Disturbo da gioco d`azzardo
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Disturbo da gioco d`azzardo
Cari Colleghi, > > > > > > > > > Da Marzo a Settembre 2015 si è riunito un piccolo gruppo di lavoro di operatori I.R.S. che a vario titolo hanno operato nella tematica del gioco d’azzardo. Al fine di confrontarsi e scambiarsi esperienze per valutare insieme punti di forza e di debolezza di quanto (teorie, aspetti operativi, prassi) la nostra cooperativa avesse sperimentato su tale tematica nel corso degli ultimi anni. L’obiettivo ultimo era quello di individuare e diffondere dentro e fuori dalla cooperativa una forma mentis, un approccio di lavoro, una serie di “buone prassi” utili a sostenere un pensiero comune e a sviluppare future progettualità. La nostra cooperativa, dal 2008 ad oggi, ha attivato rispetto al Disturbo da Gioco D’azzardo numerose azioni trattamentali sportello “Games Over” progetto “Play Off” CND di Fenile progetto “GRETA” a livello ambulatoriale, semiresidenziale, residenziale e WEE ed altrettanti progetti di prevenzione progetto “Appleschool” progetto “Fuori Gioco” progetto “Azzardiamoci a capire” incontri con le scuole promossi dal Punto Aurora 2 sulle provincie di Pesaro-Urbino, Ancona, Fermo e Ascoli Piceno. Cerchiamo di comunicare e consolidare il nostro sapere e il nostro bagaglio esperienziale. Nella speranza che il materiale prodotto dal gruppo sia spunto di riflessione da cui partire per ragionare insieme sulle nostre esperienze e per costruire un pensiero comune, alleghiamo: un riassuntivo delle caratteristiche (vincenti e critiche) delle attività finora esperite; > tre strumenti operativi (la scheda di indagine sul > rapporto con il denaro, formula adolescenti e formula adulti da utilizzare negli interventi di prevenzione e in quelli di trattamento e la cartella anamnestica, solo per gli interventi di trattamento e cura); un documento di riflessioni condivise rispetto al gioco d‘azzardo, con aspetti teorico/operativi sulle modalità di sensibilizzazione, di prevenzione, e di trattamento considerati utili nel nostro operato quotidiano. INDICE DISTURBO DA GIOCO D’AZZARDO La nostra esperienza GIOCO D’AZZARDO Noi cosa pensiamo Cosa speriamo RIFLESSIONI TEORICO/PRATICHE Prevenzione, trattamento, sensibilizzazione, in base alle nostre esperienze operative I NOSTRI PROGETTI pro e contro, proposte per il futuro All.1_ Questionario sulla relazione con il denaro (per adulti) All. 2_ Questionario sulla relazione con il denaro (per le scuole) All. 3_ Scheda anamnestica GRAZIE A Alessia Guidi Antonella Ciccarelli Antonella Santinelli Elena Mignini Federica Guercio Maria Daniela Colucci Monia Caroti Novella Pesaresi Serena Pallotti Silvia Cavoli Silvia Piersanti Stefano Ialenti > > > Manuale Manuale Disturbo da gioco d’azzardo: la nostra esperienza Gioco d’azzardo: noi cosa pensiamo La I.R.S. L’Aurora si occupa della problematica del gioco d’azzardo sin dal 2008, quando è stato attivato in provincia di Ancona, con l’STDP del territorio, un progetto di diagnosi e trattamento del GAP che prosegue tutt’ora (sportello Games Over). Il gioco d’azzardo, di cui la letteratura e la storia ci portano innumerevoli esempi, rappresenta un’attività intrinseca alla dimensione dell’uomo, risulta conseguentemente difficile (e probabilmente anche poco utile) sradicarlo completamente dall’individuo. Quale dialettica? Gioconon gioco? Giusto equilibrio per riportare sotto controllo un comportamento che è sfuggito a tale controllo? Privilegiare un lavoro che miri a favorire e strutturare un comportamento orientato al gioco sociale piuttosto che a una totale astinenza? Dal 2008 ad oggi la nostra cooperativa ha attivato numerosi progetti di prevenzione, svariate attività di sensibilizzazione territoriale e decine di percorsi di cura sulle provincie di Pesaro-Urbino, Ancona, Fermo ed Ascoli Piceno. Le esperienze maggiormente significative (per innovazione ed estensione territoriale) sono state il progetto regionale “GRETA” (anno 2014-2015, capofila I.R.S. L’Aurora), che ha messo in rete tutti gli enti del privato sociale della regione, titolari di un trattamento sul GAP, offrendo risposte di rete a livello ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale; l’apertura della comunità terapeutica per nuove dipendenze di Fenile di Fano (2014), specifica per persone affette da GAP e/o da dipendenza da cocaina per via inalatoria; il progetto di prevenzione “Fuori Gioco” (2014) a titolarità dell’ATS di Pesaro e coordinamen-to dell’I.R.S. L’Aurora, con estensione a tutto il territorio AV1. Sulla base di sette anni di esperienze, in vari territori e su diversi settori, maturano le seguenti riflessioni teorico/operative. Il disturbo da gioco d’azzardo va considerato oggi come una questione di salute pubblica. Aderire a quest’ottica in relazione ai problemi di gioco significa che deve essere prioritario, in una società che consente il gioco d’azzardo, assicurare la prevenzione dei problemi correlati a tale attività, adottando nei confronti del gioco un’ottica di promozione e tutela della salute e del benessere, stimolando le responsabilità personali e sociali. Il gioco d’azzardo nella sua complessità ci obbliga ad identificare strategie di interventi a più livelli, per cui si potrebbe usare la terminologia: “problemi di gioco”, in modo da poter sottolineare l’ampio spettro dei comportamenti, considerando anche la possibilità della prevenzione e della riduzione del danno. In questo modo potremo riferirci a comportamenti che compromettono, danneggiano e distruggono le mete personali, familiari, lavorative e comportano conseguenze negative di varia entità. Le dipendenze comportamentali pongono nuovi problemi legati all’aspetto della prevenzione. Non ci si trova infatti di fronte ad un agente che modifica la biochimica dell’organismo, vi sono differenze rispetto alla dipendenza “da sostanze” ma anche conseguenze e costi simili e sovrapponibili. Manuale Poichè le nuove dipendenze sono fatte di comportamenti che toccano la sfera del quotidiano e a volte irrinunciabili (cibo, relazioni affettive, sesso, shopping, internet, azzardo come “sfida”) l’obiettivo specifico della prevenzione non sarà, al contrario di ciò che avviene per le sostanze stupefacenti, l’evitare qualsiasi forma di incontro con i comportamenti “a rischio”. È necessario un approccio complesso, in cui il venire a contatto con le situazioni sopra citate non abbia come conseguenza “obbligata” quella di un’evoluzione patologica. A ciò si aggiunga che le condotte in questione non sono ritenute devianti socialmente, sanzionate, marginali, o altro; abitudini che toccano tutti come il consumo, l’uso di tecnologie informatiche, etc., del tutto legittime e spesso incentivate socialmente, divengono talvolta problematiche e rischiose. La proibizione del gioco è considerata improponibile dai “pionieri” della problematica del GAP in Italia. Tuttavia le diverse posizioni convergono sul dato di fatto