Vogue Italia - Sextantio Le Grotte della Civita

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Vogue Italia - Sextantio Le Grotte della Civita
The WE Way
A destra.
Il progetto di
recupero delle
Grotte della
Civita, nei Sassi
di Matera, da
parte del gruppo
Sextantio (foto
courtesy Mario
Di Paolo). In
basso. Il quartiere
green Le Albere,
by Renzo Piano,
nell’ex area
industriale
di Trento.
www.vogue.it/
people-are-talking
about/vogue-arts
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Unire le idee e i capitali.
Mettere in comune spazi. Nell’era del riutilizzo
creativo, la condivisione
dell’ambiente è il passepartout della sostenibilità, la via per innescare
meccanismi virtuosi capaci di trasmettere un ritrovato senso di appartenenza. A una comunità, a un territorio. “No
al consumo del suolo, sì
al riuso” è lo slogan della campagna Wwf RiutilizziAMO l’Italia (wwf.
it), un grande cantiere di
Recuperi creativi
by Alessandra Turci
Ex fabbriche abbandonate e paesi in via
d’estinzione diventano un’opportunità per
le comunità e il territorio. Investire nei
“ruderi” restituisce identità e diviene
un’esperienza culturale e di condivisione
riqualificazione di aree abbandonate o
dismesse. Le idee arrivano dal basso, da
chi gli spazi li abita, e Forte Marghera
(fortemarghera.org) è uno di questi: da
vecchia area militare fortificata a fucina
creativa per spettacoli e mostre, all’interno delle polveriere ottocentesche austriache e francesi. La forza e l’originalità stanno nell’Open Space Technology,
neo-comitato di cittadini che, attraverso
forme di progettazione partecipata, propone possibili sviluppi d’uso del Forte. Perché uno
spazio, se pubblico, deve essere
vissuto dalla comunità. I “relitti territoriali” di archeologia industriale sembrano emanare un
fascino cui è difficile resistere.
Marghera non è certo l’unico esempio, e
le associazioni culturali pensano a questa opportunità anche come strategia
contro il caro-affitti. I DettoFatto, gruppo di professionisti under 28, creatori
della community Rudere.Project, vanno
a caccia di luoghi insoliti, inutilizzati da
almeno trent’anni, per organizzare eventi e mostre in un raggio d’azione che va
dalla Sicilia a Roma, con qualche incursione milanese (dettofattolab.com). Nell’ex caserma dei vigili del fuoco di Ferrara (che la Provincia ha concesso in comodato d’uso), è nata invece una nuova factory creativa, lo Spazio Grisù, con
l’intento di creare uno spazio aperto a
tutti, dove scambiarsi idee e condividere esperienze, di vita e lavoro. Si condividono anche le fatiche: dopo l’iniziale autofinanziamento, servono fondi per
continuare la ristrutturazione dei 4000
mq della caserma; e attraverso la piattaforma di crowdfunding Ginger (“Gestione idee nuove e geniali in Emilia-Romagna”) si sta cercando di recuperare
l’area del cortile interno dell’ex caserma
per farla diventare una piazza attrezzata per concerti e workshop (spaziogrisu.
org). La sfida del recupero di luoghi altrimenti destinati al degrado nasce dalla
consapevolezza che le tracce del passato
possono, e devono, essere attualizzate.
Lo scrive Marc Augé nel suo “Rovine e
macerie. Il senso del tempo” (ed. Bollati
Boringhieri), sostenendo la necessità, laddove si recupera, di ri-creare anche un’i-
«Risparmiare energia, essere
•
sostenibili. Capire che la terra va
difesa non solo facendo economia,
ma anche cercando soluzioni
di recupero e migliori espressioni
architettoniche». Renzo Piano
HOT
SPOT
Paesi fantasma,
fabbriche
arrugginite, ville
diroccate. Un
gruppo di
“cercatori di
dentità forte. Renzo rovine” ha
Piano, nel progetta- catalogato i
re il quartiere green
luoghi
Le Albere di Trento, un’ex area indu- abbandonati della
striale Michelin, ha Sardegna. Ora
seguito tale orienta- l’archivio online è
mento. Inaugurato diventato un film
in estate, Le Albere autoprodotto:
è uno dei più im- “Adiosu”. Non un
portanti interventi documentario di
di riconversione urdenuncia, ma un
bana in Italia. Piste
viaggio tra cose
ciclabili, spazi verdi,
appartamenti, sot- dimenticate da
topassaggi collegati ricordare
al centro storico e, (sardegna
soprattutto, un polo abbandonata.it).
