si puo` sapere chi sono i delinquenti nel pd?

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si puo` sapere chi sono i delinquenti nel pd?
Anno II - Numero 150 - Giovedì 27 giugno 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
CALA UN OSCURO SILENZIO SULLA CLAMOROSA DENUNCIA DELLA PARLAMENTARE MARIANNA MADIA
I provvedimenti del Governo per l’occupazione
SI PUO’ SAPERE CHI SONO
I DELINQUENTI NEL PD?
SOLTANTO FUMO
E ... POCO LAVORO
A Roma e nel Lazio tace il Partito Democratico, ancora ferma la magistratura
di Francesco Storace
A
Roma e nel Lazio rischia di
esplodere qualcosa di grosso.
E i segnali ci sono tutti. Non
vanno sottovalutati. Ieri ho fatto
riferimento all’emersione della
questione morale all’interno della regione
Lazio. Zingaretti ha un gruppo di bad
boys, ha titolato l’Espresso, ma dalla Pisana
non si sente una voce a discolpa, e nemmeno uno straccio di annuncio di querela.
Eppure si parla di una serie di inchieste
aperte su assessori, consiglieri, dirigenti,
ma tutti stanno zitti, sperando che passi
la nottata. Ad aggravare le cose, delibere
dubbie su fondi per consentire ai comuni
di spendere – senza spiegare i criteri in
maniera seria - che vengono portate in
commissione bilancio con emendamenti
all’ultimo momento e documenti richiesti
per la cui lettura vengono lasciati solo
cinque minuti ai consiglieri ad opera del
presidente dell’organo, Buschini, Pd, zelante esecutore delle volonta’ della Casa.
Per inciso, noi non abbiamo voluto legittimare la votazione della delibera che riguardava il patto’ di stabilita’ regionale,
uscendo dall’aula; il resto dell’opposizione
si e’ rifugiata nell’astensione.
Poi, anzi prima, ci si mette anche una
giovane deputata del Pd, Marianna Madia,
che prende a cannonate il gruppo dirigente del Partito democratico. Di Roma e
nazionale.
STATI UNITI
La Corte Suprema
apre alle nozze gay
Marianna Madia
La parlamentare – che fu scelta come capolista da Veltroni nel 2008 per la circoscrizione di Roma – ha detto testualmente
che nel suo partito ci sono “delinquenti”,
circolano piu’ precisamente “piccole associazioni a delinquere”, e il problema
non credo che siano le loro dimensioni.
Accuse gravissime, di cui nessuno l’aveva
sentita fare cenno, ne’ sul suo sito, ne’ su
fb o su twitter, che pure frequenta abitualmente.
Di questa storia ha parlato due giorni fa
Il Fatto, ieri noi, il Secolo d’Italia e molto
piu’ autorevolmente il Corriere della Sera
con un’intervista alla stessa Madia, ma a
parte qualche farfugliamento sul lessico,
cosi’ ha detto, la sostanza resta tutta intera
:”Mi riferivo ai gruppi di potere”, ha
“spiegato”, alle primarie “ho realmente
capito che cosa succede nel territorio”.
Parla di “filiere” e di sistemi di “spartizione
zone per zone”.
Se non ha usato la parola “cosca” poco
ci e’ mancato, ma una cosa e’ certa: se
sommiamo i bad boys coniati dal settimanale di De Benedetti con le delibere
frettolose alla Pisana e i metodi portati
alla luce dalla Madia, c’e’ da preoccuparsi
del rischio di involuzione di un partito
che un tempo si diceva orgoglioso di
rappresentare l’Italia della legalita’.
Invece, non una voce sdegnata si e’ levata
a tutela dell’immagine del Pd. Silenzio
da Epifani, dal segretario regionale Gasbarra, da quello romano Patane’.
Avete invece il dovere di parlare. E anche
il Pdl si deve svegliare, smaltire in fretta
l’elaborazione del lutto per la sconfitta
romana e ricominciare a fare opposizione
seriamente.
Quanto alla Madia, ci aspettiamo una convocazione da parte della Procura di Roma,
che non puo’ certo restare ferma. Se una
parlamentare dice le cose che abbiamo
letto sul suo partito, il minimo che possiamo
attenderci e’ una rapida passeggiata a
palazzo di giustizia per sapere nomi e
cognomi dei “delinquenti”, l’organizzazione dei “gruppi di potere” e come venivano “spartite” le zone.
Se non interviene la procura e nemmeno
la sanita’ psichiatrica, ci sia almeno l’annuncio
che una parlamentare che dice cose di
questo genere, se non sono vere, non sara’
piu’ ricandidata. O si teme che possa dire
altro? Madia, chi e’ costei?
I
Marina Marina, ti voglio al più presto votar…
I
L
l Consiglio dei Ministri di ieri,
tanto sbandierato come chissà
quale panacea per tutti i mali,
in realtà ha prodotto poco o
niente. Il decreto-carceri è stato
solo la conferma di quello già
annunciato e poco condiviso,
tanto che lo stesso ministro Cancellieri ha ammesso che si arriverà a circa 6.000 detenuti in
meno ma in un paio di anni.
Sull’aumento dell’Iva c’è stato il
solito rinvio stile Imu: se ne riparlerà a settembre e, tra le misure previste per la copertura,
c’è ovviamente la tassa sulle sigarette elettroniche (il governo
ha sempre negato, quindi… verrà
introdotta!). Sull’acquisto degli
F35 la spaccatura è andata avanti,
tanto che per la serata di ieri era
sì prevista una ‘mozione unitaria’
ma più che altro di facciata. Il
governo Letta-Alfano ha poi partorito il classico topolino, ovvero
il pacchetto-lavoro (o piano giovani)
Più che un pacchetto assomiglia
ad uno…specchietto, per le solite
allodole che evitano di fare analisi
di che metterebbero in luce come
questo tipo di provvedimenti, da
soli, non servono a nulla.
Certo, per un datore di lavoro
che per 18 mesi si vede abbattere
il costo di un nuovo assunto di
650 euro al mese (è questa la
misura principale prevista, mentre
per la trasformazione dei contratti
La primogenita nicchia, ma il Cav è deciso: ‘figliera’corta in politica e successore in casa
di Igor Traboni
a Corte Suprema degli
Stati Uniti concede una
storica vittoria alla comunità Lesbo Gay Bisex Trans.
Con un rapporto di cinque a
quattro, i giudici hanno deciso
che il Defense of Mariage Act,
il testo approvato nel 1996 che
determinava come l’unica unione possibile fosse tra un uomo
e una donna, è incostituzionale.
Appena saputa la notizia, le decine di persone, per lo più militanti e ativisti gay, radunate
fuori dall’edificio si sono lasciate
andare in espressioni di gioia.
Obama si è dimostrato estremamente soddisfatto: ”E’ la
fine delle disuguaglianze”. I vescovi non sono d’accordo. “Il
governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l'unione di un uomo e
di una donna anche quando
gli Stati non lo fanno”
Campoli a pag. 6
di Massimo Visconti
bene informati dicono che in realtà il Berlusca la primogenita
avrebbe voluto chiamarla Italia: non tanto una ventina d’anni fa,
ma soprattutto oggi che il carisma del Cavaliere è abbastanza in
discesa, sarebbe tornato comodo anteporle il ‘forza’. E provare a ricominciare
daccapo. Però, dai: anche Marina è un
gran bel nome. Alzi la mano chi almeno
una volta non ha cantato ‘Marina Marina,
ti voglio al più presto sposar’ che faceva
tanto risveglio nelle gite in pulmann,
dopo quei cori tristanzuoli del ‘vecchio
scarpone’. E chissà che adesso la Marina
non la voglia sposare il Pdl, o quello
che rimane della sigla che fu. I bene informati di cui sopra dicono anche che il
papà sia rimasto un po’ deluso dalla
mancata discesa in politica del Pier
Silvio, che ha invece preferito Silvia
(intesa come Toffanin) a Silvio. Che comunque era un bisticcio di parole terrificante. Il Cavaliere tutto d’un pezzo, e
recentemente fatto a pezzi da tre donne che però vestono la toga e
non i tailleur stile Marina, ha però deciso di optare ugualmente per
la… figliera corta: l’erede, anche quello politico, l’ho fatto io e però
mica me lo tengo io. E poi, diciamola tutta: la primogenita Marina
Vaticano
Campidoglio
non è stata affatto un ripiego. La ragazza s’è infatti meritata, per le
sue capacità manageriali alla guida dell’azienda di famiglia, la
palma di donna tra le più influenti d’Italia e addirittura tra le 50 più
abili nel globo. Da Arcore all’universo intero, la signorina di strada
ne ha fatta tanta. E volete che non riesca a ridurre a più miti
consigli un Brunetta (che pure ieri invece
s’è detto mica tanto convinto della scena
patriarcale) o a rintuzzare le candidature
di una Santanchè; che di nome per giunta
fa appena Daniela?
Marina, invece, che per giunta in casa
ha un etoille della Scala, è un’altra cosa,
anche politicamente parlando. La signorina Le Pen, ad esempio, ricorda qualcosa
a lor signori? “Nomen omen” dicevano i
latini, assolutamente presagio di qualcosa
che dovrà pur venire, se papà vuole . E
se i figli so’ pezz’ e ‘core, figuriamoci gli
italiani: la Marina che più di qualcuno
vorrebbe al più presto votar (basta dare
un’occhiata ai social network, tra un insulto e l’altro a paparino e al fido Giulianone, per la Marina invece i complimenti
si sprecano) continua a dire che no, la carriera politica proprio non
fa per lei. Occhio però: Silvio è proprio deciso a passare la mano
alla Marina. Con tanto di… sbarco imminente, come rivelato da
Luigi Bisignani. Uno che di segreti se ne intende.
Messina
Torino e Cosenza
Bergoglio non si ferma: Marino vara la Giunta: Formazione: indagati Megatruffe su Metrò
commissariato lo Ior 50% uomini, 50% donne esponenti del Pd
e ai danni dello Stato
a pag. 2
Cataluddi e Vignola a pag. 7
Barbara Fruch a pag. 9
a pag. 9
a tempo indeterminati si scende
a 12 mesi) l’effetto può essere
affascinante ma il problema non
è solo il costo del lavoro. L’imprenditore, oltre al costo del lavoro e a una tassazione troppo
alta, va in crisi perché è in atto
una contrazione dei consumi
causata dal potere d’acquisto di
salari e pensioni che diminuisce
di giorno in giorno. Se si riducono
i consumi si riduce la produzione.
E se si riduce la produzione si
riduce il personale, quindi non
serve soltanto agire sulle assunzioni occorre incentivare i consumi.
Meglio sarebbe stato partire con
provvedimenti di sgravio fiscale,
vero punto debole delle aziende,
per incentivarne lo sviluppo.
Agendo sul cuneo fiscale le aziende sarebbero certamente più
competitive rispetto alla concorrenza estera e soprattutto molte
imprese non trasferirebbero i
loro insediamenti produttivi all’estero. A quel punto una politica
di sostegno alle assunzioni avrebbe i suoi effetti desiderati.
Ma al solito il Governo, incapace
di ridurre una spesa pubblica
debordante, non si può “permettere il lusso” di abbassare le
tasse e continua con palliativi
che non risolvono il problema.
E il piano lavoro rimane assai
fumoso: 100mila posti di più per
i giovani – è la promessa – e altrettanti con ‘misure di inclusione’,
senza spiegare quali.
CORSIVO
Berlusconi
da Napolitano
ossa abile, quella di NapoM
litano, di ricevere Berlusconi
al Quirinale. Perché, se da un
lato conferma la preoccupazione
del Capo dello Stato sulle possibili
ripercussioni della sentenza del
Tribunale di Milano sulla stabilità
della maggioranza di governo,
dall’altra lancia un segnale preciso
alle opposizioni e alla parte più
irrequieta del Pd: il Cav continua
a restare il leader del PdL e
quindi il suo ruolo politico non
è intaccato dal contestato verdetto
di primo grado per la vicenda
Ruby.
Come aveva fatto già nei mesi
cruciali della scorsa legislatura,
Napolitano ha ripreso nelle sue
mani la tela stracciata della maggioranza, ricominciando a provvedere ai rammendi. Difficile
prevedere se ci riuscirà fino in
fondo. Certo, è già molto che –
malgrado l’oggettiva difficoltà di
tornare a colloquiare con un
leader al centro di una crescente
bufera giudiziaria giudiziaria- il
Capo dello Stato abbia voluto
dare questa prova di coraggio e
di responsabilità, per la quale
non mancherà di essere linciato
dai giacobini nostrani.
Di fronte ad un panorama politico
popolato da capponi, accontentiamoci.
G.P.
2
Giovedì 27 giugno 2013
Attualità
Istituita da Bergoglio una commissione che avrà accesso a tutti i documenti, anche riservati
Papa Francesco fa pulizia nello Ior
Un salesiano alla guida: solo lui relazionerà al Pontefice. Un altro duro colpo per le gerarchie italiane
di Igor Traboni
Si allarga l’inchiesta
sui preti omossessuali
P
apa Francesco non
molla: lo Ior va ripulito, presto e
completamente,
così da farlo ritornare nell’alveo naturale, quello
cioè di un servizio alla Chiesa,
per le Opere di Religione,
non certo per affari e affaristi.
Il Papa argentino lo aveva già
preannunciato e poi fatto capire apertamente: pulizia dentro e vicino lo Ior. Bergoglio
non è stato per niente tranquillizzato dalle promesse del
nuovo presidente dell’Istituto,
il tedesco Erns Von Freyberg,
e tanto meno dal silenzio mediatico che, dopo il clamore
di qualche settimana fa, è stato
impresso alla vicenda. Ma soprattutto il Papa venuto da lontano vuole togliere sempre
più potere alla struttura 'gerarchica' e 'italiana' della Chiesa, ad iniziare dal cardinal
di Paolo Signorelli
“
Bertone. Papa Bergoglio ha
così deciso di istituire una
"commissione referente sull'Istituto per le opere di religione". L'organismo è presieduto dal cardinale salesiano
Renato Farina. E sarà solo lui
MAGISTRATURA E SENTENZE
Si scrive suicidio,
si legge “colpevole”
Mors omnia solvit”. La morte
sana ogni cosa. Prima lezione,
del primo giorno, del primo
anno di Giurisprudenza. Chi muore
non ha colpe, chi muore non può
essere processato. E questa regola
vale in ogni campo del diritto. Dal
civile al penale. Ma non per la
Corte d’Appello di Milano.
