si puo` sapere chi sono i delinquenti nel pd?
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si puo` sapere chi sono i delinquenti nel pd?
Anno II - Numero 150 - Giovedì 27 giugno 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 CALA UN OSCURO SILENZIO SULLA CLAMOROSA DENUNCIA DELLA PARLAMENTARE MARIANNA MADIA I provvedimenti del Governo per l’occupazione SI PUO’ SAPERE CHI SONO I DELINQUENTI NEL PD? SOLTANTO FUMO E ... POCO LAVORO A Roma e nel Lazio tace il Partito Democratico, ancora ferma la magistratura di Francesco Storace A Roma e nel Lazio rischia di esplodere qualcosa di grosso. E i segnali ci sono tutti. Non vanno sottovalutati. Ieri ho fatto riferimento all’emersione della questione morale all’interno della regione Lazio. Zingaretti ha un gruppo di bad boys, ha titolato l’Espresso, ma dalla Pisana non si sente una voce a discolpa, e nemmeno uno straccio di annuncio di querela. Eppure si parla di una serie di inchieste aperte su assessori, consiglieri, dirigenti, ma tutti stanno zitti, sperando che passi la nottata. Ad aggravare le cose, delibere dubbie su fondi per consentire ai comuni di spendere – senza spiegare i criteri in maniera seria - che vengono portate in commissione bilancio con emendamenti all’ultimo momento e documenti richiesti per la cui lettura vengono lasciati solo cinque minuti ai consiglieri ad opera del presidente dell’organo, Buschini, Pd, zelante esecutore delle volonta’ della Casa. Per inciso, noi non abbiamo voluto legittimare la votazione della delibera che riguardava il patto’ di stabilita’ regionale, uscendo dall’aula; il resto dell’opposizione si e’ rifugiata nell’astensione. Poi, anzi prima, ci si mette anche una giovane deputata del Pd, Marianna Madia, che prende a cannonate il gruppo dirigente del Partito democratico. Di Roma e nazionale. STATI UNITI La Corte Suprema apre alle nozze gay Marianna Madia La parlamentare – che fu scelta come capolista da Veltroni nel 2008 per la circoscrizione di Roma – ha detto testualmente che nel suo partito ci sono “delinquenti”, circolano piu’ precisamente “piccole associazioni a delinquere”, e il problema non credo che siano le loro dimensioni. Accuse gravissime, di cui nessuno l’aveva sentita fare cenno, ne’ sul suo sito, ne’ su fb o su twitter, che pure frequenta abitualmente. Di questa storia ha parlato due giorni fa Il Fatto, ieri noi, il Secolo d’Italia e molto piu’ autorevolmente il Corriere della Sera con un’intervista alla stessa Madia, ma a parte qualche farfugliamento sul lessico, cosi’ ha detto, la sostanza resta tutta intera :”Mi riferivo ai gruppi di potere”, ha “spiegato”, alle primarie “ho realmente capito che cosa succede nel territorio”. Parla di “filiere” e di sistemi di “spartizione zone per zone”. Se non ha usato la parola “cosca” poco ci e’ mancato, ma una cosa e’ certa: se sommiamo i bad boys coniati dal settimanale di De Benedetti con le delibere frettolose alla Pisana e i metodi portati alla luce dalla Madia, c’e’ da preoccuparsi del rischio di involuzione di un partito che un tempo si diceva orgoglioso di rappresentare l’Italia della legalita’. Invece, non una voce sdegnata si e’ levata a tutela dell’immagine del Pd. Silenzio da Epifani, dal segretario regionale Gasbarra, da quello romano Patane’. Avete invece il dovere di parlare. E anche il Pdl si deve svegliare, smaltire in fretta l’elaborazione del lutto per la sconfitta romana e ricominciare a fare opposizione seriamente. Quanto alla Madia, ci aspettiamo una convocazione da parte della Procura di Roma, che non puo’ certo restare ferma. Se una parlamentare dice le cose che abbiamo letto sul suo partito, il minimo che possiamo attenderci e’ una rapida passeggiata a palazzo di giustizia per sapere nomi e cognomi dei “delinquenti”, l’organizzazione dei “gruppi di potere” e come venivano “spartite” le zone. Se non interviene la procura e nemmeno la sanita’ psichiatrica, ci sia almeno l’annuncio che una parlamentare che dice cose di questo genere, se non sono vere, non sara’ piu’ ricandidata. O si teme che possa dire altro? Madia, chi e’ costei? I Marina Marina, ti voglio al più presto votar… I L l Consiglio dei Ministri di ieri, tanto sbandierato come chissà quale panacea per tutti i mali, in realtà ha prodotto poco o niente. Il decreto-carceri è stato solo la conferma di quello già annunciato e poco condiviso, tanto che lo stesso ministro Cancellieri ha ammesso che si arriverà a circa 6.000 detenuti in meno ma in un paio di anni. Sull’aumento dell’Iva c’è stato il solito rinvio stile Imu: se ne riparlerà a settembre e, tra le misure previste per la copertura, c’è ovviamente la tassa sulle sigarette elettroniche (il governo ha sempre negato, quindi… verrà introdotta!). Sull’acquisto degli F35 la spaccatura è andata avanti, tanto che per la serata di ieri era sì prevista una ‘mozione unitaria’ ma più che altro di facciata. Il governo Letta-Alfano ha poi partorito il classico topolino, ovvero il pacchetto-lavoro (o piano giovani) Più che un pacchetto assomiglia ad uno…specchietto, per le solite allodole che evitano di fare analisi di che metterebbero in luce come questo tipo di provvedimenti, da soli, non servono a nulla. Certo, per un datore di lavoro che per 18 mesi si vede abbattere il costo di un nuovo assunto di 650 euro al mese (è questa la misura principale prevista, mentre per la trasformazione dei contratti La primogenita nicchia, ma il Cav è deciso: ‘figliera’corta in politica e successore in casa di Igor Traboni a Corte Suprema degli Stati Uniti concede una storica vittoria alla comunità Lesbo Gay Bisex Trans. Con un rapporto di cinque a quattro, i giudici hanno deciso che il Defense of Mariage Act, il testo approvato nel 1996 che determinava come l’unica unione possibile fosse tra un uomo e una donna, è incostituzionale. Appena saputa la notizia, le decine di persone, per lo più militanti e ativisti gay, radunate fuori dall’edificio si sono lasciate andare in espressioni di gioia. Obama si è dimostrato estremamente soddisfatto: ”E’ la fine delle disuguaglianze”. I vescovi non sono d’accordo. “Il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna anche quando gli Stati non lo fanno” Campoli a pag. 6 di Massimo Visconti bene informati dicono che in realtà il Berlusca la primogenita avrebbe voluto chiamarla Italia: non tanto una ventina d’anni fa, ma soprattutto oggi che il carisma del Cavaliere è abbastanza in discesa, sarebbe tornato comodo anteporle il ‘forza’. E provare a ricominciare daccapo. Però, dai: anche Marina è un gran bel nome. Alzi la mano chi almeno una volta non ha cantato ‘Marina Marina, ti voglio al più presto sposar’ che faceva tanto risveglio nelle gite in pulmann, dopo quei cori tristanzuoli del ‘vecchio scarpone’. E chissà che adesso la Marina non la voglia sposare il Pdl, o quello che rimane della sigla che fu. I bene informati di cui sopra dicono anche che il papà sia rimasto un po’ deluso dalla mancata discesa in politica del Pier Silvio, che ha invece preferito Silvia (intesa come Toffanin) a Silvio. Che comunque era un bisticcio di parole terrificante. Il Cavaliere tutto d’un pezzo, e recentemente fatto a pezzi da tre donne che però vestono la toga e non i tailleur stile Marina, ha però deciso di optare ugualmente per la… figliera corta: l’erede, anche quello politico, l’ho fatto io e però mica me lo tengo io. E poi, diciamola tutta: la primogenita Marina Vaticano Campidoglio non è stata affatto un ripiego. La ragazza s’è infatti meritata, per le sue capacità manageriali alla guida dell’azienda di famiglia, la palma di donna tra le più influenti d’Italia e addirittura tra le 50 più abili nel globo. Da Arcore all’universo intero, la signorina di strada ne ha fatta tanta. E volete che non riesca a ridurre a più miti consigli un Brunetta (che pure ieri invece s’è detto mica tanto convinto della scena patriarcale) o a rintuzzare le candidature di una Santanchè; che di nome per giunta fa appena Daniela? Marina, invece, che per giunta in casa ha un etoille della Scala, è un’altra cosa, anche politicamente parlando. La signorina Le Pen, ad esempio, ricorda qualcosa a lor signori? “Nomen omen” dicevano i latini, assolutamente presagio di qualcosa che dovrà pur venire, se papà vuole . E se i figli so’ pezz’ e ‘core, figuriamoci gli italiani: la Marina che più di qualcuno vorrebbe al più presto votar (basta dare un’occhiata ai social network, tra un insulto e l’altro a paparino e al fido Giulianone, per la Marina invece i complimenti si sprecano) continua a dire che no, la carriera politica proprio non fa per lei. Occhio però: Silvio è proprio deciso a passare la mano alla Marina. Con tanto di… sbarco imminente, come rivelato da Luigi Bisignani. Uno che di segreti se ne intende. Messina Torino e Cosenza Bergoglio non si ferma: Marino vara la Giunta: Formazione: indagati Megatruffe su Metrò commissariato lo Ior 50% uomini, 50% donne esponenti del Pd e ai danni dello Stato a pag. 2 Cataluddi e Vignola a pag. 7 Barbara Fruch a pag. 9 a pag. 9 a tempo indeterminati si scende a 12 mesi) l’effetto può essere affascinante ma il problema non è solo il costo del lavoro. L’imprenditore, oltre al costo del lavoro e a una tassazione troppo alta, va in crisi perché è in atto una contrazione dei consumi causata dal potere d’acquisto di salari e pensioni che diminuisce di giorno in giorno. Se si riducono i consumi si riduce la produzione. E se si riduce la produzione si riduce il personale, quindi non serve soltanto agire sulle assunzioni occorre incentivare i consumi. Meglio sarebbe stato partire con provvedimenti di sgravio fiscale, vero punto debole delle aziende, per incentivarne lo sviluppo. Agendo sul cuneo fiscale le aziende sarebbero certamente più competitive rispetto alla concorrenza estera e soprattutto molte imprese non trasferirebbero i loro insediamenti produttivi all’estero. A quel punto una politica di sostegno alle assunzioni avrebbe i suoi effetti desiderati. Ma al solito il Governo, incapace di ridurre una spesa pubblica debordante, non si può “permettere il lusso” di abbassare le tasse e continua con palliativi che non risolvono il problema. E il piano lavoro rimane assai fumoso: 100mila posti di più per i giovani – è la promessa – e altrettanti con ‘misure di inclusione’, senza spiegare quali. CORSIVO Berlusconi da Napolitano ossa abile, quella di NapoM litano, di ricevere Berlusconi al Quirinale. Perché, se da un lato conferma la preoccupazione del Capo dello Stato sulle possibili ripercussioni della sentenza del Tribunale di Milano sulla stabilità della maggioranza di governo, dall’altra lancia un segnale preciso alle opposizioni e alla parte più irrequieta del Pd: il Cav continua a restare il leader del PdL e quindi il suo ruolo politico non è intaccato dal contestato verdetto di primo grado per la vicenda Ruby. Come aveva fatto già nei mesi cruciali della scorsa legislatura, Napolitano ha ripreso nelle sue mani la tela stracciata della maggioranza, ricominciando a provvedere ai rammendi. Difficile prevedere se ci riuscirà fino in fondo. Certo, è già molto che – malgrado l’oggettiva difficoltà di tornare a colloquiare con un leader al centro di una crescente bufera giudiziaria giudiziaria- il Capo dello Stato abbia voluto dare questa prova di coraggio e di responsabilità, per la quale non mancherà di essere linciato dai giacobini nostrani. Di fronte ad un panorama politico popolato da capponi, accontentiamoci. G.P. 2 Giovedì 27 giugno 2013 Attualità Istituita da Bergoglio una commissione che avrà accesso a tutti i documenti, anche riservati Papa Francesco fa pulizia nello Ior Un salesiano alla guida: solo lui relazionerà al Pontefice. Un altro duro colpo per le gerarchie italiane di Igor Traboni Si allarga l’inchiesta sui preti omossessuali P apa Francesco non molla: lo Ior va ripulito, presto e completamente, così da farlo ritornare nell’alveo naturale, quello cioè di un servizio alla Chiesa, per le Opere di Religione, non certo per affari e affaristi. Il Papa argentino lo aveva già preannunciato e poi fatto capire apertamente: pulizia dentro e vicino lo Ior. Bergoglio non è stato per niente tranquillizzato dalle promesse del nuovo presidente dell’Istituto, il tedesco Erns Von Freyberg, e tanto meno dal silenzio mediatico che, dopo il clamore di qualche settimana fa, è stato impresso alla vicenda. Ma soprattutto il Papa venuto da lontano vuole togliere sempre più potere alla struttura 'gerarchica' e 'italiana' della Chiesa, ad iniziare dal cardinal di Paolo Signorelli “ Bertone. Papa Bergoglio ha così deciso di istituire una "commissione referente sull'Istituto per le opere di religione". L'organismo è presieduto dal cardinale salesiano Renato Farina. E sarà solo lui MAGISTRATURA E SENTENZE Si scrive suicidio, si legge “colpevole” Mors omnia solvit”. La morte sana ogni cosa. Prima lezione, del primo giorno, del primo anno di Giurisprudenza. Chi muore non ha colpe, chi muore non può essere processato. E questa regola vale in ogni campo del diritto. Dal civile al penale. Ma non per la Corte d’Appello di Milano. La scelta di Mario Cal, ex vicepresidente del San Raffaele, di togliersi la vita (dopo essere stato coinvolto nello scandalo che ha investito l’Ospedale meneghino) ha avuto un chiaro ed inequivocabile significato: “fu un’incondizionata ammissione di colpa”, nonché “l’espressione radicale