POTENZIAMENTO COGNITIVO NEI DISTURBI SPECIFICI DELL
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POTENZIAMENTO COGNITIVO NEI DISTURBI SPECIFICI DELL
Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Master I livello-Didattica e psicopedagogia per i disturbi specifici di apprendimento POTENZIAMENTO COGNITIVO NEI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO Prof.ssa Susanna Pallini Dispense a cura di Susanna Pallini e Barbara Barcaccia 1. Alcuni cenni generali sui disturbi dell’apprendimento Nella trattazione dei disturbi specifici dell’apprendimento, faremo particolare riferimento alle strategie di potenziamento utili nell’insegnamento.1 Inizialmente, occorre precisare che i disturbi dell’apprendimento possono variare considerevolmente per gravità, e possono interferire con la corretta acquisizione delle capacità di ascoltare, parlare, comprendere, leggere, riconoscere le parole, scrivere, contare, risolvere problemi. Nella maggior parte dei casi i DSA non sono diagnosticati prima dell’inizio della scuola. Si tratta di difficoltà che sono di solito permanenti, e che presentano un grado di compromissione variabile nel corso del tempo, a seconda delle richieste ambientali e dei punti di forza vs. i punti di debolezza dell’individuo. Si può sospettare la presenza di un disturbo di apprendimento nei casi in cui il rendimento sia considerevolmente inferiore alle attese, o in cui un rendimento sufficiente sia reso possibile solo da eccezionali livelli di impegno, sforzo e supporto esterno. In Italia la prevalenza della dislessia è intorno al 3%. Come sottolineato in “Dislessia e altri DSA nella scuola”, è fondamentale effettuare una corretta distinzione tra disturbo e difficoltà dell’apprendimento. Infatti con “difficoltà di apprendimento” si intende una difficoltà generica dello studente nella scuola, mentre un “DSA” è un disturbo che di solito è innato, e tende a essere resistente all’intervento di cambiamento (“la modificabilità, anche con esercizi specifici di abilitazione, è modesta”, p. 89). La classificazione del DSM-IV: o Disturbo della lettura o Disturbo dell’espressione scritta o Disturbo del calcolo 1 Nella stesura di questa dispensa si è utilizzato anche il lavoro Supporting Students with Learning Disabilities A Guide for Teachers, del ministero dell’Istruzione della British Columbia, disponibile on line http://www.bced.gov.bc.ca/specialed/docs/learning_disabilities_guide.pdf 1 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA L’età minima per poter porre una diagnosi di dislessia è la fine della seconda elementare. Di solito gli studenti con DSA hanno capacità cognitive nella media o superiori alla media, anche se presentano un rendimento scolastico al di sotto della media. Questi disturbi possono comprendere anche difficoltà nelle capacità organizzative e nell’interazione sociale. Gli studenti con DSA possono migliorare molto il proprio rendimento alla scuola media e poi alle superiori, se già dalla scuola elementare sono stati aiutati a gestire meglio le proprie difficoltà, se hanno imparato a spiegare di cosa hanno bisogno per favorire il proprio processo di apprendimento, e se possono contare su un adulto significativo a cui fare riferimento per le difficoltà in questo campo. Un’identificazione del problema precoce, seguito da un altrettanto precoce intervento, favorirà il successo scolastico dello studente. Per “successo scolastico” non s’intende naturalmente la scomparsa del disturbo, ma che l’allievo abbia imparato a usare in modo efficace i propri punti di forza così come le strategie compensatorie necessarie per conseguire gli obiettivi di apprendimento. Alcuni indizi per gli insegnanti: disturbi dell’apprendimento e comportamento Le insegnanti dovrebbero valutare la possibile esistenza di un disturbo specifico dell’apprendimento quando uno studente che sembra avere buone capacità cognitive presenta una storia di conflitti nel rapporto con la scuola, e di problemi comportamentali. Infatti, gli studenti con DSA non diagnosticati possono, per una serie di ragioni, mettere in atto comportamenti poco accettabili. Possono sentirsi arrabbiati, soli, frustrati, tristi, come conseguenza delle proprie difficoltà e dei propri insuccessi. In altre occasioni può essere il compito stesso, percepito come inaffrontabile, a scatenare il rifiuto e comportamenti inappropriati, proprio allo scopo di evitare di doversi impegnare in un compito frustrante. È importante però ricordare che anche i bambini e i ragazzi con DSA, se si forniscono gli aiuti adeguati, possono riuscire bene a scuola. Un’identificazione precoce del problema e la messa in atto di strategie efficaci, basate su dati sperimentali, possono renderlo gestibile ed evitare che emergano problemi comportamentali o emotivi. È particolarmente interessante l’interpretazione dei DSA che il modello sociale delle differenze individuali fornisce: le difficoltà sperimentate dalle persone son principalmente una funzione della cultura in cui si è inseriti. Come notano Giacomo Stella e Luca Grandi (2011) i DSA si potrebbero considerare come una particolare forma di diversità, la neurodiversità. Rientrerebbero quindi nel campo delle differenze individuali. In fondo, se vivessimo in una in una cultura orale i DSA non si manifesterebbero (Pollak, 2009, op. cit. in Stella e Grandi, 2011). In quest’ottica saremmo tutti “neurodiversi”, e sarebbe il 2 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA contesto sociale a determinare se tale neurodiversità venga poi interpretata come una disabilità. In ogni caso si tende sempre di più, oggi, a valutare i punti di forza delle persone con DSA, notando come, ad es., siano dotate di un alto livello di pensiero divergente, considerato come un vantaggio nell’era dell’economia digitale, al punto che la rivista Fortune ha messo in relazione l’alta percentuale di top manager dislessici proprio con le caratteristiche intrinseche dell’economia digitale (Morris, 2002, op. cit. in Stella e Grandi, 2011). Ciò che preme sottolineare qui è che il successo di queste persone è stato considerato come frutto del loro modo particolare, neurodiverso, di funzionare: questi manager dislessici avrebbero raggiunto un elevato livello di realizzazione professionale proprio grazie al loro modo peculiare di funzionare, e non malgrado esso (Stella e Grandi, 2011). In particolare, cosa gli insegnanti devono