La scelta di Mario Cal, ex vicepresidente del San Raffaele, di togliersi
la vita (dopo essere stato coinvolto
nello scandalo che ha investito
l’Ospedale meneghino) ha avuto
un chiaro ed inequivocabile significato: “fu un’incondizionata
ammissione di colpa”, nonché
“l’espressione radicale di una percezione del concreto disvalore del
proprio operato”. Un’autentica canagliata, per non dire di peggio.
Infangare la memoria di un uomo
divorato da un dramma interiore
(perché solo questo può spingere
al suicidio) per giustificare la condanna a 9 anni di carcere per Pietrangelo Daccò, faccendiere di
Don Verzè e trait d’union fra il
San Raffaele e la politica. E insistono i giudici di Milano, consapevoli della clamorosa e vergognosa opera di demolizione di chi
imputato non può essere. Vale la
pena riportare per intero lo stralcio
della sentenza solo citata in precedenza. Repetita iuvant. “Senza
dimenticare che questa ipotesi è
priva di fondamento, non si può
fare a meno di osservare che il
gesto compiuto da Mario Cal –a
prescindere da ogni giudizio di
carattere personale in propositonon solo equivale a un’incondizionata ammissione di colpa ma
è anche l’espressione radicale di
una percezione del concreto disvalore del proprio operato, sotto
ogni punto di vista”. Ora, ciò che
i giudici d’Appello hanno fatto non
“
Un ex carabiniere di nome
G.B. organizzava e promuoveva gli incontri e le attività
legate alla prostituzione maschile
soprattutto minorile, attraverso
la quale reperiva soggetti che introduceva in Italia e che metteva
a disposizione dei clienti-sacerdoti”.
Eccolo il contenuto della denuncia
sporta da Don Poggi lo scorso 8
marzo. Una denuncia che rivela
particolari agghiaccianti: incontri
sessuali di parroci gay con ragazzi,
soprattutto minori ed un giro prostituzione inquietante.
L’ex parroco ha rivelato anche i
nomi dei (presunti) sacerdoti coinvolti che adesso sono nella “black
list” degli inquirenti. Si tratta di
Don G.F., Don R.C., Monsignor
N.F., Monsignor N.T., Don L.L.,
Don G.V e Don D.R. Tutte persone
attualmente in carica nelle parrocchie di Roma ovest e nord.
Sono loro che, secondo don Russo, usufruivano delle prestazioni
dei minorenni che l’ex carabiniere
riusciva a reclutare. “G.B., insieme
a omissis e omissis (dunque in
tre) selezionavano nei pressi dei
locali Twink a stazione Termini e
Qube a Portonaccio, i ragazzi omosessuali. Li pagavano anche 500
euro per avere rapporti intimi con
loro”. E, secondo il parroco “pentito” ci sarebbero testimoni pronti
a confermare il tutto. E ancora,
“l’ingaggio dei minorenni da parte
dei tre avveniva puntando sulla
disperazione e l’assenza di soldi
per sopravvivere che caratteriz-
solo è moralmente riprovevole e,
a tratti, disgustoso. Ma è anche
una totale violazione delle più elementari norme che regolano la
procedura penale. Perché chiunque
è innocente fino a che sul suo
capo non pende una sentenza definitiva. E non è davvero questo il
caso. La morte poi, è la principale
della cause di improcedibilità. Aver
utilizzato la condanna di Daccò
per esprimere, indirettamente, un
giudizio su Cal è una mossa spregevole.
Seguendo il ragionamento della
Corte milanese, allora, sarebbe il
caso di condannare in contumacia
anche la povera Graziella Corrocher,
segretaria di Roberto Calvi, gettatasi dalla finestra del suo ufficio
dopo lo scandalo del crac del
Banco Ambrosiano. Un po’ come
David Rossi, travolto dallo scandalo
Monte Paschi. Oppure, per rimanere nell’ambito della Prima Repubblica, come dimenticare la tragica scelta del politico socialista
Sergio Moroni o dell’imprenditore
Raul Gardini. Entrambi suicidatisi
dopo il loro coinvolgimento in
“Tangentopoli”. E allora, già che
si è fatto 30 si faccia 31, processando da morto anche Pietrino
Vanacore (il portiere dello stabile
di Via Poma, coinvolto nell’omicidio
di Simonetta Cesaroni), che si è
tolto la vita dopo 20 anni di alterne
vicissitudini giudiziarie. Più ammissione di colpevolezza di questa!
Quella della Corte d’Appello di
Milano, non è altro che l’ennesima
dimostrazione lampante di una
magistratura consapevole del suo
strapotere. Conscia di avere la libertà di dire ciò che vuole, ignorando il diritto e calpestando perfino
la memoria dei morti.
Micol Paglia
e non altri a relazionare direttamente al Pontefice. Gli altri
componenti della Commissione sono il cardinale JeanLouis Pierre Tauran, che e'
l'unico a far parte anche del
Consiglio di Sovrintendenza
presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone, l'arcivescovo
Juan Ignacio Arrieta Ochoa
de Chinchetru, che ne sara' il
coordinatore, l'assessore della
Segreteria di Stato Peter Bryan
Wells, che sara' segretario e
l'ex ambasciatrice Usa in Vaticano, professoressa Mary
Ann Glendon, che e' annoverata come membro.
"La Commissione - si apprende dall'ufficio stampa vaticano
secondo l’espressa volontà
papale - raccoglie documenti,
dati e informazioni necessari
allo svolgimento delle proprie
funzioni istituzionali. Il segreto
d'ufficio e le altre eventuali
restrizioni stabiliti dall'ordinamento giuridico non inibisco-
no o limitano l'accesso della
Commissione a documenti,
dati e informazioni, fatte salve
le norme che tutelano l'autonomia e l'indipendenza delle
Autorita' che svolgono attivita'
di vigilanza e regolamentazione dell'Istituto, le quali rimangono in vigore". "La Commissione - ha stabilito inoltre
Francesco - e' dotata delle risorse umane e materiali adeguate alle sue funzioni istituzionali e qualora sia utile, si
avvale di collaboratori e consulenti". Il Papa ha deciso inoltre che il governo dell'Istituto
continui "a operare a norma
del Chirografo che lo erige,
salvo ogni Nostra diversa disposizione". Mentre la nuova
Commissione potra' servirsi
"della sollecita collaborazione
degli Organi dell'Istituto, nonche' del suo intero personale
e della collaborazione di altri
soggetti, spontaneamente o
su richiesta”.
Miliardi di euro di perdite per l’Italia?
Sul rischio per i ‘derivati’
si muove la Procura di Roma
I
famosi derivati rischiano di costare all'Italia miliardi di euro di perdite. I contratti originali - riporta il Financial Times
citando un documento del Tesoro, trasmesso
alla Corte dei Conti - risalgono alla fine
degli anni 1990, ovvero al periodo "precedente o subito successivo all'ingresso dell'Italia nell'euro".
Tre esperti indipendenti consultati dal quotidiano calcolano le perdite, sulla base dei
prezzi di mercato al 20 giugno, a circa 8
miliardi di euro. Il rapporto - mette in evidenza il Financial Times - si riferisce solo
alle "transazioni e all'esposizione sul debito
nella prima metà del
2012, inclusa la ristrutturazione di otto contratti derivati con banche straniere dal valore
nozionale di 31,7 miliardi di euro.
Il rapporto lascia fuori
dettagli cruciali e non
fornisce una quadro
completo delle perdite potenziali dell'Italia.
Ma gli esperti che lo hanno esaminato aggiunge il Financial Times - hanno detto
che la ristrutturazione ha consentito al Tesoro di scaglionare i pagamenti dovuti alle
banche straniere su un periodo più lungo
ma, in alcuni casi, a termini più svantaggiosi
per l'Italia".
La Procura di Roma ha quindi aperto un fascicolo sui rischi per i conti pubblici legati
a derivati accesi negli anni ’90 e rinegoziati
nel 2012. Il fascicolo al momento è senza
indagati e ipotesi di reato.
zavano l’esistenza dei giovani”.
L’indagine, alla luce di queste dichiarazioni, è partita. A coordinarla
il procuratore aggiunto Maria Monteleone. Si tratta di rivelazioni
choc, che potrebbero scatenare
un terremoto che (comunque) è
già iniziato. Rivelazioni che gettano
di nuovo l’inquietante ombra della
pedofilia sulla Chiesa.
Sono accuse gravi quelle di Don
Poggi, che provengono da un sacerdote già condannato a 5 anni
proprio per aver avuto rapporti
sessuali con minorenni. Vanno
pertanto prese con le molle. Potrebbe essere soltanto una vendetta
nei confronti del Vaticano che lo
ha interdetto. Se però fosse la
verità? Di riscontri ce ne sono,
ma si procede con molta cautela.
La certezza è che già quattro nomi
sono iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di violenza
sessuale aggravata.
Il parroco si sarebbe deciso a raccontare tutto all’autorità giudiziaria
perché animato “dal dovere di tutelare la Santa Chiesa e la comunità
cristiana essendo a conoscenza
di gravi fatti che ne minano l’integrità e le normative canoniche e
penali. Non sono mosso da rancori
o rivalse nei confronti di alcuno
in quanto sacerdote”.
Intanto arrivano le prime dichiarazioni dalla Santa Sede: “ ho
piena fiducia nella magistraturaha commentato il cardinale vicario
Agostino Vallini- e sono pienamente convinto che sarà smantellato il piano calunnioso dell'ex
prete Patrizio Poggi”.
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3
Destra
Ritrovarsi. Anche attorno ad Almirante
Giovedì 27 giugno 2013
Parla Massimo Magliaro, anima della Fondazione dedicata a conservare la memoria dello storico leader missimo
L’
“L’importante è riunificare la destra, senza vecchi personalismi. E con tempi veloci: non possiamo restare ancora in apnea”
di Igor Traboni
aula dei gruppi parlamentari alla Camera
ha ospitato nel
tardo pomeriggio di ieri (ne parleremo
diffusamente nell’edizione
di domani) una tavola rotonda su “Almirante il Riformatore”, organizzata dalla
Fondazione Giorgio Almirante e con la presenza tra
gli altri di Francesco Storace, Ignazio La Russa, Altero
Matteoli, Roberto Menia, Silvano Moffa, Domenico Nania, Adriana Poli Bortone,
Andrea Ronchi e Luca Romagnoli. L’incontro, prima
delle conclusioni di Marcello
Veneziani, è stato moderato
da Massimo Magliaro, ‘anima’ della Fondazione, già
storico capo ufficio stampa
di Almirante , direttore di
Rai International e Presidente
di Rai Corporation.
“La Fondazione – racconta
Magliaro – è nata subito
dopo la morte di Almirante
e fin qui ha avuto un suo
percorso abbastanza importante nel custodire la memoria dello storico segretario missino. Tanti i convegni
di studio, a ricordarne non
solo la vita ma anche l’azione
politica. La Fondazione ha
anche una funzione memorialistica, visto che ogni anno,
nella ricorrenza della morte,
fa celebrare una Messa in
suffragio in quella chiesa di
piazza del Popolo che Almirante tanto amava. In que-
sti anni, e soprattutto in questo periodo così difficile per
il nostro mondo – sottolinea
Magliaro – la Fondazione ha
maturato la convinzione che
può avere un ruolo importante”.
La Fondazione Almirante è
dunque pronta a ricoprire un
ruolo politico?
“Questo assolutamente no.
Ma con il nome che portiamo, è chiaro che possiamo
svolgere un ruolo maieutico,
una sorta di ‘madre nobile’
per tutti i tentativi in atto di
ricomporre la destra”.
Quell’unità della destra che
era uno dei desideri, in buona
parte realizzati, anche di Giorgio Almirante…
“Sì. Almirante è sempre stato
un uomo inclusivo. E lo ha
sempre dimostrato, Nel ’69,
ad esempio, due mesi dopo
la sua rielezione a segretario
dell’Msi, rientrò anche Pino
Rauti con parecchi dei suoi”.
E invece oggi assistiamo ad
una grande divisione a destra.
Semmai fosse possibile sintetizzare, da cosa dipende?
“Direi innanzitutto che oggi
c’è una grande anomalia
nella vita politica italiana,
non solo a destra. Sicuramente però a destra una
casa unica non c’è. Basta
vedere cosa è successo alle
ultime elezioni di Roma, con
una decina di liste ‘destrorse’. Ecco, in tal senso il nostro ultimo convegno ha
messo per la prima volta
attorno ad un tavolo tutti i
rappresentanti di questo processo unitario della destra.
qualsiasi tipo di soluzione.
Non possiamo certo ‘spingere’ per una ipotesi piuttosto che per un’altra. E’ altrettanto chiaro, però, che
come Fondazione mettiamo
a disposizione quello che
può essere considerato, nella
migliore delle accezioni, una
sorta di ‘brand’ legato al
nome di Almirante. Per dire,
a tutti quelli che un po’ goliardicamente possiamo ancora chiamare ‘i ragazzi di
Almirante’, di mettersi attorno ad un tavolo, tutti insieme,
e ragionare sul futuro della
destra. Eravamo il secondo
partito della coalizione, oggi
invece non contiamo praticamente nulla. Ecco perché
a me personalmente piace
molto anche la definizione
coniata da Storace di Next
An”.
Se lei, come intellettuale
d’area, avesse la bacchetta
magica per ricomporre la
destra, come la userebbe?
“La bacchetta magica ovviamente non ce l’ha nessuno. Però credo sia indispensabile riparlare tra noi,
superando anche personalismi e divisioni. Senza stare
più lì a guardare di sbieco
il compago di banco perché… quella volta hai detto
quella cosa. Poi, se si debba
farlo con queste persone o
con persone nuove, non sta
a me stabilirlo”.
E questo nuovo soggetto che
tempi deve darsi?
“Veloci. Bisogna farlo nel
breve-medio periodo. Non
possiamo riemergere tra
due anni. Stare in apnea altri
due anni e poi mettere la
testa fuori non si può, chissà
quante altre cose nel frattempo succederanno e cambieranno. Dobbiamo tener
conto dell’evoluzione odierna”.
Anche del presente e del futuro
di Berlusconi?
“Anche. Fermo restando che
ritengo la sentenza sul caso
Ruby abnorme, una sorta di
nuovo processo Norimberga, bisogna ragionare oltre.
Berlusconi ha i suoi anni ma
anche il suo carisma, ed è
uno che non ha mai sparlato
di Almirante, con cui ebbe
anzi rapporti cordiali, e tanto
meno di Mussolini e del fascismo. Insomma, da lui termini come “male assoluto”
non sono mai venuti fuori.
E’ dunque una persona con
la quale si può dialogare.
