solo la Lombardia la supera Campano e pu
Transcript
solo la Lombardia la supera Campano e pu
MEZZOGIORNOECONOMIA III LUNEDÌ 14 OTTOBRE 2013 Rapporto Svimez Il Mezzogiorno rimasto a galla Primo piano Siderurgia e metallurgia dei minerali non ferrosi Industrie chimiche Più grande fabbrica italiana: Ilva record nonostante tutto Sei le raffinerie meridionali, tre fra le maggiori d’Europa I S l polo siderurgico dell’Ilva di Taranto (foto) è il primo in Europa a ciclo integrale per capacità, mentre per gli addetti (11.409 diretti + 2.500 nell’indotto di 1˚livello) è tuttora anche la più grande fabbrica manifatturiera d’Italia, superando quella della Fiat Mirafiori a Torino. Il sito ionico continua pertanto a rappresentare con l’imponente acciaieria, le sue aziende di subfornitura e il sistema infrastrutturale che le è funzionalmente connesso, una delle strutture portanti dell’apparato manifatturiero italiano, del Meridione e della Puglia: una caratteristica posta in evidenza, fra l’altro, proprio dalle complesse vicende giudiziarie collegate al sequestro dell’area a caldo dell’impianto, notificatole il 26 luglio 2012, in seguito alle quali i 14 centri di trasformazione e di servizi del Gruppo Riva diffusi soprattutto nell’Italia del Nord — e che ne trattano "a valle" i semilavorati — li hanno ricevuti con crescenti difficoltà, ponendo così a repentaglio la loro stessa tenuta occupazionale. Tuttavia, il decreto legge 207 del 3.12.2012 — recante fra l’altro norme per la continuità di esercizio dell’area a caldo dell’impianto classificato d’interesse strategico nazionale — e l’altro decreto legge 4.6.2013 hanno scongiurato pesan- ti rischi per le forniture agli altri utilizzatori nazionali dell’acciaio del capoluogo ionico, ove si pensi che nel 2011 l’Ilva vi ha prodotto 8,5 milioni di tonnellate di acciaio grezzo — pari al 29% della produzione nazionale e a poco più del 10% di quella europea — collocando sul mercato interno 5,5 milioni di tonnellate di prodotti piani, pari a quasi il 40% del fabbisogno italiano. Un altro impianto di minori dimensioni del gruppo facente capo all’Ilvaform S.p.A., è in produzione con 50 addetti a Salerno. Altre industrie metallurgiche di rilievo nel Sud sono la Laminazione sottile (Na, 485), le Acciaierie di Sicilia (Ct, 201), l’Acciaieria Duferdofin-Nucor di Giammoro (Me, 160), mentre nel Sulcis in Sardegna la Portovesme, (645 diretti e 900 indiretti) controllata dalla Glencore, opera nella metallurgia dei non ferrosi ed è leader nazionale nella produzione di piombo e zinco. Sempre nel Sulcis è imminente la ripartenza dell’Euroallumina. Nel capoluogo lucano la Siderpotenza (300) del gruppo Pittini è un’acciaieria elettrica con laminatoio per barre per cemento armato. L’Arcelor Mittal ha un impianto a San Mango sul Calore (Av) con 83 occupati per preverniciatura di coils e taglio di laminati. ei raffinerie (oltre il 60% della capacità di lavorazione italiana) — fra cui le 3 maggiori del Paese e fra le più grandi d’Europa — in Sicilia a Priolo e Augusta (Sr) con impianti della Isab (1.062 addetti), controllata all’80% dalla Lukoil nella prima area, e della Exxon nella seconda (619), mentre a Gela (Cl) opera l’Eni Refining & Marketing (1.242+700 indiretti) e a Milazzo (Me) la Ram (592+300 indiretti), joint-venture fra Eni e Kuwait Petroleum. A Sarroch (Ca) v’è la Saras (1.118 +7.000 indiretti), mentre a Taranto v’è un altro sito dell’Eni (460 +500 indiretti). Nell’indotto di Priolo-Augusta (circa 3.200 unità) emerge la Irem (800 occupati); 3 dei quattro steam craker in Italia della Versalis (ex Polimeri-Eni), sono a Brindisi (507+273 indiretti), Priolo (521), il più grande d’Europa (foto), e Porto Torres (566 +600 indiretti) ove con una joint-venture con Novamont si produrrà chimica verde. A Brindisi è presente la statunitense LyondellBasell (160 unità+80 indiretti). La Versalis ha altri 2 siti a Sarroch (400) e Ragusa (127). Quanto ai pozzi petroliferi, in Basilicata ci sono i maggiori on-shore d’Europa: a Viggiano (Pz) estrae da anni l’Eni, che avvia il trattamento del greggio nel Centro oli (200+1.000 nell’indotto), poi inviato con pipeline a Taranto; a Corleto Perticara (Pz), l’estrazione parte nel 2015 con Total e Shell, con nuovi occupati in un 2˚Centro Oli, da costruirsi. Al giacimento è legata la costruzione nella raffineria di Taranto di 2 serbatoi da 180mila metri cubi per il greggio proveniente con oleodotto, ampliando anche il pontile portuale per