Io credo che la risposta unica al male sia quella di rimanere a portare il Nome di Gesù’. Per questo ha chiesto alla Cei di aiutare la Diocesi a costruire l’Università cattolica, che può contribuire a dare respiro cattolico alla società, anche musulmana. ‘Io mi auguro - ha aggiunto -, che con il tempo la società possa maturare l’idea che solo in Gesù sia possibile trovare una risposta al caos mondiale e questo renderà giustizia alla nostra presenza’. Ha ripreso: ‘L’unico bisogno per la nostra società è Cristo! Vivere in un mondo musulmano è difficile, ma anche in questo contesto si realizza il progetto di Dio. Dietro al male è presente Dio e la Sua Provvidenza. Per noi si è manifestata nel fatto che la persecuzione ci ha fatto conoscere tanti amici nel mondo, che prima non c’erano. Grazie per la presenza di Al centro monsignor Bashar Matti Warda con monsignor Cavina Monsignor Yohanna Petros Mouche secondo da sinistra tanti fratelli attraverso i quali Dio si manifesta. E’ vero, il numero dei cristiani diminuisce, ma aumenta la consapevolezza di cui parlavo sopra, e cioè della missionarietà. Perciò grazie per la vostra preghiera e solidarietà’”. I doni di Papa Francesco “Ho parlato a monsignor Bashar Matti Warda dei doni che vengono dal Santo Padre: abiti liturgici, una somma di denaro e una lettera pontificia a me indirizzata. Di questa gli è stata consegnata una traduzione in arabo fatta fare da un esponente di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Come ha precisato Monteduro, questi soldi serviranno per finanziare progetti che dovranno essere sottoposti all’approvazione dell’Associazione. Gli abbiamo poi consegnato un grande striscione di stoffa con il nome dei 10.773 offerenti italiani che hanno versato il loro contributo ad Acs”. Figurano al primo posto il Papa, poi il vescovo Francesco Cavina e la Diocesi di Carpi, quindi monsignor Antonio Suetta e la Diocesi di San Remo-Ventimiglia. Le due Diocesi hanno offerto quasi 50 mila euro. Incontro con il Vescovo di Mosul “Molto toccante è stato anche l’incontro con il Vescovo siro-cattolico di Mosul, presso la Chiesa Santa Maria della Pace. Monsignor Mouche è fuggito con i suoi fedeli da Mosul nell’agosto 2014; dopo 3 Primo Piano Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 Monsignor Louis Raphael Sako primo a destra un periodo di provvisorietà ha costruito presso questa chiesa la sua residenza. Monteduro lo ha presentato come ‘Il primo grande testimone della persecuzione cristiana’ e quindi, rivolgendosi a lui, ha specificato che era ‘un dovere venirla a trovare con due vescovi della Cei’. Il Vescovo ci racconta che la Diocesi di Mosul non aveva cristiani poveri, anzi aiutava altri fratelli in Iraq e fuori. Oggi sono i suoi fedeli a essere i più poveri del Paese. Tutta la Diocesi, infatti, è profuga ad Erbil, privata di tutto. Prima dell’arrivo dell’Isis non c’era una presenza consistente di siro-cattolici a Erbil, poche famiglie. Oggi sono tanti e bisognosi di tutto perché ricoverati nei campi profughi. Il Vescovo ringrazia per gli aiuti arrivati da tante organizzazioni. Una necessità che sente con particolare urgenza è il sostentamento del clero. Sono tanti i sacerdoti che sono fuggiti con i loro fedeli. Tutti i sacerdoti ad Erbil sono raccolti in tre case. I problemi aumentano, perché gli aiuti sono diminuiti. Con i sussidi sono state costruite case, chiese, cliniche, scuole, tutte strutture necessarie per la vita pastorale. Ha ringraziato la Diocesi caldea di Erbil perché ha messo a disposizione, soprattutto nei primi tempi, le sue chiese per la celebrazione della Santa Messa per i fedeli siro-cattolici”. Emergenza lavoro… “Tutte queste iniziative sono finalizzate ad evitare la dispersione dei fedeli. Ma ci sono anche nuovi problemi che stanno emergendo: molti non hanno il denaro per seppellire i loro morti e quindi la necessità di avere cimiteri propri; il mantenimento dei campi profughi; le spese per il trasporto degli studenti dai campi profughi alle scuole. Tuttavia il vero problema è come assicurare un futuro a tutte le persone con un lavoro. Per questo motivo sono stati realizzati due panifici, e centri per produrre l’olio di sesamo. Se manca il lavoro, la gente abbandona il Paese. Sono giunti a Erbil in 52 mila e oggi sono rimasti in 30 mila. La presenza dei fedeli è importante, perché Mosul era la Diocesi più grande della Chiesa siro-cattolica nel mondo: quando hanno lasciato la città in essa erano rimaste circa 200 persone a causa di problemi di salute o anziane. Sono poi riusciti a farle giungere a Erbil pagando un riscatto, tuttavia di 40 persone non sanno più nulla. ‘Abbiamo bisogno di voi, qui e oggi, ma anche domani quando torneremo a casa’”. …e sanità “Insieme al problema del lavoro sussiste l’emergenza medica. Negli ospedali governativi si parla curdo mentre i profughi parlano arabo e i primi non favoriscono l’approccio. Rimane solo la possibilità di rivolgersi a strutture private, ma sono costose. Sono state fatte collette tra i fedeli, ma ormai il denaro raccolto sta finendo. Il Vescovo ci ha raccontato di avere consegnato una lettera al Santo Padre dove spiega la situazione. Chiede un aiuto per le famiglie alloggiate a Ozal City a pagare l’affitto”. Incontro con il Patriarca di Babilonia dei Caldei “Negli stessi giorni del nostro soggiorno era presente ad Erbil il Patriarca di Babilonia dei Caldei, monsignor Louis Raphael I Sako. Il Patriarca, residente a Bagdad, si trovava qui perché era presente una delegazione tedesca, guidata dall’Arcivescovo di Bamberga. Siamo stati tutti ospiti della sua residenza locale. E’ stato piacevolissimo l’incontro con l’arcivescovo con il quale avevamo avuto scambi epistolari in occasione della beatificazione a Carpi di Odoardo Focherini, morto in un campo di concentramento presente nel territorio della Sua Diocesi. Il Patriarca a chiare parole ha affermato che la vicinanza spirituale e la comunione sono molto più importanti dell’aiuto economico. ‘Le visite per vedere e toccare con mano la situazione dei cristiani sono essenziali, perché i musulmani sono molto sostenuti, noi al contrario ci sentiamo soli e dimenticati’. Questi gesti portano i musulmani a riconoscere che ‘i cristiani non sono soli, sono sostenuti dagli altri cristiani’. Quindi, non è principalmente importante l’aiuto economico, ma l’appoggio umano e spirituale, ‘perché le persone si sentono incoraggiate’. Io ho raccontato del terremoto di Carpi del 2012 e di come i miei fedeli, pur essendo privi di luogo di culto e loro stessi bisognosi di aiuto, si sono mostrati generosi nei confronti dei fratelli cristiani perseguitati. Il Patriarca è rimasto commosso del gesto e ha quasi gridato: ‘Lo dirò alla mia gente! La mia gente deve saperlo!’. Infine, il Patriarca ha evidenziato come spesso si sottolinei solo il negativo, tacendo il positivo. Ha fatto un paragone tra il giovane ricco e i profughi. Quello non ha lasciato nulla; questi hanno abbandonato tutto per amore di Cristo. Hanno camminato per ore. La loro scelta è motivo di edificazione per noi. Anche due sorelle del patriarca hanno lasciato Mosul; economicamente stavano molto bene, eppure non hanno esitato a lasciare tutto. L’esempio di questi cristiani deve fare riflettere l’Occidente”. dott. 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Cosa cambia e cosa rimane” il 15 aprile all’Auditorium Loria. In particolare Giulia Moretti, coordinatrice Cgil Carpi, in rappresentanza di Cgil e Cisl, ha analizzato il tema dell’occupazione femminile nel distretto di Carpi. Emergenza disoccupazione Dal 2007 ad oggi sono venuti meno 10.380 posti di lavoro in provincia di Modena per effetto della distruzione di oltre 20 mila posti nei settori industriali e la nascita di circa 10 mila posti nel settore terziario in particolare servizi alla persona e commercio. “E’ evidente - ha commentato Moretti - che anche la ripresa non consentirà di ricostituire la situazione ante crisi e il rischio di Jobless growth (crescita senza occupazione) si fa più concreto”. Nel nostro distretto, e nello specifico nel tessile abbigliamento, che rappresenta ancora più della metà degli ad- ti 17 mila di cui il 46% donne. Di queste assunzioni il 77,4% sono a tempo determinato. Quindi in un anno la stessa persona può essere stata oggetto di più contratti. Nelle liste di disoccupazione del Centro per l’impiego di Carpi risultano iscritte quasi 5 mila persone, rispetto alle 2.800 del 2013 (+70%) e di queste ben il 55% sono donne. detti alla produzione manifatturiera nel territorio, la caduta occupazione nella crisi è stata del 35%, mentre nel settore meccanico del 13,9%. I licenziamenti sono stati circa 1000 all’anno e le nuove assunzioni per il 70% sono state a tempo determinato. Assunzioni precarie “In un quadro generale come questo i dati di genere sono ancora più preoccupanti”, commenta. In Unione Terre d’Argine i contratti di assunzione nel 2015 sono sta- Giulia Moretti hicadv.it Gli appartamenti del Carpine TRANQUILLITÀ RESIDENZIALE AL PASSO CON I TEMPI UTO DI CONSATRIB O R U E 0 0 .0 A CA IARI FINO A 3PE2R L’ACQUISTO DITRUNI NU CLEI FAMIL IE E AL ne Emilia Romagna n. 73 del 12/03/2014 ANI COinsePP della regio 4 - BUR rito nell’elenco236 del 24 febbraio 201 PER LE GIOV Immtiobile Bando n. deliberati dal per usufruire dei contribu EDIFICIO IN CLASSE A ad alto risparmio energetico t STRUTTURA ANTISISMICA (N.T.C.2008 D.M. 14 Gennaio 2008) tARIA CONDIZIONATA IN TUTTI GLI ALLOGGI tVENTILAZIONE CONTROLLATA tRISCALDAMENTO A PAVIMENTO tFINITURE DI PREGIO O SITO UL NUOVFERTA UBITO S F VISITA SOSTRA AMPIA OTTE A SCHIERA LA N ENTI E VILLE RTAM iare.it DI APPA -immobil b www.cm Consulenze e vendite: Tel. 335.7581376 - 059.6322301 Donne penalizzate “Oltre ai dati in senso quantitativo occorre dare una analisi qualitativa della occupazione o disoccupazione femminile che da questi numeri non emerge. Il Word Economic Forum nel report annuale del gender gap pubblica l’Italia al 69° posto su 142 paesi nel mondo e al 114 posto nell’indice di partecipazione economica (ultimo fra i paesi europei)”. Le donne hanno, anche nel nostro distretto, circa il 2% in più nel tasso di disoccupazione e maggiore ricorso al part time subito e non richiesto (il 31% contro il 7% degli uomini). Nonostante siano più scolarizzate e ottengano voti più alti sono segregate nei profili più bassi e, a parità di mansione, vengono pagate meno dei colleghi uomini, e spesso sono soggette a ricatti per mantenere il posto di lavoro: trasformazioni forzate in part-time e imposizioni individuali di riduzione di stipendio. Il rientro dalla maternità non comporta quasi mai l’ottenimento di orari compatibili con i servizi d’infanzia e il mantenimento della mansione a cui si avrebbe diritto. Vincere la sfida “La storia del nostro distretto - prosegue la sindacalista - è fatta di battaglie femminili che hanno portato all’affermazione di diritti che alla base dei contratti nazionali. Il fattore culturale rimane la base del problema: non possiamo mollare su questo bisogna lavorare sui giovani! Sarebbe fondamentale valorizzare e incentivare quelle attività di flessibilità positiva di valorizzazione delle capacità femminili nel lavoro autonomo e in quello dipendente, dal telelavoro al job sharing”. Sul distretto di Carpi per tornare ad un equilibrio fra produzione e residenti occorrerebbero più di 4000 nuovi posti di lavoro, che assicurino lo sviluppo di competenza, autonomia e crescita professionale oltre che una stabilità e una retribuzione che consentano ai lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie una vita libera e dignitosa, come sancito dalla Costituzione. REFERENDUM Voto e non voto… Domenica 17 aprile, alle 23 si sono chiusi i seggi elettorali e si è registrato che il referendum sulle trivelle non ha raggiunto il quorum con un’affluenza alle urne che si è fermata al 31,18%, sotto la soglia del 50% più uno dei votanti necessaria per la validità del voto. Per una scelta del governo non si è voluto abbinare il referendum alle elezioni amministrative, con l’intenzione di rendere più difficile raggiungere il quorum. Progetto pienamente riuscito: ma perché spendere su per giù quasi 400 milioni di euro? L’art. 48 della Costituzione stabilisce che il voto è libero e che il suo esercizio è un “dovere civico”. Secondo alcuni questa norma vale solo per le elezioni e non per i referendum, in ragione di una pretesa superiorità della democrazia rappresentativa sulla democrazia diretta, sicché sarebbe legittimo “non votare”, anzi l’astensione equivarrebbe a un no detto due volte. E’ utile, per capirci qualcosa, ritornare al dibattito della Costituente. Nella Costituzione repubblicana il quorum per i soli referendum abrogativi fu stabilito per una ragione diversa e specifica (collegata alla scelta di ammettere il referendum solo a certe condizioni e solo sotto determinate condizioni). Si voleva evitare che una piccola minoranza potesse abrogare una legge votata dalla maggioranza dei cittadini rappresentati in Parlamento. Di fronte a una legge, approvata dalla maggioranza politica, l’abrogazione popolare poteva es- sere consentita solo se a votare fosse andata una maggioranza uguale e contraria. Il quorum, dunque, non per legittimare l’astensione ma deliberatamente per contrastarla! Le motivazioni dei Padri costituenti sono state sostanzialmente recepite in sede di discussione e approvazione della legge sui referendum. La disciplina legislativa, infatti, non contempla l’astensione, neppure come variante nel voto referendario. Gli artt. 37 e 38 della legge 352/1970 stabiliscono solo gli effetti conseguenti alla vittoria dei sì (l’abrogazione della legge) o dei no (il divieto di reiterazione dei referendum nei cinque anni successivi). Una conferma è nel fatto che fu respinto un emendamento volto a equiparare il “non voto” al “voto contrario” all’abrogazione. La questione fondamentale credo sia che il vero e importante voto è quello che si attua nelle nostre scelte quotidiane. Si vota quando si compra un prodotto piuttosto che un altro o non lo si compra per niente, si vota scegliendo di fare un lavoro inutile e dannoso per se stessi e gli altri oppure no, si vota mangiando e curandosi in un modo piuttosto che in un altro, si vota creando assieme agli altri una società con valori e relazioni diverse da quelle correnti. E tutto questo cambia la realtà più di un voto dato o non dato. E allora “basta polemiche, l’Italia torni a fare l’Italia” e la politica torni a farsi garante del vivere comune. EC LIONS Patch Adams, ha visitato i pazienti del Ramazzini Era l’ospite tanto atteso ma purtroppo non ce l’ha fatta a presentarsi. Il celebre medico statunitense Patch Adams, inventore dei clown in corsia, è giunto il 15 aprile a Carpi nell’ambito del tour promozionale italiano organizzato dalla Mediolanum Corporate University. Nel pomeriggio il medico ha fatto visita al Ramazzini, al Day Hopsital oncologico e al reparto di Pediatria, interagendo con tutti, pazienti e familiari, con naturalezza e semplicità. Poi, mentre si stava recando all’appuntamento all’Auditorium San Rocco, ospite del Lions Club Alberto Pio, si è sentito male ed è stato portato al Pronto Soccorso, dove è giunto con una febbre altissima a 40, prodotta da una virosi acuta, smaltita con antibiotici. È stato dimesso verso le 23. VOLONTARIATO Si è conclusa a Lucca la VI edizione del Festival del Volontariato Abitare le città invisibili Maria Silvia Cabri tario, dall’armonia delle operee d’arte alle smart city. In particolare, la Fondazio-ne Volontariato e Partecipazio-ne ha presentato uno studio su u “volontariato e diseguaglianze”,”,, che vede il mondo dei volontarii in prima linea contro le dise-guaglianze. “I risultati dell’ap-profondimento - commenta ill deputato - confermano quanto o la scelta di fare volontariato o da parte delle persone sia be-nefica per l’individuo e per laa società intera da molti punti dii vista. Abbiamo già approfon-dito il legame importante fraa volontariato e benessere, oggii scopriamo che chi vive situa-zioni di svantaggio economico o non rinuncia comunque a faree la sua parte, ma la svolge con n modalità, ruoli e motivazionii diversi. Il volontariato in Italiaa è un potente fattore di redistri-buzione solidaristica da partee di chi è socialmente garanti-to, ma anche un’occasione dii inserimento sociale e crescitaa culturale per chi vive posizionii socioeconomiche più deboli”. O ttimo successo di pubblico e trattazione di importanti tematiche hanno caratterizzato la quattro giorni del Festival italiano del Volontariato di Lucca, che si è concluso il 17 aprile. L’evento, promosso dal Centro nazionale per il volontariato e dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione, è giunto alla sua VI edizione. “Si tratta ormai di un appuntamento irrinunciabile dell’agenda politica e sociale italiana - commenta il deputato carpigiano Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari sociali e presidente del Centro nazionale del volontariato -. Giornate piene di speranza nel corso delle quali abbiamo fatto una cosa apparentemente semplice, ma rara: raccogliere, collegare e valorizzare le buone idee, le pratiche, le azioni che cambiano e migliorano la società”. Un’edizione ricca di appuntamenti e che ha coinvolto migliaia di persone: ai 25 convegni hanno partecipato circa 3mila persone, mentre i momenti di animazione hanno richiamato ben 15mila spettatori provenienti da tutta Italia. “Il Festival - spiega Patriarca - è una grande piazza nella quale circolano le migliori idee che servono a costruire un Paese migliore. Protagoniste di questa edizione sono le ‘Città invisibili’, quelle città in cui viviamo e dentro le quali non riusciamo molte volte e scorgere i germi di speranza. Dimostrano con fatica che l’unica via d’uscita dalle crisi di oggi è praticare i valori costitutivi del volontariato e della cittadinanza attiva”. Tanti gli argomenti affrontati, dal fenomeno migratorio all’invecchiamento attivo, dalla legge sul cosiddetto “Dopo di noi” al Servizio civile volon- PREMI Via delle Magliaie 4/1 - CARPI Tel. e Fax +39 059.693136 email: [email protected] ci trovi su Facebook CHIUSO DOMENICA SERA E LUNEDÌ A PRANZO www.lincontroristorante.it VOLONTARIATO Presentato il progetto di legge s sull’invecchiamento attivo Valorizzare i nonni L’onorevole Edoardo Patriarca dal presidente Sergio Mattarella In occasione dell’apertura del Festival del Volontariato, l’onorevole Edoardo Patriarca è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Siamo onorati e molto orgogliosi di questo invito da parte del Capo dello Stato - commenta Patriarca -. Gli abbiamo presentato gli appuntamenti principali e abbiamo parlato del mondo del volontariato, dei valori di solidarietà e impegno civile che lo animano. Soprattutto ora che ci troviamo vicini a un traguardo parlamentare a lungo atteso e che ha preso le mosse proprio al Festival del Volontariato di Lucca nel 2014, l’approvazione definitiva della legge di riforma del Terzo settore”. Al Presidente della Repubblica Patriarca ha con- segnato una targa ricordo del Festival del Volontariato con la card numero 1 di “Sostenitore del Festival del volontariato”. Il concorso promosso da Nordic Walking Carpi Racconto e immagini in cammino Conclusa la seconda edizione del concorso letterario e fotografico organizzato da Nordic Walking di Carpi. L’associazione che riunisce appassionati di trekking e camminate in montagna ha voluto appunto esaltare questa tipologia di sport e vita all’aperto, attraverso l’esposizione di elaborati scritti ed opere fotografiche originali. Si è trattato quindi di condividere il “cammino” inteso come luogo della riflessione, della confessione, del recupero delle relazioni con il prossimo e con se stessi. I partecipanti hanno inviato i loro elaborati all’insegnante Maria Giulia Mora, e la giuria, composta da appassionati del mondo della letteratura e amanti del cammino, nonché esperti di fotografia, ha dato 5 Attualità Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 responso positivo ai più fortunati e meritevoli. La premiazione è avvenuta giovedì scorso presso la libreria Mondadori di Carpi in una serata allietata dalle musiche suonate in maniera splendida da Federico Bedini alla chitarra. Nella categoria letteraria vince il primo premio Marco Sessi di Correggio con il racconto “Uno squarcio nella nebbia”. Il secondo premio se lo aggiudica invece Tiziana Michelini di Carpi con il racconto “Camminare”. Completa il podio Viviana Venezia di Catania con il racconto “Paola”. Premio della critica a Flavia Ferrari di Mantova con il racconto “Non c’è tempo”. Passando invece alla categoria fotografica, si aggiudica l’unico premio Andrea Spinazzola con la foto intito- lata “Silenzio” (visibile sul sito nordicwalking.com). Per chi fosse interessato alle opere, potrà godersele presso la Libreria Mondadori di Carpi fino al 7 maggio dove sono esposte. Più avanti verrà stampato un libro con la rac-colta di tutte le opere, un cam-pione sarà a giorni disponibilee per la visione sempre presso laa Libreria. Simone Giovanellii Il Festival del Volontariato di d Lucca è stato anche occasion per la presentazione pubne blica b della prima proposta di legge l sull’invecchiamento attiv depositata il 18 gennaio in vo, Parlamento. P Il provvedimento mira m a favorire “l’invecchiam mento attivo della popolazione n attraverso l’impiego delle persone p anziane in attività di u utilità sociale e le iniziative di formazione f permanente”. E’ stato s fortemente voluto dalle a associazioni che si occupano di d anziani Ada, Anteas e Auser, e ha come primo firmatario lo s stesso Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale s per p il volontariato. Primo obiettivo della proposta di legge è quello di sop s stenere l’impegno degli anzian nel volontariato in attività ni di d “utilità sociale”: dai “nonni v vigili” alla