Però ha un’altra concezione
della vita e della politica rispetto alla nostra. Per cui, e
lo dico con tutto il rispetto
degli amici che stanno nel
Pdl, a noi serve una casa
unica ma di destra. Perché
il richiamo inclusivo, a destra, deve essere più forte
di altri”.
una risposta su come ridurre
l'impatto della crisi sui ceti medio-bassi che sono la maggioranza del popolo italiano ,una
posizione su eventi che stanno
scuotendo il mondo come l'aggressione alla Siria da parte del
fondamentalismo islamico finanziato dagli USA e getta.E'
bene , quando ci si incontra
abituarsi a parlare del presente
e del futuro , non trasformando
queste importanti occasioni in
amarcord del tempo che fu e
in postberlusconismo fuori tempo massimo. A Orvieto , in sede
di Comitato centrale , spieghero'
meglio che questa interlocuzione
con quell'area per forza di cosa
la deve compiere Francesco Storace che , volente o nolente , e'
stato fino alle ultime elezioni
regionali chi, con Berlusconi ,
quando ha potuto , si e' sempre
comportato in modo leale e non
da yesman .
Biagio Cacciola
Nella foto, Massimo Magliaro
Un convegno, è bene ricordarlo, che ha avuto come
obiettivo quello di ricordare
Almirante a 34 anni esatti
dalla sua proposta di riforma. Anche perché di presidenzialismo il Movimento
sociale ha sempre parlato,
c’era già nello Statuto del
1946. Una cultura di sempre,
insomma”.
E’ anche per questo che, accanto a chi parla di rifare
An, c’è anche chi vuole rifare
l’Msi?
“Lei capirà bene che, come
Fondazione Giorgio Almirante, mi devo astenere da
IL DIRIGENTE NAZIONALE DE LA DESTRA INTERVIENE NEL NOSTRO DIBATTITO
F
Cacciola: dialettici con il Pdl
a bene Francesco Storace a battere l'Italia per
discutere della costituente . Dopo Frosinone altri appuntamenti con gli ex del pdl
provenienti da an e dal fli .
Tutto questo e' necessario,
ma non basta . Infatti, la ricomposizione di quell'area
deve fare i conti con la contemporaneita' . Quella che ci
dice che il pdl sta intorno al
27 % e fratelli d'italia intorno
al 2. Questo significa che gran
parte dell'elettorato di centrodestra si identifica tuttora ,
anche dopo la sentenza stalinista di Milano , con quelle
forze , in particolare col Pdl
.Non sono d'accordo coll'amico
Nania quando parla di Berlusconi
al passato. Infatti , e questo e'
stato rilevato anche da lucidi
commentatori da sinistra , aspettiamoci un Berlusconi piu' forte
. Grazie alla persecuzione che
subisce da vent'anni l'uomo di
Arcore ha un effetto rebound
che, invece di dimensionarlo, lo
avvantaggia, anche di fronte a
errori strategici da lui compiuti.
Sta di fatto che , insieme evi-
La ‘due giorni’ di Lecce
tra incontri e riflessioni
L’incontro del 28 e 29 giugno a Lecce sarà
l’occasione per riscoprire una nuova Destra,
attenta e presente nell’affrontare i temi dello sviluppo del Mezzogiorno". Lo afferma Adriana Poli
Bortone, presidente di Io Sud, alla vigilia della
due giorni presso l'Arthotel, una fondamentale
tappa nel percorso di riunificazione della destra.
L'appuntamento è organizzato dalle riviste Il
Borghese e La Destra italiana. A confrontarsi
saranno il leader de “La Destra” Francesco Storace, il fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto, il coordinatore nazionale di Fli Roberto
Menia, la presidente di Io Sud Adriana Poli Bortone, ex esponenti di governo e volti storici
della destra come Mario Landolfi, Adolfo Urso,
Domenico Nania, Andrea Ronchi. E ancora Salvatore e Fabrizio Tatarella, Alfredo Mantica, Pa-
“
Nella foto, Biagio Cacciola
dentemente a chi ci vuole stare,
l'area con cui , a mio avviso ,
bisogna diventare fortemente
dialettici e' quella del pdl o come
si chiamera' in futuro. La destra
,o come si chiamera' , dovra'
assolvere quel compito che l'incapacita' di Fini , non assolse
quando AN decise di sciogliersi
all'interno di quel contenitore.
Di Fini e di tutti coloro che lo
seguirono che hanno dimostrato
abbondantemente, il mito in-
capacitante di una pretesa 'destra' a essere tale , quando lo
poteva . Cio' soprattutto per
una retorica che pretende di indicare cosiddetti valori che in
realta' sono solo forme di alienazione che non permettono,
invece , di modificare la realta'
. L'unica cosa per cui e' giustificato fare politica . Finora da
questi amici non abbiamo sentito
una critica seria al modello di
sviluppo finanziario-capitalistico,
squale Viespoli, l’ex sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, l’ex presidente della provincia di
Roma Silvano Moffa, l’ex parlamentare Souad
Sbai e tantissimi altri. "Battaglie come quella
della questione meridionale, - spiega ancora
Adriana Poli Bortone - affrontate storicamente
dalla Destra in prima linea, oggi restano prive
di voce. La nostra esperienza, il nostro impegno
con “Io Sud” affonda le proprie radici proprio
in questo vuoto. Bisogna riscoprire quella identità nazionale di Destra, che coinvolga vecchia
e nuova generazione, un binomio di esperienza
e nuova energia, che veda nel Mezzogiorno la
possibilità di un rilancio economico nazionale,
ripartendo da un forte senso di aggregazione
sociale e riappropriandosi della cultura di destra, che appartiene a tutti".
4
Giovedì 27 giugno 2013
Economia
Senza fine il “balletto del mattone”
Tra le nuove tasse, riforme delle riforme e aumenti vari, orientarsi diventa difficile per tutti
Crollo del mercato immobiliare. Mancano soldi e mutui. E le locazioni sono spesso in nero
U
di Cristina Di Giorgi
n tempo si pensava
che l’investimento nel
“mattone” fosse il più
sicuro tra i vari possibili e garantisse la
tranquillità economica e la serenità data dall’avere “un tetto
sopra la testa”. Oggi invece,
nella stragrande maggioranza
dei casi, non è più così: avere
uno o più immobili di proprietà
costituisce un’enorme fonte di
preoccupazioni. E di spese. Tra
tasse, patrimoniali, bollette, imposte, nuove regole su mutui e
contratti “non si sa più a chi
dare i resti”. E la drammatica
congiuntura economica di questi
ultimi anni di certo non aiuta.
Mutui
I giovani italiani che vorrebbero
“lasciare il nido” della famiglia
d’origine per costruirsene una
propria o, più semplicemente,
per crearsi un futuro senza pesare più sui genitori, nella maggior parte dei casi si trovano
costretti a rinunciare (o per lo
meno a rimandare). E non perché sono dei “bamboccioni”,
ma a causa delle difficoltà relative al “problema casa”.
A prescindere dai prezzi degli
immobili, più o meno alti a seconda del luogo e della congiuntura economica, chi ha la
fortuna di avere a disposizione
la cifra necessaria per l’eventuale anticipo (circa il 20% del
valore di mercato dell’immobile), si scontra con una serie
di norme e leggi che rendono
quasi impossibile ottenere un
mutuo. Prima fra tutte la necessità, per chi lo richiede, di avere
una posizione economica e professionale stabile e documentata. E’ quindi molto difficile,
per chi ha contratti a tempo
determinato (che in periodi di
crisi economica e di flessione
occupazionale sono decisamente la maggioranza) e non
ha un garante, ottenere il visto
della banca alla concessione
della somma richiesta.
Crisi e “eccessiva prudenza”
delle banche nel concedere i
mutui sono la causa principale
del vero e proprio crollo del
mercato delle case in Italia registrato dall’Istat nel 2012 (circa
il 39,5% dei mutui e il 23,1%
delle compravendite in meno),
al quale si affianca analogo dato
per il mercato non residenziale.
A tutto questo va aggiunto, come
già accennato, il mancato adeguamento dei prezzi degli immobili al reddito medio degli
italiani, già fortemente minacciato da rincari, incertezze sul
fronte occupazionale e pressione fiscale.
E quando i mutui vengono concessi, in un periodo come questo è molto facile, per una famiglia “media”, che ci siano
problemi nel pagare regolarmente le rate. A questo proposito va detto che se da un lato il
Fondo di solidarietà per i mutui
sulla prima casa, rifinanziato
recentemente con 20milioni di
euro (presi chissà da dove…
tasse e multe? Sospetto più che
legittimo), consente di sospendere i pagamenti per massimo
18 mesi e permette agli “insolventi” di tirare un flebile respiro
di sollievo, dall’altro resta il disagio di tutti quelli che non riu-
sciranno ad accedervi (sono
previste oltre 16mila domande).
E delle numerose famiglie che
non ne hanno diritto, cioè chi è
in ritardo con i pagamenti da
oltre tre mesi o i proprietari di
immobili gravati da procedure
esecutive.
Tasse
Per chi finalmente riesce, superate le difficoltà del labirinto
dei mutui, a diventare proprietario di un immobile e magari,
più in là con gli anni e grazie ai
sacrifici di una vita, ad acquistare
anche una seconda casa, si apre
un capitolo ben più spinoso.
Quello delle tasse sugli immobili.
Ovvero “Imu e le sue sorelle”
(addizionali varie). Sulla questione molto è già stato detto.
Ma ancora non si è giunti ad
Ecco i consigli dell’esperto
P
IL PARERE DELL’AVVOCATO ORIGLIA, SPECIALISTA DEL SETTORE
er gestire al meglio gli
eventuali problemi che
chiunque e in qualunque
“ruolo” può incontrare quando
ha a che fare con la questione
“casa”, è molto importante affidarsi ai consigli di un esperto.
Abbiamo chiesto all’avv. Emanuela Origlia, specialista in diritto
immobiliare e vice presidente
dell’Associazione Azione Legale
(nata per approfondire problemi
di natura legale e giudiziaria
che insorgono nel percorso
quotidiano) di fornire qualche
breve indicazione che possa
essere d’aiuto per affrontare al meglio le situazioni
più comuni. Ai proprietari l’avvocato Origlia dice
che “l’importante, in generale ma soprattutto alla
luce della nuova normativa, è regolarizzare i rapporti
di locazione. In caso di situazioni in nero, che
devono comunque essere dimostrabili e documentate,
il conduttore può infatti autodenunciarsi all’Agenzia
delle entrate ed ottenere un contratto a canone agevolato, calcolato in base alla rendita catastale dell’immobile e con durata di 4 anni più 4 di rinnovo.
D’altro canto – prosegue – la regolarità del rapporto
consente al proprietario di usufruire di sconti fiscali
abbastanza rilevanti, in particolare per quanto
riguarda l’imposta di registro e le tasse da corri-
una conclusione. Da un lato c’è
chi vorrebbe l’abolizione dell’imposta più odiata dagli italiani,
almeno per la prima casa (e,
bisogna ricordarlo, il governo
del centro destra, quando la
tassa ancora si chiamava “ICI”,
si mosse decisamente in tale
direzione); dall’altro c’è la devastante desolazione prodotta
dalla crisi economica e l’incapacità degli ultimi esecutivi di
farvi fronte senza mettere le
mani in tasca ai cittadini.
Attualmente la situazione, ancora
sostanzialmente incerta per
quanto riguarda il futuro dell’Imu,
lando, le parole chiave in quest’ambito sono: affitto garantito,
flessibilità e cedolare secca.
Quest’ultima opzione, che garantisce ai proprietari uno sconto fiscale su registrazione e imposte varie, è in netta crescita
(tra i nuovi contratti registrati
nel 2013, c’è un aumento tra il
55 e il 65% di quelli in cedolare
secca). In poche parole ai proprietari conviene registrare un
contratto regolare con questo
particolare regime, che dà loro
tranquillità e meno tasse da pagare. Sempre dal punto di vista
dei proprietari, da sottolineare
anche l’aumento del numero
di polizze sottoscritte a garanzia
dell’affitto: le principali agenzie
specializzate del settore, offrono
infatti la possibilità di assicurare
la locazione, ottenendo garanzie
bancarie che sostituiscono il
tradizionale deposito cauzionale.
E garantendo assistenza al proprietario in caso di problemi
nel regolare svolgimento del
rapporto con il conduttore (mancato incasso di canoni, controversie legali e quant’altro).
Gli affittuari dal canto loro hanno
la tranquillità di veder garantiti
i loro diritti. E la flessibilità, per
loro, può tradursi anche in accordi sulla riduzione del canone,
che i proprietari accettano sempre più frequentemente per
evitare un’eventuale futura morosità dell’inquilino che, a causa
dei morsi della crisi, non riesce
più a pagare l’affitto.
ORMAI IN ITALIA È DIVENTATA UN’IMPRESA IMPOSSIBILE
A.A.A. Cercansi case in affitto
ercare una casa in affitto. Cosa sarà mai?
E invece no, in Italia è diventata un’impresa
più facile a dirsi che a farsi. Tra annunci,
contratti e clausole, è davvero un percorso ad
ostacoli.
Il primo dilemma è: mi affido ad un’agenzia o
faccio da me? In tempi di crisi, pur di risparmiare
qualche euro si opta soprattutto per la seconda
formula che però alla fine si rileva tutt’altro
che semplice. Bisogna innanzitutto destreggiarsi
tra annunci online, cartelloni affissi per strada
o passaparola di amici per cogliere la situazione
che si sta cercando. Una singola stanza, un appartamento o un’intera villa? Ce n’è per tutti.
Cavarsela quindi da soli, ma a quale costo? Di
tempo e pazienza sicuramente, perché non tutti
C
spondere sugli affitti percepiti”.
Dal canto loro gli affittuari “devono essere ben informati e consapevoli dei loro diritti e degli strumenti
che hanno a disposizione per tutelarsi. Chi prende
in affitto una casa non deve cedere ad eventuali richieste dei proprietari di porre in essere rapporti
non regolari, anche perché in tali casi – spiega
l’avv. Origlia – se si arriva davanti al giudice è
difficile dimostrare di avere dei diritti”. La regolarità
insomma conviene a tutti. Sia ai proprietari, che in
tal modo risultano avvantaggiati fiscalmente e
garantiti in caso di morosità e ostacoli nel rapporto
con il conduttore, sia agli affittuari, che rispettando
le regole sono tutelati da eventuali abusi. C.D.G.
vede i proprietari di prime case
rinviare il pagamento a settembre e la maggior parte dei contribuenti con più immobili (evasori e ministri furbetti a parte)
mettere mano ai portafogli per
pagare la prima rata dell’imposta, scaduta il 17 giugno e di
importo notevolmente maggiore
di quello dello scorso anno. E
c’è chi propone, dall’alto degli
scranni governativi, di destinare
le seconde case degli italiani ai
rom. Chissà se loro saranno ligi
quanto noi nel pagare le tasse.
