#ST# 76.003 Sesto rapporto del Consiglio federale all`Assemblea

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#ST# 76.003 Sesto rapporto del Consiglio federale all`Assemblea
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Sesto rapporto
del Consiglio federale all'Assemblea federale
sulla politica economica esterna
(Del 21 gennaio 1976)
Onorevoli presidente e consiglieri,
Ci pregiamo di presentarvi il rapporto seguente in virtù del decreto
federale del 28 giugno 1972 sui provvedimenti di economia esterna.
1 Stato delle relazioni economiche internazionali
11 Situazione economica mondiale
II secondo semestre del 1975 è stato contrassegnato dal persistere della
fase recessiva in Europa e dall'apparizione di indizi di ripresa negli Stati
Uniti e nel Giappone. Il tasso inflazionistico ha riscontrato una certa contrazione, ovviamente ancora insufficiente, mentre è aumentato il debito
esterno dei Paesi in sviluppo non produttori di petrolio, come anche quello
dei piccoli Paesi industrializzati.
La recessione in Europa è risultata più spiccata e più persistente di
quanto era stato previsto all'inizio dell'anno e, al termine del primo semestre, non aveva ancora toccato il fondovalle. In effetti, la riduzione in valore reale del prodotto nazionale lordo, che era stata valutata per l'insieme
della zona OCSE al 2 per cento nel 1975, ammonterà presumibilmente a
più del 3 per cento per i quattro principali Paesi europei (Germania, Francia, Italia, Regno Unito). In Europa, la domanda si è rivelata più debole
del previsto e la flessione degli scambi di merci, segnatamente all'interno
della zona OCSE e con i Paesi in sviluppo non produttori di petrolio, ha
incrementato gli effetti negativi della tenue domanda indigena.
Unitamente alla recessione si è manifestato in Europa un incremento
della disoccupazione e un notevole decremento del tasso d'utilizzazione
delle capacità produttive. Nelle Comunità europee, la disoccupazione è ora
pari al 4,5 per cento della popolazione attiva e la produzione industriale è
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caduta al livello dell'inizio del 1972. Contrariamente all'evoluzione riscontrata in Europa, la fase recessiva negli Stati Uniti aveva raggiunto l'imo
prima della metà dell'anno, cosicché già durante il secondo semestre l'economia americana è entrata nella fase di ripresa. A sua volta, l'economia
giapponese sta riscontrando un'analoga evoluzione, ancorché meno pronunciata.
La flessione delle tendenze inflattive, cui già accennammo nel nostro
quinto rapporto, è proseguita nel corso della seconda metà dell'anno, ma
i saggi di rincaro si sono mantenuti assai elevati. La pressione inflazionistica sui costi e prezzi continua a sussistere, traducendosi segnatamente in
un nuovo aumento generale dei prezzi di talune derrate alimentari. Nel
corso del periodo di dodici mesi terminato in ottobre, l'aumento medio
dei prezzi al consumo è stato pari, nell'insieme dei Paesi dell'OCSE, ad una
aliquota del 9,9 per cento, rispecchiante nondimeno scarti considerevoli
fra i diversi Paesi. Infatti, mentre la Repubblica federale di Germania, la
Svizzera e gli Stati Uniti hanno registrato per il periodo considerato aliquote inflattive comprese tra il 4,8 e il 7,6 per cento, per il Regno Unito
di Gran Bretagna il saggio di rincaro è ammontato al 25,9 per cento.
L'allentamento della tendenza al rincaro è però stata accompagnata in
numerosi Paesi da una contrazione degli aumenti salariali.
Come già menzionammo nel nostro quinto rapporto, il disavanzo globale delle bilance dei pagamenti correnti dei Paesi industrializzati è considerevolmente scemato nel 1975. In effetti, il disavanzo corrente della zona
OCSE, che ammontava a 33 miliardi di dollari nel 1974, non eccederà
presumibilmente i 6 miliardi di dollari nel 1975. Siffatta evoluzione non è
unicamente dovuta alla recessione, bensì anche ad un aumento più spiccato
del previsto delle esportazioni verso i Paesi dell'OPEP (Organizzazione dei
Paesi esportatori di petrolio) ed al livello relativamente più elevato delle
importazioni eseguite nel primo semestre dai Paesi in sviluppo non
produttori di petrolio. Questo disavanzo si ripartisce in modo assai dissimile fra i diversi Paesi dell'OCSE, tenuto conto che i piccoli Paesi industrializzati ne assumono la parte più rilevante; quest'ultimi, ad eccezione
della Svizzera e dei Paesi del Bénélux, beneficianti di un'eccedenza, hanno
in effetti registrato un disavanzo della bilancia dei pagamenti correnti di
16 miliardi di dollari (ossia quasi il 5% del loro prodotto nazionale lordo);
il miglioramento della bilancia corrente della zona OCSE deve pertanto essere attribuito innanzitutto ai Paesi industrializzati.
Durante la seconda metà dell'anno, il disavanzo della bilancia dei pagamenti correnti dei Paesi in sviluppo non produttori di petrolio è
notevolmente aumentato, per motivi che esamineremo più avanti. Il disavanzo complessivo di questi Paesi, tenuto conto delle prestazioni assistenziali pubbliche, raggiungerà invero nel 1975 circa 27 miliardi di dollari e
costituirà pertanto a lungo andare un onere insopportabile che provocherà
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una sensibile flessione delle loro importazioni. Questo processo, che ha
avuto inizio già l'anno trascorso, avrà ovviamente notevoli ripercussioni
sullo sviluppo del commercio esterno dei Paesi industrializzati, sempreché
non si ricorra a prestazioni assistenziali suppletive.
Finora i disavanzi dei piccoli Paesi industrializzati e dei Paesi in sviluppo non produttori di petrolio sono stati coperti senza eccesesive difficoltà
mediante prestiti più cospicui dai Paesi industrializzati e con l'aumento dei
crediti commerciale in favore dei Paesi in sviluppo. L'indebitamento di questi due gruppi di Paesi non potrebbe tuttavia proseguire durevolmente al
ritmo attuale, senza rendere intollerabili gli oneri risultanti.
Il secondo semestre del 1975 è parimente stato contrassegnato da ampie fluttuazioni sul mercato dei cambi. Il fatto saliente di questo periodo è
stata la ripresa del dollaro, rispetto alle monete degli altri Paesi industrializzati, che ha però subito un'interruzione dovuta allo sminuimento dello
scarto dei saggi d'interesse a favore degli Stati Uniti e al dissesto finanziario
della città di Nuova York. D'altro canto, la rivalorizzazione della valuta
americana è stata meno accentuata rispetto al franco svizzero che rispetto
alle altre monete del serpente, il cui infievolimento, manifestatosi a contare
dalla metà d'aprile, è pertanto proseguito.
Pure i mercati internazionali delle materie prime sono stati contraddistinti da una considerevole evoluzione, quand'anche la flessione dei prezzi
di questi prodotti abbia subito un netto rallentamento dal primo al secondo
semestre del 1975, precipuamente in seguito alla contrazione dell'attività
economica dei Paesi industrializzati. La recessione e la conseguente flessione delle importazioni hanno esplicato i loro effetti sulla richiesta di
materie prime. Poiché l'involuzione della domanda ha eliminato in generale le ultime difficoltà d'approvvigionamento con materie prime, la nostra
situazione in questo campo può essere considerata soddisfacente, ancorché
sussista il pericolo che detto miglioramento sia soltanto effimero. In effetti,
il regresso dei prezzi, se dovesse continuare, potrebbe ingenerare, come già
accennammo nel quinto rapporto, nuove difficoltà d'approvvigionamento
dato che siffatta tendenza potrebbe provocare un'insufficienza degli investimenti per l'ampliamento delle capacità di estrazione. Come già indicammo, esso fa pure sorgere gravi problemi per la bilancia dei pagamenti dei Paesi in sviluppo, le cui entrate in divise provengono in
gran parte, se non completamente, dalle esportazioni di materie prime e la
cui situazione risulta vieppiù precaria a cagione del rincaro costante dei
prodotti finiti, provocato dall'inflazione dei Paesi industriali da cui provengono. Occorre pertanto che la comunità internazionale continui a preoccuparsi della ricerca di metodi di cooperazione, intesi a stabilizzare e a migliorare gli introiti d'esportazione dei Paesi in sviluppo, che soprattutto esportano prodotti di base.
Foglio federale 1976, Voi. I
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L'evoluzione della situazione alimentare mondiale è stata contraddistinta dagli sforzi intrapresi per aumentare la produzione vegetale nei Paesi
industrializzati e nei Paesi in sviluppo. Gli scopi prefissi sono stati
conseguiti, senza però che le riserve di cereali abbiano potuto essere completate nei limiti auspicabili, poiché l'Unione Sovietica si è procurata sui
mercati dei Paesi occidentali la quantità necessaria per coprire i disavanzi
cerealicoli risultanti da cattivi raccolti. I mercati degli olii e dei grassi vegetali, dei prodotti proteici e dello zucchero, a loro volta, hanno subito una
certa distensione dovuta all'incremento della produzione e alla liquidazione
delle riserve anteriormente costituite nel commercio, nell'industria di trasformazione e dai consumatori stessi. Il mercato zuccheriero sta subendo
gli effetti della concorrenza esercitata dai prodotti di sostituzione. D'ora
in poi, il processo d'involuzione dei prezzi sarà imbrigliato dall'aumento
delle spese dovute all'estensione delle culture e dall'incremento dei costi
d'esercizio risultanti dalla lievitazione dei prezzi del petrolio. Sul mercato
carneo l'offerta è sempre stata cospicua, i prezzi si sono mantenuti relativamente bassi e sono pertanto risultate elevate le eccedenze immagazionate
12 Provvedimenti di rilancio
Considerate le tendenze recessive dell'economia e tenuto conto degli
effetti limitati delle misure adottate nel corso della prima metà dell'anno,
parecchi Paesi hanno elaborato in settembre nuovi piani di rilancio che,
permanendo elevati i saggi inflattivi, sono stati generalmente elaborati con
la dovuta cautela.
Tutti questi piani consistono ampiamente in investimenti pubblici.
Quello adottato dalla Francia persegue inoltre lo scopo di rilanciare la domanda, segnatamente stimolando il consumo. Le misure italiane d'espansione sono, a loro volta, concepite a più lunga scadenza e incentrate sullo
sviluppo delle attrezzature collettive e sul promovimento delle esportazioni.
Il piano germanico è più limitato ed è volto avantutto a fornire un valido
aiuto all'edilizia. Diversi piccoli Stati europei, tra i quali i Paesi del Bene
lux, la Danimarca e la Svezia, hanno pure previsto misure per promuovere
la domanda, mentre il Giappone s'adopera avantutto per consolidare la ripresa finora riscontrata.
La portata e la gravita della recessione hanno evidenziato la necessità
di una cooperazione internazionale per agevolare il rilancio dell'economia.
Conseguentemente, i Paesi membri delle CE si sono consultati al momento
della riunione dei ministri delle finanze a Venezia, nel mese di settembre,
prima di varare i loro piani di rilancio. Il vertice di Rambouillet 1) ha
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Questo vertice ha riunito, il 15 e 16 novembre, a livello dei capi di Stato o di
governo, i rappresentanti dei sei Paesi seguenti: Repubblica federale di Germania, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone e Regno Unito.
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d'altronde permesso ai principali Paesi industrializzati di affermare la loro
volontà di badare alle ripercussioni delle loro politiche economiche nazionali sull'economia degli altri Stati. I partecipanti hanno pure evidenziato
la responsabilità comune dei grandi Paesi quanto agli sforzi intrapresi per
sormontare la recessione, prevenire una nuova esplosione inflazionistica e
mantenere la libera circolazione delle merci e dei servizi.
13 Situazione dell'economia esterna svizzera
La regressione delle esportazioni, particolarmente evidente durante il
primo semestre, è risultata nettamente più moderata nel corso di questi
ultimi mesi. Infatti, dopo aver subito una diminuzione reale del 14,3 per
cento nel primo trimestre del 1975 rispetto al periodo corrispondente del
1974, il volume delle esportazioni del terzo trimestre è diminuito soltanto
del 7 per cento rispetto al livello, invero assai ridotto, dei primi tre mesi
del 1974. Per il mese d'ottobre, la flessione annua è stata del 6 per cento e
per il mese di novembre del 2 per cento.
In valore nominale, le esportazioni svizzere di merci durante il periodo
intercorrente da gennaio a novembre 1975 sono state inferiori del 6,6 per
cento a quelle degli 11 primi mesi del 1974. In valore reale, ossia previa
deduzione del rialzo dei prezzi all'esportazione, siffatta diminuzione è stata
pari al 9,3 per cento. Per valutare adeguatamente la portata di questa tangibile regressione, occorre però tener conto che durante i primi 11 mesi del
1974 il nostro Paese aveva ancora riscontrato un aumento di più del 19 per
cento delle sue esportazioni; d'altro canto, le nostre vendite all'estero nel
corso del periodo corrispondente del 1975 sono ancora state pari a una
somma eccedente l'I 1 per cento di quella del 1973.
L'evoluzione ha un decorso diverso secondo la natura dei prodotti, i
Paesi di destinazione e le branche d'esportazione. Durante il periodo di
riferimento, soltanto l'industria dei beni di produzione ha registrato un
aumento del valore delle vendite all'estero, tenuto conto che le esportazioni
di macchine sono ancora aumentate del 5 per cento. In volume, ogni grande settore d'esportazione registra per contro una diminuzione rispetto al
1974. L'industria delle macchine riscontra, con il 4 per cento circa, la più
debole flessione, che nei tessili e nell'abbigliamento, nell'industria dei metalli e dei prodotti in metallo ha raggiunto rispettivamente il 7 e l'8 per
cento, ossia un'aliquota pari alla diminuzione media delle esportazioni globali. L'industria chimica, con una regressione delle vendite del 14 per cento,
è stata a sua volta fortemente colpita soprattutto a cagione della vera crisi
in cui è venuto a trovarsi il settore dei coloranti. L'industria orologiera,
considerata nel suo insieme, ha subito la maggiore diminuzione delle esportazioni in volume, con un calo delle vendite pari a circa il 23 per cento.
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Questa involuzione deve essere avantutto attribuita alla recessione
economica a livello mondiale; infatti, la flessione generale della domanda
ha provocato una diminuzione del volume delle esportazioni anche in numerosi altri Paesi e segnatamente nella Repubblica federale di Germania, nel
Belgio, nell'Austria, nella Svezia e nella Finlandia, dove è stata pari al 10
per cento.
Il corso elevato del franco svizzero permane inoltre un ostacolo, ancorché d'importanza variabile, alla capacità competitiva dell'industria d'
esportazione. Il tasso medio di rivalorizzazione del franco svizzero rispetto
alle valute dei nostri 15 più importanti partner commerciali — riferito
allo stato dell'inizio di maggio 1971 — si è raddoppiato tra il mese di maggio 1974 e il gennaio 1975 (raggiungendo un massimo del 45%) per poi
diminuire durante la prima metà dell'anno scorso (38% in media nel mese
di luglio). Nel corso del periodo di riferimento ha però subito un nuovo
aumento, nonostante la ripresa del dollaro, ed è salito in dicembre al 43 per
cento, a cagione dello svilimento delle monete di taluni nostri principali
partner commerciali, come ad esempio il marco germanico.
Diversi fattori hanno tuttavia moderato l'effetto di queste fluttuazioni
sulla capacità competitiva della nostra industria. Da un lato, il prezzo dei
beni e dei servizi importati è diminuito (l'indice dei prezzi all'importazione
in Svizzera è diminuito di circa il 3 per cento nel 1975 mentre è aumentato
dell'8 per cento circa nell'insieme dei Paesi dell'OCSE). Dall'altro, lo
scarto delle aliquote inflattive a livello internazionale continua ad essere
favorevole al nostro Paese; in effetti il nostro saggio di rincaro, caduto al
3,7 per cento nel novembre, è di gran lunga il più debole di tutti i Paesi
dell'OCSE.
Le attuali difficoltà economiche esterne sono infine probabilmente
dovute anche a fattori d'ordine strutturale. Il boom inflazionistico della
domanda e il lungo periodo di sottovalutazione del franco hanno favorito
lo sviluppo di strutture vulnerabili ed hanno protratto le trasformazioni
necessarie.
L'indebolimento della domanda esterna e la flessione della congiuntura interna hanno cagionato una sensibile riduzione della produzione industriale svizzera; nel terzo trimestre 1975, quest'ultima era inferiore del 14
per cento a quella del periodo corrispondente dell'anno precedente (— 17%
nel secondo trimestre 1975).
