Palombella rosa Gruppo, reti e fantasia Il torneo perfetto del

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Palombella rosa Gruppo, reti e fantasia Il torneo perfetto del
18 agosto 2016
Pagina 12
La Gazzetta dello Sport
C. C. NAPOLI
Palombella rosa Gruppo, reti e fantasia Il torneo
perfetto del Setterosa
Le magie di Garibotti schiacciano la Russia: in finale da imbattute e con 51 gol. La
Gorlero: «Siamo unite, non fermiamoci»
C' era una volta il Settetigre d'oro ad Atene.
Ora c'è il Setteleonesse, per dirla con la
portiera Gorlero, e potrà giocarsi l'oro olimpico
come nel 2004 contro le americane detentrici e
iridate, con le quali sarà sfida doppia: dal
debutto di Sydney 2000, nella pallanuoto
femminile ha sempre trionfato una bandiera
diversa.
L'Italia è 11 con le americane che hanno
battuto l'Ungheria nell'altra semifinale. La
nazionale di Fabio Conti ci arriva con il crisma
dell'imbattibilità e 51 reti segnate: dopo aver
dominato per la seconda volta la Russia, cui
non è bastato un 20 a freddo iniziale per
spaventare le azzurre.
A MEMORIA Una semifinale intensa, resa
avvincente dalla mitraglia di reti 5 di Arianna
Garibotti, una genovese che fa gol di club a
Messina, pronta ad agganciare la top player
«greca» Roberta Bianconi: insieme le due i
dividono equamente 24 reti, e sono la parte
più visibile di una squadra che possiede tanto
altro. A cominciare dalla Gorlero, che pare la
Conti dell'antico ciclo; per proseguire con una
Rosaria Aiello che si procura i rigori
trasformati dalla Bianconi, e con una Chiara
Tabani, la più giovane del gruppo,
ispiratissima nella palombella più millimetrica
del match. Ed ancora con l'espertissima Di
Mario, un sigillo personale nel cuore del match, quando ancora la resistenza delle russe non era vinta
del tutto: Tania trovava la gemma, divincolatasi dall'assedio delle avversarie che hanno provato ad
annullare, vanamente, le nostri fonti di gioco. Bloccando la Bianconi si liberava la Di Mario, bloccando la
Emmolo si liberava la Radicchi, bloccando la Queirolo si liberava la Tabani. Per non dire del gran
lavoro al centro di Frassinetti e Aiello. Meccanismi tali da mandare in confusione la Russia. Il Setterosa
è solido, compatto e capace di gestire il match alternando le sue tiratrici: solo Pomeri e Cotti hanno fatto
più panchina, mentre le controfughe delle zarine sono risultate spesso velleitarie, perché la difesa
azzurra a zona rendeva le loro conclusioni inefficaci se non imprecise.
CORSI E RICORSI Un Setterosa lanciatissimo, in finale, dopo 2 Olimpiadi senza podio: il tempo di
ricostruirlo e adesso è la miglior realtà della pallanuoto mondiale, bronzo mondiale ed europeo, ma mai
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davvero in finale per l'oro. Mai così fino in fondo, così deciso e padrone delle operazioni: nel percorso di
crescita, sembrava un tabù approdare alla finalissima. Un anno fa l'Italia battè le americane ai Mondiali
nella prima fase, ma poi fu fermato in semifinale dall'Olanda ai rigori e finì per giocarsi il terzo posto,
come agli Europei di Budapest 2014 e Belgrado 2016. Stavolta il gruppo Conti si sta superando di
match in match, alla ricerca del torneo perfetto. Da dominatore. Come quello di Formiconi di un'altra
pallanuoto: lì c'erano più star che facevano la differenza, qui c'è più voglia operaia. A legare le due
esperienze c'è la Di Mario, capocannoniere nel 2004 e qui «fiera di essere la capitana di questa
squadra». Un Setterosa show anche la sera prima delle partite, tra fogli sparsi tra le stanze, annotazioni
sulle avversarie che sembrano degli aneddoti, prove diventate poesie e confronti video. Nulla lasciato al
caso, gestito con saggezza da un allenatore che non ha patito il confronto con quel passato e in questi
anni si è creato un gruppo a sua immagine e somiglianza.
FESTA 200 Conti era talmente sicuro d'aver promesso alla moglie russa: «Vai pure a teatro, quando
torni leggerai il risultato. E mi sono fatto il più bel regalo: la finale sarà la mia duecentesima partita da
c.t. Ho pure una scommessa con Tania: teme di perderla, ma non posso svelarla adesso. Abbiamo
infranto ogni tabù, ci davano come outsider, ma nella prima gara da favoriti abbiamo dimostrato di
essere superiori». Il secondo tempo è stato decisivo per spezzare le speranze della Russia, la cui
reazione finale era orgogliosa ma senza più patemi per le azzurre. E a infondere sicurezza è la Gorlero,
che giocava con la Garibotti nelle giovanili: «Ho promesso ai miei che sarei tornata con l'oro. Se non
sarà così è perché mi avranno strappato il cuore, la testa, le gambe, tutto. Abbiamo il braccio di Roberta
e Arianna, la mente di Tania, e siamo unite.
Ma ora non fermiamoci». Provaci ancora, Setterosa.
STEFANO ARCOBELLI
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