di una percezione del concreto disvalore del proprio operato”. Un’autentica canagliata, per non dire di peggio. Infangare la memoria di un uomo divorato da un dramma interiore (perché solo questo può spingere al suicidio) per giustificare la condanna a 9 anni di carcere per Pietrangelo Daccò, faccendiere di Don Verzè e trait d’union fra il San Raffaele e la politica. E insistono i giudici di Milano, consapevoli della clamorosa e vergognosa opera di demolizione di chi imputato non può essere. Vale la pena riportare per intero lo stralcio della sentenza solo citata in precedenza. Repetita iuvant. “Senza dimenticare che questa ipotesi è priva di fondamento, non si può fare a meno di osservare che il gesto compiuto da Mario Cal –a prescindere da ogni giudizio di carattere personale in propositonon solo equivale a un’incondizionata ammissione di colpa ma è anche l’espressione radicale di una percezione del concreto disvalore del proprio operato, sotto ogni punto di vista”. Ora, ciò che i giudici d’Appello hanno fatto non “ Un ex carabiniere di nome G.B. organizzava e promuoveva gli incontri e le attività legate alla prostituzione maschile soprattutto minorile, attraverso la quale reperiva soggetti che introduceva in Italia e che metteva a disposizione dei clienti-sacerdoti”. Eccolo il contenuto della denuncia sporta da Don Poggi lo scorso 8 marzo. Una denuncia che rivela particolari agghiaccianti: incontri sessuali di parroci gay con ragazzi, soprattutto minori ed un giro prostituzione inquietante. L’ex parroco ha rivelato anche i nomi dei (presunti) sacerdoti coinvolti che adesso sono nella “black list” degli inquirenti. Si tratta di Don G.F., Don R.C., Monsignor N.F., Monsignor N.T., Don L.L., Don G.V e Don D.R. Tutte persone attualmente in carica nelle parrocchie di Roma ovest e nord. Sono loro che, secondo don Russo, usufruivano delle prestazioni dei minorenni che l’ex carabiniere riusciva a reclutare. “G.B., insieme a omissis e omissis (dunque in tre) selezionavano nei pressi dei locali Twink a stazione Termini e Qube a Portonaccio, i ragazzi omosessuali. Li pagavano anche 500 euro per avere rapporti intimi con loro”. E, secondo il parroco “pentito” ci sarebbero testimoni pronti a confermare il tutto. E ancora, “l’ingaggio dei minorenni da parte dei tre avveniva puntando sulla disperazione e l’assenza di soldi per sopravvivere che caratteriz- solo è moralmente riprovevole e, a tratti, disgustoso. Ma è anche una totale violazione delle più elementari norme che regolano la procedura penale. Perché chiunque è innocente fino a che sul suo capo non pende una sentenza definitiva. E non è davvero questo il caso. La morte poi, è la principale della cause di improcedibilità. Aver utilizzato la condanna di Daccò per esprimere, indirettamente, un giudizio su Cal è una mossa spregevole. Seguendo il ragionamento della Corte milanese, allora, sarebbe il caso di condannare in contumacia anche la povera Graziella Corrocher, segretaria di Roberto Calvi, gettatasi dalla finestra del suo ufficio dopo lo scandalo del crac del Banco Ambrosiano. Un po’ come David Rossi, travolto dallo scandalo Monte Paschi. Oppure, per rimanere nell’ambito della Prima Repubblica, come dimenticare la tragica scelta del politico socialista Sergio Moroni o dell’imprenditore Raul Gardini. Entrambi suicidatisi dopo il loro coinvolgimento in “Tangentopoli”. E allora, già che si è fatto 30 si faccia 31, processando da morto anche Pietrino Vanacore (il portiere dello stabile di Via Poma, coinvolto nell’omicidio di Simonetta Cesaroni), che si è tolto la vita dopo 20 anni di alterne vicissitudini giudiziarie. Più ammissione di colpevolezza di questa! Quella della Corte d’Appello di Milano, non è altro che l’ennesima dimostrazione lampante di una magistratura consapevole del suo strapotere. Conscia di avere la libertà di dire ciò che vuole, ignorando il diritto e calpestando perfino la memoria dei morti. Micol Paglia e non altri a relazionare direttamente al Pontefice. Gli altri componenti della Commissione sono il cardinale JeanLouis Pierre Tauran, che e' l'unico a far parte anche del Consiglio di Sovrintendenza presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone, l'arcivescovo Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, che ne sara' il coordinatore, l'assessore della Segreteria di Stato Peter Bryan Wells, che sara' segretario e l'ex ambasciatrice Usa in Vaticano, professoressa Mary Ann Glendon, che e' annoverata come membro. "La Commissione - si apprende dall'ufficio stampa vaticano secondo l’espressa volontà papale - raccoglie documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali. Il segreto d'ufficio e le altre eventuali restrizioni stabiliti dall'ordinamento giuridico non inibisco- no o limitano l'accesso della Commissione a documenti, dati e informazioni, fatte salve le norme che tutelano l'autonomia e l'indipendenza delle Autorita' che svolgono attivita' di vigilanza e regolamentazione dell'Istituto, le quali rimangono in vigore". "La Commissione - ha stabilito inoltre Francesco - e' dotata delle risorse umane e materiali adeguate alle sue funzioni istituzionali e qualora sia utile, si avvale di collaboratori e consulenti". Il Papa ha deciso inoltre che il governo dell'Istituto continui "a operare a norma del Chirografo che lo erige, salvo ogni Nostra diversa disposizione". Mentre la nuova Commissione potra' servirsi "della sollecita collaborazione degli Organi dell'Istituto, nonche' del suo intero personale e della collaborazione di altri soggetti, spontaneamente o su richiesta”. Miliardi di euro di perdite per l’Italia? Sul rischio per i ‘derivati’ si muove la Procura di Roma I famosi derivati rischiano di costare all'Italia miliardi di euro di perdite. I contratti originali - riporta il Financial Times citando un documento del Tesoro, trasmesso alla Corte dei Conti - risalgono alla fine degli anni 1990, ovvero al periodo "precedente o subito successivo all'ingresso dell'Italia nell'euro". Tre esperti indipendenti consultati dal quotidiano calcolano le perdite, sulla base dei prezzi di mercato al 20 giugno, a circa 8 miliardi di euro. Il rapporto - mette in evidenza il Financial Times - si riferisce solo alle "transazioni e all'esposizione sul debito nella prima metà del 2012, inclusa la ristrutturazione di otto contratti derivati con banche straniere dal valore nozionale di 31,7 miliardi di euro. Il rapporto lascia fuori dettagli cruciali e non fornisce una quadro completo delle perdite potenziali dell'Italia. Ma gli esperti che lo hanno esaminato aggiunge il Financial Times - hanno detto che la ristrutturazione ha consentito al Tesoro di scaglionare i pagamenti dovuti alle banche straniere su un periodo più lungo ma, in alcuni casi, a termini più svantaggiosi per l'Italia". La Procura di Roma ha quindi aperto un fascicolo sui rischi per i conti pubblici legati a derivati accesi negli anni ’90 e rinegoziati nel 2012. Il fascicolo al momento è senza indagati e ipotesi di reato. zavano l’esistenza dei giovani”. L’indagine, alla luce di queste dichiarazioni, è partita. A coordinarla il procuratore aggiunto Maria Monteleone. Si tratta di rivelazioni choc, che potrebbero scatenare un terremoto che (comunque) è già iniziato. Rivelazioni che gettano di nuovo l’inquietante ombra della pedofilia sulla Chiesa. Sono accuse gravi quelle di Don Poggi, che provengono da un sacerdote già condannato a 5 anni proprio per aver avuto rapporti sessuali con minorenni. Vanno pertanto prese con le molle. Potrebbe essere soltanto una vendetta nei confronti del Vaticano che lo ha interdetto. Se però fosse la verità? Di riscontri ce ne sono, ma si procede con molta cautela. La certezza è che già quattro nomi sono iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Il parroco si sarebbe deciso a raccontare tutto all’autorità giudiziaria perché animato “dal dovere di tutelare la Santa Chiesa e la comunità cristiana essendo a conoscenza di gravi fatti che ne minano l’integrità e le normative canoniche e penali. Non sono mosso da rancori o rivalse nei confronti di alcuno in quanto sacerdote”. Intanto arrivano le prime dichiarazioni dalla Santa Sede: “ ho piena fiducia nella magistraturaha commentato il cardinale vicario Agostino Vallini- e sono pienamente convinto che sarà smantellato il piano calunnioso dell'ex prete Patrizio Poggi”. Roma, via Filippo Corridoni n.23 Tel. 06 37517187 - 06 45449107 Fax 06 94802087 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Direttore editoriale Guido Paglia Società editrice Amici del Giornale d’Italia Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Progetto grafico e impaginazione Raffaele Di Cintio Nicola Stefani Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità su Il Giornale d’Italia rivolgersi al Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] 3 Destra Ritrovarsi. Anche attorno ad Almirante Giovedì 27 giugno 2013 Parla Massimo Magliaro, anima della Fondazione dedicata a conservare la memoria dello storico leader missimo L’ “L’importante è riunificare la destra, senza vecchi personalismi. E con tempi veloci: non possiamo restare ancora in apnea” di Igor Traboni aula dei gruppi parlamentari alla Camera ha ospitato nel tardo pomeriggio di ieri (ne parleremo diffusamente nell’edizione di domani) una tavola rotonda su “Almirante il Riformatore”, organizzata dalla Fondazione Giorgio Almirante e con la presenza tra gli altri di Francesco Storace, Ignazio La Russa, Altero Matteoli, Roberto Menia, Silvano Moffa, Domenico Nania, Adriana Poli Bortone, Andrea Ronchi e Luca Romagnoli. L’incontro, prima delle conclusioni di Marcello Veneziani, è stato moderato da Massimo Magliaro, ‘anima’ della Fondazione, già storico capo ufficio stampa di Almirante , direttore di Rai International e Presidente di Rai Corporation. “La Fondazione – racconta Magliaro – è nata subito dopo la morte di Almirante e fin qui ha avuto un suo percorso abbastanza importante nel custodire la memoria dello storico segretario missino. Tanti i convegni di studio, a ricordarne non solo la vita ma anche l’azione politica. La Fondazione ha anche una funzione memorialistica, visto che ogni anno, nella ricorrenza della morte, fa celebrare una Messa in suffragio in quella chiesa di piazza del Popolo che Almirante tanto amava. In que- sti anni, e soprattutto in questo periodo così difficile per il nostro mondo – sottolinea Magliaro – la Fondazione ha maturato la convinzione che può avere un ruolo importante”. La Fondazione Almirante è dunque pronta a ricoprire un ruolo politico? “Questo assolutamente no. Ma con il nome che portiamo, è chiaro che possiamo svolgere un ruolo maieutico, una sorta di ‘madre nobile’ per tutti i tentativi in atto di ricomporre la destra”. Quell’unità della destra che era uno dei desideri, in buona parte realizzati, anche di Giorgio Almirante… “Sì. Almirante è sempre stato un uomo inclusivo. E lo ha sempre dimostrato, Nel ’69, ad esempio, due mesi dopo la sua rielezione a segretario dell’Msi, rientrò anche Pino Rauti con parecchi dei suoi”. E invece oggi assistiamo ad una grande divisione a destra. Semmai fosse possibile sintetizzare, da cosa dipende? “Direi innanzitutto che oggi c’è una grande anomalia nella vita politica italiana, non solo a destra. Sicuramente però a destra una casa unica non c’è. Basta vedere cosa è successo alle ultime elezioni di Roma, con una decina di liste ‘destrorse’. Ecco, in tal senso il nostro ultimo convegno ha messo per la prima volta attorno ad un tavolo tutti i rappresentanti di questo processo unitario della destra. qualsiasi tipo di soluzione. Non possiamo certo ‘spingere’ per una ipotesi piuttosto che per un’altra. E’ altrettanto chiaro, però, che come Fondazione mettiamo a disposizione quello che può essere considerato, nella migliore delle accezioni, una sorta di ‘brand’ legato al nome di Almirante. Per dire, a tutti quelli che un po’ goliardicamente possiamo ancora chiamare ‘i ragazzi di Almirante’, di mettersi attorno ad un tavolo, tutti insieme, e ragionare sul futuro della destra. Eravamo il secondo partito della coalizione, oggi invece non contiamo praticamente nulla. Ecco perché a me personalmente piace molto anche la definizione coniata da Storace di Next An”. Se lei, come intellettuale d’area, avesse la bacchetta magica per ricomporre la destra, come la userebbe? “La bacchetta magica ovviamente non ce l’ha nessuno. Però credo sia indispensabile riparlare tra noi, superando anche personalismi e divisioni. Senza stare più lì a guardare di sbieco il compago di banco perché… quella volta hai detto quella cosa. Poi, se si debba farlo con queste persone o con persone nuove, non sta a me stabilirlo”. E questo nuovo soggetto che tempi deve darsi? “Veloci. Bisogna farlo nel breve-medio periodo. Non possiamo riemergere tra due anni. Stare in apnea altri due anni e poi mettere la testa fuori non si può, chissà quante altre cose nel frattempo succederanno e cambieranno. Dobbiamo tener conto dell’evoluzione odierna”. Anche del presente e del futuro di Berlusconi? “Anche. Fermo restando che ritengo la sentenza sul caso Ruby abnorme, una sorta di nuovo processo Norimberga, bisogna ragionare oltre. Berlusconi ha i suoi anni ma anche il suo carisma, ed è uno che non ha mai sparlato di Almirante, con cui ebbe anzi rapporti cordiali, e tanto meno di Mussolini