sorveglianza di parc e giardini, musei e monuchi menti, dalla compagnia agli m a anziani fragili, alle attività per l sviluppo della cultura. Uno lo degli articoli cardine è quello d c introduce il diritto per il che v volontario anziano occupato nei n progetti di pubblica utilità a attivati dai comuni in collab borazione con il volontariato, a ricevere dagli enti locali dei “ “bonus” sotto forma di un buono pasto e altre agevolab zioni culturali, ricreative, forz m mative o per la mobilità. “Questo progetto di legge - spiega Patriarca - nasce dall riflessione avviata nel 2012, la Anno europeo dell’invecchiaA mento attivo. Anteas, Auser m e Ada a quel tempo hanno elaborato un documento e un e testo di legge che nel gruppo t d Pd abbiamo ripreso in esadel me. È il frutto del percorso di attenzione all’anzianità, di cui fa parte anche il tema dei caregiver familiari, nell’ambito del sostegno e alla valorizzazione della famiglia”. Patriarca ha elaborato un nuovo testo confrontandosi con le associazioni di settore; il prossimo passo sarà la calendarizzazione. “La sfida è culturale: mettere a tema, in un Paese con bassa natalità e alta longevità, l’argomento dell’invecchiamento attivo. Non come un problema, ma come un percorso, per la partecipazione alla vita delle comunità”. Secondo il deputato carpigiano, “bisogna trasformare il problema in occasione di crescita: sostenendo la natalità, è ovvio, ma anche l’invecchiamento attivo. È un dato naturale, una prospettiva, non un ‘pezzo’ della vita”. La proposta di legge affida tutta la promozione delle attività ai Comuni e ai territori, assieme al Terzo settore. E non si parli di “manodopera a basso costo per comuni in rosso”: “Le attività di utilità sociale hanno soprattutto un valore di relazionalità. I volontari non possono sostituire in una biblioteca le figure professionali, ma possono aiutare a tenerla aperta più a lungo. Come possono impedire la chiusura della fruizione turistica di una chiesa”. Inoltre, secondo Patriarca, devono essere “valorizzate le competenze, professionali o culturali degli anziani, come nell’ambito dei percorsi di scuola-lavoro”. Un modo di concretizzare quel patto tra generazioni su cui si spendono molte parole ma poche iniziative concrete. M.S.C. 6 Attualità VINITALY NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 Il lambrusco Sorbara della Cantina di Santa Croce premiato alla manifestazione enologica LIONS Soci e amici hanno partecipato alla camminata di solidarietà del 17 aprile Vino di qualità Insieme contro il morbillo Lauro Coronati Maria Silvia Cabri S i è conclusa la 50 esima edizione di Vinitaly, il salone internazionale dei vini e distillati che si svolge a Verona. Anche quest’anno, un ruolo importante è stato rivestito dal lambrusco di qualità. In particolare è stato protagonista il lambrusco cooperativo. Ci sono, infatti, anche due cantine aderenti a Confcooperative Modena tra le imprese che hanno ottenuto riconoscimenti nel nuovo premio internazionale di Vinitaly “5 Star Wines” per aver ricevuto con i propri vini punteggi da 90 centesimi in su. Si tratta della Cantina Formigine Pedemontana e della nostra Cantina di Santa Croce di Carpi. Entrambe hanno conquistato un punteggio di 90 centesimi su 100 nella categoria vini frizzanti a denominazione di origine e a indicazione geografica. Dunque il lambrusco di Sorbara doc frizzante secco 2015 prodotto dalla Cantina di Santa Croce può ora fregiarsi della qualifica di “5 Star Wines 2016”. “La partecipazione al Vinitaly - afferma il vice presidente Lauro Coronati - è risultata molto positiva per il vino in generale. Per il lambrusco dobbiamo ammettere che, dopo tre anni estremamente brillanti, quest’anno ci sono state più difficoltà: i prezzi sono calati, c’è stato un eccesso di produzione, con conseguente offerta superiore alla domanda. Ma il riconoscimento per il nostro Sorbara ha un valore molto importante, in quanto riguarda un nostro prodotto di riferimento”. Tanti sono stati in passato i premi vinti dalla Cantina per il tradi- zionale lambrusco Salamino di Santa Croce: il riconoscimento anche del Sorbara rappresenta quindi un ulteriore motivo di orgoglio. “Dobbiamo ringraziare i nostri produttori - prosegue Coronati – che, specie nell’area del Sorbara, hanno aumentato i conferimenti di prodotto su cui possiamo lavorare. Questo ci ha consentito di poter selezionare uve di qualità, per un vino migliore”. Salamino di Santa Croce, Sorbara, secco, amabile: “La nostra gamma di vino è di qualità e viene apprezzata nei concorsi enologici”. Sono almeno 10 anni che la Cantina di Santa Croce partecipa al Vinitaly: “Siamo fornitori di prodotto non confezionato nei confronti dei più prestigiosi operatori dell’area del lambrusco. Inoltre vendiamo anche il vino con il nostro marchio, abbiamo una clientela affezionata che apprezza il livello medio-alto del nostro prodotto e non soggiace alla moda delle offerte della grande distribuzione”. In oltre 300 persone hanno aderito, il 17 aprile, alla camminata podistica “Club Giardino-Club 33”, organizzata dal Lions Club International in occasione del Lions day. All’evento erano presenti i Club Lions di Carpi, ossia Carpi Host, Carpi Alberto Pio e Leo, quelli di Mirandola e Finale Emilia. Inoltre era presente il secondo vice Governatore del Distretto 108 Tb Piero Nasuelli. Testimonial molto gradita e apprezzata la campionessa di mezza maratona Rosaria Console, che ha corso con i bambini e presenziato alle premiazioni. 300 gli adulti partecipanti; 13 i più piccoli, da 0 a 7 anni, 8 i bambini dagli 8 agli 11 anni. Organizzatore dell’evento Fabio Ghelfi, socio Lions, in collaborazione di Club Giardino e Club 33 e il patrocinio del Comune, presente nella persona di Davide Dalle Ave, presidente del Consiglio comunale. “Tutto il ricavato delle iscrizioni alla gara – commenta Roberto Andreoli, presidente Lions Host – sarà devoluto a favore della Fondazione Internazionale Lions per la campagna ‘One Shot- one Life’, per l’acquisto di vaccini contro il morbillo e la rosolia. Campagna che punta a raccogliere entro il 2017, centenario della nascita dei Lions, 30 milioni di dollari”. Molto positive le impressioni di atleti e organizzatori. Tutto fa supporre che l’anno prossimo l’evento si replicherà. M.S.C. SANITÀ Maria Silvia Cabri I l caso della bambina di 10 anni morta a Modena meno di un mese fa a seguito di meningite ha suscitato molto scalpore. La situazione della Toscana, che a febbraio aveva già registrato dieci nuovi casi, con due decessi, aveva in generale innalzato il livello di “paura”. Dopo l’episodio drammatico che si è consumato a pochi chilometri da casa nostra, il terrore dell’epidemia si sta diffondendo, con conseguente “corsa” al vaccino. Anche da parte dei più strenui astensionisti in tal senso. I responsabili dei Servizi di Igiene Pubblica e Pediatria di Comunità dell’Ausl di Modena hanno fatto il punto sulla situazione. Cosa dobbiamo sapere sulla meningite? La meningite è un’infiammazione delle membrane (meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia è generalmente di origine infettiva e può essere causata da virus, batteri o funghi. Le forme virali sono più comuni ma di solito non hanno conseguenze importanti mentre le forme batteriche sono rare, ma generalmente gravi dal punto di visto clinico. Gli agenti batterici sono diversi e il più temuto è il meningococco, di cui esistono diversi ceppi, perché può essere causa di epidemie; altri agenti batterici causa di meningite sono lo streptococcus pneumoniae (pneumococco) oppure l’haemophilus influenzae tipo b. Tra gli agenti virali l’herpesvirus, l’enterovirus e altri mentre la meningite di origine fungina si manifesta soprattutto in persone con deficit immunologico. Quanto è importante la prevenzione? In Italia sono disponibili vaccini contro le meningiti e le setticemie causate da me- 7 Attualità Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 Gli ultimi drammatici casi di meningite hanno acceso la paura di una epidemia AIMAG Inaugurato il nuovo capannone vagliatura all’impianto di compostaggio di Fossoli a Nessun allarmismo Leader nel recupero ningococco dei gruppi A, C, W135 e Y, da emofilo b e da alcuni sierogruppi di pneumococco; i vaccini fanno parte da tempo dei calendari vaccinali dell’infanzia e vengono raccomandati agli adulti con patologie a rischio. È corsa ai vaccini? Per quanto riguarda gli adulti abbiamo avuto un aumento di richieste relativamente al vaccino anti-meningococco in particolare da parte di persone che vivono, lavorano o studiano in Toscana. In questi casi, su indicazione regionale, la vaccinazione è gratuita. Prima quale era il rapporto degli utenti con questo tipo di vaccinazione? I vaccini contro meningo, emofilo e pneumococco fanno parte da anni del calendario vaccinale dei bambini, ai quali viene offerto in modo attivo e gratuito, e degli adulti a rischio. Per quanto riguarda gli adulti con patologie o condizioni di rischio non abbiamo osservato un cambiamento a seguito della situazione epidemiologica della Toscana in quanto hanno da sempre una buona adesione alle vaccinazioni raccomandate. Lo stesso si può dire per i bam- bini che aderiscono all’offerta vaccinale in oltre il 90% dei casi, sia a 13-15 mesi che nell’adolescenza. Chi ha la priorità? La situazione epidemiologica relativa a meningococco in Emilia-Romagna non è variata e pertanto non è stato finora necessario stabilire nuove strategie e definire priorità. Ai bambini di 13 -15 mesi e agli adolescenti dopo il 13° anno viene offerto gratuitamente, con invito da parte dell’Ausl, il vaccino tetravalente antimeningococco ACWY che ha una grande capacità di difendere dalla malattia dovuta a questi tipi di meningococco. Perché c’è tanta “paura” dei vaccini infantili? Le vaccinazioni sono state così efficaci da portare quasi alla scomparsa di diverse malattie; ciò però ha significato anche la perdita di conoscenza della malattia e delle sue possibili complicanze: per molti genitori malattie come la poliomielite o il morbillo sono sconosciute o appannaggio di territori lontani e quindi la loro prevenzione può apparire poco importante; viceversa possono venire percepite come pericolose anche reazioni prevedibili alla vaccinazione come la febbre o il gonfiore nella sede di iniezione. Il fatto che tanti geni-n tori decidano di non fare vaccinare i figli che e e conseguenze può avere sulla comunità? Soltanto alcuni genitorii decidono di non vaccinare,, fuorviati soprattutto da falsee notizie diffuse sul web. La vac-cinazione oltre che proteggeree il singolo individuo, agisce,, nella maggior parte dei casi,, u come una rete protettiva su tutta la comunità: se infatti ill numero dei soggetti immunii nei confronti di una malattiaa è sufficientemente elevato, ill germe smette di circolare, fino o a scomparire del tutto come è successo per il vaiolo. Come è cambiato l’at-teggiamento dei genito-ri ora verso i vaccini? Come era prevedibile un n evento così drammatico comee la morte di una bambina a Modena ha prodotto un sen-timento di paura nei confrontii della malattia e sicuramentee o alcuni genitori dubbiosi sono indotti a rivedere la loro posi-zione iniziale di rifiuto. E come si giustifica ora a questa corsa a fare vac-cinare i figli? La situazione epidemio-logica relativa a meningococ-co in Emilia-Romagna non è o variata e pertanto non è stato finora necessario stabiliree nuove strategie e definire nuo-ve priorità: la vaccinazionee dei piccoli dopo l’anno di vitaa e degli adolescenti con il vac-o cino contro meningococco ACWY, rimangono i capisaldii della offerta vaccinale regiona-le, cui probabilmente a brevee potrebbe aggiungersi l’offertaa del vaccino contro il menin-gococco B nel primo anno dii vita. A GARGALLO HA RIAPERTO LA NUOVA FARMACIA “L’ARTE E LA SAPIENZA DI UN CONSIGLIO” e nel riciclo Paolo Ganassi, Simone Tosi e Mirco Arletti “Siamo ‘il’ distretto del r recupero e del riciclo”. Così S Simone Tosi, assessore all’Amb biente, ha introdotto l’evento t che si è svolto il 16 aprile presso p il Centro servizi parco e ecotecnologico “Petermar”, in o occasione dell’inaugurazione d dell’impianto di compostaggio A Aimag a Fossoli. In particolare è stato presentato il capannon di vagliatura, dopo la ricone s struzione post sisma. Si tratta p propriamente del luogo in cui v viene effettuata la “separazione dimensionale”, d una delle oper razioni di pretrattamento a cui s sono sottoposti i rifiuti prima d essere avviati al trattamento di vero v e proprio, e che consiste nella n separazione dei material in base alla dimensione dei li f frammenti. Il terremoto del 2 2012 ha determinato danni r rilevanti a varie strutture, tra c appunto il capannone di cui v vagliatura dell’ammendante c compostato misto, quello di d digestione anaerobica in fase d costruzione, la palazzina di c con gli uffici. “Il capannone d vagliatura - ha spiegato Padi o Ganassi, dirigente servizi olo a ambientali Aimag - ha subit lesioni gravissime: la trave to c centrale è crollata, così come i t tegoli e il manto di copertura i amianto del medesimo ediin ficio. Questo ha determinato c crolli successivi delle struttur in equilibrio precario, che re h hanno investito il box metall lico e la tettoia, danneggian- doli in modo irreparabile”. La presenza del cemento amianto ha reso necessaria un’attività di bonifica dell’area e delle relative macerie. Grazie all’instancabile lavoro degli operatori, a fine luglio 2012 le attività di trattamento dei rifiuti organici sono riprese, seppur in altre aree; a inizio 2013 sono stati eseguiti i fissaggi sismici sui capannoni prefabbricati, per un’estensione di 7500 mq; e nel 2014 sono stati ripristinati gli impianti di aspirazione nella stragrande maggioranza dei capannoni. “In seguito all’agibilità dei capannoni di maturazione e stoccaggio - ha proseguito il presidente Mirco Arletti -, l’attività di vagliatura è stata posizionata in uno di questi: nell’estate 2015, nell’area del precedente, è iniziata la costruzione del nuovo fabbricato: 1300 mq di estensione, 11 metri di altezza, per un costo di 1.800.000 euro”. “Questo polo impiantistico - ha concluso Tosi - ha pochi eguali, in regione e non solo. Se si riesce a fare un’ottima raccolta differenziata, dai risultati sorprendenti, è grazie al senso civico dei cittadini virtuosi, ma anche grazie a questa importante struttura impiantistica, che ha consentito ad Aimag di essere autonoma nel trattamento dei rifiuti. Come territorio avevamo lanciato una sfida: la stiamo vincendo”. M.S.C VIA MULINI ESTERNA 13 GARGALLO - 41012 CARPI TEL. 059 645703 dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30 8 Scuola INIZIATIVE NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 Il centro educativo Up-prendo ha organizzato un convegno sulla dislessia aperto alla città LIONS Insegnare a pensare, accompagnare nel fare l Vescovo Cavina alla premiazione dei giovani studenti per un “Poster per la pace” Dipinti che parlano Maria Silvia Cabri D a dodici anni il Centro educativo Up-prendo si occupa sul nostro territorio di dislessia. Sempre più spesso si sente parlare di questo disturbo, ma spesso in modo improprio. Dalla dislessia non si guarisce, perché non è una malattia. Ma è possibile compensare i problemi che essa causa, attraverso appositi strumenti a disposizione degli educatori. La dislessia è un Disturbo specifico dell’apprendimento, Dsa, determinato da un’alterazione neurobiologica di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e del loro significato. Una delle caratteristiche della dislessia, cui possono accompagnarsi altri disturbi delle abilità scolastiche come disortografia, disgrazia e discalculia, è la specificità, in quanto interessa uno specifico dominio di capacità, come lettura, scrittura, calcolo, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Un bambino dislessico non ha un quoziente intellettivo inferiore: ha solo dei problemi nell’apprendimento delle abilità di base. Di qui l’importanza di una diagnosi precoce, all’inizio della scolarizzazione, per dotare il giovane di tutti gli strumenti compensativi che gli consentiranno di affrontare l’impegno scolastico con minore difficoltà e di riuscire a vivere meglio questo suo disturbo. Questi alcuni dei temi che saranno analizzati nella conferenza “La dislessia continua a raccontarsi”, che si svolgerà il 26 aprile alle 20.30 presso l’Auditorium Loria, promossa da Up-prendo e dall’associazione Effatà, e rivolta a educatori, insegnanti, psicologi, genitori e altri stessi giovani che vogliano approfondire questa importante tematica. “Insegnare a pensare, aiu- tare a sentire bene e accompagnare nel fare”: queste sono le parole di Papa Francesco cui si sono ispirate le educatrici nel preparare il convegno. “Questo vuole essere il messaggio dell’incontro - spiega Valentina Diazzi, coordinatrice del Centro -: sensibilizzare più persone possibile in un’ottica di inclusione. Non ci poniamo come semplice ‘dopo scuola’, ma siamo un vero e proprio centro educativo che accompagna questi ragazzi sotto il profilo didattico, attraverso l’uso di software specifici, strumenti compensativi, come Il 26 aprile alle 20.30 alla Loria “La dislessia continua a raccontarsi” Vari sono i relatori che interverranno martedì 26 aprile, alle 20.30, in Auditorium Loria, al convegno “La dislessia continua a raccontarsi”. Dopo i saluti di Paola Guerzoni, assessore ai Servizi educativi e scolastici dell’Unione Terre d’Argine, si alterneranno interventi più prettamente tecnici ad altri di taglio più personale. Le due logopediste carpigiane Rita Mari e Silvia Corradini approfondiranno il tema “Cos’è cambiato dopo la legge 107? Lavoro di rete e percorsi personalizzati per il successo scolastico di ragazzi MIRANDOLA Il 9 aprile scorso si è tenuto presso la scuola media Montanari di Mirandola il convegno su “Memoria, ricordo e responsabilità”. Dopo i saluti è intervenuto l’assessore alla cultura del Comune di Mirandola, Alessandra Mantovani, che ha preannunciato il convegno che avrà luogo a Mirandola nella prima decade di giugno sulla stessa tematica. Ha iniziato a presentare il lavoro “Serve sempre ricordare?” della classe I AES del liceo Formiggini di Sassuolo la docente Laura Righi. Poi è stato il momento della classe terza della scuola Montanari libri digitali, sintesi vocale, mappe concettuali, e un metodo di studio personalizzato, al fine di favorire lo sviluppo dell’autonomia nello studio”. Ma Up-prendo è molto di più: “Vogliamo sostenere i ragazzi nel percorso di crescita personale attraverso attività ludicoricreative. Per renderli sempre più indipendenti e consapevoli delle proprie capacità, agendo sul loro benessere e autostima”. “Spesso - prosegue Eleonora Capuzzo, educatrice - i giovani con disturbi di apprendimento si riconoscono solo nelle attività scolastiche. In realtà hanno con Dsa”; la psicologa Monica Bertelli farà il punto gli “aspetti emotivi e motivazionali legati ai Dsa”, per cercare di aiutare i ragazzi ad accrescere la loro autostima. Infine Alberto Righi, dislessico adulto, tecnico dell’apprendimento e membro del Gruppo giovani dell’Associazione italiana dislessia, in “Le nuvole non possono annientare il sole: la mia dislessia”, darà la sua testimonianza diretta di come ha vissuto gli anni della scuola ed è riuscito a fare delle sue difficoltà il proprio lavoro. Convegno organizzato dall’Uciim Alunni in cattedra guidata dal professor Stefano Mantovani; tre ragazze hanno sviluppato il tema “L’inatteso risveglio”. E’ seguito un eccellente intermezzo musicale diretto da Elena Bompani e Donata Campagnoli unitamente ad una quindicina di ragazzi. Le docenti Emanuela Cioni, Laura Gasparini e Cristina Bellei hanno guidato alcune classi del liceo Galilei di Mirandola in interessanti ricerche su memoria e ricordo delle barbarie dell’ultima guerra. Interessante il confronto fra moltissime potenzialità: nostro compito è semplicemente aiutarli a farle emergere”. L’Up-prendo è nato nel 2004, nell’ambito dell’associazione Effatà, e propone interventi educativo - didattici a bambini della scuola primaria e a ragazzi delle scuole secondarie di I° e II° grado dell’Unione Terre d’Argine con diagnosi di Disturbo specifico dell’apprendimento e Disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Negli anni il numero di ragazzi presenti nel Centro è aumentato in maniera esponenziale: dai 12 iscritti del 2004 agli attuali 120, suddivisi nelle sedi di Carpi (92 ragazzi), Campogalliano (14) e Soliera (14). 