Ecclesia - Diocesi di Carpi

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Ecclesia - Diocesi di Carpi
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI CARPI
Numero 15 - Anno 31
Domenica 24 aprile 2016
Una copia
2,00
Direttore responsabile Bruno Fasani
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nr. 46) art. 1, comma 1 - CN/MO
Editoriale
Giustizia e misericordia
Sempre più prende piede
un criterio soggettivo nella
definizione del vero e del buono: ognuno ritiene che il proprio percepito è parametro
adeguato per operare scelte
legittime e conformi al bene.
E’ difficilissimo sostenere che
c’è una natura definita, con
regole e meccanismi precisi. Ciò che un tempo veniva
riconosciuto contro natura
oggi è pacificamente accettato. Figuriamoci nell’ambito
della fede… Il volto di Dio e
i suoi comandamenti hanno
le più svariate e fantasiose
varianti: guai a stabilirne dei
contorni precisi! Un intervento del genere verrebbe
tacciato di fondamentalismo
e di oscurantismo…
Notavo, con che facilità, e con quale leggerezza si
amministra il battesimo cristiano. Nonostante quanto
affermato poc’anzi rispetto ai
criteri soggettivi, la richiesta
del battesimo e, quindi, l’inserimento dentro una comunità
con regole e norme ben precise, è ancora percentualmente
elevata. Il fatto è che, seppure
la Chiesa richieda determinate condizioni, ognuno ritiene
scontato che il proprio pensiero, anche se discordante,
debba essere considerato
degno e da rispettare a prescindere… così accade che
battezzati o non battezzati, la
differenza non si nota affatto!
Il battesimo, che è la morte dell’uomo vecchio a favore
dell’uomo nuovo, non è altro
che un semplice evento folkloristico che non segnala alcun tipo di conversione.
Siamo nell’anno in cui
Papa Francesco ha chiesto di
celebrare il giubileo della misericordia: il messaggio che
forse passa è che, comunque
vada, va bene… Non è così!
Comunque vada Dio ci ama
ed è disposto a morire per la
nostra salvezza, ma non va
bene così! Anche un papà e
una mamma, qualsiasi scelta
faccia il figlio, non smettono
di amarlo, ma se la scelta porta alla morte non va bene! Il
peccato va ancora denunciato,
richiamato, condannato! La
misericordia è un richiamo
alla conversione, al cambio di
mentalità… non è un appiattimento sullo status quo…
Gesù nella sua misericordia
ha buttato all’aria i cambiavalute al tempio, ha invitato
l’adultera a non peccare più,
ha rimproverato i farisei per
una fede troppo formale, ha
richiamato all’indissolubilità
del matrimonio, ha disapprovato l’ingratitudine dei lebbrosi guariti, ha ammonito severamente i ricchi… Quando si
fa passare la misericordia di
Gesù come un buonismo non
si dà il giusto valore al grado
del suo amore per gli uomini!
La verità è che spesso, anche nelle nostre sagrestie, noi
vorremmo trovare nel Vangelo un ricettario pronto all’uso
per valutare e orientare le nostre azioni. Non è così. Mai.
Il Vangelo ti dà solo i criteri di fondo, ma poi il peso
della decisione, nella situazione concreta, è tuo, e solo tuo.
Il Vangelo ti dice solo che la
misericordia senza giustizia è
paura. Sembra bontà e invece
è complicità con il malvagio.
Un buonismo perdonista non
tutela il più debole, e prepara
la prossima vittima, magari
la vecchietta o il pensionato
solo. La misericordia si oppone alla vendetta, alla distruzione dell’altro e all’interruzione violenta della relazione
con lui, ma non alla giustizia.
Il Vangelo ti dice però anche che la giustizia senza misericordia è dura, spietata: medica lo strappo ma non ricuce
la ferita, e così prepara per domani nuove rivalse, nuove
rivincite, altri disordini. Un
sentimento giustizialista dimentica che dietro il reato c’è
sempre una persona, e dietro
una persona una storia, spesso
sgangherata e costellata di sbagli, ma della quale il reo forse
neanche porta integralmente
la responsabilità. Dimentica
pure che anche per lui ci può
e ci deve essere un futuro possibile di redenzione, e forse da
qualche parte c’è una mamma
che aspetta un ritorno. Una
società veramente civile - a
maggior ragione la comunità
cristiana - non ripaga il torto
subìto con la stessa moneta, se
no riafferma quella malvagità
che vorrebbe estirpare. Vedo
troppi buonisti e troppi forcaioli in circolazione. Per favore,
ripuliamo un po’ l’aria…
Ermanno Caccia
Dono
per la Chiesa
pagina 13
I seminaristi Mauro, Emiddio, Enrico
VOLONTARIATO
SANITÀ
ROVERETO
TESTIMONIANZE
Nonni in servizio
Vaccini salva vita
Lezione con la Croce Rossa
Da Aleppo a Carpi
pagina 5
pagina 7
pagina 9
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Aperto da martedì a domenica, chiuso il lunedì. Orari: 10:00-13:00 / 15:00-19:30
pagina 17
2
Primo Piano
MEDIORIENTE
IN PUNTA DI SPILLO di Bruno Fasani
Malattie più gravi
di quelle fisiche
verbo è quello più adeguato, ci
sono solo gli adulti, quelli che
dovrebbero fare gli educatori
delle nuove generazioni, e che
stanno invece dimostrando
di avere cartucce dalle polveri
bagnate. Che senso ha portare i ragazzi a Mauthausen per
toccare con mano l’inciviltà e
l’intolleranza umana, se non
si è riusciti a spiegare loro che
l’inciviltà e l’intolleranza vivono nei comportamenti da piccoli bulli maleducati praticati
al loro interno?
E che educazione sarà mai
quella di genitori che dovrebbero educare al senso civile,
alla tolleranza e al senso di alterità, se poi non sono in grado
di convincere i propri figli che
una compagna autistica non è
né uno sgorbio di natura, né
una pericolosa infettatrice?
Genitori dalla vista corta, quella che impedisce di vedere che
la malattia dei loro figli, dalle
gambe sane e dal fisico perfetto, è, in realtà, più grave e deleteria di una patologia catalogata dalla scienza medica.
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“Abbiamo bisogno di una
nuova Costituzione che non
discrimini i non musulmani.
Abbiamo bisogno di libertà di
religione, di libertà di coscienza, di libertà di scelta. Soltanto
così i cristiani potranno rimanere in Iraq”. Sono parole
di monsignor Rabban al Qas,
arcivescovo caldeo di Ahmadiyya e Zakho, intervenuto nei
giorni scorsi a Roma, presso
l’Associazione Stampa estera,
nel corso di una conferenza organizzata da Aiuto alla
Chiesa che Soffre.
Papa Francesco si è recato
a Lesbo “per esprimere vicinanza e solidarietà” al popolo
greco e ai numerosi profughi
che sbarcano sulle coste di
questa isola. Ma se c’è una crisi
di migranti alle porte d’Europa, è perché il Medio Oriente
resta in preda a conflitti rovinosi.
Monsignor Rabban al
Qas ci dice che la sua diocesi
è quella in cui è avvenuto il
maggior afflusso di cristiani
in fuga dalla Piana di Ninive e
da Mosul occupate dai jihadisti dell’Isis. Racconta di avere
ancora impresse negli occhi le
immagini di queste persone
che hanno perso tutto, tranne
la fede in Cristo.
Il prossimo giugno saranno passati due anni dall’ingresso dei terroristi islamici in
MIGRANTI
L’arcivescovo al Qas racconta la situazione
dei cristiani iracheni fuggiti in Kurdistan
Appello alla comunità internazionale
con un nome fittizio, non ha
fatto però i conti con le compagne di classe, le quali, con
un tam tam, degno di una caccia all’untore portata avanti su
whatsapp, decidono che nessuna di loro accetterà di andare
in stanza con lei. Eppure Anna
non presenta alcun problema
particolare di socializzazione
e di autonomia. Frequenta anche gli scout. Con loro fa varie
escursioni, dormendo in tenda
con i propri compagni.
E allora perché tanto ostinato rifiuto?
Il Ministero della Pubblica
Istruzione, informato dei fatti,
ha sospeso la gita e ha inviato
degli ispettori. Qualche genitore ha minacciato di denunciare
la famiglia di Anna per aver
fatto saltare la visita culturale
a Mauthausen ed aver attirato
un cono di pubblicità sgradevole sulla scuola e sulle famiglie delle alunne. Ma si tratta
di un espediente vecchio come
il cucco, quello di fare la voce
grossa per intimorire la controparte, quando si ha torto
marcio. Il quale torto qualcuno
vorrebbe farlo ricadere sulle
ragazze della scuola, proponendo per loro severi provvedimenti disciplinari per il gesto
di bullismo.
Ma qui, da punire, se mai il
Legnano, provincia di Milano. Terre socialmente evolute
e mentalmente aperte. Almeno così si pensa. Al massimo
qualche rigurgito leghista,
christianly incorrect, ma solo
per denunciare l’invasione degli stranieri, quelli che rubano
il pane e le case agli italiani.
Peccato che il cristianamente
scorretto qualche volta si spinga anche tra le mura popolate
dai nostrani. L’ultimo episodio è accaduto in una classe
di terza media. La gita di fine
anno prevede che si arrivi fino
a Mauthausen, monumento
dell’intolleranza nazista. Là i
ragazzi potranno rendersi conto a quale punto di abiezione
porti il cuore umano quando
si cominciano a catalogare le
persone in caste di valore decrescente.
L’organizzazione è perfetta
e l’entusiasmo alle stelle, ma…
C’è un ma. Nella classe terza
media della scuola in questione è presente una ragazza autistica. Anche lei aspetta questo
momento. Anzi, come afferma
chi la conosce, proprio non sta
più nella pelle dalla voglia di
andare. Dicono gli esperti che
proprio chi è affetto da questa
patologia sente maggiormente
il bisogno di esplorare il mondo. Anna, la chiameremo così
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
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monsignor Rabban al Qas
quelle terre. “Abbiamo perso la
nostra storia, la nostra patria,
direi la nostra vita”, commenta amaro il vescovo riflettendo
sulla spoliazione dei cristiani
dall’Iraq, dove sono un quarto
in meno rispetto all’inizio della
guerra.
Il vescovo ritiene che alla
base di ogni contesa ci sia l’intolleranza insita in alcune frange dell’Islam. “Gruppi come
i Fratelli Musulmani, i wahabiti, i salafiti non accettano la
convivenza da pari con altre
comunità religiose”, spiega al
Qas. Il quale avverte anche noi
europei: “Non si respira tranquillità nemmeno qui da voi,
come dimostrano gli attentati
in Francia e in Belgio. Ho visto
blindati dell’esercito nei pressi
di San Pietro, perché l’obiettivo
di questi gruppi è di espandersi
e prevaricare ovunque”.
Non esita, l’arcivescovo
caldeo, a definire la sharia
“una malattia” per l’Iraq, per
il Medio Oriente e per tutto
il mondo. Crede pertanto che
non possa esserci pace in quelle terre fin quando non si creeranno le condizioni per separare la religione dallo Stato. E
per farlo, la soluzione proposta
da monsignor al Qas passa per
l’educazione dei giovani.
Di qui il suo appello alla
comunità internazionale e alla
Chiesa a “fare pressione al Governo iracheno, senza limitarsi
a una mera diplomazia basata
sul rispetto”. Tuttavia monsignor al Qas coltiva la speranza
di un futuro migliore nell’anelito di libertà del popolo curdo.
“Saremmo più tranquilli se avessimo uno Stato del
Kurdistan indipendente, ottenendolo non con la guerra
ma attraverso un referendum”,
ammette al Qas, sottolineando
che “le porte del cuore e delle case dei curdi sono aperte a
tutti i popoli”.
In ragione dell’influenza
geopolitica dei Paesi vicini,
appare però una chimera l’indipendenza del Kurdistan.
“Niente è difficile in questo
mondo”, risponde monsignor
al Qas. Che infine però precisa: “Dipende dagli interessi
degli americani e degli europei…”.
EC
Il Cardinale Montenegro di Caritas italiana
commenta il viaggio del Papa a Lesbo
Costruire ponti piuttosto che muri
“
Papa Francesco a Lesbo ha
imposto al mondo intero di
riflettere su una domanda: per i
migranti stiamo facendo la cosa
giusta? Stiamo rispondendo alle
loro necessità con giustizia e carità?”.
E’ in questo dilemma inquietante, che Giovanni Lepri,
responsabile delle operazioni
dell’Alto Commissariato per i
Rifugiati dell’Onu in Grecia,
vede la sintesi del viaggio del
Pontefice nell’isola ellenica,
dove ha incontrato il dolore e la
rassegnazione donando speranza e compassione.
Abbiamo interpellato il Cardinale Francesco Montenegro,
presidente di Caritas Italiana,
circa questo viaggio del Papa a
Lesbo.
Eminenza, da Lampedusa a Lesbo, due isole
simbolo dell’accoglienza
dei migranti nel mediterraneo. Qual è secondo
lei il significato di questo
viaggio di Papa Francesco?
Ritengo che più che parlare
di un secondo viaggio del Papa
in un’isola della speranza si possa parlare di un unico viaggio
congiunto da tutti gli appelli che
ha fatto a favore dei migranti. E’
un unico messaggio che parte
da Lampedusa e oggi fa tappa
a Lesbo, ma che senz’altro continuerà. La preoccupazione del
Papa è vedere come tanta povertà non venga considerata e come
purtroppo le morti continuano
anche davanti alle soluzioni che
le forze politiche stanno prendendo.
Il Papa, sul suo profilo
twitter ha scritto: “I profughi non sono numeri,
sono persone: sono volti,
nomi, storie, e come tali
vanno trattati”.
Non suonano nuove queste
parole, lo ha sempre detto nei
suoi interventi. Noi continuiamo a parlare dell’immigrazione
come di un fatto di cronaca, il
Papa ci invita a guardare al fenomeno come un fatto di storia
umana. I migranti sono uomini,
donne e bambini che bussano
alle nostre porte perché vogliono vivere e noi, come nella parabola del ricco epulone, permettiamo che stiano ai piedi delle
nostre tavole per accontentarsi
delle briciole che noi facciamo
cadere dal tavolo, ma questo
non è accoglienza né preparare
un futuro.
Il termine “Pontefice”
(Pontifex) fa riferimento
a chi costruisce ponti. Il
Papa più volte ha invitato
l’Europa a costruire ponti
e non muri e lui stesso si
sforza di aprire varchi.
Ogni ponte ha bisogno di
due pilastri, credo che il Papa
stia facendo questo servizio invitando tutti a costruire un ponte dove al pilastro della povertà
corrisponda il pilastro della solidarietà. Credo che le sue parole
e la sua azione stiano sortendo
un effetto positivo, sempre più
gente guarda da quel lato. Adesso, però, bisogna avere il coraggio delle scelte, il coraggio di
una politica che guarda lontano
e che costruisca ponti piuttosto
che muri e reticolati.
Eminenza, mi permetta,
anche tra cristiani... La
valenza di questo viaggio non è soltanto umanitaria, il viaggio a Lesbo
viene considerato, per la
compresenza
accanto
al Papa del Patriarca di
Costantinopoli, Bartolomeo I e del primate della
Chiesa ortodossa greca,
Hieronimus II, anche una
tappa nel cammino ecumenico delle Chiese…
Sì, anche tra chiese sorelle.
I poveri hanno la potenza di far
mettere insieme e di far dialogare anche chi ha difficoltà a
sedersi attorno ad un tavolo. Il
Signore i poveri ce li ha consegnati come testamento. L’Eucarestia per noi credenti è il segno
dell’unità, anche il povero deve
diventare sacramento dell’unità e della comunione.
EC
TESTIMONIANZA
Maria Silvia Cabri
Seconda “tappa” del viaggio ad Erbil
raccontato dalle pagine del diario del Vescovo
Incontri che cambiano le esistenze
P
rosegue la narrazione del
viaggio che monsignor Cavina ha effettuato, dal 1 al 4
aprile, ad Erbil, nel Kurdistan
iracheno. Ancora una volta
sono le parole stesse del Vescovo, da lui annotate su un taccuino, a raccontare in prima persona gli incontri e le emozioni
provate. Monsignor Francesco
ha vissuto l’esperienza del viaggio insieme a Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla
Chiesa che Soffre Italia, al Vescovo di Ventimiglia-San Remo,
monsignor Antonio Suetta, e ad
un rappresentante dell’Arcidiocesi di Bologna, don Massimo
Fabbri. Erbil è il luogo in cui ha
trovato alloggio una parte consistente dei 120mila cristiani
fuggiti da Mosul e dai villaggi
della Piana di Ninive nel 2014 a
causa dello Stato islamico.
Erbil, 1 aprile 2016
Incontro con il vescovo
di Erbil
“Incontriamo Monsignor
Bashar Matti Warda, Vescovo
caldeo di Erbil. Durante il colloquio il Vescovo ha ricordato
che i cristiani sono in gravi
difficoltà a causa della persecuzione, della crisi economica
e della povertà. Chi rimane è
chiamato a offrire una risposta
missionaria perché come ha ricordato il Santo Padre, ‘la missionarietà è la risposta ai mali
della società’. Ha precisato: ‘Io
credo che la risposta unica al
male sia quella di rimanere a
portare il Nome di Gesù’. Per
questo ha chiesto alla Cei di
aiutare la Diocesi a costruire
l’Università cattolica, che può
contribuire a dare respiro cattolico alla società, anche musulmana. ‘Io mi auguro - ha
aggiunto -, che con il tempo la
società possa maturare l’idea
che solo in Gesù sia possibile
trovare una risposta al caos
mondiale e questo renderà
giustizia alla nostra presenza’.
Ha ripreso: ‘L’unico bisogno
per la nostra società è Cristo!
Vivere in un mondo musulmano è difficile, ma anche in
questo contesto si realizza il
progetto di Dio. Dietro al male
è presente Dio e la Sua Provvidenza. Per noi si è manifestata
nel fatto che la persecuzione ci
ha fatto conoscere tanti amici
nel mondo, che prima non c’erano. Grazie per la presenza di
Al centro monsignor Bashar Matti Warda con monsignor Cavina
Monsignor Yohanna Petros Mouche secondo da sinistra
tanti fratelli attraverso i quali
Dio si manifesta. E’ vero, il numero dei cristiani diminuisce,
ma aumenta la consapevolezza di cui parlavo sopra, e cioè
della missionarietà. Perciò
grazie per la vostra preghiera
e solidarietà’”.
I doni
di Papa Francesco
“Ho parlato a monsignor
Bashar Matti Warda dei doni
che vengono dal Santo Padre:
abiti liturgici, una somma di
denaro e una lettera pontificia a me indirizzata. Di questa gli è stata consegnata una
traduzione in arabo fatta fare
da un esponente di Aiuto alla
Chiesa che Soffre. Come ha
precisato Monteduro, questi
soldi serviranno per finanziare progetti che dovranno essere sottoposti all’approvazione
dell’Associazione. Gli abbiamo poi consegnato un grande striscione di stoffa con il
nome dei 10.773 offerenti italiani che hanno versato il loro
contributo ad Acs”. Figurano
al primo posto il Papa, poi il
vescovo Francesco Cavina e
la Diocesi di Carpi, quindi
monsignor Antonio Suetta e
la Diocesi di San Remo-Ventimiglia. Le due Diocesi hanno
offerto quasi 50 mila euro.
Incontro con
il Vescovo di Mosul
“Molto toccante è stato anche l’incontro con il Vescovo
siro-cattolico di Mosul, presso la Chiesa Santa Maria della Pace. Monsignor Mouche
è fuggito con i suoi fedeli da
Mosul nell’agosto 2014; dopo
3
Primo Piano
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
Monsignor Louis Raphael Sako primo a destra
un periodo di provvisorietà ha costruito presso questa
chiesa la sua residenza. Monteduro lo ha presentato come
‘Il primo grande testimone
della persecuzione cristiana’ e
quindi, rivolgendosi a lui, ha
specificato che era ‘un dovere
venirla a trovare con due vescovi della Cei’. Il Vescovo ci
racconta che la Diocesi di Mosul non aveva cristiani poveri,
anzi aiutava altri fratelli in Iraq
e fuori. Oggi sono i suoi fedeli
a essere i più poveri del Paese.
Tutta la Diocesi, infatti, è profuga ad Erbil, privata di tutto.
Prima dell’arrivo dell’Isis non
c’era una presenza consistente
di siro-cattolici a Erbil, poche
famiglie. Oggi sono tanti e bisognosi di tutto perché ricoverati nei campi profughi. Il
Vescovo ringrazia per gli aiuti
arrivati da tante organizzazioni. Una necessità che sente con
particolare urgenza è il sostentamento del clero. Sono tanti i
sacerdoti che sono fuggiti con
i loro fedeli. Tutti i sacerdoti ad
Erbil sono raccolti in tre case.
I problemi aumentano, perché
gli aiuti sono diminuiti. Con
i sussidi sono state costruite
case, chiese, cliniche, scuole,
tutte strutture necessarie per la
vita pastorale. Ha ringraziato
la Diocesi caldea di Erbil perché ha messo a disposizione,
soprattutto nei primi tempi, le
sue chiese per la celebrazione
della Santa Messa per i fedeli
siro-cattolici”.
Emergenza lavoro…
“Tutte queste iniziative
sono finalizzate ad evitare la
dispersione dei fedeli. Ma ci
sono anche nuovi problemi
che stanno emergendo: molti
non hanno il denaro per seppellire i loro morti e quindi
la necessità di avere cimiteri
propri; il mantenimento dei
campi profughi; le spese per
il trasporto degli studenti dai
campi profughi alle scuole.
Tuttavia il vero problema è
come assicurare un futuro a
tutte le persone con un lavoro.
Per questo motivo sono stati
realizzati due panifici, e centri
per produrre l’olio di sesamo.
Se manca il lavoro, la gente abbandona il Paese. Sono giunti
a Erbil in 52 mila e oggi sono
rimasti in 30 mila. La presenza
dei fedeli è importante, perché
Mosul era la Diocesi più grande della Chiesa siro-cattolica
nel mondo: quando hanno
lasciato la città in essa erano
rimaste circa 200 persone a
causa di problemi di salute o
anziane. Sono poi riusciti a
farle giungere a Erbil pagando un riscatto, tuttavia di 40
persone non sanno più nulla.
‘Abbiamo bisogno di voi, qui e
oggi, ma anche domani quando torneremo a casa’”.
…e sanità
“Insieme al problema del
lavoro sussiste l’emergenza
medica. Negli ospedali governativi si parla curdo mentre i
profughi parlano arabo e i primi non favoriscono l’approccio. Rimane solo la possibilità
di rivolgersi a strutture private, ma sono costose. Sono state fatte collette tra i fedeli, ma
ormai il denaro raccolto sta
finendo. Il Vescovo ci ha raccontato di avere consegnato
una lettera al Santo Padre dove
spiega la situazione. Chiede un
aiuto per le famiglie alloggiate
a Ozal City a pagare l’affitto”.
Incontro con il Patriarca
di Babilonia dei Caldei
“Negli stessi giorni del nostro soggiorno era presente ad
Erbil il Patriarca di Babilonia
dei Caldei, monsignor Louis
Raphael I Sako. Il Patriarca,
residente a Bagdad, si trovava
qui perché era presente una
delegazione tedesca, guidata
dall’Arcivescovo di Bamberga.
Siamo stati tutti ospiti della
sua residenza locale. E’ stato
piacevolissimo l’incontro con
l’arcivescovo con il quale avevamo avuto scambi epistolari
in occasione della beatificazione a Carpi di Odoardo Focherini, morto in un campo di
concentramento presente nel
territorio della Sua Diocesi.
Il Patriarca a chiare parole
ha affermato che la vicinanza
spirituale e la comunione sono
molto più importanti dell’aiuto
economico. ‘Le visite per vedere e toccare con mano la situazione dei cristiani sono essenziali, perché i musulmani sono
molto sostenuti, noi al contrario ci sentiamo soli e dimenticati’. Questi gesti portano i
musulmani a riconoscere che
‘i cristiani non sono soli, sono
sostenuti dagli altri cristiani’.
Quindi, non è principalmente
importante l’aiuto economico,
ma l’appoggio umano e spirituale, ‘perché le persone si sentono incoraggiate’. Io ho raccontato del terremoto di Carpi
del 2012 e di come i miei fedeli, pur essendo privi di luogo di
culto e loro stessi bisognosi di
aiuto, si sono mostrati generosi nei confronti dei fratelli cristiani perseguitati. Il Patriarca
è rimasto commosso del gesto
e ha quasi gridato: ‘Lo dirò alla
mia gente! La mia gente deve
saperlo!’.
Infine, il Patriarca ha evidenziato come spesso si sottolinei solo il negativo, tacendo il
positivo. Ha fatto un paragone
tra il giovane ricco e i profughi. Quello non ha lasciato
nulla; questi hanno abbandonato tutto per amore di Cristo.
Hanno camminato per ore. La
loro scelta è motivo di edificazione per noi. Anche due
sorelle del patriarca hanno lasciato Mosul; economicamente stavano molto bene, eppure
non hanno esitato a lasciare
tutto. L’esempio di questi cristiani deve fare riflettere l’Occidente”.
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Attualità
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
Un convegno sulla situazione occupazionale femminile
del distretto di Carpi
ECONOMIA
Una presenza da valorizzare
Maria Silvia Cabri
Si è parlato di “Donne nel
mondo del Lavoro. Cosa cambia e cosa rimane” il 15 aprile
all’Auditorium Loria. In particolare Giulia Moretti, coordinatrice Cgil Carpi, in rappresentanza di Cgil e Cisl, ha
analizzato il tema dell’occupazione femminile nel distretto
di Carpi.
Emergenza
disoccupazione
Dal 2007 ad oggi sono venuti meno 10.380 posti di lavoro in provincia di Modena
per effetto della distruzione
di oltre 20 mila posti nei settori industriali e la nascita di
circa 10 mila posti nel settore
terziario in particolare servizi alla persona e commercio.
