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Quel che resta del cielo -2- Angelo Maugeri, Pietro Montorfani, Alberto Nessi, Giovanni Orelli, Massimo Scrignoli, Jean Soldini, Shuichi Takeda, Gabriele Zani alla chiara fonte 1 2 Quel che resta del cielo 2 Angelo Maugeri, Pietro Montorfani, Alberto Nessi, Giovanni Orelli, Massimo Scrignoli, Jean Soldini, Shuichi Takeda, Gabriele Zani alla chiara fonte 3 4 Angelo Maugeri Angelo Maugeri è nato in Sicilia nel 1942. Nel 1969 si è trasferito in Lombardia. Vive a Campione d’Italia. Poeta, narratore e critico, ha pubblicato le seguenti opere: - poesia: Mappa migratoria (Geiger, Torino, 1974); Verbale di s/comparsa (idem, 1976); I sensi meravigliosi (“Quaderni della Fenice” n. 4, Guanda, Milano, 1979); Il fiume i falchi la distanza il vento (“Almanacco dello Specchio” n. 9, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980), Passaggio dei giardini di ponente (Società di Poesia / Lunarionuovo, Milano / Acireale, 1983); Kursaal (Guanda, Parma, 1989); Piccoli viaggi (Laghi di Plitvice, Lugano, 1990); La stanza e la partita (Nuova Editrice Magenta, Varese, 2000); - narrativa: Figura femminile (I libri degli amici, Ispra, 1993); Ramo materno (“Il gatto dell’ulivo”, Edizioni Ulivo, Balerna, 1996); Recita di Natale (idem, 1996); - critica: Mario Radice (Roberto Cantiani Editore, Como, 1986). Per alla chiara fonte ha pubblicato: Nóstos, Quadra, 2005 5 I CALENDARI SFOGLIANO GLI AMORI I calendari sfogliano gli amori come fasi lunari. La girandola dei giorni sposta il centro delle cose: se ne scorgono i fuochi nel nomadismo della mente nell’inganno del pensiero. Invisibile è il visibile, tanto più sconosciuto è l’ignoto l’enigma dell’anima il magma dell’esistenza. È questa la lente il diamante che scompone le notizie del giorno. L’immagine del movimento è nello spettro delle parole, 6 l’accumulo dei transiti nel dispendio delle idee. Gli amanti temono l’eclissi dello sguardo nell’errore dell’occhio. La differenza è nella luce del cielo che gira mirabile e quieto. La Luna nuova occulta il disco del Sole, ma egualmente innalza e abbassa i mari rigenera sangue e amori. 7 LA TELA DI PENELOPE (Il lenzuolo di Laerte) La casa è inquieta, il telaio insonne nella giostra dei fili, nell’andirivieni dei nodi legati di giorno sciolti di notte mentre il tempo ritesse la luce e il buio nel lenzuolo di Laerte, e ancora a quest’età soffia il vento dei vent’anni. Questo è un resto d’amore, un brandello di vita, vita di amaranto e commiato sul lido che riverbera il passato come sterpaglia o vento, velo e sogno amato nel cielo del mondo deserto ad ogni strappo. Per festeggiare il solo desiderio di essere vivi 8 (le ali come il bianco della tela il dono del possibile planare), parole nelle mani diaframmi che rinnovano frange di mesi e giorni polvere d’ore attimi – e danno respiro ancora ancora vita. 9 10 Pietro Montorfani Nato a Bellinzona nel 1980, si è laureato in lettere moderne all'Università Cattolica di Milano. Dopo una breve esperienza come giornalista presso la redazione culturale del “Giornale del Popolo”, si è trasferito negli Stati Uniti all’Università di Mary Washington dove è dottorando e assistente di letteratura italiana. Collabora con le riviste “Quaderni grigionitaliani” e “Feuxcroisés”. Per alla chiara fonte ha pubblicato la raccolta di poesie Intuisco che ridi , 2005). 11 QUASI UN HOPPER Così facendo, seduto tutto da un lato del tavolo-bancone di cucina, mi sembra di non stonare che un poco in questa casa pensata, ragionata (un piccolo mondo design) eppure indiscutibilmente viva Visto così, potrebbe essere quasi un Hopper una patina traslucida di interno con un uomo seduto nel mezzo nell’atto di scrivere 12 CIÒ NON TOGLIE Cosa vorrà mai un ombrellone sospeso come trottola impazzita pericolo fluttuante sulle case? Si dirà: il vento feroce come soltanto un autunno di trent’anni fa. Si dirà che la forma, il tessuto l’apertura quasi alare aiutano le correnti ascensionali (ma gli occhi stralunati dei passanti, il volo confuso dei primi gabbiani?) 