13 sono gli educatori, che si avvolgono anche di psicologi e logopedisti: il rapporto tra operatore – utente è di 1 a 3. Fondamentale è la collocazione della struttura entro l’oratorio cittadino in quanto garantisce l’integrazione dei giovani coi loro coetanei. “Il confronto tra ragazzi appartenenti a contesti differenti consente esperienze arricchenti per tutti: mettere in gioco le proprie difficoltà e diversità crea una sinergia positiva per tutti”. Infine è importante anche il fitto lavoro di rete e collaborazione creato in questi anni con il servizio di Neuropsichiatria infantile, le scuole, le famiglie e i servizi sociali. le violenze nel passato e quelle odierne ed il ricordo di personalità che hanno dato lustro alla nostra cultura. Tutti i lavori presentati hanno testimoniato che abbiamo ancora la fortuna di avere studenti che evidenziano impareggiabile impegno, voglia di collaborare, grandi potenzialità, forte senso di responsabilità, ed il bisogno di contatti umani significativi. L’ispettore Franco Martignon, dopo essersi congratulato con i docenti, ma soprattutto con gli studenti, ha concluso i lavori della giornata con diverse e significative riflessioni. Un vivo ringraziamento va all’amministrazione comunale di Mirandola, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e alla dirigente scolastica Paola Campagnoli, per aver contribuito alla realizzazione del convegno, che ha avuto una valenza educativa e formativa impareggiabile, in quanto i ragazzi hanno dimostrato che tutti possiamo co-educarci con loro per indirizzarci verso la felicità della vita e lo star bene insieme. Norberto Mazzoli Presidente Uciim Mirandola È giunto alla sua 28ª edizione il concorso “Poster della pace”, promosso dal Lions international per sensibilizzare i giovani sull’argomento della pace fra i popoli del mondo. L’iniziativa viene realizzata annualmente dal Lions Club Carpi Host, dal Lions Club Carpi Alberto Pio e Leo Club Carpi presso tutte le scuole secondarie inferiori dell’Unione Terre d’Argine. I lavori presentati sono stati numerosissimi e tutti di grande valore e sono stati selezionati dalla commissione giudicatrice per l’aderenza al tema proposto e per lo spirito di pace ed amicizia fra i popoli che essi lasciavano trasparire. La premiazione degli otto ragazzi vincitori e degli otto selezionati è avvenuta il 13 aprile all’Auditorium San Rocco, alla presenza dei presidenti Lions Club Carpi Alberto Pio, Grazia Chiurato, Lions Carpi Host, Roberto Andreoli e Leo, Simone Ramella. Ospite d’eccezione il Vescovo monsignor Francesco Cavina. Quest’anno i Lions carpigiani hanno avuto risultati particolarmente soddisfacenti in quanto sono state premiate, nel distretto Lions di appartenenza, due alunne delle locali scuole medie e precisamente: Elena Fulgeri delle Hack, classificatasi terza, e Aisma Galli, di Campogalliano, a cui è stato dato un attestato di merito. INIZIATIVE Cultura multietnica e multireligiosa alle Fassi per la settimana della gentilezza Siamo tutti amici Si è svolta il 16 aprile alle scuole medie Fassi la giornata finale della Settimana della Gentilezza, il cui tema quest’anno era l’integrazione. I ragazzi, sotto la supervisione dei docenti, hanno allestito nelle aule sette padiglioni di altrettanti Paesi extraeuropei rappresentativi delle origini di alcuni di loro: una vera e propria “mini Expo” per l’Integrazione. “Il risultato è andato oltre le più rosee aspettative - commenta Mario Chiancone, docente di lettere ed organizzatore dell’iniziativa -: più di cento ragazzi sono venuti a scuola il venerdì pomeriggio portando cartelloni, prodotti alimentari tipici, plastici, vestiti e oggetti per l’allestimento delle classi”. Al termine della giornata sono stati premiati i padiglioni migliori sulla base dei voti espressi dagli alunni stessi: quello esteticamente più bello e ricco è stato quello della Cina organizzato dalla sezione G, sotto la guida della docente Sansone; quello in cui la spiegazione dei lavori è stata ritenuta più ordinata ed esaustiva è stato quello della sezione F, in cui si potevano anche ascoltare le musiche ecuatoriane curate dall’insegnante Vanzini. Al termine delle visite tutti i ragazzi si sono radunati nel cortile esterno per un messaggio del preside Attilio Desiderio, che ha voluto fortemente l’iniziativa, e del presidente del Movimento della gentilezza, Giorgio Aiassa, giunto per l’occasione; poi c’è stato un flash mob con un abbraccio collettivo da parte di tutti i ragazzi della scuola. “Una giornata - conclude Chiancone - in cui riflettere sull’importanza della consapevolezza che la diversità è un valore su cui costruire una società multietnica e multireligiosa basata sull’accettazione del diverso come un arricchimento reciproco: dalla conoscenza dell’altro deriva un percorso utile al nuovo Umanesimo di cui ha bisogno l’Europa intera in questo periodo di grandi sconvolgimenti al livello geopolitico: il nostro vuole essere un gesto, certo piccolissimo, ma allo stesso tempo significativo per la riaffermazione di questi valori”. M.S.C. Bassa Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 ROVERETO Un progetto per sensibilizzare i ragazzi sulla rianimazione cardiopolmonare RICORRENZE Quel massaggio che salva la vita Q uanti di noi conoscono l’importanza della rianimazione cardiopolmonare, o semplicemente massaggio cardiaco, in caso di arresto cardiaco? E quanti di noi sanno che questa prima azione di pronto intervento è decisiva nei primi 4/5 minuti dell’inizio di un arresto cardiaco? L’Associazione Tutti insieme per Rovereto e Sant’Antonio, in collaborazione con il Pronto soccorso dell’ospedale di Mirandola e la Croce Rossa Italiana Comitato di Carpi ha organizzato per sabato mattina 23 aprile un incontro di Basic Life Support (Bls) a Rovereto sul Secchia, presso la nuova sede della Casa dello Sport. Un evento rivolto a 100 ragazzi delle due scuole secondarie di primo grado di Novi di Modena e di Rovereto per sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche della rianimazione cardiopolmonare di base portata da cittadini comuni. Massimo Re, presidente del Comitato Locale di Carpi della Cri, ci ha spiegato l’importanza di comunicare quanto sono importanti i primi interventi di soccorso. Com’è nata l’idea di coinvolgere i ragazzi delle scuole in questo progetto di presentazione e sperimentazione? A dire il vero sono tante le scuole che ogni anno ci contattano per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza del primo soccorso. Nel caso di Rovereto e Novi la richiesta ci è stata avanzata dall’Associazione Tutti insieme per Rovereto e Sant’Antonio onlus, che è molto attiva in questo territorio attraverso iniziative come questa. Il messaggio che vogliamo inviare a tutti i cittadini è che, iniziando a praticare il massaggio cardiaco nei primissimi secondi successivi ad un arresto cardiaco, si limitano i danni recati dalla mancanza di ossigeno al cervello e l’intervento da parte degli operatori del 118 o da chi è in grado di utilizzare un defibrillatore sarà più rapido ed immediato. Dobbiamo toglierci la paura di provocare danni nel caso in cui interveniamo, anzi! Quindi partite dai ragazzi per… Perché sono le generazioni tamente chiamato è fondamentale mantenere ossigenati il cervello ed il muscolo cardiaco, inviando artificialmente aria nei polmoni per mezzo di spinte compressive sul torace, e provocando un minimo di circolazione del sangue. Ricordiamoci che i primi gravi danni al cervello si verificano già dopo 4 minuti dalla mancanza di ossigeno. Massimo Re del futuro: quanto gli insegniamo lo recepiscono immediatamente, le loro menti sono come delle spugne, e si rendono conto quanto la vita della persona soccorsa si giochi in pochi gesti ed in pochi attimi. L’adulto è spesso cristallizzato e pensa che con la semplice chiamata al 118 e rimanendo li ad aspettare, faccia la cosa migliore. Invece no; chiunque di noi, dal semplice operaio, al fornaio, allo studente possiamo aiutare e fare tanto: mentre si attende l’arrivo del 118 pron- In caso di primo intervento, ci può ricordare quali sono le operazioni che dobbiamo eseguire per prestare aiuto a chi è in arresto cardiaco? Come primissima cosa occorre contattare immediatamente il 118, in secondo luogo, dopo aver verificato le difficoltà respiratorie, iniziare a praticare la respirazione bocca a bocca alternata ad un massaggio cardiaco. Questo fino a quando non arrivano gli operatori con il defibrillatore. Ricordiamoci che entrerà presto in uso un unico numero per le chiamate d’emergenza, il 112: ricordiamocelo è molto importante. Monia Borghi VALLALTA Cena benefica pro campo sportivo Sabato 16 aprile presso i locali della parrocchia di Vallata si è tenuta una cena benefica per raccogliere fondi al fine di recuperare il campo da calcio e da calcetto, utilizzati come area di prima emergenza dopo il sisma del 2012, e che oggi hanno bisogno di importanti interventi per essere sistemati. L’evento, organizzato da un gruppo del paese, con la col- laborazione dei grigliatori di Vallalta del Pork Factor ed il personale volontario della parrocchia, è riuscito a coinvolgere più di duecento commensali, di cui quaranta bambini di varie età gestiti splendidamente da un mago e da alcune ragazze, e a far loro trascorrere una serata di convivialità, di aggregazione e di ricordi calcistici molto apprezzata. 19 MAGGIO 2016 SINDACATI DEI PENSIONATI A ROMA PER LE PENSIONI GOVERNO APRA CONFRONTO I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil daranno inizio alla vertenza contro Governo e Parlamento con la manifestazione unitaria del 19 maggio a Roma in Piazza del Popolo. La manifestazione ha il titolo A TESTA ALTA e “sarà solo l’inizio di un movimento che si concretizzerà nell’apertura formale di una vertenza dei pensionati per le pensioni e per i giovani e - come afferma Bonfanti, Segretario Generale della FNP/CISL - porteremo avanti fino a che non si aprirà un tavolo per affrontare i problemi”. I pensionati italiani pagano il doppio delle tasse degli altri paesi europei e perdono potere d’acquisto come i lavoratori, mentre gli evasori sono garantiti. I sindacati chiedono: non toccare le pensioni di REVERSIBILITA’, né quelle in essere, né quelle future; 9 Rubrica a cura della Federazione Nazionale Pensionati CISL Carpi - Viale Peruzzi 2 - tel. 059 682322 Mirandola - Via Bernardi 19 - tel. 0535 21259 tutela del POTERE D’ACQUISTO delle pensioni e il ripristino del sistema di rivalutazione precedente la legge Fornero; recupero del danno prodotto dal BLOCCO DELLA RIVALUTAZIONE 2012-2013 per le pensioni superiori a tre volte il minimo; - UGUALI DETRAZIONI FISCALI per lavoratori dipendenti e pensionati ed estensione degli 80 EURO alle pensioni più basse; - separazione della spesa PREVIDENZIALE Iniziative per il 25 aprile nella Bassa Il week-end del 25 aprile si preannuncia ricco di eventi in tutti i comuni e darà la possibilità ai cittadini di celebrare e ricordare il 71° anniversario della liberazione. Novi Lunedì 25 aprile, alle 10, con partenza da piazza 1° maggio, si terrà un corteo accompagnato dalla Filarmonica Novese con comizio pubblico al quale interverranno il sindaco Luisa Turci ed il consigliere regionale Mirco Bagnari. Alle 12.30 presso Arci Taverna pranzo organizzato dall’Anpi. Rovereto sul Secchia Lunedì 25 aprile, alle 21, presso la Casa dello Sport, “O figli cari. Non per memoria, ma per i giorni che strisciano” azione teatrale di Federico Baracchi e Saverio Bari. Produzione Associazione Culturale Appenappena, Sanpapiè, Compagnia Im Exil. San Possidonio Sabato 23 aprile, alle 21, presso il Palazzurro, il gruppo internazionale di musica colta di Formigine Spira Mirabilis presenta “Brahms Sinfonia n. 4”. E’ gradita la prenotazione. Concordia Lunedì 25 aprile, alle 10, in piazza della Repubblica intervento del sindaco Luca Prandini, sfilata con la Filarmonica Diazzi, deposizione delle corone ai cippi commemorativi e intervento dei ragazzi della scuola media sul progetto “La scelta della Resistenza e di combattere il nazifascismo”. Nel pomeriggio alle 16, a Vallalta, sfilata con la Filarmonica Diazzi, celebrazione religiosa, intervento del sindaco e deposizione corone ai cippi dei caduti. Nel centro storico dalle 9.30 alle 20 si svolgerà la manifestazione “Concordia in fiore” con mercato del florovivaismo ed articoli per il giardinaggio, mercatino, infiorata e laboratori a tema per ragazzi e bambini. Mirandola Sabato 23 aprile 10 presso l’Aula Magna Rita Levi Montalcini spettacolo teatrale “Al bordo della strada. Storie di cippi partigiani” della compagnia Chili 5 di sale. Sempre alle 10 in piazza Costituente il corteo di commemorazione presso le lapidi e i cippi partigiani del centro storico. Alle 14 ancora in piazza Costituente corteo per la deposizione di corone ai cippi partigiani. Lunedì 25 aprile, alle 9.45, in piazza Conciliazione (Duomo), corteo per la celebrazione della Festa della Liberazione. Al termine discorso ufficiale del senatore Stefano Vaccari. Alle 15.30 in Piazza Costituente, presso il gazebo Anpi, visita guidata sui luoghi della Resistenza a cura degli studenti della scuola media Montanari. Alle 17 in via Pico/via Cavallotti concerto della Filarmonica Andreoli, mentre alle 18.30 in piazza Costituente concerto rock con gli studenti del LuosiCattaneo e Raffaele Bruschi Band. Alle 16 ritrovo davanti al Teatro Nuovo per la 25ª Pedalata Ecologica, con percorso di 16 km nel verde delle campagne ad andatura turistica ed accessibile a tutti: l’arrivo è previsto a Villa Tagliata con ristoro. M.B. dalla spesa ASSISTENZIALE - maggiori risorse per l’INVECCHIAMENTO della popolazione e una legge quadro per la NON AUTOSUFFICIENZA - equiparazione della NO TAX AREA tra pensionati e lavoratori - cambiare la LEGGE FORNERO per rendere più flessibile l’età pensionabile e dare una prospettiva previdenziale certa ai giovani. L’FNP Emilia Centrale invita i pensionati ad aderire a questo importante appuntamento unitario prenotando la partecipazione quanto prima presso le sedi FNP dei territori di Modena e Reggio Emilia. La partenza è prevista per il giorno 18 maggio alle ore 7.00 rispettivamente dalla sede di Modena in via Emilia Ovest 101 (Palazzo Europa) e dalla sede di Reggio Emilia in via Turri 71. Il rientro è previsto per le ore 19.00 del 19 maggio. Viaggio, pernottamento e cena del 18 maggio sono a carico della FNP Emilia Centrale. La Segreteria FNP Emilia Centrale Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 10 Ecclesia L’opera d’arte Giovan Battista Moroni, Ultima cena (1565-71), Romano di Lombardia (Bergamo), chiesa di Santa Maria Assunta e San Giacomo Maggiore. Le parole di Gesù nel Vangelo di questa domenica si collocano nel contesto dell’ultima cena, episodio “ispiratore” di numerosi capolavori nella storia dell’arte. Fra questi, anche se poco nota, l’opera, qui a fianco, del bergamasco Giovan Battista Moroni, forse il più grande ritrattista italiano del ‘500, che si cimentò anche nel genere sacro, con risultati originali nel panorama artistico coevo. L’ultima cena è da lui dipinta all’interno di un’architettura scenica: Cristo è al centro; da un lato Giovanni poggia la testa sul suo petto, dall’altro Pietro chiede se sarà lui a tradire il Maestro. Gli altri apostoli sono disposti secondo una tradizionale suddivisione a gruppi. Oltre alle tonalità cromatiche, spicca, alle spalle di Gesù, il servitore, con il colletto e il tovagliolo bianchi, che porta in tavola il vino e rivolge lo sguardo verso lo spettatore. Un personaggio singolare, identificato dagli studiosi come un autoritratto del pittore. Not ALFA E OMEGA In cammino con la Parola DELLA FAMIGLIA V DOMENICA DI PASQUA P come Perdonare Benedirò il tuo nome per sempre, Signore Domenica 24 aprile Letture: At 14,21-27; Sal 144; Ap 21,1-5; Gv 13,31-33.34-35 Anno C – I Sett. Salterio Nel Vangelo di Giovanni Gesù pronuncia, durante l’ultima cena, un lungo discorso di addio (Gv 13,31-17,26). I versetti di questa domenica sono l’inizio di questo discorso. Giuda è appena uscito e Gesù comincia a parlare in modo solenne. Il primo versetto usa il linguaggio della glorificazione. Il modo più semplice per capire il significato del termine “gloria” è pensare alle parole del Padre Nostro “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. La gloria è la pienezza della realtà di Dio e Gesù dice che si manifesta nel momento in cui il figlio è tradito e comincia la sua passione. La manifestazione di Dio sarà piena al compimento della vita di Gesù, cioè nella passione, morte, resurrezione e ascensione. Dio glorificherà Gesù, lo glorificherà subito, cioè non lo lascerà morire ma lo introdurrà nella vita piena. In questa unità paradossale di croce e resurrezione, l’amore e la potenza di Dio riempiono si sé interamente l’esistenza umana. La sua grandezza si manifesta pienamente nel momento della morte del figlio, Dio non teme di mostrare la sua potenza in una vicenda di fallimento e di morte. Questo perché la sua potenza ha a che fare con l’amore. Capiamo allora perché Gesù, subito dopo, dà ai suoi discepoli il comandamento dell’amore. Il credente vivrà di amore perché il Padre è amore e lo farà secondo lo stile di Gesù: come io vi ho amato, così amatevi gli uni gli altri. Proviamo ad approfondire il significato di questo “come io Dal Vangelo secondo Giovanni Q uando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». vi ho amato”. Sicuramente ci aiuta ripensare ad alcune parole di Gesù che parlano della qualità del suo amore: “Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1) e “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Probabilmente amare come ha amato Gesù, vuol dire anche farlo nella prospettiva della resurrezione, cioè amare con Parole in libertà… Gloria: in greco doxa, in ebraico kabod. Gloria è uno dei termini teologici più importanti nel Vangelo di Giovanni e lo si comprende dall’uso del corrispondente vocabolo ebraico. Nell’Antico Testamento la gloria è la manifestazione visibile di Dio in azioni sorprendenti della natura (ad esempio temporali) o della storia (come la manna nel deserto). La gloria di Dio si manifesta nell’incarnazione (Gv 1,14), nel ministero di Gesù, ma in particolare nel mistero della sua passione, morte e resurrezione. Da qui l’uso del verbo glorificare: “E’ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato” (Gv 12,23) e “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!” (Gv 12,28). Amare: tutti i Vangeli fanno della carità la caratteristica principale del cristiano. Il primo comandamento è amare Dio con tutte le proprie forze e il prossimo come se stesso. I sinottici riportano il comandamento di amare anche i nemici. L’evangelista Giovanni è ancora più deciso nel fare dell’amore la motivazione dell’agire di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito” (Gv 6,13). Infine in una suprema sintesi la prima lettera di Giovanni afferma che Dio è amore: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore” (1Gv 4,8). una forza che risana, che dà la vita superando ogni morte. Questo stile di amore è talmente importante che diventerà il marchio di riconoscimento dei discepoli. Quelli che credono in Gesù si potranno riconoscere da come sanno amare e amarsi tra di loro. Si tratta di una caratteristica decisiva che non può mancare per rendere autentica l’esperienza della fede cristiana. Risuona l’inno alla carità di San Paolo. “Se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e se avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla” (1Cor 13,2). La Chiesa di oggi come in ogni tempo ha bisogno di mostrare una vera capacità di amare, con le caratteristiche di Gesù, la sua passione e la sua radicalità. Le nostre comunità, le nostre parrocchie devono essere luoghi in cui s’impara ad amarsi e si vive la donazione reciproca. Abbiamo sempre bisogno di crescere in questa dimensione e di non stancarci di migliorare, non dobbiamo rassegnarci alla miseria delle beghe quotidiane e delle piccole rivalità, pena l’irrilevanza della nostra presenza, l’irriconoscibilità della verità che portiamo. Allo stesso modo abbiamo tanto bisogno di vedere l’amore vissuto nelle famiglie, che siano luogo di dialogo, di crescita e che vivano il loro dono di essere la testimonianza più viva di come Dio ama la sua Chiesa. Don Carlo Bellini Dal punto di vista etimologico perdonare significa concedere un dono: è così in tutte le lingue, dall’inglese forgive al francese pardonner ed al tedesco vergeben. Non sono molte le persone predisposte all’atto di donare, ed anche se dal punto di vista etico o religioso si può essere d’accordo sul principio, metterlo in pratica è tutt’altra cosa. Il perdono implica la propria liberazione da un nemico interno, costituito dall’odio. L’odio, come l’amore, è un sentimento molto forte, che può legare indissolubilmente ad una persona e che dunque fa sì che chi offende sia sempre nei pensieri dell’offeso, nei suoi ricordi, nei suoi progetti. L’odio crea una dipendenza. Ultimamente il tema del perdono è emerso più volte nel corso di varie discussioni e mi sembra importante affrontarlo. Il perdono, si voglia o no, è un processo necessario in tutte le storie relazionali, sia che siano finite o ancora in corso. Per arrivare a perdonare è necessario capire cosa è veramente il perdono. Spesso infatti si tende a confondere il perdono con la riconciliazione ma sono due atti totalmente autonomi. Perdonare significa riuscire a vedere i limiti di chi ci ha ferito, ridargli una dimensione più reale, di persona con pregi e difetti, comprendere senza per questo giustificare. E’ un atto che richiede profondo equilibrio interiore nonché l’accettazione profonda di noi stessi. Comprendere ed accettare i nostri difetti e le nostre fragilità ci permette di farlo poi con gli altri. Perdonare non significa dimenticare ma far sì che il passato non continui a ferirci, ricordare senza provare dolore. In quest’ottica il perdono non è qualcosa che serve a chi ci ha offeso per liberarsi delle sue responsabilità ma, innanzitutto, un processo per liberare noi delle conseguenze dell’offesa che abbiamo ricevuto. Non è facile perché molto spesso crediamo di aver perdonato e non è vero. L’azione necessaria per arrivare a “perdonare” sta e risiede anche in un “sano” tempo di crisi, un tempo in cui i nodi problematici e irrisolti vengano alla luce. È di fondamentale importanza cioè che tanti i singoli quanto le coppie prendano atto delle situazioni reali, che si fermino per osservare per discernere la loro situazione e le conseguenze. Soltanto se guardiamo con molto realismo alle situazioni da noi cerate, possiamo prendere coscienza dei nostri errori, delle dimenticanze delle loro cause e delle loro conseguenze. Occorre realizzare, per fare ciò, creare le condizioni necessarie, quali la solitudine e il silenzio. Soltanto nella solitudine è possibile sperimentare l’ascolto di sé che porta ad un autentico dialogo con l’altro. Solo dalla riflessione, nel silenzio del nostro cuore, su noi stessi e sul nostro comportamento, possono scaturire risposte vere e sincere a queste domande. Se la fede è centrale in ogni cammino cristiano, il perdono e la guarigione sono il cuore della fede stessa. Giungere a questa conoscenza commuove e ci fa stare davanti alla croce con occhi nuovi. Ermanno Caccia 11 Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 RICOSTRUZIONE Ecclesia Sopralluogo del Vescovo e dei tecnici in Cattedrale Domenica 24 aprile colletta per l’Ucraina Sul tetto di Carpi U n sopralluogo sui tetti della Cattedrale. Lo hanno compiuto, lo scorso 14 aprile, il Vescovo Francesco Cavina, l’ingegner Marco Soglia, responsabile della ricostruzione per la Diocesi di Carpi, insieme ai tecnici di Cmb, il direttore dei lavori Massimo Campagnoli e il capocantiere Antonio Giarratana. “Sono terminati i lavori di restauro al tamburo, sia all’esterno che all’interno - spiega l’ingegner Soglia -. Ora si smontano i ponteggi per poter completare le opere di finitura alla base del tamburo stesso. Si è concluso, inoltre, l’intervento sulle statue di facciata”. Durante il sopralluogo è stato possibile raggiungere la croce posta sulla sommità del tamburo, il punto più alto della Cattedrale. Una salita suggestiva che ha offerto la possibilità davvero unica di godere del panorama della città. Al momento, prosegue SOLIDARIETÀ L’iniziativa lanciata da Papa Francesco Come annunciato da Papa Francesco nel Regina Coeli dello scorso 3 aprile, in tutte le chiese d’Europa domenica 24 aprile si terrà una speciale colletta per l’Ucraina. “Il mio pensiero - ha affermato il Pontefice - va a tutte le popolazioni che più hanno sete di riconciliazione e di pace. Penso, in particolare, al dramma di chi patisce le conseguenze della violenza in Ucraina: di quanti rimangono nelle terre sconvolte dalle ostilità che hanno causato già varie migliaia di morti, e di quanti - più di un milione - sono stati spinti a lasciarle dalla grave situazione che perdura. Ad essere coinvolti sono soprattutto anziani e bambini. Oltre ad accompagnarli con il mio costante pensiero e con la mia preghiera, ho sentito di decidere di promuovere un sostegno umanitario in loro favore. A tale scopo, avrà luogo una speciale colletta in tutte le chiese cattoliche d’Europa domenica 24 aprile prossimo. Invito i fedeli ad unirsi a questa iniziativa con un generoso contributo”. l’ingegner Soglia, “stanno procedendo i lavori nei sottotetti e alla metà di maggio inizierà l’intervento di restauro pittorico delle navate”. Il sopralluogo, conclude, “ci permette di confermare che i lavori proseguono secondo i tempi previsti e, dunque, anche la previsione di riapertura della Cattedrale nella primavera 2017”. Not Caritas diocesana di Carpi si rende disponibile per raccogliere le offerte e per inviarle al Pontificio Consiglio “Cor Unum”, incaricato di gestire i fondi derivanti dalla colletta. Info: tel. 059 644352 foto Federico Massari INVESTIMENTO FLEX 2% Per i tuoi nuovi investimenti Banca Centro Emilia ti propone una combinazione flessibile che abbina la liquidità di un conto di deposito alle soluzioni personalizzate del risparmio gestito. 