e del fascismo. Insomma, da lui termini come “male assoluto” non sono mai venuti fuori. E’ dunque una persona con la quale si può dialogare. Però ha un’altra concezione della vita e della politica rispetto alla nostra. Per cui, e lo dico con tutto il rispetto degli amici che stanno nel Pdl, a noi serve una casa unica ma di destra. Perché il richiamo inclusivo, a destra, deve essere più forte di altri”. una risposta su come ridurre l'impatto della crisi sui ceti medio-bassi che sono la maggioranza del popolo italiano ,una posizione su eventi che stanno scuotendo il mondo come l'aggressione alla Siria da parte del fondamentalismo islamico finanziato dagli USA e getta.E' bene , quando ci si incontra abituarsi a parlare del presente e del futuro , non trasformando queste importanti occasioni in amarcord del tempo che fu e in postberlusconismo fuori tempo massimo. A Orvieto , in sede di Comitato centrale , spieghero' meglio che questa interlocuzione con quell'area per forza di cosa la deve compiere Francesco Storace che , volente o nolente , e' stato fino alle ultime elezioni regionali chi, con Berlusconi , quando ha potuto , si e' sempre comportato in modo leale e non da yesman . Biagio Cacciola Nella foto, Massimo Magliaro Un convegno, è bene ricordarlo, che ha avuto come obiettivo quello di ricordare Almirante a 34 anni esatti dalla sua proposta di riforma. Anche perché di presidenzialismo il Movimento sociale ha sempre parlato, c’era già nello Statuto del 1946. Una cultura di sempre, insomma”. E’ anche per questo che, accanto a chi parla di rifare An, c’è anche chi vuole rifare l’Msi? “Lei capirà bene che, come Fondazione Giorgio Almirante, mi devo astenere da IL DIRIGENTE NAZIONALE DE LA DESTRA INTERVIENE NEL NOSTRO DIBATTITO F Cacciola: dialettici con il Pdl a bene Francesco Storace a battere l'Italia per discutere della costituente . Dopo Frosinone altri appuntamenti con gli ex del pdl provenienti da an e dal fli . Tutto questo e' necessario, ma non basta . Infatti, la ricomposizione di quell'area deve fare i conti con la contemporaneita' . Quella che ci dice che il pdl sta intorno al 27 % e fratelli d'italia intorno al 2. Questo significa che gran parte dell'elettorato di centrodestra si identifica tuttora , anche dopo la sentenza stalinista di Milano , con quelle forze , in particolare col Pdl .Non sono d'accordo coll'amico Nania quando parla di Berlusconi al passato. Infatti , e questo e' stato rilevato anche da lucidi commentatori da sinistra , aspettiamoci un Berlusconi piu' forte . Grazie alla persecuzione che subisce da vent'anni l'uomo di Arcore ha un effetto rebound che, invece di dimensionarlo, lo avvantaggia, anche di fronte a errori strategici da lui compiuti. Sta di fatto che , insieme evi- La ‘due giorni’ di Lecce tra incontri e riflessioni L’incontro del 28 e 29 giugno a Lecce sarà l’occasione per riscoprire una nuova Destra, attenta e presente nell’affrontare i temi dello sviluppo del Mezzogiorno". Lo afferma Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud, alla vigilia della due giorni presso l'Arthotel, una fondamentale tappa nel percorso di riunificazione della destra. L'appuntamento è organizzato dalle riviste Il Borghese e La Destra italiana. A confrontarsi saranno il leader de “La Destra” Francesco Storace, il fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto, il coordinatore nazionale di Fli Roberto Menia, la presidente di Io Sud Adriana Poli Bortone, ex esponenti di governo e volti storici della destra come Mario Landolfi, Adolfo Urso, Domenico Nania, Andrea Ronchi. E ancora Salvatore e Fabrizio Tatarella, Alfredo Mantica, Pa- “ Nella foto, Biagio Cacciola dentemente a chi ci vuole stare, l'area con cui , a mio avviso , bisogna diventare fortemente dialettici e' quella del pdl o come si chiamera' in futuro. La destra ,o come si chiamera' , dovra' assolvere quel compito che l'incapacita' di Fini , non assolse quando AN decise di sciogliersi all'interno di quel contenitore. Di Fini e di tutti coloro che lo seguirono che hanno dimostrato abbondantemente, il mito in- capacitante di una pretesa 'destra' a essere tale , quando lo poteva . Cio' soprattutto per una retorica che pretende di indicare cosiddetti valori che in realta' sono solo forme di alienazione che non permettono, invece , di modificare la realta' . L'unica cosa per cui e' giustificato fare politica . Finora da questi amici non abbiamo sentito una critica seria al modello di sviluppo finanziario-capitalistico, squale Viespoli, l’ex sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, l’ex presidente della provincia di Roma Silvano Moffa, l’ex parlamentare Souad Sbai e tantissimi altri. "Battaglie come quella della questione meridionale, - spiega ancora Adriana Poli Bortone - affrontate storicamente dalla Destra in prima linea, oggi restano prive di voce. La nostra esperienza, il nostro impegno con “Io Sud” affonda le proprie radici proprio in questo vuoto. Bisogna riscoprire quella identità nazionale di Destra, che coinvolga vecchia e nuova generazione, un binomio di esperienza e nuova energia, che veda nel Mezzogiorno la possibilità di un rilancio economico nazionale, ripartendo da un forte senso di aggregazione sociale e riappropriandosi della cultura di destra, che appartiene a tutti". 4 Giovedì 27 giugno 2013 Economia Senza fine il “balletto del mattone” Tra le nuove tasse, riforme delle riforme e aumenti vari, orientarsi diventa difficile per tutti Crollo del mercato immobiliare. Mancano soldi e mutui. E le locazioni sono spesso in nero U di Cristina Di Giorgi n tempo si pensava che l’investimento nel “mattone” fosse il più sicuro tra i vari possibili e garantisse la tranquillità economica e la serenità data dall’avere “un tetto sopra la testa”. Oggi invece, nella stragrande maggioranza dei casi, non è più così: avere uno o più immobili di proprietà costituisce un’enorme fonte di preoccupazioni. E di spese. Tra tasse, patrimoniali, bollette, imposte, nuove regole su mutui e contratti “non si sa più a chi dare i resti”. E la drammatica congiuntura economica di questi ultimi anni di certo non aiuta. Mutui I giovani italiani che vorrebbero “lasciare il nido” della famiglia d’origine per costruirsene una propria o, più semplicemente, per crearsi un futuro senza pesare più sui genitori, nella maggior parte dei casi si trovano costretti a rinunciare (o per lo meno a rimandare). E non perché sono dei “bamboccioni”, ma a causa delle difficoltà relative al “problema casa”. A prescindere dai prezzi degli immobili, più o meno alti a seconda del luogo e della congiuntura economica, chi ha la fortuna di avere a disposizione la cifra necessaria per l’eventuale anticipo (circa il 20% del valore di mercato dell’immobile), si scontra con una serie di norme e leggi che rendono quasi impossibile ottenere un mutuo. Prima fra tutte la necessità, per chi lo richiede, di avere una posizione economica e professionale stabile e documentata. E’ quindi molto difficile, per chi ha contratti a tempo determinato (che in periodi di crisi economica e di flessione occupazionale sono decisamente la maggioranza) e non ha un garante, ottenere il visto della banca alla concessione della somma richiesta. Crisi e “eccessiva prudenza” delle banche nel concedere i mutui sono la causa principale del vero e proprio crollo del mercato delle case in Italia registrato dall’Istat nel 2012 (circa il 39,5% dei mutui e il 23,1% delle compravendite in meno), al quale si affianca analogo dato per il mercato non residenziale. A tutto questo va aggiunto, come già accennato, il mancato adeguamento dei prezzi degli immobili al reddito medio degli italiani, già fortemente minacciato da rincari, incertezze sul fronte occupazionale e pressione fiscale. E quando i mutui vengono concessi, in un periodo come questo è molto facile, per una famiglia “media”, che ci siano problemi nel pagare regolarmente le rate. A questo proposito va detto che se da un lato il Fondo di solidarietà per i mutui sulla prima casa, rifinanziato recentemente con 20milioni di euro (presi chissà da dove… tasse e multe? Sospetto più che legittimo), consente di sospendere i pagamenti per massimo 18 mesi e permette agli “insolventi” di tirare un flebile respiro di sollievo, dall’altro resta il disagio di tutti quelli che non riu- sciranno ad accedervi (sono previste oltre 16mila domande). E delle numerose famiglie che non ne hanno diritto, cioè chi è in ritardo con i pagamenti da oltre tre mesi o i proprietari di immobili gravati da procedure esecutive. Tasse Per chi finalmente riesce, superate le difficoltà del labirinto dei mutui, a diventare proprietario di un immobile e magari, più in là con gli anni e grazie ai sacrifici di una vita, ad acquistare anche una seconda casa, si apre un capitolo ben più spinoso. Quello delle tasse sugli immobili. Ovvero “Imu e le sue sorelle” (addizionali varie). Sulla questione molto è già stato detto. Ma ancora non si è giunti ad Ecco i consigli dell’esperto P IL PARERE DELL’AVVOCATO ORIGLIA, SPECIALISTA DEL SETTORE er gestire al meglio gli eventuali problemi che chiunque e in qualunque “ruolo” può incontrare quando ha a che fare con la questione “casa”, è molto importante affidarsi ai consigli di un esperto. Abbiamo chiesto all’avv. Emanuela Origlia, specialista in diritto immobiliare e vice presidente dell’Associazione Azione Legale (nata per approfondire problemi di natura legale e giudiziaria che insorgono nel percorso quotidiano) di fornire qualche breve indicazione che possa essere d’aiuto per affrontare al meglio le situazioni più comuni. Ai proprietari l’avvocato Origlia dice che “l’importante, in generale ma soprattutto alla luce della nuova normativa, è regolarizzare i rapporti di locazione. In caso di situazioni in nero, che devono comunque essere dimostrabili e documentate, il conduttore può infatti autodenunciarsi all’Agenzia delle entrate ed ottenere un contratto a canone agevolato, calcolato in base alla rendita catastale dell’immobile e con durata di 4 anni più 4 di rinnovo. D’altro canto – prosegue – la regolarità del rapporto consente al proprietario di usufruire di sconti fiscali abbastanza rilevanti, in particolare per quanto riguarda l’imposta di registro e le tasse da corri- una conclusione. Da un lato c’è chi vorrebbe l’abolizione dell’imposta più odiata dagli italiani, almeno per la prima casa (e, bisogna ricordarlo, il governo del centro destra, quando la tassa ancora si chiamava “ICI”, si mosse decisamente in tale direzione); dall’altro c’è la devastante desolazione prodotta dalla crisi economica e l’incapacità degli ultimi esecutivi di farvi fronte senza mettere le mani in tasca ai cittadini. Attualmente la situazione, ancora sostanzialmente incerta per quanto riguarda il futuro dell’Imu, lando, le parole chiave in quest’ambito sono: affitto garantito, flessibilità e cedolare secca. Quest’ultima opzione, che garantisce ai proprietari uno sconto fiscale su registrazione e imposte varie, è in netta crescita (tra i nuovi contratti registrati nel 2013, c’è un aumento tra il 55 e il 65% di quelli in cedolare secca). In poche parole ai proprietari conviene registrare un contratto regolare con questo particolare regime, che dà loro tranquillità e meno tasse da pagare. Sempre dal punto di vista dei proprietari, da sottolineare anche l’aumento del numero di polizze sottoscritte a garanzia dell’affitto: le principali agenzie specializzate del settore, offrono infatti la possibilità di assicurare la locazione, ottenendo garanzie bancarie che sostituiscono il tradizionale deposito cauzionale. E garantendo assistenza al proprietario in caso di problemi nel regolare svolgimento del rapporto con il conduttore (mancato incasso di canoni, controversie legali e quant’altro). Gli affittuari dal canto loro hanno la tranquillità di veder garantiti i loro diritti. E la flessibilità, per loro, può tradursi anche in accordi sulla riduzione del canone, che i proprietari accettano sempre più frequentemente per evitare un’eventuale futura morosità dell’inquilino che, a causa dei morsi della crisi, non riesce più a pagare l’affitto. ORMAI IN ITALIA È DIVENTATA UN’IMPRESA IMPOSSIBILE A.A.A. Cercansi case in affitto ercare una casa in affitto. Cosa sarà mai? E invece no, in Italia è diventata un’impresa più facile a dirsi che a farsi. Tra annunci, contratti e clausole, è davvero un percorso ad ostacoli. Il primo dilemma è: mi affido ad un’agenzia o faccio da me? In tempi di crisi, pur di risparmiare qualche euro si opta soprattutto per la seconda formula che però alla fine si rileva tutt’altro che semplice. Bisogna innanzitutto destreggiarsi tra annunci online, cartelloni affissi per strada o passaparola di amici per cogliere la situazione che si sta cercando. Una singola stanza, un appartamento o un’intera villa? Ce n’è per tutti. Cavarsela quindi da soli, ma a quale costo? Di tempo e pazienza sicuramente, perché non tutti C spondere sugli affitti percepiti”. Dal canto loro gli affittuari “devono essere ben informati e consapevoli dei loro diritti e degli strumenti che hanno a disposizione per tutelarsi. Chi prende in affitto una casa non deve cedere ad eventuali richieste dei proprietari di porre in essere rapporti non regolari, anche perché in tali casi – spiega l’avv. Origlia – se si arriva davanti al giudice è difficile dimostrare di