Urban 122 - Urban Magazine

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Urban 122 - Urban Magazine
Poste Italiane spa - Spedizione in abb. postale 70% DCB Milano
altrove
la necessità di abbandonare il quotidiano
inseguendo il desiderio di scoprire l’insolito
numero 122
CHEEKY SINCE 1973
SHOP AT PEPEJEANS.COM
Bimestrale, Anno XIV / Numero 122
•
Direttore Responsabile
roberto rossi gandolfi
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7/
L’editoriale
76
Art Direction
DIDIER FALZONE
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Responsabile di Redazione
MARCO CRESCI
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Segreteria di Redazione
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Collaboratori
Diana Barbetta, Anselmo Bianconi,
Giovanna Caprioglio, Federica Del Proposto,
Martina Kirkham, Enrico Longo, Marco
Magalini, Jean Marc Mangiameli, Daniel C.
Marcoccia, Arianna Pinton, Valentina Roda,
Silvia Rossi, Simon, Alex Vaccani,
Matteo Weber
Urban è edito da
Biblioteca della Moda Srl
Corso Colombo, 9 · 20144 Milano
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Responsabile Di Testata
Augusta Ascolese
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...la mia scelta?
Briosa come me!
Web
www.urbanmagazine.it
Facebook: Urban Magazine
In copertina
Simo indossa bomber Acne Studios.
Fotografia Simon, stile Alex Vaccani
MONDIA WATCH GROUP Srl - Via Bobbio, 87 - 27058 Voghera (PV) - Italy - Tel. +39.0383.369077 - Fax +39.0383.369503
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totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale
di Milano con il numero 286 del 11/05/2001
I LUOGHI DELL’ABBANDONO
Passiamo loro di fianco, spesso senza accorgerci della loro presenza. In genere
stanno lì, in disparte. Case abbandonate. Si tratta di spazi che hanno perduto la
destinazione d’uso, e ora non attendono più nulla, se non la parola che sgorghi
dall’anima di chi li osserva. Eppure, questi luoghi abbandonati rappresentano la
nuova ‘tendenza del momento’. Una passione, condivisa da molti, che sfocia in
pubblicazioni di vario tipo, conferenze sull’argomento e siti che censiscono tali
luoghi, con l’obiettivo del recupero degli spazi e della riduzione del consumo del
suolo. Tra le tante iniziative spicca (im)possible Living, sito web che ha lo scopo di
riuscire a creare una precisa mappatura di tutti gli edifici abbandonati, una sorta
di atlante virtuale di stabili e paesi fantasma presenti nei cinque continenti. La
piattaforma aspira soprattutto a diventare il luogo deputato a discutere le soluzioni
atte a promuovere il recupero di edifici abbandonati. È il giusto contrappeso alla
diffusa tendenza alla cementificazione visto che, in Italia, il valore relativo ai
chilogrammi di cemento è ben oltre i 565 pro capite (dato relativo al 2009).
Ma l’abbandonologia è anche la ricerca dei lutti nelle cose. Il tentativo di capire chi
sono gli assenti per raccontare il sentimento delle rovine. In fondo, quello che non
si vede è ciò che conta. Del resto i luoghi abbandonati non muoiono, ma finiscono
per solidificarsi nella dimensione della memoria di coloro che vi abitavano. Vivono
di una loro fisicità e si alimentano di uno spessore doppio e riflesso. Anelano al
movimento, come percorso di una loro continua riconquista.
«Pezzi di città abbandonati, negletti, ignorati. Edifici storici murati, giardini monumentali divenuti
terra incolta, strutture industriali fatiscenti, luoghi di cultura lasciati morire. Qui il potere, divenuto
alterità inconoscibile, ci osserva. Il potere di ignorare o di riqualificare, di cambiare comunque la vita
delle comunità» (Christian Costa)
Roberto Rossi Gandolfi
In alto S’intitola “Frozen” l’ultimo progetto del fotografo olandese Niki Feijen che ha viaggiato in otto diversi paesi
europei alla ricerca di luoghi abbandonati e della bellezza in essi racchiusa; una bellezza maledetta che lascia
mozzafiato ma allo stesso tempo incute malinconia e fa riflettere sugli sprechi dell’edilizia moderna.
9/ Indice
dei contenuti
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Soccer
Numero #122
Direttore responsabile Flavia Colli Franzone
www.fashionillustrated.eu
11 momenti di
grande calcio
Una rassegna di istantanee dedicate
alla Coppa del Mondo voluta
da Sisal a Milano, sul Naviglio Grande.
Moviola
Legendary Accessories
UOMINI E GOL
PALLONI MONDIALI
I Mondiali azzurri tra vittorie
e sconfitte, rigori decisivi e
sbagliati. Pag. 6
Dal primo del 1930
a Brazuca del 2014.
Pag. 8
Allegato Issue #27 luglio/agosto 2014
Fashion&Soccer
CALCIO DI STILE
L'eleganza sportiva
scende in campo.
Pag.10
Futbolandia
A COLPI DI STADIO
in Italia gli stadi di proprietà
sono ancora pochi.
Pag. 12
Di SIMONE CHIODO
CALCIO&CINEMA
“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO-MI”
CALCIATORI IN PRIMA FILA
Una volta avuto l’incarico di preparare
una mostra fotografica sui Mondiali
in concomitanza con “Diretta Mondiale”, la kermesse voluta da Sisal.it
a corredo del grande appuntamento
brasiliano nella cornice del Naviglio
Grande, mi aspettavo solo soddisfazioni. Raccontare invece la storia del
Mondiali in undici immagini è molto complicato. L’amico Meda diventa
meno amico, lui i suoi “ricordati gli
arbitri” e “questo non può mancare”
e quello “è fondamentale”. La mostra
trova i suoi presupposti partendo dai
grandi calciatori, dai loro gesti atletici.
Poi contano le espressioni, la gioia o il
disappunto che fissano “Istanti mondiali” (la rassegna così si chiama) nella
memoria di ciascuno. Qualsiasi nostra scelta, di Meda e mia, è opinabile
perché chiunque si avvicini al calcio
dei Mondiali ha nella retina e ancor di più nel cuore istanti mondiali
tutti suoi, cui è molto affezionato. Ci
auguriamo che la maggior parte dei
visitatori condivida le nostre scelte e
che qualcuno le apprezzi. Qualcuno,
ne siamo certi, se ne lamenterà, speriamo con toni civili. Non vi anticipiamo nulla perché questo accenno a
“Istanti mondiali” è solo un invito a
visitare la mostra sul Naviglio vivendo le emozioni che ha suscitato in
noi, ma qui possiamo ricordare alcune tonalità fondamentali. La prima si
lega alla memoria sportiva: proprio in
questi giorni si ricorda la prima vittoria italiana nella Coppa Rimet. Sono
trascorsi ottant’anni da quel successo
azzurro. Poi, ad avvalorare quel primo
successo così chiacchierato, è venuto,
quattro anni dopo, il secondo titolo
mondiale in Francia, suffragato dalla
vittoria olimpica della nostra Nazionale nel 1936. Il mattatore di quei
successi è stato Giuseppe Meazza,
cui hanno dedicato lo stadio milanese, per molti il più grande giocatore
italiano che abbia calcato i campi di
calcio: Giuanin (o Pepp, è uguale)
era un grandissimo talento, fuori dal
campo uno sciupafemmine, uno che
amava circolare con auto potenti e
dormiva sino a tardi, la mattina, tanto
che l’Ambrosiana Inter lo dispensò
dal presentarsi agli allenamenti quando questi erano per lui “fuori orario”.
Nonostante una malattia circolatoria
che lo colpì alle estremità, Meazza
continuò a segnare e a far segnare gol sino alla fine della carriera, in
pratica giocando con un piede solo.
Se Meazza fosse vissuto ai giorni
nostri avrebbe avuto gli stessi osanna
di Pelè e Maradona, sarebbe stato oggetto di mille discussioni nei migliori
Bar Sport della penisola. Di storia in
Storia, con il placet della dirigenza
Sisal, abbiamo pensato di dedicare la
mostra ai caduti azzurri della Grande Guerra di cui tra qualche mese
ricorrerà il centenario. Un tributo a
chi vi ha perso la vita con l’augurio di
confrontarsi sempre in altri campi, in
erba (non in sintetico), con righe di
gesso, porte e bandierine del corner.
A quel punto va bene anche Meda
come arbitro.
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Rodrigo Santoro nel fim Heleno del 2011, diretto da José Henrique Fonseca.
Dentro e fuori gli stadi sono al top della popolarità. Grazie anche
ai social media che amplificheranno ancor più i Mondiali.
C’era però negli anni Quaranta Heleno, altrettanto popolare in Brasile,
pur non disponendo di questi mezzi.
Il potere mediatico dei calciatori non è un fenomeno solo dei
nostri giorni. Oggi ci sono i vari
Beckham e Ronaldo, Messi e
Marchisio, Balotelli o Chiellini,
questi ultimi due i più attivi della
rete in Italia. Sono loro le star che
si dividono il palcoscenico con le
celeb hollywoodiane, richiestissimi come testimonial di blasonati
brand della moda, immancabili
nel parterre delle sfilate e ai party
che contano. Sono loro i più attivi sui social, tanto che - si dice
– questo sarà il primo mondiale
di twitter, con oltre 300 giocatori
attivi, di cui Ronaldo è ancora il
re indiscusso per numero di followers. Eppure anche nella Rio
degli anni Quaranta c’era un calciatore di eguale notorietà, senza
avere a disposizioni neppure uno
dei media attuali. Quella stella era
Heleno de Freitas, re di Rio sia di
giorno sia di notte, dentro e fuori
lo stadio. A lui nel 2011 è stato
dedicato il film Heleno, prodotto
e interpretato da Rodrigo Santoro con la regia di José Henrique
Fonseca, che ne racconta la vita
ricca di successi, ma anche la sua
fine solitaria in ospedale. Personaggio irascibile e dedito agli
stravizi, finì per compromettere
la propria immagine, tanto da
aggiudicarsi l’appellativo di “prin-
cipe maledetto”. Notissimo in
Brasile, lo fu decisamente meno
fuori dal suo paese, a causa dei
mancati appuntamenti della
Coppa del Mondo negli anni
Quaranta. Al centro della biopic
non c’è tanto l’Heleno calciatore
che mandava in delirio gli stadi – e le donne – piuttosto il de
Freitas uomo, che sembrava fare
terra bruciata intorno a sé e alla
propria vita sentimentale.
11 La mia Amsterdam
18 La valigia Deap Vally
CINEMA
Stile
12 In Breve
13 Profili D-Gnak / Yoshi Yamamoto
14 Vetrina Dall’Alba al Tramonto
16 Grooming Visioni Oscure
20 Edward Buchanan
Tra maglieria e Leather
Tendenze, rubriche e approfondimenti sul mondo soccer.
Edito da: Biblioteca della Moda - Corso Colombo 9, 20144 Milano [email protected]
Concessionaria esclusiva per la pubblicità
Milano Fashion Media - Via Alessandria 8, 20144 Milano [email protected] 0258153201
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55 Barbara Feingold
Dietro un Volto
Design
speciale surf
34 Roberto D’Amico Nato per Vincere
36 In breve
37 Peninsula Onde Anche Nostre
38 Portfolio Le Origini di un Mito
44 Moda Fotografia Simon,
stile Alex Vaccani
44 Tra le Pagine Surfare in Italia
SPAZI URBANI
Lo stile del calcio
Arte
30 In breve
31 Miriam Giovannelli
Il mio futuro? Prima il Presente
22 In breve
23 L’arte di correre
24 La Fabbrica si rifà il Look
28 Michael Wolf. Parigi Offline
LIBRI
musica
60 In breve
61 Jungle Il Segreto meglio custodito del 2014
62 Dischi
IN GIRO
54 In breve
Oggi comincia
l’Ypsigrock Festival a
Castelbuono (PA) con
Anna Calvi e Fanfarlo
—
58 In breve
59 Profili Sebastian Herkner / Patrick Jouin
52 Dischi
67 Spazi e luoghi da visitare e vivere
Se passate per Londra
visitate la mostra di Gilbert
& George “Scapegoating
Pictures for London” alla White
Cube Gallery
—
Esce il nuovo album
dei Dry The River
“Alarms in the Heart”
—
Al Circolo Magnolia
di Segrate (MI) c’è il
concerto di Perfume
Genius all’interno della
rassegna MITO
—
08/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 09/2014 1 2 3 4 5 6 7
—
“The Fashion World of Jean
Paul Gaultier From the Sidewalk
to the Catwalk”, l’imperdibile
retrospettiva è in mostra a
Londra al Barbican
—
All’Hana-bi di Ravenna dopo
una giornata passata nella
rinomata spiaggia del locale
va in scena il concerto gratuito
degli americani Thee Oh Sees
—
Esce al cinema “Under the
Stars”, il film di fantascienza
diretto da Jonathan Glazer
con Scarlett Johansson già
considerato un cult
A cura di Martina Kirkham
11/ La mia Amsterdam
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The Life Acquatic With Leone
Leone Balduzzi, regista e fotografo, alla scoperta di Amsterdam,
dove lo straordinario rientra nella normale quotidianità
e la creatività non ha leggi.
[1]
[4]
[ 4 ] POP UP
Grazioso coffee bar dove si possono gustare sandwich squisiti. Anche lui situato
a Jordaan e preso d’assalto da decine
di ragazzi che passando in bicicletta si
fermano per un centrifugato. Il caffè
americano è buonissimo e come se non
bastasse la selezione musicale è accuratissima.
[ 1 ] VELOUR
è un concept store per uomo e donna
nel cuore di Jordaan, il quartiere più
trendy di Amsterdam. Il concetto di design globale di Velour abbraccia un look
preppy con capi classici ridisegnati con
uno stile spontaneo, quello che chiamano “feel good preppy”. Uno stile che
comprende influenze dalla west coast
svedese rivolgendosi a chi, interessato
alla moda senza esserne schiavo, preferisce uno stile più interpretativo.
velour.se
[ 5 ] CAFÈ NOL
È il tipico pub olandese che profuma di
candeggina. Non lontano dal Red Light
District. Se di giorno si mimitizza come
un normalissimo bar, di notte prende
vita in tutta la sua gloria di neon, specchi e moquette rossa. È frequentato da
clienti più d’annata, cresciuti nel quar-
[5]
[ 2 ] WERCK
[3]
Werck ha un bellissimo ristorante, un
ampio giardino interno e una grande terrazza sul tetto con una splendida vista
sul canale Prinsengracht e la chiesa protestante Westerkerk. Soprattutto durante il periodo estivo è un ottimo posto per
godersi il sole, l’atmosfera e l’attività sui
canali. Di notte si trasforma in un night
club con un arredamento ultra-cool, un
luogo perfetto per mescolarsi con la folla
locale più trendy. werk.nl
[ 3 ] ‘t Japanse Winkeltje
Piccolo negozio giapponese dal design
futuristico ed elegante. Sembra una
piccola nuvola. Vende soprattutto ceramiche, ma anche kimoni e tessuti vintage, bellissime carte decorate a mano o
stampate. Si trovano inoltre creazioni di
giovani artisti giapponesi vendute qui in
esclusiva. japansewinkeltje.nl
tiere e da giovani di tutto il mondo. Tutti condividono la passione per le canzoni popolari di Amsterdam sing-along
che echeggiano fino in strada. Ottimo
per festeggiare il Queen’s Day.
cafenol-amsterdam.nl
[2]
Leone Balduzzi è regista e fotografo. Inizia giovanissimo a dirigere videoclip per Planet Funk,
Elisa, Tiromancino, Motel Connection. Lavora in pubblicità dal
2004 in Italia, Francia, Germania.
Ha diretto campagne per Ford,
Google, Ducati, Levis, Breil, Unicef, Champion, Telecom, Bmw.
Nel 2004 fonda con Barbara
Guieu un piccolo collettivo creativo che oggi è diventata una stimata casa di produzione e web
agency: k48.it Nel futuro prossimo, un film e una linea di moda.
FREDERIC
Questo non è un vero e proprio hotel,
ma un gruppo di amici che affitta appartamenti bohémien nel centro città,
oltre che biciclette. Una formula che
hanno battezzato “with our friends”.
Tra le varie opzioni si può scegliere di
dormire in una house boat, vivendo
così la vera essenza della Venezia del
Nord.
frederic.nl
Testi di Marco Magalini
e Enrico Longo
A cura di Marco Magalini
e Enrico Longo
12/ Stile
76
13/ Stile
76
Parigi > Givenchy. Tuxedo Metropolitano Tuxedo sì, ma urbano e contemporaneo. È la connotazione che Givenchy ha
dato al più classico dei completi maschili,
nella prima capsule collection di abbigliamento formale maschile, appena presentata.
Una collezione composta di tre look, ognuno
con il suo stile distintivo e le sue particolarità, ma tutti riconducibili all’impronta stilistica
del designer Riccardo Tisci. Interpretando tre
modi diversi di vivere la formalità, Givenchy
si cimenta nel dar forma alla sua visione di
uomo elegante, vestito di completi in cui l’estetica della maison è sempre chiara e ben
visibile. Come nel taglio delle spalle, deciso
e definito, o nel taglio dei revers, tutti diversi: uno classico, in raso a contrasto, un altro
sempre in raso ma sciallato, infine il terzo super slim e ton-sur-ton. Dettagli di stile che si
mixano alla silhouette strutturata e scolpita
e alla costruzione canvas dell’abito. Un’eversione, e soprattutto modernizzazione,
dei codici classici del menswear, per l’uomo
contemporaneo che sceglie di conformarsi
all’occasione d’uso ma di rimanere fedele al
proprio stile. Herzogenaurach (Germania) >
Adidas By Raf Simons. Tecnica
Estetica Nel giro di vent’anni l’immagina-
Boston (USA) > Timberland. Disinvolta Funzionalità L’autunno porta
con sé una serie di necessità difficili da ignorare, che Timberland interpreta a modo
suo creando un look in cui capi performanti e flessibili si adattano agli usi più diversi,
senza identificarsi necessariamente come capi tecnici da sfruttare solo nel weekend.
Un’idea di design classico, che non disdegna un tocco contemporaneo, da ritrovare
soprattutto nei materiali: le field jacket si abbinano a camicie casual, da lasciare stropicciate, mentre il pantalone è un denim scuro, da usare e maltrattare, e da portare
loose per un comfort totale e rilassato. L’alternativa
sono i chino, che dall’iconografia preppy diventano
manifesto dello street style più cool: come i Province
Lake, pensati nei colori che meglio si abbinano alla
stagione autunnale, oppure l’arancio ruggine, scuro
ma vivace allo stesso tempo. La giacca sfoderata Waterproof Mount Clay Field è pensata per essere pronti
anche ai programmi dell’ultimo minuto, sole o pioggia
non importa: il girovita regolabile conferisce una linea
perfetta, ma la tecnologia Hyvent a doppio strato impermeabile permette di restare asciutti anche nelle
condizioni climatiche più imprevedibili. Vicenza Museum. Strong Italian Outerwear
È la natura più inclemente che
ispira la nuova collezione uomo/donna di Museum, per giacche calde e sportive
che portano le performance richieste dal mondo dei fiumi e delle foreste, o dalle
uniformi militari e civili, nel look urbano di ogni giorno. Punto focale è il parka,
intramontabile modello di outerwear, che Museum reinterpreta all’italiana, in cachemire con una laminatura che lo rende resistente all’acqua. Caldissime imbottiture in piuma d’oca e un design strong per una versione lussuosa, ma sempre
performante, dell’outdoor americano •
Milano If Bags. Personalissima Borsa Fatti a mano
dalle tre ragazze che hanno ideato il brand creando piccole catene di montaggio casalinghe e formati a partire
da materiali rigorosamente sostenibili, nascono zaini che
trasmettono un’idea di concretezza e praticità unite a una
forte ricerca emozionale. Completamente personalizzabili, si possono scegliere sacca, corde e finiture per creare il proprio modello. In più il packaging è affidato a un
illustratore che sintetizza in disegni lineari e contemporanei le storie che si possono creare con la borsa •
rio creativo unico del designer Raf Simons ha
fatto sì che diventasse una delle personalità
più singolari nell’ambito del menswear. Una
visione rivoluzionaria, che incontra la tecnologia all’avanguardia di Adidas per una innovativa collezione di sneakers. Una collaborazione fruttuosa tra lo stilista e il brand, che
dopo la collezione invernale viene riproposta
anche nella SS 2014. Il codice estetico si basa
sul concetto “shoe-in-shoe”, proponendo coloratissime reinterpretazioni di modelli iconici
come la Stan Smith e la Bounce, la cui tomaia
è stampata con i pattern di stagione, perfettamente abbinati all’abbigliamento Raf Simons.