Il mercato del lavoro comincia a subire vieppiù gli effetti del debole
sviluppo della produzione; la diminuzione dell'impiego è stata particolarmente marcata in talune branche fortemente tributarie delle esportazioni, come l'industria tessile, l'abbigliamento e l'orologieria nonché l'industria metallurgica. A fine novembre, 20316 disoccupati completi erano
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iscritti negli uffici del lavoro, ciò che rappresenta un saggio di disoccupazione di circa lo 0,7 per cento. I contingenti maggiori provenivano dalla
metallurgia (circa 5 700 persone senza impiego) e dalle professioni tecniche
' e commerciali; l'orologieria, a sua volta, contava 1 450 disoccupati completi. A sua volta, il numero dei disoccupati parziali, secondo le indagini e
valutazioni più recenti dell'UFIAML ammonta a circa 117000. Nell'agosto
1975, gli effettivi degli stranieri operanti in Svizzera risultavano inferiori
di 107 000 unità alla cifra registrata l'anno precedente, soprattutto a cagione della spiccata diminuzione del numero degli stagionali (— 66 000).
Secondo i dati più recenti, sembra che le tendenze recessive si indeboliscano progressivamente, anche se non si possa ancora parlare di un capovolgimento della situazione. Nelle loro risposte all'ultima indagine svolta
dall'Istituto di ricerche economiche del Politecnico di Zurigo, le diverse
branche dell'industria dei beni di consumo, che erano state particolarmente
colpite dal calo congiunturale dell'autunno precedente, annunciano, sia un
lieve miglioramento delle vendite e delle entrate di ordinativi, segnatamente di quelli provenienti dall'estero (ad es. in taluni settori dell'industria
tessile), sia un arresto del processo recessivo (industria dell'abbigliamento e
orologiera). Nell'industria chimica, a sua volta, predominano i segni precursori di un lieve miglioramento. Per contro, nell'industria delle macchine e degli apparecchi, che è stata colpita relativamente più tardi dalla
flessione congiunturale, l'andamento degli affari è peggiorato. In valore,
le entrate di ordinativi durante il terzo trimestre sono> diminuite ancora
una volta del 10 per cento rispetto al trimestre precedente, in modo che
esse sono inferiori del 30 per cento al livello corrispondente del 1974. Questa flessione concerne tanto l'insieme delle ordinazioni, quanto gli ordinativi provenienti dall'estero. Conseguentemente, le riserve di lavoro si sono
ridotte a otto mesi ciò che costituisce una regressione di circa un quinto
nello spazio di un anno. Anche l'industria metallurgica riscontra, sia una
diminuzione dell'insieme delle ordinazioni, sia un calo degli ordinativi stranieri.
Contrariamente alle esportazioni di merci, il turismo ha straordinariamente ben resistito alle tendenze recessive. Durante i primi nove mesi del
1975, il numero dei pernottamenti di ospiti stranieri negli alberghi svizzeri
è infatti diminuito soltanto del 3,3 per cento. La flessione (più del 5%) è
stata più spiccata per i clienti svizzeri.
Nel corso dei primi 11 mesi, le importazioni svizzere sono diminuite
del 17,8 per cento in volume e quasi del 21 per cento in valore, rispetto al
periodo corrispondente dell'anno precedente. Questa regressione, nettamente più marcata di quella delle esportazioni, è dovuta segnatamente alla
contrazione congiunturale interna ed esterna, come anche a una diminuzione delle riserve di materie prime e di prodotti semilavorati. Il disavanzo
della nostra bilancia commerciale per i primi 11 mesi è passato pertanto
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da 7,3 miliardi di franchi nel 1974 a meno di 1,1 miliardi nel 1975. Essendo probabile che la nostra bilancia turistica abbia subito soltanto deboli
deterioramenti durante il periodo considerato e che il reddito netto dei
capitali collocati all'estero continua ad aumentare, l'evoluzione del commercio esterno provoca un forte aumento dell'eccedente della nostra bilancia dei redditi, con tutti i suoi effetti negativi per l'elevato tasso di rivalorizzazione del franco svizzero. Mentre nel 1974 questa eccedenza non ha
superato il mezzo miliardo, le più recenti valutazioni evidenziano che essa
potrebbe essere superiore a 7 miliardi di franchi nel 1975.
A cagione della descritta flessione congiunturale, il Consiglio federale
e la Banca nazionale hanno predisposto diverse misure intese a sostenere
gli sforzi intrapresi dall'industria d'esportazione al fine di mantenere la sua
posizione di fronte a una concorrenza internazionale sempre più aspra.
Nel settore monetario, rileviamo avantutto gli interventi della Banca
nazionale sui mercati delle divise per contenere il rialzo del franco.
A questo provvedimento s'aggiungono le cinque successive riduzioni del
tasso di sconto e delle anticipazioni su pegno, che hanno contribuito a dar
avvio ad una flessione generale delle aliquote d'interesse e a ridurre la
pressione sul corso del franco.
Per quanto concerne il finanziamento delle esportazioni, la Banca nazionale ha concluso due accordi con le banche. Il primo concerne il risconto, a saggi di favore, delle cambiali d'esportazione, presentate dai rami
industriali dei beni di consumo particolarmente colpiti dalla regressione
congiunturale, ossia l'orologieria, l'industria tessile e quella delle calzature.
Il secondo contiene una promessa di risconto della Banca nazionale nel
caso di importanti esportazioni convenute a lungo termine, a condizione
che le banche rinuncino a loro volta alla clausola d'adeguamento dei tassi
d'interesse in caso di rifinanziamento sull'Euromereato. I presupposti monetari affinchè il nostro sistema bancario possa accordare crediti all'esportazione, in modo sufficiente e a saggi competitivi, sono presentemente soddisfatti.
Le prestazioni della garanzia contro i rischi all'esportazione sono state
completivamente migliorate. Dopo l'adeguamento del saggio di garanzia
a quelli praticati generalmente a livello internazionale, la scadenza della
garanzia contro i rischi di cambio a breve termine, prevista per l'esportazione di beni di consumo, è stata nuovamente prolungata di sei mesi a contare dal 1° ottobre.
Con lo scambio d'informazioni dirette tra le grandi banche, la Banca
nazionale, il Vorort e la Divisione del commercio si tenta inoltre di porre
l'esportazione di capitali, che già supera 8 miliardi di franchi, maggiormente
al servizio dell'esportazione di merci.
Per coadiuvare l'industria d'esportazione nella ricerca di nuovi mercati, sono state previste diverse misure nell'ambito del promovimento bila-
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ferale delle esportazioni. In occasione dell'ultima conferenza degli ambasciatori, i nostri capimissione all'estero sono stati informati circa i postulati dell'industria d'esportazione e le possibilità di soddisfarli.
Inoltre, le nostre rappresentanze in taluni Paesi dell'OPEP e nel Mondo arabo verranno completate con l'invio di quadri suppletivi, sperimentati
nelle questioni economiche e possibilmente padroneggianti la lingua del
Paese. Gli organismi dell'industria privata e le autorità federali stanno
esaminando parimente altre possibilità e altri mezzi atti a promuovere le
nostre esportazioni; una collaborazione più stretta dovrebbe per altro consentire di promuovere l'efficacia degli sforzi intrapresi.
Le missioni «goodwill», come quelle svolte a fine novembre in Iran e
in Irak dal Direttore della Divisione federale del commercio e dal presidente della Direzione della Banca nazionale 1) sono volte a dimostrare il
nostro interesse per l'intensificazione delle relazioni economiche con questi Paesi e perseguono lo scopo di sostenere l'economia privata nell'attuazione di suoi progetti su mercati aspramente disputati.
Le capacità d'assorbimento e di trasporto, segnatamente nei Paesi produttori di petrolio, sono nondimeno limitate. È dunque presumibile che il
saggio d'espansione delle esportazioni verso detti Paesi abbia a subire in
futuro una certa involuzione.
L'istituzione di commissioni miste, comprendenti rappresentanti delle
autorità e dell'economia privata (Ufficio d'espansione commerciale, Vorort), dovrebbe giovare a incrementare i contatti tra i servizi competenti
dei governi stranieri e l'economia privata svizzera. L'elaborazione di accordi commerciali e di cooperazione con parecchi Paesi persegue la medesima finalità.
Tutti questi provvedimenti non potrebbero nondimeno sostituire gli
sforzi dell'industria d'esportazione, segnatamente la consultazione fra le
differenti branche e la preparazione di progetti d'esportazione integrati,
che le autorità sono disposte a sostenere nei limiti delle loro possibilità.
L'economia privata deve invece continuare ad assumere la responsabilità
delle iniziative, dalla ricerca dei mercati alla conclusione dei contratti.
14 Mantenimento dei risultati acquisiti ne! campo della liberalizzazione
degli scambi e dei pagamenti internazionali
L'abbinamento della recessione con la disoccupazione, da un lato, e
con i disavanzi delle bilance correnti, dall'altro, implica il rischio di un risorgere dei provvedimenti commerciali restrittivi e di un ricorso a manipolazioni dei corsi di cambio. Per questo motivo, vanno proseguiti gli sforzi
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Nel mese d'aprile, un viaggio simile è stato intrapreso nell'Arabia Saudita
(cfr. nostro quinto rapporto).
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intrapresi per mantenere il livello acquisito di liberalizzazione degli scambi,
segnatamente nel quadro del GATT, dell'OCSE, delle CE e dell'AELS,
nonché in seno al Fondo monetario internazionale, alla Banca mondiale e
alle sue istituzioni.
L'attività esercitata dal GATT per contenere, le pressioni protezioni stiche perseguiva un triplice scopo: sorveglianza secondo l'accordo generale, istituzione del «Gruppo consultivo dei diciotto» e prosecuzione di
negoziati commerciali multilaterali (Tokio-Round). La sorveglianza assunta
in virtù dell'accordo generale concerneva avantutto i provvedimenti protezionistici applicati nel Brasile, nel Canada e nella Svezia. Sono state pertanto avviate consultazioni allo scopo di stabilire i motivi di questi provvedimenti e la loro conformità alle disposizioni dell'Accordo generale e di
attenuarne gli effetti dannosi per i Paesi particolarmente colpiti. Il «Gruppo consultivo dei diciotto», istituito provvisoriamente per un anno e di cui
è partecipe anche la Svizzera, s'adopera per impedire le menomazioni dello
stato attuale di liberazione degli scambi internazionali e per prevenire,
mediante un'azione comune, nuovi sviluppi sgradevoli in materia di politica commerciale. Questo gruppo, che si aduna a livello degli alti funzionali o a livello ministeriale secondo i casi, si è riunito una prima volta in
novembre. Secondo il nostro parere, la sua istituzione assume un'importanza particolare poiché esso offre ai responsabili delle politiche commerciali la possibilità di comparare e, eventualmente, d'armonizzare i loro
punti di vista e i loro propositi. La prosecuzione dei negoziati commerciali multilaterali in seno al GATT permette pure di contribuire efficacemente al mantenimento della disciplina nel quadro della politica commerciale. Grazie alla rilevanza e alla precisione dei lavori intrapresi, la politica
commerciale dei Paesi partecipi è infatti già divenuta assai più trasparente.
I Paesi partecipanti, impegnati formalmente dalla «Dichiarazione di Tokio» ad attuare nuovi progressi nella liberalizzazione degli scambi internazionali, sono invero costretti ad osservare la massima prudenza nella scelta
di nuove misure protezionistiche, poiché esse potrebbero indebolire la loro
posizione nei negoziati.
La dichiarazione dei Paesi dell'OCSE, rinnovata nel maggio 1975, di
non ricorrere a misure restrittive nel settore delle importazioni e di non
stimolare artificialmente le esportazioni («Trade Pledge») è stata generalmente osservata. Prescindendo dalla tassa sull'importazione, istituita dal
Portogallo per ragioni inerenti alla bilancia dei pagamenti (va d'altronde
osservato che questo Paese non aveva aderito alla dichiarazione rinnovata),
la Svezia è il solo Paese dell'OCSE che ha introdotto restrizioni (sulle importazioni di calzature). Nonostante le forti pressioni sovente esercitate
dall'interno, gli altri Paesi membri non hanno in effetti ricorso a siffatte
misure. Ad esempio, malgrado le gravi difficoltà — precipuamente d'ordine
congiunturale — del settore siderurgico, le CE hanno rinunciato ad adottare provvedimenti unilaterali che avrebbero ostacolato il flusso degli
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scambi internazionali e, nello spirito della dichiarazione del maggio 1974,
hanno chiesto consultazioni in seno all'OCSE allo scopo di risolvere questi problemi in stretta collaborazione con i loro principali partner commerciali. I Paesi dell'OCSE hanno inoltre avviato consultazioni per approntare
un accordo fra i Paesi industrializzati in materia di saggi e di durata dei
crediti d'esportazione, allo scopo di evitare, in questo settore, una sfrenata
competitivita, implicante il pagamento di continui e crescenti contributi da
parte dei governi. Un primo accordo, che dovrebbe contribuire a limitare
siffatti eccessi concorrenziali, ha potuto essere conchiuso in seno all'Organizzazione. Per contro, non hanno ancora dato risultati concreti le discussioni in corso al riguardo fra le CE, il Giappone e gli Stati Uniti.
All'interno delle CE, il rientro della Francia nel meccanismo di fluttuazione concertato delle monete europee («Serpente monetario») ha permesso d'allargare la zona di stabilità monetaria in Europa. L'accordo conchiuso al vertice di Ramboulliet tra la Francia e gli Stati Uniti, con il
sostegno degli altri Paesi partecipanti, ha destato nuove speranze riguardo a
una normalizzazione progressiva della situazione nel campo dei saggi di
cambio tra il dollaro e le monete europee, e in modo più generale, riguardo
a una migliore concertazione delle politiche monetarie e di cambio fra i
Paesi industrializzati.
Il mantenimento dello stato acquisito di liberazione degli scambi e
dei pagamenti internazionali è pure strettamente vincolato ai problemi posti
dal finanziamento dei disavanzi della bilancia dei pagamenti. Non basta
infatti chiedere ai Paesi assillati da gravi dissesti in questo campo di rinunciare ai provvedimenti restrittivi per sormontare le loro difficoltà. Conseguentemente, sono state istituite, in seno al FMI, le «agevolazioni petroliere» e un fondo di abbuono degli interessi 1> , come anche, nel quadro
dell'OCSE, il «Fondo di sostegno finanziario» cui la Svizzera ha aderito il
26 settembre.
In questo medesimo ordine d'idee, sono stati elaborati, parallelamente
alle iniziative prese in seno al FMI, i programmi d'aiuto concernenti la
cooperazione allo sviluppo e intesi a fornire ai Paesi più colpiti dalla situazione attuale i mezzi per ovviare ai dissesti delle bilance dei pagamenti e
per ridurre il loro, grave indebitamento; i mezzi sono messi a disposizione
dall'Agenzia internazionale di sviluppo (IDA) e dal Fondo di abbuono
degli interessi della Banca mondiale chiamato «Terzo sportello».
In questo spirito, ma anche come prova d'i solidarietà, il Consiglio dell'
AELS ha risolto, all'inizio di novembre, di accordare al Portogallo un
aiuto finanziario di 100 milioni di dollari in forma di «fondo d'industrializzazione», utilizzabile per l'attuazione di determinati progetti.
" Cfr. nostro messaggio del 15 ottobre 1975 concernente una partecipazione al
Fondo di abbuono degli interessi della Banca mondiale e al Fondo monetario
internazionale; FF 1975 II 1731.
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Nel corso degli ultimi sei mesi, la diplomazia economica ha dunque
esplicato un'intensa attività per impedire che, sotto la spinta delle tendenze
recessive, siano messi in dubbio i principi basilari i quali, in questi ultimi decenni, hanno consentito agli scambi commerciali un notevole sviluppo.
Poiché la Svizzera è particolarmente interessata agli sforzi intrapresi per
tutelare il commercio mondiale, vi abbiano partecipato nella massima
misura possibile. I risultati possono essere considerati soddisfacenti, poiché
il sistema ha potuto essere preservato da più gravi menomazioni, nonostante talune difficoltà di secondaria rilevanza. È però arduo giudicare se
questa situazione potrà essere mantenuta, nel caso in cui la recessione attuale continui a persistere. Prescindendo da questa considerazione, prenderemo ogni provvedimento per tutelare la libertà degli scambi, dei beni e dei
servizi e del traffico dei pagamenti. Qualsiasi altra politica non gioverebbe
al nostro Paese dato che, scegliendo un protezionismo quand'anche limitato,
ci esporremmo a rappresaglie tali da cagionare a un piccolo Stato danni
ben più grandi di quelli provocati ai nostri potenti partner commerciali.