avere dei diritti”. La regolarità insomma conviene a tutti. Sia ai proprietari, che in tal modo risultano avvantaggiati fiscalmente e garantiti in caso di morosità e ostacoli nel rapporto con il conduttore, sia agli affittuari, che rispettando le regole sono tutelati da eventuali abusi. C.D.G. vede i proprietari di prime case rinviare il pagamento a settembre e la maggior parte dei contribuenti con più immobili (evasori e ministri furbetti a parte) mettere mano ai portafogli per pagare la prima rata dell’imposta, scaduta il 17 giugno e di importo notevolmente maggiore di quello dello scorso anno. E c’è chi propone, dall’alto degli scranni governativi, di destinare le seconde case degli italiani ai rom. Chissà se loro saranno ligi quanto noi nel pagare le tasse. Affitti La crisi economica, come si è visto, ha influito su più di un ambito della vita degli italiani. Rimanendo in tema “immobili”, un aspetto a rischio è quello degli affitti, da considerare sia dal punto di vista dei proprietari (imposte, registrazioni, adempimenti e quant’altro) sia da quello degli affittuari, che più la situazione diventa economicamente difficile, più sono a rischio di morosità, con tutto ciò che questa condizione comporta. La soluzione, come sempre, sta nel mezzo. Ovvero regolarità (che garantisce tranquillità ad entrambe le parti). Anche perché negli ultimi tempi, a fronte della ridotta disponibilità economica delle famiglie e della maggiore rigidità delle banche, i mutui sono sempre meno e le richieste di affitto sono in crescita. Legalmente e formalmente par- coloro che si aggirano per il mercato immobiliare sono propriamente ligi al dovere e alla legalità. Quindi, una volta centrata l’occasione o la dimora che più si avvicina alle esigenze personali, ha inizio la trattativa. Innanzitutto lottare per avere un contratto di locazione, documento che spesso manca soprattutto quando ci si muove nelle grandi città. Una vera e propria garanzia, essenziale se si fa riferimento anche agli studenti che scelgono per necessità la condivisione di appartamenti. Cercare e trovare casa è tutt’altro che un gioco da ragazzi. Anzi, vanno affilate le armi e aguzzato l’ingegno per ottenere il massimo dei risultati con il minimo di compromessi. F.Ce. 5 Giovedì 27 giugno 2013 Focus Il Sindaco lancia l’idea: “Farò in modo che la metropoli si avvicini all’Italia per costruire il suo futuro” Alla Francia non interessa? Allora riprendiamoci Nizza La storia della Costa Azzurra è da sempre intrecciata a quella del Belpaese e se la madrepatria la rifiuta (negandole l’alta velocità che la colleghi a Marsiglia) un treno potrebbe ridurre le distanze fra la regione d’oltralpe e la Liguria di Micol Paglia ddio alla grandeur. Addio alla Francia unita, vanitosa e presuntuosa. Anche i vicini d’oltralpe cominciano ad avere non poche grane con movimenti indipendentisti. Non solo la Corsica che, da tempo vorrebbe rendersi autonoma. Adesso anche Nizza si ribella alla madrepatria, con la puzza sotto al naso. Capita infatti che, da Parigi, comunichino sdegnosamente al sindaco (il cui nome ha un sapore tutto italiano) Christian Estrosi che, nella sua bella città, centro nevralgico della Costa Azzurra, la Tgv (Train à Grande Vitesse, la tav francese) non passa e non passerà per i prossimi anni. Così, tagliata fuori da tutto, Nizza pensa di tornare agli antichi splendori, consolidando i suoi rapporti con l’Italia. Almeno questa è la speranza del primo cittadino. Il gran rifiuto Il sindaco Estrosi ha più volte richiesto a “Mobilité 21” (la commissione governativa che decide sui trasporti) che venissero potenziate le linee ferroviarie della regione. Niente da fare. L’alta velocità MarsigliaNizza non è conveniente per i francesi. Mossa assai poco furba da parte dei cugini d’oltralpe. Già, perché il capoluogo della Costa Azzurra, è anche la seconda città più visitata dal Paese. Potenziare la linea ferroviaria sarebbe stato un modo per avvicinare la Capitale all’altro principale centro turistico francese. L’idea Profondamente scontento del disinteresse dimostrato dal Governo per la sua richiesta, Estrosi ha deciso di lanciare una proposta quanto mai inno- A vativa e molto interessante. La Francia non ci vuole? Allora noi ci “alleiamo” ai nostri vicini. “Farò in modo che la metropoli Nice-Cote d’Azur si avvicini all’Italia per costruire il suo futuro”. Come? Semplicissimo. Sempre potenziando il trasporto su rotaie. Basterà dare attuazione ad un accordo firmato nel 2012 che prevede la costruzione di un treno –a media velocità- che colleghi la linea Genova-Ventimiglia a Nizza. Il progetto dovrebbe essere realizzato entro il 2018, massimo per il 2020. L’obiettivo è quello di costituire una linea ferroviaria con treni che viaggiano a circa 200 km orari. In pratica, in un paio d’ore, comodamente seduti nel proprio vagone, si potrà raggiungere quella che un tempo era terra italiana e di cui, oggi, i francesi sembrano ignorare le potenzialità. Nizza infatti, è davvero a due passi dal nostro confine. Incastonata a metà strada fra Genova e Marsiglia, la sua posizione le regala un clima senza paragoni grazie al suo essere protetta alle spalle delle Alpi, pur affacciandosi sul mare. La storia L’ipotesi di una “annessione” di Nizza all’Italia aprirebbe scenari “bellici” poco auspicabili. Ma la ripresa di rapporti economici, e non solo, con Nella foto, Giuseppe Garibaldi, nativo di Nizza - A sinistra la locandina de “Il corsaro nero” quella che per secoli è stata una provincia del Belpaese è tutt’altro che campata per aria. Ma questa regione, com’è diventata francese? Tutto parte dagli accordi di Plombières (del luglio del 1858), quando l’allora primo ministro del Regno di Sardegna, Camillo Benso Conte di Cavour promise all'imperatore francese Napoleone III la ces- sione della Savoia, terra d’origine del casato Sabaudo, in cambio del suo appoggio alla politica di unificazione italiana, condotta ai danni dell’Impero Austro-Ungarico. La proposta venne poi ufficializzata con il trattato di alleanza sardo-francese. Grazie a questo patto, quale ulteriore compenso per i francesi, alla Savoia si aggiunse anche la regione della Cote d’Azur. Da Garibaldi al Corsaro Nero Profuma d’Italia, Nizza. Si respira la storia del nostro Paese in Costa Azzurra. Pochi infatti sanno che è stata questa terra a dare i natali ad uno dei Padri del Risorgimento. Giuseppe Garibaldi è infatti nato proprio in quella che oggi si chiama Piazza Sprovieri, al centro di Nizza. Non solo, l’eroe dei due mondi ha trascorso nella città, all’epoca ancora italiana ma già sotto la sovranità francese, tutta la sua giovinezza. Non solo. Emilio Salgari, il grande scrittore e creatore di Sandokan, ha scelto di ambientare in questa regione un altro suo successo letterario. Il Corsaro Nero è il protagonista dei primi due romanzi del ciclo I corsari delle Antille. Il “nero” è Emilio di Roccabruna, o Roccanera, si- gnore di Ventimiglia e di Valpenta. Suo fratello maggiore viene ucciso a tradimento da un nobile fiammingo, il duca Wan Guld. Così Emilio, insieme ai suoi fratelli minori, il Corsaro Rosso e il Corsaro Verde, s'imbarca alla volta dell’isola caraibica di Tortuga per diventare filibustiere e vendicare quindi il fratello. La terra dei Roccabruna è la stessa in cui è nato Garibaldi, una regione che – forse- non si è mai sentita francese fino in fondo. Si può quindi dire, in un certo senso, che la storia di Nizza (così come della regione della Savoia) sia imprescindibilmente collegata a quella d’Italia. A dividere la nostra terra dalla Costa Azzurra, tutto sommato, non ci sono che le Alpi. Il Festival di Cannes e quello di Sanremo, si può dire che si tendano la mano da bravi vicini. Non c’è motivo per non appoggiare la scelta fatta dal sindaco Estrosi. E allora, seppelliamo l’ascia di guerra, dopotutto dagli accordi di Plombières sono passati più di 150 anni. È arrivato il momento di sancire nuove alleanze. E per rendere tutto possibile, sembra che basti un treno. Nemmeno ad alta velocità. 6 Giovedì 27 giugno 2013 Esteri I giudici hanno definito incostituzionale il Defense of Marriage Act, varato da Clinton nel 1996 Elezioni legislative a Villeneuve-sur-Lot Stati Uniti, la Corte Suprema approva il “matrimonio per tutti” Francia, il Front National conquista il 47% dei voti Una vittoria storica per gli omosessuali americani. Ora, la battaglia si sposta in California per abolire il “Proposition 8”, che vieta le nozze gay. Obama esulta, mentre i vescovi protestano America è ormai diventata la nazione della “rivoluzione progressista”. Ieri, con una sentenza storica, la Corte Suprema ha bocciato la legge Defense of Marriage Act, approvata nel 1996 e sottoscritta dal democratico Bill Clinton. In pratica, la normativa prevedeva che il matrimonio fosse esclusivamente tra un uomo e una donna. Ma la sentenza della Corte Suprema, presa sul filo del rasoio (cinque a favore e quattro contro) ha ribaltato la situazione. Quindi, i giudici riconoscono gli stessi benefici sia per le coppie eterosessuali che dello stesso sesso. Gli omosessuali d’America devono questa loro vittoria al giudice Anthony Kennedy, schieratosi a sorpresa con i colleghi scelti dai democratici. Tra le agevolazioni in questione rientrano quelle di tipo pensionistico, sanitario e tributario. Secondo i giudici, il Doma ledeva il diritto delle coppie omosessuali nei loro benefici federali, riconosciuti dal matrimonio. Il presidente Usa, Barack Obama, si dimostra estremamente soddisfatto. “La sentenza di oggi della Corte Suprema sulle nozze gay è uno storico passo in avanti verso l’uguaglianza” ha commentato l’inquilino della Casa Bianca. Il Capo di Stato ha espresso la sua gioia per la decisione via Twitter. “LoveIsLove” (l’amore L’ è amore) twitta il Presidente, firmando il tutto con l’hastag #marriagEquality (uguaglianza tra i matrimoni). Uno slogan usato da tempo dai sostenitori di questa ideologia. E con lui esultano anche i militanti del movimento Lesbo Gay Bisex Trans, radunati fuori dall’edificio dove era in corso la decisione. Appena saputa la notizia, gli attivisti arcobaleno sono esplosi in espressioni di giubilo. Per loro rimarrà una giornata storica. In realtà, nonostante i toni euforici di alcuni, fuori dalla Corte Suprema si erano radunate solo alcune decine di sostenitori. Insieme ai giornalisti presenti, la folla sarà arrivata forse a un paio di centinaia di persone. A quanto pare, tutto è scaturito da un precedente legale: il Caso Us vs Windsord. In pratica, le lesbiche Edith Windsord e Thea Spyer erano riuscite a sposarsi, dopo 40 anni di relazione, in Ontario, Canada, dal giudice omosessuale Harvey Brownstone. Ma la Spyer è morta solo due anni dopo, nel 2009. Visto che l’unione non era ancora stata ufficialmente riconosciuta dagli Stati Uniti d’America, lo Stato impose una tassa sull’eredità che la Windsord aveva ricevuto dalla defunta compagna. La somma richiesta ammontava a 363mila dollari. Se fosse stata sposata con un uomo, l’imposta non sarebbe mai stata pagata. E questo è diventato il casus belli per le associazioni gay, democratici e progressisti. Ora, il prossimo passo punta all’abolizione della “Proposition 8”. Si tratta della disposizione che vieta i matrimoni omosessuali nello Stato della California. Il bando delle nozze gay è stato approvato tramite referendum nel 2008. Ma la volontà popolare, nella liberale America, sembra non essere sufficiente. Si ritiene, dunque, che a giudicare sul mantenimento o meno della Proposition 8 debba essere un tribunale locale. O almeno è questa l’opinione del presidente della Cor- te Suprema, John Roberts, chiamato insieme ai suoi colleghi a giudicare anche su questa vicenda, nello stesso giorno dell’abolizione del Doma. Roberts si è espresso attraverso un’altra sentenza su cosa dovrebbe fare lo Stato della California. Ovviamente, vista la decisione di ieri, pochi provano stupore nel sapere che la Corte Suprema consiglia l’abolizione della Proposition 8, così da dare il via libera definitivo alle nozze gay. Per fortuna, questa volta i giudici rimettono la decisione nelle mani dei singoli Stati federali, che hanno il diritto e il dovere di legiferare secondo una volontà autonoma. In pratica, ha evitato di sostituirsi alla California in una decisione così delicata. Intanto, i vescovi Usa si esprimono all’unisono nel condannare la scelta: “La Corte Suprema ha sbagliato”. Secondo l'arcivescovo di New York Timothy Dolan e l'arcivescovo di San Francisco Cordileone, “il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna anche quando gli Stati non lo fanno”. Secondo i religiosi americani, “il bene di tutti, soprattutto dei nostri figli, dipende da una società che si sforza di rispettare la verità del matrimonio. Ora è arrivato il momento di raddoppiare gli sforzi per rendere testimonianza a questa verità”. Federico Campoli rmai François Hollande non ha più presa. Tutto il suo charme di inizio mandato, che ha avuto luogo solo un anno fa (15 maggio 2012), sembra che si sia già esaurito del tutto. Neanche le tanto volute nozze gay hanno risollevato il morale dei socialisti. Anzi, hanno provocato l’effetto contrario, suscitando un’ondata di proteste senza precedenti, comparabili soltanto al maggio del ’68. Nemmeno la prova di forza muscolare attuata tramite la repressione della Manif Pour Tous è riuscita