“E’ evidente - ha commentato
Moretti - che anche la ripresa
non consentirà di ricostituire
la situazione ante crisi e il rischio di Jobless growth (crescita senza occupazione) si fa più
concreto”. Nel nostro distretto,
e nello specifico nel tessile abbigliamento, che rappresenta
ancora più della metà degli ad-
ti 17 mila di cui il 46% donne.
Di queste assunzioni il 77,4%
sono a tempo determinato.
Quindi in un anno la stessa
persona può essere stata oggetto di più contratti. Nelle liste
di disoccupazione del Centro
per l’impiego di Carpi risultano iscritte quasi 5 mila persone, rispetto alle 2.800 del 2013
(+70%) e di queste ben il 55%
sono donne.
detti alla produzione manifatturiera nel territorio, la caduta
occupazione nella crisi è stata
del 35%, mentre nel settore
meccanico del 13,9%. I licenziamenti sono stati circa 1000
all’anno e le nuove assunzioni
per il 70% sono state a tempo
determinato.
Assunzioni precarie
“In un quadro generale
come questo i dati di genere sono ancora più preoccupanti”, commenta. In Unione
Terre d’Argine i contratti di
assunzione nel 2015 sono sta-
Giulia Moretti
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Gli appartamenti del Carpine
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Donne penalizzate
“Oltre ai dati in senso
quantitativo occorre dare
una analisi qualitativa della
occupazione o disoccupazione femminile che da questi
numeri non emerge. Il Word
Economic Forum nel report
annuale del gender gap pubblica l’Italia al 69° posto su
142 paesi nel mondo e al 114
posto nell’indice di partecipazione economica (ultimo fra i
paesi europei)”. Le donne hanno, anche nel nostro distretto,
circa il 2% in più nel tasso di
disoccupazione e maggiore ricorso al part time subito e non
richiesto (il 31% contro il 7%
degli uomini). Nonostante siano più scolarizzate e ottengano voti più alti sono segregate
nei profili più bassi e, a parità
di mansione, vengono pagate
meno dei colleghi uomini, e
spesso sono soggette a ricatti
per mantenere il posto di lavoro: trasformazioni forzate
in part-time e imposizioni
individuali di riduzione di stipendio. Il rientro dalla maternità non comporta quasi mai
l’ottenimento di orari compatibili con i servizi d’infanzia e
il mantenimento della mansione a cui si avrebbe diritto.
Vincere la sfida
“La storia del nostro distretto - prosegue la sindacalista - è
fatta di battaglie femminili che
hanno portato all’affermazione
di diritti che alla base dei contratti nazionali. Il fattore culturale rimane la base del problema: non possiamo mollare
su questo bisogna lavorare sui
giovani! Sarebbe fondamentale
valorizzare e incentivare quelle
attività di flessibilità positiva di
valorizzazione delle capacità
femminili nel lavoro autonomo e in quello dipendente, dal
telelavoro al job sharing”. Sul
distretto di Carpi per tornare
ad un equilibrio fra produzione e residenti occorrerebbero
più di 4000 nuovi posti di lavoro, che assicurino lo sviluppo
di competenza, autonomia e
crescita professionale oltre che
una stabilità e una retribuzione
che consentano ai lavoratori,
le lavoratrici e le loro famiglie
una vita libera e dignitosa,
come sancito dalla Costituzione.
REFERENDUM
Voto e non voto…
Domenica 17 aprile, alle 23
si sono chiusi i seggi elettorali e
si è registrato che il referendum
sulle trivelle non ha raggiunto
il quorum con un’affluenza alle
urne che si è fermata al 31,18%,
sotto la soglia del 50% più uno
dei votanti necessaria per la validità del voto.
Per una scelta del governo
non si è voluto abbinare il referendum alle elezioni amministrative,
con l’intenzione di rendere più
difficile raggiungere il quorum.
Progetto pienamente riuscito: ma
perché spendere su per giù quasi
400 milioni di euro?
L’art. 48 della Costituzione
stabilisce che il voto è libero e
che il suo esercizio è un “dovere
civico”. Secondo alcuni questa
norma vale solo per le elezioni e
non per i referendum, in ragione
di una pretesa superiorità della
democrazia
rappresentativa
sulla democrazia diretta, sicché
sarebbe legittimo “non votare”,
anzi l’astensione equivarrebbe a
un no detto due volte.
E’ utile, per capirci qualcosa, ritornare al dibattito della
Costituente. Nella Costituzione
repubblicana il quorum per i
soli referendum abrogativi fu
stabilito per una ragione diversa e specifica (collegata alla
scelta di ammettere il referendum solo a certe condizioni
e solo sotto determinate condizioni). Si voleva evitare che
una piccola minoranza potesse
abrogare una legge votata dalla
maggioranza dei cittadini rappresentati in Parlamento. Di
fronte a una legge, approvata
dalla maggioranza politica, l’abrogazione popolare poteva es-
sere consentita solo se a votare
fosse andata una maggioranza
uguale e contraria. Il quorum,
dunque, non per legittimare l’astensione ma deliberatamente
per contrastarla!
Le motivazioni dei Padri
costituenti sono state sostanzialmente recepite in sede di
discussione e approvazione della legge sui referendum. La disciplina legislativa, infatti, non
contempla l’astensione, neppure
come variante nel voto referendario. Gli artt. 37 e 38 della legge 352/1970 stabiliscono solo gli
effetti conseguenti alla vittoria
dei sì (l’abrogazione della legge)
o dei no (il divieto di reiterazione dei referendum nei cinque
anni successivi). Una conferma
è nel fatto che fu respinto un
emendamento volto a equiparare il “non voto” al “voto contrario” all’abrogazione.
La questione fondamentale
credo sia che il vero e importante voto è quello che si attua nelle
nostre scelte quotidiane. Si vota
quando si compra un prodotto
piuttosto che un altro o non lo si
compra per niente, si vota scegliendo di fare un lavoro inutile
e dannoso per se stessi e gli altri
oppure no, si vota mangiando e
curandosi in un modo piuttosto
che in un altro, si vota creando
assieme agli altri una società
con valori e relazioni diverse da
quelle correnti. E tutto questo
cambia la realtà più di un voto
dato o non dato.
E allora “basta polemiche,
l’Italia torni a fare l’Italia” e la
politica torni a farsi garante del
vivere comune.
EC
LIONS
Patch Adams, ha visitato
i pazienti del Ramazzini
Era l’ospite tanto atteso ma
purtroppo non ce l’ha fatta a
presentarsi. Il celebre medico statunitense Patch Adams,
inventore dei clown in corsia,
è giunto il 15 aprile a Carpi
nell’ambito del tour promozionale italiano organizzato
dalla Mediolanum Corporate
University. Nel pomeriggio il
medico ha fatto visita al Ramazzini, al Day Hopsital oncologico e al reparto di Pediatria,
interagendo con tutti, pazienti
e familiari, con naturalezza e
semplicità. Poi, mentre si stava recando all’appuntamento all’Auditorium San Rocco,
ospite del Lions Club Alberto
Pio, si è sentito male ed è stato portato al Pronto Soccorso,
dove è giunto con una febbre
altissima a 40, prodotta da una
virosi acuta, smaltita con antibiotici. È stato dimesso verso
le 23.
VOLONTARIATO
Si è conclusa a Lucca la VI edizione del Festival del Volontariato
Abitare le città invisibili
Maria Silvia Cabri
tario, dall’armonia delle operee
d’arte alle smart city.
In particolare, la Fondazio-ne Volontariato e Partecipazio-ne ha presentato uno studio su
u
“volontariato e diseguaglianze”,”,,
che vede il mondo dei volontarii
in prima linea contro le dise-guaglianze. “I risultati dell’ap-profondimento - commenta ill
deputato - confermano quanto
o
la scelta di fare volontariato
o
da parte delle persone sia be-nefica per l’individuo e per laa
società intera da molti punti dii
vista. Abbiamo già approfon-dito il legame importante fraa
volontariato e benessere, oggii
scopriamo che chi vive situa-zioni di svantaggio economico
o
non rinuncia comunque a faree
la sua parte, ma la svolge con
n
modalità, ruoli e motivazionii
diversi. Il volontariato in Italiaa
è un potente fattore di redistri-buzione solidaristica da partee
di chi è socialmente garanti-to, ma anche un’occasione dii
inserimento sociale e crescitaa
culturale per chi vive posizionii
socioeconomiche più deboli”.
O
ttimo successo di pubblico
e trattazione di importanti
tematiche hanno caratterizzato
la quattro giorni del Festival italiano del Volontariato di Lucca,
che si è concluso il 17 aprile.
L’evento, promosso dal Centro
nazionale per il volontariato e
dalla Fondazione Volontariato
e Partecipazione, è giunto alla
sua VI edizione. “Si tratta ormai di un appuntamento irrinunciabile dell’agenda politica
e sociale italiana - commenta
il deputato carpigiano Edoardo Patriarca, componente della
Commissione Affari sociali e
presidente del Centro nazionale del volontariato -. Giornate
piene di speranza nel corso delle quali abbiamo fatto una cosa
apparentemente semplice, ma
rara: raccogliere, collegare e valorizzare le buone idee, le pratiche, le azioni che cambiano
e migliorano la società”. Un’edizione ricca di appuntamenti
e che ha coinvolto migliaia di
persone: ai 25 convegni hanno
partecipato circa 3mila persone, mentre i momenti di animazione hanno richiamato ben
15mila spettatori provenienti
da tutta Italia.
“Il Festival - spiega Patriarca - è una grande piazza nella quale circolano le migliori
idee che servono a costruire
un Paese migliore. Protagoniste di questa edizione sono le
‘Città invisibili’, quelle città in
cui viviamo e dentro le quali
non riusciamo molte volte e
scorgere i germi di speranza.
Dimostrano con fatica che l’unica via d’uscita dalle crisi di
oggi è praticare i valori costitutivi del volontariato e della
cittadinanza attiva”.
Tanti gli argomenti affrontati, dal fenomeno migratorio
all’invecchiamento attivo, dalla legge sul cosiddetto “Dopo
di noi” al Servizio civile volon-
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VOLONTARIATO
Presentato il progetto di legge
s
sull’invecchiamento attivo
Valorizzare i nonni
L’onorevole Edoardo Patriarca dal presidente Sergio Mattarella
In occasione dell’apertura del Festival del Volontariato, l’onorevole Edoardo
Patriarca è stato ricevuto dal
presidente della Repubblica
Sergio Mattarella. “Siamo
onorati e molto orgogliosi
di questo invito da parte del
Capo dello Stato - commenta Patriarca -. Gli abbiamo
presentato gli appuntamenti
principali e abbiamo parlato
del mondo del volontariato, dei valori di solidarietà e impegno civile che lo
animano. Soprattutto ora
che ci troviamo vicini a un
traguardo parlamentare a
lungo atteso e che ha preso
le mosse proprio al Festival
del Volontariato di Lucca nel
2014, l’approvazione definitiva
della legge di riforma del Terzo settore”. Al Presidente della
Repubblica Patriarca ha con-
segnato una targa ricordo
del Festival del Volontariato
con la card numero 1 di “Sostenitore del Festival del volontariato”.
Il concorso promosso da Nordic Walking Carpi
Racconto e immagini in cammino
Conclusa la seconda edizione del concorso letterario
e fotografico organizzato da
Nordic Walking di Carpi. L’associazione che riunisce appassionati di trekking e camminate in montagna ha voluto
appunto esaltare questa tipologia di sport e vita all’aperto, attraverso l’esposizione di
elaborati scritti ed opere fotografiche originali. Si è trattato
quindi di condividere il “cammino” inteso come luogo della
riflessione, della confessione,
del recupero delle relazioni
con il prossimo e con se stessi.
I partecipanti hanno inviato i
loro elaborati all’insegnante
Maria Giulia Mora, e la giuria, composta da appassionati
del mondo della letteratura e
amanti del cammino, nonché
esperti di fotografia, ha dato
5
Attualità
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
responso positivo ai più fortunati e meritevoli.
La premiazione è avvenuta giovedì scorso presso la
libreria Mondadori di Carpi in
una serata allietata dalle musiche suonate in maniera splendida da Federico Bedini alla
chitarra. Nella categoria letteraria vince il primo premio
Marco Sessi di Correggio con
il racconto “Uno squarcio nella
nebbia”. Il secondo premio se lo
aggiudica invece Tiziana Michelini di Carpi con il racconto
“Camminare”. Completa il podio Viviana Venezia di Catania
con il racconto “Paola”. Premio
della critica a Flavia Ferrari di
Mantova con il racconto “Non
c’è tempo”. Passando invece alla
categoria fotografica, si aggiudica l’unico premio Andrea
Spinazzola con la foto intito-
lata “Silenzio” (visibile sul sito
nordicwalking.com).
Per chi fosse interessato alle opere, potrà godersele
presso la Libreria Mondadori
di Carpi fino al 7 maggio dove
sono esposte. Più avanti verrà
stampato un libro con la rac-colta di tutte le opere, un cam-pione sarà a giorni disponibilee
per la visione sempre presso laa
Libreria.
Simone Giovanellii
Il Festival del Volontariato
di
d Lucca è stato anche occasion per la presentazione pubne
blica
b
della prima proposta di
legge
l
sull’invecchiamento attiv depositata il 18 gennaio in
vo,
Parlamento.
P
Il provvedimento
mira
m
a favorire “l’invecchiam
mento
attivo della popolazione
n attraverso l’impiego delle
persone
p
anziane in attività di
u
utilità
sociale e le iniziative di
formazione
f
permanente”. E’
stato
s
fortemente voluto dalle
a
associazioni
che si occupano
di
d anziani Ada, Anteas e Auser,
e ha come primo firmatario lo
s
stesso
Edoardo Patriarca, presidente
del Centro nazionale
s
per
p il volontariato.
Primo obiettivo della proposta
di legge è quello di sop
s
stenere
l’impegno degli anzian nel volontariato in attività
ni
di
d “utilità sociale”: dai “nonni
v
vigili”
alla sorveglianza di parc e giardini, musei e monuchi
menti,
dalla compagnia agli
m
a
anziani
fragili, alle attività per
l sviluppo della cultura. Uno
lo
degli
articoli cardine è quello
d
c introduce il diritto per il
che
v
volontario
anziano occupato
nei
n progetti di pubblica utilità
a
attivati
dai comuni in collab
borazione
con il volontariato,
a ricevere dagli enti locali dei
“
“bonus”
sotto forma di un
buono
pasto e altre agevolab
zioni
culturali, ricreative, forz
m
mative
o per la mobilità.
“Questo progetto di legge
- spiega Patriarca - nasce dall riflessione avviata nel 2012,
la
Anno
europeo dell’invecchiaA
mento
attivo. Anteas, Auser
m
e Ada a quel tempo hanno
elaborato
un documento e un
e
testo
di legge che nel gruppo
t
d Pd abbiamo ripreso in esadel
me. È il frutto del percorso di
attenzione all’anzianità, di cui
fa parte anche il tema dei caregiver familiari, nell’ambito del
sostegno e alla valorizzazione
della famiglia”. Patriarca ha
elaborato un nuovo testo confrontandosi con le associazioni di settore; il prossimo passo sarà la calendarizzazione.
“La sfida è culturale: mettere
a tema, in un Paese con bassa
natalità e alta longevità, l’argomento dell’invecchiamento
attivo. Non come un problema, ma come un percorso,
per la partecipazione alla vita
delle comunità”. Secondo il
deputato carpigiano, “bisogna
trasformare il problema in occasione di crescita: sostenendo
la natalità, è ovvio, ma anche
l’invecchiamento attivo. È un
dato naturale, una prospettiva,
non un ‘pezzo’ della vita”. La
proposta di legge affida tutta
la promozione delle attività ai
Comuni e ai territori, assieme
al Terzo settore. E non si parli
di “manodopera a basso costo
per comuni in rosso”: “Le attività di utilità sociale hanno soprattutto un valore di relazionalità. I volontari non possono
sostituire in una biblioteca le
figure professionali, ma possono aiutare a tenerla aperta più
a lungo. Come possono impedire la chiusura della fruizione
turistica di una chiesa”. Inoltre,
secondo Patriarca, devono essere “valorizzate le competenze, professionali o culturali
degli anziani, come nell’ambito
dei percorsi di scuola-lavoro”.
Un modo di concretizzare quel
patto tra generazioni su cui si
spendono molte parole ma poche iniziative concrete.
M.S.C.
6
Attualità
VINITALY
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
Il lambrusco Sorbara della Cantina di Santa Croce
premiato alla manifestazione enologica
LIONS
Soci e amici hanno partecipato
alla camminata di solidarietà del 17 aprile
Vino di qualità
Insieme contro il morbillo
Lauro Coronati
Maria Silvia Cabri
S
i è conclusa la 50 esima
edizione di Vinitaly, il salone internazionale dei vini e
distillati che si svolge a Verona. Anche quest’anno, un ruolo importante è stato rivestito
dal lambrusco di qualità. In
particolare è stato protagonista il lambrusco cooperativo.
Ci sono, infatti, anche due
cantine aderenti a Confcooperative Modena tra le imprese
che hanno ottenuto riconoscimenti nel nuovo premio
internazionale di Vinitaly “5
Star Wines” per aver ricevuto
con i propri vini punteggi da
90 centesimi in su. Si tratta
della Cantina Formigine Pedemontana e della nostra Cantina di Santa Croce di Carpi.
Entrambe hanno conquistato
un punteggio di 90 centesimi su 100 nella categoria vini
frizzanti a denominazione di
origine e a indicazione geografica. Dunque il lambrusco
di Sorbara doc frizzante secco
2015 prodotto dalla Cantina di
Santa Croce può ora fregiarsi
della qualifica di “5 Star Wines 2016”. “La partecipazione
al Vinitaly - afferma il vice
presidente Lauro Coronati - è
risultata molto positiva per il
vino in generale. Per il lambrusco dobbiamo ammettere
che, dopo tre anni estremamente brillanti, quest’anno
ci sono state più difficoltà: i
prezzi sono calati, c’è stato un
eccesso di produzione, con
conseguente offerta superiore
alla domanda. Ma il riconoscimento per il nostro Sorbara ha
un valore molto importante,
in quanto riguarda un nostro
prodotto di riferimento”. Tanti
sono stati in passato i premi
vinti dalla Cantina per il tradi-
zionale lambrusco Salamino di
Santa Croce: il riconoscimento
anche del Sorbara rappresenta
quindi un ulteriore motivo di
orgoglio.
“Dobbiamo ringraziare i
nostri produttori - prosegue
Coronati – che, specie nell’area
del Sorbara, hanno aumentato
i conferimenti di prodotto su
cui possiamo lavorare. Questo
ci ha consentito di poter selezionare uve di qualità, per un
vino migliore”. Salamino di
Santa Croce, Sorbara, secco,
amabile: “La nostra gamma di
vino è di qualità e viene apprezzata nei concorsi enologici”. Sono almeno 10 anni
che la Cantina di Santa Croce
partecipa al Vinitaly: “Siamo
fornitori di prodotto non confezionato nei confronti dei più
prestigiosi operatori dell’area
del lambrusco. Inoltre vendiamo anche il vino con il nostro
marchio, abbiamo una clientela affezionata che apprezza il
livello medio-alto del nostro
prodotto e non soggiace alla
moda delle offerte della grande
distribuzione”.
In oltre 300 persone hanno
aderito, il 17 aprile, alla camminata podistica “Club Giardino-Club 33”, organizzata dal
Lions Club International in occasione del Lions day. All’evento erano presenti i Club Lions
di Carpi, ossia Carpi Host,
Carpi Alberto Pio e Leo, quelli
di Mirandola e Finale Emilia.
Inoltre era presente il secondo
vice Governatore del Distretto
108 Tb Piero Nasuelli. Testimonial molto gradita e apprezzata la campionessa di mezza
maratona Rosaria Console, che
ha corso con i bambini e presenziato alle premiazioni. 300
gli adulti partecipanti; 13 i più
piccoli, da 0 a 7 anni, 8 i bambini dagli 8 agli 11 anni. Organizzatore dell’evento Fabio Ghelfi,
socio Lions, in collaborazione
di Club Giardino e Club 33 e
il patrocinio del Comune, presente nella persona di Davide
Dalle Ave, presidente del Consiglio comunale. “Tutto il ricavato delle iscrizioni alla gara –
commenta Roberto Andreoli,
presidente Lions Host – sarà
devoluto a favore della Fondazione Internazionale Lions per
la campagna ‘One Shot- one
Life’, per l’acquisto di vaccini
contro il morbillo e la rosolia.
Campagna che punta a raccogliere entro il 2017, centenario
della nascita dei Lions, 30 milioni di dollari”. Molto positive
le impressioni di atleti e organizzatori. Tutto fa supporre
che l’anno prossimo l’evento si
replicherà.
M.S.C.
SANITÀ
Maria Silvia Cabri
I
l caso della bambina di 10
anni morta a Modena meno
di un mese fa a seguito di
meningite ha suscitato molto
scalpore. La situazione della
Toscana, che a febbraio aveva
già registrato dieci nuovi casi,
con due decessi, aveva in generale innalzato il livello di “paura”. Dopo l’episodio drammatico che si è consumato a pochi
chilometri da casa nostra, il
terrore dell’epidemia si sta diffondendo, con conseguente
“corsa” al vaccino. Anche da
parte dei più strenui astensionisti in tal senso. I responsabili dei Servizi di Igiene Pubblica e Pediatria di Comunità
dell’Ausl di Modena hanno fatto il punto sulla situazione.
Cosa dobbiamo sapere
sulla meningite?
La meningite è un’infiammazione delle membrane
(meningi) che avvolgono il
cervello e il midollo spinale.
La malattia è generalmente di
origine infettiva e può essere causata da virus, batteri o
funghi. Le forme virali sono
più comuni ma di solito non
hanno conseguenze importanti mentre le forme batteriche
sono rare, ma generalmente
gravi dal punto di visto clinico.
Gli agenti batterici sono diversi e il più temuto è il meningococco, di cui esistono diversi
ceppi, perché può essere causa
di epidemie; altri agenti batterici causa di meningite sono
lo streptococcus pneumoniae
(pneumococco) oppure l’haemophilus influenzae tipo b.
Tra gli agenti virali l’herpesvirus, l’enterovirus e altri mentre
la meningite di origine fungina si manifesta soprattutto in
persone con deficit immunologico.
Quanto è importante la
prevenzione?
In Italia sono disponibili
vaccini contro le meningiti e
le setticemie causate da me-
7
Attualità
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
Gli ultimi drammatici casi di meningite
hanno acceso la paura di una epidemia
AIMAG
Inaugurato il nuovo capannone vagliatura
all’impianto di compostaggio di Fossoli
a
Nessun allarmismo Leader nel recupero
ningococco dei gruppi A, C,
W135 e Y, da emofilo b e da
alcuni sierogruppi di pneumococco; i vaccini fanno parte da
tempo dei calendari vaccinali
dell’infanzia e vengono raccomandati agli adulti con patologie a rischio.
È corsa ai vaccini?
Per quanto riguarda gli
adulti abbiamo avuto un aumento di richieste relativamente al vaccino anti-meningococco in particolare da
parte di persone che vivono,
lavorano o studiano in Toscana. In questi casi, su indicazione regionale, la vaccinazione è
gratuita.
Prima quale era il rapporto degli utenti con
questo tipo di vaccinazione?
I vaccini contro meningo,
emofilo e pneumococco fanno parte da anni del calendario vaccinale dei bambini, ai
quali viene offerto in modo
attivo e gratuito, e degli adulti
a rischio. Per quanto riguarda
gli adulti con patologie o condizioni di rischio non abbiamo osservato un cambiamento a seguito della situazione
epidemiologica della Toscana
in quanto hanno da sempre
una buona adesione alle vaccinazioni raccomandate. Lo
stesso si può dire per i bam-
bini che aderiscono all’offerta vaccinale in oltre il 90%
dei casi, sia a 13-15 mesi che
nell’adolescenza.
Chi ha la priorità?
La situazione epidemiologica relativa a meningococco
in Emilia-Romagna non è variata e pertanto non è stato finora necessario stabilire nuove
strategie e definire priorità. Ai
bambini di 13 -15 mesi e agli
adolescenti dopo il 13° anno
viene offerto gratuitamente,
con invito da parte dell’Ausl,
il vaccino tetravalente antimeningococco ACWY che ha una
grande capacità di difendere
dalla malattia dovuta a questi
tipi di meningococco.
Perché c’è tanta “paura”
dei vaccini infantili?
Le vaccinazioni sono state
così efficaci da portare quasi
alla scomparsa di diverse malattie; ciò però ha significato
anche la perdita di conoscenza
della malattia e delle sue possibili complicanze: per molti
genitori malattie come la poliomielite o il morbillo sono
sconosciute o appannaggio
di territori lontani e quindi la
loro prevenzione può apparire poco importante; viceversa possono venire percepite
come pericolose anche reazioni prevedibili alla vaccinazione come la febbre o il gonfiore
nella sede di iniezione.
Il fatto che tanti geni-n
tori decidano di non
fare vaccinare i figli che
e
e
conseguenze può avere
sulla comunità?
Soltanto alcuni genitorii
decidono di non vaccinare,,
fuorviati soprattutto da falsee
notizie diffuse sul web. La vac-cinazione oltre che proteggeree
il singolo individuo, agisce,,
nella maggior parte dei casi,,
u
come una rete protettiva su
tutta la comunità: se infatti ill
numero dei soggetti immunii
nei confronti di una malattiaa
è sufficientemente elevato, ill
germe smette di circolare, fino
o
a scomparire del tutto come è
successo per il vaiolo.
Come è cambiato l’at-teggiamento dei genito-ri ora verso i vaccini?
Come era prevedibile un
n
evento così drammatico comee
la morte di una bambina a
Modena ha prodotto un sen-timento di paura nei confrontii
della malattia e sicuramentee
o
alcuni genitori dubbiosi sono
indotti a rivedere la loro posi-zione iniziale di rifiuto.
