Gennaio 2014 - Crescere Insieme Onlus
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Gennaio 2014 - Crescere Insieme Onlus
RASSEGNA STAMPA GENNAIO 2014 - NUMERO 2 ONLUS CRESCERE INSIEME LA CONSULENZA È GRATUITA! CONOSCERCI È UNA BELLA COSA! Ti aspettiamo a Lissone in via Cappuccina 22 Siamo aperti da lunedi a venerdì dalle 9 alle 19 e anche il sabato mattina dalle 9 alle 13 CRESCERE INSIEME…IL LUOGO DELLA NUOVA FECONDITA’ UCRAINA: TRE MORTI NEGLI SCONTRI TRA POLIZIA E MANIFESTANTI FERMA UN KAMIKAZE. MUORE PER LA SCUOLA PATERNITA’ NEGATA CON NUOVE REGOLE PER SCEGLIERE LA SCUOLA, CHIEDIMI SE SONO FELICE LASCIATE CHE I FIGLI SIANO LIBERI. DI GIOCARE ANGOLO CURIOSITA’ WORK IN PROGRESS CI TROVI ANCHE QUI: BRIANZA LA HA LA SUA ASSOZIAZIONE PER L’ADOZIONE INTERNAZIONALE Comunicazioni ai sensi dell’art. 130 D.Lgs 30 giugno 2003 n. 196 (c.d. codice privacy) I dati personali dei destinatari del presente programma sono stati comunicati dai destinatari della presente ovvero sono stati rinvenuti in pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Tali dati sono trattati come strumenti informatici, nel pieno rispetto delle norme del D.Lgs. 196 del 2003. Il trattamento dei ricordati dati è finalizzato alla comunicazione delle principali notizie dei giornali, nonché alla comunicazione delle iniziative di Crescere Insieme, Studio Corno e Cis Centro Studi d’impresa. Il conferimento di tali dati è facoltativo. In ogni caso, essi non saranno resi disponibili a terzi. Il soggetto al quale i dati si riferiscono potrà esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del citato decreto, previa verifica di compatibilità con la normativa eventuale riguardante la singola iniziativa nell’ambito della quale i dati sono stati raccolti e vengono conservati. Contitolari del trattamento dei dati forniti sono Crescere Insieme, CIS centro studi d’impresa S.r.l. e Giacomo Corno. Comunicazione ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70 (commercio elettronico). Il presente messaggio è volto a promuovere, in modo diretto e indiretto, i servizi offerti da Crescere Insieme, CIS centro studi d’impresa e da Studio Corno e costituisce comunicazione commerciale ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70. comunicazione, preferibilmente per iscritto, al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] Www.crescereinsiemeonlus.org E-mail: [email protected] Tel:039/9350124 - Fax:039/9350125 LA CONSULENZA E’ GRATUITA VIA CAPPUCCINA 22, LISSONE Progetto In Federazione Russa: “Face To Face” Corsi Pre-idoneità Corsi Pre e Post Adozione Gruppo Adolescenti Corsi di sensibilizzazione scolastica Corso di Lingua: UCRAINO Corso di Lingua: RUSSO Cene a Tema Collaborazione con la Nostra Famiglia Cineforum ESTERO Ferma un Kamikaze. Muore per la scuola Il quindicenne Aitzaz Hasan era arrivato tardi a scuola, lunedì scorso, nel suo villaggio di Ibrahimzai, nel nordovest del Pakistan. L’assemblea del mattino era già iniziata e, per punizione, non lo avevano lasciato entrare. Perciò, intorno alle otto ciondolava davanti all’ingresso con altri compagni ritardatari, quando ha notato un ventenne avvicinarsi al cancello. C’è chi dice che Aitzaz si sia accorto subito che, sotto gli indumenti, quel ragazzo indossava un giubbotto esplosivo benché fingesse di chiedere informazioni sull’ammissione. Altri raccontano, invece, che si sia allarmato perché, avendo chiesto allo sconosciuto di fermarsi, quest’ultimo ha affrettato il passo. Fatto sta che nel distretto di Hangu, che confina con le turbolente zone tribali alla frontiera con l’Afghanistan, i frequenti attentati hanno abituato al sospetto gli abitanti appartenenti per lo più alla minoranza sciita e colpiti dai jihadisti sunniti che li considerano eretici. Al sospetto, e