che le conseguenze, i rischi e i costi sociali e umani del disturbo da gioco d’azzardo impongono una prevenzione a vasto raggio: comprendere il gioco a livello psicologico ed educativo ragionando sui bisogni, sugli spazi vuoti, sui ruoli e le identità ai quali il gioco risponde e che, in un certo senso, crea; trovare una strada tra il proibizionismo assoluto e il liberismo che confonde la libertà con il mercato; studiare le diverse tipologie di giochi, i gruppi a rischio, le strategie di informazione e pubblicità; comprendere le dinamiche economiche e di marketing che attraversano il gioco e le legislazioni, i rischi legati alla criminalità. Occorre: elaborare iniziative o attività che mettano a contatto la cittadinanza con questa problematica, individuare strategie di prevenzione dei problemi correlati al disturbo da gioco d’azzardo e azioni protettive nei confronti dei vulnerabili (gruppi e nei soggetti a rischio di dipendenza), e promuovere nella comunità atteggiamenti, comportamenti e politiche basati su informazioni scientifiche. Manuale Cosa speriamo Le attività strategiche applicate al gioco d’azzardo che qualificherebbero un’azione di rete complessiva ed efficace nella società dovrebbero essere: > la definizione di una politica pubblica per la salute che riconosca il gioco come attività lecita, regolamentata e non necessariamente disfunzionale, amorale o da criminalizzare, e sappia vedere, valutare ed affrontare i rischi connessi adottando politiche volte ad annullare o minimizzare o monitorare o ridurre tali rischi; > la creazione di ambienti che favoriscano la salute, ossia la produzione di condizioni di vita e di lavoro sicure, stimolanti, soddisfacenti e piacevoli. Per il gioco è essenziale una valutazione sistematica dell’impatto sulle comunità che hanno la diffusione e le diverse forme, ed una costante e trasparente conoscenza e valutazione del rapporto costi/benefici per la comunità. Andrebbero definiti, circoscritti, regolamentati, controllati e separati gli ambienti e i momenti di gioco e di non gioco; > il rafforzamento dell’azione della comunità nel senso di operare per definire concretamente le priorità, assumere le decisioni, pianificare e realizzare le strategie che consentono di raggiungere un livello di salute migliore. Ad esempio Advocating: insieme delle strategie di ordine politico, legislativo, economico e sociale volte a promuovere comportamenti di gioco responsabile, comprendere i fattori di rischio, realizzare iniziative di prevenzione. Enabling: insieme di azioni finalizzate a rendere le persone e le comunità consapevoli dei rischi e delle conseguenze e tese a promuovere opportunità che consentano di fare scelte con l’attenzione di assicurare a tutti pari opportunità e pari risorse. Mediating: azione di mediazione tra i diversi attori, interessi, responsabilità e competenze coinvolte o coinvolgibili in progetti di monitoraggio, ricerca, prevenzione e riduzione dei rischi, aiuto ai giocatori. Manuale > lo sviluppo delle abilità personali che interessa in primo luogo le agenzie educative quali la famiglia, la scuola, le associazioni, i centri giovanili. La preoccupazione di genitori, insegnanti ed educatori non dovrebbe fermarsi solo all’uso di alcool e droghe, ma anche al gioco. Riflessioni teorico/pratiche prevenzione, trattamento, sensibilizzazione, in base alle nostre esperienze operative. Come fare prevenzione? Che tipologie di interventi sono più funzionali con gli adolescenti? Che senso ha “giocare” con loro rispetto alla tematica? E su cosa è utile che si interroghino? Ciò che rende possibile l’atto di pre-venire è sicuramente il farlo in un “tempo” in cui gli atteggiamenti disfunzionali non siano già attivi quindi nella prevenzione un’attenzione nel considerare le condizioni della popolazione a cui ci rivolgiamo è fondamentale per impostare un intervento. Con gli adolescenti è funzionale costruire esperienze attive ed usarle come una porta d’ingresso per poter dare informazioni sui comportamenti a rischio, per proporre atteggiamenti alternativi costruiti dalle risorse personali e dal contesto di vita dei ragazzi. L’obiettivo è quello di accompagnare i ragazzi verso una maggiore consapevolezza aprendo possibilità di scelte diverse da quelle che a volte sembrano prestabilite (fenomeno di massa). La prevenzione funziona quando l’esperienza proposta è coinvolgente ed è “trasportabile” nella vita quotidiana. Farli giocare ha senso perché l’esperienza di gioco velocizza il tempo dell’entrare in relazione, serve ai ragazzi per avvicinarsi tra loro e all’operatore per entrare in contatto con la classe. Anche la letteratura indica come interventi maggiormente efficaci nella prevenzione quelli di tipo interattivo, che coinvolgano i ragazzi in “situazioni tipo” della loro vita quotidiana e li stimolino ad interrogarsi su alcune questioni per sviluppare un proprio pensiero critico in merito. Le parole chiave, mutuate dalla cultura anglosassone, sono: empowerment personale, life skills, strategie di coping e di problem solving. Manuale Per svilupparle bisogna accedere alla dimensione ludica, ancora così peculiare di quell’età, e ai valori e alle emozioni su cui i ragazzi iniziano spontaneamente a porsi delle domande e a sviluppare un proprio pensiero. L’informazione, la conoscenza di alcune tematiche servono come primo passo ma non sono sufficienti se non integrate con gli elementi sopradescritti. Differenziare il gioco dal gioco d’azzardo, spiegare in che modo il gioco d’azzardo può diventare disturbo e poi giocare con loro sulle probabilità matematiche, sulle capacità predittive, su divertenti bias cognitivi, anche della vita quotidiana, li sorprende e pone le basi per ragionare insieme sulla tematica. In alcune esperienze di prevenzione nell’ambito scolastico è stato molto interessante e spiazzante vedere come i ragazzi siano poco abituati a ragionare e ad aspettarsi attività dinamiche a scuola, impostati spesso a ripetere la relazione. Proporre stimoli per aiutare una discussione su temi a loro vicini e trasversali al gioco d’azzardo, come il consumismo, i desideri e le relazioni e una lettura di tutte le pubblicità e delle informazioni parziali che ci arrivano sarebbe la fondamentale integrazione dei curricula scolastici. Proporre delle attività per fare gruppo significa ampliare le attività del quotidiano tipiche degli adolescenti e magari trovare una motivazione nuova per affrontare altre cose conosciute, come i rapporti familiari e la scuola stessa, nonché una rivalutazione del gioco sano. Nel fare prevenzione scolastica sul gioco d’azzardo la proposta di giochi di relazione di abilità e di giochi d’azzardo ha permesso, infatti, di aprire una riflessione sulla differenza che c’è tra gioco e gioco d’azzardo; la cosa interessante è stata l’osservazione della risposta della classe dopo le due tipologie di gioco; nel gioco relazionale la classe fa squadra partecipando in modo contenuto, facendoli scommettere (azzardo) la classe si disgrega e non si contiene più, la relazione svanisce, l’adrenalina sale tantissimo. Interessante farli riflettere su questo. In generale con l’esperienza che Punto Aurora ha svolto in progetti preventivi e di promozione del benessere psicologico, si può affermare che le modalità interattive risultano più gradite quindi più funzionali alla costruzione della relazione, dunque maggiormente utili a raggiungere gli Manuale Manuale obiettivi preventivi. Si è quindi posto l’accento sempre sui fattori protettivi. Tuttavia, quando emergono nuovi comportamenti dannosi per la salute la tradizionale informazione è non solo necessaria, perché aiuta ad orientare, ma meno iatrogena rispetto a tematiche di salute i cui comportamenti a rischio salute si sono evoluti contemporaneamente alla complessità sociale. Nel caso specifico il “giocare” ha un valore estremamente positivo perché riconduce l’azione del giocare al significato del termine e rimanda ad una psicologia positiva. E’ utile ragionare sul pensiero magico, sugli errori cognitivi, e sul valore del denaro. Parlando di prevenzione, infine, si pensa spesso ai giovani, e agli istituti scolastici, ma la complessità del fenomeno e i cambiamenti che lo determinano, allargano necessariamente il concetto “prevenzione” a tutte le fasce d’età (si pensi ai pensionati che iniziano a “giocarsi” tutti i loro introiti nella “terza età”) e a molteplici luoghi e contesti. le testimonianze possono avere un buon risultato ma solo se integrate all’interno di un percorso più articolato e se ben concertate, effettuate a seguito di una preparazione. Sono da prediligere gli interventi basati sui fattori protettivi ma vanno inserite le informazioni quando i fenomeni sono nuovi. Informare (senza terrorizzare o demonizzare) rimane comunque fondamentale. La sperimentazione di alcuni comportamenti fa parte del processo di crescita, di individuazione-differenziazione e di graduale raggiungimento di autonomia ed è normale e funzionale nel passaggio all’età adulta. Quello che ci si auspica è che alcuni “comportamenti dannosi” (quali le ubriacature, la guida spericolata, le scommesse a denaro, ecc.) rimangano esperienze di vita, senza consolidare una dimensione problematica e/o una strutturazione identitaria attorno a loro. Per tutti i motivi di cui sopra, potrebbe essere interessante costruire interventi in cui ci siano promozione del benessere e prevenzione. Invece di escluderne una, unirle. Alcune modalità utili per conciliarle sono quelle interattive con l’uso della tecnologia, i rimandi ai social, e alle pagine face book nel caso di ragazzi delle scuole superiori. Attività come gli slot mob possono rivelarsi un punto di forza capillare. Prevenzione e promozione del benessere: lavorare sui fattori protettivi e/o su quelli di rischio? Quali informazioni è utile fornire? Quali invece possono alimentare “curiosità” sul tema? Fino ad alcuni anni fa gli interventi elettivi nelle scuole rispetto al tema delle dipendenze erano di carattere informativo, accompagnati da “testimonianze degli ex”. Tali interventi si sono rivelati, successivamente, spesso fallimentari e origine di curiosità e di “desiderio di sperimentazione” da parte degli adolescenti. Sicuramente dire “troppo” è un rischio alto per cui alcuni ragazzi potrebbero sentirsi spinti verso il mettere in atto comportamenti a rischio. Le testimonianze coinvolgono un piano emotivo e di empatia, ma ogni storia nasce dal proprio contesto quindi lavorare sui contesti dei ragazzi per poter proporre letture diverse e partecipative è molto più funzionale e può essere un lavoro sui fattori protettivi costruendo una rete di rapporti e di conoscenza sul territorio. É anche vero che il coinvolgimento da parte delle classi di fronte alle testimonianze dei ragazzi della comunità raramente accade con altro tipo di intervento; Anonimato: quando è stato utile e perché? L’anonimato sembra utile nei primi contatti telefonici, quando è spesso ancora forte il senso di vergogna e il timore del giudizio rispetto alla problematica. Capita spesso che i primi contatti siano informativi, di richiesta rispetto alle possibilità di trattamento e veicolino l‘aspettativa di rassicurazione sul fatto che sebbene la tematica sia diffusa, lo sia altrettanto sentirsi soli e impotenti. Talvolta succede che solo dopo alcuni tentativi di contatto anonimo la persona o il famigliare, sentendosi comunque accolto, decida di fissare un colloquio di approfondimento e di valutazione. L’anonimato a scuola è utile quando si compilano i questionari o quando si svolge una libera discussione in classe, in quanto si teme che le informazioni possano arrivare ai docenti. Manuale Se si scelgono modalità interattive come il gioco in cui si prevedono vincitori, l’anonimato invece non è così fondamentale. Quali le azioni di sensibilizzazione più efficaci, quali meno? Che rimandi abbiamo avuto in merito? Le azioni di sensibilizzazione maggiormente efficaci sono quelle che rientrano nella prevenzione ambientale che coinvolgono la comunità contemporaneamente e con modalità differenti. La cosa importante è che siano comunicate adeguatamente magari da esperti in comunicazione. E che ci siano rimandi a social e pagine face book curate ad hoc. Per sensibilizzare sul tema del gioco, come su tutti i temi che implicano un disagio, è importante non dare ricette o regole prestabilite ma aprire lo sguardo su cosa ci sta dietro la dipendenza e porre l’attenzione su come oggi ci sia un movimento di promozione al gioco che spesso viene messo in secondo piano. Non si può tranquillizzare la platea sulle proprie convinzioni apparenti, su una distinzione netta tra “giusto” e “sbagliato”, a scapito di riflessioni più articolate in merito. Parlare di disturbo da gioco d’azzardo significa non solo spiegare cosa sia e i meccanismi ad esso legati, ma anche ragionare insieme sui significati sociali e personali che vi si connettono. Ragionare su cosa significhi giocare, cosa giocare d’azzardo, e cosa avere un disturbo da gioco d’azzardo, consente di “normalizzare” alcuni comportamenti e diminuire lo stigma che spesso si lega a tali questioni. Nel momento in cui la platea si apre alla possibilità di nuovi interrogativi, invece di ottenere risposte già confezionate, è già in atto un processo di riflessione e di comprensione che aiuta a diffondere la possibilità di parlarne, di confrontarsi, di sentirsi meno “strani ed isolati”… Oltre alle informazioni da fornire, infine, risultano efficaci: analizzare il contesto territoriale, la fase del ciclo vitale e personalizzare il più possibile gli interventi. Manuale Trattamento individuale o gruppale? Si può accompagnare la persona al trattamento di gruppo? Pro e contro in base alle esperienze La scelta di preferire un trattamento individuale ad uno gruppale si basa su diversi aspetti: le caratteristiche dell’individuo, la funzionalità che il gioco d’azzardo ha nella sua vita, il contesto