E come si giustifica ora
a
questa corsa a fare vac-cinare i figli?
La situazione epidemio-logica relativa a meningococ-co in Emilia-Romagna non è
o
variata e pertanto non è stato
finora
necessario stabiliree
nuove strategie e definire nuo-ve priorità: la vaccinazionee
dei piccoli dopo l’anno di vitaa
e degli adolescenti con il vac-o
cino contro meningococco
ACWY, rimangono i capisaldii
della offerta vaccinale regiona-le, cui probabilmente a brevee
potrebbe aggiungersi l’offertaa
del vaccino contro il menin-gococco B nel primo anno dii
vita.
A GARGALLO HA RIAPERTO LA NUOVA
FARMACIA
“L’ARTE E LA SAPIENZA DI UN CONSIGLIO”
e nel riciclo
Paolo Ganassi, Simone Tosi e Mirco Arletti
“Siamo ‘il’ distretto del
r
recupero
e del riciclo”. Così
S
Simone
Tosi, assessore all’Amb
biente,
ha introdotto l’evento
t che si è svolto il 16 aprile
presso
p
il Centro servizi parco
e
ecotecnologico
“Petermar”, in
o
occasione
dell’inaugurazione
d
dell’impianto
di compostaggio
A
Aimag
a Fossoli. In particolare
è stato presentato il capannon di vagliatura, dopo la ricone
s
struzione
post sisma. Si tratta
p
propriamente
del luogo in cui
v
viene
effettuata la “separazione
dimensionale”,
d
una delle oper
razioni
di pretrattamento a cui
s
sono
sottoposti i rifiuti prima
d essere avviati al trattamento
di
vero
v
e proprio, e che consiste
nella
n
separazione dei material in base alla dimensione dei
li
f
frammenti.
Il terremoto del
2
2012
ha determinato danni
r
rilevanti
a varie strutture, tra
c appunto il capannone di
cui
v
vagliatura
dell’ammendante
c
compostato
misto, quello di
d
digestione
anaerobica in fase
d costruzione, la palazzina
di
c
con
gli uffici. “Il capannone
d vagliatura - ha spiegato Padi
o Ganassi, dirigente servizi
olo
a
ambientali
Aimag - ha subit lesioni gravissime: la trave
to
c
centrale
è crollata, così come i
t
tegoli
e il manto di copertura
i amianto del medesimo ediin
ficio. Questo ha determinato
c
crolli
successivi delle struttur in equilibrio precario, che
re
h
hanno
investito il box metall
lico
e la tettoia, danneggian-
doli in modo irreparabile”. La
presenza del cemento amianto
ha reso necessaria un’attività di
bonifica dell’area e delle relative macerie. Grazie all’instancabile lavoro degli operatori,
a fine luglio 2012 le attività di
trattamento dei rifiuti organici
sono riprese, seppur in altre
aree; a inizio 2013 sono stati
eseguiti i fissaggi sismici sui
capannoni prefabbricati, per
un’estensione di 7500 mq; e
nel 2014 sono stati ripristinati gli impianti di aspirazione
nella stragrande maggioranza dei capannoni. “In seguito
all’agibilità dei capannoni di
maturazione e stoccaggio - ha
proseguito il presidente Mirco
Arletti -, l’attività di vagliatura
è stata posizionata in uno di
questi: nell’estate 2015, nell’area del precedente, è iniziata
la costruzione del nuovo fabbricato: 1300 mq di estensione,
11 metri di altezza, per un costo di 1.800.000 euro”. “Questo
polo impiantistico - ha concluso Tosi - ha pochi eguali, in
regione e non solo. Se si riesce
a fare un’ottima raccolta differenziata, dai risultati sorprendenti, è grazie al senso civico
dei cittadini virtuosi, ma anche grazie a questa importante
struttura impiantistica, che ha
consentito ad Aimag di essere
autonoma nel trattamento dei
rifiuti. Come territorio avevamo lanciato una sfida: la stiamo vincendo”.
M.S.C
VIA MULINI ESTERNA 13
GARGALLO - 41012 CARPI
TEL. 059 645703
dal lunedì al sabato
dalle 8,30 alle 13
e dalle 15.30 alle 19.30
8
Scuola
INIZIATIVE
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
Il centro educativo Up-prendo ha organizzato
un convegno sulla dislessia aperto alla città
LIONS
Insegnare a pensare,
accompagnare nel fare
l Vescovo Cavina alla premiazione dei
giovani studenti per un “Poster per la pace”
Dipinti che parlano
Maria Silvia Cabri
D
a dodici anni il Centro
educativo Up-prendo si
occupa sul nostro territorio di
dislessia. Sempre più spesso si
sente parlare di questo disturbo, ma spesso in modo improprio. Dalla dislessia non si
guarisce, perché non è una malattia. Ma è possibile compensare i problemi che essa causa,
attraverso appositi strumenti
a disposizione degli educatori.
La dislessia è un Disturbo specifico dell’apprendimento, Dsa,
determinato da un’alterazione
neurobiologica di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e
del loro significato. Una delle
caratteristiche della dislessia,
cui possono accompagnarsi
altri disturbi delle abilità scolastiche come disortografia, disgrazia e discalculia, è la specificità, in quanto interessa uno
specifico dominio di capacità,
come lettura, scrittura, calcolo, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
Un bambino dislessico non
ha un quoziente intellettivo
inferiore: ha solo dei problemi nell’apprendimento delle
abilità di base. Di qui l’importanza di una diagnosi precoce,
all’inizio della scolarizzazione,
per dotare il giovane di tutti
gli strumenti compensativi che
gli consentiranno di affrontare l’impegno scolastico con
minore difficoltà e di riuscire
a vivere meglio questo suo disturbo.
Questi alcuni dei temi che
saranno analizzati nella conferenza “La dislessia continua a
raccontarsi”, che si svolgerà il
26 aprile alle 20.30 presso l’Auditorium Loria, promossa da
Up-prendo e dall’associazione
Effatà, e rivolta a educatori, insegnanti, psicologi, genitori e
altri stessi giovani che vogliano
approfondire questa importante tematica.
“Insegnare a pensare, aiu-
tare a sentire bene e accompagnare nel fare”: queste sono le
parole di Papa Francesco cui si
sono ispirate le educatrici nel
preparare il convegno. “Questo vuole essere il messaggio
dell’incontro - spiega Valentina Diazzi, coordinatrice del
Centro -: sensibilizzare più
persone possibile in un’ottica
di inclusione. Non ci poniamo
come semplice ‘dopo scuola’,
ma siamo un vero e proprio
centro educativo che accompagna questi ragazzi sotto il
profilo didattico, attraverso l’uso di software specifici,
strumenti compensativi, come
Il 26 aprile alle 20.30 alla Loria
“La dislessia continua a raccontarsi”
Vari sono i relatori che interverranno martedì 26 aprile, alle 20.30, in Auditorium
Loria, al convegno “La dislessia continua a raccontarsi”.
Dopo i saluti di Paola Guerzoni, assessore ai Servizi educativi e scolastici dell’Unione
Terre d’Argine, si alterneranno interventi più prettamente
tecnici ad altri di taglio più
personale. Le due logopediste
carpigiane Rita Mari e Silvia
Corradini approfondiranno
il tema “Cos’è cambiato dopo
la legge 107? Lavoro di rete e
percorsi personalizzati per il
successo scolastico di ragazzi
MIRANDOLA
Il 9 aprile scorso si è tenuto
presso la scuola media Montanari di Mirandola il convegno su “Memoria, ricordo e
responsabilità”. Dopo i saluti è
intervenuto l’assessore alla cultura del Comune di Mirandola,
Alessandra Mantovani, che ha
preannunciato il convegno che
avrà luogo a Mirandola nella
prima decade di giugno sulla
stessa tematica.
Ha iniziato a presentare il
lavoro “Serve sempre ricordare?” della classe I AES del
liceo Formiggini di Sassuolo
la docente Laura Righi. Poi è
stato il momento della classe
terza della scuola Montanari
libri digitali, sintesi vocale,
mappe concettuali, e un metodo di studio personalizzato,
al fine di favorire lo sviluppo
dell’autonomia nello studio”.
Ma Up-prendo è molto di più:
“Vogliamo sostenere i ragazzi
nel percorso di crescita personale attraverso attività ludicoricreative. Per renderli sempre
più indipendenti e consapevoli
delle proprie capacità, agendo
sul loro benessere e autostima”.
“Spesso - prosegue Eleonora
Capuzzo, educatrice - i giovani
con disturbi di apprendimento
si riconoscono solo nelle attività scolastiche. In realtà hanno
con Dsa”; la psicologa Monica Bertelli farà il punto gli
“aspetti emotivi e motivazionali legati ai Dsa”, per cercare
di aiutare i ragazzi ad accrescere la loro autostima. Infine Alberto Righi, dislessico
adulto, tecnico dell’apprendimento e membro del Gruppo
giovani dell’Associazione italiana dislessia, in “Le nuvole
non possono annientare il
sole: la mia dislessia”, darà la
sua testimonianza diretta di
come ha vissuto gli anni della scuola ed è riuscito a fare
delle sue difficoltà il proprio
lavoro.
Convegno organizzato dall’Uciim
Alunni in cattedra
guidata dal professor Stefano
Mantovani; tre ragazze hanno
sviluppato il tema “L’inatteso
risveglio”. E’ seguito un eccellente intermezzo musicale diretto da Elena Bompani e Donata Campagnoli unitamente
ad una quindicina di ragazzi.
Le docenti Emanuela Cioni, Laura Gasparini e Cristina
Bellei hanno guidato alcune
classi del liceo Galilei di Mirandola in interessanti ricerche su memoria e ricordo delle
barbarie dell’ultima guerra.
Interessante il confronto fra
moltissime potenzialità: nostro
compito è semplicemente aiutarli a farle emergere”.
L’Up-prendo è nato nel
2004, nell’ambito dell’associazione Effatà, e propone interventi educativo - didattici a
bambini della scuola primaria
e a ragazzi delle scuole secondarie di I° e II° grado dell’Unione Terre d’Argine con diagnosi di Disturbo specifico
dell’apprendimento e Disturbo
da deficit di attenzione e iperattività. Negli anni il numero
di ragazzi presenti nel Centro
è aumentato in maniera esponenziale: dai 12 iscritti del
2004 agli attuali 120, suddivisi
nelle sedi di Carpi (92 ragazzi),
Campogalliano (14) e Soliera
(14). 13 sono gli educatori, che
si avvolgono anche di psicologi e logopedisti: il rapporto tra
operatore – utente è di 1 a 3.
Fondamentale è la collocazione
della struttura entro l’oratorio
cittadino in quanto garantisce
l’integrazione dei giovani coi
loro coetanei. “Il confronto tra
ragazzi appartenenti a contesti
differenti consente esperienze
arricchenti per tutti: mettere in
gioco le proprie difficoltà e diversità crea una sinergia positiva per tutti”. Infine è importante anche il fitto lavoro di rete e
collaborazione creato in questi
anni con il servizio di Neuropsichiatria infantile, le scuole, le
famiglie e i servizi sociali.
le violenze nel passato e quelle
odierne ed il ricordo di personalità che hanno dato lustro
alla nostra cultura.
Tutti i lavori presentati
hanno testimoniato che abbiamo ancora la fortuna di avere
studenti che evidenziano impareggiabile impegno, voglia
di collaborare, grandi potenzialità, forte senso di responsabilità, ed il bisogno di contatti
umani significativi. L’ispettore
Franco Martignon, dopo essersi congratulato con i docenti,
ma soprattutto con gli studenti,
ha concluso i lavori della giornata con diverse e significative
riflessioni. Un vivo ringraziamento va all’amministrazione
comunale di Mirandola, alla
Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e alla dirigente scolastica Paola Campagnoli, per aver contribuito alla
realizzazione del convegno,
che ha avuto una valenza educativa e formativa impareggiabile, in quanto i ragazzi hanno
dimostrato che tutti possiamo
co-educarci con loro per indirizzarci verso la felicità della
vita e lo star bene insieme.
Norberto Mazzoli
Presidente Uciim Mirandola
È giunto alla sua 28ª edizione il concorso “Poster della
pace”, promosso dal Lions international per sensibilizzare
i giovani sull’argomento della
pace fra i popoli del mondo.
L’iniziativa viene realizzata annualmente dal Lions Club Carpi Host, dal Lions Club Carpi
Alberto Pio e Leo Club Carpi
presso tutte le scuole secondarie inferiori dell’Unione Terre
d’Argine. I lavori presentati
sono stati numerosissimi e tutti di grande valore e sono stati
selezionati dalla commissione
giudicatrice per l’aderenza al
tema proposto e per lo spirito
di pace ed amicizia fra i popoli
che essi lasciavano trasparire. La premiazione degli otto
ragazzi vincitori e degli otto
selezionati è avvenuta il 13
aprile all’Auditorium San Rocco, alla presenza dei presidenti
Lions Club Carpi Alberto Pio,
Grazia Chiurato, Lions Carpi
Host, Roberto Andreoli e Leo,
Simone Ramella. Ospite d’eccezione il Vescovo monsignor
Francesco Cavina. Quest’anno
i Lions carpigiani hanno avuto
risultati particolarmente soddisfacenti in quanto sono state
premiate, nel distretto Lions
di appartenenza, due alunne
delle locali scuole medie e precisamente: Elena Fulgeri delle
Hack, classificatasi terza, e Aisma Galli, di Campogalliano, a
cui è stato dato un attestato di
merito.
INIZIATIVE
Cultura multietnica e multireligiosa
alle Fassi per la settimana della gentilezza
Siamo tutti amici
Si è svolta il 16 aprile alle
scuole medie Fassi la giornata finale della Settimana della
Gentilezza, il cui tema quest’anno era l’integrazione. I ragazzi,
sotto la supervisione dei docenti, hanno allestito nelle aule sette padiglioni di altrettanti Paesi
extraeuropei
rappresentativi
delle origini di alcuni di loro:
una vera e propria “mini Expo”
per l’Integrazione. “Il risultato è andato oltre le più rosee
aspettative - commenta Mario
Chiancone, docente di lettere
ed organizzatore dell’iniziativa
-: più di cento ragazzi sono venuti a scuola il venerdì pomeriggio portando cartelloni, prodotti alimentari tipici, plastici,
vestiti e oggetti per l’allestimento delle classi”. Al termine della
giornata sono stati premiati i
padiglioni migliori sulla base
dei voti espressi dagli alunni
stessi: quello esteticamente più
bello e ricco è stato quello della
Cina organizzato dalla sezione
G, sotto la guida della docente
Sansone; quello in cui la spiegazione dei lavori è stata ritenuta più ordinata ed esaustiva
è stato quello della sezione F, in
cui si potevano anche ascoltare
le musiche ecuatoriane curate
dall’insegnante Vanzini. Al termine delle visite tutti i ragazzi si
sono radunati nel cortile esterno per un messaggio del preside Attilio Desiderio, che ha
voluto fortemente l’iniziativa, e
del presidente del Movimento
della gentilezza, Giorgio Aiassa, giunto per l’occasione; poi
c’è stato un flash mob con un
abbraccio collettivo da parte di
tutti i ragazzi della scuola. “Una
giornata - conclude Chiancone
- in cui riflettere sull’importanza della consapevolezza che la
diversità è un valore su cui costruire una società multietnica
e multireligiosa basata sull’accettazione del diverso come un
arricchimento reciproco: dalla
conoscenza dell’altro deriva un
percorso utile al nuovo Umanesimo di cui ha bisogno l’Europa intera in questo periodo di
grandi sconvolgimenti al livello
geopolitico: il nostro vuole essere un gesto, certo piccolissimo, ma allo stesso tempo significativo per la riaffermazione di
questi valori”.
M.S.C.
Bassa
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
ROVERETO
Un progetto per sensibilizzare
i ragazzi sulla rianimazione cardiopolmonare
RICORRENZE
Quel massaggio che salva la vita
Q
uanti di noi conoscono
l’importanza della rianimazione cardiopolmonare,
o semplicemente massaggio
cardiaco, in caso di arresto
cardiaco? E quanti di noi sanno che questa prima azione di
pronto intervento è decisiva
nei primi 4/5 minuti dell’inizio di un arresto cardiaco?
L’Associazione Tutti insieme
per Rovereto e Sant’Antonio, in collaborazione con il
Pronto soccorso dell’ospedale
di Mirandola e la Croce Rossa Italiana Comitato di Carpi ha organizzato per sabato
mattina 23 aprile un incontro
di Basic Life Support (Bls) a
Rovereto sul Secchia, presso
la nuova sede della Casa dello Sport. Un evento rivolto a
100 ragazzi delle due scuole
secondarie di primo grado di
Novi di Modena e di Rovereto
per sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche della rianimazione cardiopolmonare di base
portata da cittadini comuni.
Massimo Re, presidente del
Comitato Locale di Carpi della Cri, ci ha spiegato l’importanza di comunicare quanto
sono importanti i primi interventi di soccorso.
Com’è nata l’idea di
coinvolgere i ragazzi
delle scuole in questo
progetto di presentazione e sperimentazione?
A dire il vero sono tante le
scuole che ogni anno ci contattano per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza del primo
soccorso. Nel caso di Rovereto e Novi la richiesta ci è stata avanzata dall’Associazione
Tutti insieme per Rovereto e
Sant’Antonio onlus, che è molto attiva in questo territorio
attraverso iniziative come questa. Il messaggio che vogliamo
inviare a tutti i cittadini è che,
iniziando a praticare il massaggio cardiaco nei primissimi secondi successivi ad un
arresto cardiaco, si limitano i
danni recati dalla mancanza di
ossigeno al cervello e l’intervento da parte degli operatori del 118 o da chi è in grado
di utilizzare un defibrillatore
sarà più rapido ed immediato.
Dobbiamo toglierci la paura
di provocare danni nel caso in
cui interveniamo, anzi!
Quindi partite dai ragazzi per…
Perché sono le generazioni
tamente chiamato è fondamentale mantenere ossigenati
il cervello ed il muscolo cardiaco, inviando artificialmente
aria nei polmoni per mezzo di
spinte compressive sul torace, e
provocando un minimo di circolazione del sangue. Ricordiamoci che i primi gravi danni al
cervello si verificano già dopo
4 minuti dalla mancanza di ossigeno.
Massimo Re
del futuro: quanto gli insegniamo lo recepiscono immediatamente, le loro menti sono
come delle spugne, e si rendono conto quanto la vita della
persona soccorsa si giochi in
pochi gesti ed in pochi attimi.
L’adulto è spesso cristallizzato
e pensa che con la semplice
chiamata al 118 e rimanendo
li ad aspettare, faccia la cosa
migliore. Invece no; chiunque
di noi, dal semplice operaio, al
fornaio, allo studente possiamo aiutare e fare tanto: mentre
si attende l’arrivo del 118 pron-
In caso di primo intervento, ci può ricordare
quali sono le operazioni
che dobbiamo eseguire
per prestare aiuto a chi
è in arresto cardiaco?
Come primissima cosa
occorre contattare immediatamente il 118, in secondo
luogo, dopo aver verificato le
difficoltà respiratorie, iniziare a praticare la respirazione
bocca a bocca alternata ad un
massaggio cardiaco. Questo
fino a quando non arrivano gli
operatori con il defibrillatore.
Ricordiamoci che entrerà presto in uso un unico numero
per le chiamate d’emergenza,
il 112: ricordiamocelo è molto
importante.
Monia Borghi
VALLALTA
Cena benefica pro campo sportivo
Sabato 16 aprile presso i locali della parrocchia di Vallata
si è tenuta una cena benefica
per raccogliere fondi al fine di
recuperare il campo da calcio
e da calcetto, utilizzati come
area di prima emergenza dopo
il sisma del 2012, e che oggi
hanno bisogno di importanti
interventi per essere sistemati. L’evento, organizzato da un
gruppo del paese, con la col-
laborazione dei grigliatori di
Vallalta del Pork Factor ed il
personale volontario della parrocchia, è riuscito a coinvolgere più di duecento commensali, di cui quaranta bambini
di varie età gestiti splendidamente da un mago e da alcune
ragazze, e a far loro trascorrere
una serata di convivialità, di
aggregazione e di ricordi calcistici molto apprezzata.
19 MAGGIO 2016
SINDACATI DEI PENSIONATI
A ROMA PER LE PENSIONI
GOVERNO APRA CONFRONTO
I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil daranno inizio alla vertenza contro Governo e Parlamento con la manifestazione unitaria del 19 maggio
a Roma in Piazza del Popolo. La manifestazione ha
il titolo A TESTA ALTA e “sarà solo l’inizio di un
movimento che si concretizzerà nell’apertura formale di una vertenza dei pensionati per le pensioni e
per i giovani e - come afferma Bonfanti, Segretario
Generale della FNP/CISL - porteremo avanti fino a
che non si aprirà un tavolo per affrontare i problemi”.
I pensionati italiani pagano il doppio delle tasse
degli altri paesi europei e perdono potere d’acquisto
come i lavoratori, mentre gli evasori sono garantiti.
I sindacati chiedono:
non toccare le pensioni di REVERSIBILITA’,
né quelle in essere, né quelle future;
9
Rubrica a cura della Federazione
Nazionale Pensionati CISL
Carpi - Viale Peruzzi 2 - tel. 059 682322
Mirandola - Via Bernardi 19 - tel. 0535 21259
tutela del POTERE D’ACQUISTO delle pensioni e il ripristino del sistema di rivalutazione precedente la legge Fornero;
recupero del danno prodotto dal BLOCCO
DELLA RIVALUTAZIONE 2012-2013 per le pensioni
superiori a tre volte il minimo;
- UGUALI DETRAZIONI FISCALI per lavoratori dipendenti e pensionati ed estensione degli 80
EURO alle pensioni più basse;
- separazione della spesa PREVIDENZIALE
Iniziative per il 25
aprile nella Bassa
Il week-end del 25 aprile si preannuncia ricco di eventi in
tutti i comuni e darà la possibilità ai cittadini di celebrare e
ricordare il 71° anniversario della liberazione.
Novi
Lunedì 25 aprile, alle 10, con partenza da piazza 1° maggio, si terrà un corteo accompagnato dalla Filarmonica Novese con comizio pubblico al quale interverranno il sindaco Luisa Turci ed il consigliere regionale Mirco Bagnari. Alle 12.30
presso Arci Taverna pranzo organizzato dall’Anpi.
Rovereto sul Secchia
Lunedì 25 aprile, alle 21, presso la Casa dello Sport, “O
figli cari. Non per memoria, ma per i giorni che strisciano”
azione teatrale di Federico Baracchi e Saverio Bari. Produzione Associazione Culturale Appenappena, Sanpapiè, Compagnia Im Exil.
San Possidonio
Sabato 23 aprile, alle 21, presso il Palazzurro, il gruppo
internazionale di musica colta di Formigine Spira Mirabilis
presenta “Brahms Sinfonia n. 4”. E’ gradita la prenotazione.
Concordia
Lunedì 25 aprile, alle 10, in piazza della Repubblica intervento del sindaco Luca Prandini, sfilata con la Filarmonica Diazzi, deposizione delle corone ai cippi commemorativi
e intervento dei ragazzi della scuola media sul progetto “La
scelta della Resistenza e di combattere il nazifascismo”. Nel
pomeriggio alle 16, a Vallalta, sfilata con la Filarmonica Diazzi, celebrazione religiosa, intervento del sindaco e deposizione
corone ai cippi dei caduti. Nel centro storico dalle 9.30 alle 20
si svolgerà la manifestazione “Concordia in fiore” con mercato del florovivaismo ed articoli per il giardinaggio, mercatino,
infiorata e laboratori a tema per ragazzi e bambini.
Mirandola
Sabato 23 aprile 10 presso l’Aula Magna Rita Levi Montalcini spettacolo teatrale “Al bordo della strada. Storie di cippi
partigiani” della compagnia Chili 5 di sale. Sempre alle 10 in
piazza Costituente il corteo di commemorazione presso le lapidi e i cippi partigiani del centro storico. Alle 14 ancora in
piazza Costituente corteo per la deposizione di corone ai cippi
partigiani. Lunedì 25 aprile, alle 9.45, in piazza Conciliazione
(Duomo), corteo per la celebrazione della Festa della Liberazione. Al termine discorso ufficiale del senatore Stefano Vaccari. Alle 15.30 in Piazza Costituente, presso il gazebo Anpi,
visita guidata sui luoghi della Resistenza a cura degli studenti
della scuola media Montanari. Alle 17 in via Pico/via Cavallotti concerto della Filarmonica Andreoli, mentre alle 18.30 in
piazza Costituente concerto rock con gli studenti del LuosiCattaneo e Raffaele Bruschi Band. Alle 16 ritrovo davanti al
Teatro Nuovo per la 25ª Pedalata Ecologica, con percorso di
16 km nel verde delle campagne ad andatura turistica ed accessibile a tutti: l’arrivo è previsto a Villa Tagliata con ristoro.
M.B.
dalla spesa ASSISTENZIALE
- maggiori risorse per l’INVECCHIAMENTO
della popolazione e una legge quadro per la NON
AUTOSUFFICIENZA
- equiparazione della NO TAX AREA tra pensionati e lavoratori
- cambiare la LEGGE FORNERO per rendere
più flessibile l’età pensionabile e dare una prospettiva
previdenziale certa ai giovani.
L’FNP Emilia Centrale invita i pensionati ad aderire a questo importante appuntamento unitario prenotando la partecipazione quanto prima presso le
sedi FNP dei territori di Modena e Reggio Emilia.
La partenza è prevista per il giorno 18 maggio alle
ore 7.00 rispettivamente dalla sede di Modena in via
Emilia Ovest 101 (Palazzo Europa) e dalla sede di
Reggio Emilia in via Turri 71.
Il rientro è previsto per le ore 19.00 del 19 maggio.
Viaggio, pernottamento e cena del 18 maggio
sono a carico della FNP Emilia Centrale.