Affitti
La crisi economica, come si è
visto, ha influito su più di un
ambito della vita degli italiani.
Rimanendo in tema “immobili”,
un aspetto a rischio è quello
degli affitti, da considerare sia
dal punto di vista dei proprietari
(imposte, registrazioni, adempimenti e quant’altro) sia da
quello degli affittuari, che più la
situazione diventa economicamente difficile, più sono a rischio
di morosità, con tutto ciò che
questa condizione comporta.
La soluzione, come sempre, sta
nel mezzo. Ovvero regolarità
(che garantisce tranquillità ad
entrambe le parti). Anche perché negli ultimi tempi, a fronte
della ridotta disponibilità economica delle famiglie e della
maggiore rigidità delle banche,
i mutui sono sempre meno e le
richieste di affitto sono in crescita.
Legalmente e formalmente par-
coloro che si aggirano per il mercato immobiliare
sono propriamente ligi al dovere e alla legalità.
Quindi, una volta centrata l’occasione o la
dimora che più si avvicina alle esigenze personali,
ha inizio la trattativa. Innanzitutto lottare per
avere un contratto di locazione, documento
che spesso manca soprattutto quando ci si
muove nelle grandi città. Una vera e propria
garanzia, essenziale se si fa riferimento anche
agli studenti che scelgono per necessità la condivisione di appartamenti.
Cercare e trovare casa è tutt’altro che un gioco
da ragazzi. Anzi, vanno affilate le armi e aguzzato
l’ingegno per ottenere il massimo dei risultati
con il minimo di compromessi.
F.Ce.
5
Giovedì 27 giugno 2013
Focus
Il Sindaco lancia l’idea: “Farò in modo che la metropoli si avvicini all’Italia per costruire il suo futuro”
Alla Francia non interessa?
Allora riprendiamoci Nizza
La storia della Costa Azzurra è da sempre intrecciata a quella del Belpaese e se la madrepatria la rifiuta (negandole
l’alta velocità che la colleghi a Marsiglia) un treno potrebbe ridurre le distanze fra la regione d’oltralpe e la Liguria
di Micol Paglia
ddio alla grandeur.
Addio alla Francia
unita, vanitosa e presuntuosa. Anche i vicini d’oltralpe cominciano ad avere non poche grane
con movimenti indipendentisti.
Non solo la Corsica che, da
tempo vorrebbe rendersi autonoma. Adesso anche Nizza
si ribella alla madrepatria, con
la puzza sotto al naso. Capita
infatti che, da Parigi, comunichino sdegnosamente al sindaco (il cui nome ha un sapore
tutto italiano) Christian Estrosi
che, nella sua bella città, centro
nevralgico della Costa Azzurra,
la Tgv (Train à Grande Vitesse,
la tav francese) non passa e
non passerà per i prossimi anni.
Così, tagliata fuori da tutto, Nizza
pensa di tornare agli antichi
splendori, consolidando i suoi
rapporti con l’Italia. Almeno
questa è la speranza del primo
cittadino.
Il gran rifiuto Il sindaco Estrosi
ha più volte richiesto a “Mobilité
21” (la commissione governativa
che decide sui trasporti) che
venissero potenziate le linee
ferroviarie della regione. Niente
da fare. L’alta velocità MarsigliaNizza non è conveniente per i
francesi. Mossa assai poco furba
da parte dei cugini d’oltralpe.
Già, perché il capoluogo della
Costa Azzurra, è anche la seconda città più visitata dal Paese.
Potenziare la linea ferroviaria
sarebbe stato un modo per avvicinare la Capitale all’altro principale centro turistico francese.
L’idea Profondamente scontento
del disinteresse dimostrato dal
Governo per la sua richiesta,
Estrosi ha deciso di lanciare
una proposta quanto mai inno-
A
vativa e molto interessante. La
Francia non ci vuole? Allora noi
ci “alleiamo” ai nostri vicini.
“Farò in modo che la metropoli
Nice-Cote d’Azur si avvicini all’Italia per costruire il suo futuro”.
Come? Semplicissimo. Sempre
potenziando il trasporto su rotaie.
Basterà dare attuazione ad un
accordo firmato nel 2012 che
prevede la costruzione di un
treno –a media velocità- che
colleghi la linea Genova-Ventimiglia a Nizza. Il progetto dovrebbe essere realizzato entro
il 2018, massimo per il 2020.
L’obiettivo è quello di costituire
una linea ferroviaria con treni
che viaggiano a circa 200 km
orari. In pratica, in un paio d’ore,
comodamente seduti nel proprio vagone, si potrà raggiungere quella che un tempo era
terra italiana e di cui, oggi, i
francesi sembrano ignorare le
potenzialità. Nizza infatti, è davvero a due passi dal nostro confine. Incastonata a metà strada
fra Genova e Marsiglia, la sua
posizione le regala un clima
senza paragoni grazie al suo
essere protetta alle spalle delle
Alpi, pur affacciandosi sul mare.
La storia L’ipotesi di una “annessione” di Nizza all’Italia aprirebbe scenari “bellici” poco
auspicabili. Ma la ripresa di rapporti economici, e non solo, con
Nella foto, Giuseppe Garibaldi, nativo di Nizza - A sinistra la locandina de “Il corsaro nero”
quella che per secoli è stata
una provincia del Belpaese è
tutt’altro che campata per aria.
Ma questa regione, com’è diventata francese? Tutto parte
dagli accordi di Plombières (del
luglio del 1858), quando l’allora
primo ministro del Regno di
Sardegna, Camillo Benso Conte
di Cavour promise all'imperatore
francese Napoleone III la ces-
sione della Savoia, terra d’origine del casato Sabaudo, in
cambio del suo appoggio alla
politica di unificazione italiana,
condotta ai danni dell’Impero
Austro-Ungarico. La proposta
venne poi ufficializzata con il
trattato di alleanza sardo-francese. Grazie a questo patto,
quale ulteriore compenso per i
francesi, alla Savoia si aggiunse
anche la regione della Cote
d’Azur.
Da Garibaldi al Corsaro Nero
Profuma d’Italia, Nizza. Si respira
la storia del nostro Paese in Costa Azzurra. Pochi infatti sanno
che è stata questa terra a dare i
natali ad uno dei Padri del Risorgimento. Giuseppe Garibaldi
è infatti nato proprio in quella
che oggi si chiama Piazza Sprovieri, al centro di Nizza. Non
solo, l’eroe dei due mondi ha
trascorso nella città, all’epoca
ancora italiana ma già sotto la
sovranità francese, tutta la sua
giovinezza.
Non solo. Emilio Salgari, il grande scrittore e creatore di Sandokan, ha scelto di ambientare
in questa regione un altro suo
successo letterario. Il Corsaro
Nero è il protagonista dei primi
due romanzi del ciclo I corsari
delle Antille. Il “nero” è Emilio
di Roccabruna, o Roccanera, si-
gnore di Ventimiglia e di Valpenta. Suo fratello maggiore
viene ucciso a tradimento da
un nobile fiammingo, il duca
Wan Guld. Così Emilio, insieme
ai suoi fratelli minori, il Corsaro
Rosso e il Corsaro Verde, s'imbarca alla volta dell’isola caraibica di Tortuga per diventare
filibustiere e vendicare quindi
il fratello. La terra dei Roccabruna è la stessa in cui è nato
Garibaldi, una regione che –
forse- non si è mai sentita francese fino in fondo.
Si può quindi dire, in un certo
senso, che la storia di Nizza
(così come della regione della
Savoia) sia imprescindibilmente
collegata a quella d’Italia. A dividere la nostra terra dalla Costa
Azzurra, tutto sommato, non ci
sono che le Alpi. Il Festival di
Cannes e quello di Sanremo,
si può dire che si tendano la
mano da bravi vicini. Non c’è
motivo per non appoggiare
la scelta fatta dal sindaco
Estrosi. E allora, seppelliamo
l’ascia di guerra, dopotutto
dagli accordi di Plombières
sono passati più di 150 anni.
È arrivato il momento di sancire nuove alleanze. E per rendere tutto possibile, sembra
che basti un treno. Nemmeno
ad alta velocità.
6
Giovedì 27 giugno 2013
Esteri
I giudici hanno definito incostituzionale il Defense of Marriage Act, varato da Clinton nel 1996
Elezioni legislative a Villeneuve-sur-Lot
Stati Uniti, la Corte Suprema
approva il “matrimonio per tutti”
Francia, il Front National
conquista il 47% dei voti
Una vittoria storica per gli omosessuali americani. Ora, la battaglia si sposta in California
per abolire il “Proposition 8”, che vieta le nozze gay. Obama esulta, mentre i vescovi protestano
America è ormai diventata la
nazione della
“rivoluzione progressista”. Ieri,
con una sentenza storica, la
Corte Suprema ha bocciato la
legge Defense of Marriage
Act, approvata nel 1996 e sottoscritta dal democratico Bill
Clinton. In pratica, la normativa
prevedeva che il matrimonio
fosse esclusivamente tra un
uomo e una donna. Ma la sentenza della Corte Suprema,
presa sul filo del rasoio (cinque
a favore e quattro contro) ha
ribaltato la situazione. Quindi,
i giudici riconoscono gli stessi
benefici sia per le coppie eterosessuali che dello stesso sesso. Gli omosessuali d’America
devono questa loro vittoria al
giudice Anthony Kennedy,
schieratosi a sorpresa con i
colleghi scelti dai democratici.
Tra le agevolazioni in questione
rientrano quelle di tipo pensionistico, sanitario e tributario.
Secondo i giudici, il Doma ledeva il diritto delle coppie
omosessuali nei loro benefici
federali, riconosciuti dal matrimonio. Il presidente Usa, Barack Obama, si dimostra estremamente soddisfatto. “La sentenza di oggi della Corte Suprema sulle nozze gay è uno
storico passo in avanti verso
l’uguaglianza” ha commentato
l’inquilino della Casa Bianca.
Il Capo di Stato ha espresso la
sua gioia per la decisione via
Twitter. “LoveIsLove” (l’amore
L’
è amore) twitta il Presidente,
firmando il tutto con l’hastag
#marriagEquality (uguaglianza
tra i matrimoni). Uno slogan
usato da tempo dai sostenitori
di questa ideologia. E con lui
esultano anche i militanti del
movimento Lesbo Gay Bisex
Trans, radunati fuori dall’edificio
dove era in corso la decisione.
Appena saputa la notizia, gli
attivisti arcobaleno sono esplosi
in espressioni di giubilo. Per
loro rimarrà una giornata storica. In realtà, nonostante i toni
euforici di alcuni, fuori dalla
Corte Suprema si erano radunate solo alcune decine di sostenitori. Insieme ai giornalisti
presenti, la folla sarà arrivata
forse a un paio di centinaia di
persone.
A quanto pare, tutto è scaturito
da un precedente legale: il
Caso Us vs Windsord. In pratica, le lesbiche Edith Windsord
e Thea Spyer erano riuscite a
sposarsi, dopo 40 anni di relazione, in Ontario, Canada, dal
giudice omosessuale Harvey
Brownstone. Ma la Spyer è
morta solo due anni dopo, nel
2009. Visto che l’unione non
era ancora stata ufficialmente
riconosciuta dagli Stati Uniti
d’America, lo Stato impose una
tassa sull’eredità che la Windsord aveva ricevuto dalla defunta compagna. La somma richiesta ammontava a 363mila
dollari. Se fosse stata sposata
con un uomo, l’imposta non
sarebbe mai stata pagata. E
questo è diventato il casus belli
per le associazioni gay, democratici e progressisti.
Ora, il prossimo passo punta
all’abolizione della “Proposition
8”. Si tratta della disposizione
che vieta i matrimoni omosessuali nello Stato della California.
Il bando delle nozze gay è
stato approvato tramite referendum nel 2008. Ma la volontà
popolare, nella liberale America, sembra non essere sufficiente. Si ritiene, dunque, che
a giudicare sul mantenimento
o meno della Proposition 8
debba essere un tribunale locale. O almeno è questa l’opinione del presidente della Cor-
te Suprema, John Roberts, chiamato insieme ai suoi colleghi
a giudicare anche su questa
vicenda, nello stesso giorno
dell’abolizione del Doma. Roberts si è espresso attraverso
un’altra sentenza su cosa dovrebbe fare lo Stato della California. Ovviamente, vista la
decisione di ieri, pochi provano
stupore nel sapere che la Corte
Suprema consiglia l’abolizione
della Proposition 8, così da
dare il via libera definitivo alle
nozze gay. Per fortuna, questa
volta i giudici rimettono la decisione nelle mani dei singoli
Stati federali, che hanno il diritto
e il dovere di legiferare secondo una volontà autonoma.
In pratica, ha evitato di sostituirsi alla California in una decisione così delicata. Intanto, i
vescovi Usa si esprimono all’unisono nel condannare la
scelta: “La Corte Suprema ha
sbagliato”. Secondo l'arcivescovo di New York Timothy Dolan e l'arcivescovo di San Francisco Cordileone, “il governo
federale dovrebbe rispettare
la verità che il matrimonio è
l'unione di un uomo e di una
donna anche quando gli Stati
non lo fanno”. Secondo i religiosi americani, “il bene di
tutti, soprattutto dei nostri figli,
dipende da una società che si
sforza di rispettare la verità
del matrimonio. Ora è arrivato
il momento di raddoppiare gli
sforzi per rendere testimonianza a questa verità”.
Federico Campoli
rmai François Hollande
non ha più presa. Tutto
il suo charme di inizio
mandato, che ha avuto luogo
solo un anno fa (15 maggio
2012), sembra che si sia già
esaurito del tutto. Neanche
le tanto volute nozze gay
hanno risollevato il morale
dei socialisti. Anzi, hanno
provocato l’effetto contrario,
suscitando un’ondata di proteste senza precedenti, comparabili soltanto al maggio
del ’68. Nemmeno la prova
di forza muscolare attuata
tramite la repressione della
Manif Pour Tous è riuscita a
sortire gli effetti sperati. E lo
schiaffo elettorale non è tardato ad arrivare. Le elezioni
legislative di Villeneuve sur
Lot ne sono state un chiaro
segnale. La città è da sempre
considerata una roccaforte
dei socialisti. Eppure, questa
volta non sono arrivati nemmeno al secondo turno. Il
ballottaggio è stato disputato
tra il candidato dell’Ump, il
O
partito di centrodestra gaullista moderato fortemente in
crisi da qualche mese, e da
quello del Front National,
l’estrema destra di Marine
Le Pen. I risultati sono stati
strabilianti. Il Fn ha perso,
ma in pochi si aspettavano
che vincesse. L’Ump ha vinto
con il 53%. Ma neanche questo stupisce. Ciò che lascia
di stucco sono le percentuali
ottenute dalla Le Pen: 47%.
