Capacità finita o infinita?
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Capacità finita o infinita?
AO automazioneoggi appunti appunti Capacità finita o infinita? La procedura MRP presenta degli svantaggi superabili con l’adozione di alcune tecniche complementari e/o alternative DANIELE CATTANEO T MRP input MRP processing MRP output Changes Order releases utti i sistemi di pianificazione e Order Modular Planned-order schedulazione della produzione si schedule Forecast schedules basano su un modello dello stabiliPrimary reports mento e rappresentano in modo Secondary MRP Exception reports Design List reports approssimato quanto accade durancomputer changes of materials Planning reports programs te il processo di produzione. La reattività verso i Performance clienti, richiesta oggi dal mercato, esige tuttavia control reports Receipt Inventory cambiamenti rapidi; il modello dello stabilimenrecords Withdrawals to non si adegua però altrettanto rapidamente, Inventory cosicché si crea una crescente disparità tra il transaction mondo della produzione reale e il modello utilizzato per la pianificazione della stessa. Un modo per gestire la differenza tra previsioni e realtà La procedura MRP elabora gli ordini cliente per consiste, allora, nel modificare le modalità di pia- emettere ordini di produzione e ordini di acquisto, senza considerare i vincoli di capacità delle macchine nificazione sul breve periodo. Molti sistemi MRP II (Manufacturing Resource Planning) si basano su una logica di schedulazione MRP ad anello chiuso te incrementano i costi di magazzino ma, al contrario, fre(un’evoluzione della procedura MRP) e non colgono le quenti variazioni delle operazioni di produzione aumentavariazioni degli ordini, non considerano i costi associati no i costi di set-up e diminuiscono il ritmo produttivo alla modifica delle operazioni sulle linee di packaging, sostenibile. Quando la schedulazione non è in grado di assumono lead time fissi e non tengono conto dei vincoli valutare rapidamente le differenze tra questi obiettivi, le di capacità delle macchine. Per queste ragioni le condi- decisioni potrebbero basarsi semplicemente sulla convezioni e le sequenze delle operazioni di produzione sono nienza piuttosto che sui costi. spesso rifinite manualmente. L’attività di schedulazione della produzione deve necessariamente bilanciare i livelli La schedulazione MRP di servizio al cliente, gestione magazzino ed efficienza Le procedure MRP e CRP (Capacity Requirements nelle operazioni di produzione; i benefici ottenuti rag- Planning) sono generalmente processate in serie e in due giungendo uno solo di questi obiettivi dovrebbero evi- fasi ben distinte. Prima si esegue la procedura MRP, a dentemente superare i costi sostenuti nel tralasciare gli fronte di un piano principale di produzione (MPS, Master obiettivi rimanenti. Un elevato livello di servizio al clien- Production Schedule) o per risolvere la pianificazione dei te, infatti, potrebbe richiedere scorte elevate o frequenti materiali; successivamente è eseguito il CRP per determivariazioni nelle operazioni di produzione; le scorte eleva- nare se il piano di produzione sia realizzabile dal punto di 190 MAGGIO 2004 • AUTOMAZIONE OGGI 269 AO appunti Finished chair Assembly diagram Back supports Front legs Cross bar Seat Cross Bar Side rails Product structure tree Chair Leg Assembly Legs (2) Back Assembly Seat Cross Bar Side rails (2) Cross bar Back supports automazioneoggi appunti momento in cui è richiesta la lavorazione su quel centro. In questo modo, le date d’inizio e di fine delle operazioni sarebbero determinate dai carichi sui centri di lavoro. Il piano di produzione ottenuto con questa modalità è fattibile, perché i fabbisogni dei materiali sono sincronizzati con una schedulazione a capacità finita. FCS consente quindi una schedulazione più vincolata, con intervalli di tempo più brevi, lead time variabili e una simulazione di dettaglio più raffinata; esistono tuttavia alcuni contesti in cui lead time fissi e capacità infinita sono assunzioni valide. E’ il caso, per esempio, dei sistemi