chiedersi? • • • • • • • • • Quali sono i punti deboli dell’apprendimento di questo allievo? Quali materie sono coinvolte? Cosa sappiamo di ciò che accadeva negli anni precedenti? (cfr. schede in appendice). Che notizie hanno fornito o possono fornire i genitori per comprendere meglio quali siano gli interessi e i punti di forza di questo ragazzo, oltre che le sue difficoltà? Quali strategie di adattamento hanno funzionato bene in passato? Quali, tra le strategie provate, non hanno funzionato? Ci sono problemi di salute, che potrebbero aiutare a comprendere le difficoltà di apprendimento dell’allievo? Vista e udito sono stati controllati? Lo studente sembra sufficientemente riposato? Come gli insegnanti possono riconoscere alcuni segnali di difficoltà in uno studente con DSA? Rispetto al gruppo dei pari, lo studente con DSA: • Si impegna di meno nei compiti di apprendimento, è poco organizzato. • Ha meno fiducia nella propria capacità di apprendere; è frustrato dal confronto con compiti difficili. • È meno disponibile ad affrontare “rischi” nelle situazioni di apprendimento; è scoraggiato dai propri insuccessi. • È incapace di gestire istruzioni multiple. 3 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Cosa possono fare gli insegnanti? L’insegnante è chiamato a incrementare la collaborazione tra pari, incoraggiando i bambini a svolgere i compiti insieme e adottando in classe metodologie come l’apprendimento cooperativo. Soprattutto ha il compito importantissimo di valorizzare le qualità e le risorse dell’alunno. Ogni persona è un genio. Ma, se giudichi un pesce dalla sua capacità di scalare un albero, passerà tutta la sua vita pensando di essere stupido (Albert Einstein). In particolare si suggerisce di: • • • • • • Capire e accogliere il problema presentato dall’alunno. Evitare di esporre l’alunno a situazioni particolarmente frustranti (come ad es. la lettura a voce alta davanti a tutti). Se vi sono difficoltà ortografiche, dovute alla dislessia, dare più rilevanza ai contenuti espressi nella composizione scritta rispetto all’ortografia, e aiutare l’alunno nella revisione degli errori commessi. Usare disegni, mappe multimediali, grafici. Usare l’evidenziazione nei testi con colori diversi per sottolineare i concetti-chiave. Usare correttamente misure compensative e dispensative, che saranno descritte successivamente. Come gli insegnanti possono valutare gli apprendimenti? • Se si sta valutando il compito di uno studente con DSA, può essere utile iniziare dagli aspetti positivi del lavoro: quali parti sono state svolte correttamente? Quali sono i punti di forza del lavoro? • Riconoscere i miglioramenti e rinforzarli. • Discutere insieme allo studente su quali siano per lui delle strategie funzionali di studio, memorizzazione, apprendimento, e quali quelle inefficaci. • Stabilire in classe una certa abitudinarietà, della quale facciano parte regole chiare e comprensibili, grazie alle quali sia noto a tutti cosa ci si aspetta dagli studenti, e cosa accada in caso di “violazione”. • Aiutare i ragazzi a considerare gli errori come una parte assolutamente normale del processo di apprendimento, e come un’occasione per auto-correggersi e migliorare. Si possono produrre alcune metafore, e incoraggiare gli studenti stessi a produrne per paragonare il processo di apprendimento a una qualsiasi altra attività in cui si procede allenandosi, sbagliando, correggendo errori, come lo sport. 4 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA • Scoraggiare i confronti tra compagni o con altri, sottolineare che ognuno ha punti di forza e debolezze. • Focalizzarsi sui talenti dello studente, sulle capacità (ad es. pensiero divergente, creatività, talento artistico, capacità di trovare soluzioni “inusuali”, etc.). 2. Strategie compensative e dispensative Cosa sono le strategie compensative? Le strategie compensative sono quelle strategie messe a punto esplicitamente allo scopo di adattarsi alle difficoltà degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. Queste strategie sono delle forme di adattamento che l’insegnante adotta per differenziare il modo di fornire istruzioni, i materiali, la valutazione dell’alunno, in modo tale da costituire un’esperienza di apprendimento personalizzata per un certo studente o per un gruppo di studenti. In realtà queste strategie si possono offrire anche a quegli allievi che non presentano DSA. Secondo Stella e Grandi (2011) gli strumenti compensativi sono “tutti gli strumenti utili a rendere più fruttuosa e agevole l’espressione delle proprie potenzialità” (p.35). Tali forme di adattamento non devono costituire una sorta di facile via d’uscita dalla fatica che richiede studiare, ma devono invece rappresentare un modo per non penalizzare gli studenti con DSA. Per tale motivo è importante che il disturbo specifico di apprendimento sia stato diagnosticato da professionisti specializzati nel settore. La scuola è chiamata, in questi casi specifici, a offrire percorsi didattici personalizzati, come anche recita la legge. Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell'attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.2 2 D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122 - art. 10. Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA). 5 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Esempi di strategie compensative Possono essere utilizzate nello studio e in classe strumenti quali: • • • • • • • • • Tabella dei mesi. Tabella dell’alfabeto. Tavola pitagorica. Tabella delle misure. Tabelle delle formule. Calcolatrice. Registratore. Computer con programmi videoscrittura, correttore ortografico e sintesi vocale. Editoria digitale. Il correttore ortografico, nato evidentemente allo scopo di svolgere una funzione compensativa, può in ogni caso essere impiegato a scopo abilitativo, a patto che non si utilizzi la funzione “correzione automatica” che corregge le parole nel momento stesso in cui queste vengono digitate. Quindi il correttore ortografico può contribuire a far autocorreggere allo studente i propri errori. Infatti quando si hanno di fronte le opzioni proposte dal correttore si è costretti a un’operazione di confronto tra diverse opzioni di soluzione, e ciò aumenta il lessico ortografico dell’allievo, vale a dire la sua abilità nel rappresentarsi come a scritta una determinata parola (Stella e Grandi, 2011). I libri digitali costituiscono la