Un dato strabiliante. La grande stampa nazionale non ha
perso tempo a dichiarare la
“sonora sconfitta” di Marine.
Ma lei non si scompone e,
anzi, replica di essere assolutamente soddisfatta del risultato, ricordando come alle
ultime elezioni, il Front National avesse preso il 15%,
non arrivando al secondo
turno. Insomma, altro che
sconfitta. Qui gli unici ad esserne usciti veramente male
sono i socialisti sotto la guida
di Hollande.
F.Ca.
Il modello di civiltà, con il vizio dell’eugenetica
La ‘talpa’ del Datagate resta nello scalo di Mosca, tempi lunghi per la richiesta di asilo politico in Ecuador
Svezia: i trans sterilizzati adesso
pretendono risarcimento e scuse
Snowden, ancora al sicuro in aeroporto
a civilissima Svezia, fino
un anno fa, sterilizzava
forzatamente i transessuali. Sembra fantascienza,
storie da Terzo mondo, ma
è la realtà. Chi voleva cambiare sesso, ed essere successivamente riconosciuto
come cittadino, doveva sottoporsi alla sterilizzazione,
in maniera tale da poter dichiarare di non essere in
grado di riprodursi. Una pratica che va avanti da 40 anni
(dal 1972 al 2012). Ed ora,
come riporta il sito
‘Quer.de’, partono denunce
e richieste di risarcimento.
Sono, in tutto, 142 le persone
coinvolte. Chiedono un indennizzo di 300mila corone
a testa (34mila euro circa),
per un totale di 4.8 milioni
di euro. Ma il denaro non
basta: le vittime chiedono
che il governo si scusi ufficialmente per quanto successo, nonostante paia molto
difficile che possa accadere.
Come dichiarato due settimane fa dall’attuale primo
ministro conservatore, Fre-
L
drik Reinfeldt: "il governo
non può porgere le proprie
scuse ogni volta che gli viene chiesto." Inoltre, fosse
stato per lui, difficilmente la
sterilizzazione forzata sarebbe stata abolita. Soltanto grazie a un tribunale di Stoccolma, lo scorso dicembre,
venne stabilito che la legge
che imponeva la pratica andava contro i diritti garantiti
dalla costituzione svedese
e contro la convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Appena poche settimane
dopo la sentenza, l'esecutivo
della nazione abolì la legge.
C’è da ricordare che, sebbene negli ultimi anni sia
stata effettuata soltanto ai
danni dei transessuali, fino
al 1976, in Svezia, la sterilizzazione veniva compiuta su
tutti coloro che avessero presentato difetti genetici, i criminali e le ragazze che, secondo le autorità, avessero
avuto comportamenti non
idonei a quelli da madre.
C.P.
“Russia e Usa non hanno un accordo sulla reciproca estradizione dei sospetti”. Così Vladimir Putin
risponde alle pressioni degli Usa che chiedono l’estradizione del 29enne ricercato per spionaggio
L'ex contractor americano Edward Snowden
è "ancora nella zona transito dell'aeroporto
internazionale Sheremetyevo di Mosca", ma
"prima se ne va e meglio è", ha detto il
presidente russo Vladimir Putin a margine
della sua visita in Finlandia. Un ospite ‘indesiderato’, “una completa sorpresa” per la Russia
che non sapeva quale ‘patata bollente’ le
sarebbe arrivata tra le mani. Putin ha, infatti,
sottolineato esplicitamente che: "Prima (Snowden) sceglierà la sua destinazione tanto meglio
sarà, per la Russia e per lui stesso". In ogni
caso "i servizi segreti russi non hanno lavorato
e non stanno lavorando con Snowden".
Il presidente russo ha commentato, riguardo
il rapporto con gli Stati Uniti, replicando al segretario di Stato Kerry che aveva invitato la
Russia a mantenere "la calma” e a "consegnare"
l'uomo: "Spero che il caso Snowden non abbia
conseguenze sulle relazioni tra Russia e Stati
Uniti" anche se in ogni caso "Russia e Usa non
hanno un accordo sulla reciproca estradizione
dei sospetti".
La ‘talpa’ del Datagate resti lì, nell’aeroporto di
Mosca, ospite indesiderato, ricercato internazionale e con il passaporto americano annullato.
E gli Usa non digeriscono di buon grado gli
spostamenti di Snowden. Washington ha criticato Pechino con una insolita veemenza, il
portavoce della presidenza e degli Esteri, Jay
“
Carney e Patrick Ventrell, hanno accusato Pechino di aver "deliberatamente scelto di liberare
un fuggitivo nonostante un mandato d'arresto"
spiccato nella forma dovuta e nonostante il
passaporto scaduto di Snowden, ex-consulente
dei servizi di intelligence americani accusato
di spionaggio. Quindici giorni dopo un vertice
in California tra i presidenti Barack Obama e Xi
Jinping, che avrebbe dovuto rilanciare le
relazioni e la cooperazione tra le due prime
potenze mondiali, la Casa Bianca ha deplorato
di "non poter contare su di loro (i cinesi, ndr.)
per quel che riguarda il rispetto dei loro obblighi
giuridici in termine di estradizione". Il segretario
di stato John Kerry si era anche detto "profondamente deluso" per il fatto che Edward Snowden abbia potuto viaggiare indisturbato da
Hong Kong a Mosca. Snowden ha lasciato la
"Regione amministrativa speciale" cinese di
Hong Kong domenica per la capitale russa.
Ha chiesto asilo politico all'Ecuador anche se
potrebbero servire diversi mesi per prendere
una decisione.
I file criptati. La Primula Rossa Edward Snowden, la talpa dell’Nsagate in fuga dagli 007
Usa, si è premurato di consegnare a persone
fidate copie in file criptati dei documenti segreti
in suo possesso, che ancora non ha rivelato.
Una sorta di assicurazione sulla vita nell’eventualità che qualcuno gli chiudesse la bocca
catturandolo. Lo ha raccontato al Daily Beast,
il giornalista del Guardian, Glenn Greenwald
cui Snowden ha rivelato per primo la portata
dei sistemi di sorveglianza della National
Security Agency. Snowden, “ha preso misure
di precauzione estreme per essere sicuro che
diverse persone nel mondo avessero questi
file per essere certo che le storie sarebbero
state comunque alla fine pubblicate”, ha detto
Greenwald, aggiungendo che quanti hanno
questo materiale non possono al momento
accedervi perche i “dati sono criptati e non
hanno la password” di accesso. Ma, ha spiegato
il reporter, “Snowden mi ha detto che se qualcosa gli dovesse accadergli ha preparato un
sistema per fornire le chiavi d’accesso”, ai
suoi ‘fidatissimi’.
Carola Parisi
Giovedì 27 giugno 2013
Campidoglio
7
Italia DA ROMA E DAL LAZIO
Marino vara la Giunta… Bettini
Fumata bianca
Arruolando Daniela Morgante come assessore al Bilancio,
il neo sindaco ha finalmente sciolto il nodo del suo esecutivo,
equilibrando sia il peso di tecnici e politici che di uomini e donne
A
L’ala forte del Pd di Roma cannibalizza le altre correnti. A Luigi Nieri (Sel) la poltrona di vice. Ma gli scontenti già “mormorano”
di Ugo Cataluddi
lla fine Marino riuscì
ad ultimare la sua
giunta. E c’è riuscito
con un colpo dell’ultimo minuto, la nomina
di Daniela Morgante, magistrato
della Corte dei Conti, a riempire
la casella dell’assessore al Bilancio, rimasta vacante fino al
pomeriggio di ieri dopo il rifiuto
(ennesimo) di Tommaso Antonucci. I restanti 11 erano stati
tutti assegnati e una volta aggirato quest’ultimo ostacolo, si potrà finalmente iniziare a lavorare
sui problemi reali della città
eterna e delle sue emergenze.
Partendo magari proprio da
quel bilancio che nell’anno corrente, attende ancora di essere
approvato.
Squadra di governo ultimata
quindi e, come è ovvio che sia
in un partito caratterizzato da
infinite correnti, non mancano
gli scontenti, i delusi e, di converso, i premiati. Ma partiamo
dalle rappresentanze: il braccio
di ferro tra il neo sindaco e la
sua coalizione che chiedeva un
numero di assessori che superasse la metà dei totali più la
presidenza dell’aula, si è risolto
senza vincitori ma con compromessi che accontentano, chi più
chi meno, tutti. Suddivise equamente quindi le poltrone tra
“tecnici” e “politici”. Di quest’ultima categoria fanno parte
Daniele Ozzimo che si occuperà di Emergenza abitativa e
Decoro, Paolo Masini di Lavori
pubblici e Periferie, Estella Marino di Ambiente e ai Rifiuti,
più Marta Leonori che andrà
alle Attività produttive e Commercio e che dovrebbe lasciare
il suo posto alla Camera a Marco
Di Stefano, ma non è escluso
che per volere dello stesso Letta,
possa ricoprire il doppio inca-
Se l’uomo “scomodo” finisce
immediatamente sotto scacco
rico. Confermato infine Luigi
Nieri di Sel, per il posto da Vicesindaco, dopo il rifiuto della
Renziana Lorenza Bonaccorsi.
Sette quindi i tecnici: Flavia Barca,
sorella dell'ex ministro, alla Cultura; Alessandra Cattoi alla Scuola; Rita Cutini, alle Politiche sociali;
Giovanni Caudo all’Urbanistica;
Guido Improta ai Trasporti; Luca
Pancalli allo Sport e stili di vita;
e infine la Morgante al Bilancio.
Tramontata definitivamente, l’ipotesi “larghe intese” con i grillini,
grazie all’altolà dell’ex comico.
Grillo ha infatti posto il veto ad
un assessore indicato dai 5 Stelle,
nonostante gli attivisti si fossero
espressi con voto favorevole,
tramite referendum on line, alla
proposta di Ignazio Marino.
E veniamo quindi ai delusi. Chiaramente premiata tutta l’area
zingarettiana (quindi bettiniana)
del Pd capitolino, con la sola
eccezione del dalemiano Ozzimo. A bocca asciutta quindi i
vari Marroni, Panecaldo, Mirko
Coratti, (al quale potrebbe comunque spettare la presidenza
del Consiglio), la franceschiniana, in tutti i sensi, Michela Di
Biase, la vendoliana Gemma
Azuni e la renziana Patrizia
SPIGOLATURE
Ai trasporti Improta: era il più ricco
di immobili del governo Monti
D
a vice di Passera ad assessore capitolino. Con la qualifica di “tecnico”, per giunta.
Si chiama Guido Improta, ed è
uno degli uomini voluti da Ignazio
Marino nella sua squadra. Nel
Governo Monti, lui era sottosegretario alle Infrastrutture. Agli
annali ci è finito però come il più
“ricco” dell’esecutivo bocconiano,
in virtù di un patrimonio immobiliare che qualcuno ha definito
“da Paperon de’ Paperoni”: ben
96 immobili e 61 terreni. Quando
uscirono quelle cifre Improta volle
però correggere il tiro: “Gli immobili sono 95”, puntualizzò. Con
ciò non passando certo meno
osservato… “Le abitazioni però
sono in totale 41, di cui solo 16
appartamenti di mia piena proprietà”, spiegò inoltre. Il fatto è
lambicchi, equilibrismi e manuale Cencelli.
Niente male gli strumenti che il “sindaco
scomodo” ha utilizzato per sublimare, con
rituale alchemico, la sua giunta. Certo, le
quote rosa sono state rispettate. Certo, i
“tecnici” ci sono (da dove vengano, e chi li
abbia mandati, si scoprirà magari più avanti).
Ma di qui a dire che Ignazio Marino abbia
già stupito i romani con effetti speciali ce
ne vuole.
Il fatto vero, quello politico (giacché la
politica ancora conta, eccome…), è che il
Pd ha mercanteggiato abbastanza bene; e
che il sindaco ha dovuto recedere da un
paio di “inamovibili principi” sbandierati in
campagna elettorale (uno su tutti: la vice-
A
che, ha aggiunto, si tratta di quote
di eredità del padre e del nonno:
entrambi erano costruttori. Particolare “peloso” (il diavolo, come
si sa, è nei dettagli), a sua scusante Improta ha anche chiarito
che “mio padre costruì delle palazzine e si tenne le terrazze condominiali, lasciandosi la possibilità, un giorno, di costruire altri
piani. Ciò non è avvenuto e io,
per questo, risulto proprietario
di cinque inutili terrazze”, sembrando quindi quasi scontento
di non essersi potuto avvalere di
condoni. Per la cronaca: Improta
è il nuovo assessore ai Trasporti.
Chissà come mai non è stato nominato alla Casa… Anche perché
ora c’è il rischio che da lenti i
trasporti pubblici di Roma diventino… immobili.
R.V.
Prestipino che si è lasciata andare ad un amaro sfogo tra le
colonne del Messaggero: “Si
vede che merito, competenza
e coerenza non pagano”.
sindachessa). D’altronde, facendo le sue
mosse per creare la giunta, Marino era incappato in un paio di scacchi: cioè i gran rifiuti. La Madia, tanto per dire, la Bonaccorsi,
ma anche Innocenti, per finire col peggiore,
quello di Beppe Grillo, che gli ha causato
pure l’ennesimo incidente diplomatico col
partito. Qualcosa che, paradossalmente, il
Pd ha probabilmente messo sul piatto della
bilancia al momento di far quadrare il cerchio,
riuscendo a farsi pesare bene, soprattutto
se tale concetto viene visto con l’occhio
della corrente bettiniana.
Insomma, il nuovo sindaco sarà anche scomodo: ma le sue poltrone sono comodissime.
Robert Vignola
Giovedì 27 giugno 2013
Via da Roma
8
Italia DA ROMA E DAL LAZIO
L’industria ricettiva resta uno dei pochi baluardi risparmiati
dalla crisi, ma la criminalità e il malcostume bersagliano
con feroce determinazione i visitatori stranieri
Borseggi in diretta: che bella cartolina…
L’assedio al turismo
S
Due minorenni provenienti dal campo rom di Tor San Lorenzo immortalate
mentre derubano un ucraino. Fermate, ma rilasciate subito dopo
arà che con gli italiani
ormai c’è ben poco
da raschiare, ma l’intensificarsi di furti, imbrogli, raggiri e reati
vari ai danni di turisti è in perfetta escalation. E non è un
bene per gli indigeni, visto
che in Italia forse l’unica industria che ha tenuto botta di
questi tempi è quella della ricettività. Ma invece di dare un
seguito alla millenaria tradizione di ospitalità che ha dato
tanta fama all’Italia, stiamo letteralmente distruggendo, anche peraltro con una costante
collaborazione allogena, il turismo attraverso un continuo
ed indegno assalto alla diligenza.