a sortire gli effetti sperati. E lo schiaffo elettorale non è tardato ad arrivare. Le elezioni legislative di Villeneuve sur Lot ne sono state un chiaro segnale. La città è da sempre considerata una roccaforte dei socialisti. Eppure, questa volta non sono arrivati nemmeno al secondo turno. Il ballottaggio è stato disputato tra il candidato dell’Ump, il O partito di centrodestra gaullista moderato fortemente in crisi da qualche mese, e da quello del Front National, l’estrema destra di Marine Le Pen. I risultati sono stati strabilianti. Il Fn ha perso, ma in pochi si aspettavano che vincesse. L’Ump ha vinto con il 53%. Ma neanche questo stupisce. Ciò che lascia di stucco sono le percentuali ottenute dalla Le Pen: 47%. Un dato strabiliante. La grande stampa nazionale non ha perso tempo a dichiarare la “sonora sconfitta” di Marine. Ma lei non si scompone e, anzi, replica di essere assolutamente soddisfatta del risultato, ricordando come alle ultime elezioni, il Front National avesse preso il 15%, non arrivando al secondo turno. Insomma, altro che sconfitta. Qui gli unici ad esserne usciti veramente male sono i socialisti sotto la guida di Hollande. F.Ca. Il modello di civiltà, con il vizio dell’eugenetica La ‘talpa’ del Datagate resta nello scalo di Mosca, tempi lunghi per la richiesta di asilo politico in Ecuador Svezia: i trans sterilizzati adesso pretendono risarcimento e scuse Snowden, ancora al sicuro in aeroporto a civilissima Svezia, fino un anno fa, sterilizzava forzatamente i transessuali. Sembra fantascienza, storie da Terzo mondo, ma è la realtà. Chi voleva cambiare sesso, ed essere successivamente riconosciuto come cittadino, doveva sottoporsi alla sterilizzazione, in maniera tale da poter dichiarare di non essere in grado di riprodursi. Una pratica che va avanti da 40 anni (dal 1972 al 2012). Ed ora, come riporta il sito ‘Quer.de’, partono denunce e richieste di risarcimento. Sono, in tutto, 142 le persone coinvolte. Chiedono un indennizzo di 300mila corone a testa (34mila euro circa), per un totale di 4.8 milioni di euro. Ma il denaro non basta: le vittime chiedono che il governo si scusi ufficialmente per quanto successo, nonostante paia molto difficile che possa accadere. Come dichiarato due settimane fa dall’attuale primo ministro conservatore, Fre- L drik Reinfeldt: "il governo non può porgere le proprie scuse ogni volta che gli viene chiesto." Inoltre, fosse stato per lui, difficilmente la sterilizzazione forzata sarebbe stata abolita. Soltanto grazie a un tribunale di Stoccolma, lo scorso dicembre, venne stabilito che la legge che imponeva la pratica andava contro i diritti garantiti dalla costituzione svedese e contro la convenzione europea dei diritti dell’uomo. Appena poche settimane dopo la sentenza, l'esecutivo della nazione abolì la legge. C’è da ricordare che, sebbene negli ultimi anni sia stata effettuata soltanto ai danni dei transessuali, fino al 1976, in Svezia, la sterilizzazione veniva compiuta su tutti coloro che avessero presentato difetti genetici, i criminali e le ragazze che, secondo le autorità, avessero avuto comportamenti non idonei a quelli da madre. C.P. “Russia e Usa non hanno un accordo sulla reciproca estradizione dei sospetti”. Così Vladimir Putin risponde alle pressioni degli Usa che chiedono l’estradizione del 29enne ricercato per spionaggio L'ex contractor americano Edward Snowden è "ancora nella zona transito dell'aeroporto internazionale Sheremetyevo di Mosca", ma "prima se ne va e meglio è", ha detto il presidente russo Vladimir Putin a margine della sua visita in Finlandia. Un ospite ‘indesiderato’, “una completa sorpresa” per la Russia che non sapeva quale ‘patata bollente’ le sarebbe arrivata tra le mani. Putin ha, infatti, sottolineato esplicitamente che: "Prima (Snowden) sceglierà la sua destinazione tanto meglio sarà, per la Russia e per lui stesso". In ogni caso "i servizi segreti russi non hanno lavorato e non stanno lavorando con Snowden". Il presidente russo ha commentato, riguardo il rapporto con gli Stati Uniti, replicando al segretario di Stato Kerry che aveva invitato la Russia a mantenere "la calma” e a "consegnare" l'uomo: "Spero che il caso Snowden non abbia conseguenze sulle relazioni tra Russia e Stati Uniti" anche se in ogni caso "Russia e Usa non hanno un accordo sulla reciproca estradizione dei sospetti". La ‘talpa’ del Datagate resti lì, nell’aeroporto di Mosca, ospite indesiderato, ricercato internazionale e con il passaporto americano annullato. E gli Usa non digeriscono di buon grado gli spostamenti di Snowden. Washington ha criticato Pechino con una insolita veemenza, il portavoce della presidenza e degli Esteri, Jay “ Carney e Patrick Ventrell, hanno accusato Pechino di aver "deliberatamente scelto di liberare un fuggitivo nonostante un mandato d'arresto" spiccato nella forma dovuta e nonostante il passaporto scaduto di Snowden, ex-consulente dei servizi di intelligence americani accusato di spionaggio. Quindici giorni dopo un vertice in California tra i presidenti Barack Obama e Xi Jinping, che avrebbe dovuto rilanciare le relazioni e la cooperazione tra le due prime potenze mondiali, la Casa Bianca ha deplorato di "non poter contare su di loro (i cinesi, ndr.) per quel che riguarda il rispetto dei loro obblighi giuridici in termine di estradizione". Il segretario di stato John Kerry si era anche detto "profondamente deluso" per il fatto che Edward Snowden abbia potuto viaggiare indisturbato da Hong Kong a Mosca. Snowden ha lasciato la "Regione amministrativa speciale" cinese di Hong Kong domenica per la capitale russa. Ha chiesto asilo politico all'Ecuador anche se potrebbero servire diversi mesi per prendere una decisione. I file criptati. La Primula Rossa Edward Snowden, la talpa dell’Nsagate in fuga dagli 007 Usa, si è premurato di consegnare a persone fidate copie in file criptati dei documenti segreti in suo possesso, che ancora non ha rivelato. Una sorta di assicurazione sulla vita nell’eventualità che qualcuno gli chiudesse la bocca catturandolo. Lo ha raccontato al Daily Beast, il giornalista del Guardian, Glenn Greenwald cui Snowden ha rivelato per primo la portata dei sistemi di sorveglianza della National Security Agency. Snowden, “ha preso misure di precauzione estreme per essere sicuro che diverse persone nel mondo avessero questi file per essere certo che le storie sarebbero state comunque alla fine pubblicate”, ha detto Greenwald, aggiungendo che quanti hanno questo materiale non possono al momento accedervi perche i “dati sono criptati e non hanno la password” di accesso. Ma, ha spiegato il reporter, “Snowden mi ha detto che se qualcosa gli dovesse accadergli ha preparato un sistema per fornire le chiavi d’accesso”, ai suoi ‘fidatissimi’. Carola Parisi Giovedì 27 giugno 2013 Campidoglio 7 Italia DA ROMA E DAL LAZIO Marino vara la Giunta… Bettini Fumata bianca Arruolando Daniela Morgante come assessore al Bilancio, il neo sindaco ha finalmente sciolto il nodo del suo esecutivo, equilibrando sia il peso di tecnici e politici che di uomini e donne A L’ala forte del Pd di Roma cannibalizza le altre correnti. A Luigi Nieri (Sel) la poltrona di vice. Ma gli scontenti già “mormorano” di Ugo Cataluddi lla fine Marino riuscì ad ultimare la sua giunta. E c’è riuscito con un colpo dell’ultimo minuto, la nomina di Daniela Morgante, magistrato della Corte dei Conti, a riempire la casella dell’assessore al Bilancio, rimasta vacante fino al pomeriggio di ieri dopo il rifiuto (ennesimo) di Tommaso Antonucci. I restanti 11 erano stati tutti assegnati e una volta aggirato quest’ultimo ostacolo, si potrà finalmente iniziare a lavorare sui problemi reali della città eterna e delle sue emergenze. Partendo magari proprio da quel bilancio che nell’anno corrente, attende ancora di essere approvato. Squadra di governo ultimata quindi e, come è ovvio che sia in un partito caratterizzato da infinite correnti, non mancano gli scontenti, i delusi e, di converso, i premiati. Ma partiamo dalle rappresentanze: il braccio di ferro tra il neo sindaco e la sua coalizione che chiedeva un numero di assessori che superasse la metà dei totali più la presidenza dell’aula, si è risolto senza vincitori ma con compromessi che accontentano, chi più chi meno, tutti. Suddivise equamente quindi le poltrone tra “tecnici” e “politici”. Di quest’ultima categoria fanno parte Daniele Ozzimo che si occuperà di Emergenza abitativa e Decoro, Paolo Masini di Lavori pubblici e Periferie, Estella Marino di Ambiente e ai Rifiuti, più Marta Leonori che andrà alle Attività produttive e Commercio e che dovrebbe lasciare il suo posto alla Camera a Marco Di Stefano, ma non è escluso che per volere dello stesso Letta, possa ricoprire il doppio inca- Se l’uomo “scomodo” finisce immediatamente sotto scacco rico. Confermato infine Luigi Nieri di Sel, per il posto da Vicesindaco, dopo il rifiuto della Renziana Lorenza Bonaccorsi. Sette quindi i tecnici: Flavia Barca, sorella dell'ex ministro, alla Cultura; Alessandra Cattoi alla Scuola; Rita Cutini, alle Politiche sociali; Giovanni Caudo all’Urbanistica; Guido Improta ai Trasporti; Luca Pancalli allo Sport e stili di vita; e infine la Morgante al Bilancio. Tramontata definitivamente, l’ipotesi “larghe intese” con i grillini, grazie all’altolà dell’ex comico. Grillo ha infatti posto il veto ad un assessore indicato dai 5 Stelle, nonostante gli attivisti si fossero espressi con voto favorevole, tramite referendum on line, alla proposta di Ignazio Marino. E veniamo quindi ai delusi. Chiaramente premiata tutta l’area zingarettiana (quindi bettiniana) del Pd capitolino, con la sola eccezione del dalemiano Ozzimo. A bocca asciutta quindi i vari Marroni, Panecaldo, Mirko Coratti, (al quale potrebbe comunque spettare la presidenza del Consiglio), la franceschiniana, in tutti i sensi, Michela Di Biase, la vendoliana Gemma Azuni e la renziana Patrizia SPIGOLATURE Ai trasporti Improta: era il più ricco di immobili del governo Monti D a vice di Passera ad assessore capitolino. Con la qualifica di “tecnico”, per giunta. Si chiama Guido Improta, ed è uno degli uomini voluti da Ignazio Marino nella sua squadra. Nel Governo Monti, lui era sottosegretario alle Infrastrutture. Agli annali ci è finito però come il più “ricco” dell’esecutivo bocconiano, in virtù di un patrimonio immobiliare che qualcuno ha definito “da Paperon de’ Paperoni”: ben 96 immobili e 61 terreni. Quando uscirono quelle cifre Improta volle però correggere il tiro: “Gli immobili sono 95”, puntualizzò. Con ciò non passando certo meno osservato… “Le abitazioni però sono in totale 41, di cui solo 16 appartamenti di mia piena proprietà”, spiegò inoltre. Il fatto è lambicchi, equilibrismi e manuale Cencelli. Niente male gli strumenti che il “sindaco scomodo” ha utilizzato per sublimare, con rituale alchemico, la sua giunta. Certo, le quote rosa sono state rispettate. Certo, i “tecnici” ci sono (da dove vengano, e chi li abbia mandati, si scoprirà magari più avanti). Ma di qui a dire che Ignazio Marino abbia già stupito i romani con effetti speciali ce ne vuole. Il fatto vero, quello politico (giacché la politica ancora conta, eccome…), è che il Pd ha mercanteggiato abbastanza bene; e che il sindaco ha dovuto recedere da un paio di “inamovibili principi” sbandierati in campagna elettorale (uno su tutti: la vice- A che, ha aggiunto, si tratta di quote di eredità del padre e del nonno: entrambi erano costruttori. Particolare “peloso” (il diavolo, come si sa, è nei dettagli), a sua scusante Improta ha anche chiarito che “mio padre costruì delle palazzine e si tenne le terrazze condominiali, lasciandosi la possibilità, un giorno, di costruire altri piani. Ciò non è avvenuto e io, per questo, risulto proprietario di cinque inutili terrazze”, sembrando quindi quasi scontento di non essersi potuto avvalere di condoni. Per la cronaca: Improta è il nuovo assessore ai Trasporti. Chissà come mai non è stato nominato alla Casa… Anche perché ora c’è il rischio che da lenti i trasporti pubblici di Roma diventino… immobili. R.V. Prestipino che si è lasciata andare ad un amaro sfogo tra le colonne del Messaggero: “Si vede che merito, competenza e coerenza non pagano”. sindachessa). D’altronde, facendo le sue mosse per creare la giunta, Marino era incappato in un paio di scacchi: cioè i gran rifiuti. La Madia, tanto per dire, la Bonaccorsi, ma anche Innocenti, per finire col peggiore, quello di Beppe Grillo, che gli ha causato pure l’ennesimo incidente diplomatico col partito. Qualcosa che, paradossalmente, il Pd ha probabilmente messo sul piatto della bilancia al momento di far quadrare il cerchio, riuscendo a farsi pesare bene, soprattutto se tale concetto viene visto con l’occhio della corrente bettiniana. Insomma, il nuovo sindaco sarà anche scomodo: ma le sue poltrone sono comodissime. Robert Vignola Giovedì 27 giugno 2013 Via da Roma 8 Italia DA ROMA E DAL LAZIO L’industria ricettiva resta uno dei pochi baluardi risparmiati dalla crisi, ma la criminalità e il malcostume bersagliano con feroce determinazione i visitatori stranieri Borseggi in diretta: che bella cartolina… L’assedio al turismo S Due minorenni provenienti dal campo rom di Tor San Lorenzo immortalate mentre derubano un ucraino. Fermate, ma rilasciate subito dopo arà che con gli italiani ormai c’è ben poco da