Tecnologie innovative, perché per Adidas la
performance è comunque una componente
fondamentale, si accompagnano a un’estetica giocosa e buffa: le forme sono esagerate,
i colori sono pieni e accesi, ricordando quasi
i personaggi stilizzati delle costruzioni Lego,
e i lacci le chiusure sono in velcro. Un perfetto mix di estetica e tecnica, espresso pienamente dalla scelta dei materiali, che al nylon
alternano la pelle e ai mesh i tessuti ricamati.
Firenze La Contemporaneità Del Ricamo Svedese,
ma formatosi in Italia, Jimi Roos disegna una collezione di t-shirt dalla particolare caratteristica del ricamo a
mano. Partendo da una cucitura sbagliata, Roos trasforma il rovescio dei ricami in grafiche ultra contemporanee, ironiche, che vanno dal piccolo punto alla totale superficie della t-shirt: quelli che all’apparenza sembrano
disegni a mano libera sono in realtà minuziosi ricami, in
cui ogni punto è diverso dall’altro, creando quel sapore
di handmade che contraddistingue l’intera collezione •
Milano De Wallen Biker Jeans La bicicletta è una vera e propria filosofia di
vita, combinazione fortunata di libertà e attenzione all’ecosostenibilità. Pensando ad Amsterdam, luogo dove tutto è possibile, e dove la bici è il mezzo di
trasporto più usato, i due giovani Niccolò Marco Romano e Filippo Morandotti
hanno creato il marchio di denim De Wallen, dedicato all’urban biker contemporaneo: un ragazzo dinamico, per il quale la libertà di movimento, raggiunta
attraverso un approfondito studio sul design, è la componente fondamentale
del jeans perfetto •
D.Gnak
Giocare a basket nello spazio si può!
Lo street style non ha confini nella nuova
collezione di Kang Dong Jun
Seoul. Una visione futuristica dell’eleganza urbana. D.Gnak ha sfilato alla Milan Fashion Week, portando in passerella
un’era spaziale che gioca nei campi da
basket, un incontro fortunato tra Oriente
e Occidente, da intendere come unione
di un look ispirato allo street-style più
contemporaneo e la tradizione artigianale. Un risultato che il direttore creativo
Kang Dong Jun ha perseguito cercando
di infondere un’attitudine disinvolta al
sartoriale, disegnando un uomo votato
al movimento perpetuo, che ricerca la
performance anche nel formale. Così i
materiali haute de gamme affiancano ai
tessuti classici, come lana, cotone, pelle
e nylon, trattamenti innovativi e applicazioni inaspettate di rete catarifrangente e
dettagli al neon. Anche in inverno, l’attitude è quella dello sportivo a 360 gradi,
che spazia dal surf alla pallacanestro,
gettandosi addosso un blazer o un parka
dai volumi essenziali, concepiti come ar-
Yohji
Yamamoto
il punk e il surf diventano una cosa
sola nell’estate vibrante di Y-3
Tokio. È la subcultuchitetture fluide, antivento e con piping
ra del surf, con la sua
a contrasto, dove materiali differenti
voglia di evasione e la
si mixano tra loro. Uno spirito active
sua sportività radicale,
couture, che inserisce bande laterali
che ha ispirato Yohji Yae sovrapposizioni frontali ai pantamamoto nel disegnare la
loni, stampe camouflage e cerniere
primavera/estate 2015 di
oblique con accenti iridescenti, fino
Y-3, realizzando un’autentica
alla collaborazione creativa con
fusione energetica di punk e
l’artista Jeffree Lee, i cui scatti rusurf. Colori vibranti e tecniche
bati di senzatetto si trasformano
all’avanguardia, caratterizzati
in stampe simbolo sulle t-shirt,
da uno sguardo allo sportswear
per uno street-style intrinseco
del passato, ma pronti per coniue totale. A completare l’immagarlo al futuro. Si ritorna alle radici
gine la capsule collection di
concettuali del surf, quando la sua
accessori, in cui il design si
dimensione era quella di caposaldo
esprime al massimo in biker
nella lotta al mainstream, rifuggendo
boots di pelle con profili cut
convenzioni e status quo per riusciout, sandali aperti con alte
re a spingersi oltre ai limiti. Ideali che
cavigliere allacciate e ocYamamoto ha tradotto in tagli slim e
chiali da sole squadrati,
sartoriali che si sporcano con sprazzi di
per un look aggressivo
espressione di un futuro molto prossimo •
colore pop e pattern giocosi, inserti surfinspired e una personale versione delle
grafiche hawaiane, che ricorrono in tutti
i capi. Un’ispirazione che ritorna anche
nelle tinte acide accostate tra loro, in un
tripudio di turchese, pesca e grigio scuro, e che nel nero, colore feticcio dello
stilista, si esprime nei cappotti dalle silhouette nette, nelle tute gonfie e nelle
gonne dove volumi audaci si mixano a
tagli austeri. L’uomo vive una situazione analoga: per lui le camicie hanno un
particolare pattern che rimanda all’iconografia marina, citando le metropoli del
mondo, da Parigi a Honolulu. Oltre alla
cultura, anche la matericità del surf viene chiamata in causa: il neoprene delle
mute diventa struttura per le sneaker
tecniche, accese da grafiche floreali, in
cui la performance del brand celebra lo
spirito libero del surfista più puro •
Foto Matteo Weber
Servizio di Valentina Roda
dall’alba
al tramonto
Ogni musicista che si rispetti una volta
raggiunta la fama ama nascondersi
dietro un paio di occhiali da sole,
che spesso diventano un elemento
distintivo del suo look ribelle.
Dall’alto in senso orario:
Damon Albarn · “Everyday Robots”
con occhiale Burberry
The Horrors · “Luminous”
con occhiale lente colorata Web Eyewear
Bombay Bicycle Club · “So Long,
See You Tomorrow”
con occhiale da sole rettangolare Yobo
Haim · “Days are Gone”
con occhiale da sole Persol
Mø · “No Mythologies to Follow”
con occhiale da vista e clip sole
Tom Ford Eyewear
Glass Animals · “Zaba”
con occhiale da sole
con lenti a specchio Ray-Ban
14/ Stile
76
16/ Grooming
76
Testo Alex Vaccani
Foto Matteo Weber
visioni
oscure
Il fascino
indiscusso del
nero che abbraccia
un’estetica dark
raffinata e mistica,
composta da aromi
e cure nobili
Giovani vampiri ultracentenari dalla pelle diafana, creature
miracolose innamorate della
bellezza che aleggia nell’aria
come il profumo del bosco di
notte, come l’odore invisibile
delle presenze immaginarie
nel buio, evocate dall’ambra,
dalla rosa nera e dall’incenso,
dove il sacro incontra il profano.
Profumi e prodotti di bellezza,
racchiusi in preziosi flaconi dal
gusto dark come se fossero pozioni o antidoti, che simboleggiano il giorno ma soprattutto
la notte, recando saggezza e
cure meticolose della propria
persona come attraverso un rituale sacro intriso di seduzione
ed incanto. SISLEY
Masque Crème
à La Rose Noire
Una maschera ricca di attivi anti-age, oligo-elementi, vitamine
ed estratti vegetali, che agisce
sui segni di età e stanchezza,
apportando freschezza, un incarnato luminoso e una pelle
che risulta come ridensificata in
soli 15 minuti. CÔTÉ BASTIDE
Ambre Pot Pourri
SHISEIDO
Total Regenerating Cream
Una crema idratante da notte
ad alta performance, che dona
energia intensa e riduce la visibilità di tutti i segni d’invecchiamento, rughe e perdita di compattezza. Migliora la luminosità
della pelle, donando un aspetto
più giovane. Un pot pourri di resina cristallizzata degli alberi d’Acacia della
Francia del sud. I cristalli, conservati in un box di lino nero,
sono infusi di oli essenziali di
ambra con vaniglia e spezie
per portare calore e opulenza
all’ambiente.
COMME DES GARÇONS
Blue Santal
Dedicato alle note fresche, che
conservano una parte calda
all’interno; un ghiacciato legno
di sandalo australiano accompagnato dalle calde note di
pino e dalle pungenti bacche di
ginepro e pepe nero per un’intensità ardente e fresca. EISENBERG
Diabolique Homme
È una fragranza del 2010 con ricordi orientali quasi ipnotici. Le
note di testa sono mandarino
e cardamomo, con un cuore di
iris, violetta, eliotropio, gelsomino e cedro. Il fondo è di benzoino, vetiver, legno di sandalo e
muschio. ROBERT PIGUET
Baghari Body Lotion
Il profumo di Baghari ispirato a
una visita a Bagarì in India è ormai un classico, qui in versione
body lotion. Un elisir esotico in
equilibrio estatico sulla pelle tra
innocenza e voluttà, vivacità e
calore pronto a sedurre i cuori.
LA MER
The Eye Concentrate
Resa più potente dalla presenza di minerali ricchi di ferro,
questa crema riduce significativamente l’aspetto di occhiaie,
linee e rughe. Idrata e distende
la delicata zona del contorno
occhi. Col tempo, lo sguardo è
più acceso. LIQUIDES IMAGINAIRES
Sancti
Acqua santa o acqua del bene?
Questa fragranza sembra essere stata concepita per elevare, purificare e proteggere lo
spirito attraverso note come
aldeidi, resina d’abete, cedri,
pompelmo e infine incenso, per
una dimensione sacra.
OFFICINA PROFUMO FARMACEUTICA DI
SANTA MARIA NOVELLA
Polvere Per Bianchire
Le Carni
Utilizzato dalle signore di fine
Ottocento per mantenere il
pallore sull’incarnato, questo
prodotto storico a base di polvere di ireos è un esfoliante
che rende la pelle più luminosa
e chiara attenuando le piccole
rughe.
Testo e foto Alex Vaccani
18/ La Valigia
76
DEAP VALLY
Il duo femminile delle Deap Vally è emerso l’anno scorso dalla scena rock californiana.
Julie Edwards e Lindsey Troy, dopo un incontro casuale ad un corso di uncinetto nel 2011, decidono di formare un band. Inseguendo
il loro sogno americano le due ragazze sono sempre on the road in giro per il mondo per far conoscere la loro musica rock, facendo
da spalla a band maggiori, come i The Vaccines, i Muse o i Wolfmother. I concerti delle Deap Vally sono ruvidi e graffianti, di quelli
che lasciano il segno nella memoria degli spettatori. Quello che ci si aspetta di trovare nelle loro valigie è esattamente quello che le
due artiste mettono sul tavolo: ricordi, monili, amuleti, conchiglie, pietre, carte da gioco, polaroid, incensi e chiavi di motel. La tipica
valigia di due ragazze rock’n’roll di L.A., il cui immaginario rimanda alla Melanie Griffith di Qualcosa di Travolgente, alla Madonna di
Cersasi Susan Disperatamente e alla Kate Hudson di Almost Famous, con in più un’attenzione al naturale e alla magia della terra.
BIBLIOTECA DELLA MODA
and SYNCRONIA
present the brand new digital magazine
about Architecture and Design
DESIGN TRIBUNE
April 2014 Issue 1
“Everyone
can design
but not everyone
can be
a Designer...”
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Intervista di Marco Magalini
20/ Moda
21/ Moda
76
Edward
Buchanan
TRA MAGLIERIA
E LEATHER
Filati e tessuti non sono mai stati così contemporanei,
le collezioni di Sansovino6 svecchiano un metodo
di lavorazione tradizionale trasportandolo nel futuro
76
Milano. Edward Buchanan è uno stilista che lavora tra Milano
e New York City. Nel 1995 si trasferisce a Milano dove sviluppa
una capsule collection di maglieria e accessori in pelle per
Bottega Veneta. Durante la lunga attività creativa ha esplorato il mondo della maglieria arrivando a creare un total look
completamente di filati e tessuti smacchinati con la direzione
creativa del marchio Sansovino6.
Sei cresciuto in un ambiente stimolante, con tua madre
pianista e la nonna grande sarta. Cosa ti rendi conto di
aver preso in toto da loro?
Nella mia giovinezza sono sempre stato molto flessibile. Ho
assorbito da tutto quello che mi circondava. Ci sono così tante informazioni che sto utilizzando dagli insegnamenti di mia
madre… Ho imparato a riflettere prima di giudicare, il rispetto,
e soprattutto ho capito che la tecnica arriva solo se alla base
c’è una buona educazione. Crescere in una famiglia creativa
mi ha senz’altro permesso di raggiungere una sorta di libertà
intellettuale. C’erano delle limitazioni, è chiaro, ma sono stato
incoraggiato ad essere me stesso e di conseguenza rimango
curioso e aperto all’apprendimento.
Cleveland, New York ed ora Milano.
Cos’è che in fondo cambia veramente tra queste realtà?
Oggi viviamo in un ambiente globale dove le informazioni e
l’accesso alla conoscenza sono immediatamente disponibili quasi ovunque. Questo aspetto è stato meno evidente nei
miei primi anni in Ohio e a New York. Detto ciò, quello che
ho imparato davvero a New York è il corretto bilanciamento
della cultura di strada con la raffinatezza del lusso, che ho
poi perfezionato in Italia. Possiamo dire che l’Ohio è stata una
sorta di pre-scuola. La combinazione e l’equilibrio fanno di me
quello che sono oggi.
La tua icona di stile? Perchè?
Non ne ho una unica, ne ammiro molte… Pur provandoci, non
riesco a indicare un individuo specifico. Io adoro la sicurezza
e l’indipendenza di artisti come Erykah Badu, Lauryn Hill e
David Bowie.
È davvero stato un caso che io sia in qualche modo diventato
uno specialista in questo settore. Ancora oggi non penso in
modo specifico alla maglieria! Io progetto capi che spesso
traduco in indumenti a maglia, tutto qui. Le possibilità di questa tecnica sono infinite, contrariamente a ciò che le persone
pensano o sanno su questo mezzo.
Nel 1995 ti sei trasferito a Milano.
Qual’è stato il primo impatto?
Mi sono trasferito a Milano per la mia prima esperienza di lavoro a tempo pieno. L’impatto è stato gestito in modo organizzato ed efficace. Ero giovane e con poca esperienza, quindi
ho dovuto mostrare le mie capacità e dimostrare di essere
all’altezza delle sfide lavorative. All’epoca avevo ancora NYC
per la testa così mie prime collezioni riflettono quello spirito
americano, ma con il tempo ho maturato un approccio fresco
nel coniugare i diversi ambienti nei quali mi trovo a vivere.
Bottega Veneta.
Ci racconti quel passaggio della tua carriera?
Sono stato assunto come direttore del design di Bottega Veneta praticamente appena uscito dalla Parsons a New York.
L’idea, dal mio punto di vista, era quella di creare una capsule
di abbigliamento da accessoriare con la collezione già esistente (borse, scarpe ecc.). Da quest’idea di fondo, il mio punto di partenza non poteva che essere la pelle e la maglieria.
La famiglia Moltedo mi ha dato da subito fiducia nonostante
la mia giovane età, perdonandomi gli errori e permettendomi
di conseguenza di imparare. La mia esperienza è stata così
preziosa… Spesso penso che il mio approccio progettuale
orientato alla grande discrezione nel lusso davvero derivi da
quel periodo in Bottega Veneta…
Quando ti sei appassionato alla maglieria?
A dire il vero non sono mai stato un tecnico della maglieria.
Il mio interesse negli indumenti a maglia è venuto esclusivamente dal mio amore per la comodità e la praticità d’uso.
Cosa significa oggi creare un total look completamente di
filati e tessuti smacchinati come quello di SANSOVINO6?
Quali sono le sfide più impegnative che ti trovi ad affrontare?
Sansovino6 è una fucina di esperti che lavorano con la creatività. La mia intenzione è sempre stata quella di sfidarne
i limiti. Ho sempre pensato che occorra dare una seconda
occhiata alle persone andando oltre le apparenze. Ho voluto
creare una collezione basata su una maglieria che, a guardarla, non facesse capire di essere stata lavorata a maglia.
Con un progetto come questo è importante capire l’equilibrio
tra arte e commerciale. L’aspetto artigianale della maglieria
rimane costante, ma ho iniziato ad aggiungere tessuti traspiranti e jersey per bilanciare l’aspetto esteriore.
Come definiresti in un tweet il tuo stile?
Io non twitto, ma sono certamente casual.
Sansovino 6 Autunno Inverno 14/15
Se non fossi un designer?
Certamente sarei stato un bellissimo edificio, probabilmente la Galleria Nazionale di Berlino progettata da Ludwig Mies
Van Der Rohe.
22/ Spazi Urbani
76
Testi Jean Marc Mangiameli
23/ L’arte di correre
76
Seoul > Contadini 2.0 Sono tanti i
progetti che oggi cercano di trasformare le
superfici piane dei tetti degli edifici in orti e
giardini; c’è però chi ha fiutato il potenziale business e sta studiando architetture
ad hoc per la coltivazione verticale. Tra
i progetti più all’avanguardia in questo
campo c’è lo Urban Skyfarm dell’Aprilli
Design Studio di New York; un grattacielo pensato per la città di Seoul, in
grado di ospitare coltivazioni di piante
e ortaggi, filtrare acqua, aria, nonché di
produrre energia pulita. L’edificio, dotato
di terrazze di oltre 10 metri di lunghezza
per piano, permette anche la coltivazione idroponica di piante di media statura
(come meli e ciliegi). Il business plan include anche la possibilità da parte dei cittadini
di affittare singoli appezzamenti per poter
provvedere autonomamente alla coltivazione
dei propri vegetali che, se non consumati per
l’uso personale, potranno essere venduti al mercato ortofrutticolo situato al piano terra; il luogo
ideale per acquistare cibo a km zero, anche nel cuore
di una delle città più frenetiche al mondo!
San Francisco > Come ti riciclo il ponte! L’originaSingapore > Gardens by
the Bay L’amministrazione pubblica della “tigre asiatica” ci tiene
particolarmente alla sua reputazione di “città giardino”. Per questo motivo dal 2006 ha dato il via
ai lavori per la costruzione di tre
immensi e avveniristici giardini botanici; il progetto “Gardens by the
Bay”, ancora in espansione e sviluppo, conta già 100 ettari ed è diviso in tre aree distinte: “Bay South”,
“Bay East” e “Bay Central”. Al suo
interno sono presenti diverse attra-
zioni, percorsi didattici e serre in cui
trovano casa numerose piantagioni
tropicali. Luogo perfetto per lo svago, è oggi uno degli spazi più calpestati da cittadini e turisti, nonché
cornice di numerosi eventi culturali.
I giardini sono anche sensibili al
rio (e leggendario) Bay Bridge che prima collegava Oakland a
San Francisco è in stato di demolizione per via della sua obsolescenza. Vista l’importanza storica del “monumento” l’amministrazione locale, assieme a una cordata di privati, ha dato
il via ad alcuni progetti di recupero delle aree dei “gate” e di
riciclo dei materiali di costruzione; tra questi spicca il progetto
Hanging House di Lee Ka Chun e Ngan Ching Wing, due studenti della Royal Danish Academy of Fine Arts vincitori di un
concorso interuniversitario che chiedeva di trasformare parte
dell’infrastruttura in un edificio abitabile. Il risultato? Una casa
auto-sufficiente, sostenibile, di cui dall’esterno si può ancora
leggere chiaramente l’architettura del vecchio ponte. Il successo dell’iniziativa ha fatto in modo che si moltiplicassero
le richieste di materiale da parte di privati, risolvendo in gran
parte il problema dello smaltimento dell’acciaio.
tema della sostenibilità in quanto
le serre e i “Supertree” (le suggestive eco-torri a forma d’albero alte
fino a 50 metri) si autoalimentano
con energia prodotta grazie alle
più moderne tecnologie rinnovabili,
mimando la fotosintesi clorofilliana.
