Ragazzi e digitale: i rischi per la vista
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Ragazzi e digitale: i rischi per la vista
Ragazzi e digitale: i rischi per la vista 31 August 2016 I nativi digitali sono in continuo contatto con apparecchi digitali di ogni genere. Ecco cosa possono fare i genitori per prevenire e curare eventuali disturbi alla vista, e non solo. I ragazzi di oggi, nativi digitali, e il loro rapporto con la tecnologia La nostra vita oggi è impensabile senza i media digitali, che hanno portato nelle attività quotidiane innovazioni in grandissima parte positive. La maggior parte di noi però non è nata insieme a essi, e negli anni fondamentali della formazione ha potuto sviluppare la propria personalità attraverso un rapporto fisico con ciò che le stava intorno, si trattasse di pagine scritte, oggetti inanimati o persone. I “nativi digitali” invece hanno da sempre un legame stabile e spesso preponderante con i DD (digital device), che può rivelarsi dannoso sotto diversi aspetti. Che rischi corrono i nativi digitali I bambini e i giovani studiano e giocano al computer, s’informano e socializzano via internet, comunicano tramite il telefono cellulare. Studi europei hanno rivelato che quasi un ragazzo su due dagli 8 ai 16 anni possiede uno smartphone, uno su cinque un tablet; non sono più quindi fruitori occasionali di nuove tecnologie, ma veri e propri utenti. I DD forniscono a essi numerose opportunità di sviluppo e apprendimento, ma possono provocare danni alla salute psico-fisica di varia entità, come disturbi della postura e della vista, dipendenza patologica da internet, fino al cyber-bullismo, interferendo con l’apprendimento e la vita di relazione. Le preoccupazioni dei genitori: violenza, contenuti sessuali e danni alla vista Il Joint Research Centre, centro di servizio scientifico interno alla Commissione Europea, ha rivelato che a preoccupare di più i genitori sono soprattutto la violenza e i contenuti sessuali che popolano la Rete, mentre tra le ansie che riguardano la salute fisica, le più ricorrenti riguardano la vista. Per la soluzione di questi problemi molto diversi tra loro, i genitori europei applicherebbero per lo più, ed erroneamente, strategie punitive, piuttosto che dare spiegazioni, condividere la fruizione dei contenuti online, coinvolgerli in altre attività. Tablet e smartphone tra le cause di un “tic” all’occhio? I problemi di visione riguardano i vizi connessi al loro uso. I bambini molto concentrati davanti a tablet e smartphone, ma anche allo schermo televisivo, battono meno le palpebre, limitando in questo modo il ricambio delle lacrime. A causa di ciò possono lamentare bruciore, arrossamenti o la sensazione di avere un corpo estraneo negli occhi. Questo è dovuto al fatto che la cornea, il tessuto trasparente che si trova nella parte anteriore dell’occhio, si nutre attraverso l’ossigeno disciolto nelle lacrime. Se l’occhio lacrima meno, la cornea ne risulta infastidita e il bambino potrebbe essere portato a contrarre la palpebra in maniera compulsiva, sviluppando un vero e proprio tic. Una visione viziata: la miopia come problema di sanità pubblica La quantità eccessiva di tempo trascorso con gli occhi impegnati in una stessa attività, la scarsa propensione a uscire di casa e a ‘sfruttare’ la luce naturale, il mancato rispetto della distanza di lettura ideale, che è tra i 30 e i 35 cm, hanno aumentato, secondo gli studiosi, la possibilità di una visione viziata. Secondo i calcoli più recenti il 40% dei nativi digitali avrà qualche diottria in meno nel giro di un decennio. Un altro studio pubblicato su Ophtalmology, sostiene che più della metà delle persone tra i 25 e i 29 anni in Europa ha problemi di diottrie. Un trend in netto peggioramento rispetto alla popolazione generale in cui si conta una persona miope su 4 e che rischia di rappresentare un problema di sanità pubblica, se si considera che dalla miopia possono derivare disturbi più seri, come glaucoma, cataratta, degenerazione della retina. Come prevenire i problemi alla vista legati agli strumenti digitali Come sempre, la prevenzione passa attraverso la visita oculistica, nel primo anno di vita e poi a tre anni, per scongiurare difetti congeniti. Nel caso poi i bambini portassero già occhiali da vista, potremmo valutare con l’oculista o il nostro ottico di fiducia l’opportunità di montare lenti trattate per schermare la luce blu, una particolare forma di radiazione elettromagnetica emessa da fonti luminose e monitor, che può provocare stress ossidativo a livello delle cellule corneali e, secondo alcuni, interferenza sulla capacità di addormentarsi. Per il resto non dobbiamo demonizzare il videogioco, ma fare in modo che sia utilizzato in maniera equilibrata e, soprattutto, dobbiamo cercare di suscitare l’interesse dei nostri figli per altre attività, come la lettura di un libro, l’ascolto della musica, l’attività fisica all’aria aperta. Solo così sapranno far uso dei DD con serenità, senza esserne sopraffatti. Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)