al coraggio: mentre il primo istinto dei compagni è stato quello di scappare, Aitzaz ha afferrato per le braccia il kamikaze. Dopotutto, visto che era un po’ «rotondetto», lo avevano soprannominato «pehlwan», il lottatore. E l’attentatore non è riuscito a entrare a scuola, ma si è fatto comunque saltare in aria, uccidendo anche Aitzaz. Oggi il Pakistan celebra questo quindicenne come un eroe, con articoli sui giornali e messaggi sui social media, perché il suo sacrificio ha salvato le vite di duemila compagni. «È un martire», il lottatore. E l’attentatore non è riuscito a entrare a scuola, ma si è fatto comunque saltare in aria, uccidendo anche Aitzaz. Oggi il Pakistan celebra questo quindicenne come un eroe, con articoli sui giornali e messaggi sui social media, perché il suo sacrificio ha salvato le vite di duemila compagni. «È un martire», ha detto orgoglioso il padre, Mujahid Ali, che lavora Fonte: Corriere della Sera negli Emirati. «Ha fatto piangere sua madre ma ha risparmiato questo stesso dolore a centinaia di altre madri». Gli abitanti chiedono che venga premiato con una medaglia al valore e che la sua famiglia riceva un risarcimento. Molti su Twitter lo paragonano a Malala, la studentessa sfuggita a un attentato dei talebani nel nord del Pakistan e diventata un simbolo del coraggio dei giovani e del diritto all’istruzione. Anche diversi politici, da Imran Khan all’ex ambasciatrice in America Sherry Rehman, si sono uniti al coro. Ma le autorità non hanno fatto visita alla famiglia né alla scuola. L’attacco è stato rivendicato da Lashkare-Jhangvi, una sigla nota della «jihad» che ha colpito più volte la comunità sciita. Un quinto dei 180 milioni di pachistani appartengono a questa minoranza religiosa e sono bersaglio di attentati nel Belucistan, nella capitale commerciale di Karachi e nel nord tribale. Le vittime sono più di 800 dal 2012 (400 solo l’anno scorso), secondo «Human Rights Watch». Dietro l’aumento delle violenze, gli esperti leggono un’alleanza crescente tra i gruppi di miliziani antisciiti e i talebani pachistani. Mentre su Twitter c’è chi ha lanciato l’hashtag «#OneMillionAitzazs, un’opinionista del giornale Dawn , Zarrar Khuhro, ha dato voce alla rabbia di una nazione dove gli adolescenti devono dare la vita per combattere una violenza che le autorità non riescono a controllare.... PSICOLOGIA Lasciate che i piccoli sportivi siano liberi. Di giocare A qualcuno parrà argomento di poco conto, di quelli che vengono rispolverati di tanto in tanto per sembrare originali, per «parlar d’altro». Giusto per ricordare un piccolo, quasi insignificante aspetto della vita di tanti di noi: cosa vuol dire essere genitori, tentare di offrire un esempio positivo ai propri figli. In realtà, ironie a parte, un compito da far tremare le vene ai polsi. E allora può essere lecito non lasciar spegnere nell’amnesia certi comportamenti. Tipo quelli – eccoci al punto di oggi – che vedono protagonisti alcuni (parecchi?) papà/mamme/nonni ai bordi di campi sportivi dove si esibiscono i giovanissimi figli/nipoti. Sia calcio, basket, pattinaggio o che altro, l’esempio che arriva è a volte devastante: ma quale sport come scuola di vita, palestra di convivenza, sana competizione, doverosa fatica per soddisfare lecite aspettative personali, rispetto degli avversari... Banali cose da lasciare alla retorica. L’unico vero scopo è imporsi, primeggiare, vincere. A costo di tutto. Così si spiega come mai spulciando nella cronaca si scovano notizie da mal di stomaco. Campionato esordienti (10-12 anni), in Puglia: padre e madre strattonano e schiaffeggiano un bimbetto colpevole di non aver passato la palla al figlio. Deve intervenire un agente di polizia. Fonte: Avvenire Campionato giovanissimi in Toscana: due