Museo Nazionale Strada Statale Jonica 106 Km

Transcript

Museo Nazionale Strada Statale Jonica 106 Km
Museo Nazionale
Strada Statale Jonica 106 Km.95 . Tel. 0964 390023
Al Km. 95 della SS. Jonica 106 (E-90) si trova il palazzo del Museo di Locri
Epizephiry. Costruito dall’architetto Giovanni De Franciscis ed aperto al
pubblico nel 1971 inizialmente come Antiquarium, divenne Museo Nazionale
nel 1998. Esso illustra e descrive la città antica e il suo territorio, dalla preistoria
all’età romana, le divinità e la vita quotidiana degli antichi locresi. Costituisce il
logico capolinea del percorso di visita dei siti del parco archeologico.
L'ingresso al Museo è consentito nel seguente orario: dalle ore 9,00 alle ore 19,00 tutti i giorni
(chiuso il 1° lunedì di ogni mese).
La visita comincia attraversando un’area sistemata a
giardino in una zona in cui sono stati messi in luce resti
di età greca e romana dell’antica Locri, al di fuori delle
sue mura di cinta, e si raggiunge l’edificio del Museo
sotto il cui portico sono raccolti vari pezzi greci e romani
già conservati nel vecchio Museo Civico. Si entra,
quindi, nell’atrio. Qui una carta illustra la zona
archeologica e ne guida il percorso, che può essere
iniziato immediatamente dall’area del Santuario di
Marasà, retrostante il Museo. Ai piedi della scala che
conduce alle sale c’è una statua femminile, panneggiata in marmo, già della collezione
Scaglione.
Poi, a destra, in un vano accanto ai gradini, sono raccolti alcuni
pezzi rinvenuti sporadicamente
nell’area della città tra i quali vari
iscrizioni. Si entra quindi, nelle
sale.
La prima sala, è dedicata alle
necropoli di contrada Lucifero, dove sono raccolte in quattro
vetrine, da destra a sinistra, corredi tombali ( in gran parte
provenienti dalla collezione Macrì) o oggetti sporadici che
illustrano la necropoli dalla fine del VII sec. al IV sec.a C.
Un’arula proveniente dagli scavi di P.Orsi, alcune anfore attiche, vari bronzi (sopra ttutto
specchi con manici modellati, attribuiti da alcuni studiosi, come il De Ridder, Pollack,
Jantzen, ad artisti ionici della stessa Locri). Da una tomba del IV sec. a C. proviene, invece il
cratere a campana del ”Pittore di Locri”, posto nella vetrina centrale. La seconda sala, è
dedicata al Santuario della Mannella.
Vi sono raccolti: frammenti di vari tipi di Pinax locresi (le mitiche immagini delle tavolette
ex-voto riprodotte, ripropongono riti propiziatori del culto alla dea Persephone); una serie di
terracotte votive (statuette, testine, maschere) del VI e V sec.a.C.; molti frammenti di
ceramiche corinzie, di imitazione corinzia, attiche a figure nere, calcidesi, laconiche, che
costituiscono un' eccezionale esemplificazione della ceramica del IV e V sec.a.C., ritrovata a
Locri nell’area del Santuario. Il gruppo di sale n. tre
custodisce gli oggetti più significativi rinvenuti negli scavi
effettuati a “Centocamere” dalla Scuola Archeologica Italiana
dal 1950 al 1956, diretti da Gaspare Oliverio, e quelli avviati
nel 1985 condotti da Marcella Barra Bagnasco nell’area di
Marasà – sud, limitrofa allo scavo di Centocamere). Qui sono i
rivestimenti ed i fregi dell’edificio cosiddetto ”Casa dei
Leoni”, le iscrizioni ed i reperti provenienti da depositi votivi di sacelli dedicati al culto di
Afrodite. Viene fornita l’illustrazione cronologica della stratificazione del vasto quartiere
artigianale – abitativo di Centocamere e quelli dei resti della “Stoà a U” e sistenti all’esterno
delle mura verso il mare. Varie matrici per piccole statue, oggetti fittili, e la sistemazione
dell’attrezzatura usata nelle attività domestiche: tessitura, macina del grano, ecc. La quarta
sala, è dedicata ai rinvenimenti effettuati dalla sovrintendenza, a Grotta Caruso nel 1942 e a
Pozzo Cusemi nel 1970, nell’area sacra di Demetra in contrada Parapezza. La quinta sala,
raccoglie le terracotte architettoniche del tempio di Zeus Olimpio e i reperti del teatro grecoromano. Nella sesta sala del secondo piano, sono concentrati gli oggetti pervenuti da varie
collezioni private e sono rappresentate tra l’altro, la protostoria di Locri, con i corredi delle
tombe indigene di Canale, Ianchina, Paterriti, contrada Stefanelli di Gerace e la monetazione
rinvenuta in territorio locrese..
Direttore Museo Archeologico : Dott.ssa Rossella Agostino
Tel. 0964 -390023 -0964 232779