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Interrogazione a risposta in Commissione X (trasporti)
Al Ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti
Per sapere, premesso che:
l’emergere di nuovi mercati e la crescente integrazione dei sistemi produttivi su scala mondiale
hanno accresciuto l’importanza della rete infrastrutturale quale fattore distintivo per la competitività
dei sistemi produttivi regionali, sia in termini di mantenimento delle capacità produttive esistenti
che di attrazione di nuovi investimenti esteri;
la dinamica del commercio internazionale si è accompagnata ad una riconfigurazione della
geografia degli scambi che ha visto emergere nuovi attori, i cui traffici sono aumentati negli ultimi
anni a tassi superiori (per i paesi asiatici la crescita degli scambi nell’ultimo decennio è stata in
media del 13% all’anno, + 20% per la sola Cina) rispetto a quelli delle economie avanzate
nordamericane (+5% medio annuo) ed europee (+8%);
il progredire della globalizzazione (con i suoi effetti positivi e problematici), l’allargamento dei
Paesi membri dell’Unione europea, le previste nuove adesioni dei Paesi candidati dall’area
balcanica, i cambiamenti politici in corso nel nord-Africa, la crescente domanda di risorse naturali
ed energetiche da parte delle economie emergenti. Sono tutti fenomeni che richiedono rinnovate
valutazioni, anche in termini di risposte infrastrutturali;
la Commissione europea nella comunicazione “Pacchetto per la crescita: integrazione delle
infrastrutture europee” (COM(2011)676), ha affermato l’esigenza di investire nelle infrastrutture
attribuendo un’importanza fondamentale agli investimenti per le reti transeuropee dei trasporti –
reti TENT-T - indispensabili per favorire la coesione economica, sociale e territoriale nell’UE e, di
conseguenza, la completa integrazione del mercato unico ed il perseguimento degli obiettivi della
Strategia UE 2020;
il Connecting Europe Facility (COM(2011)665), ossia il “meccanismo per collegare l’Europa”,
prevede un piano di investimento nel settore dei trasporti, per il prossimo quadro finanziario
relativo al periodo 2014-2020, pari a 31,7 miliardi di euro, di cui 10 miliardi provenienti dal Fondo
di coesione. Potranno beneficiare di tali finanziamenti i progetti destinati a sopprimere le
strozzature, realizzare i collegamenti mancanti, garantire trasporti efficienti e sostenibili a lungo
termine nonché favorire l’integrazione, l’interconnessione e l’interoperabilità tra le varie modalità
di trasporto;
la costruzione di un compiuto sistema dei trasporti che valorizzi gli asset esistenti, colmi i deficit
infrastrutturali e colga i vantaggi competitivi offerti dalla internazionalizzazione dell’economia e
dei mercati, costituisce un obiettivo prioritario per lo sviluppo dell’area euro-mediterranea. Il 19
ottobre u.s. la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento (COM(2011)650)
che segna un cambiamento di approccio nell’ambito della politica delle reti TEN-T “Linee giuda
per lo sviluppo delle reti Transeuropee” (Decisione UE n. 884/2004) risultato di un accordo politico
raggiunto dopo lunghi negoziati dall’Italia nel suo semestre di presidenza UE nel 2003; in tale
accordo l’Unione Europea riconosceva il carattere strategico dell’Italia nell’area euro-mediterranea;
i porti del mediterraneo si trovano in una posizione di vantaggio rispetto agli scali nordeuropei, non
solo per i traffici con i paesi confinanti con l’UE, ma anche rispetto agli scambi intercontinentali (le
navi che seguono le rotte Asia-Europa-America impiegano tre giorni di navigazione in più per
raggiungere i porti del Nord), a patto di garantire un’adeguata accessibilità sia di tipo
infrastrutturale che come livello di servizi offerti;
il rafforzamento del sistema portuale mediterraneo rappresenta quindi una strategia chiave nel
garantire la sostenibilità del trasporto merci, sia evitando i costi di una probabile saturazione degli