Le cronache ci dicono così
che una borseggiatrice di 17
anni e una complice 11enne,
provenienti dall’insediamento
di Tor San Lorenzo, sono state
prese ieri in via dei Fori Imperiali. La nota diffusa dal comando provinciale dei Cara-
binieri ne dipinge in maniera
precisa il modus operandi,
partendo dal luogo del delitto,
“dove frotte di turisti si spostano da una parte all’altra
della strada ammaliati dall’estesa area archeologica a
cui il Colosseo fa da cornice.
Avvistata la preda designata,
si avvicinano silenziose e guardinghe: una controlla tutto intorno, l’altra allunga le mani
nel borsello di un turista ucraino sfilandogli il portafogli. Missione compiuta, la prima di
una lunga giornata di “lavoro”.
Non potevano certo sapere
che le loro “gesta” erano state
“catturate” dall’obbiettivo di
un cittadino mescolato tra la
folla di vacanzieri”. Infatti un
turista, accortosi del fare sospetto delle due, ne ha seguito
e immortalato le gesta con la
sua fotocamera, andando poi
ad avvisare il 112. Quando le
due borseggiatrici stavano
per entrare nuovamente in
azione, i Carabinieri del Nu-
cleo Radiomobile di Roma le
sono piombati addosso. Durante la perquisizione, le nomadi sono state trovate in possesso, oltre che della refurtiva
dell’ultimo colpo , 2.000 euro
in contanti, 500 dollari Usa e
5.600 Grivna Ucraini, interamente recuperata e restituita
al turista ucraino, di altri 400
euro e 900 dollari Usa provento di furti ai danni di persone tuttora in corso di identificazione. Per la 17enne, in
stato di gravidanza, è scattata
la denuncia a piede libero
con l’accusa di furto con destrezza continuato in concorso.
La sua “collega” 11enne, per
Legge non imputabile, è stata
affidata ai genitori.
Gustavo Lidis
Fiumicino: chiude i clienti in macchina,
denunciato un 22 enne conducente Ncc
are una pessima immagine di Roma ai
turisti. C’è chi ci riesce benissimo. Sono in
molti che, negli aeroporti e davanti alle stazioni,
offrono ai turisti sprovveduti un tragitto in
taxi a tariffe ‘scontate’ rispetto alle auto bianche.
È successo qualche sera fa, quando una pattuglia della Polaria di passaggio davanti al
parcheggio brevi soste, si è imbattuta in una
scena surreale. All’interno del veicolo, un van,
due turisti si agitavano cercando di aprile lo
sportello del mezzo. Mentre un agente cercava
di rassicurare l'uomo e la donna, l'altro cercava
il proprietario del mezzo che aveva la targhetta
identificativa di Ncc (Noleggio con conducente).
Un romano di 22 anni, con regolare licenza,
D
preferiva ‘organizzare’ dei viaggi cumulativi,
per risparmiare tempo e guadagnare più denaro.
Ma ad una coppia di turisti svedesi, appena
sbarcati, questa pratica non andava bene. E
invece di scendere, il conducente li ha chiusi
in auto. Dal racconto fornito, l’uomo fermato
dalla polizia e denunciato per sequestro di
persona, si sarebbe offerto di accompagnarli
a Roma al prezzo di 50 euro. Non è la prima
volta che accade. Una vicenda simile si era
verificata poco dopo nello stesso parcheggio.
Un napoletano di 38 anni stava offrendo alla
stessa tariffa di 50 euro, una corsa su un’auto,
oltretutto, che esponeva un’assicurazione falsa.
Carola Parisi
Eurosky Tower.
Entrare in casa e uscire dal solito.
Il patrimonio di Albertone
È
Sordi: spuntano nuove regalie
un caso che ai romani sta particolarmente a cuore. Anche
perché riguarda la memoria,
oltre che l’eredità, di uno dei figli
dell’Urbe che è stato capace di esprimere al meglio, nell’arte e anche
nella vita, la moderna romanità. Si
sta parlando di Alberto Sordi, e in
particolare dei beni della sorella Aurelia, oggi 95enne. Come noto, c’è
un’inchiesta su come i beni della famiglia Sordi siano stati dilapidati,
attraverso una serie di donazioni
che all’anziana donna sono state
(questa è la tesi dell’accusa) proposte
e ottenute a numerosi suoi domestici
e collaboratori. Presunti raggiri che
stanno raggiungendo quote milionarie. Le ultime che arrivano dalla
Procura parlano dell’imminente avvio
di un nuovo filone d’inchiesta su
otto dipendenti della sorella di Albertone. I fatti oggetto d’indagine
risalgono al 2012 quando, secondo
quanto asseriscono i periti del gip,
la capacità di intendere e volere della
signorina Sordi era ormai compromessa da tempo, minata dalla demenza degenerativa già oggetto di
una precisa diagnosi. E, sempre secondo le tesi dell’accusa, un raggiro
sarebbe stato ordito probabilmente
dall’autista, il peruviano Arturo Artadi.
Le donazioni valsero a lui quattrocentomila euro, ma 150mila euro a
testa finirono alle due cameriere di
Aurelia, 200mila cadauno ad altri
due collaboratori e 400mila pro
capite a quattro dipendenti, che
avrebbero fatto leva sull’anzianità di
servizio. E le indagini continuano.
V.B.
Torrevecchia
U
Poliziotto contro abusivi:
rischia il linciaggio
n poliziotto che fa il proprio dovere e rischia di essere linciato.
Accade nella zona di Torrevecchia dove poco dopo la mezzanotte
dell’altro ieri una pattuglia della Polizia notando tre persone che
stavano facendo delle affissioni abusive, aveva deciso di procedere
con il fermo per poterli identificare. Appena accortisi della presenza
dei poliziotti i malviventi si sono dati alla fuga, e quindi i due agenti,
uno a piedi e l'altro a bordo della volante hanno iniziato l’inseguimento.
Brutto affare però per quello rimasto a piedi, che è stato improvvisamente
accerchiato da 5 persone, una in particolare che gli hanno sbarrato la
strada intimandogli di non proseguire l'inseguimento, e inveendo
contro di lui. Ma l’agente, nell’effettuare l’identificazione è stato
circondato da un’altra ventina di persone che hanno iniziato a spintonarlo
per favorire anche la fuga dell'uomo fermato. Solo il sopraggiungere
dell'altro poliziotto e di alcuni passanti ha scongiurato il peggio. Tutte
le persone coinvolte nell’agguato sono state arrestate con l'accusa di
resistenza e lesioni a pubblico ufficiale in concorso tra loro. Si tratta di
F.Q.E., 28enne di origini peruviane, P.A., 22enne romano, C.C., anch'egli
F.Ce.
romano di 19 anni, e A.M., 30enne romano.
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9
Giovedì 27 giugno 2013
L’operazione dei finanzieri nel Cosentino
Frode da 500 milioni:
cinque in manette
vrebbero organizzato
una maxi truffa da 500
milioni di euro attraverso
un giro di false fatture e la
creazione artificiosa di crediti
d’imposta in realtà inesistenti.
Il tutto attraverso un associazione, che aveva la sua base
operativa tra Corigliano e Rossano Calabro (nel Cosentino)
ma che era capace di allungare i suoi tentacoli fino all’estero, nel Regno Unito e in
Bulgaria. Per questo sono finite
in manette ieri mattina cinque
persone con l’accusa di far
parte di un’associazione a delinquere. Gli indagati, a vario
titolo, dovranno inoltre rispondere delle accuse di evasione
fiscale e distruzione di documenti contabili. Altre otto persone risultano denunciate e
sono state colpite da obblighi
di dimora e di firma. Tra
quest’ultimi l’ex direttore della
filiale di Corigliano Calabro
di una banca di caratura nazionale, Fabio Vena. Agli arresti
domiciliari sono invece finiti:
Francesco Domenico Ungaro,
di 40 anni; Domenico Paolo
Antonio Pisano, 40 anni; Elena
Zaccaro, di 32; Achiropita Formoso, 46 anni, e Maurizio Pais,
A
di 59 anni. Le indagini sono
state condotte dai finanzieri
del nucleo di polizia tributaria
di Catanzaro che hanno ricostruito ricostruito attività e ramificazioni del gruppo criminale, avvalendosi di intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, video sorveglianza, perquisizioni e sequestri. Gli arresti ed i sequestri (per oltre 13 milioni
di euro) sono stati eseguiti,
oltre che in Calabria, anche a
Livorno, Como, Torino e Napoli. “L’operazione - ha detto
Eugenio Facciolla, procuratore
della Repubblica facente funzioni di Rossano - nasce da
un lavoro investigativo particolarmente complesso fatto
dall'Ufficio di Procura in una
situazione particolarmente
complessa ed è la dimostrazione che se si continua a lavorare in un territorio difficile
come questo, i risultati arrivano. L'indagine è nata da
un'iniziativa dell'Agenzia della
dogane e portata avanti dalla
guardia di finanza che ha scoperto un vorticoso giro di società che movimentavano
somme enormi di denaro”.
Carlotta Bravo
Cremona: il paradosso di Calciopoli
Gervasoni, “pentito” premiato
Il vero “teste della corona” della Procura
lombarda patteggia e se la cava con una pena
irrisoria: 1 anno e 10 mesi (sospesa)
candalo a Cremona. Carlo
Gervasoni, vero “teste della
corona” della Procura lombarda nell’indagine che ha svelato
la corruzione nel mondo del pallone,
patteggia. Fin qui, nulla di strano.
Il problema è che la pena concordata
tra gli avvocati dell’ex calciatore e
il procuratore della Repubblica Roberto Di Martino, con il benestare
del giudice dell’udienza preliminare,
Francesco Sora, è vergognosa: 1
anno e 10 mesi. 670 giorni di condanna per l’uomo che, utilizzando
una sim acquistata a Como dallo
zingaro Hristiyan Ilievski con documenti falsi intestati a tale Valentin
Dimitrov, contattava i giocatori per
le combine: 117 volte Alessandro
Zamperini, 36 Vittorio Micolucci,
20 Cristian Bertani, 17 Alessandro
Pellicori e 7 Paolo Acerbis.
Il principale attore protagonista dell’inchiesta, se la cava così: col minimo danno.
Si parla di malagiustizia, in Italia, e
questo ne è un esempio lampante.
Erano cinque le partite oggetto di
combine. Alterate, pilotate. Corrompeva tutti, Gervasoni, e si è
S
beccato meno di due anni
(con pena sospesa, è bene
sottolinearlo).
La Procura di Cremona ha
premiato Gervasoni, ritenendolo dunque un teste
più che attendibile. Al contrario di quanto sostenuto
solo pochi mesi fa dal Tnas
(Tribunale nazionale di Arbitrato per lo sport): “Gervasoni è un soggetto – metteva
nero su bianco il Tribunale - da
prendere con le molle, un personaggio per il quale non doveva costituire un grave problema di coscienza ‘mettere in mezzo’ un innocente per conseguire un utile
personale”. E ancora: “Perseguitato
dalla giustizia penale e quindi come
tale privo di qualsiasi spessore
morale e non meritevole di credito”.
Di queste rilevanti righe tracciate
dal Tnas, non è rimasto niente. Testimonianza del fatto che la giustizia
penale e quella sportiva non viaggiano di pari passo. Tutt’altro.
Una sentenza discutibile, per usare
un eufemismo. Che desterà polemiche e lascerà strascichi.
Un verdetto per nulla esemplare, e
se queste sono le pene, possiamo
aspettarci altri dieci, cento “calciopoli”. Tanto, il rischio è pari allo
zero.
Un anno e sei mesi, pena sospesa,
anche per l’altro “pentito”, Filippo
Carobbio, principale accusatore di
Antonio Conte.
E la chiamano giustizia.
Federico Colosimo
Italia
Scandalo formazione siciliana:
indagati Genovese e Rinaldi (Pd)
L’ipotesi di reato è di associazione a delinquere finalizzata
al peculato per il conseguimento di erogazioni pubbliche
l caso della formazione
siciliana si fa sempre
più caldo e non certo
per le temperature estive . All’indomani delle elezioni
amministrative che hanno sancito la fine del centrosinistra,
il parlamentare nazionale del
Partito democratico Francantonio Genovese, suo cognato,
il deputato regionale del Pd
Franco Rinaldi, e altre nove
persone, tra loro familiari e
collaboratori, sono i destinatari
di un avviso di garanzia emesso dalla procura di Messina
nell'ambito di un'inchiesta sui
finanziamenti per la formazione professionale regionale.
In particolare sono indagati
per associazione a delinquere
finalizzata al peculato e alla
truffa per il conseguimento
di erogazioni pubbliche in relazione ai corsi per il periodo
che va dal 2007 al 2013. I
resti ipotizzati a vario titolo,
come anticipato dal quotidiano La Gazzetta del Sud, sono
associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla
truffa per il conseguimento
di erogazioni pubbliche. Oltre
a Genovese, che è stato anche
segretario del regionale del
Pd ed ex sindaco di Messina,
e Rinandi sono iscritti nel registro degli indagati le rispettive mogli, le sorelle gemelle
Chiara e Giovanna Schirò. Un
avviso di garanzia è stato
emesso anche per la sorella
I
I politici indagati del Pd Genovese e Rinaldi
di Genovese, Rosalia, e per il
nipote del parlamentare, Marco Lampuri. Tra i destinatari
dei provvedimenti, notificati
dalla guardia di finanza, ci
sono anche Nicola Bartolone,
Graziella Feliciotto, Salvatore
Natoli, Roberto Giunta e Concetta Cannavò. Si tratta di
un’inchiesta coordinata dal
procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, e condotta insieme ai sostituti Camillo Falvo,
Fabrizio Monaco e Antonio
Carchietti. La notizia degli ‘avvisi’ è giunta dopo la richiesta
di una proroga delle indagini
di sei mesi concessa dal gip
Giovanni de Marco. Gli investigatori stanno cercando di
fare chiarezza sui corsi orga-
nizzati da enti professionali
legati ai due parlamentari e
su compravendite o cessioni
di rami d'azienda tra questi
enti. Al momento comunque
non vi è incompatibilità tra la
posizione di indagato di Genovese e il suo mandato di
parlamentare nazionale: non
si prevedono infatti le dimissioni in caso di avviso di garanzia, ma solo qualora ci sia
un rinvio a giudizio. Fatto sta
che la Procura vuole scoprire
se quei finanziamenti erano
tutti legittimi, se gli enti hanno
svolto le attività per le quali
sono sorti e sono stati finanziati
dalla regione e se siano state
rispettate le normative che
regolano gli enti formazione
Coinvolte due società: la Cogefa spa e la Lauro
Maxi truffa a Torino:
10 milioni per la Metro
ega-truffa da 10 milioni scoperta
dalla Guardia di finanza di Vercelli. Il
tutto riguarderebbe i lavori per la
Metropolitana Automatica di Torino. È successo ieri, dopo una serie di verifiche fiscali
nei confronti della Cogefa s.p.a., una società
per azioni vercellese da decenni impegnata
nella realizzazione di opere pubbliche, in
particolare gallerie, in Piemonte e Valle d'Aosta. Sono quattro i dirigenti delle ditte coinvolte.