sociale e culturale di appartenenza, la compresenza o meno di altre problematiche (comorbilità psichiatrica, basso livello cognitivo, ecc.). Iniziare immediatamente con l’inserimento in gruppo, senza aver preventivamente approfondito gli aspetti appena elencati, può rivelarsi fallimentare perché è possibile che la persona si scompensi (sviluppando ideazioni paranoidi o forti vissuti depressivi di colpa e vergogna, slatentizzando modalità aggressive verso alcuni componenti del gruppo) o si spaventi (dalla possibilità del giudizio, e della immagine sociale da dover tutelare) interrompendo quindi il trattamento con la delusione di una ennesima rinuncia e l’impossibilità di cambiare. Dipende poi di che gruppo stiamo parlando, sono molto differenti i gruppi AMA da quelli educativi, da quelli psicoterapeutici, o da quelli derivanti da una reciproca convivenza (semiresidenziale o residenziale). La tipologia dei giocatori d’azzardo si esprime in una gamma molto diversificata a livello sociale, culturale, di età e di censo per cui le proposte terapeutiche si debbono confrontare con l’evoluzione del quadro patologico. Spesso è preferibile iniziare con alcuni colloqui individuali di approfondimento per poi decidere in contesto di equipe se proseguire individualmente o inserire la persona in un contesto gruppale. Così facendo vi è la possibilità di tutelare l’individuo dal fallimento sopra descritto ragionando anche con lui sui pro e sui contro di un confronto in gruppo. In diverse situazioni è stato particolarmente utile procedere parallelamente con i due canali, così da preservare uno spazio individuale ove ragionare su quanto emerso in contesto gruppale. Manuale Manuale Nel contesto della residenzialità, in particolare, si realizza l’integrazione tra la modalità di intervento individuale e quella gruppale pur sottolineando come lo “strumento” comunità determini di per sé una particolare valorizzazione dell’elemento gruppale. Senza dubbio l’intervento di gruppo viene ad assumere una forza terapeutica unica grazie alla condivisione, al sostegno e all’esperienza condivisa dell’“essere sulla stessa barca“. Frequentemente l’intervento individuale può essere utilizzato effettivamente come accompagnamento al gruppo ma anche come momento di ulteriore elaborazione di vissuti, emozioni e contenuti. Talvolta, poi, le famiglie hanno ritenuto inizialmente poco utile compilare le schede di entrate/uscite di danaro del proprio familiare, ritenendolo uno strumento poco utile. Con gli interventi di prevenzione il discorso del denaro si lega soprattutto alla possibilità di realizzare i propri sogni e le scorciatoie per raggiungerli nella maniera più veloce possibile. Appare fondamentale stimolare e rivalutare percorsi come la scuola per raggiungere i propri obiettivi contrastando i messaggi pubblicitari. Lavorare sulla relazione che i giocatori hanno con il denaro come se questi fosse una persona permette di poter comprendere cosa accade in chi porta la problematica e può facilitare la costruzione di una relazione diversa. Nel contesto residenziale (comunità terapeutica) il Budget di spesa rappresenta uno strumento utile di gestione del denaro e anche un veicolo rispetto all’acquisizione di consapevolezza rispetto alla relazione con lo stesso. La prassi efficace è spingere gli utenti a fare i conti e stabilire dei patti entrate/uscite con delle verifiche settimanali. Questo è più semplice in comunità dove c’è un budget virtuale a cui le persone si devono attenere e dove sono presenti delle mansioni sulle quali gli utenti possono mettersi alla prova (es: botteghino caffè sigarette, dispensa, extra). In generale, si rivelano spesso utili semplici strumenti “cognitivi” di gestione del bilancio economico, quali specchietti di entrate/uscite del denaro, previsioni di spese, ecc (esempio articolato è il diario “kakebo” giapponese). La funzione e la gestione del denaro: come si può intervenire su tale aspetto? Quali le prassi operative più efficaci? Quando le persone arrivano a chiedere aiuto per il gioco d’azzardo hanno, nella maggior parte dei casi, debiti, finanziarie, prestiti di vario genere, e raramente si sono già rivolti ad un consulente finanziario o ad un avvocato per stabilire un piano di recupero. Questo tipo di consulenza a volte è indispensabile, ed è utile farla all’inizio della presa in carico. Il tema del denaro nelle persone con problemi di gioco è centrale. Va affrontato con metodo e con strumenti che permettano feedback. Allo sportello di ascolto si approccia il giocatore /giocatrice e i familiari a considerare questa come un’area di intervento. Accostare a queste indicazioni il supporto di legali ed economisti risulta essere un valore aggiunto. La strategia molto frequentemente usata dai “giocatori” in fase avanzata della problematica e di iniziale richiesta di aiuto è delegare l’intera gestione della loro economia ad un famigliare stretto (usualmente il coniuge, un genitore o un figlio). Tale strategia più essere utile per un periodo limitato, ma la persona deve poi gradualmente riprendere in mano la gestione autonoma della propria economia per evitare di consolidare un legame di reciproca dipendenza ed atteggiamenti di stretto controllo, che risultano spesso sostenere la problematica del gioco medesima (“il soldo è Potere!”). Il “pensiero magico”: quali modalità di intervento abbiamo sperimentato, quali le più efficaci? In contesto gruppale ragionare sul pensiero magico è immediato, spesso vengono raccontati episodi che possono essere letti anche sotto tale chiave e consentono immedesimazione e reciproco rispecchiamento. Talvolta è utile anche far “giocare” le persone con alcuni esempi/aneddoti legati ai bias cognitivi, così da favorire l’interpretazione delle cose da punti di vista differenti. Nel lavoro individuale la consapevolezza sugli aspetti legati al “pensiero magico“ potrebbero accrescere più lentamente, perché i meccanismi di difesa tutelano spesso la persona dalla piena presa di coscienza del dato di realtà. Manuale Manuale Nei progetti di prevenzione, si è lavorato sul pensiero magico attraverso l’analisi delle pubblicità. Nel contesto residenziale il confronto in gruppo rispetto ai contenuti del pensiero magico appare il più efficace. Il tema viene anche affrontato in sede di colloquio individuale, naturalmente i temi sono più difficilmente attaccabili anche se per contro nella relazione duale si riducono gli atteggiamenti di tipo difensivo. In gruppo è previsto un incontro dedicato dove diamo informazioni e dove raccogliamo i loro pensieri disfunzionali elencandoli in un cartellone e proponendo al fianco di ogni pensiero la trasformazione in pensiero funzionale. Anche il mettere in scena il pensiero magico attraverso simulate è interessante poiché mette velocemente in chiaro il pensiero infantile che non appoggiandosi su alcun piano di realtà non sta in piedi. stigma, quest’ultimo che viene però costantemente negato per tutelarsi dalla