ROMA La High Lane de “Noantri” Di New York e della sua iconica sopraelevata trasformata in greenway ne avevamo già parlato (Urban n.119); l’ultimo progetto sulla
falsariga riguarda la nostra Capitale con il recupero del “Viadotto dei Presidenti”,
una ferrovia mai ultimata che avrebbe dovuto collegare Roma da Nord a Sud. Il progetto, a cura di Alessandro Lungo e Massimiliano Foffo, mira a trasformare questo
percorso in pista ciclabile e luogo per eventi. La cittadinanza riuscirà finalmente a
riappropriasi di questo spazio pubblico? •
MILANO La piscina Caimi torna in vita
Dopo anni di abbandono dove ha fatto
da sfondo (un po’ spettrale) agli eventi
dell’adiacente teatro Franco Parenti,
la piscina Caimi riaprirà al pubblico
grazie a un’investimento della Fondazione Pier Lombardo. Il progetto, oltre
al recupero e ristrutturazione dell’intera area, prevede la realizzazione di un
palcoscenico direttamente a bordo vasca; evidente volontà di destinare l’area
milano A portata di nano
Il Nano Backpack di Tucano
Urbano è un pratico zaino
con esterno in poliestere,
chiusura con cerniera, logo e
stampe rifrangenti, spallacci
imbottiti, trasporto a maniglia
per aggancio allo scooter e
tasca trasformabile in bustina-contenitore, con moschettone d’aggancio •
Londra > Marcia futurista Una figura generata al com- nome, fu progettato dall’architetto britannico Ron Herron che
puter con tecnica 3D marcia in solitaria proseguendo diritta per
la sua strada, mentre un effetto morphing la trasforma in una
serie di strutture architettoniche complesse. Il filmato in questione è un nuovo episodio della fortunata serie ideata dallo
studio Universal Everything di Matt Pyke. Si chiama “Walking
Architecture” e si basa sulle fantasie futuristiche ideate dallo
studio Archigram nel 1960. Il progetto, che portava lo stesso
s’immaginò un complesso di edifici robot nomadi in grado di
spostarsi per la città adattandosi agli ambienti circostanti. Una
città concepita come un organismo vivente che muta forma
passo dopo passo e a poco a poco assume sembianze astratte
che si alternano a sembianze umane. Alla fine del filmato la
figura ritorna al suo stato originale, pronta per ricominciare il
suo percorso evolutivo da capo.
Melbourne Nella terra dei
canguri Si terrà a Melbourne
in Australia il prossimo 12 ottobre il Melbourne Marathon
Festival, un evento eccezionale che offre diverse tipologie di percorso nei magnifici
parchi della città tra cui il
Royal Botanic Garden con le
sue piante rare. Di sera per
riposarsi dopo la fatica ci si
ritrova a Philip Island, l’isola
dei Fayry Penguin che dopo il
tramonto approdano a centinaia lungo la costa, o a Great
Ocean Road, per ammirare le
gigantesche scogliere scolpite dalle onde dell’Oceano •
melbournemarathon.com.au
Monza A ritmo di musica
contro l’AIDS La terza edizio-
ne di AIDS Running in Music,
corsa podistica non competitiva a ritmo di musica, è in programma sabato 13 settembre
all’Autodromo Nazionale di
Monza. L’obiettivo è riunire il
maggior numero di persone
possibile nella lotta all’AIDS
e promuovere l’importanza
della ricerca, dell’informazione, della prevenzione e della
consapevolezza. L’intero ricavato della manifestazione sarà
devoluto ad Anlaids Sezione
Lombarda •
aidsrunninginmusic.com
Herzogenaurach Il puma
va di corsa Continua il pro-
anche a polo per attività ed eventi culturali. Aspettiamo con ansia di varcarne i cancelli che (promettono) dovrebbero aprire con l’arrivo di Expo2015 •
FORTALEZA Lo stadio è “green” La ristrutturazione degli stadi brasiliani
per gli ultimi Mondiali di calcio è avvenuta all’insegna del risparmio. Il più
sostenibile? L’Arena Castelao di Fortaleza che, oltre a essere lo stadio più
economico delle ultime quattro Coppe, ha anche ottenuto la prestigiosa certificazione LEED (che premia l’efficienza energetica e l’impronta ecologica
degli edifici). I punti di forza? Il riciclo totale dei rifiuti prodotti durante la
costruzione e la raccolta dell’acqua piovana, destinata ai servizi igienici e
all’irrigazione delle aree verdi. Parabéns! •
HULL Risparmiare... rimanendo in forma In quanti di voi si iscriverebbero di corsa
in palestra se sapessero che le calorie bruciate aiutano ad abbassare le bollette?
Succede nella cittadina di Hull, in Regno Unito, dove è nata “Green Hearth”, la prima palestra all’aperto (e gratuita) dove i residenti possono fare ginnastica su attrezzi che trasformano l’energia cinetica in elettricità. Il progetto, ideato dalla Great
Outdoor Gym Company, è già stato adottato con successo in numerose altre città
britanniche. A quando la versione italiana? •
getto Puma x Ferrari, la collaborazione che unisce la
raffinatezza tipica del Cavallino Rampante italiano con lo
stile giovane ed innovativo
del brand tedesco. Il nuovo
modello è una serie limitata a
499 paia di scarpe in quattro
stili; ogni dettaglio è accuratamente realizzato con la
qualità tipica dell’artigianato
italiano. Il logo dello storico
cavallino Ferrari è impresso
sulla scarpa nello stesso tessuto in pelle utilizzato per i
sedili delle celebri auto •
Testo Jean Marc Mangiameli
24/ Spazi urbani
76
LA FABBRICA SI RIFà IL LOOK
Spazi industriali dismessi che tornano protagonisti della vita urbana.
Sempre più spesso nelle nostre città le architetture abbandonate risorgono
per merito di interventi di recupero. Aree degradate si rivestono di nuovo
potenziale funzionale ed estetico, talvolta insospettabile.
Il recupero di edifici abbandonati è una pratica attuata
dall’uomo sin dagli albori della storia delle città; d’altronde
è più razionale utilizzare quello che già c’è piuttosto che risegnata sempre dall’architetto Giles Gilbert Scott, padre della
costruire daccapo, specialmente in tempi in cui i temi della
Tate e ora presa in mano dallo studio di Rafael Vinoly); dopo
sostenibilità e dell’impatto ambientale si fanno sempre più
un doveroso restauro, ospiterà negozi, ristoranti, gallerie, apimportanti. Ma anche il valore di un’architettura è importante
partamenti e verrà circondata da numerose residenze più
e l’eredità della terza rivoluzione industriale è un patrimonio
un parco. L’ex stazione energetica si candida così a divenche va conservato; fabbriche e stabilimenti diventano così i
tare uno starter per la gentrificazione dell’intera area sud di
luoghi ideali per attuare trasformazioni che, se ben condotte,
Londra, considerata ancora fuori dai circuiti “in”. Nella stessa
oltre a valorizzare il singolo
zona, precisamente lungo l’Electric Boulevard, sorgerà anche
edificio fungono da volano
il nuovo quartiere progettato da Frank Gehry e FoLondra recupera le centrali elettriche
economico per interi quarSopra e accanto,
ster + Partners, formato da cinque edifici residen- i progetti di
La Tate Modern la conoscete già tutti; dal
tieri (e città). Da Milano a
ziali in grado di ospitare fino a 1300 persone. Il pro- Frank Gehry e
2000 è diventata la galleria d’arte conNew York, da Londra a Dugetto battezzato Prospect Place unisce le le tipi- Foster+Partners
temporanea più importante (e visitata) al
isburg, ad ogni città il suo
che si inseriscono
che forme curvilinee di Gerhy all’architettura del all’interno del
mondo e non solo per il patrimonio che
caso di successo.
celebre edificio “Skyline” progettato dallo studio masterplan di
conserva, ma anche per il suo “contenitoF+P. Il valore della Battersea Power Station non è Rafael Viñoly per
re” (ex impianto idroelettrico) che rapprela riqualificazione
senta uno degli esempi più riusciti di recudel sito della
pero di architetture industriali. Il successo
Battersea Power
Station a Londra.
di quest’operazione (di pubblico, d’immagine, commerciale)
ha contribuito ad aumentare gli investimenti sugli edifici caduti in abbandono. Uno dei casi più interessanti è quello del
rilancio della centrale elettrica Battersea Power Station (di-
25/
76
26/ Spazi urbani
76
però solo legato al suo passato industriale, ma è anche profondamente radicato
nella cultura pop; numerosi artisti sono stati affascinati dall’imponenza di questa
cattedrale e delle sue quattro ciminiere alte 103 metri; da Alfred Hitchcock che
l’ha ritratta nella pellicola “Sabotage” fino ai Pink Floyd che l’hanno messa sulla
copertina dell’iconico album “Animals”.
La Ruhr: una miniera di cultura
La locomotiva d’Europa è una delle nazioni che meglio ha saputo gestire i “resti”
ingombranti del proprio passato industriale. Il progetto di recupero su larga scala
dell’area della Ruhr ha fatto (e continua a fare) scuola in tutto il mondo. Divenuta
negli anni Trenta una delle conurbazioni urbane-industriali più grandi d’Europa
(estrazione/lavorazione metallurgica e mineraria) a partire dagli anni Settanta,
con la crisi del carbone e le mutazioni dell’economia tedesca, ha conosciuto un
progressivo degrado. Dagli anni Ottanta una pianificata operazione di recupero
ha fatto sì che nell’arco di tre decenni la regione tornasse a essere una delle più
dinamiche del paese ma, questa volta, da una prospettiva diversa: quella culturale. Nei pressi delle industrie sono stati bonificati i terreni e i corsi d’acqua, creati
diversi parchi tematici, panoramici e naturali tenuti insieme da greenway ciclabili
che uniscono otto città minori nel raggio di 300 km.
Sopra, il
Landschaftspark
a Duisburg, nato
dalla riconversione
delle strutture di
una ex ferriera, e la
Sala del Centenario
a Bochum,
originariamente
costruita per la
fiera di Düsseldorf
nel 1902.
Molte fabbriche sono state trasformate in monumenti (l’esempio più eclatante è
il Landschaftspark di Duisburg), altre restaurate e destinate a location per eventi;
per questo motivo in questa regione la concentrazione di musei è altissima (se
ne contano circa 200), per non palare dei 120 teatri, 100 sale da concerti e degli
oltre 250 festival, eventi e rassegne che vi hanno luogo. Una metamorfosi che ha
cambiato la percezione di quest’area del paese: da regione inquinata caratterizzata da una forte immigrazione in cerca di lavoro a meta favorita da un turismo
interno, giovane e salutista!
La Milano che non t’aspetti
Al primo impatto sembrerebbe di essere nel Meatpacking district
di NYC, dove gli edifici in mattoni rossi che prima ospitavano i mattatoi della carne oggi hanno lasciato il posto a griffe, ristoranti e
gallerie. Invece siamo a Milano, più precisamente in via Morimondo;
qui, all’ombra delle torri di vetro della Nestlé e di via Ludovico il
Moro, sorge una piccola cittadella della creatività, nata sulle ceneri dell’ex fabbrica di ceramiche della Richard Ginori. In stato di
abbandono dal 1993, l’area ha conosciuto un
lento restyling grazie all’intervento di più architetti, in particolar
modo di Luca Clavarino che ha recuperato gli edifici rispettando le direttive del piano regolatore dei Navigli, ovvero preservandone l’aspetto industriale del passato. Così sono spariti
suppellettili e mura di cinta per fare posto a costruzioni che
integrano le strutture preesistenti in cemento e
mattoni rossi a nuove e più leggere addizioni in
vetro e acciaio. Il primo punto di forza della ex
Richard Ginori sono i diversi volumi degli edifici in
loco; questo ha incoraggiato l’insediamento di
diverse tipologie di aziende creative, in particolare quelle legate alla moda ma anche tanti piccoli studi di design, architettura, arte e agenzie
creative. Altro punto di forza, l’estetica del sito.
L’ex Richard Ginori è stata ripensata per essere un luogo
gradevole dove lavorare; è
stato ridotto al minimo il passaggio delle auto e le vie e le
stradine che prima servivano
per far circolare i carri merci
oggi sono state intervallate
da piazze con panchine, aiuole, salici piangenti e fontane. Mica male per una
zona che fino a non molto tempo fa era meta
prediletta di prostitute e spacciatori.
28/
76
Testo di Anselmo Bianconi
29/ Spazi Urbani
76
parigi
Offline
Michael Wolf
Paris Abstract
Fino al 30 Agosto.
Robert Koch
Gallery, San
Francisco
kochgallery.com
A sinistra: “Paris Roof
Top #6”. Sopra, “Paris
Roof Top #5”, e “Paris
Roof Top #7”.
Tutte le immagini:
© Michael Wolf, 2014.
Courtesy of Robert Koch
Gallery, San Francisco
Parigi - San Francisco. Il tedesco
Michael Wolf ha un affair di
lunga data con i paesaggi urbani. In principio fu Hong Kong
e la sua “Architecture of Density”: altissimi edifici rappresentati in composizioni astratte
che si combinavano tra di loro
fino a formare pattern infiniti.
Un ulteriore passo fu la “Città
Trasparente” (2008): una Chicago dove l’orizzonte scompariva in nome di una spietata
compressione dello spazio che
raccontasse la scoordinata
espansione della città. Le serie più note di Wolf - “Tokyo
Compression”, con i suoi giapponesi soffocati tra i finestrini
Nella sua ultima serie fotografica,
Michael Wolf - noto per i suoi lavori
con Google Street View - ci racconta
di nuovo il capoluogo francese
senza muoversi da casa.
Ma stavolta, a computer spento.
della metropolitana, e quelle
realizzate con Google Street View - ci restituiscono uno
street-photographer che si
posiziona davanti lo schermo
del suo computer per raccontare il “momento decisivo”, con
una tecnica di appropriazione
che rimanda ai ready-made e
che disturbò non poco il mondo della fotografia. La raccolta
dei suoi ultimi lavori - “Paris
Abstract”, presentata in anteprima alla Robert Koch Gallery di San Francisco - è una
summa di queste esperienze. I
concetti di paesaggio, densità
urbana e espansione si celano
delicatamente nel rassicuran-
te landscape parigino, qui però
scevro dai clichè che lo caratterizzano.
“Sequestrandosi”
nel proprio appartamento, il
fotografo abbandona il monitor e le geolocalizzazioni per
guardare oltre la finestra del
proprio appartamento: i protagonisti sono i tetti del capoluogo francese, tutti simili ma
ciascuno con la propria identità. Un ulteriore slittamento
dell’orizzonte, un equilibrio di
monotonia e caos, con i comignoli che, quasi come dei pixel,
compongono e scompongono
le immagini, trasformando Parigi nell’onirico sfondo di un reale “desktop” quotidiano.
A cura di Silvia Rossi
Intervista di Silvia Rossi
Ritratto di Davide Lanzilao
30/ Cinema
76
Atlanta > Enfant Prodige ca. Perché ci piace? Perché è forte,
Cloë Grace Moretz è da quando
aveva sette anni che fa cinema.
Oggi ne ha diciassette ed è tra i
volti più amati del grande schermo.
Può essere perfetta per una commedia come per un horror, per un
film d’autore o per un blockbuster.
È stata la figlia di Ryan Reynolds
nella casa degli orrori di Amityville
Horror e ha avuto come fratello Joseph Gordon-Levitt in (500) giorni
insieme, ha poi fatto innamorare il
poetico e sognatore Hugo Cabret di
Martin Scorsese ed è stata l’eroina
dai capelli viola in Kick-Ass. Non
contenta ha fatto spaventare anche
gli animi più impavidi nel remake di
Carrie - Lo sguardo di Satana - per
la prima volta al cinema nel 1976 per
la regia di Brian De Palma - dove interpreta un’adolescente telecineti-
New York > I’m a folk man Tormentato, ironico e
perdente un po’ per sfortuna un po’ per scelta. Era questo
Llewyn Davis. Ci siamo affezionati a Oscar Isaac proprio per
l’interpretazione tra il malinconico e il divertito in A proposito
di Davis di Ethan e Joel Coen, dove ha recitato accanto a
Carey Mulligan, Justin Timberlake e John Goodman. La sua
performance è entrata nei cuori dei più romantici e dei più
cinici. Isaac è infatti un musicista folk alla ricerca di fortuna
nel Greenwich Village che ha reso famoso Bob Dylan. Sottolineamo Dylan e non Davis. È nato in Guatemala, cresciuto
a Miami e ha origini cubane, francesi e israeliane. È stato
diretto da Steven Soderbergh, Ridley Scott e Nicolas Winding Refn e pure da Madonna nel suo W.E. Lo rivedremo al
cinema a settembre ne I due volti di Gennaio con Viggo Mortensen e Kirsten Dunst. Nel frattempo è entrato a far parte
del super cast di Star Wars: Episode VII diretto da J.J. Abrams.
riservata, giovane ed efficace. E soprattutto perché non è caduta nella
trappola delle baby star e mantiene
31/ Cinema
76
Miriam Giovannelli
Il mio futuro? Prima il presente
Ha recitato per il maestro del brivido Dario Argento e poi si è presa in giro
con il duo irriverente de I Soliti Idioti. Oggi Miriam Giovanelli è tornata a Madrid
per essere una capricciosa femme fatale degli Anni ‘50.
un equilibrio, per lo meno professionale. La vedremo accanto a Juliette
Binoche nel film di Olivier Assayas
Cloud of Sils Maria.
Napoli > Black Comedy “Take Five” è un classico del jazz del Dave Brubeck
Quartet del 1959. Celebre per il suo caratteristico ritmo in 5/4, un irregolare tempo
quintuplo in cinque beat. E cinque sono anche i protagonisti del film Take Five di
Giudo Lombardi. La storia di cinque solitudini raccontate a ritmo jazz. Un thriller malinconico che mette in scena le vicende di un ricettatore, un gangster leggendario e
depresso, un pugile squalificato a vita, un fotografo di matrimoni ex rapinatore e un
idraulico col vizio del gioco. Cinque irregolari alle prese con una rapina milionaria con
l’obiettivo comune di arricchirsi, sia per una forma di riscatto che per sfuggire ai propri
fantasmi. Gli attori sono quasi tutti ex carcerati oggi scrittori e produttori affermati
e già protagonisti di altri film di successo come Gomorra di Garrone e Cesare non
deve morire dei fratelli Taviani: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco,
Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio. Cinque “assolo”. Da una delle città più jazzy
del pianeta, Napoli, a settembre nei cinema.
Roma. Miriam Giovanelli è molto concreta. Più che al suo futuro pensa al suo presente. Molto
schietta e sincera la giovane attrice, nata in Italia ma cresciuta in Spagna, che a 25 anni non
si permette di sognare più di tanto. Parla perfettamente italiano ma con un accento spagnolo
fortissimo e bellissimo. Ha una sensualità innata e un sorriso mozzafiato. E soprattutto ama
mettersi in gioco.
Quando hai deciso che recitare sarebbe stato il tuo mestiere?
Credo che un attore faccia sempre molta fatica a pensare che
sia così... Per quanto mi riguarda vivo sempre nell’attesa e
nella ricerca di lavoro.
romantico, in stile Mad Men. Il mio personaggio fa parte di una ricca famiglia proprietaria di magazzini e a seguito della morte del padre si troverà a gestire la proprietà col fratello. Nasceranno
delle dinamiche interessanti per cui farò di tutto per mantenere il potere decisionale.
Conoscevi la cultura di quegli anni? Come ti sei documentata?