Ad insospettire i finanzieri il ritrovamento di
documentazione che attesterebbe un "accordo segreto" con un’azienda torinese, la
Lauro, per la costruzione di un tratto di metropolitana (fra Porta Nuova e la fermata di
corso Marconi). Sulla base di questa intesa,
l'intera opera sarebbe stata realizzata dalla
società del capoluogo piemontese priva dei
necessari certificati di qualificazione e abilitazione. E senza che la Pubblica Amministrazione ne fosse a conoscenza.
La Cogefa avrebbe “prestato”, presentando
fatture false, la propria certificazione di
idoneità alla Lauro che, di fatto, ha eseguito i
lavori. E, come compenso per i servizi illeciti,
la società vercellese ha percepito dalla consorziata torinese una percentuale sull'intera
opera, denominata contrattualmente “sponsor
fee” (remunerazione spettante all'interme-
M
diario che assume il ruolo di sponsor ).
“L'ente appaltante- spiegano le fiamme gialle- ha così corrisposto denaro pubblico per
oltre dieci milioni di euro alla società vercellese
dietro presentazione di fatture false, non
avendo quest'ultima eseguito alcun tipo di
lavoro”.
Inoltre, l'esame dei documenti di trasporto
dei materiali impiegati, ha consentito di accertare che i prodotti impiegati e fatturati
erano inferiori a quelli indicati e liquidati dal
direttore dei lavori.
“Il riscontro presso i fornitori- hanno dichiarato
i finanzieri- ha dato conferma che non erano
mai entrati nel cantiere oltre due chilometri
e mezzo di barre metalliche, e circa centodieci
tonnellate di speciali resine chimiche”. Per
un valore di oltre 1 milione e 200mila euro.
La società, preso atto dei rilievi dei finanzieri,
ha deciso di restituire la somma truffata.
Adesso i quattro responsabili delle aziende
coinvolte sono stati denunciati alla Procura
della Repubblica di Torino per truffa aggravata
ai danni dello Stato.
La Cogefa, guidata dalla famiglia Fantini, si è
occupata della costruzione delle più importanti
opere stradali, ferroviarie ed edilizie in Piemonte. Si occupa, fra l’altro, anche dell'alta
velocità ferroviaria.
Paolo Signorelli
professionale. La vicenda ricalca in gran parte l’inchiesta
nella quale era stato indagato
l’ex assessore comunale al
Lavoro ed alla Mobilità Urbana, Melino Capone. Quest’ultimo era commissario regionale dell’Ancol. In questa veste
aveva ottenuto finanziamenti
per 13 milioni di euro fra il
2006 ed il 2011. Ma in realtà
nel 2005 l’Ancol nazionale gli
aveva revocato l’incarico e
dunque Capone non aveva
più alcun ruolo ne titolo per
ottenere quei finanziamenti.
Per questa vicenda oltre a
Capone sono indagate altre
tre persone per truffa aggravata in concorso.
Barbara Fruch
Salerno
Dichiara 20 euro
ma ne guadagna
2,2 milioni
n caso di evasione totale è quello riguardante un’imprenditrice nel salernitano. La donna dichiarava infatti
solo 50 euro come volume d’affari
annuale e 20 come reddito d’impresa:
cifre irrisorie e fasulle. I finanzieri della
compagnia di Agropoli invece hanno
svelato come la donna guadagnasse col
suo ingrosso di macchine industriali incassi da capogiro, assieme a beni immobili
come sei case tra Napoli e Salerno e
una villa panoramica in Cilento. A portare
a termine le indagini le Fiamme Gialle
coordinate dal procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Giancarlo
Grippo e dal sostituto procuratore Renato
Martuscelli. I militari hanno incastrato la
‘furbetta’ e hanno dato esecuzione al
decreto di sequestro preventivo emesso
dal gip del tribunale di Vallo della Lucania.
La donna deve ora rispondere dei reati
di dichiarazione infedele ed omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali. Secondo quanto accertato poi dalla procura,
dal 2007 al 2011, aveva indicato nelle
dichiarazioni fiscali volumi d’affari risibili,
come 50 euro per esempio, occultando
redditi per 2.2 milioni ed evadendo oltre
500 mila euro tra Iva, Irap e ritenute
d’acconto mai versate.
Francesca Ceccarelli
U
10
Giovedì 27 giugno 2013
L’analisi della Fondazione in Umbria
“Banche e Equitalia
peggio degli usurai”
Anche a Bari una ex commerciante “strozzata”
na multa di 78 euro
che diventa cartella
da 1850. Una rata
Inps di 750 euro che diventa da 1900. È l’ennesima denuncia, peraltro
duplice, contro l’odiata
agenzia delle entrate
quella di Franca Pascazio,
58 anni, commerciante
che aveva un minimarket
al rione Poggiofranco, a
Bari. Ad un certo punto
ha venduto l’esercizio ma
è rimasta impigliata nei
pagamenti delle tasse. Se
non paghi giunge la prima nota dell’agenzia delle
entrate: se saldi il debito
entro un mese di tempo,
te la cavi con una mora
di appena il 10% in più.
Se non paghi entro 30
giorni, però, la tua posizione viene ceduta all’abbraccio mortale di Equitalia. Ogni giorno in più
che passa, Equitalia applica un interesse.
E spostandosi in un’altra
regione, la situazione non
cambia. Alla Fondazione
anti-Usura in Umbria non
si va più perché si è in
mano agli usurai, ma perché si è in balia di banche, società finanziarie ed
Equitalia. Secondo un freschissimo studio, il dramma dei tassi “variabili”
per cartelle esattoriali,
prestiti, rate e mutui è il
vero problema sociale dei
nuovi “strozzati” che non
riescono ad onorare gli
U
Palermo
impegni presi prima della
grande crisi. Il presidente
Alberto Bellocchi spiega
che “la quasi totalità dei
richiedenti lamenta una
situazione economica negativa per rapporti con
le banche e società finanziarie, affermando spesso
l'esistenza di interessi tanto gravosi da rendere quasi impossibile di onorare
il debito. Analogamente
moltissimi denunciano pesanti pendenze con Equitalia”. Le richieste non arrivano più soltanto da imprenditori, commercianti
e artigiani, ma anche lavoratori con stipendio fisso da 1200 euro al mese
il cui coniuge è rimasto
disoccupato, spesso donne. “Occorre purtroppo
rilevare che dal 25% del
2011 - ha spiegato ancora
Bellocchi - siamo passati
al 38% delle richieste da
parte delle donne. E nel
2013, se continua questo
trend, arriveremo al
50%”. In appena sei mesi
del 2013 le richieste di
intervento si aggirano intorno ai 7 milioni, a fronte
di un potenziale budget
di 600mila euro. Ma se le
casse della Fondazione e
delle famiglie sono quasi
vuote, lo Stato insiste: d’altronde deve ripianare il
debito pubblico. Anche al
costo di dissanguare gli
italiani.
B.F.
Italia
Avellino
I divieti più bizzarri dell’estate
Stop al calcio: il fischio
di Forti (Pd) fa discutere
Dopo le ridicole ordinanze del Sindaco Pisapia arriva il collega
Paolo Foti che proibisce in piazza “giochi di qualsivoglia genere”
ietato giocare a calcio in strada. Tra i divieti più bizzarri
dell’estate, ecco l’ordinanza
del neoeletto Sindaco di Avellino, Paolo Foti. Seguendo l’onda delle “ridicole ordinanze” del collega
Pisapia, il primo cittadino della città campana proibisce “giochi di qualsivoglia
genere” nelle centrali Piazzetta Amedeo
Guarino, Galleria Via Mancini e Corso
Vittorio Emanuele. Pena, una sanzione
amministrativa da 50 a 200 euro e “la
confisca del pallone e/o attrezzatura usata
per giocare”. Come spesso avviene in
Italia, secondo una regola non scritta,
tanti i Sindaci del Belpaese in estate varano provvedimenti bizzarri, spesso per
vietare le cose più incredibili. Foti per la
stagione estiva 2013 si piazza di sicuro
tra i primi in classifica, almeno per la
tempistica, visto che è tra i più rapidi in
fatto di divieti incomprensibili. Di sicuro
può contendere il primo posto, insieme
al primo cittadino lombardo Giuliano Pisapia che a Milano è già riuscito a vietare
il gelato dopo mezzanotte (poi rimangiandosi l’atto) e le feste al parco.
Fatto sta che esordisce così il nuovo sindaco avellinese del Pd, con un’ordinanza
che ha per oggetto il “rispetto dei beni
pubblici e privati” e adotta “opportuni
provvedimenti per la tutela della pubblica
e privata incolumità, insidiata sia dall’utilizzo improprio delle citate località
per partite di calcio, che arrecano danni
a cose ed edifici pubblici, nonché dalla
registrazione di episodi di schiamazzi o,
V
comunque, di disturbo della quiete soprattutto nelle ore serali e notturne”. Il
divieto è quindi rivolto a chi possa “arrecare intralcio, disturbo o danni ai beni
pubblici o privati, o costituire pericolo
per il transito pedonale”.
Nell’infanzia di ciascuno di noi c’è stato
il vicino di casa che si affacciava dalla finestra e gridava: “Smettetela di giocare
o vi buco il pallone”. Foti è stato ragazzo.
Correvano gli anni ’60: quelli di Picchi,
Corso, Malatrasi e tanti altri. Il futuro sindaco avrà scalciato qualche pallone in
strada, su campetti improvvisati. Da allora,
nel capoluogo, la situazione non pare
cambiata parecchio. I rettangoli di gioco
restano pochi, hanno dovuto perfino adattare il Campo Coni per avviare i più piccoli a rincorrere un sogno. Da ieri però
la città scopre che una pedata a un pezzo
di plastica è un reato.
E mentre alcuni media locali hanno già
bollato il provvedimento come “Ordinanza Super Santos” (traendo ispirazione
dal più popolare dei palloni che da generazioni è tra i simboli di ragazzi ed
adolescenti) si scopre che il divieto non
è limitato al semplice gioco del calcio.
Bensì a “giochi di qualsivoglia genere”.
Non ci si può nemmeno dilettare con
bocce o a nascondino? E le carte?
Barbara Fruch
A Pescara scoperte attività illegali: cinque in manette
Salerno
Monza
Calabria
Nello Musumeci
incontra il presidente
della Corte d’Appello
Centri massaggi a luci rosse:
ancora arresti tra i cinesi
Sgozzata e bruciata:
ha confessato
un 27enne ucraino
Morto in carcere.
La madre:
“Voglio la verità”
Sessanta giovani
immigrati sbarcano
a Roccelletta
Lavorare in stretta collaborazione,
nella diversità dei ruoli e delle
competenze”. Questo l'impegno ribadito stamane al Palazzo di giustizia di Palermo tra il presidente
della Corte d'appello Vincenzo Oliveri ed il presidente della commissione Antimafia dell'Ars Nello Musumeci, in visita di cortesia dopo
la sua recente elezione alla guida
dello speciale organismo parlamentare. Musumeci era accompagnato dai vicepresidenti Toto Cordaro, Fabrizio Ferrandelli e Gianluca
Miccichè e dal segretario Giorgio
Ciaccio. Nel corso del colloquio
sono stati affrontati gli insoluti problemi legati alla carenza di organico,
specie tra il personale amministrativo, alla deficienza dell'edilizia giudiziaria, alla allarmante situazione
nelle carceri siciliane ed ai rapporti
fra mafia e politica. Musumeci ha
assicurato "il rinnovato entusiasmo
dei componenti la commissione e
la voglia di lavorare in maniera fattiva, senza remore ed indugi di alcuna natura, per contribuire a restituire credibilità alla politica e,
più in generale, alle istituzioni della
Regione e dello Stato”.
na moglie gelosa insospettita per i continui
massaggi che il marito
diceva di fare per il mal di
schiena e un anziano che, pensando di risparmiare sulle terapie cinesi, si è reso conto di
avere a che fare con prostitute.
Da questi due esposti è partita
la maxi operazione dei carabinieri nei centri massaggi di
Montesilvano, in provincia di
Pescara, gestiti da cinesi. I
militari dell'Arma hanno eseguito nove misure cautelari ai
danni di donne cinesi con il
sequestro di cinque attività ufficialmente destinate a praticare
massaggi ma trasformate dagli
stranieri in veri e propri locali
a luci rosse. Prezzi a buon
mercato, divertimento assicurato ed orari flessibili. È questa
la formula di successo dei
centri che ‘vantavano’ un giro
d'affari da un milione di euro
l'anno per i proprietari cinesi,
i quali reclutano giovani da
avviare all'attività di prostituzione. Nessuna di loro, infatti,
è realmente abilitata a fare
olla, provincia di Salerno.
E’ stato arrestato la
scorsa notte l’assassino della
50enne ucraina, Olena
Tonkoshkurova, trovata
sgozzata martedì scorso dai
Vigili del Fuoco nella sua
abitazione in via Porta del
Bagno. Gli uomini del 115,
infatti, erano intervenuti per
spegnere le fiamme all’interno
dell’appartamento. Il 27enne
Dmytro Zastavnetskyi,
anch’egli originario
dell'Ucraina, a seguito di un
lungo interrogatorio nella
stazione locale dei Carabinieri
ha confessato l'omicidio della
50enne, uccisa con un coltello
da cucina. Dalle ricostruzioni
degli inquirenti, tra i due
sarebbe scoppiata una lite per
futili motivi sfociata al termine
di un rapporto sessuale
occasionale. ''Grazie al
concetto di giustizia di
prossimità – ha detto il
procuratore capo di Sala
Consilina, Amato Barile - si è
potuti giungere, in sole 12 ore,
alla conclusione delle indagini
con l'arresto dell'omicida''.