versione digitale della copia cartacea, consentono di evitare la scannerizzazione del testo cartaceo, e di utilizzare direttamente il software per la sintesi vocale. I programmi di sintesi vocale trasformano il testo digitale in voce narrante. La sintesi vocale risulta particolarmente utile per auto-correggersi. Infatti può essere attivata anche per il testo prodotto dall’allievo, che ha, ad es., svolto un tema. La sintesi vocale è fruibile anche lettera per lettera, oltre che parola per parola. Per questo motivo lo studente può agevolmente rendersi conto dei propri errori ortografici, così come di quelli di sintassi e di punteggiatura. In realtà la sintesi vocale, pur essendo nato come strumento compensativo, sembra avere un vero e proprio effetto abilitativo sulla letto-scrittura (Stella e Grandi, 2011). Cosa sono le strategie dispensative? Sono le strategie didattiche che si possono mettere in atto per facilitare il raggiungimento degli obiettivi formativi. In pratica si “dispensa” l’alunno dallo svolgimento di alcune prestazioni che, proprio in virtù del disturbo specifico di apprendimento “risultano particolarmente dispendiose e non migliorano l’apprendimento” (Linee Guida, 2011). 6 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Esempi di strategie dispensative • • • • • Dispensare dalla lettura ad alta voce. Dispensare dalla scrittura veloce sotto dettatura. Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per studio a casa. Organizzazione di interrogazioni programmate. Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma. Gli studenti con DSA presentano capacità logico-critiche nella media o superiore alla media, malgrado il loro basso rendimento scolastico. Agli insegnanti, al fine di progettare dei piani didattici individualizzati per questi allievi, può essere utile riflettere sulle seguenti domande-chiave: • Come posso adattare il programma a questo studente con DSA per aumentare la probabilità che in futuro riesca bene a scuola? • Come posso adattare il programma e la valutazione dell’apprendimento in modo tale che questo studente raggiunga gli obiettivi didattici previsti, senza che gli sforzi da parte sua debbano essere esagerati e senza ricevere un supporto eccessivo dagli adulti? • Come posso proseguire nel far sviluppare capacità scolastiche di base? • Come posso aiutare questo studente a dimostrare ciò che ha imparato finora? L’aspetto emotivo e la capacità di apprendimento Gli studenti con DSA “Hanno un concetto di sé negativo, sperimentano livelli di ansia maggiori, presentano bassa autostima, sentono di non ricevere un sostegno emotivo, si percepiscono come poco responsabili del proprio lavoro di apprendimento, sono meno tenaci nel tentare di svolgere un compito, e rinunciano facilmente” 3. I problemi emotivi possono scaturire proprio dal fatto che si scontrano quotidianamente con difficoltà e insuccessi. Questi ragazzi si sentono infatti frustrati a causa delle proprie difficoltà; di frequente si confrontano con gli altri studenti e percepiscono una discrepanza significativa tra le proprie prestazioni e quelle dei compagni di classe. È frequente l’esperienza della vergogna e dell’imbarazzo, in relazione a interrogazioni e a prestazioni scadenti. Talvolta provano rabbia verso se stessi per la lentezza con la quale procedono nel processo di apprendimento e nello svolgimento dei compiti. È chiaro che gli interventi di adattamento, quelli compensativi, quelli dispensativi, non avranno il successo atteso se non saranno affrontate le problematiche emotive relative alla 3 Strategie efficaci per gli insegnanti - LE GUIDE ERICKSON, Dislessia e altri DSA a scuola, p. 21. 7 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA presenza di uno o più DSA. Può essere importante in questi casi, tra le altre cose, individuare i punti di forza dello studente e provare a valorizzare quegli aspetti. 3. La Discalculia e le strategie d’intervento La discalculia è caratterizzata da difficoltà di comprensione o di apprendimento della matematica. Ha a che fare con la capacità di comprendere e “manipolare” i numeri, o di capirli. Uno studente con discalculia potrebbe avere difficoltà nel: • Organizzare i calcoli e i problemi all’interno della pagina del quaderno. • Allineare correttamente i numeri. • Procedere nei calcoli complessi (in cui il percorso è costituito da molti step), come nel caso delle divisioni lunghe. • Trascrivere correttamente i numeri dal libro al quaderno, per cui può, ad es. trasformare il numero 23 in 32. • Distinguere la destra dalla sinistra. • Confondere le operazioni aritmetiche. Può esitare, o può provare forte ansia, quando gli viene richiesto di confrontarsi con concetti matematici o di ricordare e applicare regole matematiche. Può avere difficoltà a: • Ricordare formule matematiche. • Comprendere concetti astratti come il tempo. • Controllare il resto dopo aver pagato, leggere orologi analogici, tenere il punteggio tra squadre o tra amici mentre si sta giocando. • Ricordare le regole di sport di squadra. • Memorizzare i passi di una sequenza di ballo. • Ricordare date, indirizzi, appuntamenti. • Ricordare la sequenza temporale degli eventi. Può essere in grado di eseguire un’operazione correttamente un giorno, e non più il giorno dopo. Strategie per la discalculia I ragazzi con discalculia possono avere difficoltà in svariati compiti correlati alla competenza matematica, come la comprensione dei simboli e delle operazioni, l’apprendimento di un nuovo vocabolario “tecnico”, l’organizzazione dei passi richiesti nello svolgimento del compito, etc. Pertanto può essere utile costituire piccoli gruppi all’interno dei quali: • L’insegnante presenta alcuni modelli chiari di come si arriva a una soluzione. • Gli studenti devono applicare la strategia spiegata a molteplici esempi. 