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Dopo la processione, partendo dal cimitero locale, vi è stato l’ingresso attraverso la Porta Santa, e la celebrazione della Santa Messa. “Vi ringrazio per la vostra partecipazione così numerosa - ha esordito il Vescovo nell’introdurre l’Omelia - e per voler vivere questo momento di meditazione come una ‘pausa’, in mezzo alle tante tribolazioni quotidiane, una ‘parentesi di riposo’ a fronte delle preoccupazioni che voi, operatori di banca, vivete in prima persona, nel vostro lavoro e nel rapporto con gli utenti”. Monsignor Cavina ha poi sottolineato il “profondo cambiamento drastico che stiamo affrontando, il sovvertimento dei valori della società che subisce la persuasività e la rivoluzione tecnologica e informatica”, ribadendo la preoccupazione per l’instabilità finanziaria, per i flussi migratori e per le tante crudeli guerre. “Una terza guerra mondiale, a puntate”, come l’ha definita Papa Francesco. Il Vescovo, rivolgendosi ai presenti, ha poi sollevato un interrogativo: “Consapevoli di essere alla fine di un’epoca, ignari di cosa ci aspetta, potremmo chiederci che senso abbia ritrovarci per celebrare il Giubileo della Misericordia, che pare così ‘lontano’ dalla realtà che stiamo vivendo?”. Traendo spunto dalla prima lettura dagli Atti degli Apostoli, monsignor Francesco Accogliere l’invito di Gesù ha sottolineato come lo stesso interrogativo se lo siano posti i primi cristiani vittime di una feroce persecuzione: “Ma la Provvidenza aveva altro in serbo per loro; si è ‘servita’ di questa drammatica esperienza per portare la Fede in quei luoghi che altrimenti non avrebbero conosciuto Gesù”. Come emerge dal Vangelo di Giovanni, il Signore è preoccupato per la nostra fame e la nostra sete, “che non sono fame e sete di cose materiali, bensì di qualcosa di più profondo senso e significato. Il cuore dell’uomo ha fame e sete di infinito”. L’omelia del Vescovo è poi proseguita con una sua riflessione di una poesia di Giacomo Leopardi, “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”: “Le domande che il poeta si Tutti gli operatori di banca che hanno partecipato al Giubileo a loro dedicato hanno espresso entusiasmo e gratitudine per l’iniziativa voluta dal Vescovo. “Siamo persone che lavorano ogni giorno con altre persone: questo è un principio essenziale che a volte si rischia di trascurare, e che monsignor Cavina ci ha bene ricordato - commenta Letizia Sandri, responsabile Area manager di Unicredit Carpi -. Siamo grati al Vescovo per questo momento di riflessione. In questo tempo in cui si è sempre di corsa, in cui le cose di oggi dovevano essere pronte già ieri, il nostro compito è rispettare sempre i valori nel quotidiano rapporto con il pubblico: ne beneficia l’utente, ma anche lo stesso gruppo di lavoro. Se sei positivo, semini positività”. “Ho accolto con entusiasmo la proposta del no- PACKAGING & LOGISTICS INTEGRATION IMBALLAGGI A Santa Croce il Vescovo Cavina ha celebrato il Giubileo degli operatori bancari LOGISTICA INDUSTRIALE Le testimonianze dei partecipanti Persone che lavorano con le persone stro Vescovo di organizzare un Giubileo dedicato alla categoria professionale a cui appartengo - prosegue Luigi Zanti, responsabile Bper Area Carpi -: è stato gratificante e intenso poter condividere con tanti colleghi di diversi istituti, un momento così intenso di riflessione e preghiera. Nella nostra professione siamo spesso chiamati a decisioni difficili, che possono condizionare, nel bene e nel male, la vita delle persone. Assume pertanto un valore assoluto la capacità, anche aiutata dalla preghiera, di conciliare il rispetto delle regole professionali all’attenzione alla persona umana e al bene comune. Le parole del nostro Vescovo, in tal senso, sono state di grande aiuto e sostegno”. “E’ stata una piacevole sorpresa vedere tante persone ‘concorrenti’ tra di loro, www.chimar.eu SERVIZI LOGISTICI riunite insieme. Un momento di condivisione mai vissuto prima - prosegue Gianluca Casolari, responsabile filiale Imprese Carpi Agenza 1 del Banco San Geminiano San Prospero -. Mi ha colpito l’elevata partecipazione, nessuno era obbligato a venire. Un evento molto toccante, in tutti i suoi vari passaggi. Ci siamo guardati con occhi diversi: il giorno successivo mi sono confrontato con alcuni colleghi, tutti hanno manifestato il loro apprezzamento e abbiamo percepito una sensazione: che si lavorasse con uno spirito diverso”. “Appuntamenti come questo - ribadisce Alberto Marri, vice presidente Bper - consentono di riscoprire l’etica, la correttezza con cui le banche vanno gestire: con il ‘fare dei galantuomini’. È un mestiere in cui si è sempre espo- COSTRUIAMO OGGI IL NOSTRO sti al rischio di comportamenti non corretti: è umanamente possibile a volte perdere la retta via. Per questo le parole del Vescovo sono risuonate preziose, stimolo per pensieri e riflessioni che ci hanno accompagnato anche una volta terminata la Messa, e che ci aiutano a coniugare il bene personale con quello della comunità”. Rimarca la forza di comunicazione del Vescovo anche Stefano Vincenzi, responsabile filiale Bper di Medolla: “Le Omelie di monsignor Cavina sono sempre attinenti al tema, capaci di infondere speranza in un mondo, quello della banca, fatto di numeri e denaro. Il Vescovo è riuscito a coniugare la Misericordia con il nostro lavoro, a unirci tutti, e a donarci una prospettiva più ampia, in cui non dobbiamo fermarci all’attività che svolgiamo, ma ricordarci che siamo esseri umani che operano con altri esseri umani”. FUTURO Proponiamo soluzioni innovative e capacità organizzative nel packaging e nella logistica integrata, nel rispetto dei collaboratori e dell’ambiente. CONTRIBUIAMO AL SUCCESSO DEI NOSTRI CLIENTI I prossimi Giubilei nel mese di aprile: sabato 23 aprile alle 17, ministri straordinari della Comunione Eucaristica; sabato 30 aprile alle 17, catechisti. pone, sono straordinariamente attuali: perché io esisto? Che senso ha il mio gioire, il soffrire, la morte? Il cuore esige delle risposte, che nessun bene o carriera politica potrà dare. E come il Leopardi ribadisce, la nostra società sembra affondare sempre più nella noia e nella tristezza”. Dunque, altro interrogativo posto dal Vescovo, a chi dobbiamo rivolgerci perché il nostro cuore e la nostra vita siano intrisi di gioia? “La risposta si trova nel Signore. Gesù per dare senso alla vita non ci propone soluzioni ‘tecniche’, non ci chiede di fare affidamento solo sulle nostre forze o di compiere qualche gesto eroico o straordinario, ma semplicemente di accoglierlo, di farlo entrare nella nostra vita. Ritrovandoci qui, stasera, abbiamo colto questo invito e ci siamo presentati a Lui con cuore sincero e disposti a cambiare”. Quel ‘cambiamento del cuore’ che è necessario per fare fronte al degrado ambientale cui si riferisce Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’, e che è in realtà dovuto al degrado dell’etica umana, dei valori dell’uomo. Questo ci deve guidare: “Quanto maggiore è l’oscurità, tanto più grande è l’esperienza della luce che troviamo solo nella Fede”, ha concluso il Vescovo Cavina. L’accoglienza è stata curata, oltre che dalla parrocchia di Santa Croce, dalle dame dell’Unitalsi, mentre l’animazione dei canti dal coro di San Marino. A ciascun partecipante è stato distribuito il testo della lettera pastorale del Vescovo “Avere il cuore libero e presso Dio” scritta nell’Anno della Misericordia. Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 S abato 14 maggio, vigilia di Pentecoste, alle 20.30, nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Carpi, il Vescovo monsignor Francesco Cavina ordinerà diaconi i seminaristi Enrico Caffari, Mauro Pancera ed Emiddio Voli. I tre giovani compiranno così un ulteriore passo verso l’ordinazione presbiterale, esprimendo la volontà di consacrarsi interamente a Dio ed assumendo il vincolo del celibato. Tutta la comunità diocesana è invitata ad accompagnare Enrico, Mauro ed Emiddio con la preghiera, in preparazione ad un evento che sarà canto di lode al Signore per il dono di tre nuove vocazioni al servizio della Chiesa di Carpi. In questo Anno Santo della Misericordia, noi seminaristi di Carpi Enrico, Mauro ed Emiddio dopo essere stati istituiti accoliti lo scorso 12 dicembre 2015, ci stiamo preparando nella preghiera alla nostra ordinazione diaconale, che avverrà il 14 maggio, vigilia di Pentecoste, presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Carpi, alle 20.30. Siamo molto grati al Signore per questo ulteriore dono che ci fa in vista dell’ordinazione presbiterale e desideriamo consacrarci al Signore per tutta la vita manifestando davanti al popolo santo di Dio che è in Carpi il nostro “eccomi” e il nostro “sì, lo voglio” lasciando compiere in noi la volontà di Dio. Con l’ordinazione diaconale, che avverrà per l’impo- VOCAZIONI Ecclesia Tre seminaristi saranno ordinati diaconi il 14 maggio a Carpi Si compia in noi la tua volontà sizione delle mani del nostro Vescovo Francesco Cavina, lo Spirito Santo scenderà su di noi e ci darà una particolare conformazione a Cristo Servo. E’ un passo molto importante verso il sacerdozio: con questo rito infatti consacreremo interamente la nostra vita al Signore, assumendo il vincolo del celibato, e saremo incardinati nella diocesi di Carpi, cioè assumeremo un particolare legame con questa porzione del popolo di Dio che ci viene affidata dal Signore e dal Vescovo. In questi anni di seminario, abbiamo sentito crescere ogni giorno il nostro amore verso Dio e la Sua Chiesa, abbiamo approfondito la conoscenza della Sua Parola e dell’insegnamento della Chiesa e abbiamo stretto bellissimi legami di amicizia e di fraternità con i nostri compagni. Nel compiere questo passo siamo dunque animati da un forte sentimento di gratitudine verso tutti coloro che in questi anni ci hanno guidati e accompagnati, in particolare il nostro Vescovo Francesco Cavina, che è per noi come un padre che ci ha sempre dato fiducia e si è preso cura del cammino di ciascuno di noi; il nostro rettore don Massimo Dotti e i superiori del seminario di Modena, che ci seguono nel nostro cammino di formazione verso il presbiterato; i nostri insegnanti, che ci hanno trasmesso le conoscenze teologiche e ci hanno trasmesso la bellezza di penetrare sempre più nel mistero di Cristo; i nostri parroci, che ci hanno accompagnato nel tirocinio pastorale e ci hanno dato testimonianze stupende di pastori. Infine vorremmo ringraziare di cuore i nostri compagni e tutti coloro che hanno camminato con noi nelle parrocchie in questi anni, perché ci hanno testimoniato la bellezza dell’essere Chiesa. Proprio per essere ministri di questa Chiesa, stiamo per compiere questo passo. Il diaconato ci conformerà a Cristo servo per essere nella Chiesa segno e strumento di Gesù che non è venuto “per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Vi chiediamo di pregare per noi, perché questo stile di servizio possa sempre segnare il nostro ministero, e possiamo diventare sacerdoti santi a immagine di Gesù servo e buon Pastore che ha donato la sua vita per l’umanità. Mauro, Enrico, Emiddio Mauro Pancera, Emiddio Voli, Enrico Caffari in tasca Si invitano i parroci e le segreterie parrocchiali a comunicare tempestivamente eventuali aggiornamenti CARPI CITTÁ CATTEDRALE (chiesa della Sagra): Feriali: 9.00, 18.30 • Sabato pref: 18.00 • Festive: 9.30 (cinema Corso), 10.45, 12.00, 18.00 SAN FRANCESCO: Feriale: 8.30 (cappella) • Sabato pref: 19.00 (Chiesa di San Bernardino da Siena) • Festive: 9.30, 11.00, 19.00 (Chiesa di San Bernardino da Siena) SAN NICOLÓ: Feriali: 8.30, 18.30. Alle ore 10 nei giorni feriali: Messa seguita dall’Adorazione Eucaristica fino alle ore 12 • Sabato pref: 18.30 • Festive: 8.00, 9.30, 11.00, 17.30 CORPUS DOMINI: Feriale: 19,00 • Sabato pref: 19,00 • Festive: 8.30, 10.00, 11.30 (sospesa in luglio e agosto) QUARTIROLO: Feriale: 19,00 • Sabato pref: 19,00 • Festiva: 8, 9.45 (sospesa in luglio e agosto), 11.15, 19.00 SAN BERNARDINO REALINO: Feriale: 18.30 (ore 18.15 recita Vespri) • Sabato pref: 19.00 • Festive: 9.30, 11.15, 17.00 SAN GIUSEPPE ARTIGIANO: Feriali: 8.30, 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 9.30, 11.00, 18.30 SANT’AGATA CIBENO: Feriale (dal lunedì al venerdì): 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 9.30, 11.15 SANTA CHIARA: Feriale: 7 • Festiva:7.30 SAN BERNARDINO DA SIENA: Feriale: 7 • Festiva: 7.15 CIMITERO: Festiva: 10.30 (10.00 recita del Santo Rosario) OSPEDALE RAMAZZINI (presso la cappella): Feriali e sabato pref: 19.00 • Festiva: 9.00 • Dal lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 19 recita del Santo Rosario CASE PROTETTE: Tenente Marchi festive 9.15 CARPI FRAZIONI SANTA CROCE: Feriale: 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 8.30, 11.15 GARGALLO: Feriale: mercoledì 20.30 • Festiva: 10.00 BUDRIONE-MIGLIARINA: (presso il centro di comunità di Budrione). Feriale: 20.30 • Sabato pref: 20.30 • Festive: 9.30, 11.00 SAN MARINO: Feriale: da lunedì a venerdì 7.30 • Festive: 8.00, 11.00 FOSSOLI: Feriale: 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 10.00 - 11.30 CORTILE: Festive: 11.00 SAN MARTINO SECCHIA: Feriali: 18.00 (dal lunedì al venerdì) • Sabato e giorni prefestivi: 8.30 • Festive: 18.00. I frati sono disponibili per le confessioni tutti i giorni (ore 8-12, 15-19.30 tranne che durante la messa feriale) LIMIDI: Feriali: 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 8.00, 10.00, 11.30 PANZANO: Feriale: venerdì 20.30 • Festiva: 11.30 ROLO: Orario invernale. Feriale: lunedì 20.30; mercoledì e giovedì 19.00; martedì e venerdì 8.30; • Sabato pref: ore 18,00 • Festive: 9.30, 11.15 NOVI E FRAZIONI NOVI: Orario invernale. Feriale: 18.00 • Sabato pref: 18.00 • Festive: 8.30, 10.00, 11.15, 18.00 ROVERETO: Feriali: 20.30 • Sabato pref: 20.30 • Festiva: 8.30, 11.15 SANT’ANTONIO IN MERCADELLO: Festiva: 11.15 CONCORDIA E FRAZIONI CONCORDIA: Feriale: 9 • Sabato prima festiva: 18.30 • Festiva: 8,00, 9.30, 11.15 SAN GIOVANNI: Festiva: 11 SANTA CATERINA: Festiva: 9.30 FOSSA: Feriale: 8.30 • Festiva: 9.30 VALLALTA: Feriale: legale festiva 18.30 • Sabato prima festiva: legale estiva 19.30 • Festiva: 11.30 13 (…) La chiamata di Dio avviene attraverso la mediazione comunitaria. Dio ci chiama a far parte della Chiesa e, dopo una certa maturazione in essa, ci dona una vocazione specifica. Il cammino vocazionale si fa insieme ai fratelli e alle sorelle che il Signore ci dona: è una con-vocazione. (…) Fin dal sorgere di una vocazione è necessario un adeguato “senso” della Chiesa. Nessuno è chiamato esclusivamente per una determinata regione, né per un gruppo o movimento ecclesiale, ma per la Chiesa e per il mondo. (…) Rispondendo alla chiamata di Dio, il giovane vede espandersi il proprio orizzonte ecclesiale, può considerare i molteplici carismi e compiere così un discernimento più obiettivo. La comunità diventa, in questo modo, la casa e la famiglia dove nasce la vocazione. Il candidato contempla grato questa mediazione comunitaria come elemento irrinunciabile per il suo futuro. Impara a conoscere e amare fratelli e sorelle che percorrono cammini diversi dal suo; e questi vincoli rafforzano in tutti la comunione. (…) Chiediamo al Signore di concedere a tutte le persone che stanno compiendo un cammino vocazionale una profonda adesione alla Chiesa; e che lo Spirito Santo rafforzi nei Pastori e in tutti i fedeli la comunione, il discernimento e la paternità e maternità spirituale. (Papa Francesco, Messaggio per la 53ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni) Orari delle Sante Messe MIRANDOLA CITTÁ: Orario invernale. Feriale: ore 7.00, 8.30, 18.30 (aula Santa Maria Maddalena); 9.00 al mercoledì (casa di riposo) • Sabato prima festiva: 17.00 (casa di riposo); 17.00 (aula Santa Maria Maddalena); 18.30 (centro di comunità via Posta) • Festiva: 7.30 (ospedale); 9.00, 10.30, 12.00, 18.30 (centro di comunità via Posta); 10.00 (aula Santa Maria Maddalena) MIRANDOLA FRAZIONI CIVIDALE: Feriale e sabato prima festiva: 18.00 (canonica) • Festiva: 10.00 (tensostruttura) QUARANTOLI: Feriale: dal lunedì al venerdì 18.00 (cappella dell’asilo) • Sabato prima festiva: 18.00 (cappella della ditta Acr Reggiani in via Valli 1) • Festiva: 11.15 (centro di comunità) GAVELLO: Festiva: 9.30 SAN MARTINO SPINO: Feriale: 15.30 • Sabato prima festiva: 16.00 • Festiva: 11.00 SAN MARTINO CARANO: Orario invernale. Feriale: 7.00 • Sabato prima festiva: 17.00 • Festiva: 8.00, 10.00, 11.30 MORTIZZUOLO: Feriale: 19.00 • Festiva: 10.00 • Il primo sabato del mese Santa Messa alle 17 a Confine SAN GIACOMO RONCOLE: Feriale: 20.00 • Sabato prima festiva: 20.00 • Festiva: 10.00, 11.30 SANTA GIUSTINA VIGONA : (presso la cappella della ditta Acr Reggiani in via Valli 1 a Quarantoli) Festiva: 9.45 TRAMUSCHIO: Festiva: 11.15 SAN POSSIDONIO: Orario invernale. Feriale: lunedì, mercoledì, giovedì 18.30; martedì e venerdì 9.00 • Sabato prima festiva: 18.30 • Festiva: 9.30, 11.30 14 NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 Ecclesia Benedetto XIII, la riforma della disciplina ecclesiastica e il Giubileo del 1725 STORIA VITA DELLA CHIESA IIntervista al cardinale Stella sui santuari c come luoghi di misericordia Un afflusso enorme di pellegrini I l 7 marzo 1724 moriva papa Innocenzo XIII e veniva indetto il conclave. Il consesso si aprì il 20 marzo, ma il 25 maggio ancora non si era raggiunto l’accordo. Il 29 maggio 1724 fu eletto papa Vincenzo Maria Orsini, che assunse il nome di Benedetto XIV. Il nome di Benedetto XIV, in breve tempo, venne corretto con Benedetto XIII, poiché Pietro de Luna, che aveva già utilizzato tale nome tra il 1394 e il 1423, era scismatico, cioè antipapa. Tra i suoi primi atti vi fu il rafforzamento della disciplina ecclesiastica. Durante il Giubileo del 1725 si dimise dalla carica di “Gran Penitenziere” e affermò che aveva seriamente pensato di ripristinare l’uso di penitenze pubbliche per alcune colpe gravi. Per favorire lo sviluppo di seminari diocesani, istituì una commissione speciale, la Congregazione dei seminari. Un festoso suono di campane di tutte le chiese di Roma fatte suonare tre giorni prima dell’apertura solenne del Giubileo, annunciò all’urbe e al mondo l’apertura della Porta Santa Vaticana. Le fonti ci dicono che il flusso dei pellegrini giunti a Roma fu enorme e si registrarono serrate organizzazioni per l’accoglienza dei forestieri. L’ingresso in città fu regolato e ben cadenzato per evitare i disordini e sovraffollamenti, già segnalati negli anni santi precedenti. Il sommo Pontefice fu minuziosamente presente nella città. Alcune uscite del Papa ebbero una valenza devozionale e pastorale. Le fonti mettono in risalto la grande processione per la Festa della Madonna del Rosario, celebrata a Minerva: la festa si caricò di specifica valen- Santa Maria sopra Minerva AGESCI Domenica 24 aprile in piazzale Re Astolfo Benedetto XIII za per l’appartenenza di papa Orsini all’Ordine Domenicano. Sulla scia di Innocenzo XII, papa Benedetto XIII facilitò l’insediamento