Sono sicura che non è
morto per cause naturali, i
suoi organi erano sani''. Questo
l’appello di Giovanna D'Aiello,
madre del 22enne Francesco
Smeragliuollo deceduto in
carcere a Monza l’8 giugno
scorso. La mamma del giovane,
che si è rivolta all’Osservatorio
Permanente sulle morti in
carcere, ha inoltre sottolineato
come ''dopo averlo visto a
colloquio in carcere, il lunedì
prima della sua morte avevo
fatto presente che mio figlio
stava male''. E ancora: ''Ha
perso sedici chili in un mese.
Avevo chiesto che lo
mettessero in una struttura
adeguata, che lo aiutassero. Lui
non aveva problemi di salute''.
''Se aveva sbagliato, doveva
rispondere per quello che aveva
fatto – ha aggiunto la signora
D’Aiello - ma non è giusto che
sia morto così. Voglio sapere
cosa è successo, voglio la
verità''. Da quanto si è appreso
dalla Procura di Monza, dopo
tutti gli accertamenti del caso, il
giovane sarebbe morto per
cause naturali.
N
“
U
massaggi. Vere e proprie prestazioni sessuali dunque, tutto
completamente in nero. Gli
stessi centri benessere e massaggi italiani, regolari, non ci
stanno e chiedono maggiori
controlli, soprattutto per difendere la propria categoria e
la rispettabilità dei propri servizi.
Come spiega la titolare di un
centro nel pescarese a ‘Il Pescara’. "Non è possibile chiamare questi bordelli centri
massaggi. Non hanno nulla a
che fare con le nostre attività
sanitarie e dedicate al benessere fisico e mentale delle persone. Un danno d'immagine
e un danno diretto per il nostro
settore. Fra l'altro completamente in nero e senza controlli
sanitari. Ma la cosa che più
dispiace è che da mesi si sapeva tutto su questi posti, e
solo ora qualcuno si è mosso”.
I reati contestati agli indagati
ora sono esercizio di casa
d'appuntamenti e favoreggiamento e sfruttamento della
prostituzione.
Carlotta Bravo
P
“
on si arrestano gli sbarchi
sulle coste calabresi.
Sessanta gli immigrati hanno
raggiunto, nella nottata tra
martedì e mercoledì, la costa
ionica del catanzarese, nel
territorio di Roccelletta di
Borgia, alle porte del capoluogo.
Si tratta di uomini di
giovanissima età considerato
che la metà ha tra i 13 e i 17
anni, mentre il resto non supera
i ventuno anni. Il peschereccio
su cui viaggiavano si è arenato
ad alcune decine di metri dalla
costa a Roccelletta ed i
migranti, per lo più egiziani,
siriani e malesi, sono stati
portati a riva dai mezzi della
guardia di finanza e soccorsi da
polizia, carabinieri e guardia
costiera. Attualmente gli
extracomunitari sono ospitati
temporaneamente nella scuola
elementare. Il numero di
immigrati è lievitato con il
passare delle ore, dal momento
che alcuni sono stati ritrovati
nel corso dei controlli del
territorio, dal momento che
erano riusciti ad allontanarsi
dal luogo dello sbarco.
11
Giovedì 27 giugno 2013
Il film
DOPPIO GIOCO
di James Marsh
Durata: 100 min.
GB/IRL 2012
Con Andrea Riseborough, Clive Owen,
Gillian Anderson, David Wilmot
di Nicola Palumbo
E
ssere bambini in una
città come la Belfast
dei primi anni Settanta,
significava crescere
con l’incubo della violenza appostata dietro ogni angolo delle
sue strade. Per Collette
McVeigh (Riseborough) da
uno di quegli angoli sbucò la
morte, quando una pallottola
vagante uccise il suo fratellino
di otto anni, con lei che ne
aveva solo due di più. Della
morte del bambino, Collette
ne porta il peso perché causa,
seppur involontaria, di quella
tragedia. Ora, in pieno 1993,
la guerra fra l’IRA e l’esercito
di Sua Maestà non accenna a
placarsi, nonostante i numerosi
sforzi di arrivare a una pace
che soddisfi entrambe le parti
in causa. Gli attentati dei terroristi nordirlandesi non accennano a diminuire e proprio
a causa di uno di essi, fortunatamente fallito in una stazione
della metropolitana di Londra,
Collette viene arrestata perché
sorpresa a posizionare l’ordigno. Durante l’interrogatorio
di rito, Mac (Owen), agente
del MI5, il controspionaggio
inglese, le propone un accordo:
le autorità inglesi dimenticheranno l’accaduto risparmiandole così 25 anni di galera e
l’affidamento dell’amato figlioletto a una famiglia sconosciuta;
in cambio Collette dovrà informare Mac su tutto quanto
accade all’interno della sua
cellula terroristica, dove lei si
è arruolata volontaria in odio
contro gli inglesi, assassini di
suo fratello. O così crede. La
prospettiva di non rivedere più
il suo bambino spinge Collette
ad accettare l’accordo, pur sapendo a quali terribili rischi
andrà incontro. Questi arrivano
subito quando, durante un attentato a un ufficiale di polizia,
i cecchini inglesi appostati sul
luogo uccidono l’attentatore
prima che questi potesse fare
la stessa cosa all’ufficiale:
autista del killer è Collette.
Prima il fallito attentato alla
metropolitana, ora questo
al poliziotto, spingono Kevin
Mulville (Wilmot), responsabile della sicurezza interna della cellula dell’IRA,
a indagare per scoprire
chi è la talpa che passa le
informazioni agli inglesi, e
Collette diventa la prima
sospettata della famiglia
McVeigh, cui fanno parte
altri due fratelli e l’apprensiva madre, gli unici che
potevano conoscere in anticipo i dettagli delle due
operazioni. Nel frattempo
Mac deve vedersela con
l’inaspettato ostracismo di
Kate Fletcher (Anderson),
direttrice del gruppo di
agenti del controspionaggio, la quale sembra non
tener conto del pericolo
che l’informatrice di Mac
sta passando, privilegiando
invece l’operato di un’altra
talpa. Tenuta segreta anche
allo stesso Mac.
Ne avevamo già tessuto gli
elogi nel dicembre scorso
quando, nel segnalare i
film più belli visti al Torino
Film Festival, avevamo inserito
anche “Shadow dancer”: finalmente esce nei nostri cinema col titolo, azzeccato seppur non originale, di “Doppio
gioco”. Se per motivi di spazio
in quell’articolo le parole furono
poche, corriamo ai ripari sperando che ora siano sufficienti
per convincervi a recarvi nelle
sale a vedere questo splendido
melodramma famigliare immerso in un poliziesco, definizione che possiamo anche diametralmente ribaltare. Regista
del documentario “Man on
Wire”, baciato cinque anni fa
dall’Oscar, Marsh ha tratto il
suo film dal libro omonimo di
Tom Bradby, giornalista autore
di un’inchiesta sui “Troubles”,
appellativo somigliante a un
Cinema
eufemismo col quale gli inglesi
hanno battezzato il terrorismo
nordirlandese, affidando il ruolo
della protagonista alla brava
Riseborough, vista nel recente
(e brutto) “W.E.-Edward e Wallis” di Madonna. La Riseborough è semplicemente eccezionale nella sua recitazione
“in sottrazione”, brava a mostrare una calma in realtà ap-
parente, necessaria a Collette per non tradirsi, pena
la morte sicura. Anche lo
stesso Owen, vera e unica
star del film, ha volutamente
scelto il ruolo del poliziotto
affatto macho ma anzi tormentato, con la continua
sensazione di essere tradito
dai suoi. Ottimo anche Wilmot, un caratterista specializzato in faccende irlandesi
come “L’ombra del diavolo”, “Michael Collins” e il
bellissimo ma dimenticato
“Il campo”. Altra interpretazione da segnalare è quella di Brid Brennan, che nel
film interpreta la mamma
di Collette: con la Riseborough, la Brennan sembra
duellare utilizzando la stessa
arma, quella appunto della
recitazione sommessa, che
però ti lascia comunque
senza fiato. Chiudiamo la
rassegna degli attori con
Gillian “X-Files” Anderson
la quale, come il suo allampanato ex partner David
Duchovny, tenta disperatamente di smarcarsi da quella serie tv diventata un cult:
in “Doppio gioco”, la Anderson è brava nelle vesti
della fredda e algida capo sezione dell’MI5, dimostrando
così di cavarsela meglio di
Duchovny. Di quest’ultimo non
si comprende come mai sia
ancora a piede libero dopo
“House of D” da lui scritto, diretto e interpretato. Se avete
un nemico da uccidere lentamente ma inesorabilmente, regalategli quel film.
12
Giovedì 27 giugno 2013
Sport
Ecco il colpo della Roma: preso Julio Cesar
Il calciomercato entra nel vivo. I biancocelesti prendono Felipe Anderson e i giallorossi rispondono con il numero uno della Seleçao
T
Trattativa portata avanti a fari spenti: bruciata la concorrenza di Rafael e Viviano
A Torino, tra la folla, è arrivato Carlos Tevez – La Fiorentina sogna David Villa
di Federico Colosimo
elefoni che non smettono di squillare, porte
degli hotel che girano
h 24. Trattative frenetiche, snervanti. Mancano solo quattro giorni alla riapertura del calciomercato. Da
un mese a questa parte, tanto è
stato già fatto. Tra poco, le prime
ufficialità.
Per Roma e Lazio sono giorni
importanti. Sulla scrivania, argomenti delicati, “caldi”. Da una
parte, la questione proprietà.
Per quanto riguarda la sponda
giallorossa, l’imprenditore Parnasi continua a compiere passi
in avanti. La trattativa con UniCredit prosegue, e non è una
novità. Bisogna incominciare
però a vincere qualcosa, sul
campo. La società lavora a fari
spenti, e nel silenzio di tutti,
media e televisioni, il Ds Walter
Sabatini mette a segno il primo
vero e proprio colpo di mercato.
La squadra nata nel 1927, finalmente, potrà vantare tra le sue
fila un grande estremo difensore.
Sembra ormai tutto fatto, mancano solo le sigle sul contratto e
le visite mediche di routine: l’ex
portiere dell’Inter del “triplete”,
Julio Cèsar (33 anni e mezzo), è
Sopra, da sinistra a destra, Julio Cesar e Carlos Tevez
un giocatore della Roma. Un’operazione a sorpresa, archiviata.
Da più di dieci giorni, ancor
prima che cominciasse la Confederations Cup. Il numero uno
del Brasile è rimasto attratto dal
“progetto”, e dopo la retrocessione con il Qpr vuole tornare a
calpestare palcoscenici importanti. La Serie A, in vista del
mondiale del 2014, sembra la
vetrina giusta. Altro che Rafael
del Santos o Viviano del Palermo.
Scommesse o nomi che, certamente, non permetterebbero di
fare il salto di qualità. Il primo
non convince, e rappresenterebbe un’incognita. Il secondo
non ha certo brillato, nell’ultima
stagione, con la maglia della
Fiorentina. Ci vogliono certezze,
giocatori affidabili: e Julio Cèsar
rientra senza dubbio in questa
categoria.
Dall’altra sponda del Tevere, a
breve, novità interessanti. E non
solo in chiave mercato … Dove
il Ds Igli Tare ha finalmente centrato (dopo Biglia) il secondo
grande acquisto della stagione.
Dopo una telenovela infinita, durata ben 5 mesi, la Lazio ha
preso il giovane talento Felipe
Anderson. Classe 1993, destro
e sinistro, colpi geniali e dribbling
da favola le sue caratteristiche.
Un giocatore che, comunque,
rappresenta un investimento. Bisognerà avere pazienza e non
forzare la mano. Senza bruciare
i tempi, dando al calciatore il
giusto tempo per inserirsi, adattarsi. Un giocatore simile ad Hernanes, anche se più offensivo.
La stella del Brasile under 20
può giocare in tre posizioni di-
verse: dietro le punte e su entrambe le fasce laterali. Senza
differenza e preferenza. Un difetto? Troppo lento, forse.
Roma e Lazio comprano, dunque. Il vero colpo di mercato,
però, lo ha messo a segno la Juventus con Tevez (ieri è arrivato
a Torino). Un autentico “top player” soffiato al Milan. I bianconeri
ora devono fare cassa, e decidono di cedere: Isla è a un passo
dall’Inter. I nerazzurri non si fermano, e per la difesa puntano
Micah Richards, del Manchester
City, che potrebbe arrivare in
prestito. Per l’attacco è fortissimo
l’interesse per Bruma, giovane
portoghese che sta incantando
ai mondiali giovanili in Turchia.
La Fiorentina aspetta l’offerta
giusta per Jovetic. A quel punto,
sulla riva dell’Arno arriverebbe
uno tra David Villa e Mario Gomez. Lo spagnolo è il vero sogno
di mercato della squadra gigliata.
Il Napoli, dopo aver preso Martens, aspetta che si definisca la
questione Cavani. Il Chelsea
sembra aver superato nella corsa
all’uruguaiano sia Real Madrid
che Psg. Sul piatto un’offerta da
58 milioni di euro, 5 in meno
dei 63 previsti dalla clausola rescissoria. Una proposta indecente, difficile da rifiutare.
Confederations Cup: Gilardino sostituisce Balotelli
Italia-Spagna: per la finale
talia-Spagna: da cinIparte,
que anni a questa
un classico.
Questa sera, alle ore
21, allo stadio Castelao
di Fortaleza, in palio
l’accesso alla finale della
Confederations Cup.
Prandelli recupera Pirlo,
e al posto di Balotelli
schiera Gilardino. Una
chance importantissima
per l’ex calciatore del
Bologna. Ha vinto un
mondiale, un Europeo under 21,
un bronzo olimpico con l’Italia,
una Champions League e un mondiale per club con il Milan, Gilardino.
Conquistando praticamente tutto,
o quasi. Eppure oggi è considerato
da molti come un “perdente”. Un
attaccante di secondo piano, che
va criticato, sempre e comunque.
Per la prima volta, questa sera,
l’attaccante di Biella affronterà i
campioni del mondo in carica e
vorrebbe, come spesso ha fatto,
lasciare il segno. Riuscirà a far
suonare il violino?
Una partita all’apparenza impos-
sibile, quella con le “furie rosse”.
Gli azzurri, però, ci credono. Rientrano Pirlo e De Rossi in mezzo al
campo, e questa sì che è una bella
notizia.
A lungo Italia-Spagna non è stata
origine di sfide indimenticabili.
Niente a che vedere, per intenderci,
con quelle contro Germania e Brasile. All’Europeo del 2008, la svolta,
il passaggio di consegne. Da quel
momento, solo sonore sconfitte.
E’ arrivata l’ora della rivincita. Italia-Spagna, che sfida! Concretezza
contro estetica, che vinca lo spetBernald Shehaj
tacolo.