società si accusano a vicenda per colpi e insulti tra genitori e dirigenti. Il tutto davanti ai bambini. Seguono ovviamente comunicati di reciproca condanna. Campionato femminile, novembre, in Piemonte. La presidente di una squadra accusa: urla, intimidazioni e continui insulti provenienti dai genitori dei nostri avversari. Mai visto uno spettacolo triste come quello, sono basita. Per arrivare infine oltre i limiti dell’assurdo: l’allenatore delle squadre giovanili del Pisa, l’ex calciatore Alessandro Birindelli, esasperato per litigi e insulti fra genitori ritira i suoi ragazzi dal campo. Esempio da lodare, magari da indicare quale possibile apripista? Figuriamoci: a completare il disastro interviene la cosiddetta “giustizia sportiva” e punisce la squadra di Birindelli per aver abbandonato il campo. Complimenti. Saranno anche casi limite, eccessi che diventano notizia proprio perché tali, ma possono ad esempio aiutare a capire come mai 12mila bambini portati in uno stadio si uniscono al coro di migliaia di adulti per una parolaccia al portiere avversario. Se l’esempio deve venire dall’alto (e i genitori stanno più in alto di chiunque altro) la salita per alcuni di questi bimbi sarà dura. Lo ricorda Massimo Achini, presidente del Csi, grande realtà sportiva ma soprattutto grande associazione educativa, che con oltre un milione di tesserati celebra in questi mesi i 70 anni di attività: «I genitori sono croce e delizia di ogni società sportiva di base. Alle società direi di non rinunciare mai alla sfida di costruire un’alleanza con i genitori. A questi ultimi di non proiettare con la forza i loro sogni sui figli, di lasciarli liberi di “giocare”. È questo lo sport che noi intendiamo». Crescere Racconta Crescere Insieme... il luogo della nuova fecondità EVENTI Work in progress Una storia, scritta dalla nostra Psicologa e Psicoterapeuta, Dott.ssa Cristina Paiocchi, per raccontare il mondo dell’adozione…. Gruppo Adolescenti “…La piantina che avevamo coltivato con tanto amore negli anni io e mio marito è appassita!...Non ce l’aspettavamo proprio! L’abbiamo sempre tenuta nel posto per noi più giusto e l’abbiamo nutrita senza distrazioni…eppure non ce l’ha fatta! Quel giorno eravamo molto tristi ed anche un po’ arrabbiati. Ci siamo chiesti: ‘perché è successo? Perché tutte le piantine sui balconi degli altri sono così belle, così colorate, così vive?’ Abbiamo passato molto tempo a pensare che non avremmo mai più coltivato piantine in casa: troppo difficile, troppo deludente! Certo però che la casa senza colore e senza profumo non ci piaceva proprio! Non riuscivamo ad abituarci…non sapevamo che, non lontano da noi, c’era un posto dove poter coltivare in maniera diversa e poter avere la casa piena di piantine colorate e profumate…” L’adozione è, per le coppie sterili, una nuova possibilità di diventare genitori dopo che la speranza era ormai persa. La scoperta dell’impossibilità a procreare, infatti, rappresenta spesso un momento drammatico nella vita di una coppia, che causa una profonda sofferenza, e può rappresentare talvolta uno dei momenti più difficili nella vita di un individuo. Essa viene vissuta come un vero e proprio lutto. Scoprendo di non poter avere figli, infatti, non si perde solo la propria capacità generativa, ma si scopre di dover rinunciare a quel figlio immaginario, che esiste in maniera inconsapevole nelle fantasie inconsce. In questo senso la scoperta della propria infertilità si costituisce come un vero e proprio lutto, perché è la perdita concreta di un bambino, ancora non nato, ma ben presente dentro ciascuno di noi. Tuttavia non esiste solo la fecondità fisica, ma anche la fecondità psicologica ed emotiva dalla quale deriva la capacità di educare i figli e di sviluppare un