13 COSA RESTA Non ricordi ma segni di cose sperate, visioni violente di futuro: ragioni inconsuete e atti di terrore, legami mai voluti prima Cambiare scuola, moglie-marito, un tatuaggio che parla di un figlio non ancora nato 14 15 16 Alberto Nessi Alberto Nessi (1940) è cresciuto a Chiasso e oggi vive a Bruzella. È stato insegnante. È poeta e narratore. Le sue principali pubblicazioni sono, per la poesia: I giorni feriali (1969), Ai margini (1975) (le due raccolte sono state ristampate da Giampiero Casagrande, Lugano, nel 1988); presso Casagrande, Bellinzona: Rasoterra (1983), Il colore della malva (1992), Blu cobalto con cenere, (2000); presso LietoColle, Faloppio: Iris viola (2004). Per la prosa: Terra matta, Dadò, Locarno (1984; quinta edizione 2005, con prefazione di Fabio Soldini) e, da Casagrande, Bellinzona: Tutti discendono (1989), Fiori d’ombra (1997), La Lirica (1998). Ha curato l’antologia di testi e testimonianze sulla Svizzera italiana Rabbia di vento (Casagrande, Bellinzona, 1986) ed è autore di libri realizzati in collaborazione con artisti. È tradotto in tedesco e francese. Per alla chiara fonte ha pubblicato: Ode di gennaio, 10x10, 2005 e Lode della flora domestica, AURORA, 2005. 17 FILI D’ERBA a mia moglie 1 Come no, qualcosa resta di noi, l’eco di un’ora sui prati scompigliati, lo stupore davanti all’alba, l’albero che rassicura come una mano intorno alla mano del bambino sulla strada di casa - anche il fiume lascia indietro una luce sulle pietre del greto, vuoi che noi ce ne andiamo senza una traccia? Anche la foglia lascia la sua impronta nel calcare per i ragazzi che verranno, qualcosa rimane, non disperare. Resta di noi l’onda della forsizia quando la muove il vento nella sera. 18 2 Ora godiamoci quest’ultimo sole nel paese a mezza costa dove abitiamo sotto l’ala del falco, godiamoci la luce che balbettano le foglie di settembre e questi che chiamiamo alberi e sono esseri vivi che ci vengono incontro sui sentieri - lo vedi il loro passo come oscilla lungo il filo dei monti. Qui non ci sono sensi vietati e gli elicotteri comandati a distanza oggi sono in panne nelle rimesse del cielo così ti parlo tra la foglia e il ramo anche se sto in silenzio. 19 3 Facciamo posto nel magazzino interiore a questo intreccio di fili d’erba, teniamolo a mente per quando passerà la falciatrice e teniamo anche la via lattea piena di insetti che splendono e il vicino dal becco gentile - spericolato architetto di fuscelli fa il nido fra due tralci di vite la peonia che schiude l’occhio sotto il rustico, il bombo che ci minaccia con tutto l’esercito delle api dà l’assalto all’edera dalle drupe nere. 20 21 22 Giovanni Orelli Giovanni Orelli è nato a Bedretto nel 1928. Coniugato, con tre figli, vive a Lugano, dove ha fatto l’insegnante. Quanto allo scrivere, ha cominciato con L’anno della valanga, Milano, Mondadori, 1965 (poi Bellinzona, Casagrande, 2003). Tra i romanzi successivi, Il sogno di Walacek, Torino, Einaudi, 1991 (Gallimard 1998), e due dal Donzelli di Roma, Il treno delle italiane e Gli occhiali di Gionata Lerolieff. Racconti “ticinesi” sono usciti dal Casagrande di Bellinzona (Di una sirena in Parlamento) mentre una nuova raccolta uscirà nel 2006. Accanto alla poesia “in lingua” (tra cui il Concertino per rane) quella dialettale (Sant’Antoni dai padü, Scheiwiller, 1986 ), cui si affiancano le facezie leventinesi di Farciam da Punt a Punt, Bellinzona, “Messaggi brevi”, 2000. Le poesie di Un eterno imperfetto sono uscite da Garzanti nel marzo 2006. Quartine per Francesco, Novara, Interlinea 2004. Per bibliofili, ed. con Upiglio, con Flussi, con ed. di Rovio….Per la collana “Lett.d.reg. d’Italia”, Svizzera italiana, Brescia 1986. Con Diana Rüesch Carteggio Bertoni-Chiesa (G. Casagrande, Lugano, 1994). Nel settimanale “Azione” ha una rubrica di critica letteraria. Teatro radiofonico e televisivo. Per alla chiara fonte ha pubblicato: Quartine per Francesco che il 12 aprile 2003 ha tre anni, Quadra, 2003; Ćata mia da savéi, 10x10, 2004 23 QUARTINE PER FRANCESCO, luglio/agosto 2005 Sole di luglio ha per te riscaldato l’acqua del giallo annaffiatoio; e a sera tua nonna si trasforma in giardiniera, ti fa la doccia, fiore del suo prato. 