DRP (Distribution Requirements Planning) e di alcuni sistemi di acquisto. Per essere competitivi il mercato richiede oggi la compressione dei lead time, la riduzione delle giacenze e la massimizzazione dell’utilizzo delle risorse (riducendo i costi); MRP è una soluzione da tene- L’esplosione della distinta base consente di determinare il fabbisogno necessario per ciascun articolo Procurement of raw material D Fabrication of part E vista della capacità produttiva. Nel caso in cui il piano di produzione non sia realizzabile, è necessario impostare diversamente i requisiti del sistema, eseguire di nuovo la procedura MRP, la procedura CRP e così via, sino a ottenere un piano di produzione fattibile. Questo modo di procedere si è rivelato, però, inefficace. Alcuni rivenditori di sistemi MRP II hanno implementato una logica di schedulazione a capacità finita (FCS, Finite Capacity Scheduling) per migliorare il processo di pianificazione; nonostante essa incrementi l’efficacia della schedulazione locale sui centri di lavoro, non riduce significativamente il lead time necessario per consegnare il prodotto finito al cliente. Per essere ancora più efficaci FCS e MRP avrebbero bisogno di interagire in un unico processo. Dalle precedenti considerazioni sulla capacità si può dedurre che gli sfasamenti tra i lead time si possono calcolare dinamicamente in base al carico effettivamente schedulato su ciascun centro di lavoro, proprio nel Nei sistemi a capacità finita si possono emettere ordini d’acquisto per le materie prime basandosi sulle date di effettivo inizio delle operazioni di produzione Subassembly A Procurement of raw material F Final assembly and inspection Procurement of part C Procurement of part H Subassembly B 1 Procurement of raw material I 2 3 Order point Fabrication of part G 4 5 6 7 Week number 8 9 10 11 Available for delivery I materiali e gli assiemi, prodotti o acquistati dall’azienda, sono sincronizzati e resi disponibili per l’impiego sui centri di lavoro re in considerazione per aziende con distinte base profonde, che operano in modalità ‘make to stock’ (produzione per il magazzino). Le società che, invece, avrebbero meno da guadagnare con questa procedura, sono quelle che hanno distinte base snelle e poco profonde, dove tipicamente la puntualità di consegna e la gestione delle risorse rappresentano elementi cruciali. Si tratta generalmente di fornitori di altre aziende o realtà con una produzione dedicata esclusivamente a un cliente. Esistono due strategie da seguire nei casi in cui si abbia a che fare con lead time brevi e frequenti variazioni del piano di produzione: i fornitori possono anticipare i fabbisogni dei clienti oppure produrre in modalità ‘make to order’ (produzione su commessa). Anticipare la produzione significa spesso sostenere alti costi di magazzino, mentre produrre strettamente su commessa porta frequentemente a elevati costi di set-up, al ricorso al lavoro straordinario e alla terzializzazione della produzione. Nella maggior parte dei casi soddisfare il cliente al minor costo possibile è una soluzione che combina entrambe le strategie. MAGGIO 2004 • AUTOMAZIONE OGGI 269 191 AO automazioneoggi appunti appunti Un punto debole La visibilità e la disponibilità di tutte le informazioni necessarie all’elaborazione del piano di produzione sono oggi un fattore determinante e la procedura MRP presenta, in questo senso, alcuni svantaggi evidenti. Innanzitutto, il disaccoppiamento tra ordini cliente e ordini di produzione. MRP, infatti, è costruito su un modello di fabbisogni ‘esterni’ (ordini cliente) e fabbisogni ‘interni’ (ordini di produzione). Nei prodotti con distinta base semplice (tipicamente descritti con un solo ciclo di produzione), situazione tra l’altro non ideale per la procedura MRP, gli ordini del cliente sono disaccoppiati dagli ordini di produzione. Per identificare quali clienti siano influenzati da un ritardo di produzione è necessario ricorrere all’intervento umano, perché il sistema si limita a indi- La schedulazione diretta degli ordini cliente, senza care semplicemente uno sfasamento