8 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA • • Gli studenti ricevono un feedback immediato sul corretto svolgimento o meno del compito. Gli studenti possono porre domande e “pensare ad alta voce” sulle decisioni da prendere mentre risolvono il problema matematico in questione. Inoltre è molto utile rappresentare le informazioni matematiche in modi diversi: • Usare materiali didattici adeguati per facilitare negli studenti la comprensione dei concetti numerici e relativi alle operazioni. o Si possono usare prima oggetti, e poi rappresentazioni simboliche delle operazioni aritmetiche. Di solito 3 lezioni in cui si usano oggetti e 3 lezioni in cui si usano i simboli sono sufficienti per far comprendere alla maggior parte degli studenti con discalculia il concetto che si vuole spiegare. o Si può chiedere agli studenti di discutere tra loro i procedimenti e le soluzioni ai problemi matematici. Risulta particolarmente utile il ricorso alla tecnologia e in particolare ad alcuni programmi per computer allo scopo di incrementare la capacità degli studenti di crearsi delle rappresentazioni mentali dei concetti matematici. Si possono usare programmi che consentono di: • Rappresentare i numeri e le operazioni in una modalità visiva. • Manipolare le immagini in modo da esercitarsi con le operazioni e con le procedure di soluzione del problema. • Proiettare disegni e modificarli sulla lavagna magnetica. È importante valutare con cura la quantità di esercizi da assegnare come compiti a casa. Infine è utile individuare un compagno di classe che lavori con lo studente a casa, allo scopo di mostrargli delle modalità funzionali per organizzarsi nello svolgimento di compiti matematici. 4. La Dislessia e le strategie d’intevento La dislessia è caratterizzata da difficoltà con l’alfabeto, con il riconoscimento, la decodifica, la trascrizione e la comprensione di parole. “La fase centrale nell’apprendimento della lettura è quella definita alfabetica. In questa fase il bambino acquisisce e automatizza, il riconoscimento di parti sempre più ampie della parola scritta. Inizialmente il lettore si basa su ogni singolo grafema ma, quasi contemporaneamente, inizia a fare riferimento alle sillabe, ai prefissi e suffissi, ai morfemi”.4 4 (http://www.centronous.com/trattamento_dislessia.php). 9 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Uno studente con dislessia potrebbe avere difficoltà nelle seguenti aree: • Imparare la sequenza dell’alfabeto. • Ripetere i giorni della settimana e i mesi dell’anno. • Leggere parole che non possono essere facilmente “tradotte” in un’immagine mentale, come ad es. le congiunzioni e gli articoli. • Leggere ad alta voce (spesso commettono degli errori, e fanno delle lunghe pause). • Comprendere un testo. • Leggere i numeri e i simboli matematici. • Organizzare un discorso. • Riuscire a trovare velocemente la parola della quale si ha bisogno. • Ripetere una storia rispettando la sequenza degli eventi. • Trovare una parola nel vocabolario. • Comprendere i giochi di parole. Quali abilità richiede il saper leggere? Leggere è un’attività complessa che richiede la messa in opera di una serie di abilità, tra cui l’elaborazione rapida e sequenziale di simboli visivi nei quali riconoscere lettere e parole, la formazione di associazioni tra la forma visiva della parola e la parola orale, la comprensione dei vocaboli, le regole della punteggiatura, la capacità di mantenere all’interno della memoria di lavoro una quantità di materiale sufficiente per comprendere il significato di ciò che si legge. Aumentare la fluidità Leggere fluentemente significa leggere dando una certa intonazione alle parole, comprendere il significato di ciò che si sta leggendo, e tenere un ritmo adeguato. Si ha una buona capacità di lettura se si riesce a leggere senza fatica, in automatico, senza attenzione consapevole al “come” si dovrebbe leggere. Chi ha una fluidità di lettura scarsa tende a, rispetto agli altri nel gruppo dei pari, ricordare e comprendere di meno di ciò che ha letto, integrarlo di meno con le proprie conoscenze pregresse. Per aumentare la fluidità di lettura è utile: • Identificare parole di due o tre lettere (congiunzioni, articoli, etc.) che non possono essere visualizzati mentalmente. Riflettere insieme e discutere sull’utilizzo di queste parole, sulla loro funzione all’interno della frase, fino a che il concetto non risulta chiaro allo studente. 10 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA • Far leggere agli studenti delle liste di parole ad alta frequenza d’uso: chiedere agli studenti di leggere ripetutamente la lista senza interruzione per un minuto. Far ripetere l’esercizio quotidianamente. • Leggere insieme ad alta voce: ogni giorno, per circa 10-15 minuti, l’insegnante o un compagno di classe legge ad alta voce sedendosi vicino allo studente. È bene posizionarsi a lato dello studente, tenendo una postura un po’ spostata all’indietro. L’aiutante legge indicando ogni parola sul testo, e procede a un ritmo lievemente più veloce rispetto allo studente. Entrambi leggono a voce alta. Si tratta di un esercizio molto utile che può essere ripetuto a casa. • Usare programmi di computer che consentono la lettura di testi: ciò permette allo studente di leggere ad alta voce il testo sullo schermo, mentre il programma “legge” il brano tramite una voce prodotta dal pc. Incrementare la motivazione alla lettura Possono essere utili le seguenti strategie: • Insegnare lettura e scrittura insieme. • Non insistere con la richiesta di lettura a voce alta. • Discutere la struttura della parola, l’etimologia. • Per ciò che concerne la verifica dell’apprendimento, programmare le verifiche, e graduare la difficoltà. Facilitare la lettura • Utilizzare la lavagna anche come “memo” dei punti essenziali della lezione. Prima di procedere a cancellare, assicurarsi che tutti gli studenti abbiano compreso quanto vi era riportato e l’abbiano trascritto sul quaderno. • Scrivere alla lavagna utilizzando lo STAMPATO MAIUSCOLO. È più facile da leggere, anche perché le lettere sono tutte di uguale grandezza. Lo studente con dislessia infatti può confondere alcune lettere tra di loro (ad es. p/b/q/d) • Nel corso delle interrogazioni prestare attenzione a non porre domande multiple, del tipo: E poi cos’è successo? Chi ha avuto la meglio? E quali conseguenze ci sono state? Porre domande singole, costruite in modo sintatticamente semplice. Aiutare nella stesura di un testo scritto Alcuni studenti hanno difficoltà a organizzare il lavoro di un testo scritto, per svariati motivi: ad es. può essere difficile per gli studenti dislessici progettare come inserire le proprie idee in un testo scritto e individuare le parole adeguate per un determinato argomento. Si possono effettuare degli interventi di “modellamento” della progettazione di un testo scritto: 11 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA • L’insegnante può inizialmente esprimere a voce alta il processo di pensiero che una persona potrebbe intraprendere nella creazione di un testo: 1. Come posso introdurre questo argomento? 