La Segreteria FNP Emilia Centrale
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
10
Ecclesia
L’opera d’arte
Giovan Battista Moroni, Ultima cena (1565-71), Romano di Lombardia (Bergamo), chiesa
di Santa Maria Assunta e San Giacomo Maggiore. Le parole di Gesù nel Vangelo di questa
domenica si collocano nel contesto dell’ultima cena, episodio “ispiratore” di numerosi capolavori nella storia dell’arte. Fra questi, anche se poco nota, l’opera, qui a fianco, del bergamasco
Giovan Battista Moroni, forse il più grande ritrattista italiano del ‘500, che si cimentò anche
nel genere sacro, con risultati originali nel panorama artistico coevo. L’ultima cena è da lui
dipinta all’interno di un’architettura scenica: Cristo è al centro; da un lato Giovanni poggia
la testa sul suo petto, dall’altro Pietro chiede se sarà lui a tradire il Maestro. Gli altri apostoli
sono disposti secondo una tradizionale suddivisione a gruppi. Oltre alle tonalità cromatiche,
spicca, alle spalle di Gesù, il servitore, con il colletto e il tovagliolo bianchi, che porta in tavola
il vino e rivolge lo sguardo verso lo spettatore. Un personaggio singolare, identificato dagli
studiosi come un autoritratto del pittore.
Not
ALFA E OMEGA
In cammino con la Parola
DELLA FAMIGLIA
V DOMENICA DI PASQUA
P come Perdonare
Benedirò il tuo nome
per sempre, Signore
Domenica 24 aprile
Letture: At 14,21-27; Sal 144;
Ap 21,1-5; Gv 13,31-33.34-35
Anno C – I Sett. Salterio
Nel Vangelo di Giovanni
Gesù pronuncia, durante l’ultima cena, un lungo discorso di
addio (Gv 13,31-17,26). I versetti di questa domenica sono
l’inizio di questo discorso.
Giuda è appena uscito e Gesù
comincia a parlare in modo
solenne. Il primo versetto usa
il linguaggio della glorificazione. Il modo più semplice per
capire il significato del termine
“gloria” è pensare alle parole
del Padre Nostro “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. La
gloria è la pienezza della realtà
di Dio e Gesù dice che si manifesta nel momento in cui il figlio è tradito e comincia la sua
passione. La manifestazione di
Dio sarà piena al compimento
della vita di Gesù, cioè nella
passione, morte, resurrezione
e ascensione. Dio glorificherà
Gesù, lo glorificherà subito,
cioè non lo lascerà morire ma
lo introdurrà nella vita piena.
In questa unità paradossale di
croce e resurrezione, l’amore e
la potenza di Dio riempiono si
sé interamente l’esistenza umana. La sua grandezza si manifesta pienamente nel momento
della morte del figlio, Dio non
teme di mostrare la sua potenza in una vicenda di fallimento
e di morte. Questo perché la
sua potenza ha a che fare con
l’amore.
Capiamo allora perché
Gesù, subito dopo, dà ai suoi
discepoli il comandamento
dell’amore. Il credente vivrà di
amore perché il Padre è amore e lo farà secondo lo stile di
Gesù: come io vi ho amato,
così amatevi gli uni gli altri.
Proviamo ad approfondire il
significato di questo “come io
Dal Vangelo secondo Giovanni
Q
uando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse:
«Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui,
anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli
altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete
amore gli uni per gli altri».
vi ho amato”. Sicuramente ci
aiuta ripensare ad alcune parole di Gesù che parlano della
qualità del suo amore: “Gesù,
sapendo che era venuta la sua
ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i
suoi che erano nel mondo, li
amò sino alla fine” (Gv 13,1)
e “Nessuno ha un amore più
grande di questo, dare la vita
per i propri amici” (Gv 15,13).
Probabilmente amare come ha
amato Gesù, vuol dire anche
farlo nella prospettiva della
resurrezione, cioè amare con
Parole in libertà…
Gloria: in greco doxa, in ebraico kabod. Gloria è uno dei
termini teologici più importanti nel Vangelo di Giovanni e lo
si comprende dall’uso del corrispondente vocabolo ebraico.
Nell’Antico Testamento la gloria è la manifestazione visibile
di Dio in azioni sorprendenti della natura (ad esempio temporali) o della storia (come la manna nel deserto). La gloria di
Dio si manifesta nell’incarnazione (Gv 1,14), nel ministero di
Gesù, ma in particolare nel mistero della sua passione, morte
e resurrezione. Da qui l’uso del verbo glorificare: “E’ venuta
l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato” (Gv 12,23) e “L’ho
glorificato e lo glorificherò ancora!” (Gv 12,28).
Amare: tutti i Vangeli fanno della carità la caratteristica
principale del cristiano. Il primo comandamento è amare Dio
con tutte le proprie forze e il prossimo come se stesso. I sinottici riportano il comandamento di amare anche i nemici.
L’evangelista Giovanni è ancora più deciso nel fare dell’amore
la motivazione dell’agire di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito” (Gv 6,13). Infine in una
suprema sintesi la prima lettera di Giovanni afferma che Dio
è amore: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è
amore” (1Gv 4,8).
una forza che risana, che dà la
vita superando ogni morte.
Questo stile di amore è
talmente importante che diventerà il marchio di riconoscimento dei discepoli. Quelli
che credono in Gesù si potranno riconoscere da come sanno
amare e amarsi tra di loro. Si
tratta di una caratteristica decisiva che non può mancare
per rendere autentica l’esperienza della fede cristiana. Risuona l’inno alla carità di San
Paolo. “Se avessi il dono della
profezia, se conoscessi tutti i
misteri e se avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta
fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità,
non sarei nulla” (1Cor 13,2).
La Chiesa di oggi come
in ogni tempo ha bisogno di
mostrare una vera capacità
di amare, con le caratteristiche di Gesù, la sua passione
e la sua radicalità. Le nostre
comunità, le nostre parrocchie devono essere luoghi in
cui s’impara ad amarsi e si
vive la donazione reciproca.
Abbiamo sempre bisogno di
crescere in questa dimensione
e di non stancarci di migliorare, non dobbiamo rassegnarci
alla miseria delle beghe quotidiane e delle piccole rivalità,
pena l’irrilevanza della nostra
presenza,
l’irriconoscibilità della verità che portiamo.
Allo stesso modo abbiamo
tanto bisogno di vedere l’amore vissuto nelle famiglie, che
siano luogo di dialogo, di crescita e che vivano il loro dono
di essere la testimonianza più
viva di come Dio ama la sua
Chiesa.
Don Carlo Bellini
Dal punto di vista etimologico perdonare significa
concedere un dono: è così
in tutte le lingue, dall’inglese
forgive al francese pardonner
ed al tedesco vergeben. Non
sono molte le persone predisposte all’atto di donare, ed
anche se dal punto di vista
etico o religioso si può essere
d’accordo sul principio, metterlo in pratica è tutt’altra cosa. Il perdono
implica la propria
liberazione da un
nemico
interno,
costituito dall’odio.
L’odio, come l’amore,
è un sentimento molto
forte, che può legare indissolubilmente ad una persona e
che dunque fa sì che chi offende sia sempre nei pensieri
dell’offeso, nei suoi ricordi,
nei suoi progetti.
L’odio crea una dipendenza. Ultimamente il tema del
perdono è emerso più volte
nel corso di varie discussioni e mi sembra importante
affrontarlo. Il perdono, si voglia o no, è un processo necessario in tutte le storie relazionali, sia che siano finite o
ancora in corso. Per arrivare
a perdonare è necessario capire cosa è veramente il perdono. Spesso infatti si tende a
confondere il perdono con la
riconciliazione ma sono due
atti totalmente autonomi.
Perdonare significa riuscire
a vedere i limiti di chi ci ha
ferito, ridargli una dimensione più reale, di persona con
pregi e difetti, comprendere
senza per questo giustificare.
E’ un atto che richiede profondo equilibrio interiore
nonché l’accettazione profonda di noi stessi. Comprendere ed accettare i nostri
difetti e le nostre fragilità ci
permette di farlo poi con gli
altri. Perdonare non significa
dimenticare ma far sì che il
passato non continui a ferirci,
ricordare senza provare dolore. In quest’ottica il perdono
non è qualcosa che serve a
chi ci ha offeso per liberarsi
delle sue responsabilità ma,
innanzitutto, un processo per
liberare noi delle conseguenze dell’offesa che abbiamo ricevuto. Non è facile perché
molto spesso crediamo di
aver perdonato e non è
vero.
L’azione necessaria per arrivare
a “perdonare” sta
e risiede anche in
un “sano” tempo di
crisi, un tempo in cui
i nodi problematici e irrisolti
vengano alla luce. È di fondamentale importanza cioè
che tanti i singoli quanto le
coppie prendano atto delle situazioni reali, che si fermino
per osservare per discernere
la loro situazione e le conseguenze.
Soltanto se guardiamo
con molto realismo alle situazioni da noi cerate, possiamo
prendere coscienza dei nostri
errori, delle dimenticanze
delle loro cause e delle loro
conseguenze. Occorre realizzare, per fare ciò, creare le
condizioni necessarie, quali
la solitudine e il silenzio. Soltanto nella solitudine è possibile sperimentare l’ascolto di
sé che porta ad un autentico
dialogo con l’altro. Solo dalla riflessione, nel silenzio del
nostro cuore, su noi stessi e
sul nostro comportamento,
possono scaturire risposte
vere e sincere a queste domande.
Se la fede è centrale in
ogni cammino cristiano, il
perdono e la guarigione sono
il cuore della fede stessa.
Giungere a questa conoscenza commuove e ci fa stare
davanti alla croce con occhi
nuovi.
Ermanno Caccia
11
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
RICOSTRUZIONE
Ecclesia
Sopralluogo del Vescovo e dei tecnici in Cattedrale
Domenica 24 aprile
colletta per l’Ucraina
Sul tetto di Carpi
U
n sopralluogo sui tetti della Cattedrale. Lo hanno
compiuto, lo scorso 14 aprile,
il Vescovo Francesco Cavina, l’ingegner Marco Soglia,
responsabile della ricostruzione per la Diocesi di Carpi,
insieme ai tecnici di Cmb, il
direttore dei lavori Massimo
Campagnoli e il capocantiere
Antonio Giarratana.
“Sono terminati i lavori di
restauro al tamburo, sia all’esterno che all’interno - spiega l’ingegner Soglia -. Ora si
smontano i ponteggi per poter
completare le opere di finitura
alla base del tamburo stesso. Si
è concluso, inoltre, l’intervento
sulle statue di facciata”.
Durante il sopralluogo è
stato possibile raggiungere la
croce posta sulla sommità del
tamburo, il punto più alto della Cattedrale. Una salita suggestiva che ha offerto la possibilità davvero unica di godere del
panorama della città.
Al momento, prosegue
SOLIDARIETÀ
L’iniziativa lanciata da Papa Francesco
Come annunciato da Papa Francesco nel Regina Coeli
dello scorso 3 aprile, in tutte le chiese d’Europa domenica 24
aprile si terrà una speciale colletta per l’Ucraina. “Il mio pensiero - ha affermato il Pontefice - va a tutte le popolazioni che
più hanno sete di riconciliazione e di pace. Penso, in particolare, al dramma di chi patisce le conseguenze della violenza in
Ucraina: di quanti rimangono nelle terre sconvolte dalle ostilità che hanno causato già varie migliaia di morti, e di quanti
- più di un milione - sono stati spinti a lasciarle dalla grave
situazione che perdura. Ad essere coinvolti sono soprattutto
anziani e bambini. Oltre ad accompagnarli con il mio costante
pensiero e con la mia preghiera, ho sentito di decidere di promuovere un sostegno umanitario in loro favore. A tale scopo,
avrà luogo una speciale colletta in tutte le chiese cattoliche
d’Europa domenica 24 aprile prossimo. Invito i fedeli ad unirsi a questa iniziativa con un generoso contributo”.
l’ingegner Soglia, “stanno procedendo i lavori nei sottotetti
e alla metà di maggio inizierà
l’intervento di restauro pittorico delle navate”. Il sopralluogo,
conclude, “ci permette di confermare che i lavori proseguono secondo i tempi previsti e,
dunque, anche la previsione
di riapertura della Cattedrale
nella primavera 2017”.
Not
Caritas diocesana di Carpi si rende disponibile per raccogliere le offerte e per inviarle al Pontificio Consiglio “Cor
Unum”, incaricato di gestire i fondi derivanti dalla colletta.
Info: tel. 059 644352
foto Federico Massari
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12
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
Ecclesia
ANNO SANTO
Maria Silvia Cabri
Secondo appuntamento, il
13 aprile alla chiesa giubilare
di Santa Croce, con la celebrazione dei Giubilei per le
categorie della società civile,
promossi dalla Diocesi di Carpi. Protagonisti gli operatori
di banca: quasi un centinaio
di rappresentati dei vari istituti di credito del territorio si
è riunito con il Vescovo monsignor Francesco Cavina, per
condividere un’occasione di
riflessione e preghiera. Dopo
la processione, partendo dal
cimitero locale, vi è stato l’ingresso attraverso la Porta Santa, e la celebrazione della Santa
Messa.
“Vi ringrazio per la vostra
partecipazione così numerosa
- ha esordito il Vescovo nell’introdurre l’Omelia - e per voler
vivere questo momento di meditazione come una ‘pausa’, in
mezzo alle tante tribolazioni
quotidiane, una ‘parentesi di
riposo’ a fronte delle preoccupazioni che voi, operatori di
banca, vivete in prima persona,
nel vostro lavoro e nel rapporto con gli utenti”. Monsignor
Cavina ha poi sottolineato il
“profondo cambiamento drastico che stiamo affrontando, il
sovvertimento dei valori della
società che subisce la persuasività e la rivoluzione tecnologica e informatica”, ribadendo
la preoccupazione per l’instabilità finanziaria, per i flussi
migratori e per le tante crudeli guerre. “Una terza guerra
mondiale, a puntate”, come l’ha
definita Papa Francesco.
Il Vescovo, rivolgendosi ai
presenti, ha poi sollevato un
interrogativo:
“Consapevoli
di essere alla fine di un’epoca,
ignari di cosa ci aspetta, potremmo chiederci che senso
abbia ritrovarci per celebrare
il Giubileo della Misericordia,
che pare così ‘lontano’ dalla
realtà che stiamo vivendo?”.
Traendo spunto dalla prima
lettura dagli Atti degli Apostoli, monsignor Francesco
Accogliere l’invito di Gesù
ha sottolineato come lo stesso
interrogativo se lo siano posti
i primi cristiani vittime di una
feroce persecuzione: “Ma la
Provvidenza aveva altro in serbo per loro; si è ‘servita’ di questa drammatica esperienza per
portare la Fede in quei luoghi
che altrimenti non avrebbero
conosciuto Gesù”. Come emerge dal Vangelo di Giovanni, il
Signore è preoccupato per la
nostra fame e la nostra sete,
“che non sono fame e sete di
cose materiali, bensì di qualcosa di più profondo senso e
significato. Il cuore dell’uomo
ha fame e sete di infinito”.
L’omelia del Vescovo è poi
proseguita con una sua riflessione di una poesia di Giacomo Leopardi, “Canto notturno
di un pastore errante dell’Asia”:
“Le domande che il poeta si
Tutti gli operatori di banca che hanno partecipato al
Giubileo a loro dedicato hanno espresso entusiasmo e gratitudine per l’iniziativa voluta
dal Vescovo. “Siamo persone che lavorano ogni giorno
con altre persone: questo è
un principio essenziale che a
volte si rischia di trascurare,
e che monsignor Cavina ci ha
bene ricordato - commenta
Letizia Sandri, responsabile
Area manager di Unicredit
Carpi -. Siamo grati al Vescovo per questo momento di
riflessione. In questo tempo
in cui si è sempre di corsa, in
cui le cose di oggi dovevano
essere pronte già ieri, il nostro
compito è rispettare sempre
i valori nel quotidiano rapporto con il pubblico: ne beneficia l’utente, ma anche lo
stesso gruppo di lavoro. Se sei
positivo, semini positività”.
“Ho accolto con entusiasmo la proposta del no-
PACKAGING & LOGISTICS INTEGRATION
IMBALLAGGI
A Santa Croce il Vescovo Cavina ha celebrato
il Giubileo degli operatori bancari
LOGISTICA INDUSTRIALE
Le testimonianze dei partecipanti
Persone che lavorano con le persone
stro Vescovo di organizzare un
Giubileo dedicato alla categoria
professionale a cui appartengo
- prosegue Luigi Zanti, responsabile Bper Area Carpi -: è stato gratificante e intenso poter
condividere con tanti colleghi di
diversi istituti, un momento così
intenso di riflessione e preghiera. Nella nostra professione siamo spesso chiamati a decisioni
difficili, che possono condizionare, nel bene e nel male, la vita
delle persone. Assume pertanto
un valore assoluto la capacità,
anche aiutata dalla preghiera, di
conciliare il rispetto delle regole
professionali all’attenzione alla
persona umana e al bene comune. Le parole del nostro Vescovo,
in tal senso, sono state di grande
aiuto e sostegno”. “E’ stata una
piacevole sorpresa vedere tante
persone ‘concorrenti’ tra di loro,
www.chimar.eu
SERVIZI LOGISTICI
riunite insieme. Un momento
di condivisione mai vissuto prima - prosegue Gianluca Casolari, responsabile filiale Imprese
Carpi Agenza 1 del Banco San
Geminiano San Prospero -. Mi
ha colpito l’elevata partecipazione, nessuno era obbligato a venire. Un evento molto toccante,
in tutti i suoi vari passaggi. Ci
siamo guardati con occhi diversi: il giorno successivo mi sono
confrontato con alcuni colleghi,
tutti hanno manifestato il loro
apprezzamento e abbiamo percepito una sensazione: che si lavorasse con uno spirito diverso”.
“Appuntamenti come questo - ribadisce Alberto Marri, vice presidente Bper - consentono di riscoprire l’etica, la correttezza con
cui le banche vanno gestire: con
il ‘fare dei galantuomini’. È un
mestiere in cui si è sempre espo-
COSTRUIAMO
OGGI IL NOSTRO
sti al rischio di comportamenti
non corretti: è umanamente
possibile a volte perdere la retta
via. Per questo le parole del Vescovo sono risuonate preziose,
stimolo per pensieri e riflessioni che ci hanno accompagnato
anche una volta terminata la
Messa, e che ci aiutano a coniugare il bene personale con quello della comunità”. Rimarca la
forza di comunicazione del Vescovo anche Stefano Vincenzi,
responsabile filiale Bper di Medolla: “Le Omelie di monsignor
Cavina sono sempre attinenti
al tema, capaci di infondere
speranza in un mondo, quello
della banca, fatto di numeri e
denaro. Il Vescovo è riuscito a
coniugare la Misericordia con
il nostro lavoro, a unirci tutti,
e a donarci una prospettiva più
ampia, in cui non dobbiamo
fermarci all’attività che svolgiamo, ma ricordarci che siamo
esseri umani che operano con
altri esseri umani”.
FUTURO
Proponiamo soluzioni innovative e capacità organizzative
nel packaging e nella logistica integrata, nel rispetto
dei collaboratori e dell’ambiente.
CONTRIBUIAMO AL SUCCESSO DEI NOSTRI CLIENTI
I prossimi Giubilei
nel mese di aprile: sabato
23 aprile alle 17, ministri
straordinari della Comunione Eucaristica; sabato
30 aprile alle 17, catechisti.
pone, sono straordinariamente attuali: perché io esisto? Che
senso ha il mio gioire, il soffrire, la morte? Il cuore esige
delle risposte, che nessun bene
o carriera politica potrà dare.
E come il Leopardi ribadisce,
la nostra società sembra affondare sempre più nella noia e
nella tristezza”. Dunque, altro
interrogativo posto dal Vescovo, a chi dobbiamo rivolgerci
perché il nostro cuore e la nostra vita siano intrisi di gioia?
“La risposta si trova nel Signore. Gesù per dare senso alla
vita non ci propone soluzioni
‘tecniche’, non ci chiede di fare
affidamento solo sulle nostre
forze o di compiere qualche
gesto eroico o straordinario,
ma semplicemente di accoglierlo, di farlo entrare nella
nostra vita. Ritrovandoci qui,
stasera, abbiamo colto questo
invito e ci siamo presentati a
Lui con cuore sincero e disposti a cambiare”.
Quel ‘cambiamento del
cuore’ che è necessario per
fare fronte al degrado ambientale cui si riferisce Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’,
e che è in realtà dovuto al degrado dell’etica umana, dei valori dell’uomo. Questo ci deve
guidare: “Quanto maggiore è
l’oscurità, tanto più grande è
l’esperienza della luce che troviamo solo nella Fede”, ha concluso il Vescovo Cavina.
L’accoglienza è stata
curata, oltre che dalla
parrocchia di Santa Croce, dalle dame dell’Unitalsi, mentre l’animazione
dei canti dal coro di San
Marino. A ciascun partecipante è stato distribuito
il testo della lettera pastorale del Vescovo “Avere il
cuore libero e presso Dio”
scritta nell’Anno della
Misericordia.
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
S
abato 14 maggio, vigilia
di Pentecoste, alle 20.30,
nella chiesa di San Giuseppe
Artigiano a Carpi, il Vescovo
monsignor Francesco Cavina
ordinerà diaconi i seminaristi
Enrico Caffari, Mauro Pancera
ed Emiddio Voli. I tre giovani
compiranno così un ulteriore
passo verso l’ordinazione presbiterale, esprimendo la volontà di consacrarsi interamente
a Dio ed assumendo il vincolo
del celibato. Tutta la comunità diocesana è invitata ad accompagnare Enrico, Mauro ed
Emiddio con la preghiera, in
preparazione ad un evento che
sarà canto di lode al Signore per
il dono di tre nuove vocazioni al
servizio della Chiesa di Carpi.
In questo Anno Santo della
Misericordia, noi seminaristi di
Carpi Enrico, Mauro ed Emiddio dopo essere stati istituiti
accoliti lo scorso 12 dicembre
2015, ci stiamo preparando
nella preghiera alla nostra ordinazione diaconale, che avverrà
il 14 maggio, vigilia di Pentecoste, presso la parrocchia di San
Giuseppe Artigiano a Carpi,
alle 20.30. Siamo molto grati
al Signore per questo ulteriore
dono che ci fa in vista dell’ordinazione presbiterale e desideriamo consacrarci al Signore
per tutta la vita manifestando
davanti al popolo santo di Dio
che è in Carpi il nostro “eccomi” e il nostro “sì, lo voglio”
lasciando compiere in noi la
volontà di Dio.
Con l’ordinazione diaconale, che avverrà per l’impo-
VOCAZIONI
Ecclesia
Tre seminaristi saranno ordinati diaconi il 14 maggio a Carpi
Si compia in noi la tua volontà
sizione delle mani del nostro
Vescovo Francesco Cavina, lo
Spirito Santo scenderà su di
noi e ci darà una particolare
conformazione a Cristo Servo.
E’ un passo molto importante
verso il sacerdozio: con questo rito infatti consacreremo
interamente la nostra vita al
Signore, assumendo il vincolo
del celibato, e saremo incardinati nella diocesi di Carpi, cioè
assumeremo un particolare legame con questa porzione del
popolo di Dio che ci viene affidata dal Signore e dal Vescovo.
In questi anni di seminario, abbiamo sentito crescere
ogni giorno il nostro amore verso Dio e la Sua Chiesa,
abbiamo approfondito la conoscenza della Sua Parola e
dell’insegnamento della Chiesa e abbiamo stretto bellissimi
legami di amicizia e di fraternità con i nostri compagni.
Nel compiere questo passo
siamo dunque animati da un
forte sentimento di gratitudine verso tutti coloro che in
questi anni ci hanno guidati e
accompagnati, in particolare
il nostro Vescovo Francesco
Cavina, che è per noi come un
padre che ci ha sempre dato
fiducia e si è preso cura del
cammino di ciascuno di noi;
il nostro rettore don Massimo
Dotti e i superiori del seminario di Modena, che ci seguono
nel nostro cammino di formazione verso il presbiterato; i
nostri insegnanti, che ci hanno
trasmesso le conoscenze teologiche e ci hanno trasmesso
la bellezza di penetrare sempre più nel mistero di Cristo;
i nostri parroci, che ci hanno
accompagnato nel tirocinio
pastorale e ci hanno dato testimonianze stupende di pastori.
Infine vorremmo ringraziare
di cuore i nostri compagni e
tutti coloro che hanno camminato con noi nelle parrocchie
in questi anni, perché ci hanno
testimoniato la bellezza dell’essere Chiesa.
Proprio per essere ministri
di questa Chiesa, stiamo per
compiere questo passo. Il diaconato ci conformerà a Cristo
servo per essere nella Chiesa
segno e strumento di Gesù che
non è venuto “per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Vi chiediamo di pregare
per noi, perché questo stile di
servizio possa sempre segnare
il nostro ministero, e possiamo
diventare sacerdoti santi a immagine di Gesù servo e buon
Pastore che ha donato la sua
vita per l’umanità.