Sicuramente quello che ho interpretato nel film Mentiras Y
Gordas di Alfonso Albacete e David Menkes per il quale sono
ingrassata 15 chili. È stato uno sforzo molto importante.
Mi è servito molto ascoltare la colonna sonora della serie con musica dell’epoca. Poi ho indossato abiti pazzeschi di Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Givenchy, c’è stata una grande ricerca
sui designer del periodo. Interpreto una ragazza capricciosa e femme fatale. Mi ha aiutato mia
nonna consigliandomi di vedere alcuni film. Così ho fatto.
Qual è invece il ruolo che speri un giorno ti venga proposto?
In Dracula 3D sei stata diretta da Dario Argento. Cosa ci puoi dire della coppia del brivido Asia e Dario?
In realtà è molto tempo che non mi faccio queste domande.
Credo che sia una frustrazione che non c’è bisogno di provare. Cerco sempre di modificarmi fisicamente e mettermi alla
prova.
Sicuramente non sono persone normalissime. Ma nel senso positivo del termine! Ho incontrato
Asia sul set de Gli Sfiorati di Matteo Rovere. Penso sia speciale. Ho conosciuto suo padre in
un’intervista e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto lavorare in un suo film. Che avrei fatto di tutto. Se non potevo essere attrice avrei portato i panini, volevo solo essere sul set. Se faccio cinema è grazie a film come Suspiria (1977). Dopo quell’incontro lui mi ha scelta e io ho scoperto un
regista incredibile. L’aspetto che mi ha colpito di più è che lui ha già il montaggio chiaro in testa.
Il ruolo più complicato?
Australia Il vagabondo È nato in Inghilterra ma si è trasferito in Australia prestissimo. E proprio nel deserto australiano è ambientato il film di David Michod The Rover, dove
Guy Pearce recita accanto a Robert Pattinson. Un road
movie dal sapore western in uscita il 28 agosto. Intanto l’attore sta girando un film con Kristen Stewart dal
titolo Equals ed è confermata la sua presenza in Black
Mass, l’adattamento cinematografico del thriller dei
giornalisti Dick Lehr e Gerald O’Neill. Nel cast
anche Johnny Depp e Juno Temple •
Seattle Biopic
La storia di uno dei più grandi chitarristi della storia arriva al cinema. Jimi: All is by my side
vi racconta Jimi Hendrix. John Ridley ci porta per un
anno nella troppo breve vita di Jimi: dall’incontro con
la sua amica e mecenate Linda Keith fino al giorno prima dell’esibizione di Monterey che lo consacrerà. Nei
panni di Hendrix l’attore e musicista André Benjamin
degli OutKast. Nelle sale il 18 settembre •
Scozia Spietato Fassbender Non ne sbaglia una. Anzi, ogni volta è una scoperta.
Erede di chissà quale volto di Hollywood (alcuni dicono di Brad Pitt), ma sicuramente professionista tra i più stimati della nuova generazione di attori, Michael
Fassbender continua a stupire. E la lista di film che lo vedono coinvolto è interminabile. Qui ne anticipiamo uno epocale: Macbeth nella versione di Justin Kurzel. La
pellicola manterrà il linguaggio originale e sarà ambientata nel XI secolo. Lo script
avrà un approccio viscerale alla storia. Nel 2015 al cinema •
Londra Gemello Hardy In questo momento è sul
set di Legend, dove interpreta due gemelli gangster
che hanno terrorizzato Londra negli anni ‘50 e ‘60.
Ma prima lo vedrete al cinema in Child 44 di Daniel Espinosa nei panni di Leo Demidov, un uomo
di legge in disgrazia nell’Unione Sovietica di Stalin,
che deve investigare su terribili assassini di bambini. è evidente che a Tom Hardy piacciano ruoli
per niente facili. Se ancora non avete visto un suo
film recuperate Locke e rivedete Inception di Christopher Nolan •
Sei sul set della seconda stagione di Velvet, una serie che ha avuto un enorme successo in Spagna e che a breve arriverà anche in
Italia. Raccontacela.
È ambientata negli anni ‘50 e li racconta con un approccio
Hai recitato in produzioni italiane, spagnole e americane.
Riscontri delle differenze evidenti nel modo di fare cinema?
Credo che nell’arco degli anni ci siamo un po’ messi d’accordo tutti su come lavorare! Le produzioni italo spagnole funzionano benissimo. Sicuramente cambia il caffè! E forse i set italiani
sono un po’ più rumorosi. Ma il paese in generale direi che lo è. È una questione caratteriale!
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33/
SPECIALE SURF
radiomontecarlo.net
76
Fotografia: Simon
Stile: Alex Vaccani
T-shirt REEF
Intervista di Marco Cresci
Ritratti di Simon
34/ Speciale Surf
35/
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76
nato per vincere
Roberto D’amico classe 1993 è nato praticamente con la tavola
sotto ai piedi, ha cominciato a surfare a soli otto anni e nel 2013
si è aggiudicato il titolo di campione italiano di surf
L’ABC del Surf
Ogni sport ha le sue regole
e il suo vocabolario
A
Aerial: manovra del surf moderno
durante la quale il surfista esce fuori dall’onda
per poi rientrarci.
Come ti sei avvicinato al mondo del surf? Sono nato e
cresciuto a Ladispoli vicino a Roma e il mare fa parte del mio DNA. I miei genitori praticavano windsfurf
così a soli quattro anni mi hanno avvicinato a questo
sport. Il sole, il mare, la spiaggia e gli amici, sono tutti
elementi che mi hanno sempre fatto stare bene con
me stesso e mi portano tuttora ad avere un approccio positivo alla vita. Ho cominciato praticando skinboard, poi sono passato al bodyboard finché a otto
anni un amico mi ha fatto provare la sua tavola da
surf e per la prima volta ho provato una sensazione
nuova, di controllo: me ne sono subito innamorato.
Ricordo che a quei tempi praticavo nuoto a livello
agonistico e che un giorno d’inverno invece di presentarmi agli allenamenti ho preso la mia muta da
sub, perché non avevo ancora l’attrezzatura idonea,
e sono andato a surfare di nascosto dai miei genitori
che non volevano uscissi in mare da solo e durante
la stagione fredda. Ovviamente mi hanno scoperto
subito, ma si sono arresi davanti all’evidenza capendo che il surf era ed è per me una vera passione.
Quando hai preso parte alla tua prima gara e che ricordo ne
hai? Ho fatto il mio primo anno di gare a dieci anni ed
B
Back side: surfare dando la schiena all’onda.
C
Cut back: manovra a forma di S
che il surfista compie per tornare nel cuore
dell’onda per riprendere velocità.
D
Deep inside: essere intubati molto profondamente nel cavo dell’onda.
Duke dive: manovra che consiste nel superare
le onde, affondando con l’aiuto di un ginocchio
pressato sulla tavola sotto la superfice dell’acqua.
Nell’immaginario comune il surf ha anche una forte connessione con la musica, è così anche per te? Sì è vero, c’è chi
si carica prima di una gara ascoltando musica a tutto
volume, sia per concentrarsi che per motivarsi; io no,
ma quando esco dall’acqua e si crea quella situazione stupenda in cui la tensione si scarica e ti bevi una
birra con gli amici in spiaggia, il sottofondo musicale
è indispensabile. Mi piace molto la musica ma non
ho un cantante o un gruppo preferiti, ascolto reggae,
elettronica, rock, hip-hop, e mi piace tutto.
ho subito vinto il campionato italiano under dodici,
qualificandomi alla finale mondiale del Quicksilver
Grommets Trophy a Capbreton in Francia dove arrivai quinto. Era il 2003. Ricordo tanta emozione e
tanta felicità.
Qual è il posto migliore per fare surf in Italia? Fortunata-
Cosa significa per te fare surf? Tutto. è ciò che ha co-
Com’è la vita di un surfista? è una vita che si vive alla
struito la mia vita, ciò che mi fa vivere, mangiare e
stare bene con me stesso. è il mio universo, se oggi
vivo bene lo devo al surf.
Qual è il posto più bello dove hai fatto surf? Lo scorso in-
verno sono stato in esplorazione a Java in Indonesia,
un posto sperduto senza connessione internet e con
due onde perfette senza nessuno intorno. Un posto
meraviglioso.
Nonostante la tua vasta esperienza, ti capita ancora di avere
paura quando surfi?
La natura va rispettata, è inutile ribadire che la
natura è più forte dell’uomo e ci
sono situazioni in
cui la paura si avverte nell’acqua,
anche se so a cosa
vado incontro e
cosa può succedere. Con il mare non
si scherza.
F
Floater: manovra moderna che consiste nello
scivolare sulla cresta di un’onda che sta frangendo per poi atterrare su una sezione
d’onda con una spalla più pulita
G
Grab rail: afferrare la lamina della tavola mentre si surfa un’onda.
H
Hang five: surfare con un piede tanto in punta
che le dita escono dalla tavola.
I
In the Pope’s living room: si dice di una
bella corsa dentro a un tubo.
mente vivo a Ladispoli che è vicina a Banzai, una
delle onde più famose e più tecniche d’Italia e poi
l’onda bella c’è a Varazze in Liguria, ma, anche in
Sardegna ci sono due o tre spot giusti.
K
Kahanamoku Duke:
(1890 - 1968) il padre del surf.
L
Late take off: partire in ritardo,
quando l’onda sta già frangendo.
giornata perché non saprai mai dove sarai domani o
dopodomani; dobbiamo aspettare le mareggiate, a
volte capita che il mare rimanga piatto per un mese.
Si fanno tantissimi chilometri per inseguire le mareggiate in Italia come nel mondo, può essere che
domani arrivi una mareggiata in Messico e partiamo.
Programmare la vita è impossibile, ma ho girato tantissimo il mondo.
N
NorthShore: la costa nord dell’isola di Oahu
alle Hawaii, quì si trovano le onde più grosse
del pianeta.
O
Off the lip: manovra che consiste nel tagliare
la faccia dell’onda andando dritti verso l’alto
e una volta raggiunto il vertice effettuare una
brusca rotazione per tornare di nuovo nel cuore
dell’onda.
Qual è la gara più importante che hai vinto? Ti dico qual
P
Pipeline: l’onda più famosa e fotografata
dell’ universo situata sulla costa nord di Oahu
alle Hawaii.
è stata la gara più importante a cui ho partecipato
anche se non ho vinto: nel gennaio 2013 durante il
Sunset Pro Junior alle Hawaii, gara a livello mondiale
in cui mi sono qualificato ai quarti di finale arrivando
nono. Non fu una vittoria ma una sensazione e un’esperienza incredibili. Oggi sono campione Italiano in
carica, ho partecipato a tantissime gare dai dieci ai
vent’anni, e ne ho perse altrettante, ma ora non ho
più obblighi da rispettare: gli sponsor mi permettono
di visitare posti nuovi, fare dei video diary o dei photo
shoot delle mie esperienze... insomma, sono tornato a vivere veramente il surf che rischiava di essere
schiacciato dall’agonismo. Sono molto felice e anche
più bravo.
R
Reentry: manovra sul lip in cui il surfista
impatta e surfa per un attimo, scivolando sulla
cresta che frange per poi ricadere giù.
Rocker: curva graduale lungo la poppa o la
prua della tavola.
S
Shaka brah: saluto Hawaiiano fatto con mano
chiusa e pollice e mignolo aperti; significa ciao.
T
Take off: manovra che sta a indicare
la partenza o l’inizio della corsa sull’onda.
Tube: la galleria d’acqua che forma l’onda.
Total look REEF
W
Wipeout: cadere su un’onda
di una certa potenza
Testi di Marco Magalini
e Enrico Longo
Intervista di Silvia Rossi
36/ Surf News
76
37/ Surf Movies
76
ONDE ANCHE NOSTRE
Parigi > Preppy Street-Style Da sempre Lacoste parla
di uno sportswear per la vita all’aria aperta, che con eleganza e
una buona componente heritage ispira un guardaroba urbano
sinonimo di comfort e protezione. Uno stile che incontra il pop
e la cultura street style nella linea Live!, pensata per coloro che
hanno un occhio attento verso la contemporaneità delle tendenze. Che per la fall/winter 2014
passa necessariamente dall’ispirazione surf
e skate, espressione di una vita metropolitana affrontata con lo spirito dello sportivo più audace. I codici di questa cultura
si accendono nelle stampe floreali delle
felpe in jersey, camicie e polo, mentre le
t-shirt colorate esprimono il loro carattere urbano nelle stampe geometriche
e vagamente retrò. Un mood che ricorda i surfisti degli anni 70, quando
per la prima volta ci si avvicinava anche in Italia a questo tipo di sport,
ma con la classe e quel pizzico di
preppy che il coccodrillo verde porta con sé.
È inutile tentare di essere razionali quando si
parla di surf. Abbiamo chiesto al regista Luca
Merli di raccontarci la storia del surf e lui ci
ha consigliato di guardare un film: Peninsula.
Ma gli spot dove frangono le onde migliori
dovrete continuare a cercarli da voi...
Quanto sono durate le riprese e chi avete coinvolto?
Abbiamo iniziato le riprese nel 2012 e le abbiamo terminate nel
febbraio 2014. Il film però è nato nel 2011. Sono stati coinvolti pionieri come i Fratelli Fracas, Giorgio Pietrangeli, Andrea D’Angelo
e Alessandro Dini. Poi vari shapers (coloro che costruiscono le
tavole ndr), un meteorologo e studioso del mare che racconta
come nascono le correnti del
Mediterraneo, una persona di
Legambiente e Alessandro Ponzarelli, campione di longboard e
forse il più stiloso. E poi c’è Edoardo Papa, quando l’abbiamo
ripreso aveva 11 anni, oggi ne ha
14: un fenomeno. Insomma i più
forti surfisti italiani, una trentina
in tutto. Poi vari amici di diverse
comunità.
Quali mari avete esplorato e quale posto vi è rimasto nel cuore?
Monza > Performance all’italiana Ri-
Milano > Funzionalità come
nuova eleganza Coloratissima,
geometrica, libera. Sono le caratteristiche che meglio si addicono alla collezione Resort 2015 di MSGM, nelle quali
si ritrova chiaro e deciso il riferimento
stilistico al mondo dello skateboard e
del surf, alle sue tonalità e soprattutto
alle grafiche vagamente anni 80 che lo
contraddistinguono. I tagli, puliti ed essenziali, vogliono costruire ampi volumi,
essenziali per l’idea di sportswear che
Massimo Giorgetti, direttore creativo
della maison, vuole veicolare: un abbigliamento che assurge la funzionalità
a nuova chiave di lettura per l’eleganza
cercatezza, eleganza e tecnologia i valori fondamentali che la maison monzese Colmar condivide con Italia Independent, il marchio di lifestyle
espressione della contemporaneità più sofisticata. Ne consegue una capsule collection di collaborazione, già alla seconda edizione, che vede
un’interpretazione nuova e decisamente urban dei capispalla e una
Unique Edition di occhiali da sole.
Due diversi pattern a esprimere l’identità e la filosofia delle creazioni
di Mr Elkann: il fulmine, geometricamente stilizzato, che alla funzione decorativa dell’interno dei piumini accompagna quella simbolica,
di velocità e immediatezza; e poi
il gessato, l’eleganza tradizionale
e tutta italiana, inaspettatamente
portata sul nylon delle giacche a
vento e con il twist che non poteva mancare: la linea continua viene infatti sostituita dal logo di Italia Independent,
ripetuto in sequenza. Un mix di colori, texture e
materiali tecnologici che troviamo anche negli
occhiali, con le stesse fantasie a base blu navy e
con il trattamento I-Peach, il simbolo della maison, che alla sensazione visiva accosta il piacere
di quella tattile.
contemporanea, caratteristica principale per capi nei quali è fondamentale
muoversi e vivere liberamente. Così i
pantaloni sono loose, le camicie e i top
tagliati alla vita e i capispalla quasi dei kway, in nylon impermeabile; tutto colorato dalle stampe, anche in abbinamenti
a contrasto. E siccome è di vacanze,
spiagge e sport che stiamo parlando,
MSGM è stato uno dei marchi che ha
dato il via al trend della ciabatta da piscina come calzatura, abbinata anche ai
completi più formali e interpretata con
le grafiche geometriche di collezione, il
logo bene in vista e i colori accesi dello
street-style.
Più meno tutta l’Italia: dal Tirreno allo Ionio. Il posto che mi ha
stupito di più è la Sicilia. Ospitalità incredibile e natura mozzafiato.
Non riusciamo a strapparti la località precisa, vero?
Mari d’Italia. È vero che è uno sport dove la tecnica è fondamentale, ma poi inevitabilmente entrano in gioco anche vari
sentimenti: la determinazione e la pazienza nell’aspettare l’onda
giusta, il coraggio che porta al successo e la passione. E quella,
dicono, ti travolge. Il surf e il sogno, il surf e la libertà. C’è chi ha
deciso di raccontare il questo sport attraverso dei documentari
dove si esplorano paesaggi, si conoscono personaggi e si impara
la storia. Quella dei surfisti italiani dagli anni ‘70 ad oggi e anche
quella del domani. Il film si chiama Peninsula: il documentario
diretto da Luca Merli è la naturale evoluzione di Onde Nostre, il
primo lifestyle documentary di Merli e Matteo Ferrari sul mondo
del surf prodotto dalla Block10. Abbiamo chiacchierato con lui.
Le tre parole chiave per descrivere Pensinsula.
Condivisione, natura, heritage... storia.
Perché Pensinsula è imperdibile?
RIP CURL
A CIASCUNO
IL SUO
SURFBOARD
BEAR
Wombat
Surfboard
Wooden
Softboard
Quicksilver
Colorate,
aereodinamiche,
leggere, in
polietilene o in
legno, anche nel
surf come in ogni
altro sport bisogna
capire qual è la
tavola giusta per
cavalcare le onde
Edizione limitata in legno
realizzata in
cornovaglia
da Otter
Surfboard
con la supervisione del
costruttore
di tavole britannico Keith
Beddows.
Una tavola
adatta sia
a chi vuole
semplicemente divertirsi in acqua
che hai chi
vuole cominciare a surfare, grazie
all’alta densità
di polietilene
che la rende
resistententissima.
Progettata da
Phil Grace la
tavola DEMIBU non è altro
che una versione ridotta
della celebre
Malibu, le sue
domenisoni
maneggevoli
rendono facile il trasporto
e l’imbarco
aereo.
Demibu
Al Merrick
Biscuit
Tuflite
La tavola
perfetta per
surfare le
onde piccole
progettata da
Rob Machado è facile
da usare e
nonna nulla
da invidiare
alle tavole di
misura più
grande.
RRD
Nasone
è ispirata al
design degli
anni ‘60 la
tavola Nasone
di Roberto
Ricci Design,
una noserider
che disegna
linee pulite
sull’onda e
consente di
ballarci sopra
in punta di
piedi.
Perché c’è un gruppo variegato di personaggi che raccontano la storia del surf in Italia, comprese le
rivalità. Scoprire certe dinamiche è stato fondamentale.
Il regista Luca Merli
In realtà i surfisti non amano
rivelare dove trovare gli spot.
Posso dirti che eravamo a sud
della Sicilia. Poi va a finire che
mi odiano altrimenti. Alla fine in
acqua, non avendo le onde tutti
i giorni, quando si è in troppi non
ci si diverte più. Le comunità locali
sono importanti da preservare perché sono loro che fanno l’ambiente
in acqua. Se lo scambio è davvero
uno scambio, diventa tutto meraviglioso. Se invece diventa una
conquista, non è più divertente per
nessuno.
La musica è fondamentale nei vostri
film, come la scegliete?
Ora con il web hai accesso a moltissime cose, quindi abbiamo ricercato pezzi del passato e musica nuova. C’è una colonna sonora
molto valida: dai classici del cinema italiano come Stelvio Cipriani
a Erlend Øye dei Kings Of Convenience che ci ha fatto una cover
stupenda di un pezzo di Dimartino. Poi abbiamo una collaborazione attiva con Jack Jaselli che ci sta seguendo in tour. Poiché il
film andrà in parecchi Festival tra l’Italia e l’estero.