15 Verso un nuovo ordine economico internazionale?
Nel corso degli ultimi mesi, la comunità internazionale non solo si è
adoperata per salvaguardare i vantaggi acquisiti in materia di cooperazione
economica, commerciale e monetaria ma, dopo una lunga evoluzione, ha
potuto attuare, durante la seconda metà dell'anno, importanti progressi per
quanto concerne la riforma della cooperazione economica internazionale.
La determinazione delle relazioni economiche intemazionali era ampiamente riservata, ancora recentemente, ai Paesi industrializzati. Infatti, i
Paesi in sviluppo non erano in grado di partecipare attivamente all'
elaborazione delle finalità economiche a livello internazionale, ancorché, a
contare dalla seconda guerra mondiale, siano rappresentati negli organismi
internazionali che s'occupano di questi problemi e siano anzi stati i promotori dell'istituzione di nuove organizzazioni, come la CNUCED e l'ONUDI.
In questi ultimi tempi però, le relazioni economiche internazionali, come del
resto i rapporti internazionali in generale, sono vieppiù esposti alle pressioni
esercitate dai Paesi in sviluppo. Quest'ultimi hanno infatti incominciato a lottare caparbiamente per una revisione dei rapporti economici internazionali, che tenga meglio conto dei loro interessi. In quest'ultimo triennio,
i rapporti nord-sud si sono inaspriti, a cagione dell'indebolimento delle
strutture valutarie internazionali, delle spinte inflattive, dei risultati insufficienti dell'aiut allo sviluppo e della grave situazione venutasi a creare alla
fine del 1973 con i provvedimenti d'embargo e l'aumento dei prezzi del
petrolio. Le divergenze fra i Paesi industrializzati e i Paesi in sviluppo
si sono particolarmente manifestate al momento in cui l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, nel 1974, le risoluzioni relative a un
687
«Nuovo ordine economico internazionale» e a una «Carta dei diritti e dei
doveri economici degli Stati», che intendono trasformare le relazioni economiche internazionali, ma che non sono state accettate dai principali Paesi
industrializzati.
Il clima di sfida che sembrava gravare a quell'epoca le relazioni economiche intemazionali si è nondimeno sensibilmente migliorato nel 1975.
Mentre la recessione economica mondiale s'aggravava, ambedue le parti
s'adoperarono per adeguare le strutture delle relazioni economiche internazionali ai nuovi rapporti di forza, in favore di un'ampia cooperazione internazionale. La settima sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre ha attestato questa distensione. I Paesi in
sviluppo e i Paesi industrializzati hanno infatti votato unanimemente una risoluzione su lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale, aprendo
pertanto la via a un proficuo dialogo fra questi due gruppi. Dopo il fallimento di una prima adunata preparatoria (dovuta all'iniziativa del governo
francese), nell'aprile (cfr. nostro quinto rapporto), un secondo tentativo, nel
mese di ottobre, consentì di giungere alla convocazione per il 16 dicembre
1975 a Parigi di una <<Conferenza sulla cooperazione economica internazionale (CCEI), raggnippante 19 Paesi in sviluppo, come anche l'Australia,
il Canada, la CEE, la Spagna, gli Stati Uniti, il Giappone, la Svezia e la
Svizzera.
Sarà compito dei 27 Ministri di approvare le proposte della 2a conferenza preparatoria, che suggeriscono, in particolare, l'istituzione di quattro
commissioni composte ciascuna di 15 Paesi (10 Paesi in sviluppo e 5
Paesi industrializzati), le quali tratteranno i problemi dell'energia, delle materie prime, dello sviluppo come anche le questioni valutarie e finanziarie.
Trascorso un anno, dovrebbe essere convocata una nuova riunione a livello
ministeriale allo scopo di procedere a una valutazione dei risultati conseguiti dalle commissioni.
I lavori di questa conferenza assumeranno un'importanza primaria per
l'economia mondiale, poiché perseguono lo scopo ambizioso di riesaminare
taluni principi disciplinanti la cooperazione economica fra le nazioni e di
ridefinire i meccanismi di questa cooperazione; al riguardo sarebbe però
inopportuno qualsiasi esagerato ottimismo. Anche ove risultasse indispensabile di ovviare alle lacune del sistema attuale, sarebbe infatti necessario
badare a non Cadere in un eccessivo dirigismo statale che a sua volta arrischierebbe di provocare distorsioni concorrenziali ben più gravi di quelle
presentemente sussistenti e di alterare maggiormente le strutture.
Siamo del parere che la Svizzera non dovrebbe astenersi da una siffatta
ricerca di intesa, che innova per la sua ampiezza e i suoi metodi. La CCEI
costituisce infatti un'innovazione nel modo in cui tratta i problemi mondiali,
nel senso che un gruppo ristretto di Paesi importanti tenta in comune di
risolvere le tematiche interessanti l'insieme della comunità internazionale.
688
Anche se il successo non è scontato in precedenza, una simile conferenza
farà indubbiamente scuola. Questa evoluzione implica però, per i piccoli
Paesi, il rischio di risultare progressivamente esclusi dai gremi in cui si
forgia l'avvenire delle relazioni internazionali.
Ci siamo parimente adoperati per far progredire nella massima misura
possibile i lavori di coordinazione condotti, da un lato, in seno al «Comitato
esecutivo in sessione speciale» dell'OCSE, presieduto dall'ambasciatore P. R.
Jolies e, dall'altro, nell'Agenzia internazionale dell'energia dell'OCSE; risultava invero opportuno che i Paesi industrializzati accedano a questa nuova
fase della cooperazione internazionale con una consapevolezza possibilmente
precisa dei problemi e delle possibilità, ma anche degli interessi dei Paesi
che non saranno rappresentati nella CCEI.
I lavori dell'Agenzia internazionale dell'energia dell'OCSE, destinati ad
approntare un programma di cooperazione a lungo termine, dovranno pure
tener conto di una ridefinizione di talune priorità, poiché perseguono lo
scopo di ridurre la vulnerabilità dell'approvvigionamento con energia. Il
principale aspetto di questo programma consiste nell'utilizzazione razionale
dell'energia e nello sviluppo delle fonti energetiche sostitutive del petrolio,
impresa, questa, di lungo impegno e di costi elevati, che potrà essere coronata da successo soltanto se i Paesi produttori e quelli consumatori collaborano strettamente.
Nel quadro di questa vasta disamina dei rapporti internazionali, assumono un'importanza particolare i negoziati commerciali multilaterali che si
svolgono in seno al GATT. Il «Tokio-Round» offre a un centinaio di Paesi
la possibilità di riesaminare le norme disciplinanti il commercio mondiale
alla luce degli eventi più recenti, tenuto conto delle grandi linee dell'evoluzione futura. La «Dichiarazione di Tokio», ancorché sia stata promulgata
prima che fossero sorti i grandi problemi economici attuali, dimostra di avere
una portata sufficiente affinchè i negoziati possano contribuire efficacemente all'istituzione di un nuovo ordine economico mondiale.
Dei problemi futuri si occupano però anche gli organi di cooperazione
allo sviluppo, e principalmente la CNUCED, la cui quarta conferenza sarà
tenuta nel maggio 1976 a Nairobi. Alla fine del 1975, sembrava che gli
oggetti principali da discutere in quella sede fossero stati costituiti dai
prodotti di base, dal trasferimento di tecnici e dal finanziamento.
Nonostante la natura esplosiva di questi problemi, lo spirito di cooperazione che prevale presentemente e che ha contrassegnato la settima sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dovrebbe essere
un presagio di buoni risultati, che dovrebbero poi costituire un importante
contributo per i lavori della CCEI.
Questo breve esposto sull'evoluzione delle relazioni economiche internazionali dimostra che l'economia mondiale sta trovandosi in una svolta.
689
II mondo degli anni settanta è tanto differente da quello che abbiamo conosciuto nel 1945, quanto quest'ultimo era diverso dagli anni che hanno seguito la prima guerra mondiale. Nel corso degli, ultimi trent'anni, i rapporti
di forza si sono spostati talvolta insensibilmente, talvolta brutalmente, ma
indubbiamente in modo fondamentale. La crisi in cui sono coinvolti i rapporti internazionali da alcuni anni, la. recessione economica, il dissesto
monetario, i problemi energetici, i problemi d'approvvigionamento, la povertà della maggioranza dell'umanità lo provano manifestamente. La comunità internazionale deve adoperarsi a ricercare un modo di cooperazione tra
le nazioni che le consenta di risolvere progressivamente tutti questi problemi.
Siamo coscienti che una siffatta impresa non potrà compiersi entro un breve
termine, ma che il cammino sarà lungo ed arduo, secondo la portata e la
complessità di queste tematiche, ancorché sussistano le possibilità e l'intento
di istituire un sistema più efficace. Nel corso degli ultimi mesi del 1975,
questa volontà si è chiaramente evidenziata, come lo attestano gli sforzi
comuni di cui abbiamo parlato. Non siamo affatto sicuri che la via scelta
conduca al risultato auspicato, ma siamo del parere che questo modo di procedere consentirà di trovare soluzioni praticabili. Giudichiamo che la Svizzera bensì non deve temere questa evoluzione, ma che non deve neppure
subirla. Per questo motivo ci sforziamo di definire un concetto della difesa
dei nostri interessi il quale, esulando dal quadro degli interventi finora eseguiti, permetta d'esercitare un influsso sullo sviluppo in corso, utilizzando
ottimalmente i mezzi di cui disponiamo e tenendo conto di ogni circostanza.
2 Cooperazione europea
21 Evoluzione delle comunità europee
211 Problemi d'integrazione in generale e relazioni esterne
II Consiglio europeo, che si è adunato il 16 e il 17 luglio a Bruxelles e
il 1° e il 2 dicembre a Roma, ha preso importanti decisioni per la comunità
in occasione della sua seconda sessione: a contare dal 1978, gli elettori della
maggior parte degli Stati membri designeranno direttamente i loro rappresentanti al Parlamento europeo, ciò che costituisce un progresso rilevante
nella legittimazione democratica della Comunità. Lo stesso anno, risulterano inoltre unificati i passaporti nazionali. D'altro canto, dopo lunghi negoziati, il Consiglio ha convenuto circa una rappresentanza comunitaria alla
Conferenza per la cooperazione economica internazionale e ha previsto che
il portaparola della Comunità potrebbe invitare il delegato del Regno Unito
— Stato che originariamente aveva chiesto di avere la propria delegazione — ad esprimere dichiarazioni completive in nome della Comunità,
nel quadro del mandato di negoziati elaborato dai Nove.
690
La Cooperazione politica europea, grazie alla quale i Paesi coordinano
la loro politica estera, è uno strumento per realizzare l'unificazione europea e costituisce vieppiù un fattore della politica mondiale, come lo attestano gli esempi seguenti che si riferiscono al periodo considerato:
— la stretta collaborazione dei Nove durante i negoziati di Ginevra e di
Helsinki ha segnatamente permesso alla Conferenza per la sicurezza e
la cooperazione in Europa (CSCE) di giungere a risultati finali equilibrati;
— il 22 settembre, la Comunità ha fatto una dichiarazione sui rapporti
fra i Nove e le Nazioni Unite; successivamente lo Stato che assumeva
la presidenza dei Nove ha espresso per la prima volta il parere concertato degli Stati membri delle CE in occasione della XXX Assemblea
generale delle Nazioni Unite;
— i Nove hanno elaborato una posizione comune sul problema di Cipro e
continuano ad adoperarsi per ottenere dalle parti un disciplinamento
pacifico del conflitto;
— dopo la Dichiarazione dei Nove sul Prossimo Oriente, del 6 novembre
1973, la politica comune nel Prossimo Oriente costituisce un elemento
essenziale della cooperazione politica europea. Nel quadro di quest'
ultima e in stretta collaborazione con la politica mediterranea delle CE,
il dialogo euro-arabo tende a diventare un valido strumento della cooperazione economica e tecnologica.
Il 22 luglio, i rappresentanti dei governi degli Stati membri delle CE
hanno firmato un accordo — che ancora deve essere ratificato --- sul rafforzamento delle competenze di gestione del Parlamento europeo e sull'istituzione di una Corte dei conti europea. Grazie a questo accordo, il Parlamento può, con riserva di un diritto di veto del Consiglio, modificare le
spese obbligatorie, a condizione che non ne risulti un aumento di quelle
globali. Gli emendamenti risolti dal Parlamento, se provocano un aumento
delle spese globali, devono essere confermati alla maggioranza qualificata
dal Consiglio il quale, se nega il suo accordo, sottopone nuovamente la sua
prima proposta o una proposta modificata al Parlamento che, sia l'accetta,
sia la respinge definitivamente, chiedendo la presentazione di un nuovo progetto. La Corte dei conti europea esaminerà se l'insieme degli introiti e delle
spese delle CE e dei loro organi sono conformi al diritto e baderà affinchè
sia praticata una sana gestione finanziaria. Questa Corte comprenderà nove
membri esercitanti il loro mandato in completa indipendenza, eletti all'unanimità dal Consiglio, previa consultazione del Parlamento europeo.
L'attività commerciale della Comunità è stata soprattutto contrassegnata dalla stretta collaborazione fornita ai negoziati commerciali del GATT
a Ginevra. Tenuto conto dei postulati dei Paesi in sviluppo, la Comunità ha in particolare insistito affinchè i negoziati sui prodotti tropicali
691
vengano conclusi il più rapidamente possibile (cfr. n. 4). In seguito agli
eventi politici in Spagna, il Consiglio ha risolto, il 6 e 7 ottobre, richiamandosi alla sua severa osservanza dei diritti dell'uomo, di interrompere i
negoziati condotti con questo Stato nel quadro della sua politica mediterranea globale.
Allo scopo di rafforzare, mediante una cooperazione a livello economico, le basi che consentiranno di istituire una democrazia pluralistica
in Portogallo, il Consiglio ha accordato a detto Stato, il 6 e 7 ottobre, un
credito urgente pari a 180 milioni di unità di conto e ha autorizzato la
Banca europea d'investimento a mettere detta somma a disposizione del
Portogallo, a un'aliquota di favore del 6,5 per cento, per il finanziamento di
determinati progetti d'investimento. Le spese provocate dalla riduzione del
saggio d'interesse ammontanti a 30 milioni di unità di conto, verranno assunte dalla Comunità. Inoltre verrà coordinato l'aiuto bilaterale dei Paesi
membri e sarà istituito un «Comitato paritario», incaricato d'assistere il
Portogallo nell'approntamento di progetti di finanziamento. Infine, i negoziati concernenti l'allargamento dell'accordo di libero scambio del 1972,
avviati in virtù della «clausola evolutiva», saranno accelerati.
Lo sviluppo delle relazioni della Comunità con il terzo mondo è ulteriormente progredito. Il 1° novembre è entrato in vigore l'accordo firmato
il 15 luglio con il Messico il quale, dall'aspetto commerciale, non riveste
carattere preferenziale: le CE e il Messico, che non è membro del GATT,
s'accordano reciprocamente la clausola della nazione più favorita e la
Comunità promette al Messico il suo appoggio nei settori della politica
economica, dell'organizzazione degli smerci e della cooperazione a livello
delle aziende. Dopo l'Argentina, l'Uruguay e il Brasile, il Messico è pertanto
il quarto Paese dell'America latina che ha firmato un accordo commerciale
con le CE.
Il 1° dicembre la Comunità ha messo in vigore l'accordo quinquennale
di cooperazione commerciale firmato con lo Sri Lanka il 22 luglio, il quale
prevede che i partner si accordano reciprocamente la clausola della nazione
più favorita, promuovono lo sviluppo e la diversificazione del commercio a
un livello il più elevato possibile ed eliminano reciprocamente gli ostacoli
al commercio.
212 Politica economica e valutaria
In occasione della riunione del Consiglio del 10 luglio, i ministri delle
finanze hanno approvato formalmente la decisione del Governo francese di
integrare nuovamente il franco nel serpente monetario europeo. La Francia
era bensì uscita, nel'gennaio 1974, dall'accordo europeo di cambio, ma la
sua valuta era stata praticamente reintegrata nel serpente a contare dalla
primavera del 1975. Poiché quest'evoluzione fattiva è stata giuridicamente
confermata, il sistema europeo di fluttuazione concertata delle monete com-
692
prende nuovamente i sei Stati membri delle CE, che l'avevano istituito, con
la Svezia e la Norvegia, l'il marzo 1973.