raschiare, ma l’intensificarsi di furti, imbrogli, raggiri e reati vari ai danni di turisti è in perfetta escalation. E non è un bene per gli indigeni, visto che in Italia forse l’unica industria che ha tenuto botta di questi tempi è quella della ricettività. Ma invece di dare un seguito alla millenaria tradizione di ospitalità che ha dato tanta fama all’Italia, stiamo letteralmente distruggendo, anche peraltro con una costante collaborazione allogena, il turismo attraverso un continuo ed indegno assalto alla diligenza. Le cronache ci dicono così che una borseggiatrice di 17 anni e una complice 11enne, provenienti dall’insediamento di Tor San Lorenzo, sono state prese ieri in via dei Fori Imperiali. La nota diffusa dal comando provinciale dei Cara- binieri ne dipinge in maniera precisa il modus operandi, partendo dal luogo del delitto, “dove frotte di turisti si spostano da una parte all’altra della strada ammaliati dall’estesa area archeologica a cui il Colosseo fa da cornice. Avvistata la preda designata, si avvicinano silenziose e guardinghe: una controlla tutto intorno, l’altra allunga le mani nel borsello di un turista ucraino sfilandogli il portafogli. Missione compiuta, la prima di una lunga giornata di “lavoro”. Non potevano certo sapere che le loro “gesta” erano state “catturate” dall’obbiettivo di un cittadino mescolato tra la folla di vacanzieri”. Infatti un turista, accortosi del fare sospetto delle due, ne ha seguito e immortalato le gesta con la sua fotocamera, andando poi ad avvisare il 112. Quando le due borseggiatrici stavano per entrare nuovamente in azione, i Carabinieri del Nu- cleo Radiomobile di Roma le sono piombati addosso. Durante la perquisizione, le nomadi sono state trovate in possesso, oltre che della refurtiva dell’ultimo colpo , 2.000 euro in contanti, 500 dollari Usa e 5.600 Grivna Ucraini, interamente recuperata e restituita al turista ucraino, di altri 400 euro e 900 dollari Usa provento di furti ai danni di persone tuttora in corso di identificazione. Per la 17enne, in stato di gravidanza, è scattata la denuncia a piede libero con l’accusa di furto con destrezza continuato in concorso. La sua “collega” 11enne, per Legge non imputabile, è stata affidata ai genitori. Gustavo Lidis Fiumicino: chiude i clienti in macchina, denunciato un 22 enne conducente Ncc are una pessima immagine di Roma ai turisti. C’è chi ci riesce benissimo. Sono in molti che, negli aeroporti e davanti alle stazioni, offrono ai turisti sprovveduti un tragitto in taxi a tariffe ‘scontate’ rispetto alle auto bianche. È successo qualche sera fa, quando una pattuglia della Polaria di passaggio davanti al parcheggio brevi soste, si è imbattuta in una scena surreale. All’interno del veicolo, un van, due turisti si agitavano cercando di aprile lo sportello del mezzo. Mentre un agente cercava di rassicurare l'uomo e la donna, l'altro cercava il proprietario del mezzo che aveva la targhetta identificativa di Ncc (Noleggio con conducente). Un romano di 22 anni, con regolare licenza, D preferiva ‘organizzare’ dei viaggi cumulativi, per risparmiare tempo e guadagnare più denaro. Ma ad una coppia di turisti svedesi, appena sbarcati, questa pratica non andava bene. E invece di scendere, il conducente li ha chiusi in auto. Dal racconto fornito, l’uomo fermato dalla polizia e denunciato per sequestro di persona, si sarebbe offerto di accompagnarli a Roma al prezzo di 50 euro. Non è la prima volta che accade. Una vicenda simile si era verificata poco dopo nello stesso parcheggio. Un napoletano di 38 anni stava offrendo alla stessa tariffa di 50 euro, una corsa su un’auto, oltretutto, che esponeva un’assicurazione falsa. Carola Parisi Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito. Il patrimonio di Albertone È Sordi: spuntano nuove regalie un caso che ai romani sta particolarmente a cuore. Anche perché riguarda la memoria, oltre che l’eredità, di uno dei figli dell’Urbe che è stato capace di esprimere al meglio, nell’arte e anche nella vita, la moderna romanità. Si sta parlando di Alberto Sordi, e in particolare dei beni della sorella Aurelia, oggi 95enne. Come noto, c’è un’inchiesta su come i beni della famiglia Sordi siano stati dilapidati, attraverso una serie di donazioni che all’anziana donna sono state (questa è la tesi dell’accusa) proposte e ottenute a numerosi suoi domestici e collaboratori. Presunti raggiri che stanno raggiungendo quote milionarie. Le ultime che arrivano dalla Procura parlano dell’imminente avvio di un nuovo filone d’inchiesta su otto dipendenti della sorella di Albertone. I fatti oggetto d’indagine risalgono al 2012 quando, secondo quanto asseriscono i periti del gip, la capacità di intendere e volere della signorina Sordi era ormai compromessa da tempo, minata dalla demenza degenerativa già oggetto di una precisa diagnosi. E, sempre secondo le tesi dell’accusa, un raggiro sarebbe stato ordito probabilmente dall’autista, il peruviano Arturo Artadi. Le donazioni valsero a lui quattrocentomila euro, ma 150mila euro a testa finirono alle due cameriere di Aurelia, 200mila cadauno ad altri due collaboratori e 400mila pro capite a quattro dipendenti, che avrebbero fatto leva sull’anzianità di servizio. E le indagini continuano. V.B. Torrevecchia U Poliziotto contro abusivi: rischia il linciaggio n poliziotto che fa il proprio dovere e rischia di essere linciato. Accade nella zona di Torrevecchia dove poco dopo la mezzanotte dell’altro ieri una pattuglia della Polizia notando tre persone che stavano facendo delle affissioni abusive, aveva deciso di procedere con il fermo per poterli identificare. Appena accortisi della presenza dei poliziotti i malviventi si sono dati alla fuga, e quindi i due agenti, uno a piedi e l'altro a bordo della volante hanno iniziato l’inseguimento. Brutto affare però per quello rimasto a piedi, che è stato improvvisamente accerchiato da 5 persone, una in particolare che gli hanno sbarrato la strada intimandogli di non proseguire l'inseguimento, e inveendo contro di lui. Ma l’agente, nell’effettuare l’identificazione è stato circondato da un’altra ventina di persone che hanno iniziato a spintonarlo per favorire anche la fuga dell'uomo fermato. Solo il sopraggiungere dell'altro poliziotto e di alcuni passanti ha scongiurato il peggio. Tutte le persone coinvolte nell’agguato sono state arrestate con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale in concorso tra loro. Si tratta di F.Q.E., 28enne di origini peruviane, P.A., 22enne romano, C.C., anch'egli F.Ce. romano di 19 anni, e A.M., 30enne romano. Il quotidiano è sempre straordinario. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 9 Giovedì 27 giugno 2013 L’operazione dei finanzieri nel Cosentino Frode da 500 milioni: cinque in manette vrebbero organizzato una maxi truffa da 500 milioni di euro attraverso un giro di false fatture e la creazione artificiosa di crediti d’imposta in realtà inesistenti. Il tutto attraverso un associazione, che aveva la sua base operativa tra Corigliano e Rossano Calabro (nel Cosentino) ma che era capace di allungare i suoi tentacoli fino all’estero, nel Regno Unito e in Bulgaria. Per questo sono finite in manette ieri mattina cinque persone con l’accusa di far parte di un’associazione a delinquere. Gli indagati, a vario titolo, dovranno inoltre rispondere delle accuse di evasione fiscale e distruzione di documenti contabili. Altre otto persone risultano denunciate e sono state colpite da obblighi di dimora e di firma. Tra quest’ultimi l’ex direttore della filiale di Corigliano Calabro di una banca di caratura nazionale, Fabio Vena. Agli arresti domiciliari sono invece finiti: Francesco Domenico Ungaro, di 40 anni; Domenico Paolo Antonio Pisano, 40 anni; Elena Zaccaro, di 32; Achiropita Formoso, 46 anni, e Maurizio Pais, A di 59 anni. Le indagini sono state condotte dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro che hanno ricostruito ricostruito attività e ramificazioni del gruppo criminale, avvalendosi di intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, video sorveglianza, perquisizioni e sequestri. Gli arresti ed i sequestri (per oltre 13 milioni di euro) sono stati eseguiti, oltre che in Calabria, anche a Livorno, Como, Torino e Napoli. “L’operazione - ha detto Eugenio Facciolla, procuratore della Repubblica facente funzioni di Rossano - nasce da un lavoro investigativo particolarmente complesso fatto dall'Ufficio di Procura in una situazione particolarmente complessa ed è la dimostrazione che se si continua a lavorare in un territorio difficile come questo, i risultati arrivano. L'indagine è nata da un'iniziativa dell'Agenzia della dogane e portata avanti dalla guardia di finanza che ha scoperto un vorticoso giro di società che movimentavano somme enormi di denaro”. Carlotta Bravo Cremona: il paradosso di Calciopoli Gervasoni, “pentito” premiato Il vero “teste della corona” della Procura lombarda patteggia e se la cava con una pena irrisoria: 1 anno e 10 mesi (sospesa) candalo a Cremona. Carlo Gervasoni, vero “teste della corona” della Procura lombarda nell’indagine che ha svelato la corruzione nel mondo del pallone, patteggia. Fin qui, nulla di strano. Il problema è che la pena concordata tra gli avvocati dell’ex calciatore e il procuratore della Repubblica Roberto Di Martino, con il benestare del giudice dell’udienza preliminare, Francesco Sora, è vergognosa: 1 anno e 10 mesi. 670 giorni di condanna per l’uomo che, utilizzando una sim acquistata a Como dallo zingaro Hristiyan Ilievski con documenti falsi intestati a tale Valentin Dimitrov, contattava i giocatori per le combine: 117 volte Alessandro Zamperini, 36 Vittorio Micolucci, 20 Cristian Bertani, 17 Alessandro Pellicori e 7 Paolo Acerbis. Il principale attore protagonista dell’inchiesta, se la cava così: col minimo danno. Si parla di malagiustizia, in Italia, e questo ne è un esempio lampante. Erano cinque le partite oggetto di combine. Alterate, pilotate. Corrompeva tutti, Gervasoni, e si è S beccato meno di due anni (con pena sospesa, è bene sottolinearlo). La Procura di Cremona ha premiato Gervasoni, ritenendolo dunque un teste più che attendibile. Al contrario di quanto sostenuto solo pochi mesi fa dal Tnas (Tribunale nazionale di Arbitrato per lo sport): “Gervasoni è un soggetto – metteva nero su bianco il Tribunale - da prendere con le molle, un personaggio per il quale non doveva costituire un grave problema di coscienza ‘mettere in mezzo’ un innocente per conseguire un utile personale”. E ancora: “Perseguitato dalla giustizia penale e quindi come tale privo di qualsiasi spessore morale e non meritevole di credito”. Di queste rilevanti righe tracciate dal Tnas, non è rimasto niente. Testimonianza del fatto che la giustizia penale e quella sportiva non viaggiano di pari passo. Tutt’altro. Una sentenza discutibile, per usare un eufemismo. Che desterà polemiche e lascerà strascichi. Un verdetto per nulla esemplare, e se queste sono le pene, possiamo aspettarci altri dieci, cento “calciopoli”. Tanto, il rischio è pari allo zero. Un anno e sei mesi, pena sospesa, anche per l’altro “pentito”, Filippo Carobbio, principale accusatore di Antonio Conte. E la chiamano giustizia. Federico Colosimo Italia Scandalo formazione siciliana: indagati Genovese e Rinaldi (Pd) L’ipotesi di reato è di associazione a delinquere finalizzata al peculato per il conseguimento di erogazioni pubbliche l caso della formazione siciliana si fa sempre più caldo e non certo per le temperature estive . All’indomani delle elezioni amministrative che hanno sancito la fine del centrosinistra, il parlamentare nazionale del Partito democratico Francantonio Genovese, suo cognato, il deputato regionale del Pd Franco Rinaldi, e altre nove persone, tra loro familiari e collaboratori, sono i destinatari di un avviso di garanzia emesso dalla procura di Messina nell'ambito di un'inchiesta sui finanziamenti per la formazione professionale regionale. In particolare sono indagati per associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche in relazione ai corsi per il periodo che va dal 2007 al 2013. I resti ipotizzati a vario titolo, come anticipato dal quotidiano La Gazzetta del Sud, sono associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Oltre a Genovese, che è stato anche segretario del regionale del Pd ed ex sindaco di Messina, e Rinandi sono iscritti nel registro degli indagati le rispettive mogli, le sorelle gemelle Chiara e Giovanna Schirò. Un avviso di garanzia è stato emesso anche per la sorella I I politici indagati del Pd Genovese e Rinaldi di Genovese, Rosalia, e per il nipote del parlamentare, Marco Lampuri. Tra i destinatari dei provvedimenti, notificati dalla guardia di finanza, ci sono anche Nicola Bartolone, Graziella Feliciotto, Salvatore Natoli, Roberto Giunta e Concetta Cannavò. Si tratta di un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, e condotta insieme ai sostituti Camillo Falvo, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti. La notizia degli ‘avvisi’ è giunta dopo la richiesta di una proroga delle indagini di sei mesi concessa dal gip Giovanni de Marco. Gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza sui corsi orga- nizzati da enti professionali legati ai due parlamentari e su compravendite o cessioni di rami d'azienda tra questi enti. Al momento comunque