1 Montuschi Ferdinando, Apprendimento, La Scuola

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1 Montuschi Ferdinando, Apprendimento, La Scuola
Montuschi Ferdinando, Apprendimento, La Scuola, Brescia
1976, pp. 136.
Recensione di Cristina Richieri
30 giugno 2006
Abstract
The author approaches the analysis of the learning process along two distinct lines
which come to support each other: the study of the vast amount of literature on the
subject through a selective method which aims to point out the fields which are still
not sufficiently explored, and the study of some fragments of reality in order to
approach the learning process in its whole individual genesis. He discusses how the
learning experience can become relevant to the person, which role the teacher
should play, and what paths future studies might follow.
L’Autore affronta l’analisi del processo di apprendimento secondo due linee di
approccio che risultano completarsi reciprocamente: lo studio della vasta letteratura
sull’argomento attraverso un metodo selettivo che mira ad individuare le aree non
ancora sufficientemente indagate, e lo studio di alcuni frammenti di realtà allo
scopo di affrontare il processo di apprendimento nell’interezza della sua genesi
individuale. L’Autore analizza le modalità secondo cui l’apprendimento può
trasformarsi in significativo per la persona, il ruolo che dovrebbe assumere
l’insegnante e i percorsi che potrebbero essere sviluppati in futuro.
.
Recensione
Prima di procedere all’analisi del volume, è opportuno prendere visione per
sommi capi del contesto culturale che ha caratterizzato gli anni immediatamente
precedenti la pubblicazione di Apprendimento, non solo ricorrendo alle opere
esplicitamente citate da Montuschi all’interno del libro e nella bibliografia, ma anche
alle opere pubblicate in quegli anni che in qualche modo possono aver contribuito a
determinare il percorso di ricerca dell’Autore, ciò in considerazione dell’estrema
significatività delle interconnessioni possibili.
Con gli anni ’70 prende avvio la ricerca qualitativa (quella quantitativa aveva
avuto il suo massimo sviluppo tra gli anni ’50 e ’70): nel 1974 Cronbach propone
all’Associazione Americana di Psicologia di abbandonare l’ aspirazione della ricerca
alla generalizzazione ed apre la strada all’analisi delle caratteristiche peculiari degli
individui, senza pretesa di spiegazioni nomologiche.1
Già negli anni ’30, Kurt Lewin aveva iniziato a prendere la distanze dall’approccio
quantitativo per poi sviluppare, negli anni ’40, il concetto di ricerca-azione. Nel
1965 era uscito in Italia il suo Teoria dinamica della personalità .2
Nel 1966 viene pubblicato Pensiero e linguaggio di Vygotskij (uscito nel 1956 in
forma censurata e poi apparso in traduzione americana e forma ridotta nel 1962,
1
2
Margiotta U., Logica e metodologia della ricerca educativa, manoscritto, Venezia 2006.
Lewin K., Teoria dinamica della personalità (a cura di G. Petter), Universitaria, Firenze 1965.
1
con prefazione di Bruner e commenti di Piaget). Nel 1969 esce la traduzione
italiana di Psicologia e pedagogia di Vygotskij, Luria e Leontiev.3
Nel 1967, un anno dopo la sua pubblicazione in America, compare in Italia Verso
una teoria dell’
istruzione di Bruner.4 Nel 1972 esce la traduzione italiana di Learning
from Experience di Bion5 e nel 1973 quella di Le condizioni dell’
apprendimento di
Gagné .6
Questa rapida panoramica del dibattito scientifico che ha avuto luogo negli anni
immediatamente precedenti la pubblicazione di Apprendimento ci permette di
sintetizzare in una serie di costrutti il pensiero condiviso che è andato formandosi a
partire da quegli anni e di comprendere, perciò, in quale clima Montuschi abbia
elaborato il suo itinerario di ricerca:
- la ricerca di impostazione idiografica consente di tendere alla comprensione
delle motivazioni che determinano l’agire di ogni individuo in un dato momento e
in un dato luogo;
- il fenomeno dell’apprendimento deve essere studiato anche in relazione alla
componente affettiva perché questa condiziona i rapporti tra discente e contesto
esperienziale;
- la vita di relazione è in grado di accompagnare e sostenere il processo di
apprendimento;
- scopo dell’educazione è un apprendimento significativo e consapevole che
diventa tale nel momento in cui viene privilegiato il processo anziché il mero
prodotto conoscitivo.