Avete girato in pellicola, che sfide bisogna affrontare oggi per farlo?
Che cos’è il surf per Luca Merli?
La pellicola è un formato che sta andando purtroppo in disuso.
La resa colore e trascinamento dell’immagine più cinematografica riesce però a rendere le luci dei luoghi e dell’acqua in modo
estremamente coinvolgente. Il lato negativo della pellicola è che
molti laboratori hanno chiuso, anche le maestranze stanno andando in pensione. La pellicola è più vicina alla memoria rispetto
al digitale. Non è che il digitale non mi piaccia, sia chiaro, però per
il surf volevamo che il film avesse quel sapore datato...
Sai, non so nemmeno se definire il surf solo come sport, anzi credo che sia riduttivo definirlo semplicemente così. Penso che il
surf riesca a coinvolgerti talmente tanto che in qualche modo
condiziona anche le tue scelte più semplici di vita. La cosa che a
me piace di più è il rapporto con la natura, perché ti riporta con
i piedi per terra. Ti accorgi che la natura comanda. Il surf ti riavvicina a una percezione del pianeta molto primordiale. E questa
cosa diventa poi parte di te. Una volta che la vivi la vuoi riprovare.
Sempre.
38/ Portfolio
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39/
76
John Severson è stato il fondatore di SURFER,
la rivista che negli anni ‘60 rivoluzionò l’interesse,
il fascino e la percezione di una disciplina
destinata a diventare un culto
Sopra, “First swell of the winter at Sunset, no bodies”, 1957. Sotto “Signs of the times at the parking lot (Redondo Breakwall)”, 1962
In apertura, “The Ultimate Jouney,” 1964, magazine layout.
LE ORIGINI DI UN MITO
Pasadena. Nel 1960 il regista e attore californiano
John Severson, classe 1933, fondò SURFER, la prima rivista che celebrò l’arte e lo sport del surf e
da quel momento la concezione di questo sport
Puka Puka di Maui nelle Hawaii, e i
allora di nicchia mutò per sempre. Questo perché
contributi di icone del surf come il
Severson non si limitò a
leggendario domatore d’onde hapubblicare immagini icowaiano Gerry Lopez e l’ex direttoniche che diventarono la
re di SURFER Drew Kampion. SURF
le pubblicazioni dedicate al
spina dorsale del surf nella
di John Severson è un viaggio alle
surf da quel momento in poi.
fotografia e nel cinema; ma
radici della cultura del surf.
La spensieratezza dei ragazzi
il suo approccio particolare
sulla spiaggia si contrappone
John Severson’s Surf
a questa disciplina mise in
ad incredibili evoluzioni sulle
In collab. con Puka Puka
Introduzione di Gerry Lopez, intervista
risalto la bellezza di questo
onde diventando consapevodi Nathan Howe, testo di Drew Kampion
sport e il lato più leggero
lezza; la gioventù e la voglia
pp. 212. Damiani Editore
della nostra cultura, facendi aggregazione si scontrano
do sì che SURFER diventascon la disciplina, l’allenamense lo spirito guida di tutte
to e la tenacia diventando un tutt’uno. John Severson’s Surf è la prima
monografia che esplora questo spaccato di mondo attraverso cimeli,
dipinti, fotografie, poster, locandine di film e schegge editoriali. Il libro
include un’intervista raccolta da Nathan Howe, curatore della galleria
40/ Speciale Surf
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In alto, “Weekend Warriors at Sunset Beach (Byron Coe, Peter Cole, Wally Froiseth e Fred Van Dyke)”, 1957
Sopra e nella pagina accanto, “Spartan Reef”, Baldwin Beach, Pā‘ia, Maui, 1978
41/
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42/ Portfolio
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Sopra, John Peck
sulla copertina
fold-out dell’AprileMaggio 1963.
Sotto, “All senses
maxed, colossal
Banzai shore break,
Hawaii”, 1957.
A sinistra, “West
Peak”, 2005.
Tutte le immagini
per gentile
concessione
di Puka Puka
pukapuka.tv
e Damiani
damianieditore.com
45/
Da sinistra.
Lua indossa camicia e mocassini ACNE STUDIOS, pantaloni PAUL SMITH;
per Simo, bomber e scarpe ACNE STUDIOS, pantaloni VIVIENNE WESTWOOD ANGLOMANIA.
Total look MISSONI e sandali BIRKENSTOCK su Odin; Charley indossa maglione GUGLIELMO CAPONE, pantaloni KENZO, scarpe HENDERSON.
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e non sarà più vuota la città
Fotografia
SIMON
Stile
ALEX VACCANI
46/
47/
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Nella pagina accanto. Per Odin, giubbino MISSONI, pantaloni MSGM, scarpe ANDREA INCONTRI.
Per Simo, maglione MISSONI, pantaloni SANDRO, scarpe HENDERSON
Poncho e pantaloni PAUL SMITH,
sneakers ARTSELAB, cappello SANSOVINO6
48/
49/
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Camicia e bomber ANDREA INCONTRI,
orologio MONDIA Linea Vintage
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Nella pagina accanto.
Per Lua, giubbino PAUL SMITH, camicia VIVIENNE WESTWOOD, pantaloni ANDREA INCONTRI
Per Odin, maglione e pantaloni MISSONI, orologio MONDIA
50/
51/
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Felpa PAUL SMITH, pantaloni VIVIENNE WESTWOOD, sneakers ARTSELAB.
Nella pagina accanto. Chiodo VIVIENNE WESTWOOD, pantaloni e scarpe PAUL SMITH
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Modelli
Grooming Ana Rodriguez at Green Apple
Simo at Boom, Odin G. at Independent, Lua M. at WhyNot, Charley S. at Fashion
Si ringraziano Dario
Nuzzi · Surfers.it, Jeep, Surfer’s Den Surfboard
Urban_216x322 15/07/14 14.48 Pagina 1
52/ Tra le pagine
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Il tempo dell’onda
Surfare in Italia
Gli orologi da Surf sono uno strumento
importante per i surfisti e per chi ama
gli sport acquatici in genere. Robusti,
impermeabili, con contatori d’onda, orari
del tramonto e fasi lunari, il tutto senza
trascurare l’aspetto estetico.
Contrariamente a quanto s’immagina fare surf
in Italia è possibile, anche se le onde nostrane
non sono paragonabili a quelle oceaniche.
Guida alle migliori spiagge della penisola
Rock
Maniac.
SECTOR
Expander Street
Una collezione di orologi digitali
dedicata al mondo dello sport e
caratterizzata da un design fashion
e contemporaneo. Gli orologi EXPANDER si distinguono per l’elevato contenuto tecnologico grazie
alle molteplici funzioni disponibili.
L`Orologio Sector è da sempre sinonimo di forza, decisione, coraggio e determinazione.
Ferrari Aero Evo
Aero Evo trae ispirazione per il suo
design aerodinamico dal diffusore
delle auto da corsa. Il quadrante è
caratterizzato da una sportiva trama
in fibra di carbonio, gli indici applicati riprendono il formato utilizzato
sul frontale delle F. Il cinturino in
fibre sintetiche imita il Kevlar®, il
robusto materiale utilizzato per gli
pneumatici da corsa.
Roberto D’Amico, foto di Valentina Ciotti
G-SHOCK Gulfman
Gulfman è la collezione di GSHOCK studiata ad hoc per chi
fa surf; dotata della funzione “indicatore delle maree”, grazie alla
quale la fasi della marea sono visualizzate in funzione di latitudine,
longitudine e intervallo di marea, e
“indicatore delle fasi lunari”, grazie
al quale le fasi vengono visualizzate
come simboli in base alla posizione
geografica impostata. Capo Mannu - Sardegna Capo Mannu
è un promontorio situato a circa 20
km da Oristano, il punto di inizio della
penisola del Sinis. Oltre a poter vantare un mare stupendo, Capo Mannu
è riconosciuto come la capitale italiana del surf. Qui le condizioni per
surfare possono essere veramente
estreme e pericolose in quanto non
c’è spiaggia, ma solo rocce appuntite da schivare.
Varazze - Liguria Varazze, in provincia di Savona, offre la possibilità di
fare surf tutto l’anno, grazie a un reef
naturale posto a ponente del Molo
dei Marinai. Purtroppo la location è
spesso molto affollata, quindi va cercato rifugio nelle spiagge circostanti
o nei paesi limitrofi come Albissola,
Vado Ligure e Cogoleto.
Rosignano Solvay - Toscana Rosignano
Solvay, in provincia di Livorno, è famosa per le sue spiagge bianche che
assomigliano a quelle tropicali ed è
una delle mete preferite dai giovani.
In realtà la spiaggia assume questo
colore per la vicinanza dello stabilimento che produce bicarbonato.
Santa Marinella - Lazio A Santa Marinella, in provincia di Roma, ci sono
diverse scuole per imparare a fare
surf. Qui si pratica il surf da onda dagli anni ‘80, per questo è una delle
capitali italiane di questo sport. Molte gare del campionato nazionale si
svolgono nella spiaggia di Banzai,
conosciuta da tutti i surfisti.
Vieste - Puglia Vieste, in provincia di
Foggia, è ben conosciuta come spot
per fare kite surf e wind surf, ma si
pratica anche il surf da onda. C’è
la scuola di Sergio Cantagalli, Surf
Concept, che propone corsi in lingua
italiana, inglese e tedesca. Le spiagge migliori sono quelle di Punta Lunga e di Baia Molinella.
MOMO DESIGN
Dive Master City
Il design e l’orologeria si fondono
in un unico concetto e creano una
superlativa unione tra tecnologia
ed estetica. Dal successo del Dive
Master - subacqueo d’alta gamma
essenziale e sofisticato - il Centro
Stile Momodesign ha progettato l’evoluzione della linea con il DiveMaster City, che sfoggia modernità di
linee e prestazioni eccellenti.
Bomberg
1968 Swiss Made
La nuova linea Swiss Made di Bomberg omaggia e attinge dal passato con i suoi quadranti vintage. La
gamma si compone di 25 orologi Swiss Made cronografi Ronda
3520D con diverse «accessorizzazioni», per soddisfare tutti i gusti;
il cinturino di caucciù può essere
sostituito con un cinturino di pelle
di svariati colori, per stare sempre
al passo coi tempi. Make love with Rock.
54/ Libri
55/ Arte
76
A cura di Diana Barbetta
76
Grosseto > La Voce
del Dissenso Quella di Luciano Bianciardi è
una voce di dissenso in
costante lotta contro l’establishment culturale al
quale tuttavia apparteneva. Bianciardi ha saputo
tradurre in parole il celato
malessere del vivere quotidiano, delle dinamiche
lavorative, dei rapporti interpersonali in anni, quelli
del boom economico italiano, caratterizzati da grandi contrasti sociali. La sua
attività letteraria e giornalistica non ha risparmiato critiche nei confronti della macchina
culturale ed editoriale per la quale operava, come dimostrano
diverse sue opere, da Il lavoro culturale (1957) a La vita agra
(1962). L’integrazione, scritto nel 1960, si pone a metà strada tra
le due opere, preannunciando temi che verranno riproposti due
anni dopo in un romanzo che avrà la magnifica trasposizione
cinematografica di Carlo Lizzani con Ugo Tognazzi. I suoi scritti
fortemente autobiografici, in cui all’acuta osservazione si unisce
la lungimiranza dello sguardo sono di un’attualità sconcertante,
soprattutto nel panorama editoriale contemporaneo.
Luciano Bianciardi, L’integrazione. Feltrinelli, pp. 112, € 8.00
Polinesia > Divino Pop Come un’antica divinità polinesiana sia potuta divenire nel tempo un’icona della cultura pop
influenzando l’intera sfera creativa dalla moda all’arte, dal cinema alla musica e non solo, lo si può comprendere attraverso l’ampia documentazione fornita da Sven Kirsten, un autore
che da molto tempo è sulle tracce di Tiki. Il libro fotografico
Tiki pop edito da Taschen esce in concomitanza della mostra
L’amérique Rêve Son Paradis Polynésien curata dallo stesso
Kirsten al Musée du quai Branly di Parigi che sarà visibile fino al 24 settembre 2014.
Un percorso che approfondisce la storia della divinità dell’oceano attraverso oggetti
di culto autentici accanto ad altri creati dalla moderna idolatria, divenuta patrimonio della cultura popolare statunitense, grazie al lavoro di archeologi urbani che
hanno raccolto testimonianze del XX secolo. Un mito esploso nei 50’s, anni del
benessere economico quando la classe media statunitense cercava conforto nella
spiritualità, ma pur sempre di stampo pop.
Sven Kirsten, Tiki Pop. America imagines its own Polynesian Paradise
Taschen, pp.384, € 39.99
San Francisco Una coraggiosa denuncia La sua
fama si deve per lo più a
romanzi d’avventura divenuti dei classici della
letteratura contemporanea per ragazzi, ma Jack
London non è solo vigore, coraggio e ottimismo.
Era il 1913, all’apice del successo,
quando scrisse “John Barleycorn: Alcoholic Memoirs”, un’autobiografia
che svela la sua dipendenza. Una
coraggiosa denuncia il cui intento è
additare le strambe regole della socialità •
Jack London, Quel diavolo di John Barleycorn.
Memorie di un bevitore.
Donzelli Editore, pp.224, € 25
Kansas Segregation Series
Nel 1956
Life pubblicò “The Restraints: Open
and Hidden” di Gordon Parks in cui si
documenta il quotidiano di una famiglia
afroamericana del Sud sotto le leggi Jim
Crow, che permisero l’esistenza della
segregazione razziale negli Stati Uniti
fino al 1965. Fotografo, ma anche filmmaker, tra i protagonisti dell’ondata della Blaxploitation anni ’70, Parks riesce
ad affrontare temi diversi
che si parli di moda, razzismo o povertà conservando la medesima cifra
stilistica.“Segregation
Series” raccoglie inedite
fotografie. •
Gordon Parks, The Segregation
Story. Steidl, pp. 112, € 35
Londra > Love Story del XXI Sec. Il riferimento culturale
è visibile fin dalla sua copertina e il titolo lo conferma. Lo schema letterario è quello nabokoviano ma sovvertito. Ben Brooks
ci racconta una generazione, quella a cui appartiene, che vive
una realtà costantemente in dialogo con quella virtuale dei social network. Il protagonista Etgar è il classico quindicenne a cui
piace trastullarsi sul web, bere sidro con i suoi amici e passare
intere serate sotto il piumone a navigare su Wikipedia e You Tube
con Alice, la sua fidanzatina che ben presto lo tradirà. In preda
alla delusione amorosa inciampa
in una chat per adulti dove incontra Macy, quarantenne annoiata
in cerca di emozioni sul web. Un
incontro virtuale che si tramuterà
in reale. Il londinese Ben Brooks a
soli ventidue anni ha già all’attivo
cinque romanzi, una nomina per il
Dylan Thomas Prize e il Pushcart
Prize e soprattutto, particolare
non trascurabile, un fan come Nick
Cave.
Ben Brooks, Lolito.
Isbn Edizioni, pp. 286, € 17,50
California Surf Culture
Non è semplicemente una pratica sportiva, il surf
con la sua millenaria storia tocca i più
disparati ambiti: dalla fotografia al cinema, dall’editoria alla musica. Si parla
di surf culture, un fenomeno nato in seno alla
sottocultura californiana
ed esploso a livello planetario arrivando a far
sentire la sua eco anche
in Italia. Una vera filosofia di vita cresciuta in
California a cavallo tra
gli anni ’50 e ’60 sulle note dei Bel Airs
prima ancora dei Beach Boys e di cui
ancor oggi si conserva memoria •
Francesco Fiorentino & Tommaso Lavizzari,
Surfplay. Vololibero Edizioni, pp. 120, € 12
New York Appunti di viaggio Nell’immaginario collettivo Harlem evoca la
cultura Afro-americana, il leggendario
jazz solo per bianchi e l’iconica gang
The Boppers in The Warriors. Ma in realtà lo storico quartiere di Manhattan è
molto altro e a raccontarcelo attraverso
un meraviglioso percorso iconografico
è Naomi Fertitta. Un luogo la cui ricchezza culturale è nata dall’incontro/scontro
di culture, diverse per
abitudini alimentari e
attitudine musicale. Un
viaggio visivo sia per
nativi del luogo che per
curiosi viaggiatori •
Naomi Fertitta,
In The Spirit of Harlem.
Assouline, pp.144, € 33
DIETRO
UN VOLTO
Che si tratti di fotografare Chet Baker o Madonna l’approccio di Deborah
Feingold rimane identico:di assoluta naturalezza. In anteprima per l’Italia
la ONO Arte Contemporanea presenterà un percorso fotografico a lei
dedicato: «Madonna - New York 80’s - Deborah Feingold»
Intervista Diana Barbetta
56/ Arte
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Rhode Island. È facile imbattersi in scatti fotografici di icone del jazz come Chet Baker, Gil Evans, Keith Jarrett o Archie
Shepp e scoprire che dietro i loro volti c’è il tuo nome. Dalla
fine degli anni ‘70 hai immortalato noti jazzisti di fama mondiale instaurando un forte legame con questo leggendario
mondo. Da cosa ha avuto inizio?
Nei primi anni ’70 ho conseguito una laurea in Comunicazione ottenendo un’abilitazione all’insegnamento, ma la mia vera
passione era la fotografia. La mia famiglia mi ha incoraggiato
a sognare ma mi ha portato a essere pragmatica e questo ha
costituito per me un dilemma. Post laurea ho lavorato part-time
per uno studio fotografico e la sera stampavo le mie foto in una
camera oscura improvvisata, ovvero nella mia camera da letto. Alla fine ho trovato un posto come insegnante di fotografia
in un carcere minorile. Insegnavo ciò che amavo e sentivo che
stavo facendo la differenza in quelle giovani vite. In quel periodo
incontrai un batterista jazz che viveva nel mio stabile: fu allora
che la mia vita cambiò. Mi ritrovai in un mondo di cui ignoravo
l’esistenza, fatto di uomini e
donne che vivevano la loro
passione, e ben presto iniziai
Tutti noi siamo influenzati dal
a fotografare la loro scena
flusso e riflusso della nostra
jazz. Tre anni dopo mi traesistenza: passata, presente
sferii a New York con un altro
e futura. Gli anni Sessanta
musicista e lì cominciò lettesono stati perfetti per me
ralmente il mio sogno.
perchè è stata un’epoca di
cambiamenti sociali che la
Un portfolio fotografico
mia generazione ha innescanato dalla committenza di
to e che ora lotta per manpiccole etichette indipentenere.
denti fino a giungere a note
riviste quali Rolling Stone,
Qual’è la tua formazione fotografica? Quali i tuoi maestri?
Quando arrivai a New York un amico mi trovò un lavoro alla Magnum
Time, Newsweek e The New
Photos, controllavo che le fotografie rientrassero dai magazine che le
York Times. Interlocutori diavevano pubblicate, avendo la possibilità di studiare foto come quelle
versi, protagonisti di decadi
di Cartier-Bresson, Kertész, Capa, Dorothea Lange e altri fotografi di
che, seppur vicine, hanno
fama mondiale: è stata questa la mia formazione. L’osservare il lavoro
vissuto grandi rivoluzioni
dei grandi fotografi, ogni singolo scatto ripreso nel loro stile, mi ha ispistilistiche. Quanto la tua
rato ed è tutt’ora con me e insegnandomi a saper cogliere il momento.
poetica visiva ne è stata
In quest’ epoca dominata dalla post-produzione sono molto grata di
influenzata?
aver avuto questa educazione.
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« Tutti noi siamo influenzati
dal flusso e riflusso della nostra
esistenza: passata, presente e
futura. Gli anni Sessanta sono
stati perfetti per me perchè è
stata un’epoca di cambiamenti
sociali che la mia generazione
ha innescato e che ora lotta per
mantenere »
c H e T B A k e R , B e A S T i e B O Y S , PAT B e n ATA R , M A R Y J . B l i G e
MuSic
Cartier-Bresson, Kertész: fotografi che hanno respirato la corrente
del surrealismo. Quanto ha influito nel tuo lavoro?