non vi è incompatibilità tra la posizione di indagato di Genovese e il suo mandato di parlamentare nazionale: non si prevedono infatti le dimissioni in caso di avviso di garanzia, ma solo qualora ci sia un rinvio a giudizio. Fatto sta che la Procura vuole scoprire se quei finanziamenti erano tutti legittimi, se gli enti hanno svolto le attività per le quali sono sorti e sono stati finanziati dalla regione e se siano state rispettate le normative che regolano gli enti formazione Coinvolte due società: la Cogefa spa e la Lauro Maxi truffa a Torino: 10 milioni per la Metro ega-truffa da 10 milioni scoperta dalla Guardia di finanza di Vercelli. Il tutto riguarderebbe i lavori per la Metropolitana Automatica di Torino. È successo ieri, dopo una serie di verifiche fiscali nei confronti della Cogefa s.p.a., una società per azioni vercellese da decenni impegnata nella realizzazione di opere pubbliche, in particolare gallerie, in Piemonte e Valle d'Aosta. Sono quattro i dirigenti delle ditte coinvolte. Ad insospettire i finanzieri il ritrovamento di documentazione che attesterebbe un "accordo segreto" con un’azienda torinese, la Lauro, per la costruzione di un tratto di metropolitana (fra Porta Nuova e la fermata di corso Marconi). Sulla base di questa intesa, l'intera opera sarebbe stata realizzata dalla società del capoluogo piemontese priva dei necessari certificati di qualificazione e abilitazione. E senza che la Pubblica Amministrazione ne fosse a conoscenza. La Cogefa avrebbe “prestato”, presentando fatture false, la propria certificazione di idoneità alla Lauro che, di fatto, ha eseguito i lavori. E, come compenso per i servizi illeciti, la società vercellese ha percepito dalla consorziata torinese una percentuale sull'intera opera, denominata contrattualmente “sponsor fee” (remunerazione spettante all'interme- M diario che assume il ruolo di sponsor ). “L'ente appaltante- spiegano le fiamme gialle- ha così corrisposto denaro pubblico per oltre dieci milioni di euro alla società vercellese dietro presentazione di fatture false, non avendo quest'ultima eseguito alcun tipo di lavoro”. Inoltre, l'esame dei documenti di trasporto dei materiali impiegati, ha consentito di accertare che i prodotti impiegati e fatturati erano inferiori a quelli indicati e liquidati dal direttore dei lavori. “Il riscontro presso i fornitori- hanno dichiarato i finanzieri- ha dato conferma che non erano mai entrati nel cantiere oltre due chilometri e mezzo di barre metalliche, e circa centodieci tonnellate di speciali resine chimiche”. Per un valore di oltre 1 milione e 200mila euro. La società, preso atto dei rilievi dei finanzieri, ha deciso di restituire la somma truffata. Adesso i quattro responsabili delle aziende coinvolte sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Torino per truffa aggravata ai danni dello Stato. La Cogefa, guidata dalla famiglia Fantini, si è occupata della costruzione delle più importanti opere stradali, ferroviarie ed edilizie in Piemonte. Si occupa, fra l’altro, anche dell'alta velocità ferroviaria. Paolo Signorelli professionale. La vicenda ricalca in gran parte l’inchiesta nella quale era stato indagato l’ex assessore comunale al Lavoro ed alla Mobilità Urbana, Melino Capone. Quest’ultimo era commissario regionale dell’Ancol. In questa veste aveva ottenuto finanziamenti per 13 milioni di euro fra il 2006 ed il 2011. Ma in realtà nel 2005 l’Ancol nazionale gli aveva revocato l’incarico e dunque Capone non aveva più alcun ruolo ne titolo per ottenere quei finanziamenti. Per questa vicenda oltre a Capone sono indagate altre tre persone per truffa aggravata in concorso. Barbara Fruch Salerno Dichiara 20 euro ma ne guadagna 2,2 milioni n caso di evasione totale è quello riguardante un’imprenditrice nel salernitano. La donna dichiarava infatti solo 50 euro come volume d’affari annuale e 20 come reddito d’impresa: cifre irrisorie e fasulle. I finanzieri della compagnia di Agropoli invece hanno svelato come la donna guadagnasse col suo ingrosso di macchine industriali incassi da capogiro, assieme a beni immobili come sei case tra Napoli e Salerno e una villa panoramica in Cilento. A portare a termine le indagini le Fiamme Gialle coordinate dal procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Giancarlo Grippo e dal sostituto procuratore Renato Martuscelli. I militari hanno incastrato la ‘furbetta’ e hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Vallo della Lucania. La donna deve ora rispondere dei reati di dichiarazione infedele ed omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali. Secondo quanto accertato poi dalla procura, dal 2007 al 2011, aveva indicato nelle dichiarazioni fiscali volumi d’affari risibili, come 50 euro per esempio, occultando redditi per 2.2 milioni ed evadendo oltre 500 mila euro tra Iva, Irap e ritenute d’acconto mai versate. Francesca Ceccarelli U 10 Giovedì 27 giugno 2013 L’analisi della Fondazione in Umbria “Banche e Equitalia peggio degli usurai” Anche a Bari una ex commerciante “strozzata” na multa di 78 euro che diventa cartella da 1850. Una rata Inps di 750 euro che diventa da 1900. È l’ennesima denuncia, peraltro duplice, contro l’odiata agenzia delle entrate quella di Franca Pascazio, 58 anni, commerciante che aveva un minimarket al rione Poggiofranco, a Bari. Ad un certo punto ha venduto l’esercizio ma è rimasta impigliata nei pagamenti delle tasse. Se non paghi giunge la prima nota dell’agenzia delle entrate: se saldi il debito entro un mese di tempo, te la cavi con una mora di appena il 10% in più. Se non paghi entro 30 giorni, però, la tua posizione viene ceduta all’abbraccio mortale di Equitalia. Ogni giorno in più che passa, Equitalia applica un interesse. E spostandosi in un’altra regione, la situazione non cambia. Alla Fondazione anti-Usura in Umbria non si va più perché si è in mano agli usurai, ma perché si è in balia di banche, società finanziarie ed Equitalia. Secondo un freschissimo studio, il dramma dei tassi “variabili” per cartelle esattoriali, prestiti, rate e mutui è il vero problema sociale dei nuovi “strozzati” che non riescono ad onorare gli U Palermo impegni presi prima della grande crisi. Il presidente Alberto Bellocchi spiega che “la quasi totalità dei richiedenti lamenta una situazione economica negativa per rapporti con le banche e società finanziarie, affermando spesso l'esistenza di interessi tanto gravosi da rendere quasi impossibile di onorare il debito. Analogamente moltissimi denunciano pesanti pendenze con Equitalia”. Le richieste non arrivano più soltanto da imprenditori, commercianti e artigiani, ma anche lavoratori con stipendio fisso da 1200 euro al mese il cui coniuge è rimasto disoccupato, spesso donne. “Occorre purtroppo rilevare che dal 25% del 2011 - ha spiegato ancora Bellocchi - siamo passati al 38% delle richieste da parte delle donne. E nel 2013, se continua questo trend, arriveremo al 50%”. In appena sei mesi del 2013 le richieste di intervento si aggirano intorno ai 7 milioni, a fronte di un potenziale budget di 600mila euro. Ma se le casse della Fondazione e delle famiglie sono quasi vuote, lo Stato insiste: d’altronde deve ripianare il debito pubblico. Anche al costo di dissanguare gli italiani. B.F. Italia Avellino I divieti più bizzarri dell’estate Stop al calcio: il fischio di Forti (Pd) fa discutere Dopo le ridicole ordinanze del Sindaco Pisapia arriva il collega Paolo Foti che proibisce in piazza “giochi di qualsivoglia genere” ietato giocare a calcio in strada. Tra i divieti più bizzarri dell’estate, ecco l’ordinanza del neoeletto Sindaco di Avellino, Paolo Foti. Seguendo l’onda delle “ridicole ordinanze” del collega Pisapia, il primo cittadino della città campana proibisce “giochi di qualsivoglia genere” nelle centrali Piazzetta Amedeo Guarino, Galleria Via Mancini e Corso Vittorio Emanuele. Pena, una sanzione amministrativa da 50 a 200 euro e “la confisca del pallone e/o attrezzatura usata per giocare”. Come spesso avviene in Italia, secondo una regola non scritta, tanti i Sindaci del Belpaese in estate varano provvedimenti bizzarri, spesso per vietare le cose più incredibili. Foti per la stagione estiva 2013 si piazza di sicuro tra i primi in classifica, almeno per la tempistica, visto che è tra i più rapidi in fatto di divieti incomprensibili. Di sicuro può contendere il primo posto, insieme al primo cittadino lombardo Giuliano Pisapia che a Milano è già riuscito a vietare il gelato dopo mezzanotte (poi rimangiandosi l’atto) e le feste al parco. Fatto sta che esordisce così il nuovo sindaco avellinese del Pd, con un’ordinanza che ha per oggetto il “rispetto dei beni pubblici e privati” e adotta “opportuni provvedimenti per la tutela della pubblica e privata incolumità, insidiata sia dall’utilizzo improprio delle citate località per partite di calcio, che arrecano danni a cose ed edifici pubblici, nonché dalla registrazione di episodi di schiamazzi o, V comunque, di disturbo della quiete soprattutto nelle ore serali e notturne”. Il divieto è quindi rivolto a chi possa “arrecare intralcio, disturbo o danni ai beni pubblici o privati, o costituire pericolo per il transito pedonale”. Nell’infanzia di ciascuno di noi c’è stato il vicino di casa che si affacciava dalla finestra e gridava: “Smettetela di giocare o vi buco il pallone”. Foti è stato ragazzo. Correvano gli anni ’60: quelli di Picchi, Corso, Malatrasi e tanti altri. Il futuro sindaco avrà scalciato qualche pallone in strada, su campetti improvvisati. Da allora, nel capoluogo, la situazione non pare cambiata parecchio. I rettangoli di gioco restano pochi, hanno dovuto perfino adattare il Campo Coni per avviare i più piccoli a rincorrere un sogno. Da ieri però la città scopre che una pedata a un pezzo di plastica è un reato. E mentre alcuni media locali hanno già bollato il provvedimento come “Ordinanza Super Santos” (traendo ispirazione dal più popolare dei palloni che da generazioni è tra i simboli di ragazzi ed adolescenti) si scopre che il divieto non è limitato al semplice gioco del calcio. Bensì a “giochi di qualsivoglia genere”. Non ci si può nemmeno dilettare con bocce o a nascondino? E le carte? Barbara Fruch A Pescara scoperte attività illegali: cinque in manette Salerno Monza Calabria Nello Musumeci incontra il presidente della Corte d’Appello Centri massaggi a luci rosse: ancora arresti tra i cinesi Sgozzata e bruciata: ha confessato un 27enne ucraino Morto in carcere. La madre: “Voglio la verità” Sessanta giovani immigrati sbarcano a Roccelletta Lavorare in stretta collaborazione, nella diversità dei ruoli e delle competenze”. Questo l'impegno ribadito stamane al Palazzo di giustizia di Palermo tra il presidente della Corte d'appello Vincenzo Oliveri ed il presidente della commissione Antimafia dell'Ars Nello Musumeci, in visita di cortesia dopo la sua recente elezione alla guida dello speciale organismo parlamentare. Musumeci era accompagnato dai vicepresidenti Toto Cordaro, Fabrizio Ferrandelli e Gianluca Miccichè e dal segretario Giorgio Ciaccio. Nel corso del colloquio sono stati affrontati gli insoluti problemi legati alla carenza di organico, specie tra il personale amministrativo, alla deficienza dell'edilizia giudiziaria, alla allarmante situazione nelle carceri siciliane ed ai rapporti fra mafia e politica. Musumeci ha assicurato "il rinnovato entusiasmo dei componenti la commissione e la voglia di lavorare in maniera fattiva, senza remore ed indugi di alcuna natura, per contribuire a restituire credibilità alla politica e, più in generale, alle istituzioni della Regione e dello Stato”. na moglie gelosa insospettita per i continui massaggi che il marito diceva di fare per il mal di schiena e un anziano che, pensando di risparmiare sulle terapie cinesi, si è reso conto di avere a che fare con prostitute. Da questi due esposti è partita la maxi operazione dei carabinieri nei centri massaggi di Montesilvano, in provincia di Pescara, gestiti da cinesi. I militari dell'Arma hanno eseguito nove misure cautelari ai danni di donne cinesi con il sequestro di cinque attività ufficialmente destinate a praticare massaggi ma trasformate dagli stranieri in veri e propri locali a luci rosse. Prezzi a buon mercato, divertimento assicurato ed orari flessibili. È questa la formula di successo dei centri che ‘vantavano’ un giro d'affari da un milione di euro l'anno per i proprietari cinesi, i quali reclutano giovani da avviare all'attività di prostituzione. Nessuna di loro, infatti, è realmente abilitata a fare olla, provincia di Salerno. E’ stato arrestato la scorsa notte l’assassino della 50enne ucraina, Olena Tonkoshkurova, trovata sgozzata martedì scorso dai Vigili del Fuoco nella sua abitazione in via Porta del Bagno. Gli uomini del 115, infatti, erano intervenuti per spegnere le fiamme all’interno dell’appartamento. Il 27enne Dmytro Zastavnetskyi, anch’egli originario dell'Ucraina, a seguito di un lungo interrogatorio nella stazione locale dei Carabinieri ha confessato l'omicidio della 50enne, uccisa con un coltello da cucina. Dalle ricostruzioni degli inquirenti, tra i due sarebbe scoppiata una lite per futili motivi sfociata al termine di un rapporto sessuale occasionale. ''Grazie al concetto di giustizia di prossimità – ha detto il procuratore capo di Sala Consilina, Amato Barile - si è potuti