Tutto ciò premesso, prima ancora di entrare nel merito del libro, è di estremo
interesse analizzare l’approccio utilizzato da Montuschi. Lui stesso definisce
l’esperienza di scrittura di Apprendere un itinerario di ricerca.
Egli parte dal presupposto che la capacità percettiva del fenomeno
“apprendimento” è ancora inadeguata: le ricerche si basano essenzialmente su
approcci psicologici o filosofici e indagando aspetti particolari senza riuscire ad
approdare ad una visione pedagogica unitaria; vi sono riferimenti concettuali validi
e buone tecniche didattiche, ma mancano ancora le chiavi di lettura
dell’
osservabile.
Montuschi rende esplicita la sua posizione in merito: non occorre una nuova
teoria, bensì un punto di vista attivo costruito dall’
osservatore, mobile e
continuamente orientabile nella direzione che consente di cogliere meglio il
problema sotto il profilo educativo.
A tale scopo non si prefigge di passare in rassegna le varie teorie
dell’apprendimento oppure di scrivere un trattato sull’argomento (una summa vale
più per chi la scrive che per colui che la legge, afferma Montuschi), bensì applica il
metodo della selezione: inizia con l’esaminare la polarizzazione degli interessi degli
studiosi, registra la presenza delle tematiche che ricorrono con più insistenza
(senza entrare nel merito), nonché le carenze evidenziate dalla ricerca, ossia le
domande esplicitamente o implicitamente rimaste senza risposta, senza voler trarre
conclusioni affrettate, ma conservando i primi risultati come ipotesi di percorsi
ulteriori.
Questo approccio topografico di identificazione delle lacune da colmare, per
delineare un possibile cammino, assume l’aspetto di un quasi-diario-di-bordo con i
suoi esponenti linguistici ben rintracciabili nel testo, nella fattispecie le domande
che Montuschi pone a se stesso man mano che l’elaborazione del libro procede.
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Vygotskij L.S., Luria A.R., Leontiev A.N., Psicologia e pedagogia, Editori Riuniti, Roma 1969.
Bruner J.S., Verso una teoria dell’
istruzione, Armando, Roma 1967.
Bion W. R., Apprendere dall’
Esperienza, Armando Armando, Roma 1972.
Gagné R.M., (a cura di Roberto Maragliano), Le condizioni dell’
apprendimento, Armando, Roma 1973.
2
Alle domande fanno da contrappunto le sezioni di bilancio parziale della indagine.
Entrambe queste strategie di organizzazione testuale riescono a guidare il lettore, a
farlo entrare in sintonia con lo sviluppo del processo di ricerca dell’Autore e, non da
ultimo, a fornire allo stesso Autore la trama su cui intessere progressivamente la
propria ricerca.
La prima parte della analisi è di carattere analitico-letteraria. La letteratura si
rivela essere fonte ricchissima di ambiti da studiare, di idee risolutive e di
suggerimenti impliciti nella misura in cui viene sfruttata dal lettore-ricercatore
anche imparando a leggere oltre a quanto il ricercatore abbia detto o scritto.
Da questa prima analisi emerge che i problemi irrisolti (quelli cioè che
costituiscono gli aspetti più promettenti per future ricerche) sono quelli inerenti alle
differenze individuali e al rapporto apprendimento-esperienza, spostando l’ambito di
indagine dai meccanismi dell’apprendimento e dai suoi risultati alla osservazione di
contesti più globali.
All’approccio analitico-letterario, teso a definire le problematiche irrisolte,
Montuschi fa seguito con un approccio sintetico-esistenziale che non ha pretesa di
generalizzabilità , ma che vuole tentare di cogliere l’
apprendimento nella sua genesi
unitaria e nel contesto della persona.
A questo scopo esamina tre diversi frammenti di realtà ( un passo tratto da La
storia di Elsa Morante, un’intervista e un caso clinico) che sembrano confermare i
risultati che l’esame della letteratura gli aveva suggerito:
- è necessario considerare il prodotto e il processo di apprendimento non solo
come realtà in rapporto, ma soprattutto come momenti interagenti di un tutto
unitario;
- è necessario uscire dal generico e dai principi astratti per cogliere
l’
apprendimento nella sua traduzione in comportamenti significativi;
- l’apprendimento è il prodotto di un rapporto che l’individuo intrattiene con il
mondo, con gli altri e con la propria storia.