2. Come posso sviluppare la parte centrale? 3. Come posso concludere il tema? 4. È utile poi includere alcune domande che aiutino lo studente a riflettere su come stanno svolgendo il compito: Sto seguendo la traccia o sto andando fuori tema? È necessario che io aggiunga altro per rendere il discorso più chiaro? • • Fornire quotidianamente l’opportunità di scrivere su una serie di argomenti diversi. Inoltre si possono creare dei dizionari personalizzati, anche in formato digitale, grazie alle informazioni e alle immagini reperibili nel web. Ad es. si possono creare delle “banche-dati” di parole suddivise per argomenti, che lo studente può consultare a seconda del tema che deve affrontare. Proporre esercizi pratici, come ad es.: • Modellare le lettere con il DAS. • Fare una lista delle parole che più facilmente sono soggette a errori di trascrizione. • Incoraggiare gli studenti a creare un dizionario personale, in cui sono indicate la parole più difficili e complesse. • Fare un brainstorming prima di, ad es., un dettato, o di un altro compito scritto, per discutere la trascrizione corretta di alcune parole più complicate. • Usare le lettere magnetiche per comporre le parole. Esempi di esercizi Esercizio 1. Immagine e parola Dopo aver stampato delle parole su strisce di carta, ritagliare le lettere e chiedere ai bambini di ricomporle. Ad es.: M E T R O P O L I T A N A 12 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Esercizio 2. Forma delle lettere e parola Usare il metodo delle caselle che imitino la grandezza/forma delle singole lettere all’interno di una parola. Ad. es. la parola “dado” potrebbe essere rappresentata così: La parola gatto potrebbe essere rappresentata così: Esercizio 3. L’enigmistica a. L’insegnante potrà costruire delle griglie con un numero di caselle corrispondenti al numero di lettere (fonemi) che costituiscono la parola. b. L’insegnante inventa degli anagrammi, (particolarmente utili): scrive una parola, scambiando l’ordine delle lettere si otterranno altre parole. Alcuni esempi di parole semplici da anagrammare: • Mora • Nave • Arco • Mela • Nera • Limone Esercizio 4. Le parole nascoste Qui di seguito troviamo alcuni esempi tratti da http://archive.oapd.inaf.it/othersites/polare/materiali/dislessia.pdf : Nella parola atmosfera sono nascoste diverse parole. Quali riesci a trovare? (Foresta, festa, sfera, mostra, mesta) 13 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Nella parola ossigeno sono nascoste diverse parole. Quali riesci a trovare? (segno, segni, osso, gesso, gessi ) Nella parola nutrimento sono nascoste diverse parole. Quali riesci a trovare? (mento, merito, urti, urto, tonti, muretto) Nella parola satellite sono nascoste più parole. Quali riesci a trovare? (stella, stelle, lesti, leste) Esercizio 5. I cruciverba Anche i cruciverba possono essere un utilissimo strumento per la riabilitazione della dislessia, presentando inoltre il vantaggio di essere divertenti e di rendere l’apprendimento meno faticoso per gli studenti. Esercizio 6. I giochi fonetici Scioglilingua e filastrocche possono essere molto utili per aumentare la fluidità di lettura e di scrittura. Altri giochi fonetici: o Pronunciare una parola al contrario. Ad es. dire “atto”, e poi pronunciare la parola dicendo prima l’ultimo suono e poi il primo: “otta”. o Rimuovere una parte della parola. Ad es. dire “atto” e poi pronunciare solo la prima parte “at”. Esercizio 7. La lettera mancante Completare le parole in cui manca una lettera: giar_ino, la_pada, specc_io, metro_olitana, etc. Esercizio 8. Le parole del proprio nome • Inventare degli acrostici a partire dal proprio nome: o Mangiava o Anche o Riso o In o Agrodolce Esercizio 9. Quale è giusta? Scegliere quale, tra due parole, sia corretta: dado/dabo, antilobe/antilope, etc. 14 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Esercizio 10 Ricomponiamo un brano Gli insegnanti possono stimolare la comprensione di un testo scritto creando/organizzando delle storie in modo da tale che la sequenza degli eventi sia modificata. Il testo verrà suddiviso in parti che verranno tagliate e mischiate. Lo studente dovrà attribuire un titolo a ciascuna parte del brano e ricomporre la sequenza esatta. In questo caso abbiamo selezionato alcune parti di Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Queste sezioni possono essere ritagliate e mischiate, e lo studente avrà il compito di ricomporre la sequenza logica. 1. Desiderio di partire. 2. Imbarco. 3. Tempesta. 4. Naufragio. 5. Salvezza. 6. Rifugio sull’albero. 7. Notte sull’albero. 8. Ricerca di cibo e necessario. 9. Piantare la tenda. 10. Riparare le provviste nella tenda. 11. Entrare nella tenda con la scaletta. 12. Fabbricare oggetti. Lo studente può essere invitato a dare un titolo ai vari brani e poi a ricostruire la sequenza. Tale metodo può essere utilizzato anche per la storia (sequenza dei fatti) o per la biologia. 15 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Poiché ero il terzogenito e non ero stato indirizzato a un mestiere purchessia, ben presto il mio cervello prese a fantasticare, a sognare di andare in giro per il mondo. Mio padre, che era molto anziano, aveva provveduto a corredarmi di una congrua istruzione, nei limiti normalmente consentiti dall'educazione familiare e dalle modeste scuole di provincia, e intendeva avviarmi alla carriera legale. Ma a me sarebbe piaciuta una cosa sola: navigare. Dopo aver remato, o piuttosto essere andati alla deriva, (..) un'onda scatenata, una vera montagna d'acqua (..) c'investì con tale violenza da capovolgere immediatamente la barca (..)non mi riusciva di sottrarmi al vortice delle onde per riprender fiato, finché l'ondata, dopo avermi sospinto, o meglio trascinato di peso, verso la riva, e dopo aver esaurito il suo impeto, rifluì lasciandomi quasi in secco, ma mezzo morto per l'acqua che avevo deglutito. Sopraffatto dalla fatica caddi in un sonno profondo e dormii come ben pochi, suppongo avrebbero dormito in condizioni analoghe alle mie, attingendo al sonno il maggior ristoro che mi abbia mai dato in qualsiasi circostanza. Entro questa palizzata o fortificazione, a costo di estrema fatica portai tutti i miei beni, le mie scorte, le munizioni che ho già elencato in precedenza; e mi fabbricai una grande tenda, anzi, per l'esattezza la feci doppia per proteggermi dalle piogge che in quei luoghi sono molto violente in un certo periodo dell'anno, Peraltro non trascorse meno di un anno prima che io scappassi. Un giorno, però, capitai ad Hull così per caso, senza alcuna intenzione di fuggire. Ma trovandomi colà in compagnia di un amico che stava per imbarcarsi alla volta di Londra sulla nave di suo padre e cercava di persuadermi a seguirlo sfruttando la consueta lusinga dei marinai, e cioè che il passaggio non mi sarebbe costato un soldo, non consultai più né mio padre né mia madre. La nave non era ancor uscita dall'estuario dell'Humber che il vento prese a soffiare e le onde a innalzarsi in modo spaventoso.