Il Consiglio dei ministri dell'economia e delle finanze ha approvato, il
17 novembre, il rapporto annuo della commissione sulla situazione economica della Comunità, il quale lascia presumere che la curva congiunturale
potrebbe raddrizzarsi all'inizio del 1976. Dopo la diminuzione del 2,5 al 3
per cento del prodotto nazionale lordo e «la recessione la più spiccata del
dopoguerra», riscontrati durante l'anno scorso, si considera «senz'altro
realizzabile», per il 1976, un'aliquota di crescita del prodotto nazionale reale
del 3 al 3,5 per cento. Secondo il parere della commissione, la disoccupazione nei Paesi membri non dovrebbe però scemare prima della metà del
1976; analogamente, l'aumento dei prezzi al consumo dovrebbe subire per
il momento soltanto un rallentamento moderato, per cui nel 1976 il saggio
di rincaro non sarà presumibilmente inferiore al 10 per cento in media, per
l'insieme degli Stati comunitari.
Nel 1976, la crescita effettiva dipenderà avantutto dall'evoluzione
del commercio mondiale. Al riguardo, la commissione reputa presumibile
una netta ripresa degli scambi e considera probabile un aumento delle esportazioni della comunità verso i Paesi industrializzati (USA, Giappone) e, in
modo del tutto particolare, verso i Paesi dell'OPEP. La ricostituzione delle
riserve, che sono presentemente cadute al loro livello più basso, dovrebbe
dare un impulso considerevole all'apparato produttivo. D'altronde, i provvedimenti pubblici di sostegno, predisposti da tutti i Paesi membri, ad eccezione della Gran Bretagna, dovrebbero già di per sè produrre effetti positivi a breve termine, precipuamente nei settori dell'edilizia e delle industrie
d'equipaggiamento. A più lungo termine, la commissione prevede parimente
una normalizzazione nel settore del consumo e degli investimenti, purché,
oltre a una lotta più efficace contro l'inflazione, si instauri una stretta cooperazione fra i partner sociali nei settori della politica sociale, dei redditi e
dell'impiego.
Nelle direttive concernenti la politica economica per il 1976, la commissione raccomanda alla maggior parte deli Stati membri di proseguire una
politica finanziaria atta a stimolare l'attività economica. D'altro canto, per
promuovere l'auspicata ripresa, i Paesi membri dovrebbero, di norma, proseguire la politica d'espansione applicata durante l'anno scorso nel settore
monetario e creditizio. Nondimeno, le politiche di pianificazione finanziaria
e monetaria dovrebbero essere praticate con cautela, allo scopo di evitare,
con un aumento esagerato della domanda, un nuovo incremento delle tendenze inflattive atto a soffocare sul nascere la ripresa economica che sta per avviarsi. Infine, la commissione giudica essenziale l'istituzione di una stretta
collaborazione fra i partner sociali e lo Stato, tenuto conto che i primi dovrebbero moderare le rivendicazioni di salario e di prezzo e che lo Stato
dovrebbe assumere il compito arduo di limitare il disavanzo nel bilancio,
693
agevolando però ampiamente, per il tramite di una politica sociale coraggiosa e di una politica efficace dell'impiego, non soltanto la ripresa economica, bensì anche i necessari processi d'adeguamento a lungo termine.
213 Politica agricola
Durante parecchie sedute, i ministri dell'agricoltura delle Comunità
europee hanno esaminato minutamente il bilancio presentato la scorsa primavera dalla Commissione delle CE sulla politica agricola finora seguita
nell'ambito della Comunità e sono giunti alla conclusione che occorre attenersi al concetto di questa politica, la quale, essenzialmente, ha contribuito
a migliorare il reddito agricolo, a eliminare le discrepanze di reddito rispetto
agli altri settori economici e a stabilizzare i prezzi al consumo. È stato però
evidenziato che non tutte le categorie d'aziende, non tutti i prodotti e non
tutte le regioni hanno potuto beneficiare uniformemente di siffatto strumento. Il Consiglio ha osservato parimente che occorre esaminare la possibilità di
ricorrere nuovamente a mezzi d'intervento adeguati a promuovere l'equilibrio del mercato, come ad esempio una politica d'immagazzinamento, una
politica di protezione del consumatore e una politica intesa a influenzare il
potenziale di produzione come anche una partecipazione del produttore ai
rischi inerenti al mercato.
Poiché il numero rilevante degli emendamenti ha reso assai ardua la
consultazione dei testi concernenti le organizzazioni comunitarie dei mercati, istituite prevalentemente negli anni sessanta, si manifestò la necessità
di una nuova codificazione. Durante il periodo considerato, la revisione è
stata condotta in porto nei settori dei cereali, della carne suina, delle uova e
del pollame.
A cagione della svalutazione continua della lira inglese e della lira
irlandese, le aliquote di conversione applicate nel quadro della politica agricola comunitaria sono state modificate per ristabilire un sistema di prezzo
comune. La lira verde inglese è stata svalutata del 5,8 per cento e quella
irlandese del 2,22 per cento. Questi nuovi saggi sono entrati in vigore il 27
ottobre 1975 per la maggior parte dei prodotti sottoposti a un'organizzazione di mercato e le somme compensative che questi Paesi applicano sono
state ridotte proporzionatamente.
Come precedentemente, la CEE è assillata dai problemi delle eccedenze
di natura strutturale, avantutto nei settori della polvere di latte, del vino e
della carne bovina. Nonostante l'aiuto assegnato per la costituzione di riserve private e il divieto predisposto in novembre dal Consiglio dei ministri
delle CE e applicabile fino al 1° marzo 1976, di trasformare nell'ambito del
traffico attivo di perfezionamento, burro di Paesi terzi importato nella
comunità, le riserve di latte scremato in polvere conservate dagli organismi
d'intervento delle CE sono salite nel frattempo a più di un milione di tonFoglio federale 1976, Voi. I
. lo
694
nellate Anche nel settore vinicolo la situazione è precaria e il Consiglio,
dopo diverse sedute, non ha potuto convenire una revisione dell'organismo
comune del mercato vinicolo; la riscossione da parte della Francia, a contare dal 12 settembre, di una tassa speciale del 12 per cento sulle importazioni di vini italiani ha indotto la Commissione delle CE a presentare un
ricorso alla Corte europea di giustizia contro il Governo francese. Per migliorare la situazione sul mercato vinicolo, la CEE accorda dal mese di settembre un sistema di restituzioni all'esportazione che nondimeno non è applicato alla Svizzera e a taluni altri Paesi. Anche sul mercato della carne
bovina l'equilibrio è ben lungi dall'essere realizzato. Infatti, ancorché la costituzione di riserve private abbia nuovamente fruito di un aiuto finanziario, gli stock degli organismi d'intervento ammontavano ancora a 250 000
tonnellate di carne a metà ottobre. Nonostante questa situazione, il divieto
d'importare carne bovina, istituito nel luglio 1974, è stato allentato nel
quadro del sistema EXIM a contare dal 1° ottobre; le esportazioni di carne
bovina delle CE danno in effetti diritto all'importazione di una quantità
equivalente al doppio di quella esportata.
L'importazione di prodotti trasformati a base di frutta e legumi in provenienza da Paesi terzi è stata riorganizzata e in principio liberalizzata, anche se, per evitare i rischi che ne risultano, taluni prodotti sono stati nuovamente sottoposti a un sistema di permesso d'importazione come anche a un
sistema di prezzi minimi e di tasse compensatrici
214 Altre politice comuni
All'inizio d'ottobre, la commissione ha inviato al Consiglio, nel quadro
della politica industriale, una comunicazione postulante in favore dell'industria aeronautica europea. Siffatto documento suggerisce una politica aeronautica comune invece della semplice cooperazione interstatale, che ha fornito ampie prove della sua inefficacia.
In materia di politica energetica, la commissione, mediante una comunicazione del 5 novembre, ha chiesto al Consiglio di promuovere la solidarietà comunitaria. Tratterebbesi, prioritariamente di approntare un sistema di ripartizione degli idrocarburi in caso di crisi, che verrebbe integrato in quello dell'Agenzia internazionale dell'energia dell'OCSE. Successivamente, occorrerebbe garantire la protezione degli investimenti necessari
allo sviluppo d'energie sostitutive, mediante la determinazione di un prezzo
limite per il petrolio importato o con l'adozione di altri provvedimenti. La
Commissione esige infine l'istituzione di un sistema d'informazione coerente
che permetta di aumentare la trasparenza del mercato. Il 2 dicembre, il
Consiglio europeo ha incaricato la commissione di presentare nuove proposte inerenti alla ripartizione degli idrocarburi e alla garanzia in favore
dello sviluppo d'energie sostitutive e ha evidenziato che il Consiglio dei
ministri dovrebbe rapidamente prendere decisioni in questi due settori.
695
Per quanto concerne la politica scientifica e tecnologica, la commissione ha sottoposto al Consiglio, il 15 luglio, quattro nuovi programmi pluriennali di ricerca intesi a sostituire quelli giunti a scadenza alla fine del
1975. Questi programmi, per i quali la partecipazione finanziaria della
Comunità ammonterà a 335 milioni di unità di conto, sono «azioni indirette»
destinate a coordinare l'attività di ricerca dei diversi Stati membri.
In materia d'ecologia, il Consiglio ha emanato una direttiva secondo
la quale gli Stati membri devono adottare ogni provvedimento idoneo a
diminuire l'accumulo di rifiuti e promuoverne il riciclaggio e fla trasformazione in beni utilizzabili, in materie prime e in energia. La direttiva stabilisc le condizioni tecniche -aie quali devono essere conseguite queste finalità, senza pericolo per l'uomo e i dintorni.
A livello della politica dei trasporti, il Consiglio ha incaricato la commissione, il 15 ottobre, -di avviare negoziati con gli Stati terzi (tra i quali la
Svizzera) riguardo al sistema applicabile ai trasporti internazionali di viaggiatori su strada, eseguiti per furgoncino o torpedone. L'accordo previsto
rivestirà probabilmente un carattere multilaterale, s'applicherà pertanto anche alle relazioni fra gli Stati terzi interessati e sostituirà gli accordi bilaterali conclusi individualmente a quell'epoca tra questi Stati terzi e gli Stati
membri, accordi che in parte stanno per scadere. Trattasi di un caso tipico
di delega dell'idoneità a concludere trattarti a livello nazionale e a livello
comunitario, divenuta necessaria poiché presentemente i trasporti di viaggiatori su strada, eseguiti per furgoncino o torpedone, soggiacciono a un
disciplinamento comunitario.
In materia di politica sociale, la commissione ha pubblicato, il 12 novembre, un «libro verde» sulla partecipazione, nel quale essa riafferma il
principio .della struttura dualista della società anonima nazionale come anche la necessità della partecipazione, ancorché reputi che, per conseguire
queste finalità, occorra un periodo di transizione assai lungo e che, nell'intervallo, gli Stati membri dovranno evitare di prendere misure ostacolanti
sicuri progressi verso una vera comunità industriale, commerciale e sociale.
215 Diritto economico e commerciale
In due decisioni applicantisi al diritto concorrenziale, la commissione
ha espresso il suo parere riguardo agli accordi concernenti il trasferimento
di diritti della proprietà industriale. Nell'affare «Kabelmetal-Luchaire»,
l'autorità comunitaria in materia di cartelli ha approvato un accordo conferente l'esclusività in materia di brevetti e di «know-how». Secondo la commissione, la clausola in virtù di cui il cedente di una licenza si obbliga verso
il cessionario ad accordargli l'esclusività di fabbricazione, non è parte integrante del brevetto sfruttato e costituisce pertanto una restrizione alla competitivita. In questo specifico caso è stata però concessa un'esenzione dal
696
divieto di cartello poiché la commissione ha ammesso che il diritto d'esclusività contribuisce al progresso tecnico ed economico e che l'accordo non contiene alcuna altra limitazione della concorrenza. Precedentemente, gli interessati avevano nondimeno dovuto sopprimere l'obbligo ingiunto al cessionario della licenza di non esportare in altri Paesi della comunità, di trasferire
al cedente la proprietà dei miglioramenti apportati al procedimento di fabbricazione e di non. contestare la validità del brevetto (cfr. Journal officiel
des CE, n. L 222/34 del 22 agosto 1975).
Nel caso «Brombemaling/Heidemaatschappij» la commissione, con decisione provvisoria presa in virtù dell'articolo 15 capoverso 6 del regolamento n. 17, ha accertato che qualsiasi clausola, contenuta in un accordo
cedente la licenza di un brevetto, mediante la quale il titolare di un brevetto
si obbliga a non concedere licenze suppletive senza il consenso dei concessionari, è contraria al divieto di cartello previsto nel diritto comunitario e non
può beneficiare di un'esenzione (cfr. Journal officiel des CE, n. L 249/27
del 25 settembre 1975).
22 Relazioni Svizzera/CE
221 Accordo di libero scambio
In occasione della sessione del 1° dicembre dei comitati misti Svizzera/
CEE e Svizzera/CECA, che assumono la gestione degli accordi di libero
scambio conchiusi con la Comunità il 22 luglio 1972, le due delegazioni
hanno confermato la loro volontà di proseguire lo smantellamento tariffale
nei termini stabiliti, in modo che i dazi sui prodotti industriali vengano a
rappresentare, con il 1° gennaio 1976, soltanto il 20 per cento del loro ammontare iniziale. Nella valutazione comune delle situazioni economiche rispettive, si convenne di respingere qualsiasi provvedimento protezionistico.
Nella sua analisi sulla evoluzione economica, il rappresentante della Comunita ha espresso il parere che la flessione congiunturale potrebbe arrestarsi prossimamente e che l'aumento del prodotto nazionale lordo delle
CE potrebbe raggiungere il 3,5 psr cento nel 1976 (cfr. n. 212). La bilancia
dei pagamenti globali della Comunità potrebbe pertanto ridivenire passiva,
dopo un saldo presumibilmente equilibrato nel 1975, venutosi a sostituire
al disavanzo di venti miliardi di dollari nel 1974. Il saggio medio d'inflazione in seno alla Comunità è passato dal 12% (media di 12 mesi) a un
saggio corrente del 10 per cento.
Il capo della Delegazione svizzera nel Comitato misto ha esposto la
situazione del nostro Paese nel mercato dell'impiego e nel settore della
produzione; egli si è peraltro dichiarato soddisfatto che la Comunità, conformemente all'accordo di «standstill», abbia ricorso a consultazioni in
seno all'OCSE per trovare a livello internazionale una soluzione accettabile
697
riguardo ai problemi posti dalla sua iperproduzione in acciaio. Ha parimente evidenziato l'interesse .che il nostro Paese continua a manifestare per gli
sforzi volti alla cooperazione monetaria e intesi ad assicurare una maggior
stabilità dei cambi. Del rimanente, ha rilevato l'importanza che la Svizzera
attribuisce alla conferenza sulla cooperazione economica internazionale,
dalla quale si aspetta un notevole contributo all'eliminazione delle difficoltà
risultanti dallo squilibrio Nord-Sud.
Tra i problemi specifici che pone l'applicazione dell'accordo di libero
scambio, la delegazione svizzera ha soprattutto evidenziato la necessità
d'applicare liberalmente i controlli statistici cui sono subordinate le importazioni di tessili in alcuni Paesi membri delle CE; inoltre, essa è intervenuta
contro il sistema discriminante di formazione dei prezzi sul mercato belga
dei prodotti farmaceutici. Per quanto concerne la sostituzione del volume
al valore per la definizione di un contingente britannico a dazio nullo nel
settore della carta, la delegazione svizzera ha subordinato il suo accordo
ad un'intesa sulle basi di calcolo. Tra i punti iscritti all'ordine del giorno
dalla Comunità, menzioniamo una domanda postulante l'adeguamento del
sistema svizzero di imposizione fiscale delle importazioni di cioccolato al liquore al sistema applicato alla produzione indigena. La Comunità è inoltre
intervenuta in favore di una coordinazione per l'elaborazione di norme ecologiche relative ai veicoli a motore.
Il Comitato misto ha preso due decisioni modificanti le disposizioni del
protocollo n. 3. La prima prevede segnatamente agevolazioni riguardo ai
moduli utilizzabili e stabilisce che il documento semplificato EUR 2 potrà
d'ora in poi essere utilizzato per qualsiasi tipo di traffico e che non sarà
•pertanto più riservato soltanto al traffico postale. Inoltre, i limiti di valore fissati per l'impiego di siffatto documento sono stati considerevolmente aumentati. La seconda decisione disciplina le modalità del divieto
inerente alle restituzioni dei dazi («nò-drawback»), entrato in vigore il-1°
gennaio 1976; da quel momento, è vietata qualsiasi restituzione di dazi riscossi all'importazione di prodotti che entrano nella fabbricazione di merci
riesportate nel quadro dell'accordo di libero scambio; le uniche eccezioni
previste concernono i prodotti d'origine, i prodotti agricoli menzionati nel
protocollo n. 2 e le merci cui non è applicabile l'accordo.