Una via percorribile, sottolinea Montuschi, sarebbe quella di cercare di
individuare sistemi tipificati di relazioni in contesti ben individuabili di rapporti per
poter tentare una classificazione dei vari tipi del processo di apprendimento da un
punto di vista dinamico.
Montuschi rinuncia fin da subito ad una classificazione completa per
intraprendere, invece, un percorso esemplificativo di legittimazione della sua ipotesi
iniziale tramite l’ analisi di una modalità inadeguata di relazione, che per questo
motivo risulta incapace di produrre vero apprendimento. La modalità di relazione
esaminata è quella che si instaura nel contesto scolastico. Questa risulta inadeguata
perché incapace di promuovere apprendimenti rilevanti per la persona e il cui esito
finale è la percezione da parte degli studenti di due modalità di apprendimento
antitetiche, uno esistenziale concernente le esperienze extra-scolastiche, l’altro
scolastico totalmente avulso dalla vita e dai bisogni veri.
Qui Montuschi tocca il cuore del problema: rendere l’apprendimento significativo
per la persona implica la presa di coscienza da parte di chi insegna dell’esistenza
del molteplice, del fatto che una stessa esperienza educativa può rivelarsi utile per
un individuo e, invece, totalmente inutilizzabile per un altro, perché diverse
possono essere le modalità di visione del mondo e le modalità di elaborazione del
vissuto.
Oltre a questa gestione delle diversità , chi insegna dovrebbe essere in grado di
promuovere l’apprendimento attraverso la complessa esperienza di gruppo che
risulta essere, sottolinea Montuschi, la forma [di apprendimento] più significativa
che ora si conosca perché in grado di garantire longevità a quanto appreso, non
tramite i meccanismi della memoria ma tramite personale esperienza di emozioni.
3
Queste due esigenze, gestione delle diversità e armonizzazione della
complessità , delineano un nuovo ruolo del docente, quello di facilitatore dei processi
di apprendimento, come già intuito da Rogers in Libertà nell’
apprendimento.7
La nuova figura di docente implica genuinità nei rapporti e qualità e modi di porsi
nei confronti del discente che portano ad averne stima e fiducia, allo scopo di
stabilire un tessuto relazionale favorevole alla condivisione. Anche la comprensione
empatica, che permette di guardare la realtà attraverso gli occhi dell’altro tenendo
conto delle sue esigenze e dei suoi punti di vista, aiuta a stabilire un ambiente
favorevole all’apprendimento, ma purtroppo questa attitudine, come sottolinea
Rogers e come ricorda Montuschi, è particolarmente ignorata nella scuola.
L’apprendimento istituzionalizzato dovrebbe perciò arricchirsi di quegli elementi
propri dell’apprendimento esistenziale, della dimensione umana in primo luogo,
affinché esso diventi capitalizzazione personale, padronanza non solo dei contenuti
ma anche dei processi di acquisizione, in un continuo rapporto dialettico tra sé e
quanto acquisito. Ciò allo scopo di imparare a capire come meglio utilizzare le
proprie conoscenze ed ad essere responsabili del proprio cammino formativo.
Il percorso di ricerca tracciato da Montuschi tramite l’accostamento della
letteratura e dei dati rilavati dall’osservazione empirica porta ad evidenziare due
ambiti che a suo giudizio necessitano di ulteriore indagine:
- i sistemi relazionali in cui l’apprendimento ha luogo;
- il nucleo esistenziale di ogni individuo (qualcosa di più rispetto ad interesse o
motivazione, nelle parole di Montuschi, il centro nell’
esistenza della persona attorno
al quale ruotano naturalmente e liberamente i vari processi di apprendimento).
Questi due ambiti individuano la modalità secondo cui bisogna accostarsi al
fenomeno dell’apprendimento, e cioè contestualmente da due punti di vista, quello
della globalità del fenomeno nell’individuo in costante rapporto con tutto ciò che è
altro rispetto al sé , e quello della particolarità e della unicità della realizzazione dei
comportamenti.
Indice
Introduzione
p. 5
Ricerca di una prospettiva educativa
1. I dati utilizzabili
2. Obiettivi specifici: un punto di osservazione e un itinerario
metodologicamente corretto
3. Criteri e problemi metodologici: due interrogativi di partenza
p. 7
p. 7
p. 9
p. 12
Problemi connessi con l’apprendimento: un primo approccio con la
Letteratura
1. Polarizzazione degli interessi nelle teorie
2. Chiarificazioni concettuali
3. Aspetti e problemi più promettenti
4. Problemi aperti e carenze dichiarate
5. Un primo bilancio
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L’apprendimento nello sfondo dell’esistenza
1. L’apprendimento nel primo incontro con le persone e le cose
2. L’apprendimento che modifica l’esistenza
3. L’apprendimento che viene a mancare: un esempio singolare
p. 46
p. 47
p. 55
p. 59
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Rogers C.R., Libertà nell’
apprendimento, Giunti-Barbera, Firenze 1973.