un traffico da 45 a 140 navi l’anno. Industrie della plastica sono a Brindisi come la Exxon Mobil (180), la Telcom ad Ostuni (Br) mentre nel Salernitano spiccano la Jcoplastic (380 in Italia e all’estero) e la Paif con impianto anche in Spagna. Una fabbrica di vetri piani e cavi della multinazionale Pilkington (1.841) è presente a San Salvo (Ch) e un’altra, della Sangalli, a Manfredonia (Fg, 365), mentre a Bari (120), Castellana Grotte (Ba, 206) e a Marsala (Tp) in Sicilia v’è la O-I Manufacturing Italia della statunitense Owens Illinois. A Nusco (Av) la multinazionale Seves glassblock produce mattoni di vetro; la Bridgestone (930) realizza pneumatici a Bari e la Cooper Standard guarnizioni in gomma a Battipaglia (345); vi sono stabilimenti farmaceutici delle multinazionali Sanofi Aventis a L’Aquila (350) e Brindisi (191), Angelini e Dompé a L’Aquila, Novartis a Torre Annunziata (Na, 418), Merck-Serono a Bari (129), Pierrel (80) a Capua (Ce), di Pfizer (750) e Sifi (425) a Catania. Produzione di energia da combustibili fossili e fonti rinnovabili Puglia seconda in Italia: solo la Lombardia la supera N el Sud nel 2010 — per un fabbisogno di 90.473 GWh (27,4% del totale nazionale) — se ne sono prodotti 104.950, il 36,7% del Paese, mentre il Centro-Nord, a fronte di un fabbisogno di 239.980 GWh (72,6% del totale), ne ha generati 181.346 e cioè il 63,3%. Il Sud perciò è risultato autosufficiente ed in esso Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna lo sono a differenza di Abruzzo, Campania e Basilicata. La Puglia è seconda dopo la Lombardia per energia da tutte le fonti, e Brindisi con 4.600 MW di 3 centrali a combustibili fossili, è il 1˚polo nazionale (nella foto la centrale Enel di Cerano). I più potenti impianti a combustibili fossili nel Sud sono elencati nel grafico. Col carbone estratto a Nuraxi Figus nel Sulcis, la Carbosulcis (470 addetti) della Regione rifornisce il vicino sito dell’Enel e ha presentato alla Ue domanda di finanziamento per un progetto di produzione di «carbone pulito». Nelle rinnovabili, al netto dell’idroelettrico, emerge il primato del Sud, ove sempre nel 2010 si generava il 52,1% del totale nazionale, a fronte del 47,9% nel Centro-Nord, mentre si concentrava il 61,8% della potenza installata contro il 38,2% del Centro-Nord. In Puglia v’è la più alta concentrazione d’Italia di potenza nel fotovoltaico. Inoltre Sicilia, Puglia, Campa- nia, Calabria e Sardegna sono nell’ordine le 5 regioni ove è insediata la maggiore capacità di generazione da fonte eolica. L’installazione di tali impianti ha sviluppato aziende elettromeccaniche e imprese attive in montaggi e manutenzioni. Nelle rinnovabili da biomasse la Casa Olearia Italiana del Gruppo Marseglia di Monopoli (Ba) genera energia con 156 MW del suo grande sito locale, mentre produce 200mila tonnellate all’anno di biodiesel in un impianto al Nord. A Taranto costruiscono aerogeneratori di grande taglia i 3 stabilimenti contigui della danese Vestas, la maggiore industria per addetti (697) in Italia, mentre una vicina fabbrica del gruppo Marcegaglia (170) produce pannelli fotovoltaici a film sottile. A Gioia del Colle (Ba), in uno dei più grandi stabilimenti di caldareria d’Europa, l’Ansaldo caldaie ne costruisce parti in pressione, mentre a Catania la 3SUN, joint-venture fra Enel, Stm e Sharp realizza pannelli fotovoltaici. Nella filiera presenti anche il Gruppo Getra a Marcianise e Pignataro Maggiore (Ce, 300 fra diretti e indotto), che produce trasformatori elettrici di alta e media potenza, la fabbrica per batterie della multinazionale Fiamm ad Avezzano (Aq, 350), e il gruppo Moncada (Ag) attivo anche nella generazione di rinnovabili. Costruzioni di auto, veicoli commerciali e componentistica Industria aerospaziale È realizzata nel Meridione una vettura su due tricolore Campano e pugliese i distretti più importanti O D ltre la metà delle auto e dei veicoli commerciali leggeri prodotti oggi in Italia è costruita negli impianti insediati nel Mezzogiorno. Vi sono localizzati infatti: 3 stabilimenti di assemblaggio e centri ricerche della Elasis di Fiat Auto e Fiat Industrial a Pomigliano (Na, 4.515 addetti, di cui 3.100 già ritornati in produzione sulla Nuova Panda, più 5.706 nell’indotto, foto), Atessa (Ch, 6.185, più 4.500 indiretti) — il più grande sito europeo per la costruzione di veicoli commerciali leggeri) che impegna nella joint-venture Sevel la Fiat e la Peugeot — e Melfi (Pz, 5.581 più 