vergogna e dall’idea di completo fallimento. Un gruppo uniforme (per dipendenza), quindi, può avere il rischio di mantenere delle monadi e di ostacolare una reale messa in discussione e successiva comprensione delle proprie modalità (non solo legate alla dipendenza ma anche relazionali) consolidando gli stereotipi, l’isolamento e preservando il continuo accento su di sé. Gruppi di soli giocatori si rivelano utili solo nel momento in cui la tipologia di persone inserite risulta molto differente tra loro (sia per modalità di gioco d’azzardo sia per stile di vita, personalità, contesto socio-culturale), altrimenti è preferibile un gruppo di persone misto per dipendenza (eterogeneo tra giocatori, cocainomani, alcolisti) ma che presentino caratteristiche simili per altri aspetti (personalità, o contesto socio-culturale, ecc.) così da abbassare le modalità distanzianti ed evitanti di difesa e garantire quindi la “visione dell’altro come possibilità per interrogarsi su di sé”. Il trattamento con gruppo misto, infatti, permette di poter andare oltre la diagnosi giocatore -cocainomane, andare oltre il sintomo in sé (che crea un etichetta dal quale spesso loro stessi non si vogliono allontanare sentendosi superiori) e poter lavorare sulle storie e le dinamiche che stanno sotto ogni dipendenza, sulle quali poi tutti concordano e scoprono essere simili. Il gruppo misto finora ha consentito una migliore consapevolezza rispetto alla trasversalità di alcuni meccanismi di dipendenza. E‘ utile comunque prevedere e preservare momenti di lavoro “esclusivo” nei quali possano essere condivisi aspetti e vissuti peculiari della dipendenza in oggetto. Quale è il senso di interventi rivolti esclusivamente a “giocatori” e quale quello di trattamenti con gruppo misto per dipendenza? Con quali altre dipendenze vi sono similitudini, e di che tipo? I “giocatori” ovviamente non sono tutti uguali, così come non lo sono le tipologie di gioco d’azzardo e i valori che queste veicolano. L‘organizzazione di personalità, lo stile di vita, il contesto socio-culturale ed economico di chi sceglie le videolottery piuttosto che le sale bingo, i gratta e vinci piuttosto che il poker vis a vis o le scommesse sportive sono spesso profondamente diverse. I meccanismi della dipendenza, invece, sono piuttosto simili sia che si tratti di dipendenze comportamentali sia che si parli di dipendenza da sostanze e alcol. I gruppi misti sono spesso fonte di rifiuto da parte di chi ha un disturbo da gioco d’azzardo, che si percepisce molto distante (e spesso “migliore”) da chi ha una dipendenza da sostanze, a meno che il gioco non si associ già (come spesso si rileva) ad un uso/abuso di sostanze (prevalentemente cocaina) ed alcol. Il fatto di percepirsi “speciali, unici, in un certo senso migliori”, comporta spesso un atteggiamento superbo e una forte modalità giudicante della diversità. Lo stigma attribuito “all’altro da sé” diventa il medesimo di quello percepito su se stessi da parte del resto del mondo; Sviluppo della sensorialità ed aspetti corporei: come lavorarci, quando e perché può essere utile (oppure no)? Lavorare sulla sensorialità e sugli aspetti corporei è sempre una questione piuttosto delicata. Tra i vari aspetti legati all’instaurarsi di una dipendenza vi è spesso anche la difficoltà della persona nel “riconoscere e tenere in considerazione il proprio sentire senza temere che questo implichi la perdita di relazioni importanti, o un eccessivo dolore, ecc.”. Manuale Il desiderio e la paura di “perdere il controllo di sé”, così come di “anestetizzarsi, ipnotizzarsi” presenti in egual misura nelle dipendenze comportamentali così come in quelle da abuso di sostanze, vanno di pari passo lasciando spesso la persona costretta a “difendersi dal conoscere se stessa”. Per tali motivi, in generale, il lavoro sulla sensorialità e sul corporeo, purché strettamente guidato e integrato da una rielaborazione di quanto emerge, si può rivelare estremamente utile. Può essere rilevante lavorarci poiché in questa dipendenza c’è una forte componente sensoriale alterata o compromessa, il piacere viene dalla distorta stimolazione dei sensi per cui riattivarne la percezione e costruire un contatto con il proprio corpo è un veicolo che può portare alla scoperta di risorse che spesso sembrano inesistenti. Inoltre sarebbe utile il lavoro in compresenza, in modo da poter avere sotto controllo la situazione, e costruire esperienze per ogni senso che viene toccato nella dipendenza da gioco (per esempio udito - musicoterapia; vista - fototerapia; tatto - esperienze di tango olistico ecc.). Particolare cautela, come la letteratura da anni indica, va però usata con persone con organizzazione del pensiero di tipo psicotico o con organizzazioni di personalità molto gravi (ad es. quelle “borderline basse”, alla Kernberg) onde evitare uno screzio o uno scompenso. La sensorialità è una strada da poter sperimentare con quella parte di giocatori che non hanno problematiche psichiatriche gravi. Nel contesto del trattamento residenziale, inoltre, si realizzano svariate attività di carattere ludico e ricreativo che offrono la possibilità di sperimentarsi con dimensioni di socialità, collaborazione nel gioco di squadra, competizione e regole condivise del gioco. Elementi che nel gioco d’azzardo sono spesso assenti. Manuale Il ruolo della famiglia: quale? Come accogliere e supportare i famigliari? Perchè privilegiare un tipo di intervento su un altro? Cosa ha funzionato meglio e in che contesti? Prendere in considerazione la famiglia è fondamentale per diversi aspetti: perché il contesto famigliare è quello ove si muove quotidianamente la persona e ove sono i legami affettivi più significativi; perché le famiglie sono provate quanto e più del loro congiunto rispetto alla problematica del gioco; perché in una visione sistemica chi porta il sintomo sta esprimendo la difficoltà dell’intero sistema; perché le dinamiche famigliari possono essere tanto preziose e fondamentali nel sostenere il cambiamento quanto assolutamente deleterie nell’ostacolarlo. La famiglia è molto coinvolta nelle dinamiche del familiare giocatore, ma, conosce il problema attraverso la registrazione della conseguenza del gioco. Occorre aiutare i familiari a codificare il coinvolgimento sostenendoli nel possibile cambiamento e nell’elaborazione di strategie volte al superamento di schemi disfunzionali. I famigliari, quindi, vanno accolti e sostenuti, aiutandoli sia a ragionare su quanto sta accadendo al loro congiunto, sia su quanto avviene nell’intero sistema familiare. Ovviamente è un processo non esente da criticità: l’elevata età del giocatore vede spesso coinvolti solo sorelle e fratelli; la richiesta iniziale è spesso attinente ad aspetti assistenziali, giudiziari...insomma a qualcosa di assimilabile al tanto dibattuto tema del “dopo di noi”; l’intervento gruppale garantisce sì uno scambio importante delle informazioni, ma talvolta anche un contagio delle