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4. Conferme e specificazioni: un nuovo interrogativo
L’apprendimento in sistemi di relazioni
1. L’apprendimento in sistemi impersonali di relazioni
2. L’apprendimento in contesti attitudinali-organizzativi
3. L’apprendimento nelle relazioni sociali e nella dinamica di gruppo
La facilitazione dell’apprendimento
1. Condizioni e qualità per la facilitazione
2. Apprendimento, libertà , cultura
3. Facilitazione dell’apprendimento e vita di gruppo
Conclusioni
Indicazioni bibliografiche
p. 65
p. 69
p. 70
p. 81
p. 89
p. 96
p. 99
p. 100
p. 108
p. 113
p. 117
Autore
Ferdinando Montuschi è professore ordinario di Pedagogia Speciale, nonché
Presidente del Corso di Laurea alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’
Università degli Studi di Roma Tre.
Laureato in Psicologia nel 1958, ha conseguito la Specializzazione in Psicologia
nel 1966, e quella in Psicoterapia ad indirizzo analitico transazionale nel 1983. Nello
stesso anno è diventato membro docente e supervisore della Associazione Europea
di Analisi Transazionale.
All’Università di Macerata ha diretto l’Istituto di Pedagogia e Psicologia dal 1981
al 1985 ed è stato Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dal 1985 al 1990.
Ha ricoperto numerosi incarichi in qualità di membro di Commissioni Ministeriali
ed ha preso parte alla stesura di programmi per la scuola materna, primaria e
secondaria.
Ha fatto parte dell’Osservatorio Permanente per le problematiche degli alunni in
situazione di handicap istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione e della
Commissione Nazionale per la lotta contro la droga, sorta presso il ministero degli
Affari Sociali. Dal 1995 è membro della Commissione per la lotta contro l’aids
istituita presso il ministero della Sanità .
Si è occupato prevalentemente dei processi di apprendimento, delle relazioni
interpersonali e sociali e del rapporto fra affettività e intelligenza.
Alcuni
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punti fondamentali del suo pensiero:
Ogni apprendimento risulta da relazioni e nello stesso tempo attiva relazioni.
Il tema della libertà assume un posto centrale nell’apprendimento.
Il docente deve saper facilitare il processo di apprendimento.
É importate che chi apprende scopra se stesso in rapporto con ciò che ha
appreso.
.Bibliografia essenziale dell’autore
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L'intelligenza affettiva: rilevazioni e osservazioni sul comportamento
infantile, La Scuola, Brescia 1974.
Apprendimento, La Scuola, Brescia 1976.
Vita affettiva e percorsi dell'intelligenza, La Scuola, Brescia 1985.
Competenza affettiva e apprendimento dalla alfabetizzazione affettiva alla
pedagogia speciale, La Scuola, Brescia 1993.
Fare ed essere. Il prezzo della gratuità nell'educazione, Cittadella, Assisi
1997.
L' aiuto fra solidarietà e inganni. Le parole per capire e per agire, Cittadella,
Assisi 2002.
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Links
F. Montuschi, Affettività e sentimenti in epoca di consumismo: verso un'affettività
libera dai vecchi patti oppressivi, Scuola di Pace "Vincenzo Buccelletti" - 3° anno
16/1/1998, 5ª lezione (Montuschi analizza la vita affettiva in epoca di consumismo.
Interessanti i risvolti pedagogici).
<http://www.comune.senigallia.an.it/altri/scuoladipace_web/arch/patti_chiari/mont
uschi.html>.
F. Montuschi, Metodologia della ricerca in campo educativo, in La maturazione della
capacità di ricerca negli insegnanti, Irresicilia, 2005.
<http://www.irresicilia.it/seminari_reg/metod_ricerca/ricerca_montuschi.pdf>.
(Montuschi sottolinea come sia importante che gli insegnanti possano diventare
ricercatori nell’ambito nella loro scuola, non semplici esecutori di progetti e ricerche
altrui).
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