Addio Franco La Polla, maestro d`America

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Addio Franco La Polla, maestro d`America
Addio Franco La Polla, maestro d’America
Lutto: lo studioso morto a 65 anni
Giovanni Serafini
“Il Resto del Carlino”, 28 febbraio 2009
Il suo ultimo articolo, pubblicato il 28 gennaio su questo giornale, era
dedicato alla scomparsa dello scrittore americano John Updike, uno dei
tanti intellettuali che aveva incrociato nel corso dei suoi “pellegrinaggi”
negli Stati Uniti. Dieci mesi fa aveva commentato con grande commozione
la morte del regista Sidney Pollack, di cui era amico personale. Specialista
di cinema e letteratura nordamericana, docente universitario presso il
DAMS di Bologna, organizzatore di retrospettive per importanti festival
(Venezia, Locarno), appassionato conoscitore di jazz, di film musicali, di
folk, di fumetti, Franco La Polla è morto ieri mattina all’ospedale di Pavia.
Era stato ricoverato pochi giorni fa per un intervento che aveva voluto con
tutte le forze, coraggiosamente. Un doppio trapianto di cuore e di reni.
Aveva già subìto, nel 1988, un trapianto di cuore, portato a termine con
successo dall’équipe del professor Parenzan, degli Ospedali Riuniti di
Bergamo. L’intervento (all’epoca la “visibilità” massima in termini di
speranza di vita era di 10 anni) gli aveva ridato la forza di continuare a
lavorare, insegnare, viaggiare, scrivere secondo il suo ritmo abituale, che
era intensissimo. Anche il secondo trapianto, effettuato a Pavia sabato
notte dall’equipe dei professori Viganò (cardiologo) e Arabelli (nefrologo),
era arrivato a conclusione positiva; purtroppo, nelle ore successive, la
situazione clinica generale non ha dato le risposte sperate.
Franco La Polla era nato a Faenza il 7 ottobre 1943. Aveva frequentato il
liceo classico Galvani, quindi si era iscritto alla facoltà di Lettere moderne
a Bologna. Si era laureato nel 1969 con una tesi in letteratura
angloamericana: il relatore era Carlo Izzo, un’autorità in materia, che La
Polla adorava. Fra i suoi amici dell’epoca, Francesco Guccini e Lucio Dalla,
già noti a livello locale. Ma ancora lontani dai grandi successi degli anni
successivi.
Vincitore di una borsa di studio in Irlanda (al Trinity College) nel 1969,
ottenne in quello stesso anno un incarico triennale di Letteratura inglese
per lo IULM di Milano, sezione distaccata di Feltre. Incaricato dal 1972 al
1979 presso l’università “Gabriele D’Annunzio” di Pescara, assistente
ordinario dal 1974 alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, fu
nominato professore associato nel 1978. Dal 1985 insegnò Letteratura
angloamericana all’Università di Macerata, quindi divenne nel 1989
professore ordinario della facoltà di Lingue a Bologna.
Nel 1997, sempre alla facoltà di Lingue, ottenne l’incarico di titolare di
Cultura nordamericana. Tre anni dopo passò alla facoltà di Lettere e
filosofia, quindi al Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di
Bologna (DAMS), dove insegnò storia del cinema, storia e critica del
cinema,
storia
e
metodologia
della
critica,
caratteri
del
cinema
contemporaneo. Direttore di dipartimento fra il 2004 e il 2007, ha
continuato l’insegnamento fino a questi ultimi giorni. Aveva un rapporto
di affetto con i suoi allievi, di alcuni dei quali ha seguito passo passo l’iter
professionale.
La qualità più evidente di Franco La Polla – a parte il suo carattere aperto,
la sua curiosità per tutto, il senso dell’umorismo, la signorilità, l’eleganza
di comportamento e di eloquio – era senza dubbio la sua incredibile
professionalità. Se si metteva in mente di suonare la chitarra, tanto per
fare un esempio, si poteva star certi che in breve tempo l’avrebbe fatto a
perfezione (è così avvenne, negli anni della giovinezza).
Il cinema, e non solo quello americano, fu il suo grande amore. Nulla gli
sfuggiva: era in grado di ricordare, partendo da un titolo, non solo il nome
del regista e degli interpreti, ma anche quello dell’operatore, del
costumista, dello scenografo, e di ognuno di questi poteva dire in quali
altri film fossero presenti.
Intensissima la produzione di saggi e di libri, divenuti testi indispensabili
per chi voglia avvicinarsi alla materia: ricordiamo il monumentale Sogno e
realtà americana nel cinema di Hollywood (1978), L’età dell’occhio: il
cinema e la cultura americana (1999), uno studio su Stanley Donen e
Gene Kelly, tre splendidi libri su Star Trek. Membro per quasi 4 anni della
commissione ministeriale per i fondi al cinema italiano, ha organizzato una
retrospettiva su “Beat Generation e cinema” per la Mostra del cinema di
Venezia nel 1996, e nel 2003 una seconda retrospettiva sui “Rapporti fra
jazz e cinema” per il Festival di Locarno.