É difficile valutare quanto il surrealismo o qualsiasi altra forma d’arte mi abbia influenzato, perché quando
fotografo sono immersa nel presente che rappresenta
ovviamente una sintesi di tutto ciò che ho assorbito in
passato. L’osservazione di diverse correnti artistiche è
diventa parte della mia visione complessiva anche se
non ci sono segni visibili di uno stile in particolare nel
mio lavoro.
kuRTiS BlOw, BOnO, BOY GeORGe, JAMeS BROwn, JAckSOn BROwne
D Av i D B Y R n e , T H e c A R S , B e T T Y c A R T e R , R O n c A R T e R , D O n
cHeRRY, cHic, G e OR G e cli nTOn, le On AR D cOH e n, J uDY cOlli nS
J O H n n Y c O P e l A n D , e lv i S c O S T e l l O , R O B e R T c R AY, D R . J O H n
ecHO & THe BunnYMen, BRiAn enO, fAB 5 fReDDY, BRYAn feRRY
keiTH JARReTT, BillY JOel, GRAce JOneS, AliciA keYS, kiD cReOle
AnD THe cOcO nuTS, B.B. k i nG , MAR k knOPfle R , cYn Di lAu Pe R
Annie le nnOx , l. l. cOOl J , J OH n lYD On, M AD OnnA , Ai M e e MA n n
BRAnfORD AnD wYnTOn MARSAliS, MuScle SHOAlS RHYTHM
DeBORAH feinGOlD
R O B e R T f R i P P, P e T e R G A B R i e l , P H i l i P G l A S S , A l G R e e n
c H R i S S i e H Y n D e , A B D u l l A H i B R A H i M , B i l lY i D O l , M i c k J A G G e R
Hai collaborato con il noto tabloid newyorkese, The
Village Voice, in cui hai avuto modo di confrontarti
con due figure: Fred McDarrah e Sylvia Plachy. Cosa
ritieni tu abbia preso da entrambi?
Fred era una persona apparentemente dura ma di animo gentile. Quando sono cresciuta ho capito cosa mi
aveva insegnato, ovvero a proteggere sia il mio lavoro
che me stessa. Per quanto riguarda Sylvia il suo metodo è completamente diverso: non ci sono regole o
restrizioni nel suo lavoro. La fotografia non è un business per lei e non è mai stata influenzata da fattori
commerciali. Mi sono spesso immedesimata nel suo
modo di vedere, e questo è stata fonte d’ispirazione.
MU SIC
S e c T i O n , S i n É A D O ’ c O n n O R , YO kO O n O, J O e P e R R Y, P H A R R e l l
PRince, QueSTlOve, JOeY RAMOne, R.e.M., THe RePlAceMenTS
n S e B A S T i A n , B O B S e G e R , PA u l S H A f f e R , PA u l S i M O n
S P i n A l TA P, T i n A T u R n e R , D w i G H T T w i l l e Y, S T e v e n T Y l e R
keiTH RicHARDS, SAM RiveRS, TODD RunDGRen, BOz ScAGGS
e D D i e v A n H A l e n , S T e v i e R AY v A u G H A n , S u z A n n e v e G A
JOH
T O M v e R l A i n e , T O M w A i T S , M A l w A l D R O n , f R A n k z A P PA
PHOTOGRAPHS BY De BORAH feinGOlD
inTRODucTiOn BY AnTHOnY DecuRTiS
Deborah Feingold.
“Madonna - New
York 80’s”.
La mostra (18
settembre – 31
ottobre 2014) si
compone di 40
scatti di Deborah
Feingold.
Il libro “Music
Photographs by
Deborah Feingold”
è edito da Damiani
Editore (pp.108, €
35.00)
Tutte le immagini: ©
Deborah Feingold
Lavorando a fianco di McDarrah, famoso per aver documentato nei 50’s la scena culturale della Beat
Generation avrai assorbito l’atmosfera di quegli anni. Che percezioni hai di quel mondo? E quanto di
quell’America vive ancor oggi?
McDarrah ha vissuto e raccontato un’epoca che molti di noi avrebCosì ho imparato a muovermi rapidamente, ed oggi dopo debero voluto vivere. Gli esponenti della Beat Generation son stati i
cenni di esperienza so come mettere il soggetto a proprio agio
padri fondatori della mia generazione, ed è mia convinzione che l’innel minor tempo possibile.
tera scena abbia contribuito all’avanzata del movimento per i diritti
civili, aprendo la strada alla controcultura nata negli anni ’60 e al
Attraverso il tuo sguardo son passate tante personalità, difmovimento in favore per la pace. Nell’America di oggi, a mio avviso,
ferenti per ambito musicale e per generazione. Sei stata tenon molto di quello spirito è sopravvissuto.
stimone di un passaggio generazionale tra i più complessi: da
Miles Davis a Prince. L’unico punto fermo è la scelta che hai
Quanto il soggetto ritratto si concede oggi rispetto al passato?
abbracciato fin dai tuoi esordi, ovvero il ritratto fotografico.
Quando ho iniziato a fotografare era un’epoca in cui prima di immorCosa c’è dietro un volto?
talare un soggetto si aveva l’opportunità di passare del tempo con
Buona domanda. In molte delle mie fotografie il soggetto ritratto
lui. In seguito quando ho iniziato a farlo realmente le case discografiguarda dritto nella fotocamera ed io riesco a vedere ben oltre un
che ti davano 15 minuti per fotografare un artista avendo pochissimo
semplice volto che mi guarda: è al tempo stesso intimo e rivelatempo per entrare in connessione con le persone.
tore della sua semplicità.
58/ Design
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A cura di Marco Magalini
59/ Design
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A cura di Marco Magalini
Ritratti di Ingmar Kurth
e Benoit Linero
Taiwan > Frutta Senza Frutta Un gioco di design, a cavallo tra reale e immateriale, con
lo scopo di spingere le persone a ‘toccare’ un oggetto con la memoria. Nulla di incomprensibile
per artisti o design-victim, più enigmatico per i comuni mortali. Molt è una piccola collezione di
oggetti in porcellana che riproducono al tatto la buccia di un frutto o l’involucro di un cibo ma
in realtà sono assolutamente vuoti. Unica utilità, più intellettuale che altro, quella di favorire una
più profonda connessione tra uomo e cibo grazie a superfici esterne che riflettono le forme e le
texture del food più comune. “I nostri oggetti offrono una nuova percezione di oggetti quotidiani e
vogliono stimolare chi li usa a rompere le routine – racconta il team creativo di Viichendesign. Ciò
di cui ci contorniamo ogni giorno viene completamente svuotato di senso. Lavoriamo con materiali
naturali e tecniche avanzate. Agiamo sull’esperienza fisica tra utente e oggetto per connettere la
percezione dell’utente alla memoria tattile e per creare ‘affetto reciproco’ tra gli oggetti e chi li usa”.
Vaxholm
(Svezia) > Sedute A
Impatto Zero Åke
Axelsson è uno dei
progettisti
svedesi
più attivi nell’ambito
dell’interior design. Il
suo periodo d’oro è
stato negli Anni Cinquanta, con incarichi
di rilievo in tutto il Paese, ma pare non voler
rallentare. Settantasette anni e non sentirli quelli di Axelsson,
che a giudicare dalla
freschezza e ipercontemporaneità
del nuovo progetto
Kortrijk (Belgio) > Connessioni 3D Agli
Wood non accusa alcun colpo. Negli anni
ha infatti speso molto
tempo ed energie ad
analizzare in modo
scientifico la costruzione delle sedie,
partendo dallo studio
addirittura dei modelli dell’antica Grecia o
dell’Egitto faraonico.
Il suo design è caratterizzato dalla sem-
plicità e da una maniacale ossessione per la
riduzione a tutti i costi.
Il risultato è una forma
veramente ai minimi
termini, che non intacca però la funzionalità.
Questa sedia è stata
presentata durante la
Stockholm Furniture
fair ed è completamente smontabile. Da
svedese doc non poteva non considerare anche la questione ambientale: la confezione,
minimale (neanche a
dirsi), è completamente riciclabile.
MilanO Le riviste trovano casa 4P1B è uno studio di
design che opera nel mondo della progettazione, sviluppando soluzioni sia per prodotti industriali che dedicandosi alla sperimentazioni in piccole edizioni limitate.
Il team di designer ha sviluppato per Pinetti una collezione di cesti in differenti dimensioni, realizzati in cuoio rigenerato con fondo in legno. Oggetto simbolo della capsule
è il grande cesto porta riviste, un cono dal quale emerge un
cilindro in legno che si trasforma in elemento contenitore •
Malmö (Svezia) Comfort sospeso ma a rischio zero La prima ad essere premiata era stata la Bow Chair nel 2013. Squadra vincente non si cambia, così il
duo creativo composto da Lisa Hilland e Gemla Fabrikers ha continuato a lavorare allo stesso concetto sfociato nel Bow Sofa, progettato con il minor numero
di componenti possibili: solo tre archi tenuti assieme da un piccolo raccordo in
bronzo, che sostiene un sedile imbottito in pelle ultrasoft. Ogni elemento è accuratamente realizzato a mano con la tecnica di curvatura tradizionale del legno,
nata più di cento anni fa •
Interieur Awards è stato premiato Keystones, l’innovativo sistema di furniture making fondato su un
singolo connettore: un pezzo compatto che può
essere ottenuto con stampaggio 3D. Il “Keystone”
tiene insieme i componenti di un mobile, le cui caratteristiche devono rispondere a facilità di montaggio, attrezzatura
semplice e materiali
facilmente reperibili.
La complessità del
progetto è condensata in un pezzo di
dimensioni limitate
ma prodotto secondo tecnologie complesse e ultramoderne; il resto dei materiali necessari, invece, è estremamente
semplice. Entro certi
limiti, le dimensioni e
i materiali possono essere adattati alle preferenze
del cliente. Per semplificare ulteriormente il design,
i pezzi aggiuntivi sono tenuti insieme dai componenti con l’aiuto di un set di viti stampate e a loro
integrate. Non sono necessarie altre viti né componenti; le viti stampate in 3d non penetrano il materiale ma lo stringono.
Praga Boemia formato design
Una sintesi di design
raffinato, alta qualità e tutta la maestria degli artigiani
del vetro di Boemia. La tradizione secolare del soffiato di
Boemia rivive nelle collezioni di illuminazione originali
del marchio, che sono state progettate da artisti cechi.
Novità recente è la lampada a sospensione Mona, realizzata in vetro soffiato a mano e impreziosita con
strisce di tessuto. Disponibile anche in una versione
lampada da terra con paralume in vetro •
Tokyo Ordine pret-à-porter Sutoa, che in giapponese significa memoriz-
zare ma anche contenere, è una torre portatutto con un’estetica scandinava ma fedele al mood giapponese, disegnata dall’architetto di Tokyo Keiji
Ashizawa. Il telaio in acciaio è accatastato con cassetti spioventi in legno
per creare un prodotto scultoreo perfettamente funzionante e pratico. Lo spazio lasciato tra i vani permette l’estrazione nonostante
la mancanza di maniglie. Facilmente montabile e smontabile, il
mobile può essere trasportato comodamente grazie a ruote poste
sul retro •
Sebastian
Herkner
Dalla Design Academy di Offenbach
ad una linea di poltrone disegnate
per Moroso; quando il talento parla da sé.
Offenbach am Main (Germania). Sebastian Herkner, classe 1981, ha studiato
Product Design alla Design Academy di
Offenbach. Durante gli studi ha fatto uno
stage presso Stella McCartney a Londra dove ha sviluppato una particolare
predilezione per il colore, il materiale e
la loro connessione. Dopo la laurea ad
Offenbach nel 2007, ha lavorato come
assistente nella Facoltà del Design del
Prodotto occupandosi di progetti nel
campo della progettazione integrata. Già
nel 2006 Sebastian Herkner stabilisce il
suo studio e da allora viene coinvolto in
progetti freelance per varie aziende come
Moroso e ClassiCon vincendo importanti
riconoscimenti come il German Design
Award e il Red Dot Design Award. Proprio le Poltrone anti-scivolo per Moroso lo
hanno lanciato nella scena internazionale.
Patrick
Jouin
Il pupillo
Sono delle poltrone pratiche, prive di sodi Philippe StarCk
stegni, poggiate direttamente e saldaè pronto a spiccare il volo
mente a terra, inamovibili. Ma ciò nonostante leggere e facili da spostare.
anche da solo e apre un’agenzia
L’idea deriva dall’industria della calcreativa a Parigi
zetteria, dai rivestimenti anti-scivolo utilizzati per i calzini dei bambini,
stampe funzionali e decorative
Parigi. Patrick Jouin è massa - altiforni, turbine, ciminiere, stampi,
allo stesso tempo. Il disegno, in
nato a Nantes, in Fran- fucine - e li integra nel mondo del lusso. Ha
silicone trasparente, non cocia, nel 1967. Subito dopo vinto il Compasso d’Oro ADI nel 2011 con la
lora ma abbassa il tono del
il diploma collabora con pentola Pasta Pot disegnata per Alessi. “La
tessuto, si fonde con esso
Thomson multimedia sotto grande sfida, per un designer, è sempre la
ricordando l’effetto dell’acla direzione artistica di Philip- stessa: trovare un equilibrio tra cultura e merqua. L’imbottitura, manto
pe Starck e nel 1998 fonda la cato, tenere insieme le due forze senza che
rimovibile, soffice e flessua agenzia nell’iper-creativo una prevalga sull’altra, introdurre nel progetto
sibile, avvolge e veste la
undicesimo arrondissement di un elemento che superi il semplice scambio
seduta: un escamotage
Parigi, quello con rue Faubourg commerciale e rendere la cultura accessibile
semplice che mantieSt Antoine, per intenderci, dove desiderabile. La novità è l’orizzonte produttine intatta la coerenza
si trovano molti celebri café, risto- vo con cui ci si confronta: non più solo l’inprogettuale •
ranti, boutique e gallerie. Nel 1999 dustria dei grandi numeri ma anche quella
incontra Alain Ducasse, con il quale artigiana, legata a un’idea di unicità e di luscollabora nella progettazione di molti so. Conoscere questa realtà, comprenderne
ristoranti, tra i quali l’“Alain Ducasse” al tecnologie e mestieri, sapere come si lavoraPlaza Ateneo, “Be panificio-drogheria”, no a mano il legno, il cuoio, il vetro, diventa
a Parigi, e il “Mix ristorante” a New York. un obbligo per tutti i designer”. Per inciso, se
Storia di Jouin a parte, questo designer foste a Parigi in questo momento e decideste
francese si distingue per la volontà di rein- di noleggiare una bicicletta, non potreste più
ventare la cultura industriale: nei suoi lavori fare a meno di pensare a lui: ha disegnato le
sceglie forme che derivano dall’industria di stazioni del bike sharing della Ville Lumière •
Interviste di Marco Cresci
Fotografia Dan Wilton
60/ Musica
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A cura di Marco Cresci
Ritratto YtG: Lauren Dukoff
il segreto
meglio
custodito
del 2014
Irvine, CA > Il blocco
del gigante Dopo il successo inaspettato del loro
omonimo debutto, la band
californiana Young the Giant
ha affrontato momenti difficili che l’hanno portata quasi
verso l’autodistruzione; il risultato è Mind Over Matter,
un album intenso e viscerale.
Il leader del gruppo Sameer
Gadhia ci ha raccontato il suo
punto di vista.
Avete dichiarato che questo
album vi ha aiutato a ritrovare la vostra identità; chi sono
oggi i Young the Giant?
Un gruppo molto democratico che ha riscoperto il piacere di suonare insieme come
agli esordi: ci siamo chiusi in
studio e abbiamo suonato
in libertà per ore e per giorni
senza preoccuparci di scadenze e contratti. Vorremmo
provare la sensazione di aver
creato qualcosa di diverso riascoltando le nostre canzoni
tra una decina di anni.
C’è un concept dietro a “Mind
Over Matter”?
Per noi Mind Over Matter è
stato come un mantra che
ci ha permesso di superare
gli ostacoli, di non rimanere
bloccati su un idea: questo concetto è sviluppato in
diversi modi, c’è un senso
di paralisi che si manifesta
tramite un dolce torpore caldo ed avvolgente, l’aspetto
negativo del rimanere intrappolati in una situazione
scavando
continuamente
un solco sotto i propri piedi e
poi c’è la paralisi vera e propria, quella che può cogliere
chiunque da un momento
all’altro. Sono gli ostacoli
creati da noi stessi quelli più
difficili da superare.
Los Angeles > Ron Howard dirige i Beatles White
Avete una fan base molto
forte e credo che il pregio
delle vostre canzoni sia il
fatto che la gente possa relazionarsi facilmente con i
vostri testi, sei d’accordo?
Sì, anche se con il precedente album il processo di scrittura fu molto più istintivo,
questa volta mi sono seduto
con carta e penna e ho fatto
le cose seriamente. Il pregio
di un testo è che persone differenti possono identificarsi
per motivi altrettanto diversi,
mi piace raccontare storie
ma lasciando l’interpretazione aperta. Certo, ci sono
canzoni d’amore dirette ma
altri testi hanno sfumature
più sottili che mi sono divertito a scrivere.
New York > Le pennellate furiose degli
Interpol è un quadro fatto di colori vividi e pennellate furiose ed emozionanti il nuovo album degli Interpol
“El Pintor” che, annunciato a sorpresa pochi giorni fa,
vedrà la luce il prossimo 8 settembre. È il quinto album
per una delle band più influenti della scena newyorkese che per la prima volta si trova a fare i conti in studio con la dipartita del celebre bassista Carlos D; ma
Paul Banks, leader del gruppo, si è entusiasmato nel
ricoprire anche questo ruolo. L’album è stato anticipato
dall’emozionante singolo “All the Rage back Home”, un
pezzo che alterna momenti di tensione e furia ad attimi
d’introspezione e nel cui video trapela una delle passioni di Banks: il surf.
Milano Fate largo, arriva Debbie!
Horse Pictures e Imagine Entertainment produrranno un nuovo
documentario per conto di Apple,
basato sulla prima parte della carriera dei Beatles ovvero quella degli anni in cui la band girò il mondo per esibirsi dal vivo. Il film sarà
diretto dal regista premio Oscar
Ron Howard e sarà prodotto con
la piena collaborazione di Paul
McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono
Lennon e Olivia Harrison. Il film si
concentrerà sul percorso intrapreso dai Beatles dai primi giorni del
Cavern Club di Liverpool e del periodo trascorso ad Amburgo fino
al loro ultimo concerto pubblico
al Candlestick Park di San Francisco nel 1966. La Beatlemania
non fu un semplice fenomeno ma
riuscì ad essere il catalizzatore di
un cambiamento culturale in grado di modificare l’approccio con
cui le persone di tutto il mondo
si avvicinavano e consumavano
cultura popolare. Questo film cercherà di spiegare cosa rese quel
particolare momento il perno di
questo grande cambiamento esaminando il contesto socio-politico
di quel periodo e le straordinarie
condizioni che portarono all’incontro tra la tecnologia e la comunicazione di massa.
Incredibile ma vero, non ci speravamo più di
vedere i BLONDIE dal vivo in Italia, ma la
band capitanata dalla leggendaria Debbie Harry arriverà al Circolo Magnolia
di Segrate (MI) il prossimo 3 settembre.
Un’icona vivente portavoce di una generazione che ha spianato la strada al rock
femminile salirà per la prima volta su un
palco nostrano e la celebre frase di Call Me “Amore Chiamami” avrà finalmente il suo momento di gloria italiano.
New York I vizi segreti di Gaga Ci sarà da ridere nel leggere il libro di Jennifer O’Neill, l’ ex-assistente personale di
Lady Gaga che si è licenziata facendo causa alla star per le
sue esose pretese che comprendevano tenerle la mano
mentre dormiva o chiamate nel cuore della notte per
farsi cambiare dvd dal lettore senza alzarsi da letto. Insomma la paladina degli emarginati, colei che non si è montata
la testa rimanendo una semplice ragazza di Manhattan senza vizi,
dedita ai fan e ligia al lavoro, sembra non raccontare tutta la verità. Chi l’avrebbe mai detto!...