24 L’abbiamo visto solo un attimo lo scoiattolo su per il larice scodinzola e come sale ne oscillano i rami su cui va in verticale: è dei selvatici il fool, aereo allegro matto. 25 Abbiamo fatto carezze a vacche di razza svittese, molte con corna ignobilmente mozzate più tre olandesi bianche e nere, imbranate sugli irti colli del nostro paradisiaco paese. 26 27 28 Massimo Scrignòli Massimo Scrignòli (1953) vive tra Bologna e Ferrara. Svolge un’intensa attività in àmbito editoriale e ha curato la versione e l’introduzione critica dei racconti di Franz Kafka contenuti in Relazione per un’accademia e altri racconti (Book Editore, 1997). Tra i suoi libri di poesia: Le linee del fuoco (Book Editore, 1991); Buio bianco (Book Editore, 1999); Lesa maestà (Marsilio, 2005). Per alla chiara fonte ha pubblicato la versione di East Coker, di T.S. Eliot, (dai Quattro Quartetti), Volgere, 2005. 29 PAESAGGIO CON CILIEGIO GIAPPONESE E FIERO GATTO TRISTE Da quando due rami del ciliegio hanno deciso di essere morti del tutto nell’isola tra i vicoli il tronco di corteccia giapponese si è torto controvento, chiuso come Pound nella smorfia di silenzio. E ai piedi delle foglie allungato nel prato rosa medievale regna ancóra Marco Aurelio felino nero che consuma fiero l’ombra dell’autunno come sole disteso nel vento. 30 Tutto quello che resta è poco, che altro è se non l’impronta antica eppure calda sopra l’erba di radici: un pensiero di Dio, un largo istante fatale a chi torna qui dove noi non possiamo rimanere. 31 L’ULTIMO AIRONE Non dorme da un anno l’airone che ogni giorno l’erba invita, ordina gli arrivi, misura lo spazio tra il giardino e la notte con la necessità del volo. Nascosta dietro l’ombra la verità dei corpi si offre alla distanza dello sguardo convocando i nomi degli anni infedeli. Fino a questo punto scende la polvere, ma l’airone sa che i solchi della vita sono luoghi profondi nel cielo, soltanto lí si vedono le ossa dileguare in coro. 32 33 34 Jean Soldini Jean Soldini è nato nel 1956. Ha studiato a Parigi. Vive a Lugano dove, da più di vent’anni, insegna e svolge attività di ricerca. L’incontro tra formazione storico-artistica e filosofica è rinvenibile fin dall’inizio del suo percorso, con un’accentuarsi nel tempo dell’indagine in campo filosofico. Gli ultimi tre libri nelle edizioni Jaca Book (Milano): Saggio sulla discesa della bellezza. Linee per un’estetica, 1995, Alberto Giacometti. La somiglianza introvabile, 1998, Il riposo dell’amato. Una metafisica per l’uomo nell’epoca del mercato come fine unico, 2005. Per alla chiara fonte ha pubblicato Cose che sporgono (Quadra, 2004, “Libro della Fondazione Schiller svizzera” 2005). 35 NEPPURE UN MERLO Non più bocche morsi officianti, la propria servitù sotto i piedestalli di opache stirpi. Il cielo fu abbandonato agli angeli e ai merli *. Gli occhi, infine, scordarono la pioggia e gli uccelli affidati a un riflesso su qualche provincia, a settentrione a meridione. 36 Prossimi alla veglia, cani e botteghe di lì a poco, con premurosa tenerezza metteranno nuovamente mano alle armi, eccitati dall’odore delle nubi da un lamento affrettato da una bella canzone. Di lì a poco, neppure un merlo s’accorgerà di noi. Neppure un passero racconterà chi siamo. * Richiamo qui alcuni versi del poema di Heinrich Heine, Deutschland. Ein Wintermärchen (1844), Insel Verlag, Frankfurt am Main, 1983, Caput I, p. 14: «Ja, Zuckererbsen für jedermann, / Sobald die Schoten platzen! / Den Himmel überlassen wir / Den Engeln und den Spatzen» (Sì, piselli zuccherini per tutti, / appena scoppiano i baccelli! / Abbandoniamo il cielo / agli angeli e ai passeri). 