a Roma di con- gregazioni religiose, specie dii quelle dedite nella formazionee del clero e nelle missioni po-polari nelle piazze cittadine.. L’impegno del Pontefice perr la riforma della disciplina ec-clesiastica trovò evidente con-ferma nell’indizione e nellaa celebrazione del Concilio Late-ranense aperto il 15 aprile dell 1725. Esso rappresentò una ca-denza importante per gli esitii pastorali e per il messaggio dii rigore a di solennità veicolato o ai pellegrini e alla stessa cittàà di Roma. Durante il Concilio o lateranense del 1725, richiesee un’incondizionata accettazio-ne della bolla pontificia Uni-genitus, nella quale si erano o confutati tutti i principali fon-damenti dell’eresia giansenistaa francese; e, sebbene con note-voli sforzi, riuscì a fare appro-vare tale deliberazione al cardi-nal de Noailles arcivescovo dii Parigi nel 1728. Le cerimonie del 1725 evi-denziarono una particolare e accresciuta sensibilità a faree dello stesso Giubileo la scenaa della moralizzazione del clero o e del disciplinamento dei co-stumi. EC C ACR Cento anni di lupettismo Il 1 maggio presso la parrocchia del Corpus Domini L’Agesci festeggerà domenica 24 aprile il centenario del lupettismo. Alle 12 tutti i branchi d’Italia, in contemporanea, lanceranno il grande urlo rinnovando l’impegno a fare “del proprio meglio”. Anche le coccinelle sono state invitate a partecipare con il loro saluto, tenendo conto che nel 2016 si festeggia il 70° di fondazione del coccinellismo italiano. A Carpi, nella prima mattinata, giungeranno i branchi e i cerchi della Zona: suddivisi in gruppi, saranno dislocati in parrocchie e parchi cittadini per attività e giochi. Alle 12, il momento culmine, ovvero il grande urlo insieme in piazza Martiri, a cui tutti, e in particolare quanti hanno vissuto il lupettismo, sono invitati ad assistere. Dopo il pranzo al sacco, seguirà alle 14 la Santa Messa in piazzale Re Astolfo, presieduta dal Vescovo monsignor Francesco Cavina, per concludere alle 17, di nuovo nei luoghi di accoglienza della mattinata. Domenica 1 maggio si tiene la tradizionale Festa degli incontri promossa dall’Azione cattolica ragazzi della Diocesi di Carpi. In questa edizione sarà la parrocchia del Corpus Domini ad accogliere l’iniziativa rivolta ai piccolissimi (4-5 anni), ai bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie. Il tema della riflessione sarà l’icona biblica dell’Azione cattolica di quest’anno, quindi il brano della visita di Maria ad Elisabetta. Questo il programma. Dalle 9 alle 9.30 l’accoglienza, alle 10 l’inizio delle attività, alle 12.30 la Santa Messa. Alle 13.30 il pranzo al sacco, e, a seguire, dalle 14.30 alle 17 giochi per tutti. Se le attività si concluderanno qui per i bambini delle elementari, i ragazzi delle medie rimarranno per la cena e per una serata insieme fino alle 22. Insieme alla Festa degli incontri Le case del perdono A leggere attentamente i Vangeli ci rendiamo conto cche l’atteggiamento di Gesù, il donare il perdono, fa parte esd ssenziale della sua vita. Egli è il ssalvatore, il redentore, e come ttale svolge la sua missione perdonando i nostri peccati e le d nostre colpe, le nostre malattie, n ssostenendo i nostri fallimenti. IIl perdono per eccellenza che Gesù ci fa è la sua stessa vita G cche matura in noi, divenendo iil nostro vero io, il nostro stessso essere. Luoghi privilegiati di quessto incontro, tra la nostra fraggilità e la forza risanatrice della rriconciliazione, rimangono i ssantuari dislocati in quasi ogni paese, città. p Papa Francesco ha definito iil santuario “casa di perdono” dove ognuno si incontra con d lla tenerezza del Padre che ha misericordia di tutti, nessuno m eescluso. Sul legame tra misericordia e santuari, abbiamo posto d qualche domanda al Prefetq tto della Congregazione per il cclero, il Cardinale Beniamino SStella. Eminenza, cosa è un santuario? E’ un luogo dove una perssona va per un impulso del ccuore, cioè alla base c’è in generre una connotazione di caratterre affettivo. E’ un luogo dove la ggente va per affidare al Signore i problemi della vita, per tornarre a casa con una consolazione. Non sempre si ottiene la graN zzia, però, quel che conta è che il ccuore e la coscienza si sentano bene, e questo è già un piccob llo miracolo! Poi ci sono anche lle grazie vere e proprie, come dimostrano gli ex-voto, che d ssono testimonianza tangibile di quanto di nuovo e di bello è d aaccaduto nella propria vita. In che cosa differisce un santuario da una chiesa parrocchiale? Card. Beniamino Stella Nell’essere essenzialmente un luogo di preghiera, dove la gente va per riconciliarsi con il Signore, anche perché in questi luoghi c’è sempre qualche prete che confessa e si può non essere osservati. In molti santuari è stata aperta la Porta Santa del Giubileo della Misericordia. Cosa consiglia ai sacerdoti che lì svolgono il loro ministero? Innanzitutto la disponibilità a confessare, ad accogliere i penitenti con grande carità e bontà. Il Papa predica la misericordia, la gente lo ascolta e si accosta ai confessionali. Spetta ai preti addossarsi questa fatica, che è un grande e bellissimo ministero. E così per vedere la coda ai confessionali bisogna andare nei santuari, perché non anche nella parrocchia? Nelle parrocchie non ci sono le code, però molte confessioni avvengono alla spicciolata, magari uno tornando dal mercato si ferma in chiesa e chiede di confessarsi, o è invogliato a farlo se vede la luce accesa in confessionale. Spesso nei santuari la coda si forma perché sono insufficienti i preti che confessano. Occorre prevedere l’afflusso dei fedeli e cercare di chiamare per tempo i sacerdoti necessari a rendere le cose meno lunghe e pesanti. EC MASCI Il San Giorgio interregionale a Gubbio Il 16 e 17 aprile gli adulti scout di Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Marche e Abruzzo, si sono abbracciati nella stupenda cornice francescana per celebrare San Giorgio, patrono dello scautismo mondiale, di cui l’incantevole città di Gubbio venera una rara reliquia e ne rende visibile la devozione dedicandogli uno dei tre ceri della famosa Corsa, insieme a Sant’Ubaldo, patrono della città, e a Sant’Antonio. La Comunità Masci di Carpi San Francesco era presente con otto fazzolettoni azzurri. Misericordia e gioia nel servizio hanno accompagnato il miniconvegno, con l’intervento del Vescovo di Gubbio, monsignor Mario Ceccobelli, sul Giubileo; il fiammeggiante fuoco di bivacco e la Santa Messa al campo, nel meraviglioso chiostro del convento di San Francesco. Giochi e canti hanno monopolizzato l’attenzione e la curiosità dei tanti turisti, ignari, nel vedere invase piazze e vie da adulti ottimisti, nonostante tutto, con l’accompagnamento di sbandieratori svolazzanti e il Signore sorridente dall’alto. Buona strada col Risorto! Alberto Rustichelli, Masci San Francesco di Carpi Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 ANNO SANTO Ecclesia Riflessioni sulle opere di misericordia spirituale /5 Ammonire i peccatori C orreggere il fratello è tirar fuori dal guscio, dove egli è finito prigioniero delle sue miserie, la sua bellezza nascosta, perché il suo volto torni a risplendere di quella luce che Dio gli ha messo dentro quando lo ha pensato dall’eternità. Questo è un compito senza fine, perché la creatura è soggetta a continue cadute. Mi colpisce sempre un detto di Nikolaj A. Berdjaev, il quale ribaltando l’interrogativo in cui Dio chiede a Caino: “Dov’è tuo fratello Abele?” sostiene che, alla fine dalla vita, lo stesso Dio chiederà a ognuno di noi: “Dov’è tuo fratello Caino?”. Ovvero, che cosa ne hai fatto di tuo fratello peccatore, che cosa hai fatto per riportare a casa tuo fratello errante? Il prodigo che avevi vicino, il conoscente o il familiare di cui sapevi miserie e intemperanze? Non si tratta, ovviamente, di ripristinare codici legalistici per impancarsi in scranni tribunalizi a sputare sentenze. Si tratta, più semplicemente, di fare tutto il possibile perché un figlio torni a essere figlio, cioè ciò che un padre e una madre hanno pensato nella mente e nel cuore di lui e per lui. Teologicamente parlando, consiste nel ripristinare ciò che Dio ha pensato al momento della creazione di ognuno di noi. Nella Bibbia leggiamo che, dopo aver fatto la creatura, Dio vide che era cosa “molto buona”. La traduzione corretta ci dice, in realtà, che Dio vide di aver fatto qualcosa di talmente prezioso che, da allora, la creatura è il primo sacramento della presenza di Dio nella storia. Salvare un fratello è, pertanto, salvare il “pezzetto di Dio” che ognuno si porta dentro. E questo è un compito senza fine, perché la creatura è soggetta a continue cadute. Impastati di limite, ci muoviamo nel tempo condizionati dalla fragilità e dalle provocazioni di un mondo nel quale esistiamo e che vorrebbe farci suoi, come ammoniva Gesù, ricordandoci che il cristiano è nel mondo ma senza appartenergli. Va da sé che il peccato, come il cane sulla porta, spesso sazia la sua voracità. L’importante è che, con l’aiuto di tutti, cominciando da se stessi, si intervenga per evitare di cronicizzare situazioni sbagliate. Negli ospedali ci insegnano tutti gli accorgimenti possibili per evitare le piaghe da decubito. Materassi ad aria o acqua, creme antibiotiche, massaggi per la riattivazione circolatoria… Il peccato è simile a una piaga che deve essere sanata, riattivando la circolazione attraverso il sangue non infetto e ossigenante della correzione fraterna. Rassegnarsi all’errore del fratello equivale a passare accanto alle sue piaghe senza fare nulla, come se il problema non ci riguardasse. L’esame di coscienza Ovviamente non dobbiamo essere ingenui. La cultura che respiriamo non ci consente grandi euforie. Il principio di responsabilità morale e sociale, che dovrebbe muovere l’agire dell’uomo, ha lasciato il posto a quello della responsabilità giuridica. Perché dovrei darmi da fare, perché dovrei accollarmi grane inutili, oltre alle tante altre che già la vita mi riserva? E così si lascia alle forze dell’ordine e ai magistrati il compito di far fronte all’errore. La coscienza cede la precedenza ai tribunali: ci pensino loro, visto che sono pagati per fare questo mestiere! Eppure, a ben guardare, il peccato da AGENZIA ONORANZE FUNEBRI SALVIOLI SRL cui provengono tutti i mali del mondo fiorisce dal cuore umano come una pianta che cresce pian piano, con storture che si potrebbero guarire, se prese in tempo, con un’adeguata correzione fraterna. In un recente dibattito televisivo, dopo aver ricevuto qualche apprezzamento da parte di alcuni ospiti non proprio “baciabanchi”, mi sono bruciato la credibilità quando ho proposto che si tornasse a insegnare ai ragazzi a fare, almeno di quando in quando, un salutare esame di coscienza. Non tanto quello scrupoloso cui ci avevano abituati i nostri parroci d’un tempo. No, no. Niente tormenti d’animo, con puntigliose elencazioni da far venire i sensi di colpa, ma più semplicemente una sana abitudine a imparare a distinguere il bene dal male. sollecitudine della paternità di Dio, di cui noi tutti dovremmo essere un sia pur pallido segnale. Il peccato non può mai essere la fotografia finale di un uomo, la sua epigrafe tombale. Il tempo prima della morte è tempo di Grazia e di misericordia, quella paterna che va in cerca della pecora perduta. Richiamare senza amore è precludersi la riuscita dello sforzo e la possibilità di stabilire ponti di amicizia con i fratelli che hanno peccato. Fingere di amare senza una vera correzione è la più grande delle ipocrisie. Lascia le cose come stanno, ma consente di farsi belli, salvando la faccia a buon mercato. Chi corregge deve avere fermezza, ma senza collere o asprezze e, soprattutto, senza umiliare chi viene corretto. Arduo parlare di peccato È divenuto difficile parlare di peccato, in una società dove la libertà è diventata un idolo assoluto facendo della coscienza individuale l’unico aratro con cui solcare l’esistenza. Eppure sono tante le ragioni per non chiudere gli occhi sugli errori dei nostri fratelli. Prima di tutto ce lo chiede la Il male dell’indifferenza C’è una seconda ragione che ci spinge a correggere il fratello in errore e questa ci riguarda personalmente. L’indifferenza verso il peccato altrui quasi sempre finisce per alimentare nell’animo ostilità e chiusura, fino a veri e propri sentimenti di odio. Quante tragedie si consumano quando la convivenza patita sopportando in silenzio si trasforma progressivamente in rancore, come un acido che corrode l’animo e lo devasta. La cronaca ci consegna ogni giorno vicende di morte fiorite su malesseri abbandonati a se stessi. Vivere all’ombra del male senza fare nulla per impedirlo è uno dei rischi peggiori che può correre ognuno di noi. Non è facile ammonire chi sbaglia. Anche la paura può farsi largo a impedire di deciderci in questo senso. Timore delle reazioni, della possibilità di perdere amicizie, dell’aggressività di chi viene corretto… Eppure la paura è sempre il segnale di mancanza di amore. Chi ama davvero non ha paura. E chi ha il profumo dell’amore nel cuore non incute paura. Perché il profumo dell’amore, quand’è vero e sincero, finisce sempre per legare, mettere insieme, lasciando cadere le barriere: quelle che innalzano ogni giorno le nostre tentazioni di peccato. Bruno Fasani Vetrata di Romano Pelloni, San Bernardino Realino (da IL BENE DEL FARE. Le opere di misericordia per un mondo indifferente - LINDAU) Serietà e professionalità in ogni nostro servizio Attenzione e rispetto per la sensibilità religiosa dei nostri clienti Sede di Carpi via Falloppia, 26 - Tel. 059.652799 Filiale di Limidi di Soliera via Carpi Ravarino, 427 - Tel. 059.652799 Filiale di Bastiglia via Marconi, 44/46 - Tel. 059.652799 15 ANNO SANTO Itinerario biblico: ammonire i peccatori L’importanza della correzione fraterna In conclusione alla sua lettera (uno dei più begli scritti del Nuovo Testamento, direi meno conosciuta di quanto dovrebbe), l’apostolo Giacomo scrive che “chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5, 20). Anche Paolo, del resto, nella Lettera ai Galati, li esorta nella stessa direzione: “Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza” (Gal 6, 1). La terza opera di misericordia spirituale, invitando ad ammonire i peccatori, è dunque in linea con una prassi consolidata della prima comunità cristiana; una prassi, tuttavia, sempre delicata da attuare e non priva di rischi. E’ quanto leggiamo nel Vangelo di Matteo, nel contesto del grande discorso della montagna, quando Gesù ammonisce i presenti: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al fratello: ‘Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio’, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello” (Mt 7, 3-5). Un passo che Ambrogio, padre della Chiesa, traduceva nei seguenti termini, pregando: “Ogni volta che si tratta del peccato di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimproverarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere, così che mentre piango su un altro, io pianga su me stesso”. Nella tradizione ecclesiale si parla in genere, al riguardo, di correzione fraterna: una pratica, a ben vedere, necessaria anche per non giungere a covare rancore nel proprio cuore, poiché – se non si corregge il fratello peccatore – si rischia fatalmente di arrivare a odiarlo. Da questo punto di vista, la correzione non è dunque solo per il bene del fratello che riceve la correzione, ma anche per quello di colui che si trovi a esercitarla. Il verbo greco spesso presente nel Nuovo Testamento per indicarla, nouthetein, rimanda all’azione di porre la mente (nous) su un altro, per aiutarlo a scoprire i suoi sbagli e a evitarli il più possibile: un’attenzione amorosa, quasi un vegliare sull’altro per correggerne le mancanze. La traduzione latina, corrigere, sottolinea invece il dirigere assieme (cum-regere) e allude al carattere condiviso, relazionale, della correzione fraterna. Più volte, significativamente, ne parla Francesco d’Assisi nelle sue Ammonizioni. Si tratta di sapienti consigli spirituali che riprendono (utilizzando citazioni, allusioni e risonanze scritturistiche) parecchi dei temi cari a Francesco, ma che oggi si tende a non considerare redatti direttamente da lui, bensì da uno o più suoi confratelli che – udite sue predicazioni – avrebbero deciso di riportarne alcuni brani per iscritto (tecnicamente, si potrebbe parlare di un processo di reportatio, comprensibile anche alla luce del genere letterario utilizzato, quello appunto dei detti, nel greco neotestamentario i lòghia, che nella storia del cristianesimo possiede un ruolo centrale, risalendo alla stessa cerchia dei discepoli di Gesù). Riporto qui, a mo’ di esempio, la numero ventidue, dedicata appunto interamente al tema della correzione, in una mia traduzione dal latino originale: “Beato il servo che sopporta da un altro la correzione, l’accusa e il rimprovero così pazientemente come se se li facesse da sé. Beato il servo che, venendo rimproverato, l’accetta benignamente, si sottomette con modestia, con umiltà confessa e volentieri ripara. Beato il servo che non è pronto a scusarsi e umilmente sopporta la vergogna e il rimprovero per un peccato, sebbene egli non abbia commesso colpa”. Occorre ammettere, peraltro, che la correzione fraterna, pur essenziale nella vita ecclesiale, appare oggi poco e male praticata: forse perché un’autentica correzione esige un lavoro importante su di sé da parte di chi la esercita, lavoro che dovrebbe portarlo a imparare a convivere con il male dell’altro e anche con il proprio. Soltanto chi abbia imparato a discernere il male che abita in lui, infatti, potrà farsi carico del male del fratello, e curarlo come fa un medico esperto. Non si tratta di giudicare o tanto meno di condannare, ritenendosi semmai dei giusti, ma di tendere a liberare dal peccato il proprio fratello, senza mai dimenticare che quello stesso peccato può abitare anche in noi e nella nostra umana fragilità. Brunetto Salvarani 16 NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 Ecclesia FORMAZIONE Il Vescovo Cavina ha fatto visita alle coppie di fidanzati a San Bernardino Realino Curia Vescovile Ministri del matrimonio Sede e recapiti Segreteria Vescovile presso Seminario Vescovile Tel. 059 685542 - cell. 334 1853721 Uffici Economato - Cancelleria - Uff. Beni Culturali Uff. Tecnico - Uff. Ricostruzione Istituto Diocesano Sostentamento Clero Carpi, Via Peruzzi, 38 Telefono: 059 686048 Vicario generale Presso parrocchia del Corpus Domini Carpi, Piazzale Francia, 5 Telefono 338 3834804 Agenda del Vescovo Giovedì 21 aprile Alle 17, presso l’oratorio Eden, porta la sua testimonianza sul viaggio a Erbil ai ragazzi del doposcuola Alle 19.30, incontro con i diaconi in formazione Sabato 23 aprile Alle 17, a Santa Croce, presiede il Giubileo dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica Una serata di emozioni per le nove coppie di fidanzati che stanno frequentando il corso di preparazione al matrimonio presso la parrocchia di San Bernardino Realino. Il 14 marzo il Vescovo Francesco Cavina ha partecipato all’incontro settimanale, insieme agli educatori. I ragazzi si sono presentati al vescovo, e poi hanno ascoltato le sue parole sul sacramento del matrimonio: “State per compiere questo passo nella più assoluta libertà - ha esordito monsignor Cavina -, quella che il Signore vi ha donato. Il matrimonio significa accettare il passaggio di Dio nella vostra vita, un Dio discreto, che si manifesta attraverso il vostro amore. Vi sposerete in due, ma in realtà sarete in tre: voi e Gesù in mezzo a voi”. Il matrimonio come punto di arrivo e al tempo stesso punto di partenza della nuova vita insieme. “Il primo invitato alle vostre nozze è il Signore. I vostri abiti, belli ed eleganti, vi ricorderanno sempre questo: vi siete rivestiti di Cristo”. Citando Papa Francesco, monsignor Francesco ha ricordare le tre parole che sempre devono essere ripetute all’interno della coppia: grazie, scusa, e permesso. “A queste aggiungo la preghiera: provate a recitare insieme una Ave Maria. Dopo il primo ‘imbarazzo’ iniziale, vi accorgerete di quanto pregare in coppia vi farà sentire uniti e in comunione”. Il Vescovo ha poi spiegato ai fidanzati che, durante la celebrazione del matrimonio, saranno essi stessi i ministri, nel pronunciare reciprocamente la frase “io ti accolgo…”, mentre il sacerdote sarà il “testimone qualificato” del sacramento. Al termine dell’incontro i giovani hanno rivolto al Vescovo alcune domande sul suo recente viaggio ad Erbil ascoltando con partecipazione il suo racconto. M.S.C. Mercoledì 27 aprile Nel pomeriggio e in serata partecipa alle iniziative in occasione della visita a Carpi del Vescovo di Aleppo Antoine Audo Domenica 1 maggio Il Vescovo amministra la Cresima alle 11.15 a Novi e alle 16 a Fossa di Dante Fasciolo Leggendo l’enciclica “Laudato si’” Il cammino del perdono TRIGESIMO Itinerari di spiritualità e cultura per il Giubileo Sesta tappa km 27,5: Filettino - Subiaco nacque, si giunge alle cascate di Trevi. Si prosegue quindi per una strada secondaria che costeggia il fiume Aniene, e, dritto dritto, eccoci al quarto ponte, la Crocetta, che ci permette di raggiungere all’abitato di Jenne. Immessi di nuovo sulla strada già percorsa di giunge al Rifugio Cederna e alla località della Mola Vecchia. Di qui, seguendo nel parco il sentiero Coleman, arriviamo al Monastero di Santa Scolastica di Subiaco, traguardo della sesta tappa del Cammino del Perdono. Tuttavia, si può resistere al richiamo del Monastero benedettino? No, di certo, e allora i più ardimentosi potranno percorrere ancora quattro chilometri in lieve salita, immersi nel bosco di querce e roverelle. Vi aspettate che si parli del Martedì 26 aprile Alle 16.30, in Seminario, incontra il gruppo post Cresima dei ragazzi della parrocchia di San Giuseppe Artigiano Sabato 30 aprile Alle 17, a Santa Croce, presiede il Giubileo dei catechisti OASI E PARCHI DELLO SPIRITO La sesta tappa del Cammino del Perdono ci porta a Subiaco, nel cuore benedettino. La tappa si presenta relativamente facile... non ci sono grandi difficoltà nel percorso di 27 chilometri e 500 metri. L’itinerario si sviluppa all’interno del Parco dei Monti Simbruini, lungo il fiume Aniene, in un ambiente bellissimo dal punto di vista naturalistico. Da Filettino, partenza della tappa, si prende il sentiero TR presso il fontanile Conabella che costeggia per un po’ la Provinciale, incrociando il sentiero Elv, lo si percorre fino al ponte di San Teodoro sull’Aniene. Superato questo ponte ci troviamo nei pressi di Trevi nel Lazio e, proseguendo fino all’altro ponte, l’Altani, e ancora più in là il terzo ponte, Comu- Domenica 24 aprile Alle 9, nella sala della comunità in via Posta a Mirandola, amministra la Cresima Alle 14, in piazzale Re Astolfo, presiede la Santa Messa nel centenario del lupettismo Agesci Alle 17, a Quarantoli, amministra la Cresima Venerdì 22 aprile alle 19 presso la parrocchia di Santa Croce verrà celebrata la Santa Messa di Trigesimo in memoria di don Ivo Silingardi ANNO SANTO Adorazione eucaristica a Santa Croce Prosegue l’iniziativa di preghiera promossa presso la chiesa giubilare di Santa Croce ogni terzo giovedì del mese. Il prossimo appuntamento è per giovedì 21 aprile. Alle 18.30 Santo Rosario, alle 19 Santa Messa ed Esposizione del Santissmo. A seguire Adorazione eucaristica fino alle 21.30. La prossima data è prevista per giovedì 19 maggio. Monastero? Volete sapere di più su questo luogo indicato tra i più significativi della vicenda del Santo di Norcia? Ebbene sì? Basta fare un clic e troverete buone notizie nella rubrica Parchi e Oasi dello Spirito... ed eccovi accontentati, con nostro grande piacere. Giubileo del gruppo di Panzano Il gruppo di preghiera Medjugorje di Panzano si riunirà presso la chiesa parrocchiale di Santa Croce domenica 24 aprile per celebrare il proprio Giubileo. Alle 16 la Santa Messa presieduta da padre Ivano Cavazzuti. A seguire, Santo Rosario, Adorazione e Benedizione eucaristica. 