222 Accordi orologieri
La commissione orologiera mista, istituita nell'accordo orologiero Svizzera-CEE del 1967 (negoziati Kennedy) e incaricata di compiti nuovi dall'
accordo orologiero completivo del 20 luglio 1972, ha tenuto la sua quindicesima sessione ordinaria a Bruxelles il 14 ottobre. Le delegazioni della
Svizzera e della Comunità hanno potuto accertare ancora una volta il buon
funzionamento degli accordi suddetti e l'utilità dei lavori intrapresi dalla
698
Commissione allo scopo di risolvere i problemi posti nelle relazioni orologiere tra il nostro Paese e i membri della Comunità. È stata presa la decisione di proseguire, in uno spirito cooperativo, la ricerca di soluzioni atte a
sormontare gli ostacoli non tariffali ai quali si urtano talvolta le nostre
esportazioni orologiere. Trattasi al riguardo di tasse speciali gravanti i prodotti orologieri, come anche prescrizioni diverse in materia di controllo
degli articoli in metalli preziosi. Infine, ha avuto luogo uno scambio d'opinioni di portata generale riguardo a taluni problemi posti dai dazi sui prodotti orologieri ed è stata parimente esaminata la possibilità d'inserire gli
orologi nel programma dei negoziati multilaterali del GATT.
223 Agricoltura
In virtù delle decisioni sui prezzi agricoli, prese in febbraio dal Consiglio dei ministri dell'agricoltura, il prezzo indicativo del latte è stato aumentato, il 16 settembre, del 4,7 per cento; conseguentemente è stato rialzato in modo corrispondente anche il prezzo minimo stabilito per le
nostre principali esportazioni di formaggio. Da luglio a ottobre, le esportazioni svizzere di formaggio verso la CEE, rispetto allo stesso periodo del
1974, si sono accresciute.
La determinazione, a contare dal 1° maggio, di soprapprezzi gravanti i
formaggi importati (concernenti le voci tariffali non consolidate del GATT)
ha aumentato il rischio di uno spostamento delle importazioni verso le categorie di formaggi delle voci consolidate, di più lieve imposizione. I provvedimenti previsti allo scopo di evitare siffatti spostamenti hanno costituito
l'oggetto di diverse consultazioni con i servizi competenti della Commissione
delle CEE.
La messa in vigore di prescrizioni comunitarie inerenti all'etichettatura dei vini ha provocato un'istanza presentata alla Commissione, intesa
a far riconoscere dalla Comunità le designazioni d'origine dei vini svizzeri
smerciati nella CEE.
Le esportazioni di bestiame d'allevamento e da reddito si sono urtate
a serie difficoltà nella CEE nel corso del primo semestre, ancorché, almeno
con la Repubblica federale di Germania, si siano potute appianare le difficoltà sorte in questo campo. Per contro, la durata di validità (15 giorni)
delle licenze comunitarie d'importazione per il bestiame da reddito non ha
potuto essere prolungata. Le esportazioni di bestiame d'allevamento verso
l'Italia, che erano cadute al loro livello più basso durante il primo semestre,
sono nuovamente aumentate.
La CEE ha reintrodotto per i concentrati di pomodoro un sistema di
permessi d'importazione, di prezzo limite e di aliquote compensative. Poiché gli interessi degli esportatori svizzeri risultavano lesi, sono state avviate
699
pratiche allo scopo d'ottenere dalla Commissione un'esenzione da siffatti
aggravi.
224 Transito di prodotti comunità« attraverso la Svizzera
L'accordo tra la Svizzera e la CEE concernente l'applicazione del disciplinamento sul transito comunitario ha continuato a fare buona prova;
i problemi posti dalla sua esecuzione hanno potuto per altro essere risolti
in seno al Comitato misto, istituito dall'accordo. Questo Comitato ha approntato una modificazione del certificato di fideiussione e ha semplificato
i documenti utilizzati e il loro modo d'impiego.
225 Accordo dì transito Svizzera-CECA
La Commissione dei trasporti, istituita con l'Accordo Svizzera-CECA
concernente la compilazione di tariffe ferroviarie dirette internazionali per
i trasporti di carbone e d'acciaio in transito attraverso la Svizzera, ha esaminato, in occasione della sua sessione ordinaria del 5 e 6 novembre a Bruxelles, il calo del traffico prodottosi a contare dall'estate 1974 e ha inoltre
incaricato un gruppo di lavoro di trovare una soluzione al problema posto
dall'adeguamento futuro delle tariffe di transito CECA. Siffatta soluzione
dovrebbe evitare che, al momento di ogni modificazione della tariffa svizzera, risulti necessario di rinegoziare la diminuzione convenuta rispetto
alla tariffa di transito generale.
226 Navigazione renana
I negoziati che avrebbero dovuto concludersi con la stipulazione di un
accordo disciplinante la capacità di trasporto della navigazione renana non
hanno ancora potuto essere ripresi. Il gruppo di lavoro istituito dalla Conferenza di negoziati ha nondimeno condotto a termine il suo mandato in
quattro sedute e ha presentato i progetti d'accordo e di statuti relativi all'
immobilizzazione temporanea della stiva. Se il Consiglio riuscisse ad eliminare le discrepanze d'opinione esistenti tra i nostri partner, i negoziati
potrebbero riprendere tosto e concludersi nel corrente del 1976.
227 Serpente monetario
Dopo importanti lavori preparatori, il capo del Dipartimento delle
finanze e i ministri delle finanze dei Paesi della Comunità partecipanti al
serpente monetario europeo si sono adunati il 22 settembre a Bruxelles. In
quest'occasione, essi hanno approvato unanimemente l'associazione del
franco svizzero al serpente, reputando che essa rafforzerebbe la stabilità
700
monetaria in Europa, riservandosi però di esaminare approfonditamente
tutta una gamma di questioni tecniche a livello peritale e dei governatori
delle banche centrali. I colloqui hanno permesso di migliorare lo scambio
permanente d'informazione; a cagione di una divergenza d'opinione, sussistente fra i nostri partner, la ripresa dei negoziati a livello ministeriale è
stata differita. Al termine della sessione dei ministri delle finanze dei Paesi
del serpente monetario, che ebbe luogo il 15 dicembre, i partecipanti hanno
costatato la possibilità di giungere a soluzioni costruttive.
228 Fusione termonucleare
Abbiamo deciso, il 10 settembre, d'avviare negoziati con l'EURATOM
allo, scopo di concludere un'accordo sull'associazione delle ricerche svizzere
a quelle della Comunità in materia di fusione termonucleare; le trattative
dovrebbero avere inizio nella primavera del 1977. Un accordo analogo fra
la Comunità europea e la Svezia sta per essere firmato.
229 Protezione ecologica
D signor Carlo Scarascia Mugnozza, vice-presidente della Commissione
delle Comunità europee, e il consigliere federale Hans Hürlimann, Capo
del Dipartimento federale dell'interno, hanno firmato a Berna il 12 dicembre uno scambio di lettere concernenti l'informazione reciproca in materia
di protezione ecologica; queste lettere sono allegate al presente rapporto.
La visita del signor Mugnozza ha permesso di procedere a uno scambio
d'opinioni riguardo ai diversi aspetti della protezione ecologica e della politica d'integrazione da seguire in questo settore.
23 Cooperazione europea nel settore della ricerca scientifica
e tecnica (COST)
I lavori di ricerca intrapresi in comune nel quadro della COST possono urtarsi a talune difficoltà qualora lo scopo delle ricerche abbia un'importanza industriale o commerciale e il risultato delle stesse collimi sensibilmente con i progetti produttivi, così da poterli influenzare direttamente.
In siffatti casi, non è sovente facile indurre aziende che si considerano
concorrenti a concertarsi in materia di ricerca, poiché ciascuna intende ovviamente conservare i vantaggi che reputa acquisiti rispetto all'altra.
Queste difficoltà, segnatamente nel caso del progetto COST 56 «Matériali per macchine elettriche sovraconduttrici» — interessante specialmente
questa branca della nostra industria — hanno impedito una collaborazione
più stretta con i Paesi i quali, a cagione d'importanti risorse pubbliche de-
701
dicate alla ricerca in questo settore, reputano di beneficiare di un determinato vantaggio. Per gli stessi motivi, non è stato finora possibile giungere,
a livello delle Comunità europee, a un'unità d'azione nelle ricerche sulla
tecnica dei sovraconduttori, ricerche cui la Svizzera avrebbe potuto associarsi come già indicammo nel precedente rapporto. Allo scopo di ovviare
al descritto ristagno delle attività, la Svizzera e l'Austria esaminano la possibilità di attuare, per quanto concerne il progetto 56, il programma di ricerca elaborato anteriormente nel quadro della COST. Tenuto conto che
i risultati di queste ricerche concertate sono bensì scambiati, ma che ciascun partner finanzia di proprio moto le ricerche e che i diritti industriali
di tutti gli interessati sono integralmente protetti, siffatta collaborazione
non esigerebbe un trattato speciale come quelli abitualmente conclusi nella
COST; all'uopo basterebbe per contro una semplice dichiarazione vincolante moralmente i partecipanti. I Governi o gli istituti di ricerca degli altri
Paesi membri della COST potrebbero associarsi a questa dichiarazione della Svizzera e dell'Austria sull'esecuzione comune del progetto COST 56.
Quattro aziende industriali e un istituto universitario parteciperebbero alle
ricerche in Austria, mentre cinque aziende e quattro istituti vi prenderebbero parte in Svizzera. È previsto che le aziende assumerebbero il 60 per
cento delle spese di ricerca, tenuto conto che la Confederazione ne sopporterebbe il 40 per cento; quest'ultima dovrebbe nondimeno accolarsi anche
l'insieme delle spese cagionate agli istituti.
Per quanto riguarda il progetto COST 70, occorre osservare che la
Convenzione concernente l'istituzione di un centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine è entrata in vigore il 1° novembre,
dopo la ratificazione della maggior parte.dei Paesi firmatari. Il centro,
che verrà edificato a circa 60 chilometri ad ovest di Londra, dovrebbe divenire agibile entro 5 anni e permettere agli impianti nazionali di elaborare
previsioni meteorologiche per un periodo fino a 10 giorni.
24 Associazione europea di libero scambio (AELS)
II 6 novembre 1975, in occasione della sua sessione ordinaria d'autunno a livello ministeriale, il Consiglio dell'AELS ha segnatamente avuto il
compito di esaminare la questione dell'assistenza economica al Portogallo
e quella delle restrizioni predisposte dalla Svezia per le importazioni di calzature.
Il Portogallo, la cui economia attraversa una fase difficile, continua ad
applicare il sistema di sorveglianza delle importazioni, istituito nell'estate
1974 e a riscuotere la soprattassa all'importazione, istituita nel 1975. Come
appare dalla recente disamina del Comitato economico dell'AELS, la situazione economica di questo Paese si è ulteriormente deteriorata nel corso
di quest'anno e il disavanzo della sua bilancia dei pagamenti si è nuova-
702
mente aggravato. L'assistenza concessa dal Consiglio dell'AELS consiste
avantutto nell'accordare una più ampia protezione all'industria portoghese,
differendo lo smantellamento delle barriere doganali e consentendo anzi
l'applicazione di nuovi dazi su taluni prodotti; ciascuno di questi provvedimenti dovrebbe però ancora essere autorizzato dal consiglio dell'AELS.
Il testo della decisione ministeriale è riprodotto in allegato. Vi proponiamo,
accettando il presente rapporto, di approvare anche questa decisione che
modifica l'allegato G alla convenzione di Stoccolma, inserendo un nuovo
artìcolo 6 Ms.
D'altro canto, i ministri hanno convenuto di costituire un fondo AELS
di sviluppo e di ristrutturazione dell'industria portoghese, il quale, dotato
di un ammontare equivalente a 100 milioni di dollari degli Stati Uniti,
permetterà, durante un periodo quinquennale, di finanziare progetti specifici, segnatamente a favore delle piccole e medie aziende, pubbliche o
private. Gli accordi sulla costituzione e l'utilizzazione del fondo devono
ancora essere elaborati, ancorché sia previsto che i progetti da promuovere
dabbano essere esaminati e approvati dai rappresentanti di tutti i Paesi
dell'AELS.
Inoltre, i Paesi dell'AELS e del Portogallo esamineranno a livello bilaterale le possibilità di accordare concessioni che favoriscano l'importazione di prodotti agricoli portoghesi. Per quanto concerne la Svizzera,
sembra che, a cagione della politica liberale che essa ha applicato finora in
materia di importazione di prodotti agricoli portoghesi, sussistino scarse
possibilità di accordare nuove concessioni. I ministri hanno infine deciso
che la domanda portoghese d'aiuto tecnico sia parimente soddisfatta mediante la conclusione d'accordi bilaterali fra i Paesi dell'AELS e il Portogallo.
Per quanto concerne i sistemi svedesi di contingentamento globale per
l'importazione di calzature e di stivali in gomma, annunciata ed entrata in
vigore immediatamente prima della riunione ministeriale, i ministri degli
altri Paesi dell'AELS si sono dichiarati spiaciuti che la misura adottata
dalla Svezia sia stata presa senza che il consiglio dell'AELS abbia avuto
la possibilità d'esaminarla più attentamente. Essi hanno espresso la loro
preoccupazione per le conseguenze sgradevoli che detto provvedimento
potrebbe avere sul libero scambio, ove altri Paesi procedessero analogamente e hanno chiesto al Governo svedese di riconsiderare tale decisione.
Il consiglio a livello dei delegati permanenti è stato incaricato di procedere
a una approfondita disamina del problema entro il 1° gennaio 1976; trattasi avantutto di determinare se le finalità perseguite non avrebbero potuto
essere raggiunte con uno strumento diverso dalle restrizioni al commercio
internazionale.
Il deposito finlandese all'importazione è sempre vigente. Come risulta
dall'esame eseguito dal comitato economico dell'AELS, sembra che questo
703
provvedimento abbia allentato il ritmo del saggio di crescita delle importazioni finlandesi, ancorché sia possibile che la bilancia dei pagamenti presenti
nel 1975 un disavanzo pari a quasi il doppio di quello del 1974.
Osserviamo parimente che la Norvegia e la Svezia hanno deciso, nell'
autunno, di applicare un sistema di permessi all'importazione di tessili,
pur garantendo che la nuova procedura dovrà avantutto servire a scopi statistici e che i permessi verranno rilasciati automaticamente.
Il volume delle importazioni e delle esportazioni della maggior parte
dei Paesi dell'AELS ha riscontrato una netta flessione nel corso della prima
metà del 1975, seguendo d'altronde l'evoluzione dell'insieme del commercio mondiale. Nondimeno, poiché sono aumentati i prezzi all'importazione
e all'esportazione, ne è generalmente risultato un rialzo in valore. Per quanto concerne la Svizzera, le sue importazioni provenienti dai Paesi dell'AELS
sono scemate maggiormente delle esportazioni destinate agli altri Paesi
membri.
Il comitato economico dell'AELS, nel corso delle sue riunioni biannuali, ha proceduto ad una disamina comparativa dell'evoluzione economica nei Paesi dell'associazione e ha studiato la situazione economica
mondiale. Nel corso della sessione autunnale, esso ha constatato segnatamente che nella zona dell'OCSE occorrerebbe badare maggiormente alla
situazione e all'evoluzione economica dei piccoli Paesi. Inoltre, il Comitato
ha accertato una notevole diversificazione delle priorità nella politica congiunturale dei singoli Paesi dell'AELS. I ministri dell'AELS hanno, a loro
volta, evidenziato, in occasione della loro ultima riunione, che a cagione
della debole domanda estera i provvedimenti individuali dei singoli Stati
non potrebbero da soli combattere efficacemente la recessione, per cui risulta importante l'intensificazione della cooperazione internazionale.
Gli organi e i comitati dell'AELS continuano ad adoperarsi, nella loro
attività corrente, per preservare e sviluppare il libero scambio, come già
indicammo minutamente nei nostri precedenti rapporti di politica economica esterna e in particolare nell'ultimo.
3 Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico
(OCSE)
31 Comitato esecutivo in sessione speciale (CES)
II «Comitato esecutivo in sessione speciale», composto di alti funzionari dei Paesi membri dell'OCSE responsabili della politica economica
esterna e presieduto dall'ambasciatore P.R. Jolies, si è avantutto occupato
dei negoziati con i Paesi in sviluppo (compresi i Paesi produttori di
704
petrolio), che avranno luogo nel quadro della «Conferenza sulla cooperazione economica internazionale» (CCEI) (cfr. n. 15).