tra approvvi- aggregazione, permette di avere la visibilità di come gionamenti e domanda. Dopo che l’MRP ha lan- eventuali modifiche del piano incidano su un ordine; ciato gli ordini di produzione - senza considerare i è poi compito della procedura di schedulazione mantenere elevata l’efficienza delle macchine limiti di capacità produttiva delle macchine - gli ingranaggi del sistema produttivo si mettono in moto e, in particolare, vengono fissate le date di rilascio riguardanti la capacità delle macchine, lacuna peraltro degli ordini, viene definito il profilo del magazzino congenita della procedura. secondo i fabbisogni e comincia l’approvvigionamento Una prima analisi sulla capacità produttiva può essere dei materiali. Il secondo svantaggio della procedura MRP anticipata a livello del piano principale di produzione, ma consiste proprio nella totale assenza di informazioni non può necessariamente essere risolta a tale livello, in quanto si considerano principalmente i prodotti finiti. Per testare la capacità produttiva nel dettaglio è necessario esplodere la distinta base e i cicli di produzione analizzando le risorse coinvolte nella realizzazione del pro• CRP (Capacity Requirements Planning): processo per stabilire, misurare e rifinire i dotto finito. Infine, se a valle della limiti e i livelli di capacità; determina quante risorse sono necessarie per eseguire procedura MRP viene eseguita una un’operazione di produzione procedura FCS, quest’ultima non può • MRP ad anello chiuso: è la procedura MRP che include il CRP e le informazioni di che intervenire ottimizzando le risorritorno con cui sono descritti i progressi degli ordini in corso di lavorazione; in sostanse a livello dei centri di lavoro. za, è l’interfaccia tra il piano principale di produzione (MPS) e il processo di pianifiPiuttosto di eseguire prima la procecazione della produzione. Utilizza la procedura MRP per sviluppare un piano CRP; dura MRP, poi la FCS, sarebbe più confronta quindi la capacità pianificata dall’MPS e dall’MRP con la capacità disponiefficace integrare i materiali e la bile, determinando la fattibilità del piano di produzione capacità produttiva delle macchine in • DRP (Distribution Resource Planning): procedura di pianificazione delle risorse in un unico processo di pianificazione e un sistema distributivo: spazio necessario nei depositi, mezzi di trasporto, approvvischedulazione. In questo modo, si gionamento ai diversi livelli di magazzino, ecc. potrebbero sciogliere simultanea• FCS (Finite Capacity Scheduling): schedulazione della produzione con il vincolo di mente i vincoli relativi al fabbisogno capacità finita dei materiali e alla capacità produtti• MRP (Material Requirements Planning): tecnica di calcolo del fabbisogno materiava, propagando al contempo in tutto li utilizzando distinta base, scorte di magazzino e MPS il sistema gli effetti portati da even• MRP II (Material Resources Planning): metodo di pianificazione delle risorse che tuali problemi (o variazioni) nelle relaziona tra loro diverse funzioni: MPS, MRP, CRP, ecc.; l’output di questi sistemi è operazioni di produzione. La pianifiintegrato con la reportistica finanziaria cazione e la schedulazione dettaglia• MPS (Master Production Schedule): piano principale di produzione (quantità di prota, allora, permetterebbero la formuduzione per data e risorsa) lazione di un piano di produzione fat• lead time: tempo che intercorre tra l’emissione di un ordine di produzione o di un tibile sia in considerazione dei fabbiordine di acquisto e l’istante in cui l’articolo è disponibile per l’impiego sogni di materiale, sia in relazione alla capacità delle risorse produttive. Alcune definizioni 192 MAGGIO 2004 • AUTOMAZIONE OGGI 269 AO appunti Organizzare gli ordini cliente Si è accennato al disaccoppiamento tra ordini cliente e ordini di produzione. E’ prassi comune aggregare gli ordini di produzione di parti comuni per elaborare un solo ordine di produzione perché l’aggregazione consente la gestione del lotto economico; una volta che il lotto è stato completato, però, si perde l’integrità