Londra Il festival in un app Dopo il successo riscontrato nell’edizione 2013 torna
intrapreso una collaborazione con il brand britannico
YMC (You Must Create) per un’esclusiva capsule collection SS14. Ogni capo è stampato con un pattern creato da
Natasha e sviluppato sia in bianco e nero che con le tonalità calde tipiche dei tramonti della west coast. Ad accompagnare il progetto
una clip girata a Los Angeles dal regista Neil Krug mentre la colonna sonora
è un brano inedito frutto di una collaborazione tra Natasha e Beck.
alla Rondhouse di Londra l’iTunes Festival. Gli spettacoli saranno resi disponibili in streaming gratuitamente su tutti i dispositivi - personal computer, iPhone,
iPad, iPod e Apple TV - che sfruttino il sistema operativo iOs, basta scaricare
l’app dedicata. Ad aprire la serie di concerti Beck seguito da David Guetta, Kasabian, Calvin Harris, Jungle, Pharrell Williams, Maroon 5 e Blondie per chiudere
con il pop luccicante di Kylie.
Londra Gira la moda Natasha Khan dei Bat for Lashes ha
61/ Musica
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I Jungle escono
allo scoperto dopo
aver fatto impazzire
il web; i musicisti/
produttori più
cool del momento
si chiamano J e T e
vengono da Londra.
Londra. Fino ad oggi l’anonimato ha contraddistinto l’esistenza dei Jungle che per mesi hanno sfamato l’avido popolo di internet con brani quali Platoon, The Heat e Buzy Earning, che li ha eletti nuovi
paladini del web. Uscendo allo scoperto, anche se
i nomi dei due membri restano celati dietro alle iniziali J e T, dovranno affrontare di petto il responso
all’album inglese più atteso dell’anno.
Vi siete rivelati al mondo e il vostro album esce
per la XL Recordings, come vi sentite a riguardo?
J: Siamo felicissimi di far parte della XL Recordings,
perché per noi è una delle etichette più cool. Abbiamo cominciato a fare musica come Jungle perché un capitolo della nostra vita si stava chiudendo
e avvertivamo la necessità di aprirne uno nuovo:
oggi che l’album è pronto ci sentiamo di aver fatto
qualcosa di bello. Se mi guardo alle spalle mi sento
come se stessimo formando un archivio, abbiamo
delle basi e questo ci offre una prospettiva migliore
sul nostro lavoro.
Una caratteristica che trapela dalla vostra musica è la spensieratezza, si avverte che state
facendo qualcosa che vi piace e che vi state divertendo nel farla, confermi?
Io e T ci conosciamo da quando abbiamo dieci
anni, siamo amici da allora, abbiamo cominciato ad
andare sullo skate, a giocare al Game Boy e a fare
musica insieme. Ci divertiamo molto in studio e ci
piace uscire e fare festa; i Jungle sono questo. Nel
corso degli ultimi dieci anni abbiamo accumulato
un numero infinito di file e l’anno scorso abbiamo
cominciato a rifinirli trasformandoli nei pezzi che
oggi trovi nel disco. Per la prima volta ci siamo sentiti onesti e sinceri, sia con noi stessi che con chi ci
ascolta. Ci sono amici che si ritrovano per vedere le
partite di football, chi per bere una birra al pub... noi
suoniamo insieme. I Jungle sono per noi motivo di
orgoglio e felicità e se un giorno queste sensazioni
svaniranno, smetteremo di fare musica.
Cosa vi ha spinto ad esordire nell’anonimato?
Non è stata una decisione vera e propria; quando
abbiamo lanciato il nostro primo brano “Platoon”
non ci aspettavamo quasi 4 milioni di visualizzazioni, eravamo sotto shock. Quando abbiamo lanciato
il video del brano il nostro manager ci ha fatto notare che era ora di dare una nostra foto alla stampa
e così non avendone una abbiamo dato uno still
del video con protagonista Terra, la giovanissima
breakdancer. Ma tutto quello che si vede nel video
è roba nostra, cosa che ci lega direttamente al video anche se non compariamo. Poi abbiamo continuato su questa strada.
La vostra musica è un collage di diverse influenze: soul, funky, elettronica, world music.
Voi come la vedete?
All’inizio volevamo fare uno strano album hip-hop
e abbiamo cominciato a rubare beat qua e là, ma
poi è diventato qualcos’altro. Le nostre influenze
non provengono necessariamente dalla musica. Ci
piaceva l’idea di concepire un album che suonasse
elettronico anche se concepito in modo organico.
è una questione di spazio, tempo, di luoghi immaginari che provengono da influenze reali, come accade in sogno.
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A cura di Marco Cresci
MOODBOARD • Urban per stefaniamode
Glam Mediterraneo
THE ESSENTIAL
GIG LIST
Stefaniamode un luogo dove la moda incontra i tempi lunghi del relax
e dove ogni desiderio assume valenze uniche.
•
PLAID
02/08 Piana degli Albanesi (PA),
Beat Full Festival
the trip record
FKA TwigS
LP1
the hIpster album
Merchandise
After The End (4AD)
Una scrittura R&B fragrante unita a una produzione vivace e a
un immaginario visionario e contemporaneo hanno subito portato
all’attenzione generale sull’universo sonoro di FKA Twigs, giovane
cantante inglese che potrebbe
essere concettualmente l’erede
nera di Grimes, per il suo essere
un bellissimo “weirdo”. Quello della
ventiseienne FKA Twigs è un mondo misterioso, intriso di sensualità e
ritmo; se ci si lascia andare, cadere
nella sua trappola sarà un attimo.
I Merchandise sono una band che
non ama le etichette, per questo la
loro musica sembra sempre dover
sfuggire ad ogni definizione. Hanno cominciato come punk band
ma hanno raggiunto il successo
con sonorità psichedeliche e darkeggianti. “After the End”, il terzo
album della band di Tampa, Florida,
resetta quanto fatto sino ad ora in
favore di un suono più immediato
e pop con rimandi new wave; sarà
che è stato mixato da Gareth Jons,
che ha forgiato la trilogia berlinese
dei Depeche Mode.
Influenced by: Martina Topley-Bird,
Aaliyah, Portishead
Best songs:
Video Girl, Pendulum, Two Weeks
Score: 8
Influenced by: The Smiths,
Tuxedomoon
Best songs: Little Killer, Enemy
Score: 7
THE BLACK LIPS
05/08 Marina di Ravenna
(RA), Hana-Bi
BOY & BEAR
05/08 Sestri Levante (GE),
Teatro della Conchiglia
06/08 Marina di Ravenna (RA),
Hana-Bi
YPSIGROCK Festival
Castelbuono (PA)
08/08 Archie Bronson Outfit/
Fanfarlo/Anna Calvi
09/08 M+A/Samaris/Sohn/Moderat
10/08 Wild Beasts/Belle and Sebastian
PAUL KALKBRENNER
14/08 Parco Gondar, Gallipoli
CONOR OBERST
19/08 Sestri Levante, Mojotic Festival
CUT / COPY
27/08 Segrate (MI), Circolo Magnolia
the best villain
Sinead O’Connor
I’m not Bossy, I’m the Boss
(Nettwerk)
Se con il precedente e squisito album “How About I Be Me? (and you
be you)” Sinead O’ Connor usciva
dal suo periodo di oscurità, a giudicare dall’ironia (sottile) del singolo
“Take me to Church” e dallo scatto
di copertina del suo decimo album,
possiamo confermare che i tempi
bui sono passati del tutto. Sinead
lancia dodici canzoni intrise di soul,
di rock e di pop, con ritornelli efficaci che si lasciano subito cantare e
che diventeranno un classico nella
sua tumultuosa carriera.
Influenced by: Sinead O’Connor
Best songs: Dense Water Deeper
Down, 8 Good Reasons
Score: 7 ½
Nata a Trapani nel 1971, con i suoi sei
punti vendita nel suggestivo centro storico, nella rocca medievale di
Erice e la sua nuova “Season boutique” nel prestigiosissimo approdo
di Favignana, Stefaniamode si posiziona nel segmento superiore della
proposta moda e dell’alta qualità.
La boutique multibrand di via Torrearsa è un punto di riferimento per
la clientela più esigente e si configura non solo come un seducente
ambiente espositivo sui tre piani di
uno storico palazzo ottocentesco, in
cui lo spirito del luogo gioca sull’opulenza delle materie e la struttura
delle linee architettoniche, ma anche come un universo unico in cui
si possono vivere differenti momenti percettivi. Uno spazio aperto ai
brand piu prestigiosi, un luogo dove
la moda incontra i tempi lunghi del
relax e dove ogni desiderio assume
valenze uniche.
Mediterranean Art
L’arte ritorna sempre nello spirito siciliano delle boutique Stefaniamode
in quella contaminazione tra epoche, stili e colori che caratterizza le
terre del sud. Il concetto barocco di
ornamento si cristallizza nelle eliche
di acciaio della lampada monumentale che si sviluppa sui tre piani della
boutique di Trapani, mentre il logotipo arabeggiante delle pareti lignee
si reinventa in dettaglio minimal che
offre la perfetta cornice agli astrattismi della ss14 di Céline.
Senza Tempo
Mood ACE SHADOW. In foto: particolare collezione ss14 Prada, negozio Trapani
Beach Glam
Come le mura in tufo nascondono
segreti e leggende nella boutique
di Favignana costruita sulle fondamenta di antiche rovine riadattate
nei primi ottocento a solide tonnare,
così il tempo perde la sua abituale
percorrenza nel viaggio unico alla ricerca dei must have di stagione. WARPAINT
28/08 Sesto San Giovanni (MI), Carroponte
BLONDIE
03/09 Segrate (MI), Circolo Magnolia
PERFUME GENIUS (nella foto)
07/09 Segrate (MI), MITO
@ Circolo Magnolia
08/09 Circolo degli Artisti, Roma
09/09 Locomotiv Club, Bologna
Band to watch
The Wytches
Annabel Dream Reader
(Heavenly Recordings)
Si sono formati a Brighton nel 2011
e a colpi di singoli hanno formato
una folta fanbase, ma oggi è tempo di debutto per il giovane trio più
furioso d’Inghilterra. Testi indisciplinati e allo stesso tempo illuminanti
si sovrappongono a chitarre d’ispirazione surf e a riff selvatici con un
risultato sonoro rauco e indisciplinato. Kristian Bell, Dan Rumsey e
Gianni Miele portano il grunge nel
2014, lo ubriacano e non appena
perde conoscenza gli scrivono parolacce sulla fronte col pennarello
indelebile.
Influenced by: Nirvana, Morgan Delt
Best songs: Gravedweller, Digsaw
Score: 6 ½
Lose yourself to folk
Benjamin Booker
Benjamin Booker (Rough Trade)
The second coming
Dry the River
Alarms in the Heart (Transgressive)
Nato in Virginia e cresciuto a Tampa, Florida, da qualche anno il
ventunenne Benjamin Booker si è
trasferito a New Orleans dove ha
composto il suo primo e omonimo
album. La sua musica è un distillato
di punk, folk e blues che colpisce diritto in faccia per la sua brutale onestà; canzoni emozionanti, scarne,
soul, che possiedono la spontaneità
di un giovane uomo arrabbiato che
lotta per trovare il suo posto nel
mondo. Se continua così ne troverà
presto uno in cima alle classifiche.
“Shallow Bed” nel 2012 avrebbe
dovuto far esplodere i Dry the River
nell’olimpo folk rock con canzoni dai
ritornelli portentosi e look contadino
nel momento esatto in cui cominciò la folkmania. La band si fece
una buona reputazione ma la cima
delle charts rimase un miraggio
lontano. “Alarm in the Heart” fa da
sfondamento con la voce profonda
di Peter Liddle che resta da pelle
d’oca mentre le strutture dei pezzi si
fanno più mature e complesse in un
album intimo e appassionato.
Influenced by: The Gun Club,
The Black Keys
Best songs: Always Waiting,
Spoon Out my Eyeballs
Score: 8
Influenced by: Wild Beasts,
Villagers, Simon & Garfunkel
Best songs: Alarms in the Heart, Roman Candle, Gethsemane
Score: 7
Le estati degli anni 60’ in Italia,
le granite ghiacciate, le righe bianche e blu dei lidi, il glam Cinecittà tra
le vie assolate dei borghi marinari.
Stefaniamode nelle sue boutique
di Trapani, Erice e Favignana regala
al turista il fascino glam di una “vacanza” nel mondo della moda.
In foto: veduta del soffitto a volta in tufo del
negozio di Favignana
Wood Style
Mood LIGHT BLUE. In foto: interni negozio Favignana
In foto: particolare negozio Favignana
Ace Shadow
I bagliori dell’acqua sui fondali cristallini disegnano le linee di ispirazione per gli acquisti durante le
fashion week. Riconoscere un tratto comune tra la natura e le forme
scelte dai designer esprime il modo
d’essere di Stefaniamode.
Il legno come memoria marina porta il visitatore tra le rotte di Enea nel
triangolo del vento delle Egadi. Il legno esprime il legame con la terra
nella tradizione e nella scelta dei
grandi brand del made in Italy, ma
esprime anche la volontà del viaggio come ricerca di nuovi spunti visivi nel mondo del fashion.
Light/Blue
La luce come espressione di benessere. In ogni boutique Stefaniamode
lo studio del rapporto tra luci e ambienti ha una valenza unica. L’esterno viene proiettato in fasci luminosi
che si rincorrono tra gli spazi espositivi.
Mood MEDITERRANEAN ART. In foto: ingresso boutique Trapani
Stefania Mode Boutique.
Luxury Shopping Italy
Via Torrearsa 23/29, Trapani
www.stefaniamode.it
Urban per RENAULT
Urban per RENAULT
ARCHITETTURA DINAMICA
Con l’innovativa architettura a motore posteriore, Nuova Twingo va controcorrente
rispetto alle tendenze attuali e mostra in anteprima i suoi pregi, frutto dell’innovativa
architettura a motore posteriore, in un tour europeo.
Roma, Milano e poi Parigi, Monaco, Londra e
Amsterdam; è l’itinerario del tour europeo di
Twingo creato per mostrare in anteprima la
piccola di Casa Renault ritratta nelle più belle
città d’Europa nelle quali tra pochi mesi l’erede della piccola “ranocchia” girerà agilmente
conquistando la simpatia di tutti e regalando
un tocco di colore alle città che le faranno da
cornice. Con l’arrivo di Nuova Twingo, Renault
conferma il suo ruolo da protagonista nel segmento delle city car con una novità che ci porta indietro negli anni: il motore posteriore. Una
soluzione che oggi non è molto frequente e
in particolare nel segmento di Twingo è completamente assente. Grazie alla scelta controcorrente di Renault nel ritornare alla soluzione
con motore “tutto dietro” con una proposta
di reengineering innovativo dell’architettura
motore, Nuova Twingo raggiunge livelli sorprendenti di agilità, maneggevolezza, abitabilità e visibilità, tutto in un’auto più compatta
rispetto al modello che la precede, TWINGO II.
In un ideale passaggio del testimone tra generazioni, Nuova Twingo conserva il meglio
dell’eredità della mitica R5 e della prima Twingo 1992, con una forte carica innovativa, propria del DNA Renault. Quanto al design, Nuova
Twingo riprende alcuni elementi di design che
si ispirano direttamente alla R5: le spalle ben
marcate e l’inclinazione del lunotto ricordano
la famosa R5 Turbo con motore posteriore, che
ha segnato la sua epoca. Il frontale riprende i
codici della nuova identità di marca Renault,
con il logo ben visibile su fondo nero. Nuova
Twingo ostenta un frontale espressivo, con gli
ampi proiettori messi in risalto dagli indicatori
di direzione e le luci diurne tonde a LED che
associano tecnologia e un richiamo alla prima
Twingo. Questi elementi di design attribuiscono a Nuova Twingo un’aria simpatica e robusta, con una firma luminosa che sottolinea la
personalità rivendicata dalla piccola Renault.
Ispirata alla prima Twingo la tavolozza di quattro tinte fun, sintesi di vitalità e divertimento:
Blu Shopping, Bianco Dream, Giallo Race e
Rosso Passion, con un’infinità di possibili personalizzazioni. Abbiamo intrapreso un viaggio
virtuale nelle capitali europee toccate dal tour
di Twingo, alla ricerca dei punti di contatto tra
l’architettura moderna e lo spirito innovativo
che non dimentica le sue origini della nuova
city car Renault.
Milano. EXPO 2015 Padiglione Italiano
Quello italiano è l’unico padiglione permanente di EXPO 2015, progettato da Nemesi &
Partner, Proger Spa, Bms Progetti Srl e l’ingegnere Livio De Santoli e sarà utilizzato per la ricerca tecnologica, la formazione e l’istruzione
nel campo della scienza una volta che l’Expo
chiuderà i suoi battenti ad ottobre 2015. Descritto come un inno alla gioia, è stato progettato come una ‘foresta urbana’ con una pelle
intrecciata, che ricorda l’incastro dei rami.
PARIGI
Parigi. Fondation Louis Vuitton
Aprirà i battenti il prossimo 27 ottobre e sarà situata in un edificio commissionato da Bernard Arnault e progettato dall’architetto americano Frank
Gehry. Simile ad una nuvola di vetro, l’edificio sorge nel Jardin d’Acclimatation a Parigi, nella parte
settentrionale del Bois de Boulogne. La missione
della Fondation Louis Vuitton sarà quella di incoraggiare e promuovere la creazione artistica contemporanea, sia in Francia che all’estero.
MILANO
AMSTERDAM
Roma. MAXXI Museo Nazionale
delle arti del XXI secolo
Il MAXXI è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea. Gestito dalla
Fondazione MAXXI, ospita due musei: MAXXI
Architettura e MAXXI Arte. L’edificio, progettato
da Zaha Hadid Architects e inaugurato nel 2010,
con le sue linee fluide è un esempio straordinario di architettura contemporanea. Esposte
in modo permanente le installazioni di Anish
Kapoor, Sol Lewitt, Maurizio Mochetti, Giuseppe
Penone e Massimo Grimaldi.
Roma
MILANO
Monaco di Baviera. Lenbachhaus Museum
Ha riaperto nel maggio 2013 dopo 4 anni di
lavori la storica galleria ricca di capolavori di
Kandinsky, Franz Marc e Paul Macke, trasformando sempre più la città tedesca in un punto
di riferimento per gli appassionati d’arte. I lavori di ristrutturazione sono stati affidati al pluripremiato studio londinese Foster+Partners,
che ha trasformato l’edificio in un enorme
cubo dorato, tanto rigoroso e contemporaneo
quanto in armonia con la parte più antica del
complesso.
Amsterdam. Rijks Museum
Riaperto nel 2013 dopo 10 anni di restauri, il
Rijks Museum di Amsterdam oggi è una delle
mete principali della città e un classico esempio di come il nuovo ed il vecchio possano coesistere in armonia senza il bisogno di dover
abbattere per ricostruire. Qui il vecchio, esplicito neogotico dell’architetto Cuypers creatore
del progetto originale, convive con sorprendente facilità con il monumentalismo contemporaneo dello studio spagnolo Cruz y Ortiz che
si è occupato del restyling.
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In giro #122
Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio
Illustrazione di Federica Del Proposto
Alassio Spotti Bali Cocoon Restaurant Beach Club Casteldimezzo Circolino
del Molo Formentera Piratabus Forte dei Marmi 1950 American Diner Fregene
Blu Fuerte Ventura Majanicho Fever Gallipoli Parco Gondar Isola dei Gabbiani
Rupi’s Porto Pollo Isola di Ponza Kibar, Hotel Chiaia Di Luna Jesolo Terrazza
Mare Livorno Surfer Joe Diner Marina di Ravenna Bagno Hana-Bi Mondello
Mida Lounge Bar Napoli S’move San Diego Belmont Park Santa Monica The
Bungalows Sori Bagni Sillo Tarifa Tumbao Tulum Papaya Project Varazze Spot
68/ In giro. Italia
69/ In giro. Italia
76
76
Forte Dei Marmi, 1950 American Diner
• Quando: tutti i giorni dal mattino all’ora di cena
• Perché: per una giornata di sole lontano dalla folla
• Chi ci trovi: radical chic milanesi (ma non solo!)