37 FUORI DELL’ACCAMPAMENTO Voce mai esausta all’ultimo, sempre penultimo appello edificante. Brevettata da un fremito, sa forse quel che ha detto? Che sciocchezza, immaginare d’essere fatti a pezzi fuori dell’accampamento, in una manciata di polvere e paura, e limatura di presunzione. 38 39 40 Shuichi Takeda È nato a Tokyo nel 1946. Ha studiato letteratura francese, laureandosi con una tesi su J.M.G. Le Clezio. Ha viaggiato nei paesi del Mediterraneo: Francia, Spagna, Italia, Tunisia e Algeria. Dal 1994 ha vissuto a Rapallo fino al 2005, anno del suo rientro in Giappone nell’antica città di Kamakura. Lavora come giornalista per le pagine culturali e traduce dall’italiano (“Nati due volte” di Giuseppe Pontiggia, ecc.) Sta per pubblicare il suo primo romanzo. Per alla chiara fonte ha tradotto in giapponese i quattordici haiku di mare di G. Gazzolo. 10x10, 2004. 41 il tempio antico sullo stagno gelato i gabbiani in piedi 42 quanti colombi la cima d’albero nudo le ali splendenti 43 gru, gru! pregando il volo il fiato bianco 44 45 46 Gabriele Zani Gabriele Zani è nato nel 1959 a Cesena, dove risiede e lavora. Ha esordito con Monolocale (Maggioli, Rimini 1984). L’opera successiva, apparsa originariamente in plaquettes semiclandestine e in riviste, è confluita nella raccolta I rimanenti (peQuod, Ancona 2001), con una Nota di Giovanni Raboni. Per alla chiara fonte ha pubblicato: Locali, Quadra, 2004 47 NOTTURNO per Ferruccio Benzoni Questa da me discosta specchiera deserta stanotte posso fino alla noia fissare uno sguardo sentendomi che indietro non torna e si perde con quelli che potevano essere e non sono stati. Perché dopo tutte le notti lì davanti già passate adesso solo di perdermi ho bisogno tra i murali anneriti dal fumo i bicchieri riempiti e svuotati fino a dimenticare di essere io stesso un’ombra della mia stessa ombra seduto a uno sgabello i gomiti sul banco neppure un volto in sosta accanto al mio. (1998-2000) 48 PRATICA Dopo averci guardato danzare il maestro argentino assunse la desolata espressione propria di chi alla fine s’accorge d’aver parlato inutilmente e col dito rivolto ai sordi che per lui a quel punto eravamo prese a disegnare nell’aria figure ovali quadrate circolari soavemente unite tra loro da una semplice linea. 49 Quel che resta del cielo 1 e 2 Donata Berra, Aurelio Buletti, Giorgio Gazzolo, Vincenzo Guarracino, Gilberto Isella, Giorgio Larocchi, Christophe Martella, Angelo Maugeri, Pietro Montorfani, Alberto Nessi, Giovanni Orelli, Massimo Scrignoli, Jean Soldini, Shuichi Takeda, Gabriele Zani è il n. 26 della collana Quadra Marzo 2006 Immagini contenute nel presente volume Pag. 4 Pag. 10 Pag. 16 Pag. 22 Pag. 28 Pag. 34 Pag. 40 50Pag. 46 István Gyalai, Nudo nell’erba, pastello, 2003 per Angelo Maugeri, Nóstos, collana Quadra, Novembre 2004 Andrea Mariconti, pittura; per Pietro Montorfani, Intuisco che ridi, collana Quadra, Gennaio 2005 “Chiasso frontiera “, fotografia di Mayr, ca. 1950 per Alberto Nessi, Ode di gennaio, collana 10 x 10, novembre 2005 “Panorama di All’Acqua e della Valle Bedretto”, cartolina, Fot. Cap. G. Rezzonico, primi anni del ‘900; per Giovanni Orelli, Cata mia da savéi, collana 10 x 10, dicembre 2004 “The Neddle Rock”, fotografia di autore ignoto, primi anni del ‘900; per Massimo Scrignòli, East Coker, di T.S.Eliot; collana volgere , dicembre 2005 Bruno Pinto, disegno, per Jean Soldini, Cose che sporgono, collana Quadra, Ottobre 2004 “Mare e segno di mare”; fotografia e tipografia; per quattordici haiku di mare di Giorgio Gazzolo tradotti in giapponese da Shuichi Takeda, collana 10x10, settembre 2004 “Attesa”, fotografia di SirenS per Gabriele Zani, Locali, collana Quadra, settembre 2004 51 52