ansie. I gruppi di auto-mutuo-aiuto si sono rivelati validi supporti, hanno avuto buona ritenzione e facilitato l’emergere di richieste psicoterapiche. Ove presente una forte conflittualità famigliare si sono rivelati utili i gruppi terapeutici multifamiliari „disgiunti“. La psicoterapia famigliare (in parallelo alla presa in carico individuale della persona e dopo un periodo iniziale di trattamento); i gruppi AMA per famigliari. Dove la conflittualità non è tanto rilevante, le possibilità di intervento si allargano a tutte le altre tipologie, previa decisione in equipe rispetto al trattamento terapeuticamente più utile per la specifica situazione. Manuale Quali sono le tematiche ricorrenti che abbiamo rilevato nel disturbo da gioco d’azzardo? Le tematiche che emergono dalle narrazioni sul sé dei giocatori riguardano spesso la percezione di solitudine, il lutto legato ad una perdita (di una persona cara, ma anche del proprio lavoro, della carriera sportiva, di uno status sociale, di ciò che avrebbero desiderato raggiungere nella vita…), i vissuti di incomprensione, il desiderio di riscatto sociale (non solo economico, ma ad ampio raggio), la tendenza a cercare “rifugio”, “staccare la testa” rispetto a difficoltà e problemi di vario genere che possano rimandare all’idea di “non essere riusciti a…”, “non essere in grado di…”, “sentirsi incapaci nel…”. In generale il gioco copre spesso: una mancanza relazionale (padre/madre); la ricerca di una persona che non c’ è stata nella propria vita; relazioni conflittuali con compagne o mogli; solitudine, lutti; la ricerca di un’immagine sociale. Quali interventi di rete hanno funzionato, con quali partner, come e perché? Quando è indispensabile farli in rete? Per la complessità della tematica è necessario muoversi secondo nuovi modelli organizzativi e secondo la logica di rete, e comprendere sia le dinamiche economiche e di marketing che attraversano il gioco, sia le legislazioni, sia i rischi legati alla criminalità. Coinvolgere le associazioni, i circoli sociali, le consulte, gli ATS e chiunque, al di fuori dell’area sanitaria, si occupa della tematica, è indispensabile per garantire la costruzione di una rete che risponda alle necessità dell’individuo (soprattutto rispetto all’incremento di rapporti sociali, e al sostegno della percezione di utilità della persona). Inoltre, tali enti sono indispensabili anche per sostenere la diffusione di una “cultura” meno stereotipata e stigmatizzante sul disturbo da gioco d’azzardo. E‘ fondamentale, poi, uno stretto raccordo con l’STDP territoriale al fine di garantire continuità del trattamento , multidisciplinarietà dell’equipe di lavoro, integrazione degli interventi (ambulatoriali, gruppali, semiresidenziali, residenziali, individuali, famigliari) e una “linea d’azione” condivisa rispetto al disturbo da gioco d’azzardo, con un reciproco riconoscimento delle prassi operative e del pensiero sottostante alle stesse. Manuale Particolarmente utile, inoltre, attivare il dialogo con le associazioni dei commercianti, il rapporto con le forze dell’ordine (in relazione a queste problematiche), rafforzare i canali di comunicazione con gli Enti Locali, la Fondazione Antiusura e la Caritas. Questa rete costituisce una sfida importante per la strutturazione e il radicamento di una clinica territoriale - un sistema di risposte integrato ai bisogni completi e differenti del soggetto e della sua famiglia portatori di queste problematiche. Manuale esperienze (pro e contro) Progetto Play off Pro: collaborazione con stdp di Fano e con associazioni del territorio (Caritas avulss ...). Criticità: poco interesse del responsabile del progetto (stdp Urbino); poca chiarezza sugli obiettivi del gruppo. Passaggio Play off/ Gruppo gap in c.t Pro: aumento del numero dei partecipanti (15 attuali), l’unione di pazienti interni ed esterni ha permesso un confronto più ricco tra le parti, la presenza costante di un piano di realtà altrimenti solo immaginato per gli interni e la possibilità di trovare spazi affettivi in cui poter tornare per attività strutturate per gli esterni (es. pranzo natale, passeggiate gruppo legno ecc..), mantenuto rapporto con il sert di fano, fossombrone. Criticità: non pervenuto. Progetto Fuori gioco Pro: costruzione ed applicazione di un gioco interattivo come prevenzione al gioco d’azzardo rivolto alle scuole superiori.Interessante incontro finale con un matematico. Criticità: Manuale proposte per il futuro Per il gruppo giocatori: verifiche periodiche con il pz sul percorso, sul raggiungimento e/o ridefinizione degli obiettivi. Incrementare rete di risorse territoriali. Introduzione di esperienze sensoriali controllate in co-conduzione. Pubblicizzazione del nuovo gruppo in ct. Possibile ripetizione “fuori gioco” nell’anno nuovo. Possibilità di co-costruire un metodo di trattamento gap o formazione come IRS da poter esportare. Possibilità di svolgere incontri mensili tematici sulle nuove dipendenze con la diocesi di Fano. esperienze (pro e contro) proposte per il futuro Punto Aurora 2 Pro: presi contatti con scuole (alberghiero, volta) con cui poi abbiamo costruito incontri caratterizzati da uno scambio di saperi e sapori nella struttura di Fenile e Gradara. Intervista su richiesta della diocesi di fano sulle nuove dipendenze. Progetto Games over Sportello di ascolto e prima valutazione attivo dal 2008 (in partnership con dipartimento dipendenze patologiche di Ancona) Pro: modalità consolidata di intervento multidisciplinare (operatrice di prima accoglienza e medico psichiatra). In media 20-25 ingressi nuovi l’anno. Rete territoriale allargata ai gruppi AMA e rapporto con gli ATS di tutto il territorio regionale. Collegamento con i sert regionali per l’ingresso in comunità terapeutica. riunione d’equipe multidisciplinare periodica. Monitoraggio degli ingressi e del loro andamento. Pochi drop out. Eventi di sensibilizzazione sul territorio formazione del gruppo operativo congiunta e permanente Criticità: mantenere il livello di performance in considerazione dei tagli economici. Mantenere l’operatività della nostra cooperativa in questa specifica area. Offrire spazi informativi di gruppo a tema per famiglie . Organizzare incontri di sensibilizzazione per medici di famiglia. Ripetere eventi seminariali sul territorio regionale. Manuale esperienze (pro e contro) Progetto Greta - Modulo WE Pro: sperimentazione positiva di un modello di lavoro : per la ritenzione registrata, per la relazione comunicativa instauratasi, per l’acquisizione di maggiore consapevolezza nei partecipanti, per l’inserimento di attività ludiche e ricreative all’interno del percorso, per la prosecuzione del lavoro iniziato nei W.E con l’ingresso in comunità terapeutica, per la capacità di fare equipe da parte degli operatori coinvolti. Per il luogo e il tempo scelti per l’intervento. Criticità: mancanza di continuità operativa atta a garantire il sostegno a quanti hanno partecipato . Comunicazioni