La preparazione comune di questi negoziati risulta assai importante,
poiché la Conferenza non è aperta a tutti gli Stati membri dell'OCSE.
Conseguentemente, il Comitato esecutivo in sessione speciale ha il compito
d'assicurare l'informazione dei non partecipanti, di procurarsi una chiara
visione dei problemi, di stabilire un'unità d'azione oppure d'armonizzare
le opinioni discrepanti e d'esaminare gli effetti economici, a livello mondiale, delle soluzioni preconizzate.
Infine, al comitato spetta un altro compito non meno importante, ossia quello di assicurare il collegamento fra i lavori della conferenza e quelli
degli altri organismi internazionali di negoziato.
I minuti preparativi dei negoziati, che devono svolgersi in seno alle
quattro commissioni previste dalla conferenza sulla cooperazione economica internazionale, competono all'Agenzia internazionale dell'energia dell'
OCSE, per quanto concerne le questioni energetiche (cfr. n. 32), come anche a tre gruppi speciali, incaricati, il primo, dei problemi inerenti ai prodotti di base, il secondo, dei problemi concernenti lo sviluppo e il terzo,
degli aspetti finanziari e monetari della conferenza.
II gruppo che si occupa delle materie prime esamina le possibilità di
risolvere il problema per quindici prodotti di basi, mediante soluzioni che
dovrebbero soprattutto consentire di stabilizzare gli introiti di esportazione
dei Paesi in sviluppo, pur rendendo possibile gli investimenti d'espansione
necessari.
Il gruppo che tratta i problemi di sviluppo s'occupa precipuamente delle tematiche di politica commerciale, del trasferimento degli introiti finanziari ai Paesi in sviluppo, della cooperazione scientifica e tecnologica con
questi Paesi, come anche del loro sviluppo agricolo ed industriale.
Infine, il gruppo chiamato a studiare gli aspetti monetari e finanziari
ha esaminato finora gli effetti economici esplicati dall'aumento del prezzo
del petrolio a livello mondiale, le conseguenze di una indicizzazione di
questo prezzo e di quello d'altre materie prime importanti, l'evoluzione
delle condizioni di scambio fra Paesi produttori di petrolio e Paesi industrializzati, come anche i problemi posti dal collocamento delle eccedenze
della bilancia dei pagamenti correnti dei Paesi produttori di petrolio.
32 Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE)
II programma a lungo termine inteso a ridurre la dipendenza dalle importazioni di petrolio si estende a quattro settori di cooperazione: i provvedimenti di conservazione, lo sviluppo accellerato d'energie sostitutive, la
705
ricerca e lo sviluppo in materia energetica e la sicurezza dell'approvvigionamento con combustibili nucleari.
Nel 1975 le importazioni di petrolio e di prodotti derivati dei Paesi
dell'AIE sono state inferiori del 6 per cento circa a quelle del 1973. Se la
curva del consumo avesse però seguito il suo corso abituale durante il periodo 1968-1973, nel 1975 si sarebbe per contro registrato un aumento delle
importazioni del 23 per cento. Le politiche di conservazione applicate da
tutti i Paesi membri come anche l'efficacia di diversi provvedimenti attuati
sono stati sistematicamente esaminati dall'Agenzia, la quale ha potuto costatare che la maggior parte dei programmi nazionali già elaborati potrebbero ancora essere sensibilmente migliorati. È stato pertanto compilato un
elenco ' dei provvedimenti atti ad assicurare la conservazione dell'energia
allo scopo d'aiutare i Paesi membri nell'allestimento dei progetti.
Conformemente alla decisione di principio della primavera 1975 riguardo allo sviluppo d'energie sostitutive, è in via d'elaborazione un programma di cooperazione a lungo termine che prevede l'esame regolare dei
progetti di sviluppo d'energie sostitutive. L'Agenzia funzionerà dunque da
collegamento tra i partecipanti interessati a uno dei progetti. Infatti, l'ineguaglianza di trattamento di un partecipante straniero può intralciare l'attuazione regolare di un progetto, percui l'Agenzia deve adoperarsi ad eliminare i fattori discriminanti, di natura giuridica e amministrativa. Al riguardo, è stato avantutto compilato un inventario delle pratiche discriminanti e sono stati successivamente istituiti i principi della cooperazione a
progetti specifici di ricerca e di sviluppo, tenuto però conto che i diritti e
gli obblighi inerenti dovranno ancora essere disciplinati in accordi speciali.
Le analisi particolareggiate dell'Agenzia hanno fornito informazioni
preziose circa l'ampiezza, i costi e i termini d'esecuzione dei progetti di sviluppo d'energie sostitutive, dalle quali risulta che la gamma dei costi per le
singole fonti energetiche sostitutive è assai ampia. L'attuazione di progetti
fondati su nuove tecnologie, come la gaseificazione o la liquefazione del
carbone, provocherebbe ad esempio oneri elevatissimi.
I programmi, precedentemente stabiliti, concernenti l'utilizzazione dei
residui termici, la produzione energetica a partire dai rifiuti industriali e
domestici, come anche la produzione d'idrogeno, sono seguiti da altri sei
programmi nei settori della tecnologia del carbone, della sicurezza degli
impianti nucleari, del trattamento dei residui radioattivi, della conservazione dell'energia, della fusione nucleare e dell'utilizzazione dell'energia
solare. Sono stati infine attuati importanti progressi per quanto concerne i
lavori preliminari intrapresi in sette altri campi e l'analisi sistematica permettente d'utilizzare il più razionalmente possibile i mezzi attribuiti alla
ricerca. Allo scopo di determinare in modo più soddisfacente il fabbisogno
di combustibili nucleari dei Paesi dell'AIE, appare indispensabile un riesame dei progetti di costruzione di centrali nucleari. Del rimanente, 1'
706
Agenzia si preoccupa non soltanto della copertura del fabbisogno in combustibile, bensì del ciclo completo del combustibile nucleare.
Nel quadro del programma d'urgenza, è stato elaborato un piano di
ripartizione per assicurare, nel caso di una nuova crisi d'approvvigionamento, una ripartizione equa del petrolio disponibile nei Paesi membri.
Ancorché il piano potrebbe essere messo immediatamente in vigore, si reputa opportuno di approfondire ancora l'esame di taluni problemi. Al
fine di raccogliere i dati necessari all'approntamento di un sistema di ripartizione, è previsto di sottoporre il sistema a una prova funzionale nel 1976.
In applicazione di una decisione adottata nel settembre 1975 dal Consiglio
di direzione, l'obbligo d'immagazzinamento, uno degli elementi del piano
di ripartizione, è stato aumentato da 60 a 70 giorni, con effetto dal 1° gennaio 1976, tenuto conto che lo scopo finale è quello di giungere a 90 giorni,
entro il 1980. Le questioni inerenti alla restrizione del consumo in tempo di
crisi sono state oggetto soltanto di lavori preliminari per mancanza di
tempo.
Allo scopo di migliorare la conoscenza dei meccanismi del mercato petroliero internazionale, è prevista l'istituzione di un centro d'informazione,
grazie al quale l'Agenzia potrà valutare più esaustivamente la situazione
dei prezzi, dei costi e degli investimenti, come anche gli altri aspetti del
mercato petroliero. Attraverso le consultazioni con le compagnie petroliere,
predisposte la scorsa primavera, i Paesi membri dell'Agenzia e i rappresentanti delle compagnie petroliere, nazionali e internazionali, possono procedere a scambi d'opinioni e d'esperienze. Siffatte consultazioni hanno avuto luogo l'anno scorso, ad esempio, con società americane e inglesi.
33 Fondo d'aiuto finanziario dell'OCSE
II 26 novembre abbiamo ratificato l'accordo costituente un fondo d'
aiuto finanziario (cfr. nostro quinto rapporto di politica economica esterna).
34 Comitato degli scambi
II Comitato degli scambi ha assistito nell'esame delle questioni commerciali il gruppo di lavoro incaricato della preparazione della CCEI e ha
risolto di compilare un elenco dei problemi commerciali che verranno discussi nel quadro di quest'ultima; esso ha svolto un'analisi delle possibilità
di applicare, in favore dei Paesi in sviluppo, provvedimenti differenziati per quanto concerne l'eliminazione degli ostacoli non tariffali agli
scambi.
Il Comitato si è parimente occupato della possibilità di promuovere la
cooperazione internazionale nel settore dei controlli all'esportazione.
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D'intesa con il Comitato d'esame delle situazioni economiche e dei
problemi di sviluppo, il Comitato degli scambi ha inoltre provveduto a
consultazioni riguardo alla soprattassa all'importazione, istituita dal Portogallo.
L'opera del Comitato degli scambi nel settore della garanzia contro
i rischi all'esportazione, svolta per evitare un'aspra concorrenza in materia
di crediti, ha consentito sensibili progressi per quanto concerne la fornitura di centrali nucleari e d'aeroplani e le spese locali. È pure stato oggetto
di discussione un altro problema insoluto, ossia quello del livello dei tassi
d'interesse in materia di finanziamento, qualora trattisi d'accordi settoriali
35 Comitato di politica economica (CPE)
II Comitato di politica economica si è prevalentemente occupato di
una disamina della situazione economica nei grandi Paesi membri dell'organizzazione, allo scopo di scrutare l'esistenza dei segni precursori di una
ripresa economica nell'insieme della zona OCSE; esso ha accertato che la
ripresa si è già palesata negli Stati Uniti e, in misura minore, nel Giappone
e che essa potrebbe parimente manifestarsi in Europa durante la prima
metà del 1976. Esso giudica però che non è ancora possibile prevedere se
questa ripresa avrà un carattere durevole. Il Comitato ha inoltre osservato
che, a cagione dei forti scarti fra singoli saggi inflattivi, gli squilibri delle
bilance dei pagamenti rischiano di peggiorare. Per quanto concerne l'evoluzione a più lungo termine delle economie dei Paesi industrializzati, il
Comitato reputa necessario procedere a uno studio delle cause strutturali
della disoccupazione e dell'inflazione, che impediscono una crescita armoniosa. Il Comitato ha infine incaricato un gruppo di lavoro temporaneo
d'esaminare la situazione delle bilance dei pagamenti dei piccoli Paesi
membri e dei Paesi in sviluppo non produttori di petrolio.
Il Gruppo di lavoro n. 3 del CPE ha proseguito l'esame delle bilance
dei pagamenti e ha accertato che il disavanzo corrente dell'insieme dei Paesi dell'OCSE è nettamente diminuito nel 1975 rispetto al 1974, ancorché
sia presumibile un nuovo aumento nel 1976. Esso ha inoltre reputato che
lo sviluppo del commercio esterno della zona dipenderà anzitutto dallo sviluppo delle attività commerciali negli Stati industrializzati e pertanto dalla
ripresa economica in questi Paesi.
Il Gruppo di lavoro n. 2 ha terminato i suoi lavori sulle spese pubbliche e si occuperà d'ora in poi dello studio delle possibilità di crescita fino
al 1980.
708
36 Comitato dell'investimento internazionale
e delle aziende multinazionali
II Comitato dell'investimento internazionale e delle aziende multinazionali si è occupato prevalentemente di elaborare direttive sulle aziende
multinazionali e accordi circa la procedura di consultazione riguardo ai
provvedimenti pubblici intesi a promuovere o a frenare gli investimenti,
nonché all'applicazione del principio del «trattamento nazionale» (non discriminazione delle aziende poste sotto controllo straniero).
Le discussioni sulle direttive inerenti al comportamento delle società
multinazionali avevano lo scopo di valutare oggettivamente l'importanza
di queste aziende in seno all'economia. Sono stati trattati pure altri temi,
come ad esempio l'applicabilità e la portata di direttive particolari, nonché
la questione a sapere se talune raccomandazioni non condurrebbero a una
discriminazione delle aziende multinazionali o risulterebbero contrarie alle
prescrizioni e agli usi nazionali. Hanno infine avuto luogo consultazioni
con gli organi di consulenza dell'OCSE, composti di rappresentanti delle
organizzazioni nazionali di datori di lavoro e di lavoratori.
4 Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio
(GATT)
41 Negoziati commerciali multilateral!
I negoziati multilaterali, entrati in una nuova fase all'inizio dell'anno,
sono proseguiti nonostante il deterioramento delle condizioni economiche.
Come lo ha rilevato il Comitato di negoziato in occasione della sua sessione di luglio, 'le trattative propriamente dette hanno ora avuto inizio in
diversi settori, quand'anche finora non siano stati conseguiti risultati tangibili. Questo parziale insuccesso era prevedibile, considerata
l'ampiezza e la complessità di uno sforzo inteso ad apportare simultaneamente soluzioni coerenti ed equilibrate a un numero rilevante di problemi
del commercio internazionale. La necessità di trattare, in una prima fase,
un'ampia gamma di soggetti di negoziato, prima ancora che si manifestino
per l'una o per l'altra di queste tematiche le premesse di un'intesa, ha suscitato ovviamente una certa impazienza in taluni Stati partecipanti, in
particolare nei Paesi in sviluppo. Questa prassi induce però i Paesi
a esporre e giustificare, già all'inizio dei negoziati, i diversi elementi della
loro politica commerciale e i nessi esistenti, aumenta pertanto la trasparenza della situazione e rende più difficile deroghe autonome all'ordine
esistente. I negoziati apportante quindi, già a breve termine, un contributo
non trascurabile in favore degli sforzi intesi a mantenere il grado di liberalizzazione degli scambi al suo livello attuale.
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Nel settore dei negoziati sui prodotti agricoli, non sono ancora state"
eliminate le discrepanze fondamentali, apparse segnatamente fra gli Stati
Uniti e l'Australia, da un lato, e i Paesi europei nonché il Giappone, dall'
altro. La prima conseguenza è stata un conflitto procedurale durante il
quale l'uno e l'altro campo si sono adoperati per costituirsi posizioni di
partenza possibilmente favorevoli a sostegno dei loro pareri sul futuro
disciplinamento del commercio agricolo. Questo problema, se rimane insoluto, minaccia di ostacolare vieppiù l'insieme dei negoziati, poiché non
solo ritarda la vera e propria discussione agraria costituente un elemento
essenziale di un negoziato equilibrato per tutti i partecipanti, ma anche
poiché crea un senso d'insicurezza circa la questione a sapere se i diversi
gruppi debbano limitare i dibattiti ai pertinenti problemi del commercio
con beni industriali oppure debbano estenderli ai provvedimenti analoghi
del settore agrario.
Nonostante queste difficoltà, il Gruppo Agricoltura ha convenuto nondimeno che i negoziati debbano perseguire la liberalizzazione e la stabilizzazione dei mercati agricoli, tenuto conto segnatamente degli interessi
particolari dei Paesi in sviluppo. Nel settore cerealicolo, i risultati dei
negoziati apertisi in seno al Consiglio internazionale del grano a Londra
circa un nuovo accordo sui cereali dovranno essere presi in considerazione
al momento delle trattative di Ginevra. In effetti, l'URSS, la quale costituisce al riguardo un fattore particolarmente importante del mercato, è
assente dal GATT, ma partecipa al Consiglio internazionale del grano.
Del rimanente, le discussioni si proseguono allo scopo di determinare se i
futuri sistemi d'immagazzinamento debbano essere associati a un meccanismo disciplinante le quantità o i prezzi. Nei sottogruppi che si occupano
della carne e dei latticini, sono stati esaminati preliminarmente il sistema
del commercio esterno e le posizioni di partenza nei negoziati di una serie
di Paesi, fra i quali la Svizzera.
Il gruppo incaricato di trattare prioritariamente i problemi dei prodotti tropicali ha proseguito i suoi lavori e ha previsto che le risposte, in
forma d'offerte concrete, dei Paesi industrializzati alle domande dei Paesi
in sviluppo dovrebbero avvenire entro il 1° maggio 1976; i lavori sono
pertanto maggiormente progrediti proprio in questo settore. Per quanto
concerne la Svizzera, 28 Paesi in sviluppo le hanno finora presentato complessivamente 24 elenchi d'istanze concernenti 125 voci tariffali. Siffatte
domande hanno dato origine a una prima serie di consultazioni con i Paesi
interessati, che hanno offerto a quest'ultimi la possibilità di precisare i loro
postulati e alla Svizzera 'l'occasione di esporre il suo sistema d'importazione.
Entro il 1° marzo avranno luogo altre consultazioni bilaterali e multilaterali; è parimente possibile che siano presentate nuove domande.