17 Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 TESTIMONIANZE Ecclesia Il 27 aprile a Carpi la visita del Vescovo di Aleppo Antoine Audo Il progetto di solidarietà per sostenere le famiglie della città siriana Accendiamo le luci S arà voce del popolo siriano stremato da anni di guerra monsignor Antoine Audo, Vescovo dei Caldei di Aleppo, a Carpi mercoledì 27 aprile, per una giornata ricca di incontri pubblici. La visita del Vescovo di Aleppo è la prosecuzione ideale della missione di monsignor Francesco Cavina ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, e testimonia come la Chiesa di Carpi intenda raccogliere i ripetuti appelli del Papa affinché i cristiani del Medio Oriente non vengano lasciati nell’oblio e nell’indifferenza. Monsignor Cavina e il Pastore della Chiesa siriana porteranno la loro testimonianza, accompagnati da Alessandro Monteduro, direttore per l’Italia di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), la fondazione che è tra le più attive in Siria e nei campi profughi del Kurdistan. Come segno concreto di solidarietà il Centro missionario diocesano propone l’adesione al Progetto “2 ampère per una famiglia”, promosso da Acs, in collaborazione con il francescano padre Ibrahim Alsabagh, parroco della comunità latina ad Aleppo, allo scopo di far “tornare a vivere” le famiglie che risiedono in città. Nonostante si sia parlato di cessate il fuoco in questi gironi, i bombardamenti sono proseguiti su diverse zone di Aleppo, governate dall’esercito regolare, dove vivono i cristiani. La situazione della città è ancora difficile e si protrae la mancanza di elettricità. “Nella nostra comunità latina, su 600 famiglie, la quasi totalità sono sotto la soglia di povertà - afferma padre Ibrahim Alsabagh -. E’ sorprendente vedere persone che avevano società industriali, le cui entrate superavano centinaia di migliaia di dollari, ridotte alla povertà: hanno perso le officine e i locali con tutti i macchinari; sono rimasti solo i debiti bancari, che non rie- Con la Diocesi ad Aleppo L’incontro nel 2006 Già dieci anni fa il Vescovo Antoine Audo ebbe modo di entrare in contatto con la Chiesa di Carpi. Nel corso del pellegrinaggio “Sulle orme di San Paolo” in Siria, dal 14 al 21 gennaio 2006, incontrò infatti ad Aleppo la delegazione della Diocesi di Carpi, guidata dal Vescovo Elio Tinti. scono a sanare. Inoltre, ancora con le statistiche, fra le nostre 600 famiglie, più di 250 sono nella miseria, in quanto hanno entrate inferiori a 25.000 lire siriane al mese. Questo non permette loro un’alimentazione sufficiente. Ultimamente, una quindicina di parrocchiani sono finiti all’ospedale: hanno ricevuto trasfusioni di sangue per evitare una morte causata dalla malnutrizione”. L’elettricità non arriva alle case se non attraverso generatori locali di entità private che vendono a prezzi alti ogni ampère, l’unità base di intensità della corrente elettrica. “Come consumo minimo spiega padre Ibrahim -, una famiglia, ma anche una persona che abita da sola, ha bisogno di due ampère al mese, per accendere due o tre lampadine, la tv o la radio. Questi due ampère non possono tuttavia far funzionare una lavatrice e nemmeno una pompa, che, quando arriva l’acqua, possa portarla alla casa. Con meno di questo, si vive nel buio, che causa, come abbiamo visto in diversi casi, disturbi psicologici e anche disperazione. Una famiglia, poi, che abbia figli in età scolastica e universitaria, non può vivere senza elettricità”. Ecco allora il progetto per riaccendere la luce ad Aleppo: “abbiamo pensato di aiutare le famiglie, attaccate volontariamente alla terra o forzate a rimanere per mancanza di denaro per scappare, a vivere con dignità - sottolinea padre Ibrahim -. Con il progetto intendiamo coprire, per un anno, il costo di due ampère al mese per ogni famiglia. E’ la partecipazione alle spese minime di una famiglia. E’ un sostegno psicologico e una manifestazione di solidarietà”. Not Mercoledì 27 aprile Programma della visita del Vescovo di Aleppo Questo il programma della visita di S.E. monsignor Antoine Audo, Vescovo dei Caldei di Aleppo (Siria), che si terrà mercoledì 27 aprile. • Alle 16, nella chiesa di San Bernardino da Siena: Incontro con Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose, Responsabili degli uffici pastorali, Rappresentanti delle aggregazioni laicali • Alle 17. 30, presso il palazzo municipale di Carpi: Incontro con le Autorità Cittadine e Militari, Responsabili di Consulte e Altre Organizzazioni • Alle 19, presso l’aula liturgia di Quartirolo: Concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi, e da monsignor Antoine Audo, Vescovo caldeo di Aleppo • Alle 20.30, salone parrocchiale di Quartirolo: Cena con raccolta di fondi per sostenere il progetto di solidarietà “2 ampère per una famiglia” di Aiuto alla Chiesa che Soffre ad Aleppo. Proiezione di un filmato girato ad Aleppo. Sarà allestito l’angolo vendita delle pubblicazioni di Acs. Per la cena è necessario prenotarsi con versamento della quota entro le ore 12 di martedì 26 aprile presso il Centro Missionario Diocesano tel. 059 689525 E’ possibile fare donazioni per il progetto “2 ampère per una famiglia” effettuando versamenti sul conto corrente Unicredit di Solidarietà Missionaria onlus IT14M0200823307000028443616. Monsignor Antoine Audo è un gesuita e un vescovo siriano di rito caldeo. E’ nato ad Aleppo nel 1946 ed è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1969. Dieci anni più tardi è stato ordinato sacerdote per essere poi consacrato vescovo di Aleppo dei Caldei nel 1992. Monsignor Audo si è laureato nel 1972 in lettere arabe presso l’Università di Damasco, ha poi conseguito il dottorato alla Sorbona nel 1979 in pensiero politico musulmano contemporaneo. Ha studiato successivamente presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e per dieci anni è stato professore di esegesi biblica in Libano, presso l’Università di San Giuseppe. Dal marzo 2007 è membro del Pontificio Consiglio per Monsignor Antoine Audo il dialogo interreligioso, guidato dal cardinale Jean-Louis Tauran, e dal 2011 è membro del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e itineranti. Monsignor Audo è inoltre presidente di Caritas Siria. La Diocesi di Aleppo dei Caldei comprende circa 15mila fedeli distribuiti in 13 parrocchie. UFFICIO DIOCESANO PELLEGRINAGGI Domenica e lunedì 24 e 25 aprile 2016 MADONNA della MISERICORDIA MACERATA e GROTTE di FRASASSI quota individuale 180 € con 30 posti ROMA CON UDIENZA PAPALE Guidati dal nostro Vescovo 14-15-16 Giugno 2016 Quota € 310, suppl. singola 70. Stiamo completando il terzo pullman - ISCRIVERSI CON URGENZA TOUR DELLA SCOZIA dal 23 al 30 luglio 2016 Fantastico Viaggio tra Fede Arte Storia Natura. Info in ufficio. Basilica Sant’Antonio da Padova domenica 15 maggio Visita a Santa Giustina e al Santuario di San Leopoldo Mandic Via Trento Trieste 8 - Presso parrocchia San Francesco 334 2395139 - [email protected] 18 NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 PARROCCHIE Ecclesia SAN GIACOMO RONCOLE A Santa Croce il Giubileo dell’ottava zona pastorale e di Cividale Entriamo per la porta stretta… La festa patronale e la visita a Creazzo e a Nomadelfia Portando buoni frutti T Nei giorni scorsi le parrocchie dell’ottava zona pastorale (Quarantoli, Gavello, San Martino Spino, Tramuschio), unite a quella di Cividale, si sono recate in pellegrinaggio a Santa Croce in occasione del Giubileo. Tanti hanno partecipato all’iniziativa - tre corriere più alcune famiglie in auto guidata dai parroci, don Flavio Segalina, don Germain Kitcho e don Silvano Rettighieri. I momenti di un pellegrinaggio giubilare sono abbastanza semplici: all’arrivo, dopo una breve introduzione, si passa attraverso la Porta Santa; a seguire la celebrazione penitenziale e la Santa Messa. Queste alcune impressioni personali che vorrei condividere con chi legge. Per prima cosa, che senso può avere andare in pullman dal mirandolese a Santa Croce? Poche decine di chilometri, ognuno di noi ha l’auto e può caricare i pochi che non l’hanno. E allora che senso ha? Bastava vedere le espressioni sui visi dei parrocchiani, ascoltare il parlottio fitto: una comunità cristiana si nutre anche dell’essere insieme, del condividere. Quanto ci saremmo persi arrivando sparpagliati ciascuno nella propria auto? Una volta a Santa Croce, guardando la facciata della chiesa, mi accorgo che la Porta Santa è quella piccola, umile, a destra. In passato, quando non eravamo inquinati dalle logiche politiche, la destra era la parte buona, giusta (in inglese, per esempio, “destra” e “giusto”” sono la stessa parola). Infine,, è la porta piccola, stretta: perr entrarvi ci siamo dovuti strin-gere, cedere il passo, si passavaa uno, massimo due alla volta.. Un segno bellissimo. All’interno la chiesa eraa gremita; a quelli di Civida-le ha ricordato molto la loro o chiesa parrocchiale, anch’essaa santuario mariano. Le diversee parrocchie si sono “mischiate”:: rimanevano le differenze ma in n un quadro di unità. E che rom-bo tutte le volte che si rispon-deva ad un’invocazione! Fossee sempre così, dovrebbe esseree sempre così! Bravissimi anchee i ragazzi che hanno guidato i canti. Al riguardo, con noi sono o venuti alcuni dei ragazzi e gio-vani dei gruppi di Cividale,, Quarantoli, San Martino Spi-no ed anche dei bambini con n le loro famiglie; ora, se penso o a quanto fosse importante perr me a 16 anni una domenicaa pomeriggio di primavera, non n si può che essere orgogliosi dii questi ragazzi. Dopo la conclusione dellaa Messa, mentre tutti stavano o uscendo, mia moglie richiamaa la mia attenzione sul quadro o del “Padre misericordioso” po-sto accanto all’altare: un fascio o di luce, entrando dalle finestre,, lo illumina, come a dire chee anche il Padre è stato contento o di questa esperienza e che sta-va sorridendo di quel sorriso o che era sul viso di tutti. Un pellegrino o radizione fa rima con devozione. San Giacomo R Roncole si appresta a celebrarre i propri patroni, gli apostoli F Filippo e Giacomo, a cui è inttitolata la chiesa parrocchiale. C Com’è consuetudine, spiega il p parroco, don Gino Barbieri, ““la festa si terrà il 1 maggio, seccondo il vecchio calendario, e n non il 3 maggio, come prevede q quello attuale. Per sottolinearn ne la solennità, la ricorrenza ssarà preceduta, il 28, 29 e 30 aaprile, da un triduo di preghierra, con l’adorazione eucaristica d dalle 18 alle 20, seguita dalla m messa”. Domenica 1 maggio, dopo la celebrazione delle 10, d lla benedizione degli automezzzi, alle 17 l’adorazione eucarisstica, e alle 18 la processione ccon il Santissimo Sacramento. SSempre da tradizione, sottolin nea don Barbieri, “alle 18.30 è p previsto il concerto del Coro Città di Mirandola, segno di C una collaborazione di vecchia u d data con la nostra parrocchia, dove presso la canonica, prima d del terremoto, si tenevano le d p prove della sezione delle voci bianche, diretta dal compianto b maestro Giuliano Vicenzi”. Per m finire, il momento conviviale per tutti, affiancato dal mercap ttino dei manufatti, realizzati da aalcune volontarie, a sostegno delle missioni. Dunque, una d ffesta che si mantiene appuntam mento irrinunciabile nel calendario parrocchiale, nel segno d dell’affidamento all’intercessiod n ne dei Santi patroni. Nel ricordo di don Zeno Come non si manca mai di celebrare ogni anno, neld lla domenica successiva al 15 ggennaio, la messa in memoria di don Zeno Saltini, così prod ssegue l’iniziativa primaverile d della visita a Nomadelfia. Domenica 17 aprile, una comitiva m di cinquanta persone, da San d G Giacomo e dalle parrocchie vvicine, si è recata presso la comunità fondata da don Zeno m n nel grossetano. Alla messa, cellebrata dal parroco don Ferdin nando, è seguito il pranzo nei ggruppi familiari. Sotto la guida di Mario, uno dei figli accolti d d da Norina Galavotti, roncollese e mamma di vocazione a Visita a Nomadelfia Nomadelfia, il pomeriggio è trascorso con la visione di un documentario che illustra la vita della comunità e con la visita alla tenuta agricola. Non è mancata, inoltre, la preghiera al cimitero sulla tomba di don Zeno e della stessa Norina. “E’ stata, come sempre, un’esperienza intensa e toccante - commenta Ettore Ori dell’Associazione San Giacomo Roncole per don Zeno di Nomadelfia - che ci ha permesso di ripercorrere una storia che ci accomuna e di incontrare amici come Francesco, Mario, Nico. Tutti si sono detti più che soddisfatti dell’iniziativa, con il desiderio di tornare presto a Nomadelfia”. Con il Vescovo per celebrare San Marco Numerosi sono i rapporti di solidarietà sorti, a seguito del terremoto, tra parrocchie della Diocesi e realtà “esterne”. Fra questi c’è, senza dubbio, il legame che unisce San Giacomo Roncole alla parrocchia di San Marco di Creazzo (Vicenza). Anche quest’anno, nella festa patronale della comunità vicentina, un gruppo di volontari roncolesi sarà infatti presente, nella serata di domenica 24 aprile, per cucinare le proprie specialità, fra cui i rinomati maccheroni al pettine. L’indomani, lunedì 25 aprile, una delegazione di San Giacomo, con don Barbieri, suor Mairdes, che presta servizio in parrocchia, e le consorelle di Mortizzuolo, parteciperà alla 7° ANNIVERSARIO 18-4-2009 18-4-2016 Leonardo Perfetti Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno con amore ed umiltà Katia, Martina e Gaia lo ricordano con una Santa Messa che sarà celebrata nella chiesa parrocchiale di S. Silvestro a Fanano sabato 23 aprile alle ore 18 messa solenne, che sarà presieduta da monsignor Francesco Cavina, e, di seguito, al grande pranzo comunitario. Per la seconda volta, dunque, dopo il 2014, su invito della parrocchia di Creazzo, il Vescovo sarà presente alla festa in onore di San Marco. A consolidare un’amicizia che, attraverso la preghiera, le visite reciproche e le iniziative condivise, continua a portare buoni frutti. Not L’angolo della memoria Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 19 a cura di Andrea Beltrami, con la collaborazione di don Ermanno Caccia TRADIZIONI Villaggio San Marco, tra storia e vicende umane Il 25 aprile la chiesa festeggia San Marco evangelista. Nella diocesi di Carpi esisteva una parrocchia dedicata al santo, eretta con bolla vescovile del 16 novembre 1956, con sede nell’ex campo di concentramento di Fossoli, luogo destinato all’accoglienza dei profughi giuliani, che vi si stabilirono in 400 quando don Zeno abbandonò quel luogo per trasferire altrove Nomadelfia. La particolare dedizione a San Marco ha sempre contraddistinto gli esuli al punto da indurli alla decisione che il luogo dove venivano ospitati, fosse denominato “Villaggio San Marco” in suo onore. All’interno della struttura si respirava un autentico clima di spiritualità e di pace, che ha favorito e consolidato negli esuli la profonda devozione religiosa, viatico importante in quel contesto socio ambientale particolarmente difficoltoso e sicuro balsamo per lenire e mitigare il dolore e le sofferenze di coloro che, costretti ad abbandonare la propria terra e privati di ogni bene, da profughi in patria, dovevano ricominciare una nuova vita. All’interno del villaggio vi era una cappellina fatta costruire da don Zeno Saltini, nella quale l’arciprete di Fossoli, don Paolo Morotti, celebrava la Messa per gli sfollati che, seppure nelle critiche condizioni del tempo, avevano mantenuto e rafforzato le loro profonde tradizioni. Ritorna la primavera Nel sorriso del sole, l’azzurro del cielo lo splendore della luna, si schiudono sugli alberi le prime gemme, sbocciano sugli steli i primi fiori. Le prime viole ci annunciano la primavera, è un miracolo divino, i cespugli si ammantano di porpora dorata, il sole fa capolino e sorride di nuovo, il cielo con qualche nube commosso piange mandando sulla terra lacrime di gioia, da ogni goccia che cade si apre un fiore profumato. Wanda Stermieri La galèta di aprile … chi vol dla bouma galèta, per san Giorg (23 aprile) la mèta. Chiesetta di San Marco Riportiamo fedelmente quanto Maria Luisa Molinari scrive nel suo libro “Villaggio San Marco – Via Remesina, 32” a proposito della chiesetta di San Marco: “nel 1955 i giuliani sono in numero consistente; superata l’emergenza della prima sistemazione il Villaggio è stato dotato di infrastrutture che gli conferiscono un carattere di marcata autonomia economica e istituzionale: si fa viva l’esigenza di soddisfare in modo più adeguato anche le esigenze spirituali. Per questa ragione nel mese di novembre il direttore di San Marco - Francesco Babina - chiede al vescovo di Carpi che il Villaggio venga eretto a parrocchia. A un anno di distanza - il 16 novembre 1956 - la piccola chiesetta, ricavata dal lavoro di tutti gli abitanti del Villaggio da una baracca che ospitava i guardiani tedeschi relegati in punizione, diventa ufficialmente sede parrocchiale con il nome di San Marco Evangelista; in tale occasione viene anche nominato un parroco, nella persona di don Palcido Norbedo, anch’egli profugo”. Nato a Capodistria (allora Italia, oggi Slovenia) l’8 marzo 1921, ordinato sacerdote a Trieste il 28 maggio 1946, don Norbedo guida la comunità parrocchiale del Villaggio lungo tutti i trent’anni della sua esistenza, dal 1956 al 1986, a eccezione del 1975, quando egli si trasferisce temporaneamente presso la parrocchia di Campi di Riva nell’Arcidiocesi di Trento. Sostituito per un anno da don Carlo Bulgarelli, già nel 1976 ritorna alla Chiesa carpigiana. Conclusosi il suo ufficio parrocchiale nel 1986 si trasferisce a Trieste per ricongiungersi al fratello, vivendo in una Casa del Clero; malato da tempo d’anemia mediterranea, degenerata poi in leucemia, muore presso l’ospedale di Aviano, Padova, l’11 giugno 1994, all’età di 73 anni. Profondamente legato agli abitanti di San Marco, suoi parrocchiani, ma, soprattutto suoi conterranei, partecipi – insieme – delle traversie dell’esodo, don Norbedo continuerà a seguirli e ad esserne punto di riferimento anche dopo l’abbandono del Villaggio. Villaggio e Parrocchia diventano per gli esuli un fondamentale riferimento umano e sociale, particolarmente significativi in un momento dove, all’inizio di una nuova vita e di una nuova attività lavorativa era fondamentale identificarsi in un gruppo coeso nel quale si consolidava l’identità di origine e si costituiva una collettività che favoriva i rapporti interpersonali permettendo di superare assieme ricordi e vicende legate alla tristezza di un periodo. Da questa intensa religiosità e dal forte attaccamento ai luoghi di origine che gli esuli elessero San Marco a patrono del loro Villaggio. NELL’ORTO ORTO E SEMENTI In Aprile è possibile seminare le piantine di timo. In questo caso occorre un terreno che sia asciutto e ben soleggiato. Questa pianta aromatica ha bisogno di poche annaffiature; si raccoglierà fra maggio e giugno recidendo i fusti fioriti. Il timo è usato per aromatizzare pietanze a base di carne. Possiede diverse proprietà, di sicuro la più conosciuta è quella antisettica. Ma ha anche proprietà digestive, depurative, carminative, balsamiche e tonico-stimolanti. In più, è usato per fare gargarismi nel caso di infezioni del cavo orale. Sempre in tema di piante aromatiche, ad Aprile, in una posizione soleggiata e su un terreno ricco e fresco, si pianta l’erba cipollina. A differenza del timo ha bisogno di molta acqua; per questo sono necessarie continue e ripetute annaffiature. Ottima è la frittata. FRUTTO DI APRILE: NESPOLA Con il termine nespola ci si riferisce ai frutti di due piante diverse: il nespolo europeo e il nespolo giapponese. Il nespolo europeo è un piccolo albero spinoso dell’altezza di 5 metri circa; il nespolo giapponese, che nonostante il nome è originario della Cina, è invece più imponente e può raggiungere un’altezza di circa 10 metri; ha un profumo molto intenso, che ricorda quello del biancospino. Le nespole vengono raccolte quando non sono ancora completamente mature e si aspetta, poi, la maturazione. Le nespole hanno proprietà antinfiammatorie e diuretiche; aiutano a regolare la funzionalità intestinale e quella epatica e sono un blando antipiretico.Le nespole contengono vitamina A, vitamine del gruppo B e vitamina C. Sono, inoltre, ricche di acido formico, una nota fibra alimentare; grazie a questa sostanza, le nespole hanno un ottimo potere saziante e sono dunque molto utili in caso di diete dimagranti. Hanno poche calorie e contengono moltissimi minerali. Il brocardo è riferito alle piccolissime uova del baco da seta o al bozzolo dello stesso, a seconda dei luoghi e dei vernacoli locali. La tradizione ci dice che dette uova, proprio grazie alle loro minuscole dimensioni, venissero importate dalla Cina attraverso la cosiddetta “via della seta” nascoste nel bordone del viandante. Una volta giunte a destinazione, venivano curate dalle donne affinché potessero schiudersi anzitempo. Per il neonato bruco l’unico pabulo era la foglia del gelso, chiamato al mòr, forse da Lodovico “il Moro” che volle e caldeggiò la coltura dei gelsi in Lombardia. Chiuso nel bozzolo di seta e pronto alla metamorfosi veniva portato in luoghi asciutti e caldi; a Carpi la sala “dei Mori” rimane una bella testimonianza di tale metamorfosi naturale per la produzione della seta. … ma anche nel pollaio il mese di aprile ha il suo benefico effetto perché pularìa d’averil… e po’ più! Involtini “Primavera/verdi” CHEF DIEGO TOMMASO CONTINO INGREDIENTI per 4 persone 500 g di asparagi, 8 fette di prosciutto crudo un po’ spesse, 4 sottilette, pepe nero macinato al momento PREPARAZIONE Lavare accuratamente gli asparagi sotto acqua corrente, rimuovere la parte bianca del gambo, spelare con un pelapatate la parte esterna a partire da 3-4 cm dalla sommità, facendo molta attenzione a non toccare le punte, fragili e delicate. Cuocerli a vapore, oppure lessarli in abbondante acqua salata per 18 minuti circa. Ritirarli delicatamente, metterli su un tagliere e tagliare la parte terminale del gambo se coriacea. Dividerli quindi in due. Su un tagliere disporre le 4 fette di prosciutto ben sgrassate, mettere sopra ciascuna ½ sottiletta e suddividere i gambi degli asparagi, distribuendo in modo omogeneo le punte, che sono la parte più pregiata. Arrotolare gli involtini e disporli su una piccola teglia da forno. Cospargere con una macinata di pepe e passare sotto il grill del forno a 200° C per 3-5 minuti circa, finché la sottiletta non comincerà a fondere. Servire caldi o tiepidi. 