con i servizi invianti da migliorare. Luogo dell’intervento difficile da raggiungere con i mezzi pubblici. Interventi sensoriali troppo coinvolgenti se si considera il breve periodo di durata del progetto . Progety off Pro: il progetto Play Off è stato innovativo per questo territorio sia come tematica che per la proposta terapeutica del gruppo visto come approccio allo scambio tra famiglie. L’invio è avvenuto prevalentemente con il SERT di Fano, i contatti telefonici e le equipe allargate hanno favorito il buon andamento. Molti pazienti e famiglie non hanno avuto ricadute nel gioco e vecchi atteggiamenti. Manuale proposte per il futuro Ripetere l’esperienza. Rimodulare la formula di progetto WE in considerazione delle criticità esposte. Programmare incontri con i servizi invianti in modo più accurato. Programmare la presenza del gruppo anche su territori interni del Fanese dove la problematica è maggiore e la proposta di trattamento inferiore. Far precedere l’inzio degli incontri con iniziative di tipo vario ( parroci, incontri di divulgazione,..... ). Inserire a parte un capitolato di spesa a parte per pubbblicizzazione, rimborsi e dati. esperienze (pro e contro) Sono stati espresse a voce la qualità del servizio espresso Criticità: il progetto è stato finanziato con una somma che non ha potuto prevedere l’applicazione di alcune parti pur fondamentali ( libro firme presenza, verbali dei gruppi, … ), compresa la pubblicizzazione. Il progetto per la frequanza di persone con forti problematiche psichiatriche avrebbe dovuto comprendere almeno la presenza di un supervisione, tale aspetto è stato in parte risolto con alcuni incontri di ragguaglio con le colleghe che hanno seguito il progetto. Lo stesso Sert che ha finanziato il progetto non ha saputo sostenerlo. È improvvisamente cessato 6 mesi prima del previsto. Il SER.T di Pesaro ha attivato un progetto similare che ha trattenuto l’utenza in quel territorio. Il Progetto Appleschool Pro: è un progetto di prevenzione nelle scuole (classi seconde superiori) sul tema delle dipendenze patologiche del STDP di Porto Sant’Elpidio. Io ho partecipato alle due annualità scolastiche 2013/14 e 2014/15. Erano previsti due incontri nelle classi uno assembleare sul tema specifico del gioco d’azzardo (con proiezione delle pubblicità, indagine sui meccanismi delle dipendenze da sostanze e comportamentali, simulazione del gioco win for life e teoria della probabilità). proposte per il futuro Prevere periodiche equipe del personale addetto. Snellire il rendiconto dell’orario alla nostra amministrazione, e avere come feedbak la rimanente parte di orario spendibile nel progetto, soprattutto quando ci sono variazioni di operatori che portano avanti il progetto. Creare un “libricino” come materiale informativo da distribuire negli incontri e nelle uscite sul territorio che racchiuda informazioni generali sulla normativa, interventi territoriali e i meccanismi psicologici sottostanti al gambling. Manuale esperienze (pro e contro) Manuale proposte per il futuro proposte per il futuro Criticità: scarsa utenza trattata difficili i rapporti con il DDP. L’STDP si è sentito “scavalcato” nelle accoglienze e nelle modalità di trattamento che differivano dal modello da loro utilizzato. L’altro incontro in classe, nel primo anno, prevedeva la proiezione di varie pubblicità sull’alcool, sul sessismo e sul razzismo; nell’ultimo anno si è proposto un intervento sul cosidetto gioco sano (brainstorming sul gioco, esperienze personali di gioco, differenze gioco d’azzardo e gioco “sano”, percezione dell’influenza sociale). Gli interventi sono stati molto coinvolgenti e interattivi. I ragazzi hanno sempre partecipato con attenzione. Sono purtroppo degli interventi a spot che non permettono l’approfondimento personale ma lasciano degli spunti generali. Gli interventi sono sembrati slegati e a volte non rispondevano alle aspettative di parlare della classica droga. Progetto GRETA ambulatoriale e semiresidenziale - Senigallia. Pro: possibilità di differenziare molto i percorsi di cura a seconda delle esigenze (individuali, di gruppo, di coppia o familiari a diversa intensità di trattamento). Il percorso ambulatoriale ha offerto, di fatto, psicoterapie gratuite (sostenute dal finanziamento del progetto) a chi non avrebbe potuto sostenerle. Ha fornito l’avvio di una riflessione con il DDP rispetto al trattamento sul GAP ed è stato “trampolino” anche per una serie di incontri pubblici sulla tematica. esperienze (pro e contro) Residenzialità breve GRETA Pro: il progetto si è rivelato di interesse per i servizi che hanno di fatto utilizzato un periodo di residenzialità gratuito. Per l’utenza ha rappresentato un’opportunità di riflessione e consapevolezza. L’utenza che non poteva proseguire con un trattamento più a lungo termine è stata comunque, nella maggior parte dei casi, inserita nei gruppi per giocatori del play off In molti casi la residenzialità breve è stato il primo passaggio di un percorso di più ampio respiro. Criticità: non si sono rilevate criticità particolari. Mantenere un punto di prima accoglienza che fornisca consulenze, orientamento e “smistamento” delle richieste (magari fruendo anche di consulenza legale) per poi inviare le persone ai presidi di cura già molto attivi sul territorio. Garantire servizio continuativo. Sviluppare interventi in integrazione (e non in sovrapposizione ) con il pubblico L’esperienza ha dato un esito positivo e si auspica che possa essere ripetuta eventualmente anche per fuori regione. Manuale Manuale Questionario denaro adulti Questionario denaro adulti Se leggo la parola denaro quale immagine mi viene in mente subito Come valuti il rapporto con il denaro mai quasi mai a volte spesso sempre a) avaro Lusso 1 2 3 4 5 b) tendente al risparmio Donne 1 2 3 4 5 c) equilibrato Divertimento 1 2 3 4 5 d) tendente allo spreco Potere 1 2 3 4 5 e) spendaccione Corruzione 1 2 3 4 5 Benessere 1 2 3 4 5 Per avere successo nella vita è importante avere/possedere Possibilità di coltivare 1 2 3 4 5 (selezionare 4 opzioni e metterle in ordine di importanza) 1 2 3 4 5 Opzioni le proprie passioni Altro (indicare) Ordine di importanza a) talento b) voglia di lavorare/studiare Indica quanto condividi le seguenti affermazioni c) spirito di sacrificio d) fortuna e) sostegno familiare f) sostegno affettivo non sono non sono sono sono sono per niente d’accordo indeciso d’accordo completamente d’accordo d’accordo I soldi non fanno la felicità, dicono. Senza dubbio stanno parlando dei soldi degli altri 1 2 3 4 5 Il denaro è un buon servo e un cattivo padrone 1 2 3 4 5 Può darsi che il denaro rovini il carattere ma certamente la sua mancanza non lo migliora 1 2 3 4 5 Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo 1 2 3 4 5 Di tutto conosciamo il prezzo. Di niente il lavoro 1 2 3 4 5 Quando un uomo afferma che col denaro si può ottenere tutto, puoi essere certo che non ne ha mai avuto 1 2 3 4 5 I soldi non