scali nordeuropei, sia attraverso il decongestionamento degli assi di trasporto a nord delle Alpi, a
favore di migliori connessioni con i territori europei più periferici e sviluppando il trasporto
intermodale;
dal punto di vista della sostenibilità ambientale, in coerenza con le strategie delineate nel Libro
Bianco sui Trasporti dell’Unione Europea, l’implementazione di un corridoio sub-mediterraneo
contribuirebbe all’abbattimento delle emissioni di CO2 grazie al riequilibrio modale verso il
trasporto marittimo e ferroviario. A livello europeo, per ogni punto percentuale di domanda di
trasporto traslata dal trasporto stradale a quello marittimo si eviterebbero emissioni in atmosfera
pari a circa 2.5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente;
in quest’ottica, la creazione di un asse multi-modale est-ovest nella parte centrale del Mediterraneo
può contribuire a riequilibrare il traffico marittimo delle merci, integrando le infrastrutture
progettate sia per la proposta di corridoio 3 “Corridoio Mediterraneo” che di corridoio 5 “Helsinki Valletta”. I potenziali benefici per il sistema di trasporto europeo sarebbero quindi riscontrabili in
termini di:
1) riposizionamento di una parte dei traffici, al momento solo su strada, riducendo l'impatto
ambientale e favorendo il carattere intermodale (in linea con uno dei principali obiettivi delle
strategie europee di trasporto e nazionali);
2) stimolo della competitività dei sistemi portuali del Mediterraneo, favorendo l’attrazione di
scambi commerciali e la riduzione dei costi logistici;
3) contributo al processo di integrazione ed alla crescita economica dei paesi mediterranei,
riequilibrando il baricentro economico e territoriale rispetto al nord Europa;
se il tema delle infrastrutture rappresenta un punto nodale per lo sviluppo dell’Europa e del nostro
Paese, lo è ancor più per lo sviluppo dell’Italia di mezzo in funzione delle sue peculiari
caratteristiche territoriali ed economiche. Finora, infatti, i principali assi di comunicazione si sono
sviluppati prevalentemente secondo una naturale direttrice nord-sud, tralasciando però nel tempo la
pur importante necessità di garantire una migliore mobilità est-ovest. In questo quadro si colloca la
proposta portata avanti dal Presidente della Toscana, alla quale ha aderito il Presidente della
regione spagnola della Catalogna, di integrare la rete TEN-T con un corridoio di tipo paneuropeo
“mediterraneo”, progetto che connette la Regione ed il centro Italia al corridoio balcanico: un asse
infrastrutturale che parte dalla piattaforma logistica Alto Tirreno (La Spezia-Livorno-Piombino) e,
che operando in una logica di sistema con la retroportualità di Prato e di Guasticcie, attraverso il
potenziamento della tratta Livorno-Grosseto ed il corridoio tirrenico della E78 Grosseto Fano, si
potrebbe raccordare direttamente con il porto di Ancona quale terminale di un ponte di terra o
“land-bridge” La Spezia-Livorno-Ancona;
la saldatura dei territori, il sostegno alla trasversalità dei flussi commerciali rappresenterebbero una
importante opportunità di crescita per i distretti produttivi dell’Italia centrale in collegamento con il
mercato balcanico, da un lato, e quello del Mediterraneo occidentale dall’altro.
Quali siano le valutazioni del Ministro interrogato sulla proposta avanzata dal presidente della
regione Toscana di integrare la rete Ten-T con il descritto corridoio paneuropeo mediterraneo; se
non reputi opportuno attivarsi, in considerazione dell’avvio, nel prossimo mese di maggio, presso il
Parlamento Europeo della discussione sulle reti TEN-T, per promuovere tale integrazione,
proponendone, eventualmente, l’inserimento come variante al citato “Corridoio 3”, individuato tra i
10 corridoi plurimodali costituenti la rete centrale o core network, da realizzare entro il 2030, come
ipotizzato dal Libro verde “Verso una migliore integrazione della rete transeuropea di trasporto al
servizio della politica comune dei trasporti” (COM(2009)44).
Silvia Velo