progetto di vita. Pensare all’adozione, tenendo presente l’esistenza di questo tipo di fecondità, porta la coppia a sentirsi nuovamente in grado di essere genitori, di mettere in atto un progetto d’amore che apre ad una dimensione relazionale non solo duale, ma di comunione, di apertura, di accoglienza. Diventare genitori adottivi è un viaggio attraverso le proprie emozioni e quelle dei bambini. Corso di Lingua e cultura Russa Corsi Pre Adozione Corsi Pre idoneità Corsi di Lingua Ucraina CINEFORUM Fonte: Psicologa e Psicoterapeuta Dott.ssa Cristina Paiocchi SCUOLA Per scegliere la scuola, chiedimi se sono felice È tempo di iscrizioni alle varie classi prime e per i genitori tempo di dubbi e di scelte. Una ricerca suggerisce la vera domanda da fare: “In questa scuola i bambini sono felici?” ...Il Ministero ha appena fatto sapere che le iscrizioni per le classi prime delle scuole di ogni ordine e grado saranno dal 3 al 28 febbraio e per tutti i genitori con figli prossimi ad essere “primini” da qualche parte è iniziato il difficilissimo mese della scelta. Dalla Organisation for Economic Co-operation and Development arriva una ricerca che fa riflettere (qui le belle infografiche twittate da COFACE): è andata a indagare i paesi in cui gli alunni sono più felici. Che a pensarci bene, mentre tutti siamo lì a chiederci quanto verde c’è attorno alla scuola, come fare per essere certi che il pargolo finisca nella settimana di 40 ore e facciamo domande-trabocchetto per sapere che punteggi ha avuto la scuola ne test Invalsi, la domanda più intelligente da fare sarebbe invece quella: “In questa scuola i bambini sono felici?”. Cavoli, non ci avevo pensato. Non soddisfazione, scontento, delusione rispetto alla Fonte: Vita.it scuola: felicità allo stato puro. “Quando tu sei qui dentro, in questa scuola, dove passerai le ore più gravide di opportunità delle tue giornate per i prossimi cinque o tre anni, non quelle che devi per forza impiegare per dormire e mangiare, sei felice?”: è questo che noi genitori dei futuri primini implumi dovremmo chiedere ai bambini che già vivono quelle aule. La ricerca ha indagato 65 Paesi, mappando da un lato i voti di assenso/dissenso che gli alunni hanno dato all’affermazione “Mi sento felice quando sono a scuola” e dall’altro i loro risultati scolastici. Emerge che in Italia non siamo messi affatto bene. Gli studenti più felici del mondo sono quelli dell’Indonesia, i meno felici quelli della Corea del Sud. Gli alunni con le migliori performance sono quelli di Shangai, i peggiori quelli del Perù. Combinando le due dimensioni, felicità e risultati, la classifica dice che scuole buone e bambini felici si trovano a Singapore, Taiwan, Svizzera e Hong Kong (terzi alla pari), Liecthenstein, Shangai, Giappone, Islanda, Vietnam. I bambini italiani a scuola non si sentono per niente felici: stanno nella metà sinistra dell’infografica, vicini per infelicità a Russia, Grecia, Slovacchia, Romania, Argentina, Qatar, Germania, Finlandia, Australia. Solo che le ultime tre hanno dalla loro buoni risultati, noi no. Noi siamo proprio sulla riga che separa le buone scuole e le cattive, quanto a performance dei ragazzi: in compagnia di Portogallo, Norvegia, Spagna, Israele, Russia e Stati Uniti. Nella prossima presentazione del POF spero che nessuno mi metta uno smile. ITALIA Paternità negata con nuove regole In Gazzetta Ufficiale. Il decreto legislativo sulla filia- pronuncia la Corte dichiarò la leggittimità costituziozione. nale dell’articolo 235, primo comma, numero 3, del Cc, nella parte cui, ai fini dell’azione di disconiscimenLa pubblicazione sulla “Gazzetta ufficiale” n.5 del- to della paternità, subordina l’esame delle prove tecnil’8gennaio del decreto legislativo sulla filiazione che, da cui