(…) Frattanto la tempesta aumentava d'intensità e il mare, sul quale non mi ero mai trovato prima di allora, prese a ingrossarsi. (…) Avevo l'impressione che ogni onda dovesse sommergerci, e che, ogni qual volta la nave sprofondava nella conca o nell'avvallamento di un'ondata, non dovessimo riemergerne mai più; Tuttavia ebbi ancora la presenza di spirito e il fiato necessari per capire che mi trovavo più vicino alla terraferma di quanto avessi creduto cosicché mi rimisi in piedi e cercai di arrivare a riva quanto più in fretta potevo. Ero dunque arrivato a terra sano e salvo. Camminavo su e giù per la spiaggia, levando le mani al cielo, e come assorto in tutto il mio essere a contemplare la mia salvezza; (..) tutti i miei compagni erano annegati, che nessun altro si era salvato all'infuori di me. Quando mi svegliai era pieno giorno; per prima cosa vidi che tutte le provviste della nave erano intatte e che l'acqua non le aveva danneggiate, e siccome non disdegnavo l'idea di mangiare, andai nella cambusa e mi riempii le tasche di gallette e le mangiai mentre ero impegnato in altre faccende, poiché non avevo tempo da perdere. Dentro la tenda riparai le provviste ed ogni altra cosa che potesse danneggiarsi per effetto dell'umidità, dopo di che sbarrai l'accesso che fino a quel momento avevo lasciato aperto come ho già detto, e, continuai a entrare e ad u-scire servendomi di una scaletta. L'unico rimedio che mi venne in mente fu quello di arrampicarmi su un albero dalle fittissime fronde, simile a un abete spinoso, che cresceva lì vicino, e di trascorrervi la notte meditando su quale morte mi attendesse il giorno dopo, giacché non vedevo alcuna probabilità di sopravvivere. Percorsi circa mezzo miglio all'interno in cerca d'acqua dolce da bere, ed ebbi la grandissima gioia di trovarla; così, (…), tornai all'albero, vi salii e cercai di sistemarmici. Su questo pianoro erboso, in corrispondenza dell'incavo testé descritto, decisi di piantare la mia tenda. Prima d'innalzare la tenda, tracciai davanti alla cavità un semicerchio del raggio di circa dieci iarde a partire dalla roccia, e del diametro di circa venti lungo la roccia, da un'estremità all'al-tra. Lungo questo semicerchio piantai due file di robusti pali. Allora cominciai ad applicarmi alla fabbricazione di alcuni oggetti oltremodo necessari, e di cui sentivo maggiormente il bisogno, a cominciare da una sedia e da un tavolo; poiché senza di essi non potevo fruire dei pochi agi che avevo al mondo. Senza un tavolo non potevo né scrivere né mangiare, né fare qualsiasi altra cosa. 16 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA 5. La Disortografia e le strategie d’intervento Difficoltà nella scrittura, in particolare: • Aggiunta, omissione e/o sostituzione di alcune lettere all’interno della parola. • Inversione di vocali e/o di sillabe. • Trascrizione fonetica di parole non-fonetiche. • Aggiunta della lettera “h” quando non necessaria, omissione quando invece è necessaria. • Fusione di parole : “nonevero” anziché “non è vero”. • Separazione di segmenti che in realtà costituiscono un’unica parola: “in sieme” anziché “insieme”. • Scambi di grafemi omofoni, cioè con il medesimo suolo, come “cuadro” anziché quadro. • Omissioni, come ad es. “babino” anziché “bambino”. • Confusioni di lettere, come ad es. “trafasare” anziché “travasare”. • Errori di doppie, come ad es. “balo” anziché “ballo”. • Errori di accenti e apostrofi. • Errori dovuti alla mancata memorizzazione di particolari forme ortografiche, caratteristiche della nostra lingua (cq, scie, etc.). Come indicato dall’Associazione Italiana Dislessia (http://www.aiditalia.org/), per la disortografia sono particolarmente efficaci i trattamenti in cui: • Le istruzioni su come deve essere svolto il compito rese esplicite. • Vi è la possibilità di esercitarsi ripetutamente. • Viene fornito immediatamente il feedback sull’esito, corretto o meno. • Si usano tecnologie informatiche, come i programmi di videoscrittura con sintesi vocale (cfr. paragrafo sugli strumenti compensativi). 6. La Disgrafia e le strategie d’intervento La disgrafia è caratterizzata da difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici, in assenza di deficit intellettivi e neurologici. È una difficoltà esecutiva della scrittura manuale corsiva che può manifestarsi con: • Parole illeggibili. • Impugnatura della penna errata. • Tratto insicuro e tremolante. • Mix di stampatello e corsivo. • Grandezza irregolare delle lettere. • Forma irregolare delle lettere. 17 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA • • • • • • • • • • • • Inclinazione irregolare delle lettere. Posizione delle parole irregolare, rispetto a linee e margini. Parole incompiute, o lettere incompiute. Parole saltate. Molti errori di ortografia. Difficoltà nella motilità fine. Velocità nella scrittura inappropriata, eccessivamente veloce oppure troppo lenta. Capacità di scrittura che non è al livello delle altre capacità comunicative. Posizione mentre si scrive “strana” o scomposta. Parlare con se stessi mentre si sta scrivendo. Osservare minuziosamente la propria mano mentre si sta scrivendo. Rifiuto, riluttanza o ansia esagerata se è richiesto di completare un compito scritto. Seguendo le indicazioni di Stella e Grandi (2011), per rendere più semplice la produzione della scrittura in studenti disgrafici è possibile: • Evitare il corsivo (o comunque far scegliere all’allievo il tipo di carattere da usare). • Incoraggiare l’utilizzo dello STAMPATO MAIUSCOLO, che distingue meglio le lettere di quanto faccia lo stampato minuscolo (ad es. p/b/d/q). • Non far produrre una brutta copia prima della “bella”: l’attività di scrittura è talmente onerosa per lo studente che fargliela ripetere due volte consecutive sullo stesso testo significa rischiare che compia ancora più errori nella versione in bella, rispetto alla brutta copia. • Stimolare lo studente alla costruzione di periodi semplici, brevi. • Incoraggiare, ove possibile, l’utilizzo del pc. Quest’ultimo, infatti, oltre a consentire un più facile riconoscimento delle lettere, rispetto al richiamo in memoria, permette la creazione di un testo che è anche dal punto di vista estetico molto gradevole. Lo studente ne è di solito molto più contento rispetto alla produzione di materiale scritto a mano, che risulta spesso ”pasticciato” e difficilmente comprensibile. Per tali motivi si sentirà rinforzato, quindi aumenteranno l’impegno e la motivazione. 