di cultura, il MuSe, Museo delle scienze
(muse.it), come epicentro residenziale,
fanno sembrare ormai desueto il concetto di quartiere-dormitorio. Non è la prima volta che il Trentino mostra una lungimirante capacità di recycling. È successo di recente con l’apertura delle Gallerie di Piedicastello, due tunnel stradali
abbandonati dopo lo spostamento della
tangenziale, diventati moderni musei dedicati alla storia e alla memoria della regione (legallerie.tn.it). In Romagna, invece, a Gambettola, il cementificio Sicli,
dismesso nel 1989, è oggi un centro dedicato al dopo-lavoro, all’arte e al tempo libero. La “Fabbrica”, così chiamata,
è una testimonianza di riuso intelligente: «È come se il vecchio stabilimento,
attraverso i suoi mutamenti, ci chiedesse di indirizzarlo a un nuovo compito»,
racconta Angelo Grassi, demiurgo della
riconversione (angelograssi.it). Ma i ruderi possono essere tramutati anche in
modelli di resort lungimiranti e azzeccati. Come L’Eremito, hotel ricavato da un
antico monastero nel cuore verde del-
Dalle polveriere di Forte Marghera all’ex
caserma di Ferrara, dall’area industriale di
Trento fino al borgo di Favara. I luoghi si
rianimano e diventano progetti futuribili
l’Umbria, il cui recupero è stato
un atto di profondo rispetto verso il luogo. Quattro anni di ricerca e ricostruzione, per recuperare ogni singola pietra
della vecchia architettura monastica e
riattivare il sistema di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana in un’ottica di
risparmio e autoproduzione energetica.
L’obiettivo? Offrire non un soggiorno
tradizionale, ma un’esperienza per alcuni versi mistica (eremito.com). La rivitalizzazione dei luoghi può avvenire anche
su larga scala. Come quella dei borghi
storici delle montagne dell’Appennino
meridionale, i cosiddetti “paesaggi in via
d’estinzione”, oltre 2000 paesi minori semiabbandonati e 15mila in stato di abbandono quasi totale. Qui il gruppo Sextantio propone nuove strategie di tutela
per non tradire l’identità originaria dei
luoghi. Sono nati così gli alberghi diffusi
di Le Grotte della Civita, nei Sassi di Matera, e di S. Stefano di Sessanio, in Abruzzo. Basso impatto ambientale, solo
materiali locali riciclati, design minimal.
Visto il successo, la società ha acquisito
altri nove borghi che aspettano solo di
rinascere (sextantio.it). Non lontano dalla Valle dei Templi, il borgo siciliano di
Favara, attraverso il modello di riuso degli spazi di Farm Cultural Park, è ora un
centro culturale e turistico diffuso dove
una piccola comunità è impegnata a inventare un nuovo modo di abitare. Sette
piccole corti sono diventate il centro d’elezione di una programmazione d’arte
contemporanea tra le più fervide; anche
la cultura è un potente riattivatore sociale (farm-culturalpark.com). Dice Augé: «Il fascino delle rovine, dei terreni
incolti, dei luoghi abbandonati dipende dal suo stesso anacronismo. Contro
il presente, sottolinea la presenza ancora palpabile di un passato perduto», da
cui ripartire. Dove i cantieri «sono spazi poetici perché la loro incompiutezza contiene una promessa». Di futuro.
In alto. Lo Spazio
Grisù, nuova
factory creativa
nell’ex caserma
dei vigili del fuoco
di Ferrara (foto a
sinistra, courtesy
Giacomo Brini;
foto a destra,
courtesy Spazio
Grisù). Accanto.
L’Eremito, resort
ricavato in un
antico monastero
nel cuore verde
dell’Umbria.