risulta che il figlio presenta caratteristiche “impatta” sul nucleo essenziale dell’azione di disco- genetiche o dal gruppo sanguigno incompatibili con noscimento della paternità. Il nuovo impatto norma- quella del presunto padre, alla previa dimostrazione tivo entrerà in vigore il 7 febbraio 2014. La disciplina dell’adulterio della moglie. Opportunamente il legidell’azione di disconoscimento della paternità viene slatore ha escluso che l’azione di di disconoscimento spostata nel nuovo Capo III, del Titolo VII del Libro della paternità possa essere esperta esclusivamente primo del codice civile. “Dell’azione di disconosci- ricorrendo una delle vecchie ipotesi tassative (non comento e delle azioni di contestazine e di reclamo dello abitazione nel periodo del concepimento, impotenza, stato di figlio” è inserito nel nuovo articolo 243-bis del adulterio o celamento della gravidanza), inoltre l’attocodice civile. Come nel regime previgente la legittima- re deve dimostrare con qualunque mezzo solo che non zione a proporre l’azione per il disconoscimento della sussiste rapporto di filiazione. Divengono così del tutpaternità compete esclusivaente alle parti del rapporto to irrilevanti le prove sulla non convivenza o la circodi filiazione (cioè al padre identificato a norma degli stanza che la moglie sia adultera, bastando la vecchia articoli 231 e 232 del Codice civile, alla madre e al fi- formulazione dell’articolo 235 del Cc per dimostrare glio, eventualmente rappresentato da un curatore spe- – a mezzo di dindagini tecniche – che il figlio presenta ciale, salvi i casi eccezionali in cui costoro siano venuti caratteristiche genetiche o del gruppo sanguigno ina morte prima della proposizione del giudizio, e di cui compatibili. Ovviamente come per il passato, il giudiall’articolo 246 del Codice civili. L’azione non può es- ce potrà fondare il proprio convincimento anche sulla sere esercitata da un terzo (diverso dai soggetti indi- condotta processuale del convenuto e, quindi, sul ricati nel primo comma dell’articolo 243-bis) ancorchè fiuto di sopportsi a esami ematologici. – per ipotesi invocando di essere, in contrasto con la presunzione posta dagli articoli 231 e 232, il genitore biologico del disconoscendo (in questo senso, con riguardo al previgente articolo 244 del C.c. si vede Cassazione, sentenza 6 aprile 1995, numero 4035). Privo di efficacia innovativa è anche il secondo comma dell’articolo 243-bis (chi esercita l’azione è ammesso a provare che non sussite rapproto di filiazione tra il flgio e il presunto padre), essendosi il legislatore delegato limitato ad adeguare il testo normativo alla sentenza 266/2006, della Corte costituzionale. Con tale Fonte: Il Sole 24 Ore CURIOSITA’ La Giornata della Memoria Il 27 gennaio si celebra La Giornata della Memoria. E’ una giornata speciale, una giornata dedicata al ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. Una giornata per ricordare che tanti anni fa, durante la seconda guerra mondiale, milioni di uomini, donne e bambini sono stati perseguitati con le leggi razziali e poi strappati alla loro vita e portati nei lager da dove, solo in pochi sono tornati. E’ un pezzo agghiacciante della nostra storia ed è importante non dimenticarla. Perché ricordare una storia tanto triste? Col passare degli anni le persone che hanno vissuto quella terribile esperienza non potranno più raccontarla e noi potremmo dimenticarla. Invece, la memoria delle terribili storie, ci deve aiutare a costruire un futuro migliore. Un futuro in cui quelle atrocità non si ripetano mai più! Una giornata per riflettere e per far riflettere e noi lo facciamo lasciandovi con alcuni pensieri dei film più rappresentativi della giornata della memoria… “C’è un’ordinanza che vieta agli