• Highlight: posizione e situazione davvero uniche
Gallipoli, Parco Gondar.
Ph. Luigi Rizzo
Una discesa a mare tra le rocce resa speciale da questo piccolo
stabilimento, che oltre a sdrai, lettini e doccia offre anche un
piacevole ristorante. Uno scorcio di Liguria per godere a pieno
il suo mare senza la folla, con lunghi bagni e cucina tipica. Il ristorante offre piatti di pesce e insalate ed è possibile trattenersi
fino a tardi per godere di un magico tramonto sorseggiando un
aperitivo. Da provare il mojito dei bagni Sillo, noto anche come
Sillone: il motivo lo lasciamo scoprire a voi. Meglio raggiungerlo
in moto o in treno.
Alassio, Savona
Spotti
Vicolo Grassi, 1
T 018 2660417
• Quando: a tutte le ore
• Perché: per osservare ed essere visti
• Chi ci trovi: d’estate è il punto di ritrovo dei giovani
• Highlight: i panini fino a notte fonda
Una istituzione ad Alassio, il bar Spotti è amato sia per i suoi
panini, che serve ben oltre la mezzanotte, che per l’aperitivo,
ma anche per l’ultimo drink; trovandosi sul lungomare è anche
meta di colazioni per i tiratardi (apre alle 11) e pranzi veloci. Insomma...un po’ a tutte le ore passarci è una buona idea. E per i
più affezionati, Spotti ha aperto anche a Sestriere.
Varazze
Spot
Viale Nazioni Unite, 10
T 019 97270
www.hotelspotvarazze.it
• Quando: all’aperitivo
• Perché: per l’ambiente rilassato
• Chi ci trovi: molti surfer
• Highlight: i cocktail
L’Hotel Spot è un albergo a 50 metri dalla spiaggia, semplice
ma con un suo stile che conquista da anni una clientela affezionata; soprattutto il bar/ristorante è frequentato da moltissimi
giovani, anche surfisti, che approfittano della sua comoda posizione e della zona “lounge” per rilassarsi all’ora dell’aperitivo.
Allo Spot volendo si pranza e si cena, con la cucina casalinga
delle cuoche Emilia e Monica.
Porto Pollo, Rupi’s
Livorno
Surfer Joe Diner
Piazzale Mascagni, 2
T 0586 809211
www.surferjoe.it
• Quando: la sera
• Perché: per i concerti
• Chi ci trovi: giovani amanti della musica e del surf
• Highlight: uno dei pochi che propone “surf music”
Castel Di Mezzo, Circolino del Molo
Il Surfer Joe Diner nasce da un’idea di Lorenzo e Luca Valdambrini, organizzatori anche del Surfer Joe Summer Festival che esiste dal 2003 ed è attualmente considerato il più grande evento
al mondo di questo genere. Il locale apre nel 2012 ed è subito
un successo. L’ispirazione è, ovviamente, quella dei Diner americani anni ‘50, che dalla colazione fino a cena offrono i classici
pancakes e waffles la mattina, hamburger e patatine la sera, a
prezzi molto contenuti. Ma chi frequenta il Surfer’s Joe lo fa soprattutto per la musica dal vivo: oltre ai concerti di musica surf,
la programmazione comprende rock, garage, blues e rockabilly,
praticamente tutte le sere, durante tutto l’anno.
Forte Dei Marmi
1950 American Diner
Via provinciale 153
T 328 8440404
www.1950americandiner.it
• Quando: per un hamburger in un luogo insolito
• Perché: perché è diverso
• Chi ci trovi: ragazzi e famiglie con bambini
• Highlight: le cameriere sui pattini
Marina di Ravenna, Hana-Bi.
Ph. Francesca Sara Cauli
Un sogno realizzato quello di Tristana Tramonti che in pochissimo tempo è riuscita ad aprire non uno, ma ben 3 American
Diners in Toscana, tra cui quello di Forte dei Marmi. Un locale
perfettamente in stile americano anni ‘50 con sedie in metallo e
pelle colorata, juke box, ma soprattutto cameriere in divisa che
servono su pattini a rotelle! E il menù spazia da maxi hamburger
(con carne toscana) a onion’s ring, alette di pollo e donuts. Perfetto anche per feste a tema o compleanni originali.
Fregene
Blu
Lungomare di Ponente, 83
T 06 6656 5260
• Quando: per una giornata di mare o un aperitivo fuori
• Perché: perché è poliedrico
• Chi ci trovi: tutti i romani
• Highlight: i vernissage
Alassio, Spotti
Un concept di spiaggia nuovo per il litorale romano: non solo
lettini e bar/ristorante, ma anche aperitivo con Dj set tutti i giorni
della settimana, cena nella trattoria in riva al mare che mixa
piatti fusion con la tradizione romana, ed eventi fino alle prime
luci dell’alba. Altra novità sono i vernissage: Blu porta in spiaggia
l’arte con artisti della scena contemporanea, pittura, scultura,
installazioni e fotografia. Una spiaggia pensata anche per i romani che anche durante la settimana vogliono evadere dalla
routine cittadina.
Sori, Bagni Sillo
Sori, Genova
Bagni Sillo
Via Capo Tino (dalla stazione ferroviaria
parte la stradina per i Bagni)
T 018 5701311
Jesolo
Terrazza Mare
Piazzetta Faro 1, Lido di Jesolo
T 0421 370336
www.terrazzamare.com
• Quando: a tutte le ore della giornata
• Perché: perché fa molto “Venice beach”
• Chi ci trovi: giovani, ma anche bambini
(hanno un’area giochi dedicata)
• Highlight: la palestra in spiaggia che fa un po’ anni ’80
ma ha sempre il suo fascino
Una istituzione da ormai 20 anni sul litorale jesolano per un
drink all’aperitivo o per i grandi eventi organizzati nella spiaggia antistante, da quest’anno “il Terrazza” si rinnova completamente diventando uno stabilimento balneare a tutto tondo, per
passare lì l’intera giornata. Lettoni dove prendere il sole, una palestra all’aperto, un mini campo da basket , tavoli da ping pong
e zona giochi per i più piccoli. Il ristorante si arricchirà anche
con una gelateria e una frullateria. La musica resterà comunque
protagonista e aperitivi e dj set saranno quelli di sempre.
Fregene, Blu
70/ In giro. In Italia
71/ In giro. In Italia
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Ponza, Terrazze Kibar
Marina Di Ravenna
Bagno Hana-Bi
Viale della pace, 452G
T 333 209 7141
www.bronsonproduzioni.com
Livorno, Surfer Joe Diner
• Quando: per aperitivo+concerto
• Perché: per la qualità della proposta musicale
• Chi ci trovi: appassionati di musica… al mare!
• Highlight: la sua unicità sulla riviera romagnola
A vederlo si potrebbe pensare al classico stabilimento romagnolo: sdraio, lettini, campi da racchettoni, basket e beach-soccer e
un bar ristorante aperto da mattino a sera, poi entrandoci e frequentandolo si capisce che Hana-bi è molto di più. Recensito dalla
stampa internazionale per la fitta programmazione che la Bronson Produzioni organizza dal 2004, Hana-bi offre ogni stagione
una importante rassegna musicale incentrata sulla “indie” che va
dal rock al folk, dal pop all’elettronica, fino al jazz e alla sperimentazione (le “Hana-Bi Sessions”, sempre gratuite), che si alterna ad
incontri culturali con scrittori e giornalisti di fama nazionale ed
internazionale, serate di proiezioni cinematografiche e cene tematiche proposte in collaborazione con Slow Food. L’avreste mai
detto?
Casteldimezzo, Pesaro
Circolino Del Molo
Strada Paradiso
Tel. 0721 208118
www.circolinodelmolo.com
Napoli
S’move
Vico dei Sospiri, 10
081 764 5813
Facebook: s-move-lab
• Quando: in una bella sera d’estate
• Perché: per la location
• Chi ci trovi: coppie innamorate
o chi ricerca un luogo speciale
• Highlight: l’arrivo in barca
Livorno, Surfer Joe
Summer Festival 2014
© Tommy Antonini
In un piccolo pezzo di costa nel parco naturale del San Bartolo,
stretto da pochi metri di scogliera e profumato di macchia mediterranea, raggiungibile solo attraverso una strada impervia o
via mare (c’è un servizio “taxi” in entrambe i casi) il Circolino è un
posto da scovare e che poi non si lascia più . Natura incontaminata e menù di mare dello chef Enrico Marcantognini che nella sua
cucina a vista prepara piatti della tradizione “alleggeriti”. Il piatto
più gettonato è il tortellino, in brodo di pesce. Prezzi comparati
all’esclusività.
In estate è sempre aperto.
Isola di Ponza
Kibar · Hotel Chiaia Di Luna
Via Panoramica snc - 04027 (ITALY)
T 0771 80113/4
facebook.com/kibarponza
• Quando: al tramonto
• Perché: per osservare il giorno diventare notte
• Chi ci trovi: gente di tutte le età
• Highlight: la posizione
Terrazze Kibar è il bar dell’hotel Chiaia di Luna. Varie terrazze appunto, in legno bianco e cuscinoni colorati, che guardano il mare:
posto magico per ammirare il tramonto nel silenzio, lontano dal
porto e dalla folla. I prezzi sono quelli di un hotel a quattro stelle,
ma l’atmosfera e la posizione meritano senza dubbio; a luglio e
agosto è aperto tutte le sere dall’aperitivo a tarda notte... il bar
infatti si trasforma e diventa uno dei locali più animati dell’isola.
Jesolo, Terrazza Mare
Mondello
• Quando: per un drink pre-serata
• Perché: per organizzare la nottata
• Chi ci trovi: giovani fuori… e dentro
• Highlight: la musica
Uno dei più noti e longevi “musicfoodbar” di Napoli, nato nel 1992
dal “Caffè della Luna”- ritrovo cult dell’underground partenopeo
– e trasformatosi periodicamente fino ad oggi. Qui lo spazio è un
gioco articolato di volumi elastici e di geometrie curve, che sembrano muoversi con la luce. Una ambientazione perfetta per ospitare musica funk e new jazz per una clientela affezionata che passa di qui a bere un drink e aspettare che la serata prenda forma.
In realtà il locale è aperto dalle 8 del mattino, servendo colazioni
e gustosi brunch.
Isola Dei Gabbiani, Sardegna
Rupi’s Porto Pollo
Spiaggia Di Porto Pollo
T 338 2800593
www.portopollo.it/it/Beach-Life/Rupis-beach-bar
• Quando: dopo una giornata di mare
• Perché: perché sono tutti lì
• Chi ci trovi: kiters, surfers e tutti i giovani
che frequentano la spiaggia
• Highlight: il mood rilassato
Ancora pieni di vento e di sole, surfisti, kiter e windsurfisti si ritrovano al Rupis per una birra dopo una giornata di sport. A Portropollo è un’istituzione e mette d’accordo davvero tutti. Dalle 18.30
all’una, ogni sera lo Sporting Club Sardinia organizza concerti o
dj set in questo locale in legno sulla spiaggia di chiara ispirazione
californiana.
Mondello, Sicilia
Mida Lounge Bar
Piazza Valdesi
T 091 6262903
facebook.com/MidaMondello
• Quando: all’aperitivo
• Perché: per la selezione di pesce crudo
• Chi ci trovi: palermitani “bene”
• Highlight: la posizione
il Mida è un locale molto in voga nella piazza di fronte alla spiaggia di Mondello e ogni giorno dalle 19.30 fornisce servizio ristorante, american bar e sushi bar. Posto ideale per sorseggiare
un aperitivo aspettando il tramonto in riva al mare, magari godendosi un carpaccio di tonno o qualche pezzettino di sushi,
accompagnati da una programmazione musicale interessante,
che spesso offre musica jazz, ma anche dj set .
Gallipoli, Lecce
Parco Gondar
Lit. Lung. G. Galilei
T 327 821 5783
www.parcogondar.com
• Quando: guardate la programmazione... e scegliete!
• Perché: perché è un punto di riferimento
per la musica in Puglia
• Chi ci trovi: pugliesi e vacanzieri
• Highlight: dimensione e facile accessibilità
Un enorme parco a pochi metri sia dal mare che dal cuore di
Gallipoli vecchia, che negli anni ha saputo creare una programmazione musicale che attira pubblico da tutta la Puglia. 20.000
metri quadri dedicati all’intrattenimento, un programma di concerti che spaziano dai cantautori italiani come Emma a gruppi di
fama internazionale come i Moderat l’8 agosto, fino a DJ super
star, ad esempio i Chemical Brothers la sera di Ferragosto.
72/ In giro. Nel mondo
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SAN DIEGO, CALIFORNIA
ri per ammirare il tramonto a Santa Monica sorseggiando un
cocktail. Un posto che vuole trasmettere relax e semplicità,
dove molti spazi si susseguono intorno al giardino: da sale per
eventi a una sala da pranzo per cene private che si affaccia
su un giardino segreto, alla “stanza dei giochi” con tavolo da
biliardo, al lounge bar tutto in legno nel cui patio ci si può rilassare su grandi divani bevendo il margarita della casa.
Belmont Park
3125 Ocean Front Walk
T 858 228 9283
www.belmontpark.com/restaurants/wavehouse/
• Quando: tutti i giorni
• Chi ci trovi: surfisti
• Perché: è la wavehouse più conosciuta d’America
• Highlight: la vera atmosfera californiana
BALI, INDONESIA
COCOON RESTAURANT BEACH CLUB
No.66 Blue Ocean Boulevard
Seminyak, Bali
T +62 361 731266
www. cocoon-beach.com
Santa Monica, The Bungalows
Belmont Park è la quintessenza della spiaggia californiana:
uno spazio enorme dove troverete cabanas, bar in stile tropicale e tante palme. È perfetto per una giornata di relax distesi
nelle cabanas o anche solo per una birra e uno snack in riva
al mare. L’attrazione principale è rappresentata dalla macchina delle onde famosa in tutto il mondo e unica in America,
registrata sotto il nome di FlowBarrel. Questa macchina è in
grado di “muovere” qualcosa come 100.000 galloni di acqua al
minuto creando continuamente onde dalla forma perfetta, che
negli anni hanno cavalcato turisti e campioni mondiali. Inutile
dire che è un’istituzione sulla costa di San Diego e non solo.
• Quando: tutto il giorno da mattina a tarda notte
• Chi ci trovi: occidentali un po’ “Miami Style”…
come il locale d’altronde
• Perché: perché volendo stai lì tutto il giorno
• Highlight: è sempre super animato
Un’esperienza completa, un locale in cui potete arrivare la mattina e andarvene alle prime luci dell’alba: beach bar con piscina, vari ristoranti, lounge bar e zona per eventi dove spesso si
alternano dj per feste molto hip. Il locale è completamente in
legno bianco, un po’ “Miami Style”, ma ci tiene a non essere pretenzioso e a offrire situazioni di completo relax e divertimento ai
propri ospiti. Così dal brunch al pomeriggio in piscina (con servizio ristorante) fino alla cena e al dopo cena, se entrate in questo
“guscio” nascosto tra le palme e i frangipani, ma con bellissima
vista sull’oceano, rischiate di non uscirne per un bel po’!
FORMENTERA, SPAGNA
PIRATABUS
Playa Mitjorn, Km. 11
www.piratabus.com
• Quando: al tramonto
• Chi ci trovi: chi ama la vera Formentera
• Perché: per una birra e una tapa con il good vibe
• Highlight: la sua storia si “sente”
L’origine del PirataBus risale agli anni ‘70 sulla spiaggia di
Mitjorn, dove Pablo e Pascual comprarono un vecchio autobus
dismesso, lo posizionarono sulle dune sabbiose della spiaggia
e lo trasformarono fino a farlo diventate un bar, da subito amato dagli hippies, così come dalle rockstar che già in quegli anni
visitavano l’isola, come i Pink Floyd e Bob Dylan che amavano
suonare la chitarra di fronte al sole che tramontava. L’autobus
dagli anni ‘80 non c’è più, ma resta l’atmosfera magica di questo
luogo, dove godersi ottime tapas e drink ascoltando incredibili
melodie e ammirando un tramonto unico.
TARIFA, SPAGNA
Tarifa, Tumbao
Tulum, Papaya Project
SANTA MONICA, CALIFORNIA
The Bungalows
101 Wilshire Blvd
T 310 899 8530
www.thebungalowsm.com
• Quando: la sera
• Chi ci trovi: gente “rilassata”
• Perché: perché è proprio un bel posto
• Highlight: posizione e arredo
The Bungalows è secondo il suo proprietario e ideatore Wilshire Bolthouse, uno “state of mind”: riporta indietro negli anni,
nel periodo coloniale (Baja Style), dove tutto era in legno, circondato da piante lussureggianti. The Bungalow è infatti un
cottage circondato da giardini tropicali con una vista mozzafiato sull’oceano, che lo fanno diventare uno dei posti miglio-
Fuerteventura, Majanicho Fever
Tumbao
Carretera Nacional 340, Km 74
Facebook: tumbaotarifa.valdevaqueros
• Quando: per una pausa dal “vento”
• Chi ci trovi: tutti i kiters … e le loro ragazze
• Perché: perché è il chiringuito dove passano tutti
• Highlight: il prato intorno, una salvezza dalla sabbia
alzata dal vento!
TULUM, MESSICO
Papaya project
Carretera Tulum Boca Paila, Km 4.5
T +52 (1) 984.116.3774
www.papayaplayaproject.com
• Quando: da mattino al tramonto
• Chi ci trovi: smart people da tutto il mondo
• Perché: perché è super relaxed ma molto “giusto”
• Highlight: la semplicità del posto…
Il Papaya Club de Playa fa parte di un resort molto speciale a
Tulum, il Papaya Playa project, un luogo dove nonostante tutti
i comfort, la sera ancora non c’è elettricità e tutto è orientato al
rispetto dell’ambiente che lo circonda . Così, il bar su due livelli
sembra quasi costruito in sabbia, così come il semi-anfiteatro
dove si alternano performance e serate “danzanti” conosciute
in tutta la costa per la qualità dei dj. Il tutto con una vista a
360 gradi sulla meravigliosa costa di Tulum. Due grandi “palapas” servono cibo e drinks meravigliosi che possono essere
consumati anche nei lettoni sulla spiaggia con un sottofondo
musicale soul-funk durante tutto il giorno. Chi ha figli non si
preoccupi, vengono organizzati programmi di interazione culturale con i bimbi della zona. E per chi proprio non riesce a stare fermo, lezioni di kite surf con il miglior campione messicano.
Insieme ad Artevida, il Tumbao è il chiringuito di Tarifa per eccellenza. Sulla spiaggia di Vadevaqueros, proprio quella dei kiters, è a pochi metri dal mare, ma ha anche un bello spazio di
prato davanti dove potersi rilassare al riparo del vento (e della
sabbia negli occhi!), mangiando o bevendo per tutto il giorno,
con un piacevole sottofondo musicale, che la sera si anima
con musica dal vivo o dj.
FUERTE VENTURA, SPAGNA
Majanicho Fever
Spiaggia di Majanicho
Facebook: MajanichoFever
• Quando: per un pranzo veloce tra un’onda e un’altra
• Chi ci trovi: surfers
• Perché: perché è esattamente quello che ti immagini
quando pensi a un bar sulla spiaggia
• Highlight: la mini lounge in cima alla torretta
Una torretta stile lifeguard americano nella spaiggia di Majanicho, nella costa nord di Fuerte Ventura, paradiso di surfisti e
di chi ama questo stile di vita. La torretta super colorata ospita
un barettino super easy, in puro surfer’s style. Mini terrazza
in cima alla torretta e tavolini sotto a ombrelloni di palma per
godersi una birra o healthy food dalle 11 alle 19, tutti i giorni.
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