Mauro, Enrico, Emiddio
Mauro Pancera, Emiddio Voli, Enrico Caffari
in tasca
Si invitano i parroci e le segreterie parrocchiali a comunicare tempestivamente eventuali aggiornamenti
CARPI CITTÁ
CATTEDRALE (chiesa della Sagra): Feriali: 9.00, 18.30 •
Sabato pref: 18.00 • Festive: 9.30 (cinema Corso), 10.45,
12.00, 18.00
SAN FRANCESCO: Feriale: 8.30 (cappella) • Sabato pref:
19.00 (Chiesa di San Bernardino da Siena) • Festive:
9.30, 11.00, 19.00 (Chiesa di San Bernardino da Siena)
SAN NICOLÓ: Feriali: 8.30, 18.30. Alle ore 10 nei giorni feriali: Messa seguita dall’Adorazione Eucaristica fino alle
ore 12 • Sabato pref: 18.30 • Festive: 8.00, 9.30, 11.00, 17.30
CORPUS DOMINI: Feriale: 19,00 • Sabato pref: 19,00 • Festive: 8.30, 10.00, 11.30 (sospesa in luglio e agosto)
QUARTIROLO: Feriale: 19,00 • Sabato pref: 19,00 • Festiva: 8, 9.45 (sospesa in luglio e agosto), 11.15, 19.00
SAN BERNARDINO REALINO: Feriale: 18.30 (ore 18.15 recita Vespri) • Sabato pref: 19.00 • Festive: 9.30, 11.15, 17.00
SAN GIUSEPPE ARTIGIANO: Feriali: 8.30, 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 9.30, 11.00, 18.30
SANT’AGATA CIBENO: Feriale (dal lunedì al venerdì):
19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 9.30, 11.15
SANTA CHIARA: Feriale: 7 • Festiva:7.30
SAN BERNARDINO DA SIENA: Feriale: 7 • Festiva: 7.15
CIMITERO: Festiva: 10.30 (10.00 recita del Santo Rosario)
OSPEDALE RAMAZZINI (presso la cappella): Feriali e
sabato pref: 19.00 • Festiva: 9.00 • Dal lunedì al venerdì
dalle 18.30 alle 19 recita del Santo Rosario
CASE PROTETTE: Tenente Marchi festive 9.15
CARPI FRAZIONI
SANTA CROCE: Feriale: 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 8.30, 11.15
GARGALLO: Feriale: mercoledì 20.30 • Festiva: 10.00
BUDRIONE-MIGLIARINA: (presso il centro di comunità
di Budrione). Feriale: 20.30 • Sabato pref: 20.30 • Festive:
9.30, 11.00
SAN MARINO: Feriale: da lunedì a venerdì 7.30 • Festive:
8.00, 11.00
FOSSOLI: Feriale: 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 10.00
- 11.30
CORTILE: Festive: 11.00
SAN MARTINO SECCHIA: Feriali: 18.00 (dal lunedì al venerdì) • Sabato e giorni prefestivi: 8.30 • Festive: 18.00. I
frati sono disponibili per le confessioni tutti i giorni (ore
8-12, 15-19.30 tranne che durante la messa feriale)
LIMIDI: Feriali: 19.00 • Sabato pref: 19.00 • Festive: 8.00,
10.00, 11.30
PANZANO: Feriale: venerdì 20.30 • Festiva: 11.30
ROLO: Orario invernale. Feriale: lunedì 20.30; mercoledì e
giovedì 19.00; martedì e venerdì 8.30; • Sabato pref: ore
18,00 • Festive: 9.30, 11.15
NOVI E FRAZIONI
NOVI: Orario invernale. Feriale: 18.00 • Sabato pref: 18.00 •
Festive: 8.30, 10.00, 11.15, 18.00
ROVERETO: Feriali: 20.30 • Sabato pref: 20.30 • Festiva: 8.30,
11.15
SANT’ANTONIO IN MERCADELLO: Festiva: 11.15
CONCORDIA E FRAZIONI
CONCORDIA: Feriale: 9 • Sabato prima festiva: 18.30 • Festiva: 8,00, 9.30, 11.15
SAN GIOVANNI: Festiva: 11
SANTA CATERINA: Festiva: 9.30
FOSSA: Feriale: 8.30 • Festiva: 9.30
VALLALTA: Feriale: legale festiva 18.30 • Sabato prima festiva: legale estiva 19.30 • Festiva: 11.30
13
(…) La chiamata di Dio avviene attraverso la mediazione
comunitaria. Dio ci chiama a
far parte della Chiesa e, dopo
una certa maturazione in essa,
ci dona una vocazione specifica. Il cammino vocazionale
si fa insieme ai fratelli e alle
sorelle che il Signore ci dona:
è una con-vocazione. (…) Fin
dal sorgere di una vocazione è
necessario un adeguato “senso”
della Chiesa. Nessuno è chiamato esclusivamente per una
determinata regione, né per
un gruppo o movimento ecclesiale, ma per la Chiesa e per
il mondo. (…) Rispondendo
alla chiamata di Dio, il giovane vede espandersi il proprio
orizzonte ecclesiale, può considerare i molteplici carismi e
compiere così un discernimento più obiettivo. La comunità
diventa, in questo modo, la
casa e la famiglia dove nasce
la vocazione. Il candidato contempla grato questa mediazione comunitaria come elemento
irrinunciabile per il suo futuro.
Impara a conoscere e amare
fratelli e sorelle che percorrono
cammini diversi dal suo; e questi vincoli rafforzano in tutti la
comunione. (…) Chiediamo al
Signore di concedere a tutte le
persone che stanno compiendo
un cammino vocazionale una
profonda adesione alla Chiesa;
e che lo Spirito Santo rafforzi
nei Pastori e in tutti i fedeli la
comunione, il discernimento e
la paternità e maternità spirituale.
(Papa Francesco, Messaggio
per la 53ª Giornata mondiale di
preghiera per le vocazioni)
Orari delle Sante Messe
MIRANDOLA
CITTÁ: Orario invernale. Feriale: ore 7.00, 8.30, 18.30 (aula
Santa Maria Maddalena); 9.00 al mercoledì (casa di riposo) • Sabato prima festiva: 17.00 (casa di riposo); 17.00
(aula Santa Maria Maddalena); 18.30 (centro di comunità via Posta) • Festiva: 7.30 (ospedale); 9.00, 10.30, 12.00,
18.30 (centro di comunità via Posta); 10.00 (aula Santa
Maria Maddalena)
MIRANDOLA FRAZIONI
CIVIDALE: Feriale e sabato prima festiva: 18.00 (canonica)
• Festiva: 10.00 (tensostruttura)
QUARANTOLI: Feriale: dal lunedì al venerdì 18.00 (cappella dell’asilo) • Sabato prima festiva: 18.00 (cappella
della ditta Acr Reggiani in via Valli 1) • Festiva: 11.15
(centro di comunità)
GAVELLO: Festiva: 9.30
SAN MARTINO SPINO: Feriale: 15.30 • Sabato prima festiva: 16.00 • Festiva: 11.00
SAN MARTINO CARANO: Orario invernale. Feriale: 7.00
• Sabato prima festiva: 17.00 • Festiva: 8.00, 10.00, 11.30
MORTIZZUOLO: Feriale: 19.00 • Festiva: 10.00 • Il primo
sabato del mese Santa Messa alle 17 a Confine
SAN GIACOMO RONCOLE: Feriale: 20.00 • Sabato prima
festiva: 20.00 • Festiva: 10.00, 11.30
SANTA GIUSTINA VIGONA : (presso la cappella della
ditta Acr Reggiani in via Valli 1 a Quarantoli) Festiva:
9.45
TRAMUSCHIO: Festiva: 11.15
SAN POSSIDONIO: Orario invernale. Feriale: lunedì,
mercoledì, giovedì 18.30; martedì e venerdì 9.00 • Sabato
prima festiva: 18.30 • Festiva: 9.30, 11.30
14
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
Ecclesia
Benedetto XIII, la riforma della disciplina ecclesiastica
e il Giubileo del 1725
STORIA
VITA DELLA CHIESA
IIntervista al cardinale Stella sui santuari
c
come luoghi di misericordia
Un afflusso enorme di pellegrini
I
l 7 marzo 1724 moriva papa
Innocenzo XIII e veniva indetto il conclave. Il consesso si
aprì il 20 marzo, ma il 25 maggio ancora non si era raggiunto
l’accordo. Il 29 maggio 1724
fu eletto papa Vincenzo Maria
Orsini, che assunse il nome di
Benedetto XIV.
Il nome di Benedetto XIV,
in breve tempo, venne corretto con Benedetto XIII, poiché
Pietro de Luna, che aveva già
utilizzato tale nome tra il 1394
e il 1423, era scismatico, cioè
antipapa.
Tra i suoi primi atti vi fu il
rafforzamento della disciplina
ecclesiastica.
Durante il Giubileo del
1725 si dimise dalla carica di
“Gran Penitenziere” e affermò
che aveva seriamente pensato
di ripristinare l’uso di penitenze pubbliche per alcune colpe
gravi. Per favorire lo sviluppo
di seminari diocesani, istituì
una commissione speciale, la
Congregazione dei seminari.
Un festoso suono di campane
di tutte le chiese di Roma fatte
suonare tre giorni prima dell’apertura solenne del Giubileo,
annunciò all’urbe e al mondo
l’apertura della Porta Santa Vaticana. Le fonti ci dicono che
il flusso dei pellegrini giunti a
Roma fu enorme e si registrarono serrate organizzazioni
per l’accoglienza dei forestieri.
L’ingresso in città fu regolato e ben cadenzato per evitare
i disordini e sovraffollamenti,
già segnalati negli anni santi
precedenti.
Il sommo Pontefice fu minuziosamente presente nella
città. Alcune uscite del Papa
ebbero una valenza devozionale e pastorale. Le fonti mettono
in risalto la grande processione
per la Festa della Madonna del
Rosario, celebrata a Minerva: la
festa si caricò di specifica valen-
Santa Maria sopra Minerva
AGESCI
Domenica 24 aprile in piazzale Re Astolfo
Benedetto XIII
za per l’appartenenza di papa
Orsini all’Ordine Domenicano.
Sulla scia di Innocenzo XII,
papa Benedetto XIII facilitò
l’insediamento a Roma di con-
gregazioni religiose, specie dii
quelle dedite nella formazionee
del clero e nelle missioni po-polari nelle piazze cittadine..
L’impegno del Pontefice perr
la riforma della disciplina ec-clesiastica trovò evidente con-ferma nell’indizione e nellaa
celebrazione del Concilio Late-ranense aperto il 15 aprile dell
1725. Esso rappresentò una ca-denza importante per gli esitii
pastorali e per il messaggio dii
rigore a di solennità veicolato
o
ai pellegrini e alla stessa cittàà
di Roma. Durante il Concilio
o
lateranense del 1725, richiesee
un’incondizionata accettazio-ne della bolla pontificia Uni-genitus, nella quale si erano
o
confutati tutti i principali fon-damenti dell’eresia giansenistaa
francese; e, sebbene con note-voli sforzi, riuscì a fare appro-vare tale deliberazione al cardi-nal de Noailles arcivescovo dii
Parigi nel 1728.
Le cerimonie del 1725 evi-denziarono una particolare e
accresciuta sensibilità a faree
dello stesso Giubileo la scenaa
della moralizzazione del clero
o
e del disciplinamento dei co-stumi.
EC
C
ACR
Cento anni di lupettismo
Il 1 maggio presso
la parrocchia del Corpus Domini
L’Agesci festeggerà domenica 24 aprile il centenario del
lupettismo. Alle 12 tutti i branchi d’Italia, in contemporanea, lanceranno il grande urlo rinnovando l’impegno a fare
“del proprio meglio”. Anche le coccinelle sono state invitate
a partecipare con il loro saluto, tenendo conto che nel 2016
si festeggia il 70° di fondazione del coccinellismo italiano.
A Carpi, nella prima mattinata, giungeranno i branchi
e i cerchi della Zona: suddivisi in gruppi, saranno dislocati
in parrocchie e parchi cittadini per attività e giochi. Alle
12, il momento culmine, ovvero il grande urlo insieme in
piazza Martiri, a cui tutti, e in particolare quanti hanno vissuto il lupettismo, sono invitati ad assistere. Dopo il pranzo
al sacco, seguirà alle 14 la Santa Messa in piazzale Re Astolfo, presieduta dal Vescovo monsignor Francesco Cavina,
per concludere alle 17, di nuovo nei luoghi di accoglienza
della mattinata.
Domenica 1 maggio si tiene la tradizionale Festa degli
incontri promossa dall’Azione cattolica ragazzi della Diocesi di Carpi. In questa edizione sarà la parrocchia del Corpus
Domini ad accogliere l’iniziativa rivolta ai piccolissimi (4-5
anni), ai bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie.
Il tema della riflessione sarà l’icona biblica dell’Azione cattolica di quest’anno, quindi il brano della visita di Maria ad
Elisabetta. Questo il programma.
Dalle 9 alle 9.30 l’accoglienza, alle 10 l’inizio delle attività,
alle 12.30 la Santa Messa. Alle 13.30 il pranzo al sacco, e, a
seguire, dalle 14.30 alle 17 giochi per tutti.
Se le attività si concluderanno qui per i bambini delle elementari, i ragazzi delle medie rimarranno per la cena e per
una serata insieme fino alle 22.
Insieme alla Festa degli incontri
Le case del perdono
A
leggere attentamente i
Vangeli ci rendiamo conto
cche l’atteggiamento di Gesù, il
donare il perdono, fa parte esd
ssenziale della sua vita. Egli è il
ssalvatore, il redentore, e come
ttale svolge la sua missione perdonando i nostri peccati e le
d
nostre colpe, le nostre malattie,
n
ssostenendo i nostri fallimenti.
IIl perdono per eccellenza che
Gesù ci fa è la sua stessa vita
G
cche matura in noi, divenendo
iil nostro vero io, il nostro stessso essere.
Luoghi privilegiati di quessto incontro, tra la nostra fraggilità e la forza risanatrice della
rriconciliazione, rimangono i
ssantuari dislocati in quasi ogni
paese, città.
p
Papa Francesco ha definito
iil santuario “casa di perdono”
dove ognuno si incontra con
d
lla tenerezza del Padre che ha
misericordia di tutti, nessuno
m
eescluso.
Sul legame tra misericordia e santuari, abbiamo posto
d
qualche domanda al Prefetq
tto della Congregazione per il
cclero, il Cardinale Beniamino
SStella.
Eminenza, cosa è un
santuario?
E’ un luogo dove una perssona va per un impulso del
ccuore, cioè alla base c’è in generre una connotazione di caratterre affettivo. E’ un luogo dove la
ggente va per affidare al Signore
i problemi della vita, per tornarre a casa con una consolazione.
Non sempre si ottiene la graN
zzia, però, quel che conta è che il
ccuore e la coscienza si sentano
bene, e questo è già un piccob
llo miracolo! Poi ci sono anche
lle grazie vere e proprie, come
dimostrano gli ex-voto, che
d
ssono testimonianza tangibile
di quanto di nuovo e di bello è
d
aaccaduto nella propria vita.
In che cosa differisce un
santuario da una chiesa
parrocchiale?
Card. Beniamino Stella
Nell’essere essenzialmente
un luogo di preghiera, dove la
gente va per riconciliarsi con il
Signore, anche perché in questi
luoghi c’è sempre qualche prete
che confessa e si può non essere osservati.
In molti santuari è stata aperta la Porta Santa
del Giubileo della Misericordia. Cosa consiglia
ai sacerdoti che lì svolgono il loro ministero?
Innanzitutto la disponibilità a confessare, ad accogliere
i penitenti con grande carità e
bontà. Il Papa predica la misericordia, la gente lo ascolta e si
accosta ai confessionali. Spetta
ai preti addossarsi questa fatica, che è un grande e bellissimo ministero.
E così per vedere la
coda ai confessionali
bisogna andare nei santuari, perché non anche
nella parrocchia?
Nelle parrocchie non ci
sono le code, però molte confessioni avvengono alla spicciolata, magari uno tornando
dal mercato si ferma in chiesa
e chiede di confessarsi, o è invogliato a farlo se vede la luce
accesa in confessionale. Spesso nei santuari la coda si forma perché sono insufficienti i
preti che confessano. Occorre
prevedere l’afflusso dei fedeli e
cercare di chiamare per tempo
i sacerdoti necessari a rendere
le cose meno lunghe e pesanti.
EC
MASCI
Il San Giorgio interregionale a Gubbio
Il 16 e 17 aprile gli adulti scout di Emilia-Romagna, Umbria,
Toscana, Marche e Abruzzo, si sono abbracciati nella stupenda
cornice francescana per celebrare San Giorgio, patrono dello
scautismo mondiale, di cui l’incantevole città di Gubbio venera
una rara reliquia e ne rende visibile la devozione dedicandogli
uno dei tre ceri della famosa Corsa, insieme a Sant’Ubaldo, patrono della città, e a Sant’Antonio.
La Comunità Masci di Carpi San Francesco era presente
con otto fazzolettoni azzurri. Misericordia e gioia nel servizio
hanno accompagnato il miniconvegno, con l’intervento del Vescovo di Gubbio, monsignor Mario Ceccobelli, sul Giubileo; il
fiammeggiante fuoco di bivacco e la Santa Messa al campo, nel
meraviglioso chiostro del convento di San Francesco.
Giochi e canti hanno monopolizzato l’attenzione e la curiosità dei tanti turisti, ignari, nel vedere invase piazze e vie da
adulti ottimisti, nonostante tutto, con l’accompagnamento di
sbandieratori svolazzanti e il Signore sorridente dall’alto.
Buona strada col Risorto!
Alberto Rustichelli, Masci San Francesco di Carpi
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
ANNO SANTO
Ecclesia
Riflessioni sulle opere di misericordia spirituale /5
Ammonire i peccatori
C
orreggere il fratello è tirar
fuori dal guscio, dove egli è
finito prigioniero delle sue miserie, la sua bellezza nascosta,
perché il suo volto torni a risplendere di quella luce che Dio
gli ha messo dentro quando lo
ha pensato dall’eternità. Questo
è un compito senza fine, perché
la creatura è soggetta a continue cadute.
Mi colpisce sempre un detto di Nikolaj A. Berdjaev, il
quale ribaltando l’interrogativo in cui Dio chiede a Caino:
“Dov’è tuo fratello Abele?”
sostiene che, alla fine dalla
vita, lo stesso Dio chiederà
a ognuno di noi: “Dov’è tuo
fratello Caino?”. Ovvero, che
cosa ne hai fatto di tuo fratello peccatore, che cosa hai
fatto per riportare a casa tuo
fratello errante? Il prodigo che
avevi vicino, il conoscente o il
familiare di cui sapevi miserie
e intemperanze? Non si tratta,
ovviamente, di ripristinare codici legalistici per impancarsi
in scranni tribunalizi a sputare
sentenze.
Si tratta, più semplicemente, di fare tutto il possibile
perché un figlio torni a essere
figlio, cioè ciò che un padre e
una madre hanno pensato nella mente e nel cuore di lui e per
lui. Teologicamente parlando,
consiste nel ripristinare ciò
che Dio ha pensato al momento della creazione di ognuno di
noi. Nella Bibbia leggiamo che,
dopo aver fatto la creatura, Dio
vide che era cosa “molto buona”. La traduzione corretta ci
dice, in realtà, che Dio vide di
aver fatto qualcosa di talmente
prezioso che, da allora, la creatura è il primo sacramento della presenza di Dio nella storia.
Salvare un fratello è, pertanto,
salvare il “pezzetto di Dio” che
ognuno si porta dentro. E questo è un compito senza fine,
perché la creatura è soggetta a
continue cadute. Impastati di
limite, ci muoviamo nel tempo condizionati dalla fragilità e dalle provocazioni di un
mondo nel quale esistiamo e
che vorrebbe farci suoi, come
ammoniva Gesù, ricordandoci
che il cristiano è nel mondo
ma senza appartenergli.
Va da sé che il peccato,
come il cane sulla porta, spesso sazia la sua voracità. L’importante è che, con l’aiuto di
tutti, cominciando da se stessi,
si intervenga per evitare di cronicizzare situazioni sbagliate.
Negli ospedali ci insegnano
tutti gli accorgimenti possibili
per evitare le piaghe da decubito. Materassi ad aria o acqua,
creme antibiotiche, massaggi
per la riattivazione circolatoria… Il peccato è simile a una
piaga che deve essere sanata,
riattivando la circolazione attraverso il sangue non infetto
e ossigenante della correzione
fraterna. Rassegnarsi all’errore
del fratello equivale a passare
accanto alle sue piaghe senza
fare nulla, come se il problema
non ci riguardasse.
L’esame di coscienza
Ovviamente non dobbiamo essere ingenui. La cultura
che respiriamo non ci consente grandi euforie. Il principio
di responsabilità morale e sociale, che dovrebbe muovere
l’agire dell’uomo, ha lasciato il
posto a quello della responsabilità giuridica. Perché dovrei
darmi da fare, perché dovrei
accollarmi grane inutili, oltre
alle tante altre che già la vita
mi riserva? E così si lascia alle
forze dell’ordine e ai magistrati
il compito di far fronte all’errore. La coscienza cede la precedenza ai tribunali: ci pensino
loro, visto che sono pagati per
fare questo mestiere! Eppure,
a ben guardare, il peccato da
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cui provengono tutti i mali del
mondo fiorisce dal cuore umano come una pianta che cresce
pian piano, con storture che si
potrebbero guarire, se prese in
tempo, con un’adeguata correzione fraterna. In un recente
dibattito televisivo, dopo aver
ricevuto qualche apprezzamento da parte di alcuni ospiti
non proprio “baciabanchi”,
mi sono bruciato la credibilità quando ho proposto che si
tornasse a insegnare ai ragazzi a fare, almeno di quando in
quando, un salutare esame di
coscienza. Non tanto quello
scrupoloso cui ci avevano abituati i nostri parroci d’un tempo. No, no. Niente tormenti
d’animo, con puntigliose elencazioni da far venire i sensi di
colpa, ma più semplicemente
una sana abitudine a imparare
a distinguere il bene dal male.
sollecitudine della paternità di
Dio, di cui noi tutti dovremmo
essere un sia pur pallido segnale. Il peccato non può mai
essere la fotografia finale di un
uomo, la sua epigrafe tombale.
Il tempo prima della morte è
tempo di Grazia e di misericordia, quella paterna che va
in cerca della pecora perduta.
Richiamare senza amore
è precludersi la riuscita dello
sforzo e la possibilità di stabilire ponti di amicizia con
i fratelli che hanno peccato.
Fingere di amare senza una
vera correzione è la più grande
delle ipocrisie. Lascia le cose
come stanno, ma consente di
farsi belli, salvando la faccia
a buon mercato. Chi corregge
deve avere fermezza, ma senza
collere o asprezze e, soprattutto, senza umiliare chi viene
corretto.
Arduo parlare di peccato
È divenuto difficile parlare
di peccato, in una società dove
la libertà è diventata un idolo
assoluto facendo della coscienza individuale l’unico aratro
con cui solcare l’esistenza.
Eppure sono tante le ragioni per non chiudere gli occhi
sugli errori dei nostri fratelli.
Prima di tutto ce lo chiede la
Il male dell’indifferenza
C’è una seconda ragione
che ci spinge a correggere il
fratello in errore e questa ci
riguarda personalmente. L’indifferenza verso il peccato altrui quasi sempre finisce per
alimentare nell’animo ostilità
e chiusura, fino a veri e propri sentimenti di odio. Quante
tragedie si consumano quando
la convivenza patita sopportando in silenzio si trasforma
progressivamente in rancore,
come un acido che corrode l’animo e lo devasta. La cronaca
ci consegna ogni giorno vicende di morte fiorite su malesseri
abbandonati a se stessi. Vivere
all’ombra del male senza fare
nulla per impedirlo è uno dei
rischi peggiori che può correre
ognuno di noi.
Non è facile ammonire chi
sbaglia. Anche la paura può
farsi largo a impedire di deciderci in questo senso. Timore
delle reazioni, della possibilità
di perdere amicizie, dell’aggressività di chi viene corretto… Eppure la paura è sempre il segnale di mancanza di
amore. Chi ama davvero non
ha paura. E chi ha il profumo
dell’amore nel cuore non incute paura. Perché il profumo
dell’amore, quand’è vero e sincero, finisce sempre per legare,
mettere insieme, lasciando cadere le barriere: quelle che innalzano ogni giorno le nostre
tentazioni di peccato.
Bruno Fasani
Vetrata di Romano Pelloni,
San Bernardino Realino
(da IL BENE DEL FARE. Le
opere di misericordia per un
mondo indifferente - LINDAU)
Serietà e professionalità in ogni nostro servizio
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Sede di Carpi via Falloppia, 26 - Tel. 059.652799
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15
ANNO SANTO
Itinerario biblico: ammonire i peccatori
L’importanza della
correzione fraterna
In conclusione alla sua
lettera (uno dei più begli
scritti del Nuovo Testamento, direi meno conosciuta di
quanto dovrebbe), l’apostolo
Giacomo scrive che “chi riconduce un peccatore dalla
sua via di errore lo salverà
dalla morte e coprirà una
moltitudine di peccati” (Gc
5, 20). Anche Paolo, del resto, nella Lettera ai Galati, li
esorta nella stessa direzione:
“Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che
avete lo Spirito, correggetelo
con spirito di dolcezza” (Gal
6, 1). La terza opera di misericordia spirituale, invitando ad ammonire i peccatori,
è dunque in linea con una
prassi consolidata della prima comunità cristiana; una
prassi, tuttavia, sempre delicata da attuare e non priva
di rischi. E’ quanto leggiamo
nel Vangelo di Matteo, nel
contesto del grande discorso della montagna, quando
Gesù ammonisce i presenti:
“Perché guardi la pagliuzza
che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della
trave che è nel tuo occhio?
O come dirai al fratello: ‘Lascia che tolga la pagliuzza dal
tuo occhio’, mentre nel tuo
occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal
tuo occhio e allora ci vedrai
bene per togliere la pagliuzza
dall’occhio del fratello” (Mt 7,
3-5). Un passo che Ambrogio, padre della Chiesa, traduceva nei seguenti termini,
pregando: “Ogni volta che si
tratta del peccato di uno che
è caduto, concedimi di provarne compassione e di non
rimproverarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere,
così che mentre piango su un
altro, io pianga su me stesso”.
Nella tradizione ecclesiale si parla in genere, al riguardo, di correzione fraterna: una pratica, a ben vedere,
necessaria anche per non
giungere a covare rancore
nel proprio cuore, poiché –
se non si corregge il fratello
peccatore – si rischia fatalmente di arrivare a odiarlo.