Il gruppo che si occupa dei negoziati inerenti alle tariffe doganali ha
proseguito le discussioni inerenti a un piano d'abbattimento tariffale, d'apFoglio federale 1976, Voi. I
47
710
plicazione possibilmente generale, fondandosi sulle ipotesi di lavoro non
vincolanti, presentate dai diversi Paesi partecipanti. Per il mese di marzo è
attesa una proposta esaustiva degli Stati Uniti. In questo contesto permane
insoluta la questione a sapere se un piano comune di riduzione tariffale
consenta, e nell'affermativa in quale misura, di conseguire l'armonizzazione
delle tariffe doganali, preconizzata da diversi Paesi tra i quali la Svizzera.
Nel settore delle misure non tariffali, i negoziati sono continuati nel quadro di quattro gruppi, istituiti appositamente all'inizio dell'anno, owerossia
quelli che si occupano degli ostacoli tecnici agli scambi (norme), delle restrizioni quantitative e delle procedure di licenza, delle formalità doganali e
dei sussidi, nonché dei dazi compensativi. Nessun gruppo è stato incaricato
finora di procedere all'esame di altri soggetti di negoziato, ancorché sia
previsto che, nei primi mesi dell'anno prossimo, sarà presa una decisione
circa la scelta di nuovi temi, tra i quali le norme anti-dumping e le politiche d'acquisto dei governi assumono una considerevole importanza. La
maggiore progressione è registrata dai lavori concernenti gli ostacoli tecnici
agli scambi, perseguenti lo scopo di approntare definitivamente un progetto di codice delle norme, che essenzialmente stabilisca le procedure agevolanti un'armonizzazione mondiale dei disposti, sovente divergenti in
modo notevole da un Paese all'altro. Anche le discussioni concernenti le restrizioni quantitative sono entrate in una fase concreta. Durante
l'autunno sono state avviate consultazioni bilaterali e plurilaterali per
esaminare i motivi, la portata, la compatibilita con l'Accordo generale
nonché la giustificazione economica e sociale delle restrizioni quantitative
esistenti e per determinare simultaneamente le possibilità di eliminarle. Infine, il gruppo contributi e dazi compensativi ha proceduto a un primo scambio d'opinioni sulle proposte finora espresse da sei Paesi, che hanno segnatamente permesso di evidenziare due concezioni contrapposte, delle
quali la prima, quella degli Stati Uniti, intende avantutto disciplinare le
condizioni alle quali potrebbero essere accordati contributi, mentre l'altra,
quella della Comunità, è volta a stabilire i casi d'applicazione dei dazi
compensativi.
I lavori preparatori di natura tecnica concernenti il metodo complementare di negoziato (settoriale), sono stati proseguiti e devono permettere,
se necessario, di procedere senza indugio alla ricerca di un disciplinamento
coerente di tutti gli ostacoli, tanto tariffali quanto non tariffali, che possono presentarsi in settori economici determinati. Si potrà pertanto conseguire risultati diversi da quelli ottenuti con l'applicazione di soluzioni generali. È pure progredito l'esame dell'attuale sistema multilaterale delle clausole di salvaguardia.
In tutti i settori dei negoziati, i Paesi in sviluppo hanno affermato
la necessità di trovare soluzioni differenziate, adeguate alla loro particolare
situazione. I Paesi industrializzati fanno prova di notevole comprensione
711
rispetto a queste istanze, che stanno esaminando attentamente, ma, poiché i
risultati generali dei negoziati indugiano a delinearsi con sufficiente precisione, esitano a vincolarsi a soluzioni globali in favore dei Paesi in
sviluppo. Siffatti impegni potrebbero in effetti ostacolare il corso generale
dei loro negoziati con gli altri Paesi.
Lo svolgimento delle trattative dimostra sempre più chiaramente che
per risolvere i problemi in esame occorrerà parimente rivedere le norme
disciplinanti attualmente il commercio internazionale. Tenuto conto della
progressione dei lavori, ma anche dello stato dei rapporti economici internazionali, questo aspetto dei negoziati particolarmente importante per la Svizzera dovrebbe essere trattato con estrema cautela. Trattasi in particolare di
determinare, in taluni settori, se 1 metodo più adeguato e più efficace consisterebbe in un rafforzamento delle norme vigenti oppure nel rinnovo di
quest'ultime. Nei due casi, sarà pure necessario esaminare l'istituzione di
meccanismi di consultazione, di sorveglianza e d'arbitrato.
42 Applicazione corrente dell'Accordo generale
Un nuovo «Gruppo consultivo dei Diciotto» — di cui fa parte la Svizzera — è stato istituito in seno ail GATT (provvisoriamente per la durata
di un anno) allo scopo non solo di tutelare e mantenere più efficacemente il
livello di liberalizzazione finora raggiunto, bensì anche di costituire un
fronte comune contro nuovi dissesti. Questo gruppo che, secondo le esigenze, si adunerà a livello degli alti funzionari o dei Ministri, ha tenuto la
sua prima sessione in novembre ed è incaricato di tre compiti ossia:
— seguire l'evoluzione del commercio internazionale badando affinchè le
politiche commerciali rimangano compatibili con le finalità e i principi
dell'Accordo generale;
— prevenire e combattere nella massima misura possibile nuove perturbazioni pregiudicanti il sistema del commercio mondiale;
— riesaminare la cooperazione fra il GATT e il Fondo monetario internazionale, segnatamente per quanto concerne gli effetti limitativi esercitati sul commercio dalle difficoltà delle bilance dei pagamenti.
In un periodo vieppiù contrassegnato da tendenze protezionistiche, l'attività di questo gruppo ha un significato particolare poiché consente ai responsabili della politica commerciale di conoscere meglio i concetti degli
uni e degli altri e di armonizzare gli obiettivi.
Ancorché la situazione economica mondiale sia ancora peggiorata nel
corso del periodo considerato, i Governi sono generalmente riusciti a contenere le pressioni protezionistiche accresciute. I nuovi casi di provvedimenti
straordinari di protezione sono infatti stati relativamente poco numerosi e si
riferiscono essenzialmente alla Svezia (restrizione all'importazione di calza-
712
ture), al Canada (restrizione all'importazione <à uova e di prodotti fabbricati a base di uova), e al Brasile (deposito all'importazione). Nella presente
situazione, caratterizzata da un'indebolimento sincronizzato dell'attività
economica a livello mondiale, assume pertanto una peculiare importanza la
vigilanza che i Paesi esercitano mutualmente sulla disciplina da osservare
in materia di politica commerciale, nel quadro dell'Accordo generale.
5 Cooperazione economica multilaterale con i Paesi
in sviluppo
La cooperazione multilaterale con i Paesi in sviluppo resta sempre al centro delle relazioni economiche internazionali. Siffatta rilevanza è
attestata da due eventi capitali: la settima sessione straordinaria dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tenuta all'inizio del mese di settembre, e
l'apertura a Parigi, a metà dicembre, della Conferenza sulla cooperazione
economica internazionale.
La volontà manifesta di evitare conflitti ha creato, in occasione dell'
Assemblea di New York, un clima propizio alla ricerca comune di soluzioni
agli ardui problemi assillanti la cooperazione allo sviluppo. Un prossimo
incontro d'importanza mondiale, la quarta Conferenza della CNUCED, che
avrà luogo a Nairobi nel mese di maggio 1976, fornirà l'occasione di determinare in quale misura potranno essere attuati progressi concreti, segnatamente per quanto concerne la questione prioritaria e assai complessa delle
materie prime.
I preparativi intrapresi dai Paesi membri dell'OCSE, considerando l'attività presente e futura della CNUCED, dell'ONUDI e della Conferenza
sulla cooperazione economica internazionale, hanno permesso di compilare
un inventario complessivo dei diversi interventi possibili e di analizzarne le
conseguenze. La Svizzera ha partecipato attivamente a questi lavori preparatori intesi a fornire a tutti i Paesi industrializzati un'accettabile apprezzamento della situazione nonché proposte di soluzione ai numerosi problemi.
II Comitato dello sviluppo della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale si è adunato per la sua quarta seduta a Washington, all'
inizio di settembre, immediatamente dopo la riunione del Comitato interinale del FMI, cui la Svizzera partecipa in qualità d'osservatore. Il Comitato
ha riscontrato i primi soddisfacenti risultati concreti delle sue iniziative; trattasi avantutto dell'istituzione del «Terzo sportello» della Banca mondiale,
il cui scopo è di consentire ai Paesi in sviluppo, con debole reddito e
a reddito medio, d'ottenere crediti favorevoli. Ma anche l'istituzione dei
due fondi d'abbuono d'interessi, necessari al funzionamento di questo «Terzo sportello» e dell'<<Agevolazione petroliera» del 1975 (la quale ha lo scopo
713
di consentire ai Paesi in sviluppo i più duramente colpiti di procurarsi
a condizioni favorevoli i fondi necessari al riassett della loro bilancia dei
pagamenti) è dovuta a un'iniziativa del Comitato di sviluppo. Quest'ultimo
si è inoltre dedicato all'esame di una serie di nuovi provvedimenti, tra i
quali va evidenziata l'istituzione di un fondo speciale (Trust Fund) inteso
a ristabilire l'equilibrio della bilancia dei pagamenti dei Paesi più depressi,
segnatamente per il tramite di una stabilizzazione degli introiti d'esportazione di materie prime. Il Trust Fund dovrebbe in particolare essere finanziato mediante l'utile risultante dalla vendita di un sesto delle riserve in oro
del Fondo monetario e mediante contributi dei Paesi membri dell'OPEP. Il
Comitato di sviluppo ha d'altronde approvato un aumento del capitale della
Banca mondiale.
Nel settore dell'aiuto finanziario, avete trattato due messaggi sottopostovi e approvato i corrispondenti decreti federali. Il primo messaggio, del
16 giugno, concerneva l'adesione della Svizzera alla Banca interamericana di
sviluppo. Questa partecipazione, implicante un contributo pari a 48 milioni
di franchi, dei quali restano da finanziare soltanto 18 milioni, consentirà
alla Svizzera di rafforzare la sua cooperazione con una parte del mondo
cui è tradizionalmente legata da strette relazioni economiche. Il secondo
soggetto di questo messaggio riguardava un mutuo di 6 milioni di franchi al
Camerun, che deve consentire a questo Paese africano di finanziare la costruzione di un ponte sul fiume Sanaga presso Koro e di favorire pertanto
lo sviluppo delle regioni adiacenti. Il secondo messaggio, datato del 15 ottobre, concerneva la partecipazione della Svizzera, in forma di donazione, ai
due suddetti fondi d'abbuono d'interessi delle istituzioni di Bretton Woods,
con un ammontare totale di 25 milioni di franchi svizzeri. 15 milioni di
franchi sono destinati al fondo designato «Terzo sportello», istituito nel
quadro della Banca mondiale, e 10 milioni di franchi sono assegnati al
fondo istituito per l'«Agevolazione petroliera» del Fondo monetario internazionale. Siccome questi nuovi meccanismi perseguono lo scopo d'adeguare le condizioni per i'1 trasferimento di taluni mezzi finanziari a destinazione dei Paesi più depressi alla situazione della loro bilancia dei pagamenti, la partecipazione svizzera evidenzia l'interesse del nostro Stato per
l'eliminazione delle difficoltà esterne di finanziamento che potrebbero perturbare indebitamente la capacità d'importazione di questi Paesi.
In settembre avete approvato il decreto concernente un credito d'aiuto
finanziario di 20 milioni di franchi al Bangladesh, grazie al quale la Svizzera intende partecipare al finanziamento di una fabbrica di fertilizzanti.
L'accordo concluso il 17 settembre 1974 con il Fondo africano di sviluppo
(PAD), che prevede un contributo di 12 milioni di franchi svizzeri, è entrato in vigore il 3 ottobre 1975. Questo contributo costituisce la partecipazione della Svizzera all'aumento generale straordinario degli introiti
del FAD.
714
La concessione di un prestito di 200 milioni di franchi all'Associazione
internazionale di sviluppo (IDA) nel quadro della quarta ricostituzione
delle risorse di questa istituzione, approvata durante le sessioni di marzo e
di giugno, ha costituito l'oggetto di un referendum riuscito. La votazione
popolare al riguardo avrà probabilmente luogo il 13 giugno 1976.
La situazione alimentare mondiale si è sensibilmente distesa a contare
dall'anno scorso, grazie alle messi record nell'America del Nord e al raccolto migliore di numerosi Paesi in sviluppo, segnatamente dei produttori di
riso dell'Estremo Oriente. Nondimeno, a cagione degli importanti acquisti
di grano dell'Unione Sovietica, le riserve mondiali, che sono scese a un livello preoccupante, potranno essere ricostituite solo minimamente. Per
questo motivo l'approvvigionamento mondiale con prodotti alimentari di
base risulta ampiamente subordinato, ancora una volta, all'esito del prossimo raccolto così da destare notevoli preoccupazioni.
La situazione dell'approvvigionamento dei Paesi in sviluppo più depressi è complessivamente peggiorata. Essi hanno infatti potuto coprire
autonomamente il loro fabbisogno d'importazione alimentare soltanto in
modo insufficiente, dato l'aggravamento dei disavanzi della loro bilancia
dei pagamenti.
Gli sforzi internazionali intesi ad attuare le risoluzioni adottate nel
1974 dalla Conferenza mondiale dell'alimentazione (CMA) si sono urtati
a difficoltà crescenti, cosicché la costituzione del Fondo internazionale di
sviluppo agricolo, prevista dalla CMA, permane incerta. Una seconda riunione degli Stati che entrano in considerazione come Paesi donatori o beneficiari, tenutasi a Roma alla fine del mese di ottobre e alla quale la
Svizzera ha partecipato, non ha potuto chiarire la situazione riguardo ai
contributi. È dunque prevista una nuova sessione di questi Paesi all'inizio
del 1976.
In materia d'aiuto alimentare, la situazione appare più favorevole e
la finalità stabilita dal CMA, ossia di fornire a titolo d'aiuto ai Paesi in
sviluppo almeno dieci milioni di tonnellate di cereali e d'altri prodotti alimentari per anno a contare dal 1975, è già quasi stata conseguita nel corso
dell'anno trascorso.
La contribuzione della Svizzera consiste, da un lato, nella fornitura
di latticini entro i limiti del nuovo credito di programma che vi abbiamo
proposto per gli anni 1976 al 1978 e, dall'altro, nella sua partecipazione, in
qualità di membro, alla Convenzione concernente l'aiuto alimentare. Siffatta convenzione è stata prorogata, con il nostro consenso, per un nuovo
periodo di un anno, ovverossia fino al 30 giugno 1976. Infine, continuiamo
a sostenere il Programma alimentare mondiale (PAM) dell'ONU mediante
contributi annui in denaro e in prodotti alimentari.
L'istituzione di riserve sufficienti di prodotti alimentari di base costituisce un altro fattore essenziale per il miglioramento della sicurezza ali-
715
meritare nel mondo. Le discussioni in corso concernono avantutto la proposta degli Stati Uniti di costituire una riserva mondiale di grano e di riso
di trenta milioni di tonnellate, che verrebbe amministrata dagli Stati stessi,
ma coordinata a livello internazionale. Questo problema, come anche le
altre questioni connesse, sono esaminate, sia in seno al Consiglio internazionale del grano a Londra, sia nel quadro dei negoziati commerciali multilaterali condotti nel GATT, a Ginevra. La settima sessione straordinaria
dell'Assemblea generale dell'ONU ha, d'altro canto, raccomandato l'istituzione di una riserva d'emergenza di almeno 500 000 tonnellate di cereali
panificabili da mettere a disposizione del PAM.
Nel frattempo, più di sessanta Paesi, tra i quali la Svizzera, hanno sottoscritto la Convenzione internazionale sulla sicurezza alimentare mondiale,
elaborata dalla FAO.
Un nuovo Accordo internazionale sul cacao è stato negoziato in ottobre
nel corso di una conferenza delle Nazioni Unite, tenuta sotto gli auspici
della CNUCED a Ginevra. Questo accordo, inteso a sostituire, a contare
dal 1° ottobre 1976, quello entrato in vigore nel 1972, vi sarà sottoposto,
per approvazione, all'inizio del 1976. L'innovazione essenziale del nuovo
atto consiste in un aumento sensibile della forbice dei prezzi, tenuto conto
della situazione prevalente sul mercato. Inoltre, gli acconti per le forniture
alle riserve regolatrici verranno più che raddoppiati. Questi due provvedimenti devono contribuire a promuovere la produzione del cacao, affinchè
il mercato risulti meglio equilibrato.