dell’ordine, dato che i sottoinsiemi del lotto generati da diversi ordini cliente proseguono per differenti cicli di produzione. A causa di questo processo di aggregazione l’MRP non riflette esattamente quello che accade nella realtà. Esso, infatti, pianifica l’ordine di produzione di una certa quantità, basandosi sulle informazioni del lead time e considerando esclusivamente gli ordini cliente già presenti a magazzino; la procedura non considera gli ordini cliente in processo o quelli che devono ancora essere eseguiti e sono stati pianificati. L’aspetto meno pratico della procedura consiste nel fatto che se si individua un problema sulla consegna di un prodotto è necessario effettuare manualmente un’azione per riorganizzare la produzione. Per valutare l’effetto dell’azione sugli altri ordini di produzione si devono rielaborare le date di scadenza e si deve verificare la presenza di eventuali problemi gestionali (inattività delle macchine, fabbisogno dei materiali, ecc.). Dunque, MRP non solo inibisce la visibilità sugli ordini cliente ma, trascurando la capacità dell’impianto di produzione, non è neppure di supporto nella schedulazione degli ordini. La visibilità sul completamento degli ordini è probabilmente uno degli aspetti più importanti per eliminare le scorte di magazzino superflue; la procedura MRP non riconosce il completamento di un ordine cliente fino a quando non viene effettuata una transazione a magazzino. Così, nella variazione di un ordine cliente la procedura non trasferisce la produzione già completata nell’ordine successivo ma, semplicemente, in modo miope, alloca nuovamente la produzione su quell’ordine cliente. MRP non ottimizza nemmeno la pianificazione dell’acquisto di materiali e materie prime, dal momento che sono ritenuti lead time di produzione fissi; dovrebbero essere considerate, piuttosto, le date in cui esiste effettivamente la capacità per la produzione degli ordini; i lead time fissi portano invece ad approvvigionare i materiali in anticipo o in ritardo. Le alternative E’ possibile adottare alcuni accorgimenti e seguire approcci alternativi alla procedura MRP. Un primo modo di procedere suggerisce di semplificare il più possibile la struttura del prodotto, in modo che la maggior parte degli articoli possa essere descritta con un ciclo di produzione. Il secondo approccio consiste nell’adozione di un modello a capacità finita; in questo modo è possibile valutare immediatamente gli effetti portati dalla modifica di un ordine o da problemi di produzione sugli altri ordini cliente. La pianificazione ottenuta è certamente più realistica dal punto di vista della capacità produttiva e del magazzino, senza considerare, poi, la possibilità di emettere ordi- automazioneoggi appunti ni d’acquisto per le materie prime basandosi sulle date di effettivo inizio delle operazioni di produzione (e non sui lead time fissi). Un terzo approccio consiste nella schedulazione diretta degli ordini cliente, senza aggregazione, per poter vedere come eventuali modifiche incidano su un ordine; sarà poi compito della procedura di schedulazione mantenere elevata l’efficienza delle macchine, non dell’aggregazione in un unico ordine di produzione come avviene per l’MRP. Questa alternativa è particolarmente utile per produzioni su commessa (make to order), dove viene riservata particolare attenzione proprio agli ordini cliente. In questo caso, vi è sempre visibilità sullo stato dell’ordine: tutte le operazioni necessarie vengono mostrate come parte dell’ordine (non a livelli inferiori del prodotto), la produzione già completata di un’operazione può essere riallocata agli ordini cliente, secondo criteri di priorità, e tutte le operazioni successive portano date di completamento realistiche, calcolate considerando il vincolo di capacità finita. Le alternative alla procedura MRP sono spesso in grado di ottimizzare il carico sulle macchine, i vincoli di capacità e di materiale, le variazioni nelle operazioni di produzione, il bilanciamento delle linee (nel caso di più linee di produzione) e un’efficiente allocazione delle scorte a magazzino. ■