Da questo punto di vista, la
correzione non è dunque
solo per il bene del fratello
che riceve la correzione, ma
anche per quello di colui che
si trovi a esercitarla. Il verbo greco spesso presente nel
Nuovo Testamento per indicarla, nouthetein, rimanda
all’azione di porre la mente
(nous) su un altro, per aiutarlo a scoprire i suoi sbagli
e a evitarli il più possibile:
un’attenzione amorosa, quasi un vegliare sull’altro per
correggerne le mancanze. La
traduzione latina, corrigere,
sottolinea invece il dirigere
assieme (cum-regere) e allude al carattere condiviso,
relazionale, della correzione
fraterna. Più volte, significativamente, ne parla Francesco d’Assisi nelle sue Ammonizioni. Si tratta di sapienti
consigli spirituali che riprendono (utilizzando citazioni,
allusioni e risonanze scritturistiche) parecchi dei temi
cari a Francesco, ma che oggi
si tende a non considerare
redatti direttamente da lui,
bensì da uno o più suoi confratelli che – udite sue predicazioni – avrebbero deciso di
riportarne alcuni brani per
iscritto (tecnicamente, si potrebbe parlare di un processo
di reportatio, comprensibile
anche alla luce del genere letterario utilizzato, quello appunto dei detti, nel greco neotestamentario i lòghia, che
nella storia del cristianesimo
possiede un ruolo centrale,
risalendo alla stessa cerchia
dei discepoli di Gesù). Riporto qui, a mo’ di esempio,
la numero ventidue, dedicata appunto interamente
al tema della correzione, in
una mia traduzione dal latino originale: “Beato il servo
che sopporta da un altro la
correzione, l’accusa e il rimprovero così pazientemente
come se se li facesse da sé.
Beato il servo che, venendo
rimproverato, l’accetta benignamente, si sottomette con
modestia, con umiltà confessa e volentieri ripara. Beato il
servo che non è pronto a scusarsi e umilmente sopporta
la vergogna e il rimprovero
per un peccato, sebbene egli
non abbia commesso colpa”.
Occorre ammettere, peraltro, che la correzione fraterna, pur essenziale nella vita
ecclesiale, appare oggi poco
e male praticata: forse perché
un’autentica correzione esige
un lavoro importante su di
sé da parte di chi la esercita,
lavoro che dovrebbe portarlo
a imparare a convivere con il
male dell’altro e anche con il
proprio. Soltanto chi abbia
imparato a discernere il male
che abita in lui, infatti, potrà
farsi carico del male del fratello, e curarlo come fa un
medico esperto. Non si tratta di giudicare o tanto meno
di condannare, ritenendosi
semmai dei giusti, ma di tendere a liberare dal peccato il
proprio fratello, senza mai
dimenticare che quello stesso peccato può abitare anche
in noi e nella nostra umana
fragilità.
Brunetto Salvarani
16
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
Ecclesia
FORMAZIONE
Il Vescovo Cavina ha fatto visita alle coppie di fidanzati
a San Bernardino Realino
Curia Vescovile
Ministri del matrimonio
Sede e recapiti
Segreteria Vescovile
presso Seminario Vescovile
Tel. 059 685542 - cell. 334 1853721
Uffici
Economato - Cancelleria - Uff. Beni Culturali
Uff. Tecnico - Uff. Ricostruzione
Istituto Diocesano Sostentamento Clero
Carpi, Via Peruzzi, 38 Telefono: 059 686048
Vicario generale
Presso parrocchia del Corpus Domini
Carpi, Piazzale Francia, 5 Telefono 338 3834804
Agenda del Vescovo
Giovedì 21 aprile
Alle 17, presso l’oratorio Eden, porta la
sua testimonianza sul viaggio a Erbil ai
ragazzi del doposcuola
Alle 19.30, incontro con i diaconi in
formazione
Sabato 23 aprile
Alle 17, a Santa Croce, presiede il Giubileo dei ministri straordinari della
Comunione Eucaristica
Una serata di emozioni per
le nove coppie di fidanzati che
stanno frequentando il corso
di preparazione al matrimonio
presso la parrocchia di San Bernardino Realino. Il 14 marzo il
Vescovo Francesco Cavina ha
partecipato all’incontro settimanale, insieme agli educatori.
I ragazzi si sono presentati al
vescovo, e poi hanno ascoltato le sue parole sul sacramento del matrimonio: “State per
compiere questo passo nella
più assoluta libertà - ha esordito monsignor Cavina -, quella
che il Signore vi ha donato. Il
matrimonio significa accettare
il passaggio di Dio nella vostra
vita, un Dio discreto, che si
manifesta attraverso il vostro
amore. Vi sposerete in due, ma
in realtà sarete in tre: voi e Gesù
in mezzo a voi”. Il matrimonio
come punto di arrivo e al tempo stesso punto di partenza
della nuova vita insieme. “Il
primo invitato alle vostre nozze
è il Signore. I vostri abiti, belli
ed eleganti, vi ricorderanno
sempre questo: vi siete rivestiti
di Cristo”. Citando Papa Francesco, monsignor Francesco
ha ricordare le tre parole che
sempre devono essere ripetute
all’interno della coppia: grazie,
scusa, e permesso. “A queste aggiungo la preghiera: provate a
recitare insieme una Ave Maria.
Dopo il primo ‘imbarazzo’ iniziale, vi accorgerete di quanto
pregare in coppia vi farà sentire
uniti e in comunione”. Il Vescovo ha poi spiegato ai fidanzati
che, durante la celebrazione del
matrimonio, saranno essi stessi
i ministri, nel pronunciare reciprocamente la frase “io ti accolgo…”, mentre il sacerdote sarà
il “testimone qualificato” del
sacramento. Al termine dell’incontro i giovani hanno rivolto
al Vescovo alcune domande
sul suo recente viaggio ad Erbil
ascoltando con partecipazione
il suo racconto.
M.S.C.
Mercoledì 27 aprile
Nel pomeriggio e in serata partecipa alle iniziative in occasione della visita a Carpi del Vescovo di Aleppo Antoine Audo
Domenica 1 maggio
Il Vescovo amministra la Cresima alle 11.15 a Novi e alle 16 a
Fossa
di Dante Fasciolo
Leggendo l’enciclica “Laudato si’”
Il cammino del perdono
TRIGESIMO
Itinerari di spiritualità e cultura per il Giubileo
Sesta tappa km 27,5: Filettino - Subiaco
nacque, si giunge alle cascate
di Trevi.
Si prosegue quindi per una
strada secondaria che costeggia il fiume Aniene, e, dritto
dritto, eccoci al quarto ponte,
la Crocetta, che ci permette di
raggiungere all’abitato di Jenne.
Immessi di nuovo sulla
strada già percorsa di giunge al
Rifugio Cederna e alla località
della Mola Vecchia.
Di qui, seguendo nel parco
il sentiero Coleman, arriviamo
al Monastero di Santa Scolastica di Subiaco, traguardo della
sesta tappa del Cammino del
Perdono.
Tuttavia, si può resistere al
richiamo del Monastero benedettino? No, di certo, e allora
i più ardimentosi potranno
percorrere ancora quattro chilometri in lieve salita, immersi
nel bosco di querce e roverelle.
Vi aspettate che si parli del
Martedì 26 aprile
Alle 16.30, in Seminario, incontra il gruppo post Cresima dei
ragazzi della parrocchia di San Giuseppe Artigiano
Sabato 30 aprile
Alle 17, a Santa Croce, presiede il Giubileo dei catechisti
OASI E PARCHI DELLO SPIRITO
La sesta tappa del Cammino del Perdono ci porta a
Subiaco, nel cuore benedettino.
La tappa si presenta relativamente facile... non ci sono
grandi difficoltà nel percorso
di 27 chilometri e 500 metri.
L’itinerario si sviluppa all’interno del Parco dei
Monti Simbruini, lungo il fiume Aniene, in un ambiente
bellissimo dal punto di vista
naturalistico.
Da Filettino, partenza
della tappa, si prende il sentiero TR presso il fontanile
Conabella che costeggia per
un po’ la Provinciale, incrociando il sentiero Elv, lo si
percorre fino al ponte di San
Teodoro sull’Aniene. Superato questo ponte ci troviamo
nei pressi di Trevi nel Lazio
e, proseguendo fino all’altro
ponte, l’Altani, e ancora più
in là il terzo ponte, Comu-
Domenica 24 aprile
Alle 9, nella sala della comunità in via Posta a Mirandola, amministra la Cresima
Alle 14, in piazzale Re Astolfo, presiede la Santa Messa nel centenario del lupettismo Agesci
Alle 17, a Quarantoli, amministra la Cresima
Venerdì 22 aprile
alle 19
presso
la parrocchia
di Santa Croce
verrà celebrata
la Santa Messa
di Trigesimo
in memoria di
don Ivo Silingardi
ANNO SANTO
Adorazione eucaristica a Santa Croce
Prosegue l’iniziativa di preghiera promossa presso la
chiesa giubilare di Santa Croce ogni terzo giovedì del mese.
Il prossimo appuntamento è per giovedì 21 aprile. Alle 18.30
Santo Rosario, alle 19 Santa Messa ed Esposizione del Santissmo. A seguire Adorazione eucaristica fino alle 21.30.
La prossima data è prevista per giovedì 19 maggio.
Monastero? Volete sapere di
più su questo luogo indicato tra
i più significativi della vicenda
del Santo di Norcia? Ebbene sì?
Basta fare un clic e troverete
buone notizie nella rubrica
Parchi e Oasi dello Spirito...
ed eccovi accontentati, con
nostro grande piacere.
Giubileo del gruppo di Panzano
Il gruppo di preghiera Medjugorje di Panzano si riunirà
presso la chiesa parrocchiale di Santa Croce domenica 24
aprile per celebrare il proprio Giubileo. Alle 16 la Santa Messa
presieduta da padre Ivano Cavazzuti. A seguire, Santo Rosario, Adorazione e Benedizione eucaristica.
17
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
TESTIMONIANZE
Ecclesia
Il 27 aprile a Carpi la visita del Vescovo di Aleppo Antoine Audo
Il progetto di solidarietà per sostenere le famiglie della città siriana
Accendiamo le luci
S
arà voce del popolo siriano
stremato da anni di guerra
monsignor Antoine Audo, Vescovo dei Caldei di Aleppo, a
Carpi mercoledì 27 aprile, per
una giornata ricca di incontri
pubblici.
La visita del Vescovo di
Aleppo è la prosecuzione ideale della missione di monsignor
Francesco Cavina ad Erbil, nel
Kurdistan iracheno, e testimonia come la Chiesa di Carpi
intenda raccogliere i ripetuti
appelli del Papa affinché i cristiani del Medio Oriente non
vengano lasciati nell’oblio e
nell’indifferenza.
Monsignor Cavina e il Pastore della Chiesa siriana porteranno la loro testimonianza,
accompagnati da Alessandro
Monteduro, direttore per l’Italia
di Aiuto alla Chiesa che Soffre
(Acs), la fondazione che è tra le
più attive in Siria e nei campi
profughi del Kurdistan.
Come segno concreto di solidarietà il Centro missionario
diocesano propone l’adesione
al Progetto “2 ampère per una
famiglia”, promosso da Acs, in
collaborazione con il francescano padre Ibrahim Alsabagh,
parroco della comunità latina
ad Aleppo, allo scopo di far
“tornare a vivere” le famiglie
che risiedono in città.
Nonostante si sia parlato
di cessate il fuoco in questi
gironi, i bombardamenti sono
proseguiti su diverse zone di
Aleppo, governate dall’esercito
regolare, dove vivono i cristiani. La situazione della città è
ancora difficile e si protrae la
mancanza di elettricità.
“Nella nostra comunità latina, su 600 famiglie, la quasi
totalità sono sotto la soglia di
povertà - afferma padre Ibrahim Alsabagh -. E’ sorprendente vedere persone che avevano società industriali, le cui
entrate superavano centinaia
di migliaia di dollari, ridotte alla povertà: hanno perso
le officine e i locali con tutti i
macchinari; sono rimasti solo
i debiti bancari, che non rie-
Con la Diocesi
ad Aleppo
L’incontro nel 2006
Già dieci anni fa il Vescovo Antoine Audo ebbe modo
di entrare in contatto con la
Chiesa di Carpi. Nel corso del
pellegrinaggio “Sulle orme di
San Paolo” in Siria, dal 14 al
21 gennaio 2006, incontrò infatti ad Aleppo la delegazione
della Diocesi di Carpi, guidata dal Vescovo Elio Tinti.
scono a sanare. Inoltre, ancora
con le statistiche, fra le nostre
600 famiglie, più di 250 sono
nella miseria, in quanto hanno
entrate inferiori a 25.000 lire
siriane al mese. Questo non
permette loro un’alimentazione sufficiente. Ultimamente,
una quindicina di parrocchiani sono finiti all’ospedale:
hanno ricevuto trasfusioni di
sangue per evitare una morte
causata dalla malnutrizione”.
L’elettricità non arriva alle
case se non attraverso generatori locali di entità private
che vendono a prezzi alti ogni
ampère, l’unità base di intensità della corrente elettrica.
“Come consumo minimo spiega padre Ibrahim -, una famiglia, ma anche una persona
che abita da sola, ha bisogno
di due ampère al mese, per accendere due o tre lampadine,
la tv o la radio. Questi due
ampère non possono tuttavia
far funzionare una lavatrice
e nemmeno una pompa, che,
quando arriva l’acqua, possa
portarla alla casa. Con meno
di questo, si vive nel buio, che
causa, come abbiamo visto in
diversi casi, disturbi psicologici e anche disperazione. Una
famiglia, poi, che abbia figli in
età scolastica e universitaria,
non può vivere senza elettricità”.
Ecco allora il progetto per
riaccendere la luce ad Aleppo:
“abbiamo pensato di aiutare
le famiglie, attaccate volontariamente alla terra o forzate a
rimanere per mancanza di denaro per scappare, a vivere con
dignità - sottolinea padre Ibrahim -. Con il progetto intendiamo coprire, per un anno,
il costo di due ampère al mese
per ogni famiglia. E’ la partecipazione alle spese minime di
una famiglia. E’ un sostegno
psicologico e una manifestazione di solidarietà”.
Not
Mercoledì 27 aprile
Programma della visita
del Vescovo di Aleppo
Questo il programma della visita di S.E. monsignor
Antoine Audo, Vescovo dei Caldei di Aleppo (Siria),
che si terrà mercoledì 27 aprile.
• Alle 16, nella chiesa di San Bernardino da Siena:
Incontro con Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose, Responsabili degli uffici pastorali, Rappresentanti
delle aggregazioni laicali
• Alle 17. 30, presso il palazzo municipale di Carpi: Incontro con le Autorità Cittadine e Militari, Responsabili di Consulte e Altre Organizzazioni
• Alle 19, presso l’aula liturgia di Quartirolo: Concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor
Francesco Cavina, Vescovo di Carpi, e da monsignor
Antoine Audo, Vescovo caldeo di Aleppo
• Alle 20.30, salone parrocchiale di Quartirolo:
Cena con raccolta di fondi per sostenere il progetto
di solidarietà “2 ampère per una famiglia” di Aiuto
alla Chiesa che Soffre ad Aleppo. Proiezione di un filmato girato ad Aleppo. Sarà allestito l’angolo vendita
delle pubblicazioni di Acs.
Per la cena è necessario prenotarsi con versamento
della quota entro le ore 12 di martedì 26 aprile presso il Centro Missionario Diocesano tel. 059 689525
E’ possibile fare donazioni per il progetto “2 ampère
per una famiglia” effettuando versamenti sul conto
corrente Unicredit di Solidarietà Missionaria onlus
IT14M0200823307000028443616.
Monsignor Antoine Audo
è un gesuita e un vescovo siriano di rito caldeo. E’ nato ad
Aleppo nel 1946 ed è entrato
nella Compagnia di Gesù nel
1969. Dieci anni più tardi è
stato ordinato sacerdote per
essere poi consacrato vescovo di Aleppo dei Caldei nel
1992. Monsignor Audo si è
laureato nel 1972 in lettere
arabe presso l’Università di
Damasco, ha poi conseguito il dottorato alla Sorbona
nel 1979 in pensiero politico
musulmano contemporaneo.
Ha studiato successivamente
presso il Pontificio Istituto
Biblico di Roma e per dieci
anni è stato professore di esegesi biblica in Libano, presso
l’Università di San Giuseppe.
Dal marzo 2007 è membro
del Pontificio Consiglio per
Monsignor Antoine Audo
il dialogo interreligioso, guidato dal cardinale Jean-Louis
Tauran, e dal 2011 è membro
del Pontificio Consiglio della
Pastorale per i migranti e itineranti. Monsignor Audo è
inoltre presidente di Caritas
Siria. La Diocesi di Aleppo
dei Caldei comprende circa
15mila fedeli distribuiti in 13
parrocchie.
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18
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
PARROCCHIE
Ecclesia
SAN GIACOMO RONCOLE
A Santa Croce il Giubileo dell’ottava zona
pastorale e di Cividale
Entriamo per la porta stretta…
La festa patronale e la visita a Creazzo e a Nomadelfia
Portando buoni frutti
T
Nei giorni scorsi le parrocchie dell’ottava zona pastorale (Quarantoli, Gavello, San
Martino Spino, Tramuschio),
unite a quella di Cividale, si
sono recate in pellegrinaggio
a Santa Croce in occasione del
Giubileo. Tanti hanno partecipato all’iniziativa - tre corriere
più alcune famiglie in auto guidata dai parroci, don Flavio
Segalina, don Germain Kitcho
e don Silvano Rettighieri.
I momenti di un pellegrinaggio giubilare sono abbastanza semplici: all’arrivo,
dopo una breve introduzione,
si passa attraverso la Porta
Santa; a seguire la celebrazione
penitenziale e la Santa Messa. Queste alcune impressioni
personali che vorrei condividere con chi legge.
Per prima cosa, che senso
può avere andare in pullman
dal mirandolese a Santa Croce? Poche decine di chilometri,
ognuno di noi ha l’auto e può
caricare i pochi che non l’hanno. E allora che senso ha? Bastava vedere le espressioni sui
visi dei parrocchiani, ascoltare
il parlottio fitto: una comunità
cristiana si nutre anche dell’essere insieme, del condividere.
Quanto ci saremmo persi arrivando sparpagliati ciascuno
nella propria auto?
Una volta a Santa Croce,
guardando la facciata della
chiesa, mi accorgo che la Porta
Santa è quella piccola, umile, a
destra. In passato, quando non
eravamo inquinati dalle logiche politiche, la destra era la
parte buona, giusta (in inglese,
per esempio, “destra” e “giusto””
sono la stessa parola). Infine,,
è la porta piccola, stretta: perr
entrarvi ci siamo dovuti strin-gere, cedere il passo, si passavaa
uno, massimo due alla volta..
Un segno bellissimo.
All’interno la chiesa eraa
gremita; a quelli di Civida-le ha ricordato molto la loro
o
chiesa parrocchiale, anch’essaa
santuario mariano. Le diversee
parrocchie si sono “mischiate”::
rimanevano le differenze ma in
n
un quadro di unità. E che rom-bo tutte le volte che si rispon-deva ad un’invocazione! Fossee
sempre così, dovrebbe esseree
sempre così! Bravissimi anchee
i ragazzi che hanno guidato i
canti.
Al riguardo, con noi sono
o
venuti alcuni dei ragazzi e gio-vani dei gruppi di Cividale,,
Quarantoli, San Martino Spi-no ed anche dei bambini con
n
le loro famiglie; ora, se penso
o
a quanto fosse importante perr
me a 16 anni una domenicaa
pomeriggio di primavera, non
n
si può che essere orgogliosi dii
questi ragazzi.
Dopo la conclusione dellaa
Messa, mentre tutti stavano
o
uscendo, mia moglie richiamaa
la mia attenzione sul quadro
o
del “Padre misericordioso” po-sto accanto all’altare: un fascio
o
di luce, entrando dalle finestre,,
lo illumina, come a dire chee
anche il Padre è stato contento
o
di questa esperienza e che sta-va sorridendo di quel sorriso
o
che era sul viso di tutti.
Un pellegrino
o
radizione fa rima con devozione. San Giacomo
R
Roncole si appresta a celebrarre i propri patroni, gli apostoli
F
Filippo e Giacomo, a cui è inttitolata la chiesa parrocchiale.
C
Com’è consuetudine, spiega il
p
parroco, don Gino Barbieri,
““la festa si terrà il 1 maggio, seccondo il vecchio calendario, e
n
non il 3 maggio, come prevede
q
quello attuale. Per sottolinearn
ne la solennità, la ricorrenza
ssarà preceduta, il 28, 29 e 30
aaprile, da un triduo di preghierra, con l’adorazione eucaristica
d
dalle 18 alle 20, seguita dalla
m
messa”. Domenica 1 maggio,
dopo la celebrazione delle 10,
d
lla benedizione degli automezzzi, alle 17 l’adorazione eucarisstica, e alle 18 la processione
ccon il Santissimo Sacramento.
SSempre da tradizione, sottolin
nea don Barbieri, “alle 18.30 è
p
previsto il concerto del Coro
Città di Mirandola, segno di
C
una collaborazione di vecchia
u
d
data con la nostra parrocchia,
dove presso la canonica, prima
d
del terremoto, si tenevano le
d
p
prove della sezione delle voci
bianche, diretta dal compianto
b
maestro Giuliano Vicenzi”. Per
m
finire, il momento conviviale
per tutti, affiancato dal mercap
ttino dei manufatti, realizzati da
aalcune volontarie, a sostegno
delle missioni. Dunque, una
d
ffesta che si mantiene appuntam
mento irrinunciabile nel calendario parrocchiale, nel segno
d
dell’affidamento all’intercessiod
n
ne dei Santi patroni.
Nel ricordo di don Zeno
Come non si manca mai
di celebrare ogni anno, neld
lla domenica successiva al 15
ggennaio, la messa in memoria
di don Zeno Saltini, così prod
ssegue l’iniziativa primaverile
d
della visita a Nomadelfia. Domenica 17 aprile, una comitiva
m
di cinquanta persone, da San
d
G
Giacomo e dalle parrocchie
vvicine, si è recata presso la comunità fondata da don Zeno
m
n
nel grossetano. Alla messa, cellebrata dal parroco don Ferdin
nando, è seguito il pranzo nei
ggruppi familiari. Sotto la guida
di Mario, uno dei figli accolti
d
d
da Norina Galavotti, roncollese e mamma di vocazione a
Visita a Nomadelfia
Nomadelfia, il pomeriggio è
trascorso con la visione di un
documentario che illustra la
vita della comunità e con la
visita alla tenuta agricola. Non
è mancata, inoltre, la preghiera al cimitero sulla tomba di
don Zeno e della stessa Norina. “E’ stata, come sempre,
un’esperienza intensa e toccante - commenta Ettore Ori
dell’Associazione San Giacomo
Roncole per don Zeno di Nomadelfia - che ci ha permesso
di ripercorrere una storia che
ci accomuna e di incontrare
amici come Francesco, Mario,
Nico. Tutti si sono detti più che
soddisfatti dell’iniziativa, con
il desiderio di tornare presto a
Nomadelfia”.
Con il Vescovo per celebrare San Marco
Numerosi sono i rapporti
di solidarietà sorti, a seguito
del terremoto, tra parrocchie
della Diocesi e realtà “esterne”.
Fra questi c’è, senza dubbio, il
legame che unisce San Giacomo Roncole alla parrocchia di
San Marco di Creazzo (Vicenza). Anche quest’anno, nella
festa patronale della comunità
vicentina, un gruppo di volontari roncolesi sarà infatti
presente, nella serata di domenica 24 aprile, per cucinare le
proprie specialità, fra cui i rinomati maccheroni al pettine.
L’indomani, lunedì 25 aprile,
una delegazione di San Giacomo, con don Barbieri, suor
Mairdes, che presta servizio in
parrocchia, e le consorelle di
Mortizzuolo, parteciperà alla
7° ANNIVERSARIO
18-4-2009 18-4-2016
Leonardo Perfetti
Ogni uomo semplice
porta in cuore un sogno
con amore ed umiltà
Katia, Martina e Gaia
lo ricordano
con una Santa Messa
che sarà celebrata
nella chiesa parrocchiale
di S. Silvestro
a Fanano
sabato 23 aprile
alle ore 18
messa solenne, che sarà presieduta da monsignor Francesco
Cavina, e, di seguito, al grande pranzo comunitario. Per la
seconda volta, dunque, dopo
il 2014, su invito della parrocchia di Creazzo, il Vescovo sarà
presente alla festa in onore di
San Marco. A consolidare un’amicizia che, attraverso la preghiera, le visite reciproche e le
iniziative condivise, continua a
portare buoni frutti.
Not
L’angolo della memoria
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
19
a cura di Andrea Beltrami, con la collaborazione di don Ermanno Caccia
TRADIZIONI
Villaggio San Marco,
tra storia
e vicende umane
Il 25 aprile la chiesa festeggia San Marco evangelista. Nella diocesi di Carpi
esisteva una parrocchia dedicata al santo, eretta con bolla vescovile del 16 novembre
1956, con sede nell’ex campo
di concentramento di Fossoli,
luogo destinato all’accoglienza
dei profughi giuliani, che vi si
stabilirono in 400 quando don
Zeno abbandonò quel luogo
per trasferire altrove Nomadelfia.
La particolare dedizione
a San Marco ha sempre contraddistinto gli esuli al punto
da indurli alla decisione che il
luogo dove venivano ospitati,
fosse denominato “Villaggio
San Marco” in suo onore.
All’interno della struttura
si respirava un autentico clima
di spiritualità e di pace, che ha
favorito e consolidato negli
esuli la profonda devozione
religiosa, viatico importante in
quel contesto socio ambientale particolarmente difficoltoso
e sicuro balsamo per lenire e
mitigare il dolore e le sofferenze di coloro che, costretti ad
abbandonare la propria terra
e privati di ogni bene, da profughi in patria, dovevano ricominciare una nuova vita.