20 Sport CSI NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 La società sportiva Aneser di Novi attiva in molte discipline Una ricca collaborazione Simone Giovanelli Fondata nel 1965 la società sportiva Anser di Novi è affiliata al Csi di Carpi da oltre 30 anni. La collaborazione della società novese col nostro comitato è sempre stata intensa e ricca di attività. Dotata di impianti sportivi per varie discipline l’Aneser da anni ospita manifestazioni e tornei Csi, specie per il calcio a 5 e la pallavolo. La più recente occasione è quella di domenica scorsa, quando nella palestra Franciosi di Novi si sono ritrovati circa 90 minipallavolisti per il torneo finale di Booster Volley. Oltre alla pallavolo femminile che comprende il Minivolley e alcune squadre giovanili, la società è particolarmente impegnata con le attività emergenti rivolte soprattutto alle ragazze, quali cheerleader, danza e ginnastica ritmica. Proprio quest’ultimo settore, sorto subito dopo il terremoto del 2012 per concedere un momento di aggregazione, si è particolarmente sviluppato e la “ritmica” conta ora circa 50 iscritte e già porta soddisfazioni a livello Successo per il Minivolley Csi vista la vittoria nel campionato regionale nella categoria “Coppia” che si è svolto domenica 17 aprile a Bologna e dato che per il secondo anno consecutivo vi sarà la partecipazione dell’Aneser alle manifestazione Nazionale che si terrà a Ligna- no Sabbiadoro. Nella prossima estate sarà poi la volta dei Centri Estivi a completare i servizi che la società presieduta da Osmelia Branchini e diretta da Ermes Giovanella offre ai ragazzi e ragazze di Novi. Designate le cariche nel primo consiglio Per Leporati due vice presidenti Nel prima riunione del Consiglio Csi, dopo le elezioni avvenute nell’Assemblea del 3 aprile scorso che hanno visto la conferma alla presidenza di Guido Leporati, sono state designate le altre cariche di presidenza. Spunta la decisione di avere due vice presidenti, tra cui Patrizia Reggiani nel ruolo di vicario e Sabbatini Daniele. Oltre ad essi, arriva la conferma dei responsabili di settore uscenti con Giuliana Gualdi all’area Sportiva, Ernesto Giocolano a quella Formativa e Luca Barbieri all’Amministrativa. Patrizia Reggiani sarà anche la rappresentante Csi in seno alla Consulta per lo Sport e Benessere a Carpi e candidata a Consigliere Regionale nell’Assembla del 15 maggio. Palestra comunale Gallesi gremita domenica 28 febbraio per il torneo di Minivolley; diverse squadre di Mondial, Goldoni, Sanmarinese, Possidiese e Concordiese hanno dato vita ad una bella manifestazione sui 4 campi predisposti. Prossimo appuntamento il 20 marzo. BASKET Acetum Cavezzo sbatte su Udine Il gusto amaro della sconfitta Prime prove di play off promozione per l’Acetum Cavezzo che, attendendo che si componga il tabellone definitivo, ha deciso di approfittare delle due settimane di sosta per sostenere match probanti nel tentativo di abituare la rosa a sfide complesse raramente capitate in un girone emiliano di Serie B di un livello relativo. Al “comunale” va in scena un’amichevole di grande lusso contro la quotata Libertas Udine, vincitrice del proprio girone, che si impone col punteggio si 65-70. Torna sulla terra dunque la corazzata bianconera che, dopo aver chiuso la regular season con una sola sconfitta, assapora il gusto amaro della sconfitta interna contro una compagine che verosimilmente ricomparirà nel percorso delle modenesi verso la Serie A. Gara che inizia con Cavezzo sugli scudi che chiude in vantaggio i primi due quarti andando al riposo, alla sirena sul 37-35 trascinate dalle gran-di giocate di Costi e Bernardo-ni. Nella ripresa si scatenano o le friulane Vincenzotti e so-prattutto Rain che martellano o il pitturato giallo nero consen-tendo alle friulane di metteree il naso avanti nel terzo quarto o chiuso sul 49-55. Cavezzo trat-tiene il fiato per l’infortunio o alla caviglia della regista Za-noli ma trova ad ogni modo o la forza di ritornare a contatto o sul 65-68 a pochi secondi dallaa sirena conclusiva. L’esclusionee per cinque falli di Costi ed un n contropiede di Reins spezzano o le resistenze di Cavezzo e con-sentono a Udine di espugnaree il palazzetto della bassa con un n 65-70 che lascia qualche rim-pianto. Re-match previsto per sa-bato prossimo al “Pala Manlio o Benedetti” di Udine con l’ob-biettivo di confermare le buo-ne indicazioni ma soprattutto o recuperare Zanoli fondamen-tale nella rincorsa alla Serie A. E. B.. Centro Sportivo Italiano Carpi, Casa del Volontariato via Peruzzi 22, int. 41. Tel. 059/685402 e-mail: [email protected] SPORT Stanziati 20 milioni per le infrastrutture S IIn arrivo la nuova legge regionale La nuova norma sullo sport a livello regionale arriverà enttro l’estate. A darne conferma è direttamente il Presidente della d rregione Emilia Romagna, Steffano Bonaccini, presente nella ggiornata del 16 aprile durante ll’incontro “Una regione a missura di sport” tenutosi a Bollogna. La nostra regione conta ccirca 370 mila atleti aderenti aalle federazioni, e più di 3 millioni di persone praticanti attivvità motoria. Numeri che hanno spinto la giunta regionale n aad approvare la nuova legge, ccon la quale verranno stanziati nuovi finanziamenti: l’obiettivo n è quello di “mettere gli invesstimenti per lo sport al centro delle politiche regionali” come d sspiega Andrea Rossi, sottoseggretario alla Presidenza della Giunta regionale. 20 milioni G di euro da investire nell’intera d llegislatura per migliorare l’impiantistica e gli spazi sportivi p del territorio emiliano-romad ggnolo. Un programma regio- Stefano Bonaccini nale triennale (2015-2017) rivolto agli oltre 16 mila impianti per lo sport e agli “spazi elementari di attività” realizzati prima degli anni ‘90. “Con la nuova legge regionale intendiamo coinvolgere le tantissime associazioni, polisportive, società che fanno sport in Emilia-Romagna - ci racconta Bonaccini - Ma sport per noi è anche sicurezza: per questo abbiamo deciso uno stanziamento di 100mila euro per acquistare tanti defibrillatori che metteremo a disposizione dei Comuni”. S.G. ESCLUSIVA HANDBALL Parla Peppe Vinci, tecnico del Siracusa “Impossibile giocare a Fasano” Con la poule play off agli sgoccioli i verdetti cominciano ad essere sempre più chiari in vista delle semifinali scudetto. Una delle grandi escluse potrebbe essere la Team Network Siracusa che dopo le due sconfitte consecutive contro la Junior Fasano al “Pala Zizzi” e quella interna contro Conversano ora è chiamata al miracolo per qualificarsi almeno per gli spareggi fra seconde. A non andare giù al tecnico dei siciliani Peppe Vinci tuttavia è stata la sconfitta contro i freschi vincitori della Coppa Italia 2016 della Junior Fasano rei, secondo il tecnico siciliano, di aver permesso una condotta sleale al proprio pubblico nell’arco di tutta la gara. “Non ci nascondiamo dietro alle nostre colpe per questa situazione complessa di classifica ma giocare a Fasano è realmente complesso. Tre invasioni di campo e arbitri ostaggio dei tifosi di casa. Ci sentiamo altamente penalizzati ma rimango comunque orgoglioso di una prestazione che mi fa dire a cuor sereno di aver l’onore di allenare una squadra più forte del Fasano”. Accuse pesanti, solo parzialmente smorziate dal Patron siculo Vito Laudiani che precisa: “il “Pala Zizzi rappresenta un problema prima di tutto per il Fasano stesso che è costretto a giocare in una struttura non idonea alle esigenze di un top club italiano. Tuttavia ci tengo a smorzare una polemica ricordando gli ottimi rapporti che storicamente legano le nostre due realtà”. Una non smentita che tiene alte le polemiche insomma ravvivate ulteriormente da altre accuse di accordi sotto banco. Questa volta è il Trieste che per bocca del presidente Lo Duca accusa senza mezzi termini il Bolzano, campione d’Italia in carica di aver agevolato nella corsa al secondo posto il Pressano capace di battere proprio i biancorossi al “PalaVis”. Un finale di campionato decisamente movimentato con vari aloni di dubbio sulla regolarità di un campionato in mano ad una Federazione che vorrebbe rinnovarsi e dare lo slancio definitivo ad uno sport in piena ascesa nel nostro paese ma evidentemente ancora troppo vincolata ad una gestione arcaica e troppo distante dai club. Enrico Bonzanini HANDBALL Una Terraquilia cinica batte Ambra Qualificazione agli spareggi Un pomeriggio che rimescola ogni certezza di chi pensava di conoscere qualcosa del campionato italiano di pallamano. La Terraquilia in una gara nervosa, come ampliamente pronosticabile, vince col punteggio di 24-20 in una gara dominata sin dalle prime battute toccando un massimo vantaggio di sei reti. Le parate di uno straordinario Jan Jurina e la ritrovata vena realizzativa di David Ceso sono le chiavi della terza vittoria in questa poule play off che consegna l’aritmetico secondo posto in classifica che vale la qualificazione allo spareggio fra seconde previsto per fine aprile contro le seconde degli altri due gironi. Se la poule play off, nel girone B non sconvolge gli addetti ai lavori, a sorprendere nel girone centrale è la vittoria del Rapid Nonantola al “Pala Keope” di Casalgrande che sancisce l’incredibile salvezza dei modenesi e manda all’inferno i reggiani costretti a vincere a Ferrara per evitare la retrocessione. Grandi sorprese nelle poule play off degli altri gironi dove Bolzano e Fasano, al pari del Romagna trovano i punti necessari per blindare il primato che vale l’accesso diretto alle semifinali scudetto rispet- tando i pronostici mentre la corsa al secondo posto viene completamente sconvolta dalle vittorie esterne di Conversano e Trieste che, battendo rispettivamente le favorite Albatro e Pressano, rimandano ogni verdetto all’ultima giornata. Un campionato sempre più interessante dunque con la Terraquilia che utilizzerà queste due settimane per recuperare tutti gli “acciaccati” in vista di un rush finale che, se dovesse vedere i biancorossi vincere lo spareggio di Teramo, riproporrebbe l’ennesimo capitolo dell’infinita epopea che contrappone da quattro anni la Terraquilia ai rivali storici della Junior Fasano. Non solo buone notizie per la dirigenza biancorossa, che incassa il doloroso verdetto della sentenza del Tribunale Antidoping Nazionale che respinge il ricorso alla squalifica di Vito Vaccaro confermando la sentenza di un anno e due mesi. La società biancorossa, sconcertata per l’indifferenza della Federazione Italiana Handball e per la disparità di trattamento rispetto ad altri imputati, ha già annunciato che proseguirà nella propria battaglia sino al Tas di Losanna. E.B. Sport Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 CARPI FC Dopo la schiacciante vittoria sul Genoa, si attende il Milan 21 VOLLEY Gsm Città di Carpi promossa in Serie B Per continuare a credere nella salvezza Si avvera il sogno Un 4-1 roboante che stordisce gli scettici e rafforza le convinzioni di chi avrebbe puntato sin dall’estate in un manipolo di uomini che la Serie B l’aveva egemonizzata. A farne le spese è proprio il Genoa dell’ex direttore sportivo Sean Sogliano uscito fra lo scherno di uno stadio intero e qualche parola al vetriolo da parte dello staff tecnico carpigiano delegittimato a più riprese dal dirigente piemontese. Una giornata partita in salita in virtù del gol in apertura del centravanti Leonardo Pavoletti vanificato dall’ingenuità del difensore Armando Izzo che con la sua espulsione scatena la valanga biancorossa che si abbatte sul malcapitato Eugenio Lamanna, sostituto di Mattia Perin fra i pali del “Grifone”, con due reti di pregevole fattura dei biancorossi Antonio Di Gaudio e Lorenzo Lollo che ribaltano il risultato prima del duplice fischio che manda le contendenti negli spogliatoi. Ferocia sopita dal vantaggio? Ma nemmeno per scherzo. La ripresa ricomincia con lo CALCIO stesso canovaccio delle ultime battute della prima frazione di gioco e sul malcapitato Genoa si accaniscono anche Lorenzo Pasciuti e Stefano Sabelli, al primo gol in Serie A, che arrotondano il punteggio e preparano la festa del 90° macchiata solamente dalla rete del giorno seguente del Frosinone a tempo scaduto a Verona che lascia un solo punto fra il Carpi e la zona retrocessione. Giovedì sera, con già in tasca i risultati del Palermo in casa contro l’Atalanta e del Frosinone nella sua seconda apparizione consecutiva al “Bentegodi” in appena quat- tro giorni, la piccola armata di Fabrizio Castori dovrà tentare l’impresa di strappare qualche punto al decaduto Milan ereditato da mister Cristian Brocchi dopo l’allontanamento di Sinisa Mihajlovic da parte del Patron rossonero Silvio Berlusconi. Contro i “diavoli” rossoneri mancherà il difensore Riccardo Gagliolo ammonito da diffidato nella goleada al Genoa, facendo attenzione a non perdere troppi pezzi in vista della sfida casalinga di lunedì prossimo contro l’Empoli, visto che la lista dei diffidati ora comprende ben sei titolari tra cui: Raffaele Bianco, Cristian Zaccardo, Gaetano Letizia, Simone Romagnoli, Lorenzo Lollo e Fabrizio Poli. Nel Milan squadra al completo con la sola assenza dello squalificato Kucka con mister Brocchi che dovrebbe optare per un 4-3-1-2 con l’estroso Giacomo Bonaventura alle spalle di Carlos Bacca e Mario Balotelli, parso completamente revitalizzato dal cambio al timone della nave rossonera. Altra missione complessa per un Carpi che in questa stagione ha sempre rappresentato una fastidiosa spina nel fianco per il Milan bloccato al “Braglia” sullo 0-0 e messo in grave difficoltà a “San Siro” in Coppa Italia con i meneghini capaci di avere la meglio solamente per 2-1 staccando il pass per le semifinali poi vinte a scapito dell’Alessandria. Milan e poi Empoli in un percorso ad ostacoli che alza di settimana in settimana la propria asticella di difficoltà. Due partite da non sbagliare per sminuire e schiacciare le speranze di rincorsa di Frosinone e Palermo. Enrico Bonzanini Stefano Vecchi: dall’esonero al Carpi alle vittorie con l’Inter Una Primavera di risultati positivi L’apice della carriera di Stefano Vecchi pareva esser stato proprio la panchina del Carpi ed invece eccolo sollevare con grande merito la Coppa Italia con i suoi ragazzi della Primavera dell’Inter, ambito ora da compagini non solo di Serie B. Un esonero amaro per il quarantacinquenne bergamasco cacciato nonostante avesse condotto il Carpi, al suo primo anno di cadetteria, nella parte tranquilla della classifica dandogli un gioco e testando prima di chiunque altro la compatibilità di tanti ragazzi che avevano fatto la trafila a Carpi sin dalla Serie D. Rimboccatosi le maniche e trovando il coraggio di rifiutare qualche prestigiosa panchi- CARPI FC Stefano Vecchi na in Lega Pro, Vecchi decide di accettare la proposta dell’Inter che gli affida il compito di far ritornate ad antichi fasti la propria Primavera a secco da troppi anni da vittorie importanti. Propositi rispettati con lode e al primo anno al timone dei giovani nerazzurri arriva immediatamente la vittoria nel prestigioso “torneo di Viareggio”, che mancava all’Inter dal 2008, una finale scudetto svanita solo ai supplementari e una valorizzazione totale di una rosa che catapulta tre elementi in prima squadra in pianta stabile condendo il tutto con una corposa plusvalenza che la società meneghina ottiene cedendo il “baby gioiello” Bonazzoli alla Sampdoria per 4 milioni di euro. Fine della storia? Nemmeno per sogno, Stefano Vecchi non lascia le cose a metà ed allora eccolo di nuovo alla guida della Primavera nerazzurra e, nonostante una rosa fortemente ringiovanita con più muscoli ma con meno tecnica, con risultati immutati che portano alla vittoria nella finalissima di Coppa Italia in un epico ed arroventato doppio confronto con la rivale di sempre: la Juventus. Pragmatico e sempre sul pezzo l’ex allenatore del Carpi ora vuole il “double” e nel mirino c’è uno scudetto di categoria che all’Inter manca in bacheca dal 2012. Tanti successi e un aziendalismo innato che non sono passati inosservati ai radar dell’Atalanta che, conclusa l’era Edy Reja e conscia della difficoltà ad arrivare a Cesare Prandelli, potrebbe puntare sull’indigeno Vecchi sul quale avrebbero già chiesto informazioni anche il Brescia e la Pro Vercelli. E.B. Poker biancorosso, ma non segnano gli attaccanti Il calcio “operaio” di Castori Segnano tutti, ma proprio tutti. Nel Carpi formato Serie A, non importa chi trova la via del goal, l’importante è mettere la palla in rete ed aiutare la squadra a vincere. La filosofia del mister Fabrizio Castori prevede un calcio operaio, senza individualità. Curioso però che a segnare nella gara contro il Genoa, siano stati tutti tranne gli attaccanti. E di goal ne abbiamo visti a volontà, ben 4. Eppure Jerry Mbakogu si è “limitato” a fornire l’assit per la sforbiciata vincente di Di Gaudio oltre a giocare una partita molto fisica, dove la sua stazza Stefano Sabelli, difensore del Carpi, esulta dopo il goal segnato in Carpi-Genoa 4-1 l’ha fatta da padrone. I numeri del match passato ci consentono di applaudire il secondo goal in Serie A per Lorenzo Pasciuti (di cui contiamo anche l’assist a Lorenzo Lollo in occasione del primo vantag- gio) ed il primissimo score per Stefano Sabelli, difensore di provenienza Bari ma di scuola Roma. Neanche il subentrato Kevin Lasagna riesce a mettere la firma dell’attacco sul tabellino finale (sfiorando la rete un paio di volte). Proprio Kevin potrebbe vedersi soffiare il titolo di capocannoniere del Carpi dai compagni Lollo e Di Gaudio, ora fermi a quota 3 reti in campionato. La filosofia operaia di Castori, l’attacco non segna, ma non ce n’è bisogno: “Il nostro attaccante viene sempre accompagnato da tutta la squadra - diceva il mister al termine della gara - ed infatti siamo andati in goal con molti giocatori”. Dopo un 4-1 non ci si può lamentare. Segnano i centrocampisti? Va bene così. Simone Giovanelli Missione compiuta! La Gsm Città di Carpi dopo due anni nell’inferno della Serie C femminile torna nelle categorie nazionali vincendo, con tre giornate d’anticipo, il girone emiliano romagnolo della Serie C. Ad inchinarsi, non senza una battaglia allo strenuo delle forze, è questa volte il Villa D’Oro, seconda forza della classe, che cede solamente al tie break (28-26; 22-25; 25-17; 2325; 15-13) dopo oltre due ore di pura schermaglia pallavolistica. Una gara fiera rappresentazione di una Serie C particolarmente interessante stravinta grazie ad un lavoro iniziato due anni orsono e migliorato di anno in anno con inserimenti mirati dal mercato. Per quanto concerne il match la gara inizia senza fase di studio con la Gsm che ha voglia di chiudere la pratica ma trova sulla propria strada un Villa D’Oro volenteroso di strozzare la festa annunciata delle carpigiane. Un set combattuto e spettacolare finisce 28-26 per le padrone di casa ma la sensazione è che le ospiti abbiano qualcosa in più. Detto fatto, e nel secondo set le modenesi scappano via sin dai primi scambi vincendo poi per 22-25. Alla palestra “Gallesi” scende il gelo ma a rinfiammarla ci pensano Bugarelli e compagne con un ruggito forte e netto che conduce la capolista sul 2-1 vincendo il terzo set con un perentorio 25-17. Le porte della