ebrei di sostare nei giardini. - Stai scherzando? - No, per niente. Ci potremmo sedere su una panchina, ma c’è un’altra ordinanza che vieta agli ebrei di sedersi sulle panchine. - Ma è assurdo! - Possiamo stare in piedi e parlare, non penso che ciò sia vietato.” (Il pianista di Roman Polanski, 2002) ATTUALITA’ Ucraina: Tre morti negli scontri tra polizia e manifestanti Tre persone sono morte negli scontri tra polizia e manifestanti a Kiev, in Ucraina. Due delle vittime sono un uomo di trent’anni, colpito da quattro colpi di pistola sparati dagli agenti, e un’altra persona che è caduta da un albero. I medici che lavorano sul posto hanno denunciato una terza vittima, mentre le forze dell’ordine finora ne hanno confermata solo una. Gli scontri sono avvenuti quando la polizia ha tentato di sgomberare le barricate costruite il 19 gennaio in via Grushevskogo, nel centro della città. I manifestanti all’inizio si sono ritirati, ma poi sono tornati lanciando pietre e bombe molotov contro gli agenti. Le ragioni dell’opposizione. I manifestanti protestano contro la nuova legge sull’ordine pubblico approvata il 16 gennaio dal parlamento ucraino. La riforma prevede il divieto di accamparsi nei luoghi pubblici senza autorizzazione, la responsabilità penale per chi diffama i funzionari governativi, indossa maschere antigas o caschi, e per chi distribuisce materiale di propaganda. Chi monta una tenda in un luogo pubblico rischia circa 570 euro di multa e fino a quindici giorni di carcere. Secondo l’opposizione il governo ha approvato la nuova legge per impedire le manifestazioni. L’Unione europea e gli Stati “L’amicizia può unire quello che le barriere dividono.” (Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman, 2008) “Guarda i girasoli: si inchinano al sole, ma se ne vedi qualcuno che è inchinato un po’ troppo, significa che è morto. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l’arte suprema; Dio è il primo servitore. Dio serve gli uomini ma non è servo degli uomini.” (La vita è bella di Roberto Benigni, 1997) “Chiunque salvi una vita, salva il mondo intero.” (Schindler’s list di Steven Spielberg, 1993) “Cosa sta succedendo, perché son venuti quelli della milizia? – Perquisizione. Gli han detto che ci sono dei renitenti nel collegio. - Cosa vuol dire renitenti? - Uno che si nasconde perché non vuole andare in Germania a fare il lavoro obbligatorio. Il bidello per esempio è uno di quelli. – Ah sì? – Ma certo. Morou non è mica il suo vero nome. Io me ne frego, con la mia gamba verrei riformato.” (Arrivederci ragazzi di Louis Malle, 1987) Fonte: Internazionale Uniti hanno condannato la norma approvata dal parlamento ucraino e hanno chiesto la fine delle violenze. Gli Stati Uniti hanno minacciato sanzioni economiche, se le crisi politica non sarà superata. Il 19 gennaio il presidente ucraino Viktor Janukovič ha accettato di aprire un negoziato con l’opposizione: ha annunciato la creazione di una commissione bipartisan per trovare un accordo con l’opposizione e risolvere la crisi politica. Come è cominciato tutto. Dal 24 novembre in Ucraina decine di migliaia di persone manifestano contro la decisione del presidente Janukovič di non firmare l’accordo di associazione con l’Unione europea al summit di Vilnius del 28 e 29 novembre. La firma del patto avrebbe significato un allontanamento dall’influenza economica russa, e un avvicinamento a Europa e Stati Uniti. Il 17 dicembre il governo ucraino ha firmato un nuovo patto di cooperazione economica con la Russia. L’accordo, siglato dopo un incontro a Mosca tra Vladimir Putin e Viktor Janukovič, prevede 15 miliardi di dollari in aiuti finanziari per Kiev e uno sconto sul prezzo del gas che la Russia vende all’Ucraina tramite la compagnia statale Gazprom.