fanno la felicità, dicono. Senza dubbio stanno parlando dei soldi degli altri 1 g) salute fisica h) salute psicologica i) frequentare gli ambienti “giusti” Quanto hai guadagnato in media nell’ultimo anno meno di 500 meno di 1000 tra 1000 e 1500 tra 1500 e 2000 tra 2.000 e 2500 tra 2500 e 5000 più di 5000 Quanto pensi di dover guadagnare in futuro? meno di 1000 tra 1000 e 1500 tra 1500 e 2000 tra 2.000 e 2500 tra 2500 e 5000 più di 5000 2 3 4 5 Quanto spendi in media al mese per le esigenze primarie (cibo, casa e abiti) euro Manuale Manuale Questionario denaro adulti Questionario denaro adulti Quanto spendi in media al mese per il “superfluo” Hai bisogno di spendere sempre più denaro al gioco per ottenre lo stesso livello (diverttimenti, risorazione, cura del corpo, sport, hobby, viaggi, oggetti “superflui”) di brivido di eccitazione euro sì / no / a volte Secondo te nel gioco d’azwrdo sono necessari Diventi agitato, teso, inquieto, irritabile o di cattivo umore se provi a smettere o dimnuire di giocare abilità sì / no / a volte fortuna Dopo una perdita al gioco sei mai tornato a giocare per cercare di recuperare il denaro? Indica quanto ti sono piaciuti i seguenti giochi (rispondere solo nel caso si sià effettivamente giocato) sì / no / a volte per niente poco abbastanza molto lotto 1 2 3 4 Pensi che giocando d’azzardo, prima o poi vincerai e potrai diventare ricco? bingo 1 2 3 4 sì / no / a volte lotterie 1 2 3 4 slot machine e video lottery 1 2 3 4 Hai mai mentito circa il gioco ai tuoi amici o ai tuoi familiari? poker on line 1 2 3 4 sì / no / a volte altro (cosa) 1 2 3 4 lotto 1 2 3 4 Ti sei mai giocato i soldi destinati ad altro sì / no / a volte Se hai giocato, quanto hai speso in media alla settimana nell’ultimo anno? Per giocare hai mai sottratto del denaro a qualcuno senza che ne fosse a conoscenza meno di 10 euro sì / no / a volte tra i 10 e i 20 euro tra i 20 e 50 euro A causa del gioco hai mai litigato con qualche persona vicino a te? tra i 50 e i 100 euro sì / no / a volte tra i 100 e i 200 tra i 200 e i 500 Hai mai saltato impegni per il gioco? tra i 500 e 1.000 sì / no / a volte più di 1.000 A causa del gioco hai mai docuto chiedere aiuto a qualcuno (es soldi in prestito) Ti capita spesso di ritrovarti a pensare al gioco o a programmare la prossima volta che giocherai? mai quasi mai a volte spesso 1 2 3 4 Ti capita spesso di ritrovarti a pensare al gioco o a programmare la prossima giocata sì / no / a volte Città sì / no / a volte Sesso Hai mai giocato per sfuggire o dimenticare i problemi o per provare emozioni forti sì / no / a volte Manuale Manuale Questionario denaro scuole medie Questionario denaro scuole medie Se leggo la parola denaro quale immagine mi viene in mente subito mai quasi mai a volte spesso sempre Quanto pensi di dover guadagnare in futuro? Lusso 1 2 3 4 5 meno di 1000 Donne 1 2 3 4 5 tra 1000 e 1500 Divertimento 1 2 3 4 5 tra 1500 e 2000 Potere 1 2 3 4 5 tra 2.000 e 2500 Corruzione 1 2 3 4 5 tra 2500 e 5000 Benessere 1 2 3 4 5 più di 5000 Possibilità di coltivare 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Secondo te nel gioco d’azzardo sono necessari le proprie passioni Altro (indicare) abilità fortuna Indica quanto ti sono piaciuti i seguenti giochi (rispondere solo nel caso si sià effettivamente giocato) per niente poco abbastanza molto Come valuti il rapporto con il denaro lotto 1 2 3 4 a) avaro bingo 1 2 3 4 b) tendente al risparmio lotterie 1 2 3 4 c) equilibrato slot machine e video lottery 1 2 3 4 d) tendente allo spreco poker on line 1 2 3 4 e) spendaccione altro (cosa) 1 2 3 4 lotto 1 2 3 4 Per avere successo nella vita è importante avere/possedere (selezionare 4 opzioni e metterle in ordine di importanza) Se hai giocato, quanto hai speso in media alla settimana nell’ultimo anno? Opzioni meno di 10 euro Ordine di importanza a) talento tra i 10 e i 20 euro b) voglia di lavorare/studiare tra i 20 e 50 euro c) spirito di sacrificio tra i 50 e i 100 euro d) fortuna tra i 100 e i 200 e) sostegno familiare tra i 200 e i 500 f) sostegno affettivo tra i 500 e 1.000 g) salute fisica più di 1.000 h) salute psicologica i) frequentare gli ambienti “giusti” Ti capita spesso di ritrovarti a pensare al gioco o a programmare la prossima volta che giocherai? mai quasi mai a volte spesso sempre 1 2 3 4 5 Manuale Manuale Questionario denaro scuole medie Scheda anamnestica Hai mai giocato per sfuggire o dimenticare i problemi o per provare emozioni forti N° sì / no / a volte Data inserimento N. telefono giocatore Hai bisogno di spendere sempre più denaro al gioco per ottenre lo stesso livello N. telefono familiare di brivido di eccitazione Nome sì / no / a volte Cognome Sesso Diventidi cattivo umore con te stesso e con gli altri se provi a smettere o dimnuire di giocare? Data di nascita sì / no / a volte Luogo di nascita Cittadinanza Dopo una perdita al gioco sei mai tornato a giocare per cercare di recuperare il denaro? Residenza sì / no / a volte Chi effettua il primo contatto (nome e cognome operatore) Tipologia di servizio fruito Pensi che giocando d’azzardo, prima o poi vincerai e potrai diventare ricco? Canale di invio sì / no / a volte Stato civile Condizione professionale Hai mai mentito circa il gioco ai tuoi amici o ai tuoi familiari? Come si mantiene sì / no / a volte Titolo di studio Condizione abitativa Ti sei mai giocato i soldi destinati ad altro Età del figlio 1 (es.i soldi del pranzo, del biglietto dell’autobus, della benzina del motorino) Età del figlio 2 sì / no / a volte Età del figlio 3 Età del figlio 4 Età del figlio 5 Hai mai commesso reati? Reato 1 Reato 2 Reato 3 Se sì sono stati denunciati Precedenti penali Precedenti 1 Città Precedenti 2 Sesso Carichi pendenti Precedenti 3 Attuale condizione legale Età Capacità giuridica Come è venuto a conoscenza di questo servizio Segue un percorso con Se altro con chi Manuale Scheda anamnestica Tipologia di gioco principale (precategoria on line - off line) Tipologia di gioco principale Quanto tempo fa ha iniziato a giocare Da quanto tempo il gioco è diventato un problema Tentativi di interruzione dal gioco (autonomamente) Quanto tempo di interruzione (se si autonomamente) Tentativi di interruzione (si con l’aiuto di un servizio/professionista) Quanto tempo di interruzione (si con l’aiuto di un servizo/professionista) Tentativi di interruzione (si diverse volte) Quanto tempo di interruzione (si diverse volte) Perché giochi Ha avuto vincite importanti che hanno modificato il suo rapporto con il gioco Giocato e reddito Giocato e debiti Modalità per far fronte ai debiti Persone di sostegno Se sì indicare le figure Rapporti familiari compromessi causa gioco Rapporti lavorativi compromessi Presenza di altre dipendenze Presenza di problemi di salute mentale Per questi problemi e’ seguito da un medico/psichiatra Esiti Test Somministrati Storia Personale e Familiare Ipotesi diagnostica Progetto personalizzato Terapie sostitutive Terapie farmacologiche