giungere, in sole 12 ore, alla conclusione delle indagini con l'arresto dell'omicida''. Sono sicura che non è morto per cause naturali, i suoi organi erano sani''. Questo l’appello di Giovanna D'Aiello, madre del 22enne Francesco Smeragliuollo deceduto in carcere a Monza l’8 giugno scorso. La mamma del giovane, che si è rivolta all’Osservatorio Permanente sulle morti in carcere, ha inoltre sottolineato come ''dopo averlo visto a colloquio in carcere, il lunedì prima della sua morte avevo fatto presente che mio figlio stava male''. E ancora: ''Ha perso sedici chili in un mese. Avevo chiesto che lo mettessero in una struttura adeguata, che lo aiutassero. Lui non aveva problemi di salute''. ''Se aveva sbagliato, doveva rispondere per quello che aveva fatto – ha aggiunto la signora D’Aiello - ma non è giusto che sia morto così. Voglio sapere cosa è successo, voglio la verità''. Da quanto si è appreso dalla Procura di Monza, dopo tutti gli accertamenti del caso, il giovane sarebbe morto per cause naturali. N “ U massaggi. Vere e proprie prestazioni sessuali dunque, tutto completamente in nero. Gli stessi centri benessere e massaggi italiani, regolari, non ci stanno e chiedono maggiori controlli, soprattutto per difendere la propria categoria e la rispettabilità dei propri servizi. Come spiega la titolare di un centro nel pescarese a ‘Il Pescara’. "Non è possibile chiamare questi bordelli centri massaggi. Non hanno nulla a che fare con le nostre attività sanitarie e dedicate al benessere fisico e mentale delle persone. Un danno d'immagine e un danno diretto per il nostro settore. Fra l'altro completamente in nero e senza controlli sanitari. Ma la cosa che più dispiace è che da mesi si sapeva tutto su questi posti, e solo ora qualcuno si è mosso”. I reati contestati agli indagati ora sono esercizio di casa d'appuntamenti e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Carlotta Bravo P “ on si arrestano gli sbarchi sulle coste calabresi. Sessanta gli immigrati hanno raggiunto, nella nottata tra martedì e mercoledì, la costa ionica del catanzarese, nel territorio di Roccelletta di Borgia, alle porte del capoluogo. Si tratta di uomini di giovanissima età considerato che la metà ha tra i 13 e i 17 anni, mentre il resto non supera i ventuno anni. Il peschereccio su cui viaggiavano si è arenato ad alcune decine di metri dalla costa a Roccelletta ed i migranti, per lo più egiziani, siriani e malesi, sono stati portati a riva dai mezzi della guardia di finanza e soccorsi da polizia, carabinieri e guardia costiera. Attualmente gli extracomunitari sono ospitati temporaneamente nella scuola elementare. Il numero di immigrati è lievitato con il passare delle ore, dal momento che alcuni sono stati ritrovati nel corso dei controlli del territorio, dal momento che erano riusciti ad allontanarsi dal luogo dello sbarco. 11 Giovedì 27 giugno 2013 Il film DOPPIO GIOCO di James Marsh Durata: 100 min. GB/IRL 2012 Con Andrea Riseborough, Clive Owen, Gillian Anderson, David Wilmot di Nicola Palumbo E ssere bambini in una città come la Belfast dei primi anni Settanta, significava crescere con l’incubo della violenza appostata dietro ogni angolo delle sue strade. Per Collette McVeigh (Riseborough) da uno di quegli angoli sbucò la morte, quando una pallottola vagante uccise il suo fratellino di otto anni, con lei che ne aveva solo due di più. Della morte del bambino, Collette ne porta il peso perché causa, seppur involontaria, di quella tragedia. Ora, in pieno 1993, la guerra fra l’IRA e l’esercito di Sua Maestà non accenna a placarsi, nonostante i numerosi sforzi di arrivare a una pace che soddisfi entrambe le parti in causa. Gli attentati dei terroristi nordirlandesi non accennano a diminuire e proprio a causa di uno di essi, fortunatamente fallito in una stazione della metropolitana di Londra, Collette viene arrestata perché sorpresa a posizionare l’ordigno. Durante l’interrogatorio di rito, Mac (Owen), agente del MI5, il controspionaggio inglese, le propone un accordo: le autorità inglesi dimenticheranno l’accaduto risparmiandole così 25 anni di galera e l’affidamento dell’amato figlioletto a una famiglia sconosciuta; in cambio Collette dovrà informare Mac su tutto quanto accade all’interno della sua cellula terroristica, dove lei si è arruolata volontaria in odio contro gli inglesi, assassini di suo fratello. O così crede. La prospettiva di non rivedere più il suo bambino spinge Collette ad accettare l’accordo, pur sapendo a quali terribili rischi andrà incontro. Questi arrivano subito quando, durante un attentato a un ufficiale di polizia, i cecchini inglesi appostati sul luogo uccidono l’attentatore prima che questi potesse fare la stessa cosa all’ufficiale: autista del killer è Collette. Prima il fallito attentato alla metropolitana, ora questo al poliziotto, spingono Kevin Mulville (Wilmot), responsabile della sicurezza interna della cellula dell’IRA, a indagare per scoprire chi è la talpa che passa le informazioni agli inglesi, e Collette diventa la prima sospettata della famiglia McVeigh, cui fanno parte altri due fratelli e l’apprensiva madre, gli unici che potevano conoscere in anticipo i dettagli delle due operazioni. Nel frattempo Mac deve vedersela con l’inaspettato ostracismo di Kate Fletcher (Anderson), direttrice del gruppo di agenti del controspionaggio, la quale sembra non tener conto del pericolo che l’informatrice di Mac sta passando, privilegiando invece l’operato di un’altra talpa. Tenuta segreta anche allo stesso Mac. Ne avevamo già tessuto gli elogi nel dicembre scorso quando, nel segnalare i film più belli visti al Torino Film Festival, avevamo inserito anche “Shadow dancer”: finalmente esce nei nostri cinema col titolo, azzeccato seppur non originale, di “Doppio gioco”. Se per motivi di spazio in quell’articolo le parole furono poche, corriamo ai ripari sperando che ora siano sufficienti per convincervi a recarvi nelle sale a vedere questo splendido melodramma famigliare immerso in un poliziesco, definizione che possiamo anche diametralmente ribaltare. Regista del documentario “Man on Wire”, baciato cinque anni fa dall’Oscar, Marsh ha tratto il suo film dal libro omonimo di Tom Bradby, giornalista autore di un’inchiesta sui “Troubles”, appellativo somigliante a un Cinema eufemismo col quale gli inglesi hanno battezzato il terrorismo nordirlandese, affidando il ruolo della protagonista alla brava Riseborough, vista nel recente (e brutto) “W.E.-Edward e Wallis” di Madonna. La Riseborough è semplicemente eccezionale nella sua recitazione “in sottrazione”, brava a mostrare una calma in realtà ap- parente, necessaria a Collette per non tradirsi, pena la morte sicura. Anche lo stesso Owen, vera e unica star del film, ha volutamente scelto il ruolo del poliziotto affatto macho ma anzi tormentato, con la continua sensazione di essere tradito dai suoi. Ottimo anche Wilmot, un caratterista specializzato in faccende irlandesi come “L’ombra del diavolo”, “Michael Collins” e il bellissimo ma dimenticato “Il campo”. Altra interpretazione da segnalare è quella di Brid Brennan, che nel film interpreta la mamma di Collette: con la Riseborough, la Brennan sembra duellare utilizzando la stessa arma, quella appunto della recitazione sommessa, che però ti lascia comunque senza fiato. Chiudiamo la rassegna degli attori con Gillian “X-Files” Anderson la quale, come il suo allampanato ex partner David Duchovny, tenta disperatamente di smarcarsi da quella serie tv diventata un cult: in “Doppio gioco”, la Anderson è brava nelle vesti della fredda e algida capo sezione dell’MI5, dimostrando così di cavarsela meglio di Duchovny. Di quest’ultimo non si comprende come mai sia ancora a piede libero dopo “House of D” da lui scritto, diretto e interpretato. Se avete un nemico da uccidere lentamente ma inesorabilmente, regalategli quel film. 12 Giovedì 27 giugno 2013 Sport Ecco il colpo della Roma: preso Julio Cesar Il calciomercato entra nel vivo. I biancocelesti prendono Felipe Anderson e i giallorossi rispondono con il numero uno della Seleçao T Trattativa portata avanti a fari spenti: bruciata la concorrenza di Rafael e Viviano A Torino, tra la folla, è arrivato Carlos Tevez – La Fiorentina sogna David Villa di Federico Colosimo elefoni che non smettono di squillare, porte degli hotel che girano h 24. Trattative frenetiche, snervanti. Mancano solo quattro giorni alla riapertura del calciomercato. Da un mese a questa parte, tanto è stato già fatto. Tra poco, le prime ufficialità. Per Roma e Lazio sono giorni importanti. Sulla scrivania, argomenti delicati, “caldi”. Da una parte, la questione proprietà. Per quanto riguarda la sponda giallorossa, l’imprenditore Parnasi continua a compiere passi in avanti. La trattativa con UniCredit prosegue, e non è una novità. Bisogna incominciare però a vincere qualcosa, sul campo. La società lavora a fari spenti, e nel silenzio di tutti, media e televisioni, il Ds Walter Sabatini mette a segno il primo vero e proprio colpo di mercato. La squadra nata nel 1927, finalmente, potrà vantare tra le sue fila un grande estremo difensore. Sembra ormai tutto fatto, mancano solo le sigle sul contratto e le visite mediche di routine: l’ex portiere dell’Inter del “triplete”, Julio Cèsar (33 anni e mezzo), è Sopra, da sinistra a destra, Julio Cesar e Carlos Tevez un giocatore della Roma. Un’operazione a sorpresa, archiviata. Da più di dieci giorni, ancor prima che cominciasse la Confederations Cup. Il numero uno del Brasile è rimasto attratto dal “progetto”, e dopo la retrocessione con il Qpr vuole tornare a calpestare palcoscenici importanti. La Serie A, in vista del mondiale del 2014, sembra la vetrina giusta. Altro che Rafael del Santos o Viviano del Palermo. Scommesse o nomi che, certamente, non permetterebbero di fare il salto di qualità. Il primo non convince, e rappresenterebbe un’incognita. Il secondo non ha certo brillato, nell’ultima stagione, con la maglia della Fiorentina. Ci vogliono certezze, giocatori affidabili: e Julio Cèsar rientra senza dubbio in questa categoria. Dall’altra sponda del Tevere, a breve, novità interessanti. E non solo in chiave mercato … Dove il Ds Igli Tare ha finalmente centrato (dopo Biglia) il secondo grande acquisto della stagione. Dopo una telenovela infinita, durata ben 5 mesi, la Lazio ha preso il giovane talento Felipe Anderson. Classe 1993, destro e sinistro, colpi geniali e dribbling da favola le sue caratteristiche. Un giocatore che, comunque, rappresenta un investimento. Bisognerà avere pazienza e non forzare la mano. Senza bruciare i tempi, dando al calciatore il giusto tempo per inserirsi, adattarsi. Un giocatore simile ad Hernanes, anche se più offensivo. La stella del Brasile under 20 può giocare in tre posizioni di- verse: dietro le punte e su entrambe le fasce laterali. Senza differenza e preferenza. Un difetto? Troppo lento, forse. Roma e Lazio comprano, dunque. Il vero colpo di mercato, però, lo ha messo a segno la Juventus con Tevez (ieri è arrivato a Torino). Un autentico “top player” soffiato al Milan. I bianconeri ora devono fare cassa, e decidono di cedere: Isla è a un passo dall’Inter. I nerazzurri non si fermano, e per la difesa puntano Micah Richards, del Manchester City, che potrebbe arrivare in prestito. Per l’attacco è fortissimo l’interesse per Bruma, giovane portoghese che sta incantando ai mondiali giovanili in Turchia. La Fiorentina aspetta l’offerta giusta per Jovetic. A quel punto, sulla riva dell’Arno arriverebbe uno tra David Villa e Mario Gomez. Lo spagnolo è il vero sogno di mercato della squadra gigliata. Il Napoli, dopo aver preso Martens, aspetta che si definisca la questione Cavani. Il Chelsea sembra aver superato nella corsa all’uruguaiano sia Real Madrid che Psg. Sul piatto un’offerta da 58 milioni di euro, 5 in meno dei 63 previsti dalla clausola rescissoria. Una proposta indecente, difficile da rifiutare. Confederations Cup: Gilardino sostituisce Balotelli Italia-Spagna: per la finale talia-Spagna: da cinIparte, que anni a questa un classico. Questa sera, alle ore 21, allo stadio Castelao di Fortaleza, in palio l’accesso alla finale della Confederations Cup. Prandelli recupera Pirlo, e al posto di Balotelli schiera Gilardino. Una chance importantissima per l’ex calciatore del Bologna. Ha vinto un mondiale, un Europeo under 21, un bronzo olimpico con l’Italia, una Champions League e un mondiale per club con il Milan, Gilardino. Conquistando praticamente tutto, o quasi. Eppure oggi è considerato da molti come un “perdente”. Un attaccante di secondo piano, che va criticato, sempre e comunque. Per la prima volta, questa sera, l’attaccante di Biella affronterà i campioni del mondo in carica e vorrebbe, come spesso ha fatto, lasciare il segno. Riuscirà a far suonare il violino? Una partita all’apparenza impos- sibile, quella con le “furie rosse”. Gli azzurri, però, ci credono. Rientrano Pirlo e De Rossi in mezzo al campo, e questa sì che è una bella notizia. A lungo Italia-Spagna non è stata origine di sfide indimenticabili. Niente a che vedere, per intenderci, con quelle contro Germania e Brasile. All’Europeo del 2008, la svolta, il passaggio di consegne. Da quel momento, solo sonore sconfitte. E’ arrivata l’ora della rivincita. Italia-Spagna, che sfida! Concretezza contro estetica, che vinca lo spetBernald Shehaj tacolo.