3.837 nell’indotto sulla Punto). A Pomigliano — il cui impianto ha ottenuto la medaglia d’oro per l’applicazione del metodo Wcm — e a Melfi sono già stati già investiti dalla Fiat o sono in corso di impiego 1,7 miliardi di euro per adeguare le linee alle nuove produzioni. Alla Cnh di Lecce si costruiscono macchine movimento terra con 603 addetti e 1.000 indiretti. Numerose le fabbriche di componentistica del gruppo torinese a Sulmona (Aq, 636), Termoli (Cb, 2.475), Avellino (1.893), Caivano (Na, 875), Foggia (1.719), Bari (978). Inoltre sono presenti altri sette grandi impianti di Denso a San Salvo (Ch, 973) e Avellino (842), Dayco (739), Tdit-Bo- sch (2.012), Getrag (780+160 interinali), Skf (450), Graziano Trasmissioni (503), distribuiti fra Abruzzo, Campania e Puglia, supportati da ramificate filiere locali di pmi subfornitrici. A Ottaviano (Na) ha il suo quartier generale il gruppo Adler di Paolo Scudieri, secondo produttore mondiale di sistemi per l’insonorizzazione delle auto con 58 stabilimenti anche all’estero e un totale di 7mila addetti. Ad Atessa ha sede anche una grande fabbrica della nipponica Honda (685 diretti, più 822 indiretti) per la produzione di motocicli e assemblaggio di loro motori. Il comparto dell’automotive localizzato nel Mezzogiorno ha rafforzato la sua vocazione export-oriented, sia con la vendita dei modelli Nuova Panda e Grande Punto prodotti a Pomigliano e Melfi, sia con quella dei veicoli commerciali leggeri della serie Ducato in partenza dalla Sevel di Atessa — ove sono in programma altri 700 milioni di investimenti — e sia infine con la componentistica che ha anche nell’area industriale di Bari un polo molto forte costituito, fra gli altri, dai grandi impianti di Bosch, Magneti Marelli, Getrag ed Skf. Pure le macchine movimento terra costruite nella fabbrica della Cnh di Lecce sono in gran parte destinate all’esportazione. ue forti concentrazioni di rilievo nazionale per numero di aziende, qualità dei prodotti e quantità di addetti nell’aerospaziale — facenti capo a Finmeccanica e ad altri gruppi italiani e a controllo estero — sono localizzate nel Napoletano e in Puglia a Foggia, Brindisi e Grottaglie (Ta, foto) e hanno dato vita a due forti Distretti di settore, collegati nel cluster tecnologico italiano che associa anche quelli di Piemonte, Lombardia e Lazio. Nell’area partenopea gli impianti dell’Alenia Aermacchi sono insediati a Pomigliano (Na, 2.535 addetti) e Nola (Na, 765), quello dell’Alenia Aeronavali a Capodichino (667), ove ha sede anche l’Atitech (638), controllata dal gruppo Meridie, quotato alla Borsa di Milano. In Puglia i siti dell’Alenia Aermacchi sono a Foggia (934) e Grottaglie (677). Nelle fabbriche della stessa Alenia Aermacchi di Pomigliano, Foggia e Grottaglie sono particolarmente sviluppate le produzioni in materiali compositi anche per grandi committenti esteri. L’AgustaWestland ha stabilimenti a Benevento (500) e Brindisi (520). Il gruppo Avio — la cui divisione aeronautica è stata acquisita dalla General Electric — è presente con due siti a Pomigliano (1.100) e Brindisi (650), la cui provincia è la seconda nel Sud, dopo quella di Napoli, per numero di addetti al comparto aeronautico, pari in totale, fra diretti e occupati nelle subforniture, a 2.500 unità. A Napoli inoltre ha il suo quartier generale la Invesco di Paolo Graziano che — con le controllate Magnaghi aeronautica, Salver e Metal Sud — ha fabbriche a Napoli, Caserta, Brindisi e in Brasile, occupando in totale 850 addetti. A Morra De Sanctis (Av) è in esercizio la Ema del gruppo Rolls Royce con 350 persone. In Campania gli occupati nell’aerospazio, fra grandi imprese e pmi, ammontano complessivamente a 10mila, mentre in Puglia sono poco più di 4mila. Inoltre gli stabilimenti maggiori del settore presenti sia in Campania che in Puglia destinano ai mercati esteri quote rilevanti e crescenti negli ultimi anni dei loro prodotti. Significativi poi sono i collegamenti per le attività di ricerca applicata dei due Distretti aeronautici e delle loro industrie più importanti con i centri tecnologici presenti in Campania e in Puglia, fra i quali si segnalano il Cira e l’Università partenopea con i corsi di laurea in ingegneria aerospaziale nella prima regione, e il Cetma e l’Ateneo salentino nella seconda. Sono numerosi infine nel Sud — e in particolare in Abruzzo, Campania e Puglia — centri e laboratori di produzione di tecnologie e di software per il settore spaziale.