All’interno del villaggio
vi era una cappellina fatta costruire da don Zeno Saltini,
nella quale l’arciprete di Fossoli, don Paolo Morotti, celebrava la Messa per gli sfollati
che, seppure nelle critiche
condizioni del tempo, avevano
mantenuto e rafforzato le loro
profonde tradizioni.
Ritorna la primavera
Nel sorriso del sole,
l’azzurro del cielo lo splendore della luna,
si schiudono sugli alberi le prime gemme,
sbocciano sugli steli i primi fiori.
Le prime viole ci annunciano la primavera,
è un miracolo divino,
i cespugli si ammantano di porpora dorata,
il sole fa capolino e sorride di nuovo,
il cielo con qualche nube commosso piange
mandando sulla terra lacrime di gioia,
da ogni goccia che cade
si apre un fiore profumato.
Wanda Stermieri
La galèta di aprile
… chi vol dla bouma galèta,
per san Giorg (23 aprile) la mèta.
Chiesetta di San Marco
Riportiamo
fedelmente
quanto Maria Luisa Molinari
scrive nel suo libro “Villaggio
San Marco – Via Remesina, 32”
a proposito della chiesetta di
San Marco: “nel 1955 i giuliani
sono in numero consistente;
superata l’emergenza della prima sistemazione il Villaggio è
stato dotato di infrastrutture
che gli conferiscono un carattere di marcata autonomia
economica e istituzionale: si
fa viva l’esigenza di soddisfare
in modo più adeguato anche le
esigenze spirituali. Per questa
ragione nel mese di novembre il direttore di San Marco
- Francesco Babina - chiede al
vescovo di Carpi che il Villaggio venga eretto a parrocchia.
A un anno di distanza - il 16
novembre 1956 - la piccola
chiesetta, ricavata dal lavoro di
tutti gli abitanti del Villaggio
da una baracca che ospitava
i guardiani tedeschi relegati
in punizione, diventa ufficialmente sede parrocchiale con
il nome di San Marco Evangelista; in tale occasione viene
anche nominato un parroco,
nella persona di don Palcido
Norbedo, anch’egli profugo”.
Nato a Capodistria (allora
Italia, oggi Slovenia) l’8 marzo 1921, ordinato sacerdote a
Trieste il 28 maggio 1946, don
Norbedo guida la comunità
parrocchiale del Villaggio lungo tutti i trent’anni della sua
esistenza, dal 1956 al 1986, a
eccezione del 1975, quando
egli si trasferisce temporaneamente presso la parrocchia di
Campi di Riva nell’Arcidiocesi di Trento. Sostituito per un
anno da don Carlo Bulgarelli,
già nel 1976 ritorna alla Chiesa
carpigiana. Conclusosi il suo
ufficio parrocchiale nel 1986 si
trasferisce a Trieste per ricongiungersi al fratello, vivendo
in una Casa del Clero; malato
da tempo d’anemia mediterranea, degenerata poi in leucemia, muore presso l’ospedale
di Aviano, Padova, l’11 giugno
1994, all’età di 73 anni. Profondamente legato agli abitanti di
San Marco, suoi parrocchiani,
ma, soprattutto suoi conterranei, partecipi – insieme – delle
traversie dell’esodo, don Norbedo continuerà a seguirli e ad
esserne punto di riferimento
anche dopo l’abbandono del
Villaggio.
Villaggio e Parrocchia diventano per gli esuli un fondamentale riferimento umano e
sociale, particolarmente significativi in un momento dove,
all’inizio di una nuova vita e di
una nuova attività lavorativa
era fondamentale identificarsi
in un gruppo coeso nel quale
si consolidava l’identità di origine e si costituiva una collettività che favoriva i rapporti
interpersonali permettendo
di superare assieme ricordi e
vicende legate alla tristezza di
un periodo.
Da questa intensa religiosità e dal forte attaccamento ai
luoghi di origine che gli esuli
elessero San Marco a patrono
del loro Villaggio.
NELL’ORTO
ORTO E SEMENTI
In Aprile è possibile seminare le piantine di timo. In questo caso occorre un terreno che sia asciutto e ben soleggiato.
Questa pianta aromatica ha bisogno di poche annaffiature;
si raccoglierà fra maggio e giugno recidendo i fusti fioriti. Il
timo è usato per aromatizzare pietanze a base di carne. Possiede diverse proprietà, di sicuro la più conosciuta è quella
antisettica. Ma ha anche proprietà digestive, depurative, carminative, balsamiche e tonico-stimolanti. In più, è usato per
fare gargarismi nel caso di infezioni del cavo orale. Sempre in
tema di piante aromatiche, ad Aprile, in una posizione soleggiata e su un terreno ricco e fresco, si pianta l’erba cipollina.
A differenza del timo ha bisogno di molta acqua; per questo
sono necessarie continue e ripetute annaffiature. Ottima è la
frittata.
FRUTTO DI APRILE: NESPOLA
Con il termine nespola ci si riferisce ai frutti di due piante
diverse: il nespolo europeo e il nespolo giapponese.
Il nespolo europeo è un piccolo albero spinoso dell’altezza
di 5 metri circa; il nespolo giapponese, che nonostante il nome
è originario della Cina, è invece più imponente e può raggiungere un’altezza di circa 10 metri; ha un profumo molto intenso,
che ricorda quello del biancospino.
Le nespole vengono raccolte quando non sono ancora
completamente mature e si aspetta, poi, la maturazione. Le nespole hanno proprietà antinfiammatorie e diuretiche; aiutano
a regolare la funzionalità intestinale e quella epatica e sono un
blando antipiretico.Le nespole contengono vitamina A, vitamine del gruppo B e vitamina C. Sono, inoltre, ricche di acido
formico, una nota fibra alimentare; grazie a questa sostanza, le
nespole hanno un ottimo potere saziante e sono dunque molto
utili in caso di diete dimagranti. Hanno poche calorie e contengono moltissimi minerali.
Il brocardo è riferito alle piccolissime uova del baco da seta o
al bozzolo dello stesso, a seconda
dei luoghi e dei vernacoli locali.
La tradizione ci dice che
dette uova, proprio grazie alle
loro minuscole dimensioni, venissero importate dalla Cina attraverso la cosiddetta “via della
seta” nascoste nel bordone del
viandante. Una volta giunte a
destinazione, venivano curate
dalle donne affinché potessero
schiudersi anzitempo.
Per il neonato bruco l’unico
pabulo era la foglia del gelso,
chiamato al mòr, forse da Lodovico “il Moro” che volle e caldeggiò la coltura dei gelsi in
Lombardia.
Chiuso nel bozzolo di seta e pronto alla metamorfosi veniva portato in luoghi asciutti e caldi; a Carpi la sala “dei Mori”
rimane una bella testimonianza di tale metamorfosi naturale
per la produzione della seta.
… ma anche nel pollaio il mese di aprile ha il suo benefico
effetto perché pularìa d’averil… e po’ più!
Involtini “Primavera/verdi”
CHEF DIEGO TOMMASO CONTINO
INGREDIENTI per 4 persone
500 g di asparagi, 8 fette di prosciutto crudo un po’ spesse,
4 sottilette, pepe nero macinato al momento
PREPARAZIONE
Lavare accuratamente gli asparagi sotto acqua corrente,
rimuovere la parte bianca del gambo, spelare con un pelapatate la parte esterna a partire da 3-4 cm dalla sommità, facendo molta attenzione a non toccare le punte, fragili e delicate.
Cuocerli a vapore, oppure lessarli in abbondante acqua
salata per 18 minuti circa.
Ritirarli delicatamente, metterli su un tagliere e tagliare
la parte terminale del gambo se coriacea. Dividerli quindi in
due.
Su un tagliere disporre le 4 fette di prosciutto ben sgrassate, mettere sopra ciascuna ½ sottiletta e suddividere i gambi
degli asparagi, distribuendo in modo omogeneo le punte, che
sono la parte più pregiata. Arrotolare gli involtini e disporli su
una piccola teglia da forno. Cospargere con una macinata di
pepe e passare sotto il grill del forno a 200° C per 3-5 minuti circa, finché la sottiletta non comincerà a fondere. Servire
caldi o tiepidi.
20
Sport
CSI
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
La società sportiva Aneser di Novi attiva in molte discipline
Una ricca collaborazione
Simone Giovanelli
Fondata nel 1965 la società sportiva Anser di Novi è
affiliata al Csi di Carpi da oltre 30 anni. La collaborazione
della società novese col nostro
comitato è sempre stata intensa e ricca di attività. Dotata di
impianti sportivi per varie discipline l’Aneser da anni ospita manifestazioni e tornei Csi,
specie per il calcio a 5 e la pallavolo. La più recente occasione è quella di domenica scorsa,
quando nella palestra Franciosi di Novi si sono ritrovati
circa 90 minipallavolisti per il
torneo finale di Booster Volley.
Oltre alla pallavolo femminile
che comprende il Minivolley
e alcune squadre giovanili, la
società è particolarmente impegnata con le attività emergenti rivolte soprattutto alle ragazze, quali cheerleader, danza
e ginnastica ritmica. Proprio
quest’ultimo settore, sorto subito dopo il terremoto del 2012
per concedere un momento di
aggregazione, si è particolarmente sviluppato e la “ritmica”
conta ora circa 50 iscritte e già
porta soddisfazioni a livello
Successo per il Minivolley
Csi vista la vittoria nel campionato regionale nella categoria
“Coppia” che si è svolto domenica 17 aprile a Bologna e dato
che per il secondo anno consecutivo vi sarà la partecipazione
dell’Aneser alle manifestazione
Nazionale che si terrà a Ligna-
no Sabbiadoro. Nella prossima
estate sarà poi la volta dei Centri Estivi a completare i servizi che la società presieduta da
Osmelia Branchini e diretta da
Ermes Giovanella offre ai ragazzi e ragazze di Novi.
Designate le cariche nel primo consiglio
Per Leporati due vice presidenti
Nel prima riunione del Consiglio Csi, dopo le elezioni avvenute nell’Assemblea del 3 aprile scorso che hanno visto la conferma alla presidenza di Guido Leporati, sono state designate le
altre cariche di presidenza. Spunta la decisione di avere due vice
presidenti, tra cui Patrizia Reggiani nel ruolo di vicario e Sabbatini Daniele. Oltre ad essi, arriva la conferma dei responsabili
di settore uscenti con Giuliana Gualdi all’area Sportiva, Ernesto
Giocolano a quella Formativa e Luca Barbieri all’Amministrativa. Patrizia Reggiani sarà anche la rappresentante Csi in seno
alla Consulta per lo Sport e Benessere a Carpi e candidata a
Consigliere Regionale nell’Assembla del 15 maggio.
Palestra comunale Gallesi
gremita domenica 28 febbraio
per il torneo di Minivolley; diverse squadre di Mondial, Goldoni, Sanmarinese, Possidiese
e Concordiese hanno dato vita
ad una bella manifestazione
sui 4 campi predisposti. Prossimo appuntamento il 20 marzo.
BASKET
Acetum Cavezzo sbatte su Udine
Il gusto amaro della sconfitta
Prime prove di play off
promozione per l’Acetum Cavezzo che, attendendo che si
componga il tabellone definitivo, ha deciso di approfittare
delle due settimane di sosta
per sostenere match probanti
nel tentativo di abituare la rosa
a sfide complesse raramente
capitate in un girone emiliano
di Serie B di un livello relativo.
Al “comunale” va in scena
un’amichevole di grande lusso
contro la quotata Libertas Udine, vincitrice del proprio girone, che si impone col punteggio si 65-70. Torna sulla terra
dunque la corazzata bianconera che, dopo aver chiuso la
regular season con una sola
sconfitta, assapora il gusto
amaro della sconfitta interna
contro una compagine che verosimilmente ricomparirà nel
percorso delle modenesi verso
la Serie A.
Gara che inizia con Cavezzo sugli scudi che chiude in
vantaggio i primi due quarti
andando al riposo, alla sirena
sul 37-35 trascinate dalle gran-di giocate di Costi e Bernardo-ni. Nella ripresa si scatenano
o
le friulane Vincenzotti e so-prattutto Rain che martellano
o
il pitturato giallo nero consen-tendo alle friulane di metteree
il naso avanti nel terzo quarto
o
chiuso sul 49-55. Cavezzo trat-tiene il fiato per l’infortunio
o
alla caviglia della regista Za-noli ma trova ad ogni modo
o
la forza di ritornare a contatto
o
sul 65-68 a pochi secondi dallaa
sirena conclusiva. L’esclusionee
per cinque falli di Costi ed un
n
contropiede di Reins spezzano
o
le resistenze di Cavezzo e con-sentono a Udine di espugnaree
il palazzetto della bassa con un
n
65-70 che lascia qualche rim-pianto.
Re-match previsto per sa-bato prossimo al “Pala Manlio
o
Benedetti” di Udine con l’ob-biettivo di confermare le buo-ne indicazioni ma soprattutto
o
recuperare Zanoli fondamen-tale nella rincorsa alla Serie A.
E. B..
Centro Sportivo Italiano
Carpi, Casa del Volontariato
via Peruzzi 22, int. 41. Tel. 059/685402
e-mail: [email protected]
SPORT
Stanziati 20 milioni per le infrastrutture
S
IIn arrivo la nuova legge regionale
La nuova norma sullo sport
a livello regionale arriverà enttro l’estate. A darne conferma è
direttamente il Presidente della
d
rregione Emilia Romagna, Steffano Bonaccini, presente nella
ggiornata del 16 aprile durante
ll’incontro “Una regione a missura di sport” tenutosi a Bollogna. La nostra regione conta
ccirca 370 mila atleti aderenti
aalle federazioni, e più di 3 millioni di persone praticanti attivvità motoria. Numeri che hanno spinto la giunta regionale
n
aad approvare la nuova legge,
ccon la quale verranno stanziati
nuovi finanziamenti: l’obiettivo
n
è quello di “mettere gli invesstimenti per lo sport al centro
delle politiche regionali” come
d
sspiega Andrea Rossi, sottoseggretario alla Presidenza della
Giunta regionale. 20 milioni
G
di euro da investire nell’intera
d
llegislatura per migliorare l’impiantistica e gli spazi sportivi
p
del territorio emiliano-romad
ggnolo. Un programma regio-
Stefano Bonaccini
nale triennale (2015-2017)
rivolto agli oltre 16 mila impianti per lo sport e agli “spazi
elementari di attività” realizzati
prima degli anni ‘90.
“Con la nuova legge regionale intendiamo coinvolgere
le tantissime associazioni, polisportive, società che fanno
sport in Emilia-Romagna - ci
racconta Bonaccini - Ma sport
per noi è anche sicurezza: per
questo abbiamo deciso uno
stanziamento di 100mila euro
per acquistare tanti defibrillatori che metteremo a disposizione dei Comuni”.
S.G.
ESCLUSIVA HANDBALL
Parla Peppe Vinci, tecnico del Siracusa
“Impossibile giocare a Fasano”
Con la poule play off agli
sgoccioli i verdetti cominciano
ad essere sempre più chiari in
vista delle semifinali scudetto. Una delle grandi escluse
potrebbe essere la Team Network Siracusa che dopo le due
sconfitte consecutive contro la
Junior Fasano al “Pala Zizzi” e
quella interna contro Conversano ora è chiamata al miracolo per qualificarsi almeno per
gli spareggi fra seconde.
A non andare giù al tecnico
dei siciliani Peppe Vinci tuttavia è stata la sconfitta contro i
freschi vincitori della Coppa
Italia 2016 della Junior Fasano
rei, secondo il tecnico siciliano,
di aver permesso una condotta sleale al proprio pubblico
nell’arco di tutta la gara.
“Non ci nascondiamo dietro alle nostre colpe per questa
situazione complessa di classifica ma giocare a Fasano è realmente complesso. Tre invasioni
di campo e arbitri ostaggio dei
tifosi di casa. Ci sentiamo altamente penalizzati ma rimango
comunque orgoglioso di una
prestazione che mi fa dire a
cuor sereno di aver l’onore di
allenare una squadra più forte del Fasano”. Accuse pesanti,
solo parzialmente smorziate
dal Patron siculo Vito Laudiani
che precisa: “il “Pala Zizzi rappresenta un problema prima di
tutto per il Fasano stesso che è
costretto a giocare in una struttura non idonea alle esigenze
di un top club italiano. Tuttavia ci tengo a smorzare una
polemica ricordando gli ottimi
rapporti che storicamente legano le nostre due realtà”. Una
non smentita che tiene alte le
polemiche insomma ravvivate
ulteriormente da altre accuse
di accordi sotto banco. Questa volta è il Trieste che per
bocca del presidente Lo Duca
accusa senza mezzi termini il
Bolzano, campione d’Italia in
carica di aver agevolato nella
corsa al secondo posto il Pressano capace di battere proprio
i biancorossi al “PalaVis”. Un
finale di campionato decisamente movimentato con vari
aloni di dubbio sulla regolarità
di un campionato in mano ad
una Federazione che vorrebbe
rinnovarsi e dare lo slancio definitivo ad uno sport in piena
ascesa nel nostro paese ma evidentemente ancora troppo vincolata ad una gestione arcaica e
troppo distante dai club.
Enrico Bonzanini
HANDBALL
Una Terraquilia cinica batte Ambra
Qualificazione agli spareggi
Un pomeriggio che rimescola ogni certezza di chi
pensava di conoscere qualcosa
del campionato italiano di pallamano. La Terraquilia in una
gara nervosa, come ampliamente pronosticabile, vince
col punteggio di 24-20 in una
gara dominata sin dalle prime
battute toccando un massimo
vantaggio di sei reti. Le parate
di uno straordinario Jan Jurina
e la ritrovata vena realizzativa
di David Ceso sono le chiavi
della terza vittoria in questa
poule play off che consegna
l’aritmetico secondo posto in
classifica che vale la qualificazione allo spareggio fra seconde previsto per fine aprile
contro le seconde degli altri
due gironi. Se la poule play off,
nel girone B non sconvolge gli
addetti ai lavori, a sorprendere nel girone centrale è la vittoria del Rapid Nonantola al
“Pala Keope” di Casalgrande
che sancisce l’incredibile salvezza dei modenesi e manda
all’inferno i reggiani costretti a
vincere a Ferrara per evitare la
retrocessione.
Grandi sorprese nelle poule play off degli altri gironi
dove Bolzano e Fasano, al pari
del Romagna trovano i punti
necessari per blindare il primato che vale l’accesso diretto
alle semifinali scudetto rispet-
tando i pronostici mentre la
corsa al secondo posto viene
completamente sconvolta dalle
vittorie esterne di Conversano
e Trieste che, battendo rispettivamente le favorite Albatro
e Pressano, rimandano ogni
verdetto all’ultima giornata.
Un campionato sempre più interessante dunque con la Terraquilia che utilizzerà queste
due settimane per recuperare
tutti gli “acciaccati” in vista di
un rush finale che, se dovesse
vedere i biancorossi vincere
lo spareggio di Teramo, riproporrebbe l’ennesimo capitolo
dell’infinita epopea che contrappone da quattro anni la
Terraquilia ai rivali storici della Junior Fasano.
Non solo buone notizie per
la dirigenza biancorossa, che
incassa il doloroso verdetto
della sentenza del Tribunale
Antidoping Nazionale che respinge il ricorso alla squalifica
di Vito Vaccaro confermando
la sentenza di un anno e due
mesi. La società biancorossa,
sconcertata per l’indifferenza della Federazione Italiana
Handball e per la disparità di
trattamento rispetto ad altri
imputati, ha già annunciato
che proseguirà nella propria
battaglia sino al Tas di Losanna.
E.B.
Sport
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
CARPI FC
Dopo la schiacciante vittoria sul Genoa, si attende il Milan
21
VOLLEY
Gsm Città di Carpi promossa in Serie B
Per continuare a credere nella salvezza Si avvera il sogno
Un 4-1 roboante che stordisce gli scettici e rafforza le
convinzioni di chi avrebbe
puntato sin dall’estate in un
manipolo di uomini che la
Serie B l’aveva egemonizzata.
A farne le spese è proprio il
Genoa dell’ex direttore sportivo Sean Sogliano uscito fra lo
scherno di uno stadio intero e
qualche parola al vetriolo da
parte dello staff tecnico carpigiano delegittimato a più
riprese dal dirigente piemontese. Una giornata partita in
salita in virtù del gol in apertura del centravanti Leonardo
Pavoletti vanificato dall’ingenuità del difensore Armando
Izzo che con la sua espulsione
scatena la valanga biancorossa
che si abbatte sul malcapitato
Eugenio Lamanna, sostituto di
Mattia Perin fra i pali del “Grifone”, con due reti di pregevole
fattura dei biancorossi Antonio Di Gaudio e Lorenzo Lollo
che ribaltano il risultato prima
del duplice fischio che manda
le contendenti negli spogliatoi.
Ferocia sopita dal vantaggio?
Ma nemmeno per scherzo.
La ripresa ricomincia con lo
CALCIO
stesso canovaccio delle ultime
battute della prima frazione di
gioco e sul malcapitato Genoa
si accaniscono anche Lorenzo
Pasciuti e Stefano Sabelli, al
primo gol in Serie A, che arrotondano il punteggio e preparano la festa del 90° macchiata
solamente dalla rete del giorno
seguente del Frosinone a tempo scaduto a Verona che lascia
un solo punto fra il Carpi e la
zona retrocessione.
Giovedì sera, con già in
tasca i risultati del Palermo
in casa contro l’Atalanta e del
Frosinone nella sua seconda
apparizione consecutiva al
“Bentegodi” in appena quat-
tro giorni, la piccola armata di
Fabrizio Castori dovrà tentare
l’impresa di strappare qualche
punto al decaduto Milan ereditato da mister Cristian Brocchi dopo l’allontanamento di
Sinisa Mihajlovic da parte del
Patron rossonero Silvio Berlusconi. Contro i “diavoli” rossoneri mancherà il difensore
Riccardo Gagliolo ammonito
da diffidato nella goleada al
Genoa, facendo attenzione a
non perdere troppi pezzi in
vista della sfida casalinga di
lunedì prossimo contro l’Empoli, visto che la lista dei diffidati ora comprende ben sei
titolari tra cui: Raffaele Bianco,
Cristian Zaccardo, Gaetano
Letizia, Simone Romagnoli,
Lorenzo Lollo e Fabrizio Poli.
Nel Milan squadra al completo con la sola assenza dello
squalificato Kucka con mister
Brocchi che dovrebbe optare
per un 4-3-1-2 con l’estroso
Giacomo Bonaventura alle
spalle di Carlos Bacca e Mario
Balotelli, parso completamente revitalizzato dal cambio al
timone della nave rossonera.
Altra missione complessa
per un Carpi che in questa stagione ha sempre rappresentato
una fastidiosa spina nel fianco
per il Milan bloccato al “Braglia” sullo 0-0 e messo in grave
difficoltà a “San Siro” in Coppa
Italia con i meneghini capaci
di avere la meglio solamente
per 2-1 staccando il pass per
le semifinali poi vinte a scapito
dell’Alessandria.
Milan e poi Empoli in un
percorso ad ostacoli che alza
di settimana in settimana la
propria asticella di difficoltà.
Due partite da non sbagliare
per sminuire e schiacciare le
speranze di rincorsa di Frosinone e Palermo.
Enrico Bonzanini
Stefano Vecchi: dall’esonero al Carpi alle vittorie con l’Inter
Una Primavera di risultati positivi
L’apice della carriera di Stefano Vecchi pareva esser stato
proprio la panchina del Carpi
ed invece eccolo sollevare con
grande merito la Coppa Italia
con i suoi ragazzi della Primavera dell’Inter, ambito ora da
compagini non solo di Serie B.
Un esonero amaro per il
quarantacinquenne bergamasco cacciato nonostante avesse
condotto il Carpi, al suo primo
anno di cadetteria, nella parte
tranquilla della classifica dandogli un gioco e testando prima di chiunque altro la compatibilità di tanti ragazzi che
avevano fatto la trafila a Carpi
sin dalla Serie D.
Rimboccatosi le maniche e
trovando il coraggio di rifiutare qualche prestigiosa panchi-
CARPI FC
Stefano Vecchi
na in Lega Pro, Vecchi decide
di accettare la proposta dell’Inter che gli affida il compito di
far ritornate ad antichi fasti la
propria Primavera a secco da
troppi anni da vittorie importanti. Propositi rispettati con
lode e al primo anno al timone
dei giovani nerazzurri arriva
immediatamente la vittoria
nel prestigioso “torneo di Viareggio”, che mancava all’Inter
dal 2008, una finale scudetto
svanita solo ai supplementari e una valorizzazione totale
di una rosa che catapulta tre
elementi in prima squadra in
pianta stabile condendo il tutto
con una corposa plusvalenza
che la società meneghina ottiene cedendo il “baby gioiello”
Bonazzoli alla Sampdoria per 4
milioni di euro. Fine della storia? Nemmeno per sogno, Stefano Vecchi non lascia le cose
a metà ed allora eccolo di nuovo alla guida della Primavera
nerazzurra e, nonostante una
rosa fortemente ringiovanita
con più muscoli ma con meno
tecnica, con risultati immutati
che portano alla vittoria nella
finalissima di Coppa Italia in
un epico ed arroventato doppio confronto con la rivale di
sempre: la Juventus.
Pragmatico e sempre sul
pezzo l’ex allenatore del Carpi
ora vuole il “double” e nel mirino c’è uno scudetto di categoria
che all’Inter manca in bacheca
dal 2012.
Tanti successi e un aziendalismo innato che non sono passati inosservati ai radar dell’Atalanta che, conclusa l’era Edy
Reja e conscia della difficoltà
ad arrivare a Cesare Prandelli,
potrebbe puntare sull’indigeno
Vecchi sul quale avrebbero già
chiesto informazioni anche il
Brescia e la Pro Vercelli. E.B.