festa paiono aprirsi ma a strozzare ancora una volta l’urlo in gola alla capitana Pini e alle compagne è una Villa D’Oro mai doma, capace di strappare il quarto set sul 23-25. Come ogni epica impresa la via non può che essere quella più lunga e tortuosa. Il tie break è una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi che Carpi riesce a far suo solamente all’ultimo scambio scatenando un boato inaudito che diventa assordante colonna sonora della festa delle ragazze in bianco-blù. La Gsm Città di Carpi è promossa in Serie B e le ultime tre giornate di campionato saranno nulla più che una prolungata marcia trionfale in cui far crescere il minutaggio delle tante promesse non solo presenti in panchina ma anche nel settore giovanile. E. B. VOLLEY Successi per l’Universal Carpi Doppia gioia nel weekend Un weekend da incorniciare per l’Universal Volley Carpi che si gode i suoi ragazzi dell’Under 15 e trova un’importante vittoria per 0-3 in quel di Roma. Una vittoria senza appello quella dei ragazzi di coach Luciano Molinari che in tre set (21-25; 18-25; 12-25) si sbarazzano della Polisportiva Roma 7 trascinata da un grande Oreste Luppi che mette a referto la bellezza di 18 punti. Universal che con questa vittoria sale all’ottavo posto a quota 33 punti superando anche Reggio Emilia, prossimo avversario a Cibeno sabato prossimo nella terz’ultima giornata di regular season. Nel resto del girone B di serie B1 maschile sconfitta pesante per la Fanton Modena Est che cede per 1-3 alla ca- polista Spoleto allontanandosi definitivamente dal secondo posto in virtù della concomitante vittoria da tre punti di Grottazzolina. I geminiani ora dovranno trovare almeno cinque punti nelle prossime tre partite per difendere un terzo posto che vale i play off dall’assalto di Grosseto e Ferrara. In coda vittorie da tre punti delle due compagini sarde che continuano a sfidarsi per evitare l’ultimo posto. Incanta l’Under 15 di coach Giuliano Marasca che grazie al 3-0 sull’ostica 4 Torri Ferrara, nella penultima gara del girone B regionale, approda alle final four con il chiaro obbiettivo di arricchire ulteriormente una stagione vincente del settore giovanile carpigiano. E. B. 22 Cultura e Società DIO TU E LE ROSE di Brunetto Salvarani Il ritorno di Giuseppe MEMORIA nio (Mt 4, 1-11; Mc 1, 12-23; Lc 4, 1-13). Il vecchio porta con sé un dono per la giovanissima sposa, “una bambola magra/ intagliata nel legno”, perché possa dedicare un po’ di tempo al gioco e al divertimento, come sarebbe logico per una ragazzina di quell’età: quando, all’improvviso, fa una scoperta decisamente inattesa. Nell’abbracciarla delicatamente, infatti, egli scopre con grande stupore che Maria è incinta (e qui il tono del brano assume una delicatezza lirica forse mai più così alta in De André). Giuseppe cerca in lei, senza riuscire a trovarlo, un indizio di colpevolezza: non ha nulla di cui scusarsi, quella moglie bambina, ma piuttosto una storia da raccontare. Rispetto al Protovangelo di Giacomo, una delle fonti principali del cantautore genovese, ne Il ritorno di Giuseppe sono assenti una serie di elementi non secondari: dal trasparente sconcerto dell’uomo alla consapevolezza amara di essere stato ingannato dalla ragazza, fino al logico rammarico di non essersi dimostrato capace di custodire la prediletta di Dio; mentre è a lui, e non a lei, che appare in sogno un angelo, per cercare di tranquillizzarlo mentre sta maturando l’ipotesi di licenziarla (Prot Gc 14, 2; cfr. Mt 1, 18-25). Ancora, alla soluzione del dilemma di Giuseppe sul che fare, De André sceglie di anteporre la narrazione di Maria. Stelle, già dal tramonto, si contendono il cielo a frotte, luci meticolose nell’insegnarti la notte. Un asino dai passi uguali, compagno del tuo ritorno, scandisce la distanza lungo il morire del giorno. Ai tuoi occhi, il deserto, una distesa di segatura, minuscoli frammenti della fatica della natura. Gli uomini della sabbia hanno profili da assassini, rinchiusi nei silenzi d’una prigione senza confini. Odore di Gerusalemme, la tua mano accarezza il disegno d’una bambola magra, intagliata del legno. “La vestirai, Maria, ritornerai a quei giochi lasciati quando i tuoi anni erano così pochi”. Il 22 aprile 1945 a Carpi e in Diocesi nelle cronache del tempo I giorni della liberazione P La terza traccia del disco che stiamo presentando (La buona novella di Fabrizio De André), Il ritorno di Giuseppe, di cui sotto riportiamo le prime strofe, è una composizione particolarmente ispirata, lenta quanto delicata, in cui l’autore arricchisce, con una serie d’immagini poetiche che si stagliano nell’ascoltatore, la scarna essenzialità dei vangeli apocrifi. Il clima è volutamente orientale, anche grazie al suono del sitar che inaugura il brano; nella prima strofa Roberto Vecchioni vede, con buone ragioni, un’apertura leopardiana e biblica. Vi si riportano le sensazioni di Giuseppe, uomo dalla fervente sensibilità e altamente compassionevole, nel suo ritorno a Gerusalemme dopo quattro anni di assenza per lavoro, e l’incontro con Maria (si noti l’incongruenza geografica rispetto alle narrazioni canoniche dei vangeli, che scelgono come location della cosiddetta sacra famiglia Nazaret, in Galilea). Assai significativo, per più di un motivo, il riferimento al deserto, metaforicamente descritto come “una distesa di segatura”, con evidente allusione al mestiere di Giuseppe, che peraltro rimanda a un luogo fortemente simbolico dell’identità del popolo ebraico: basti pensare al cammino fatto dopo l’esodo dalla schiavitù egiziana, ma anche all’esperienza di Gesù che trascorre in ritiro quaranta giorni appunto nel deserto, dove sarà tentato dal demo- NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016 er Carpi e il suo territorio la data del 22 aprile è significativa. In quel giorno, infatti, avviene la “liberazione” tra l’esultanza del popolo e la gioia per la fine di un’epoca che si lasciava alle spalle dolore e sofferenza. Le campane suonano a festa ed in cattedrale si canta il Te Deum di ringraziamento. Molte sono le figure che si sono contraddistinte per coraggio e testimonianza. In questo breve articolo si desidera ripercorrere quella giornata significativa attraverso gli scritti e le cronache che ci sono giunti, lasciando direttamente la parola ai personaggi che hanno vissuto il momento. Particolare attenzione merita colui che all’epoca guidava nel governo episcopale la diocesi, monsignor Vigilio Federico dalla Zuanna, che in prima persona si è adoperato per evitare situazioni dolorose ed è intervenuto in più frangenti salvando molte vite. Tra i primi ad arrivare in vescovado quel giorno c’è proprio don Ivo Silingardi, liberato dal carcere e scampato alla fucilazione. Il vescovo, incredulo ma felice per l’evento, lo trattiene in vescovado e lo invita a rimanere per la notte; i sacer- ANNIVERSARI monsignor Vigilio Federico dalla Zuanna don Ettore Tirelli doti diocesani impegnati nella “resistenza disarmata” (usando una felice espressione di Remo Rinaldi), sono tutti ritornati in diocesi ed il vescovo ha avuto la grande gioia di non vederne alcuno deportato. Lui stesso scrive: “sebbene molti miei sacerdoti siano stati catturati, imprigionati, minacciati, nessuno è stato ucciso né dai tedeschi né dai repubblicani né dai partigiani. Appena conoscevo che un sacerdote era imprigionato, mi recavo al comando relativo ed ho sempre ottenuto la libertà, eccetto per uno che rimase in prigione fino al giorno della liberazione”. Interessante anche il racconto contenuto nella Cronaca redatta da don Ettore Tirelli, appassionato storico e puntuale cronista degli eventi diocesani, che, già dal 18 aprile, registra “allarmi senza preavviso” e “mitragliamenti e spezionamenti” ad opera di aerei nemici. Il 22 aprile “III domenica di Pasqua. La sirena ora suona pericolo, ora cessato allarme, non si conosce l’entità del momento: si vive in costernazione… intanto si sentono voci che gli Americani hanno raggiunto Campogalliano, altre voci ci dicono che gli Inglesi sono a Limidi, ma al momento non si possono epurare… Ma quando, sono le 17 ½ , le campane suonano a distesa e la sirena si prolunga per oltre cinque minuti il segnale di ces- sato allarme, si grida allora da tutti: è venuta la pace!”. Nelle parole del sacerdote si avvertono i sentimenti di tensione e di angoscia che hanno preceduto i giorni della liberazione e, altresì, è confortante l’espressione unanime che saluta il tempo di pace. Il giorno dopo dal balcone del Palazzo Comunale scendeva il Tricolore senza lo stemma di casa Savoia, tra un via vai di biciclette, automobili (poche) e altri mezzi, nonché il passeggiare “tranquillo” di ragazzi e ragazze nella grande piazza che si confonde con il resto della gente che si incontra per commentare gli eventi e, ancora incredula, festeggiare la pace. Andrea Beltrami Nel 150° della nascita di Alfonso Bussetti, il tenore di Santa Croce Sulle note del Trovatore T ra i personaggi che hanno dato lustro al nostro territorio vi è anche Alfonso Bussetti, tenore apprezzato e dotato di grande potenza vocale del quale, in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita, piace tracciare un breve profilo biografico. Nato a Santa Croce di Carpi il 10 febbraio 1866 da Torrismondo, detto Galasèin, e da Emilia Lugli, detta Bghìna, Alfonso, inserito in una tipica famiglia patriarcale, vive l’infanzia e la giovinezza aiutando il padre ed il nonno Valentino nella professione di maniscalco. Ha una passione che coltiva fin dalla giovane età: quella del canto, praticata soprattutto la domenica nella chiesa parrocchiale della frazione carpigiana dove accompagna le celebrazioni mattutine ed i vespri pomeridiani. Per sua fortuna viene notato ed apprezzato da intenditori facoltosi che, impressionati dalla robustezza della voce e dal naturale talento, lo “adottano” proponendogli lo studio della musica e della tecnica vocale. Si forma un comitato pro Bussetti con la finalità di sostenere economicamente il giovane. Forte degli aiuti ed incen- tivato dal sostegno della gente Alfonso colma in breve tempo l’analfabetismo e, sotto la guida del maestro Giuseppe Trebbi, viene avviato al canto; Aida, Ernani, Trovatore, Gioconda, sono alcune delle opere liriche nel repertorio di Bussetti che, nonostante gli impegni musicali ed una carriera in ascesa, continua nel lavoro di maniscalco per mantenere la moglie, Beatrice Sorzia e i numerosi figli (la coppia ne avrà ben dodici). Il debutto avviene nel 1902 al teatro di Correggio nel Trovatore di Giuseppe Verdi con pieno successo e ovazione del pubblico, nonché il plauso della stampa locale entusiasta per la potenza e l’eccezionale estensione vocale. Due anni dopo il nostro è al teatro di Carpi, il 3 aprile 1904 dove regala, assieme ad Emilia Corsi, un indimenticabile concerto lirico bissando il suo cavallo di battaglia “di quella pira” dal Trovatore di Verdi sotto la direzione di Aniceto Govi ed accompagnato al pianoforte dal suo insegnante, Trebbi. Significativa la recita sempre del Trovatore ad Imola l’anno successivo. Ci restituisce il clima del momento un articolo del Resto del Carlino Alfonso Bussetti del 21/22 agosto 1905: “Siamo all’ultima recita del Trovatore che ha raggiunto un sbalorditivo nel termometro locale. Basti dire che il Bordereau teatrale ha raggiunto una cifra, per la serata del tenore Alfonso Bussetti, non mai raggiunta. […] questo artista ha in verità furoreggiato, e s’egli riuscirà a vincere qualche incertezza e qualche impacciamento nell’azione scenica, potrà aspirare a calcare ben altri palcoscenici”. Nello stesso anno Bussetti è nel Nord America dove ottiene un grande consenso pubblico e della critica, tanto da essere chiamato “nuovo Caruso”; calca le scene dei più grandi teatri e ritorna in Italia l’anno successivo con un dichiarato successo ed un cospicuo guadagno, che gli permette di continuare nell’attività musicale e mantenere la numerosa famiglia. In lui rimane un’indole delicata e sensibile, unita ad un carattere semplice e ad un animo buono; molti sono infatti i concerti di beneficenza e le recite a favore di persone bisognose e di comunità disagiate, tenuti fino a tarda età nel pieno disinteresse per il denaro. Si spegne a Modena il 31 gennaio 1941, dopo una lunga malattia sopportata con dignità, confortato dalla famiglia e dagli amici più cari. Oltre al ricordo per le squisite doti vocali, Bussetti mantiene viva una aneddotica legata al suo particolare temperamento: pare che fosse solito concedere parecchi bis soprattutto nella romanza del Trovatore arrivando al numero di sette al comunale di Bologna. Sempre legata alla romanza verdiana… sembra che il direttore, per scherzo e durante una prova, si sia divertito ad alzarla di un tono; Bussetti non esitò ad emettere, senza difficoltà, un RE sopra il rigo. An.Be. CULTURA Maria Silvia Cabri È il “colore” che tutti gli altri comprende: è il bianco a cui è dedicata la mostra inaugurata il 15 aprile nelle sale dei Musei di Palazzo Pio. “WHITE. Il bianco nella moda-1960-2010: da Pierre Cardin a Prada”, visitabile fino al 12 giugno, si articola in trenta capi iconici di grandi stilisti italiani e internazionali – da Armani a Vivienne Westwood, passando per Pierre Cardin, Ferré, John Galliano, Prada, Versace – e che raccontano come i maggiori fashion designer del mondo abbiano affrontato la tinta simbolo di purezza per antonomasia. La mostra, a cura di Manuela Rossi, direttrice dei Musei, è ideata e prodotta dal Comune-Musei di Palazzo dei Pio in collaborazione con Carpi Fashion System e la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e si collega in modo diretto alla vocazione manifatturiera di una città capofila del distretto del tessile. Lungo le logge del Palazzo è riprodotta una passerella da “sfilata virtuale”, sulla quale passano in rassegna i modelli che sono stati concessi dagli Archivi di Ricerca Mazzini di Massalombarda. Il percorso, corredato di riviste d’epoca e strumenti multimediali degli archivi del Labirinto della Moda, si snoda dal 1960 fino al 2010, dal boom economico alle nuove sfide che il sistema moda e il distretto carpigiano si trovano a dover affrontare. “La mostra - spiega l’asses- TEATRO Trenta capi iconici dei maggiori stilisti raccontano l’evoluzione del bianco LIBRI Moda total white sore alla Cultura Simone Morelli - non parlando di una tendenza ma di una costante, il bianco, ribadisce l’eterno ritorno di dettagli e forme. È uno degli obiettivi che ha guidato negli anni la formazione del Labirinto della Moda che, con questa mostra, inizia a svelarsi oltre le sue funzioni storiche di archivio e ricerca”. La prima sezione è dedicata agli anni ’60 e ’70: i modelli no logo in uso nella Swinging London, i corsetti punk di Vivienne Westwood, le sperimentazioni della giapponese Rei Kawakubo di Comme des Garçons. Gli anni ’80 e ’90 hanno come protagonisti i maestri del made in Italy: Armani, Prada, Versace e Ferré. L’ultima sezione guarda al nuovo Millennio, alle evoluzioni dello stile e all’introduzione di materiali inediti – l’analisi dei tessuti, dai più immediati a quelli sperimentali, è uno tra i fili conduttori dell’intera mostra – passando dalle creazioni di John Galliano ai più recenti prodotti griffati Prada. Al Comunale di Carpi Eugenio Finardi ripercorre la sua carriera Quarant’anni di musica ribelle Ancora musica a teatro sabato sera 16 aprile con Eugenio Finardi. Confesso che ero quasi emozionata, perché questo cantante mi riporta molto indietro nel tempo, infatti si esibiva spesso nelle discoteche che frequentavo, il Picchio Verde di Carpi, il Due Stelle di Reggiolo, quando si ballava con la musica dal vivo, e lo stesso Finardi, quando entra in scena e saluta, ricorda quegli anni e il calore che ha sempre ricevuto dalla città di Carpi e paesi limitrofi. Il cantautore, accompagnato dalla sua band, inizia a cantare ripercorrendo i brani più belli della sua carriera e in particolare questo spettacolo nasce per celebrare i 40 anni esatti dall’uscita del disco “Sugo”, Lp del 1976 che lo ha portato al successo e in cui sono contenuti i brani più rappresentativi della sua carriera, come “Musica Ribelle”, “Radio”, “Oggi ho imparato a volare”. Tra una canzone e l’altra Finardi si racconta, si fa conoscere un po’ di più, ci Direttore: Ermanno Caccia Direttore Responsabile: Bruno Fasani Editore: Arbor Carpensis srl “società a socio unico”, via don E. Loschi 8, Carpi (MO) Proprietario testata: Diocesi di Carpi Coordinamento di redazione: Maria Silvia Cabri Segreteria di redazione: Virginia Panzani A questo numero hanno collaborato: Monia Borghi, don Carlo Bellini, Enrico Bonzanini, Simone Giovanelli, Andrea Beltrami. Grafica e impaginazione: Compuservice sas - 059/684472 Stampa: Sel srl - Cremona 23 Cultura e Società Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15 dice, per esempio, che ha il doppio passaporto, perché sua mamma era una cantante lirica americana che era venuta a perfezionarsi in Italia e come sia stato influenzato sempre da queste diverse culture; che ha tre figli, che ha iniziato la sua carriera negli anni settanta in una Milano in fermento dalle vicende politiche di allora. Insomma vuole entrare in confidenza con il suo pubblico e ci riesce perché gli spettatori si appassionano e gli applausi diventano sempre più intensi. Non è assolutamente uno spettacolo nostalgico, anzi le problematiche mosse dalle canzoni di Finardi diventano terribilmente attuali e i musicisti spesso si concedono una certa libertà creativa che rende il pezzo unico anche se datato. Bravo Finardi. Non ho ballato come quando venivo a vederti in discoteca, ma mi sono divertita e ho trascorso due ore di musica rock piacevolissima. Valeria Predieri Stefano Guarinelli, La gente mormora. Psicologia del pettegolezzo”, Edizoni Paoline, Miano, 2015, pp. 232, euro 14,00 Si potrebbe dire che il pettegolezzo sia una forma corrotta della buona predisposizione ad ascoltare agli altri per poter poi “bene-dire”. Il fatto che non si riesca a fare a meno di “parlottare” di tutto e di tutti, indica che la “chiacchiera” svolge una funzione all’interno del singolo o del gruppo. La riflessione dell’Autore si snoda, in prospettiva psicologico-sociale e psicologico-individuale, su alcune importanti questioni: quali potrebbero essere le funzioni svolte dal pettegolezzo? A cosa serve? Che cosa ne ricavano i “chiacchieroni”? Esiste la possibilità che anche chi è oggetto del pettegolezzo ne tragga qualche beneficio? Una volta individuata la possibile funzione del “pettegolezzo”, l’Autore tenta di indicare qualche strategia per affrontare questo dilagante, e spesso fastidioso, fenomeno. EC MEMORIA La Fondazione Fossoli presenta una mostra e una banca dati per i 7000 deportati del Campo Dare volto alla storia Pierluigi Castagnetti e Marzia Luppi Vari gli appuntamenti organizzati dalla Fondazione Fossoli in occasione della celebrazione del 25 aprile. In particolare quest’anno spiccano due manifestazioni: la prima è la mostra dedicata ad Alberto Longoni al Museo al Deportato, uno degli artisti coinvolti nella realizzazione del Monumento e con un particolare legame con la città. “Il mondo di Longoni. Selected Works 1949 – 1989” inaugurerà domenica 24 alle 17, alla presenza della figlia e della nipote dell’artista milanese, che hanno donato 11 opere alla Fondazione. Il secondo appuntamento, il domenica 25 alle 16 presso l’ex campo di Fossoli, è il frutto di un lavoro di ricerca iniziato nel 2010. Sarà infatti inaugurato “I nomi di Fossoli 1942194”’, un database localizzato all’interno della baracca recuperata, in cui sarà possibile effettuare una ricerca nominale degli Internati al Campo nel periodo bellico. “La banca dati - commentano la direttrice Marzia Luppi e il presidente Pierluigi Castagnetti -, sempre aperta alle nuove ricerche, ci restituisce finalmente i nomi di quanti (circa 7000 persone) sono passati tra il 1942 e il 1944 dal campo vecchio e dal campo nuovo”. Sempre il 25 aprile, ma al mattino, dopo la celebrazione istituzionale, alle 11.30 al Museo del Deportato si svolgerà “Arte per resistere”: visita guidata accompagnata da letture itineranti tratte dagli scritti di artisti internati o resistenti. Alle 14.30 prenderà il via da Piazza Martiri la biciclettata organizzata dall’Anpi e che si concluderà al Campo di Fossoli, dove, dopo le animazioni per i bambini a cura degli scout di Rolo, concluderà la giornata alle 17.30 lo spettacolo “History Telling: dalla notte all’alba della Democrazia” di Giovanni Taurasi. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà all’Auditorium della Biblioteca multimediale Loria. Durante tutta la giornata del 25 il Museo Monumento al Deportato e il Campo di Fossoli saranno aperti al pubblico e visitabili gratuitamente fino alle ore 19. M.S.C. Una copia € 2,00(i.i) - Copie arretrate € 3,00 (i.i) SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI CARPI Via don E. Loschi, 8 - 41012 Carpi (Mo) | Tel. 059/687068 - Fax 059/630238 Redazione: [email protected] Amministrazione: [email protected] Pubblicità: [email protected] | Grafica: [email protected] CHIUSO IN REDAZIONE E IN TIPOGRAFIA IL MARTEDÌ ABBONAMENTO ORDINARIO ANNUALE € 48,00 (i.i) Da versare sul Conto Corrente Iban IT43 G05387 23300 000002334712 intestato a: Arbor Carpensis srl a s.u. SERVIZIO LETTORI PER ABBONAMENTI: TEL. 059-687068 Autorizzazione Prot. DCSP/1/1/5681/102/88/BU del 13.2.90 Registrazione del Tribunale di Modena n. 841 del 22.11.86 ASSOCIATO ALL’USPI - UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA E ALLA FISC - FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI www.apvd.it LE LUNE 2016 IMBOTTIGLIAMENTO VINI FRIZZANTI Dal Dal Dal Dal 16/02/2016 16/03/2016 15/04/2016 14/05/2016 al al al al 09/03/2016 07/04/2016 06/05/2016 05/06/2016 CANTINA DI S. CROCE SOC. AGR. COOP. ( A SOLI 300 MT. DAL CASELLO AUTOSTRADALE DI CARPI ) TEL. 059.664.007 - WWW.CANTINASANTACROCE.IT