7. Alcune competenze trasversali Gli studenti con DSA condividono anche con altri studenti che presentano differenti difficoltà alcune problematiche quali l’organizzazione del loro tempo, e la scelta delle strategie di studio. Problematiche correlate alla capacità organizzativa (Organizational Learning Disorder) Molti individui con DSA presentano delle difficoltà nelle funzioni esecutive, e fanno fatica a gestire troppe informazioni/stimoli contemporaneamente, a pensare con un ordine logico 18 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA (ad es. agli step necessari da compiere per risolvere un problema), a organizzare i materiali e il tempo. Uno studente con un disturbo della capacità organizzativa può avere difficoltà a: • Organizzare il tempo, come distribuire il tempo necessario per svolgere diversi compiti. • Fare una stima accurata del tempo necessario per svolgere una determinata attività. • Stabilire le priorità. • Rispettare gli orari e i programmi. • Rispettare le scadenze di consegna compiti, materiali, etc. • Organizzare lo spazio sul banco. • Trovare i materiali. • Ricordare ciò che gli è stato richiesto dall’insegnante. Migliorare le capacità organizzative è senz’altro un obiettivo importante, qualsiasi disturbo di apprendimento si abbia. È chiaro infatti come un miglioramento in quest’area possa avere un impatto significativo sui processi di apprendimento in particolare ma anche sulla qualità della vita dello studente in generale. • • • • • • • • Preparare delle liste di cose da fare, con una stima del tempo necessario per svolgere ciascuna delle attività. Preparare delle liste di controllo (checklist). Usare supporti visivi come agende visive, con disegni che indicano l’attività da consegnare/svolgere, e calendari visivi. Saranno utili per le consegne di compiti a lungo termine, per ricordare le scadenze, etc. Usare agende elettroniche: ve ne sono alcune in internet che consentono di gestire calendari condivisi, e che permettono dunque di creare calendari “di classe” condivisi tra tutti i compagni. In questo modo si possono includere i compiti da svolgere a casa, gli impegni di classe come le verifiche programmate, i compiti in classe, promemoria vari. Si tratta di calendari che possono essere visualizzati anche sui telefoni cellulari, rendendo molto semplice la consultazione (Stella e Grandi, 2011). Usare degli “scanditempo” come orologi con sveglia puntata in corrispondenza di eventi da ricordare. Organizzare lo spazio di lavoro e stabilire un preciso momento della settimana in cui sistemare/pulire, organizzare lo spazio di lavoro. Fornire istruzioni orali e scritte. Addestrare lo studente a suddividere compiti complessi in sotto-compiti, e ad attribuire un tempo limitato allo svolgimento di ciascuno di questi passi. 19 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Le strategie di studio L’argomento merita molto più spazio ci limiteremo ad elencare alcune modalità per aiutare gli studenti: • Identificare qual è la domanda alla quale rispondere prima. • Addestrare a dare una scorsa veloce al testo e a rispondere prima alle domande più semplici, e successivamente a quelle più complesse. • Invitarli a usare un orologio per valutare quanto tempo dedicare a ogni domanda. • Spiegare come prendere le decisioni quando si deve rispondere a test a scelta multipla o a questionari con domande vero/falso (ad es. escludere immediatamente una risposta se anche una sola parte di essa è errata). • Addestrare all’uso di schemi/mappe concettuali per lo svolgimento di temi. • Utilizzare gli “organizzatori anticipati”: o Ad es., per quanto riguarda lo studio della storia, seguendo Stella e Grandi (2011), si possono identificare alcuni parametri che sono d’aiuto a determinare quali siano le parti davvero importanti di un testo: Tempo Luogo Attività economiche Organizzazione politica Cultura Rapporti di causa effetto La presa di appunti- Un paragrafo a parte merita il tema del prendere appunti durante le lezioni. Prendere appunti è un’attività complessa, che implica una serie di abilità. Bisogna infatti essere capaci di elaborare il linguaggio velocemente, ricordare le regole ortografiche e impegnarsi in un’attività di modulazione fine del movimento, coinvolta nell’attività di scrittura. Prima dell’inizio della lezione può essere utile fornire agli studenti una scheda in cui la nella colonna di sinistra sono indicati i punti-chiave della lezione, e nella colonna di destra c’è lo spazio per aggiungere altre parole chiave, concetti, frasi, simboli: 20 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA LEZIONE DI STORIA Assolutismo LA RIVOLUZIONE FRANCESE Borghesia Illuminismo Presa della Bastiglia Marcia su Versailles • • • Preparare uno schema della lezione, a uso di tutta la classe, con una breve sintesi dei punti principali che saranno affrontati. Fornire i testi degli autori/storie che verranno presentati dall’insegnante, con l’indicazione dei vocaboli nuovi e difficili. Fornire a un compagno di classe la carta carbone per ottenere un duplicato degli appunti. Inoltre, visto che molti studenti con DSA riferiscono che mentre gli altri parlano, loro “immaginano” qualcosa, visualizzano delle immagini mentali, questa capacità peculiare può essere sfruttata proprio nel momento della presa di appunti: il ragazzo può trasformare quelle immagini in disegni, e prendere appunti di tipo grafico (Stella e Grandi, 2011). Desideriamo concludere questa dispensa sottolineando il ruolo fondamentale dell’insegnante nel processo educativo dell’alunno con DSA. L’insegnante può porsi, nei confronti dello studente, come un canotto, come un salvagente, o come un trampolino (Peroni, Staffa, Grandi e Berton, 2010, op.cit. in Stella e Grandi, 2011): • L’insegnante-canotto consente all’alunno di svolgere le sue attività e di navigare tra le difficoltà, ma può tendere un po’ troppo a sostituirsi a lui, può bloccare il processo di sperimentazione da parte dell’alunno, quindi può limitare l’autonomia (approccio sostituente). • L’insegnante-salvagente fa svolgere all’allievo tutte le attività, ma è perennemente presente. L’adulto accompagna lo studente in ogni circostanza (approccio assistenziale). • L’insegnante-trampolino stimola invece l’alunno a saltare in modo autonomo (approccio educante). 