Poker biancorosso, ma non segnano gli attaccanti
Il calcio “operaio” di Castori
Segnano tutti, ma proprio
tutti. Nel Carpi formato Serie
A, non importa chi trova la via
del goal, l’importante è mettere la palla in rete ed aiutare la
squadra a vincere. La filosofia
del mister Fabrizio Castori
prevede un calcio operaio, senza individualità. Curioso però
che a segnare nella gara contro
il Genoa, siano stati tutti tranne gli attaccanti. E di goal ne
abbiamo visti a volontà, ben
4. Eppure Jerry Mbakogu si è
“limitato” a fornire l’assit per la
sforbiciata vincente di Di Gaudio oltre a giocare una partita
molto fisica, dove la sua stazza
Stefano Sabelli, difensore del Carpi, esulta
dopo il goal segnato in Carpi-Genoa 4-1
l’ha fatta da padrone. I numeri
del match passato ci consentono di applaudire il secondo
goal in Serie A per Lorenzo
Pasciuti (di cui contiamo anche l’assist a Lorenzo Lollo in
occasione del primo vantag-
gio) ed il primissimo score per
Stefano Sabelli, difensore di
provenienza Bari ma di scuola
Roma. Neanche il subentrato
Kevin Lasagna riesce a mettere la firma dell’attacco sul
tabellino finale (sfiorando la
rete un paio di volte). Proprio
Kevin potrebbe vedersi soffiare il titolo di capocannoniere
del Carpi dai compagni Lollo
e Di Gaudio, ora fermi a quota
3 reti in campionato. La filosofia operaia di Castori, l’attacco
non segna, ma non ce n’è bisogno: “Il nostro attaccante viene
sempre accompagnato da tutta
la squadra - diceva il mister al
termine della gara - ed infatti
siamo andati in goal con molti giocatori”. Dopo un 4-1 non
ci si può lamentare. Segnano i
centrocampisti? Va bene così.
Simone Giovanelli
Missione compiuta! La
Gsm Città di Carpi dopo due
anni nell’inferno della Serie C
femminile torna nelle categorie nazionali vincendo, con tre
giornate d’anticipo, il girone
emiliano romagnolo della Serie C. Ad inchinarsi, non senza
una battaglia allo strenuo delle forze, è questa volte il Villa
D’Oro, seconda forza della
classe, che cede solamente al tie
break (28-26; 22-25; 25-17; 2325; 15-13) dopo oltre due ore
di pura schermaglia pallavolistica. Una gara fiera rappresentazione di una Serie C particolarmente interessante stravinta
grazie ad un lavoro iniziato due
anni orsono e migliorato di
anno in anno con inserimenti
mirati dal mercato. Per quanto
concerne il match la gara inizia
senza fase di studio con la Gsm
che ha voglia di chiudere la
pratica ma trova sulla propria
strada un Villa D’Oro volenteroso di strozzare la festa annunciata delle carpigiane. Un
set combattuto e spettacolare
finisce 28-26 per le padrone di
casa ma la sensazione è che le
ospiti abbiano qualcosa in più.
Detto fatto, e nel secondo set le
modenesi scappano via sin dai
primi scambi vincendo poi per
22-25. Alla palestra “Gallesi”
scende il gelo ma a rinfiammarla ci pensano Bugarelli e
compagne con un ruggito forte
e netto che conduce la capolista sul 2-1 vincendo il terzo set
con un perentorio 25-17. Le
porte della festa paiono aprirsi ma a strozzare ancora una
volta l’urlo in gola alla capitana Pini e alle compagne è una
Villa D’Oro mai doma, capace
di strappare il quarto set sul
23-25. Come ogni epica impresa la via non può che essere
quella più lunga e tortuosa. Il
tie break è una vera e propria
battaglia senza esclusione di
colpi che Carpi riesce a far suo
solamente all’ultimo scambio
scatenando un boato inaudito
che diventa assordante colonna
sonora della festa delle ragazze
in bianco-blù. La Gsm Città di
Carpi è promossa in Serie B e le
ultime tre giornate di campionato saranno nulla più che una
prolungata marcia trionfale in
cui far crescere il minutaggio
delle tante promesse non solo
presenti in panchina ma anche
nel settore giovanile.
E. B.
VOLLEY
Successi per l’Universal Carpi
Doppia gioia nel weekend
Un weekend da incorniciare per l’Universal Volley
Carpi che si gode i suoi ragazzi dell’Under 15 e trova
un’importante vittoria per 0-3
in quel di Roma. Una vittoria
senza appello quella dei ragazzi di coach Luciano Molinari
che in tre set (21-25; 18-25;
12-25) si sbarazzano della Polisportiva Roma 7 trascinata
da un grande Oreste Luppi che
mette a referto la bellezza di 18
punti. Universal che con questa vittoria sale all’ottavo posto
a quota 33 punti superando
anche Reggio Emilia, prossimo avversario a Cibeno sabato prossimo nella terz’ultima
giornata di regular season.
Nel resto del girone B di
serie B1 maschile sconfitta pesante per la Fanton Modena
Est che cede per 1-3 alla ca-
polista Spoleto allontanandosi
definitivamente dal secondo
posto in virtù della concomitante vittoria da tre punti di
Grottazzolina. I geminiani ora
dovranno trovare almeno cinque punti nelle prossime tre
partite per difendere un terzo
posto che vale i play off dall’assalto di Grosseto e Ferrara. In
coda vittorie da tre punti delle
due compagini sarde che continuano a sfidarsi per evitare
l’ultimo posto.
Incanta l’Under 15 di coach
Giuliano Marasca che grazie al
3-0 sull’ostica 4 Torri Ferrara,
nella penultima gara del girone B regionale, approda alle final four con il chiaro obbiettivo di arricchire ulteriormente
una stagione vincente del settore giovanile carpigiano.
E. B.
22
Cultura e Società
DIO TU E LE ROSE di Brunetto Salvarani
Il ritorno di Giuseppe
MEMORIA
nio (Mt 4, 1-11; Mc 1, 12-23;
Lc 4, 1-13). Il vecchio porta
con sé un dono per la giovanissima sposa, “una bambola
magra/ intagliata nel legno”,
perché possa dedicare un po’
di tempo al gioco e al divertimento, come sarebbe logico
per una ragazzina di quell’età: quando, all’improvviso,
fa una scoperta decisamente
inattesa.
Nell’abbracciarla
delicatamente, infatti, egli
scopre con grande stupore
che Maria è incinta (e qui il
tono del brano assume una
delicatezza lirica forse mai
più così alta in De André).
Giuseppe cerca in lei, senza
riuscire a trovarlo, un indizio
di colpevolezza: non ha nulla
di cui scusarsi, quella moglie
bambina, ma piuttosto una
storia da raccontare. Rispetto
al Protovangelo di Giacomo,
una delle fonti principali del
cantautore genovese, ne Il
ritorno di Giuseppe sono assenti una serie di elementi
non secondari: dal trasparente sconcerto dell’uomo
alla consapevolezza amara di
essere stato ingannato dalla
ragazza, fino al logico rammarico di non essersi dimostrato capace di custodire la
prediletta di Dio; mentre è a
lui, e non a lei, che appare in
sogno un angelo, per cercare
di tranquillizzarlo mentre sta
maturando l’ipotesi di licenziarla (Prot Gc 14, 2; cfr. Mt
1, 18-25). Ancora, alla soluzione del dilemma di Giuseppe sul che fare, De André
sceglie di anteporre la narrazione di Maria.
Stelle, già dal tramonto,
si contendono il cielo a frotte,
luci meticolose
nell’insegnarti la notte.
Un asino dai passi uguali,
compagno del tuo ritorno,
scandisce la distanza
lungo il morire del giorno.
Ai tuoi occhi, il deserto,
una distesa di segatura,
minuscoli frammenti
della fatica della natura.
Gli uomini della sabbia
hanno profili da assassini,
rinchiusi nei silenzi
d’una prigione senza confini.
Odore di Gerusalemme,
la tua mano accarezza il disegno
d’una bambola magra,
intagliata del legno.
“La vestirai, Maria,
ritornerai a quei giochi
lasciati quando i tuoi anni
erano così pochi”.
Il 22 aprile 1945 a Carpi e in Diocesi nelle cronache del tempo
I giorni della liberazione
P
La terza traccia del disco
che stiamo presentando (La
buona novella di Fabrizio De
André), Il ritorno di Giuseppe, di cui sotto riportiamo le
prime strofe, è una composizione particolarmente ispirata, lenta quanto delicata, in
cui l’autore arricchisce, con
una serie d’immagini poetiche che si stagliano nell’ascoltatore, la scarna essenzialità
dei vangeli apocrifi. Il clima è
volutamente orientale, anche
grazie al suono del sitar che
inaugura il brano; nella prima strofa Roberto Vecchioni
vede, con buone ragioni, un’apertura leopardiana e biblica.
Vi si riportano le sensazioni
di Giuseppe, uomo dalla fervente sensibilità e altamente
compassionevole, nel suo ritorno a Gerusalemme dopo
quattro anni di assenza per
lavoro, e l’incontro con Maria
(si noti l’incongruenza geografica rispetto alle narrazioni canoniche dei vangeli, che
scelgono come location della
cosiddetta sacra famiglia Nazaret, in Galilea). Assai significativo, per più di un motivo,
il riferimento al deserto, metaforicamente descritto come
“una distesa di segatura”, con
evidente allusione al mestiere
di Giuseppe, che peraltro rimanda a un luogo fortemente
simbolico dell’identità del popolo ebraico: basti pensare al
cammino fatto dopo l’esodo
dalla schiavitù egiziana, ma
anche all’esperienza di Gesù
che trascorre in ritiro quaranta giorni appunto nel deserto,
dove sarà tentato dal demo-
NOTIZIE • 15 • Domenica 24 aprile 2016
er Carpi e il suo territorio
la data del 22 aprile è significativa. In quel giorno, infatti,
avviene la “liberazione” tra l’esultanza del popolo e la gioia
per la fine di un’epoca che si
lasciava alle spalle dolore e sofferenza. Le campane suonano
a festa ed in cattedrale si canta
il Te Deum di ringraziamento.
Molte sono le figure che si sono
contraddistinte per coraggio e
testimonianza. In questo breve
articolo si desidera ripercorrere quella giornata significativa
attraverso gli scritti e le cronache che ci sono giunti, lasciando direttamente la parola ai
personaggi che hanno vissuto
il momento.
Particolare attenzione merita colui che all’epoca guidava nel governo episcopale
la diocesi, monsignor Vigilio
Federico dalla Zuanna, che in
prima persona si è adoperato
per evitare situazioni dolorose
ed è intervenuto in più frangenti salvando molte vite. Tra
i primi ad arrivare in vescovado quel giorno c’è proprio
don Ivo Silingardi, liberato dal
carcere e scampato alla fucilazione. Il vescovo, incredulo
ma felice per l’evento, lo trattiene in vescovado e lo invita a
rimanere per la notte; i sacer-
ANNIVERSARI
monsignor Vigilio Federico dalla Zuanna
don Ettore Tirelli
doti diocesani impegnati nella
“resistenza disarmata” (usando
una felice espressione di Remo
Rinaldi), sono tutti ritornati in
diocesi ed il vescovo ha avuto
la grande gioia di non vederne alcuno deportato. Lui stesso scrive: “sebbene molti miei
sacerdoti siano stati catturati,
imprigionati, minacciati, nessuno è stato ucciso né dai tedeschi né dai repubblicani né dai
partigiani. Appena conoscevo
che un sacerdote era imprigionato, mi recavo al comando
relativo ed ho sempre ottenuto
la libertà, eccetto per uno che
rimase in prigione fino al giorno della liberazione”.
Interessante anche il racconto contenuto nella Cronaca
redatta da don Ettore Tirelli,
appassionato storico e puntuale cronista degli eventi diocesani, che, già dal 18 aprile,
registra “allarmi senza preavviso” e “mitragliamenti e spezionamenti” ad opera di aerei
nemici.
Il 22 aprile “III domenica
di Pasqua. La sirena ora suona
pericolo, ora cessato allarme,
non si conosce l’entità del momento: si vive in costernazione… intanto si sentono voci
che gli Americani hanno raggiunto Campogalliano, altre
voci ci dicono che gli Inglesi
sono a Limidi, ma al momento non si possono epurare…
Ma quando, sono le 17 ½ , le
campane suonano a distesa e
la sirena si prolunga per oltre
cinque minuti il segnale di ces-
sato allarme, si grida allora da
tutti: è venuta la pace!”.
Nelle parole del sacerdote si avvertono i sentimenti
di tensione e di angoscia che
hanno preceduto i giorni della liberazione e, altresì, è confortante l’espressione unanime
che saluta il tempo di pace.
Il giorno dopo dal balcone
del Palazzo Comunale scendeva il Tricolore senza lo stemma
di casa Savoia, tra un via vai di
biciclette, automobili (poche) e
altri mezzi, nonché il passeggiare “tranquillo” di ragazzi e
ragazze nella grande piazza che
si confonde con il resto della
gente che si incontra per commentare gli eventi e, ancora incredula, festeggiare la pace.
Andrea Beltrami
Nel 150° della nascita di Alfonso Bussetti, il tenore di Santa Croce
Sulle note del Trovatore
T
ra i personaggi che hanno
dato lustro al nostro territorio vi è anche Alfonso Bussetti, tenore apprezzato e dotato di grande potenza vocale
del quale, in occasione del centocinquantesimo anniversario
della nascita, piace tracciare
un breve profilo biografico.
Nato a Santa Croce di Carpi il 10 febbraio 1866 da Torrismondo, detto Galasèin, e
da Emilia Lugli, detta Bghìna,
Alfonso, inserito in una tipica
famiglia patriarcale, vive l’infanzia e la giovinezza aiutando
il padre ed il nonno Valentino
nella professione di maniscalco.
Ha una passione che coltiva fin dalla giovane età: quella
del canto, praticata soprattutto la domenica nella chiesa
parrocchiale della frazione
carpigiana dove accompagna
le celebrazioni mattutine ed i
vespri pomeridiani.
Per sua fortuna viene notato ed apprezzato da intenditori
facoltosi che, impressionati
dalla robustezza della voce e
dal naturale talento, lo “adottano” proponendogli lo studio
della musica e della tecnica
vocale. Si forma un comitato
pro Bussetti con la finalità di
sostenere economicamente il
giovane.
Forte degli aiuti ed incen-
tivato dal sostegno della gente
Alfonso colma in breve tempo
l’analfabetismo e, sotto la guida del maestro Giuseppe Trebbi, viene avviato al canto; Aida,
Ernani, Trovatore, Gioconda,
sono alcune delle opere liriche nel repertorio di Bussetti
che, nonostante gli impegni
musicali ed una carriera in
ascesa, continua nel lavoro di
maniscalco per mantenere la
moglie, Beatrice Sorzia e i numerosi figli (la coppia ne avrà
ben dodici).
Il debutto avviene nel 1902
al teatro di Correggio nel Trovatore di Giuseppe Verdi con
pieno successo e ovazione del
pubblico, nonché il plauso
della stampa locale entusiasta
per la potenza e l’eccezionale
estensione vocale.
Due anni dopo il nostro
è al teatro di Carpi, il 3 aprile
1904 dove regala, assieme ad
Emilia Corsi, un indimenticabile concerto lirico bissando
il suo cavallo di battaglia “di
quella pira” dal Trovatore di
Verdi sotto la direzione di Aniceto Govi ed accompagnato al
pianoforte dal suo insegnante,
Trebbi.
Significativa la recita sempre del Trovatore ad Imola
l’anno successivo. Ci restituisce il clima del momento un
articolo del Resto del Carlino
Alfonso Bussetti
del 21/22 agosto 1905: “Siamo
all’ultima recita del Trovatore
che ha raggiunto un sbalorditivo nel termometro locale.
Basti dire che il Bordereau teatrale ha raggiunto una cifra,
per la serata del tenore Alfonso
Bussetti, non mai raggiunta.
[…] questo artista ha in verità furoreggiato, e s’egli riuscirà
a vincere qualche incertezza e
qualche impacciamento nell’azione scenica, potrà aspirare a
calcare ben altri palcoscenici”.
Nello stesso anno Bussetti è
nel Nord America dove ottiene
un grande consenso pubblico
e della critica, tanto da essere chiamato “nuovo Caruso”;
calca le scene dei più grandi
teatri e ritorna in Italia l’anno
successivo con un dichiarato successo ed un cospicuo
guadagno, che gli permette di
continuare nell’attività musicale e mantenere la numerosa
famiglia.
In lui rimane un’indole delicata e sensibile, unita ad un
carattere semplice e ad un animo buono; molti sono infatti
i concerti di beneficenza e le
recite a favore di persone bisognose e di comunità disagiate,
tenuti fino a tarda età nel pieno disinteresse per il denaro.
Si spegne a Modena il 31
gennaio 1941, dopo una lunga
malattia sopportata con dignità, confortato dalla famiglia e
dagli amici più cari.
Oltre al ricordo per le
squisite doti vocali, Bussetti
mantiene viva una aneddotica legata al suo particolare
temperamento: pare che fosse
solito concedere parecchi bis
soprattutto nella romanza del
Trovatore arrivando al numero di sette al comunale di Bologna.
Sempre legata alla romanza verdiana… sembra che il
direttore, per scherzo e durante una prova, si sia divertito
ad alzarla di un tono; Bussetti
non esitò ad emettere, senza
difficoltà, un RE sopra il rigo.
An.Be.
CULTURA
Maria Silvia Cabri
È il “colore” che tutti gli altri comprende: è il bianco a cui
è dedicata la mostra inaugurata il 15 aprile nelle sale dei Musei di Palazzo Pio. “WHITE. Il
bianco nella moda-1960-2010:
da Pierre Cardin a Prada”, visitabile fino al 12 giugno, si articola in trenta capi iconici di
grandi stilisti italiani e internazionali – da Armani a Vivienne Westwood, passando per
Pierre Cardin, Ferré, John Galliano, Prada, Versace – e che
raccontano come i maggiori
fashion designer del mondo
abbiano affrontato la tinta
simbolo di purezza per antonomasia. La mostra, a cura di
Manuela Rossi, direttrice dei
Musei, è ideata e prodotta dal
Comune-Musei di Palazzo dei
Pio in collaborazione con Carpi Fashion System e la Fondazione Cassa di Risparmio
di Carpi e si collega in modo
diretto alla vocazione manifatturiera di una città capofila del
distretto del tessile.
Lungo le logge del Palazzo
è riprodotta una passerella da
“sfilata virtuale”, sulla quale
passano in rassegna i modelli
che sono stati concessi dagli
Archivi di Ricerca Mazzini di
Massalombarda. Il percorso,
corredato di riviste d’epoca e
strumenti multimediali degli archivi del Labirinto della
Moda, si snoda dal 1960 fino
al 2010, dal boom economico
alle nuove sfide che il sistema
moda e il distretto carpigiano
si trovano a dover affrontare.
“La mostra - spiega l’asses-
TEATRO
Trenta capi iconici dei maggiori stilisti
raccontano l’evoluzione del bianco
LIBRI
Moda total white
sore alla Cultura Simone Morelli - non parlando di una tendenza ma di una costante, il
bianco, ribadisce l’eterno ritorno di dettagli e forme. È uno
degli obiettivi che ha guidato
negli anni la formazione del
Labirinto della Moda che, con
questa mostra, inizia a svelarsi
oltre le sue funzioni storiche
di archivio e ricerca”. La prima
sezione è dedicata agli anni ’60
e ’70: i modelli no logo in uso
nella Swinging London, i corsetti punk di Vivienne Westwood, le sperimentazioni della
giapponese Rei Kawakubo di
Comme des Garçons. Gli anni
’80 e ’90 hanno come protagonisti i maestri del made in
Italy: Armani, Prada, Versace
e Ferré. L’ultima sezione guarda al nuovo Millennio, alle
evoluzioni dello stile e all’introduzione di materiali inediti – l’analisi dei tessuti, dai più
immediati a quelli sperimentali, è uno tra i fili conduttori
dell’intera mostra – passando
dalle creazioni di John Galliano ai più recenti prodotti griffati Prada.
Al Comunale di Carpi Eugenio Finardi ripercorre la sua carriera
Quarant’anni di musica ribelle
Ancora musica a teatro sabato sera 16 aprile con Eugenio Finardi. Confesso che ero
quasi emozionata, perché questo cantante mi riporta molto
indietro nel tempo, infatti si
esibiva spesso nelle discoteche che frequentavo, il Picchio
Verde di Carpi, il Due Stelle
di Reggiolo, quando si ballava con la musica dal vivo, e lo
stesso Finardi, quando entra in
scena e saluta, ricorda quegli
anni e il calore che ha sempre
ricevuto dalla città di Carpi e
paesi limitrofi. Il cantautore,
accompagnato dalla sua band,
inizia a cantare ripercorrendo
i brani più belli della sua carriera e in particolare questo
spettacolo nasce per celebrare
i 40 anni esatti dall’uscita del
disco “Sugo”, Lp del 1976 che
lo ha portato al successo e in
cui sono contenuti i brani più
rappresentativi della sua carriera, come “Musica Ribelle”,
“Radio”, “Oggi ho imparato
a volare”. Tra una canzone e
l’altra Finardi si racconta, si
fa conoscere un po’ di più, ci
Direttore: Ermanno Caccia
Direttore Responsabile: Bruno Fasani
Editore: Arbor Carpensis srl “società a socio unico”, via don E. Loschi 8, Carpi (MO)
Proprietario testata: Diocesi di Carpi
Coordinamento di redazione: Maria Silvia Cabri
Segreteria di redazione: Virginia Panzani
A questo numero hanno collaborato: Monia Borghi, don Carlo Bellini, Enrico
Bonzanini, Simone Giovanelli, Andrea Beltrami.
Grafica e impaginazione: Compuservice sas - 059/684472
Stampa: Sel srl - Cremona
23
Cultura e Società
Domenica 24 aprile 2016 • NOTIZIE • 15
dice, per esempio, che ha il
doppio passaporto, perché sua
mamma era una cantante lirica americana che era venuta a
perfezionarsi in Italia e come
sia stato influenzato sempre da
queste diverse culture; che ha
tre figli, che ha iniziato la sua
carriera negli anni settanta in
una Milano in fermento dalle
vicende politiche di allora. Insomma vuole entrare in confidenza con il suo pubblico e
ci riesce perché gli spettatori
si appassionano e gli applausi
diventano sempre più intensi. Non è assolutamente uno
spettacolo nostalgico, anzi le
problematiche mosse dalle
canzoni di Finardi diventano
terribilmente attuali e i musicisti spesso si concedono una
certa libertà creativa che rende
il pezzo unico anche se datato.
Bravo Finardi. Non ho ballato
come quando venivo a vederti
in discoteca, ma mi sono divertita e ho trascorso due ore
di musica rock piacevolissima.
Valeria Predieri
Stefano Guarinelli, La
gente mormora. Psicologia
del pettegolezzo”, Edizoni
Paoline, Miano, 2015, pp. 232,
euro 14,00
Si potrebbe dire che il pettegolezzo sia una forma corrotta della buona predisposizione ad ascoltare agli altri per
poter poi “bene-dire”. Il fatto
che non si riesca a fare a meno
di “parlottare” di tutto e di tutti, indica che la “chiacchiera”
svolge una funzione all’interno del singolo o del gruppo. La
riflessione dell’Autore si snoda,
in prospettiva psicologico-sociale e psicologico-individuale, su alcune importanti questioni: quali potrebbero essere
le funzioni svolte dal pettegolezzo? A cosa serve? Che cosa
ne ricavano i “chiacchieroni”?
Esiste la possibilità che anche
chi è oggetto del pettegolezzo
ne tragga qualche beneficio?
Una volta individuata la possibile funzione del “pettegolezzo”, l’Autore tenta di indicare
qualche strategia per affrontare questo dilagante, e spesso
fastidioso, fenomeno.
EC
MEMORIA
La Fondazione Fossoli presenta una mostra
e una banca dati per i 7000 deportati del Campo
Dare volto alla storia
Pierluigi Castagnetti e Marzia Luppi
Vari gli appuntamenti organizzati dalla Fondazione
Fossoli in occasione della celebrazione del 25 aprile. In particolare quest’anno spiccano
due manifestazioni: la prima è
la mostra dedicata ad Alberto
Longoni al Museo al Deportato, uno degli artisti coinvolti
nella realizzazione del Monumento e con un particolare legame con la città. “Il mondo di
Longoni. Selected Works 1949
– 1989” inaugurerà domenica
24 alle 17, alla presenza della
figlia e della nipote dell’artista
milanese, che hanno donato
11 opere alla Fondazione.
Il secondo appuntamento,
il domenica 25 alle 16 presso
l’ex campo di Fossoli, è il frutto
di un lavoro di ricerca iniziato
nel 2010. Sarà infatti inaugurato “I nomi di Fossoli 1942194”’, un database localizzato
all’interno della baracca recuperata, in cui sarà possibile
effettuare una ricerca nominale degli Internati al Campo
nel periodo bellico. “La banca
dati - commentano la direttrice Marzia Luppi e il presidente
Pierluigi Castagnetti -, sempre
aperta alle nuove ricerche, ci
restituisce finalmente i nomi
di quanti (circa 7000 persone) sono passati tra il 1942 e il
1944 dal campo vecchio e dal
campo nuovo”.
Sempre il 25 aprile, ma al
mattino, dopo la celebrazione
istituzionale, alle 11.30 al Museo del Deportato si svolgerà
“Arte per resistere”: visita guidata accompagnata da letture
itineranti tratte dagli scritti
di artisti internati o resistenti.
Alle 14.30 prenderà il via da
Piazza Martiri la biciclettata
organizzata dall’Anpi e che si
concluderà al Campo di Fossoli, dove, dopo le animazioni per i bambini a cura degli
scout di Rolo, concluderà la
giornata alle 17.30 lo spettacolo “History Telling: dalla notte
all’alba della Democrazia” di
Giovanni Taurasi. In caso di
maltempo lo spettacolo si terrà
all’Auditorium della Biblioteca
multimediale Loria. Durante
tutta la giornata del 25 il Museo Monumento al Deportato
e il Campo di Fossoli saranno
aperti al pubblico e visitabili
gratuitamente fino alle ore 19.
M.S.C.
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