21 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA APPENDICE: schede per la valutazione degli elementi da potenziare Tradotto e adattato da http://www.bced.gov.bc.ca/specialed/docs/learning_disabilities_guide.pdf SCHEDA N.1 per l’insegnante QUALE STRATEGIE SONO STATE USATE PER LO STUDENTE X? QUALI HANNO FUNZIONATO? Nome ________________________________________ Classe_________ Sistemazione dell’ambiente □ Studente seduto vicino alla cattedra. □ Studente seduto vicino a un compagno che funziona come modello positive. □ L’insegnante si mette in piedi vicino al banco dello studente e fornisce le spiegazioni. □ Suddivisione della classe in aree di lavoro □ Commenti:__________________________________________ ____________________ Presentazione della lezione □ tutoraggio di un compagno di classe. □ punti-chiave scritti alla lavagna. □ ausili visivi come calendari, mappe, agende, memo. □ tecnologia per pc per la lettura di testi. □ ripetizione delle istruzioni allo studente, dopo che sono state fornite a tutta la classe. □Richiesta allo studente di ripetere le istruzioni. □ Utilizzo degli evidenziatori per sottolineare le idee principali nel testo. □ Commenti: ____________________________________________________________ 22 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA SCHEDA N.2 per lo studente Tradotto e adattato da http://www.bced.gov.bc.ca/specialed/docs/learning_disabilities_guide.pdf L’insegnante raccoglie le informazioni utili dallo studente Nome ________________________________________ Classe_________ Qual è stato l’anno in cui ti sei trovato meglio a scuola? Perché? Qual è stato l’anno in cui ti sei trovato peggio a scuola? Perché? Come sta andando quest’anno? Ci sono stati momenti facili quest’anno? Quando? Perché? Ci sono stati momenti difficili quest’anno? Quando? Perché? 23 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Ti vengono in mente delle idee su come migliorare la scuola? Quando? Perché? Chi sono i tuoi amici preferiti in classe? Chi sono i tuoi amici preferiti al di fuori della scuola? Cosa ti piacerebbe fare da grande? Quali sono le attività con cui ti diverti di più a scuola? Quali sono le attività con cui ti diverti di più a casa? Secondo te quali sono le cose più utili che possiamo fare per aiutarti? 24 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA SCHEDA N. 3 Per lo studente Tradotto e adattato da http://www.bced.gov.bc.ca/specialed/docs/learning_disabilities_guide.pdf 1. Le cose che mi aiutano a imparare Qual è lo strumento migliore per me per scrivere? (Penna, matita, pc, etc.). ____________________________________________________________________________ Quale tipo di quaderno mi aiuta di più nell’organizzazione del lavoro? A righe? A quadretti? Righe strette o larghe? Quadretti piccolo o grandi? Senza nè righe nè quadretti? Fogli sciolti da inserire poi nel quaderno ad anelli? Quale colore per me è più facile da leggere? Quali altri mezzi mi aiutano a essere organizzato? Il bianchetto? I foglietti di carta adesivi? Il righello? L’evidenziatore? Qual è la calcolatrice con la quale mi trovo bene? Quanto è grande? Che forma ha? Quanto sono grandi i tasti? Qual è il mio vocabolario preferito? Quali altri libri da consultare mi aiutano? Il dizionario dei sinonimi e dei contrari? 25 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA 2. In classe Per riuscire a seguire bene in quale posto è meglio che mi sieda? Da dove riesco a leggere meglio? Lavagna? Proiettore? Copia del materiale sul banco? Quale tipo di carattere leggo meglio? A mano? Stampato? ____________________________________________________________________________ La grandezza del carattere conta? C. Quali spiegazioni funzionano meglio per me? Indica con un punteggio da 1 a 10 quali di queste strategie funzionano meglio per te: L’insegnante spiega a tutti ad alta voce. L’insegnante scrive i punti principali della lezione alla lavagna. L’insegnante fa un esempio dell’esercizio alla lavagna. L’insegnante chiede a uno studente di ripetere quanto spiegato. Leggo la spiegazione insieme all’insegnante. Leggo la spiegazione da solo. L’insegnante mi spiega accostandosi al mio banco. Un altro studente spiega la lezione una seconda volta e risponde alle mie domande. Osservo un altro studente mentre svolge l’esercizio. Provo a risolvere l’esercizio/il problema da solo e poi lo confronto con quello che ha fatto un altro studente. D. Le cose che gli insegnanti possono fare e che mi aiuterebbero di più sono: 26 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Bibliografia AID Associazione Italiana Dislessia, Comitato Promotore Consensus Conference (a cura di), Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento. Raccomandazioni per la pratica clinica di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, Erickson, 2009. Berry, R. W.A. Teacher talk during whole-class lessons. Engagement strategies to support verbal participation by students with learning disabilities. Learning Disabilities Research & Practice, Vol. 21, No. 4, pp. 211-233, 2006. Burden, P. & Byrd, D.M. Methods for effective teaching. Allyn and Bacon. Boston, MA, 1994. Cornoldi, C. 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Il trattamento dei disturbi specifici dell'apprendimento scolastico - nuova edizione, Erickson, 2012. 27 Pallini, Barcaccia - Potenziamento cognitivo nei disturbi specifici dell’apprendimento DSA Sitografia http://www.ctiacqualagna.it/ http://archive.oapd.inaf.it/othersites/polare/materiali/dislessia.pdf http://webarchive.nationalarchives.gov.uk/20130401151715/https://www.education.gov.u k/publications/eOrderingDownload/RR516.pdf http://www.aiditalia.org/upload/guida_genitori.pdf http://www.bced.gov.bc.ca/specialed/docs/learning_disabilities_guide.pdf http://www.centronous.com/trattamento_dislessia.php 28