Sono pure stati conclusi i negoziati condotti nel novembre a Londra,
nel quadro dell'Organizzazione internazionale del caffè, riguardo a un nuovo accordo su caffè implicante disposizioni economiche. La difficoltà principale consisteva nella determinazione dei contingenti d'esportazione sulla
base di nuove possibilità di produzione e di fornitura nei differenti Paesi
produttori. Il nuovo accordo, che deve pure entrare in vigore il 1° ottobre
1976, è stato concepito per una durata di sei anni. Nondimeno, fintanto
che persisterà la situazione attuale dell'offerta, fortemente contratta a cagione della caduta importante della produzione brasiliana, non è presumibile che il disciplinamento convenuto delle aliquote venga effettivamente
applicato.
Per contro, non ha ancora potuto essere negoziato un nuovo Accordo
internazionale sul grano poiché esistono ancora discrepanze d'opinione riguardo a problemi fondamentali fra i Paesi i più interessati. Urge nondimeno la necessità di realizzare progressi in questo settore, allo scopo di
migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento a livello mondiale.
All'inizio di luglio è stata messa in vigore una nuova ordinanza concernente le regole d'origine che disciplinano la concessione di preferenze
tariffali ai Paesi in sviluppo, intesa ad armonizzare, formalmente e mate-
716
rialmente, le prescrizioni svizzere con quelle applicate dagli altri Paesi europei che accordano preferenze. Le norme d'origine, se sono uniformi nel
limite delle possibilità, dovrebbero consentire ai Paesi in sviluppo di trarre
maggior profitto dai vantaggi tariffali concessi.
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha tenuto la settima sessione
straordinaria in settembre a New York e si è occupata dei problemi di sviluppo e della cooperazione economica internazionale.
La sesta sessione straordinaria dell'Assemblea del 1974, dedicata alle
materie prime e allo sviluppo (cfr. n. terzo rapporto di politica economica
esterna) aveva manifestato l'esistenza di profonde divergenze d'opinione
fra i Paesi industrializzati e i Paesi in sviluppo, concretate dalle numerose
riserve formulate dalla quasi totalità dei Paesi industrializzati rispetto alla
dichiarazione e al programma d'intervento per l'istituzione di un nuovo
ordine economico internazionale. Per contro, la settima sessione è stata
contrassegnata da un netto miglioramento delle relazioni ed è risultata imperniata sulla volontà manifesta di trovare soluzioni comuni ai molteplici
problemi che assillano presentemente la comunità internazionale.
Questo spirito di conciliazione doveva permettere l'approvazione unanime di una risoluzione inerente a tutti i settori della cooperazione allo
sviluppo: commercio internazionale; trasferimento delle risorse finanziarie;
scienza e tecnica; industrializzazione; alimentazione e agricoltura; cooperazione tra Paesi in sviluppo; ristrutturazione del settore economico e del
settore sociale del sistema delle Nazioni Unite. Nondimeno, taluni Paesi
occidentali, segnatamente gli Stati Uniti, hanno presentato osservazioni
assumenti di fatto il carattere di riserve.
Il risultato di questa sessione è avantutto un successo politico. Resta
però da dimostrare in quale misura il nuovo clima di conciliazione e di
cooperazione sarà garante di progressi verso accordi concreti, sia in seno
alla Conferenza sulla cooperazione economica internazionale («Dialogo»),
sia nelle Nazioni Unite e nelle organizzazioni del sistema, segnatamente
nella CNUCED.
Il nostro Paese, candidato, in occasione della cinquantanovesima sessione del Consiglio economico e sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite, a
un seggio in seno alla Commissione delle Società multilaterali dell'ECOSOC,
formata di periti governativi, non è stato eletto mancandogli un voto. Esso
continua nondimeno a seguire i lavori della Commissione per il tramite di
un osservatore. Nell'agosto 1975, il Segretario generale delle Nazioni Unite
ha nominato il signor K.A. Sahlgren, della Finlandia, come primo direttore del Centro d'informazione e di ricerca, che assume una rilevante importanza operativa sotto l'alta sorveglianza della Commissione.
Il Consiglio della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo
sviluppo (CNUCED) si è adunato due volte; suo compito principale con-
717
sisteva nella compilazione dell'ordine del giorno della Conferenza plenaria
che si adunerà ogni quattro anni (CNUCED IV, maggio 1974, Nairobi).
Fra i grandi temi di discussione, che si iscrivono nel quadro delle istituzioni
di un «Nuovo ordine economico internazionale», contano segnatamente i
prodotti di base, le risorse finanziarie per lo sviluppo, il trasferimento di
tecnologie e i problemi istituzionali.
Le Commissioni permanenti del Consiglio della CNUCED si sono occupate, a fine d'anno, della preparazione dei lavori per la conferenza di
Nairobi. Oltre a compiti tecnici abituali, trattavasi di designare i temi che
potranno costituire l'oggetto di decisioni politiche al momento della Conferenza del maggio prossimo. La Commissione dei prodotti di base ha proseguito l'esame di una soluzione globale integrata dai problemi posti nel
commercio internazionale delle materie prime, segnatamente allo scopo di
migliorare la situazione dei Paesi esportatori in sviluppo. La Commissione delle transazioni occulte e del finanziamento vincolato al commercio si è in particolare occupata dalla questione dell'indebitamento dei
Paesi in sviluppo, che costituirà uno degli oggetti più importanti della
CNUCED IV. La Commissione del trasferimento dei tecnici ha proseguito
l'esame dell'approntamento di un progetto di codice internazionale di condotta in materia. I Paesi industrializzati, fra i quali la Svizzera, concepiscono l'elaborazione di un siffatto codice in forma di direttive generali
d'applicazione facoltativa.
Nel settore della cooperazione allo sviluppo industriale, l'Assemblea
generale delle Nazioni Unite ha approvato la raccomandazione della seconda Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per
lo sviluppo industriale (ONUDI) (cfr. n. rapporto precedente), intesa a
trasformare l'ONUDI, che attualmente è un organo dell'Assemblea generale, in un'agenzia specializzata come, ad esempio, la FAO e l'OMS. Al riguardo è già stato elaborato un progetto d'atto costitutivo. I negoziati propriamente detti si svolgeranno in seno al Comitato intergovernati vo, aperto
a tutti gli Stati che hanno partecipato alla Conferenza di Lima, e dovrebbero terminare alla fine del 1976. È nostro intento di partecipare attivamente a questi negoziati, considerata la nostra volontà di favorire un'industrializzazione ben compresa dai Paesi in sviluppo e tenuto conto degli interessi vitali che la Svizzera deve continuare a difendere a livello internazionale, segnatamente nel settore industriale.
718
6 Relazioni bilaterali con diversi Paesi e gruppi di Paesi
61 Europa occidentale
6101 Repubblica federale di Germania
Dopo un periodo di recessione che dura dalla fine del 1973, il mutamento lungamente atteso della situazione economica nella Repubblica federale, sembra infine manifestarsi.
Tenuto conto delle variazioni stagionali, le entrate delle ordinazioni
nell'industria sono notevolmente aumentate in settembre. Esse erano superiori del 6 per cento al livello medio dei mesi di luglio e agosto e eccedevano del 4,5 per cento il corrispondente livello dell'anno precedente. Questa
favorevole evoluzione deriva avantutto dalla ripresa della domanda esterna.
Le ordinazioni provenienti dall'estero superavano in settembre, sia in volume che in valore, del 13 per cento il livello di questi due mesi estivi e
hanno raggiunto, per la prima volta quest'anno, le cifre dell'anno precedente.
A questo risultato potrebbero aver contribuito certi fattori speciali, in quato il mese di settembre è stato caratterizzato da importanti commesse di
macchine. Secondo un test congiunturale effettuato dall'istituto IFO, questa
evoluzione è stata accompagnata da un miglioramento netto delle prospettive dell'attività aziendale, come pure delle condizioni nel settore della costruzione.
L'aumento del volume delle ordinazioni ha già avuto delle ripercussioni
favorevoli sulla produzione industriale che, in settembre, tenuto conto delle
variazioni stagionali, è stata superiore del 2 per cento a quella dei mesi di
luglio e agosto. Per contro, sul mercato del lavoro, la situazione non si è
gran che modificata; come solitamente in ottobre, il numero dei disoccupati è
aumentato, tuttavia, tenendo conto delle variazioni stagionali, si avrebbe una
leggera diminuzione. La situazione è migliorata soprattutto nel settore della
metallurgia e delle costruzioni. Con il 4,6 per cento, il tasso di disoccupazione rettificato si è mantenuto in ottobre pressappoco sul medesimo livello
dei due mesi precedenti. Tuttavia, in certi settori dell'economia, il numero
delle persone che lavora a orario ridotto è nuovamente accresciuto e, a metà
ottobre, esso ammontava a 720 000 unità.
E. rialzo dei prezzi al consumo non si è, praticamente, attenuato in rapporto al primo semestre, infatti, nei confronti dell'anno precedente, i tassi
d'inflazione mensili ascendevano ancora al 6 per cento circa, con una punta
minima del 5,8 per cento registrata in ottobre.
Malgrado il miglioramento della situazione generale durante il secondo
semestre, occorre attendersi che, a prezzi costanti, il prodotto nazionale
lordo della Repubblica federale di Germania sarà inferiore di circa il 3,5
per cento alla cifra del 1974, in quanto il primo semestre è stato caratteriz-
719
zato da una forte contrazione (— 5% in un anno). Come lo dimostra lo
sviluppo del commercio esterno, questo mutamento inatteso è dovuto alla
flessione della domanda estera, infatti nel corso dei primi nove mesi, il
valore delle esportazioni tedesche è diminuito del 5 per cento, mentre le
importazioni sono aumentate dell'uno per cento. Parallelamente, da gennaio a settembre, l'eccedenza della bilancia commerciale tedesca è scesa da
37 miliardi di marchi nel 1974 a 27,9 miliardi nel 1975. Le esportazioni germaniche per l'assieme dell'anno accuseranno probabilmente una flessione
nominale del 5 per cento, ossia del 14 per cento in termini reali, mentre le
importazioni si manterranno pressappoco sul livello del 1974.
Nel 1975, è subentrata una nuova tendenza nel nostro commercio esterno con la Germania. Per la prima volta da alcuni anni, le nostre esportazioni verso la Repubblica federale si sono sviluppate più favorevolmente
dell'assieme delle nostre esportazioni; durante i primi dieci mesi dell'anno,
le nostre forniture alla Repubblica federale di Germania sono aumentate
dello 0,2 per cento mentre l'assieme delle nostre esportazioni sono diminuite
del 6,7 per cento. D'altra parte, le nostre importazioni provenienti da questo
Paese sono regredite del 24,8 per cento, vale a dire in modo maggiore dell'
assieme delle nostre importazioni (— 20,7%). In rapporto al corrispondente
periodo dello scorso anno, il saldo deficitario del nostro commercio con la
Repubblica federale è in tal modo diminuito, passando da 6,5 miliardi a 3,9
miliardi di franchi. Esso rimane pur sempre due volte più elevato del disavanzo globale della nostra bilancia commerciale.
Attualmente, per il 1976, si fa assegnamento, in generale, su una leggera ripresa dell'attività economica tedesca, con un aumento reale di circa
il 4 per cento del prodotto nazionale lordo. Ciò nonostante non bisogna
sopravvalutare le possibilità di aumento che ne potrebbero derivare per le
nostre esportazioni, in quanto la debole utilizzazione delle capacità di produzione manterrà probabilmente a un livello relativamente basso la domanda
dei beni d'investimento.
6102 Finlandia
Lo scoperto della bilancia commerciale finlandese si è nuovamente
aggravato, tuttavia, il suo tasso d'incremento si è attenuato. Fino a ottobre
il disavanzo ha raggiunto 7 miliardi di marchi finlandesi, ossia circa 4,8 miliardi di franchi svizzeri, contro 4 miliardi (2,8 miliardi di franchi) dell'anno
precedente.
A causa del deterioramento della situazione economica interna, del
deposito riscosso all'importazione e d'una politica del credito restrittiva, le
importazioni del terzo trimestre sono state del 3 per cento inferiori a quelle
del corrispondente mese del 1974, dopo essere aumentate durante i due
trimestri precedenti del 30 per cento rispettivamente dell'8 per cento. Per
720
quanto concerne le esportazioni, esse si situano molto al disotto delle cifre
dell'anno precedente.
Anche in Finlandia la recessione fa viepiù sentire i suoi effetti; la
disoccupazione ha raggiunto il 3,5 per cento e colpisce presentemente 85 000
lavoratori. Per quanto riguarda il tasso di rincaro, esso ammontava in ottobre al 17,2 per cento. Nel corso dei primi -dieci mesi, le nostre esportazioni
verso la Finlandia sono diminuite del 4,6 per cento, mentre le nostre importazioni provenienti da questo Paese si sono ridotte del 32,2 per cento. Il
deposito all'importazione, tuttora vigente, non è stato modificato.
6103 Francia
Nel 1975, la Francia ha parimenti subito una flessione economica accentuata; il prodotto interno lordo reale è sceso di circa il 2 per cento sotto il
livello dell'anno precedente. La riduzione della domanda esterna e degli
investimenti costituisce la ragione principale di questa evoluzione recessionistica, che ha contribuito — congiuntamente alla flessione del consumo —
a diminuire notevolmente le scorte.
Dalla fine dell'autunno, si manifestano segni evidenti di ripresa. Per
differenti ragioni non si può ancora asserire se trattasi di un miglioramento
temporaneo o di un ristabilimento più durevole. Fino a ottobre, soltanto il
consumo privato si era leggermente rianimato, mentre la domanda estema
restava debole (le ordinazioni d'esportazione erano persino in regresso) e gli
inivestimenti continuavano a declinare. Nonostante un leggero incremento
registrato in ottobre, la produzione industriale è ancora inferiore di oltre
il 10 per cento al livello dell'anno precedente. Sempre in ottobre, il numero
dei disoccupati ha superato il milione, ciò che rappresenta, tenuto conto
delle variazioni stagionali, circa il 4 per cento della popolazione attiva. A
onta di qualche successo nella lotta contro l'inflazione, il tasso di rincaro,
del 10,2 per cento in ottobre, rimane relativamente elevato (rincaro medio
nel 1974: 13,7 per cento).
Per contro si può constatare un netto miglioramento della posizione
economica esterna della Francia. Nei primi dieci mesi del 1975, la bilancia
commerciale francese ha registrato un'eccedenza di 7,056 miliardi di franchi,
mentre nel medesimo periodo dell'anno precedente essa aveva chiuso con un
disavanzo di circa 16 miliardi. Questa evoluzione non è dovuta al leggero
aumento nominale delle esportazioni (+ 2,3%), ma piuttosto alla diminuzione del 9,2 per cento del valore delle importazioni. In volume, sia le importazioni (— 11,5%) sia le esportazioni (— 4%) dovrebbero rimanere, per l'intero anno, notevolmente al di sotto dei risultati dell'anno precedente.
In ragione dell'instabilità della situazione, il governo francese desidera
stimolare il ristabilimento economico mediante un programma congiuntu-
721
raie che prevede le più ampie misure di sostegno mai adottate dopo la seconda guerra mondiale. All'inizio di settembre 1975, più di 30,6 miliardi di
franchi sono stati liberati per finanziare gli investimenti pubblici, promuovere gli investimenti privati e rilanciare il consumo.
Nei primi dieci mesi dell'anno, i nostri scambi commerciali con la Francia hanno avuto un'evoluzione pressappoco uguale all'assieme del commercio esterno della Svizzera, infatti, nei confronti del medesimo periodo
dell'anno precedente, le importazioni svizzere provenienti dalla Francia accusavano una diminuzione molto più pronunciata (— 19,6 per cento) delle
nostre esportazioni verso questo Paese (— 7,3 per cento), di conseguenza,
il disavanzo della bilancia commerciale svizzera con la Francia si è ridotto
di 800 milioni, scendendo a 1,6 miliardi di franchi.
L'introduzione d'un regime di permessi d'importazione individuale per
certe merci (tessili, ecc.) ha causato ritardi e complicazioni che ci hanno
indotti a intervenire presso il governo francese per ottenere l'abolizione o
perlomeno la semplificazione delle nuove formalità.
6104 Gran Bretagna
In Gran Bretagna, la recessione congiunturale, cominciata soltanto verso
la fine del 1974, si è accelerata durante il primo semestre del 1975. La forte
diminuzione delle scorte ha accentuato la riduzione della domanda interna
— segnatamente nel campo degli investimenti — come pure del volume
delle esportazioni. In rapporto al secondo semestre del 1974, il prodotto
interno lordo reale dovrebbe essere diminuito, calcolato su una base annuale, del 4,5 per cento durante il primo semestre.
Dopo una contrazione della produzione industriale di circa l'8 per cento
dal luglio 1974 all'agosto 1975, i più recenti indicatori sembrano segnalare
un leggero arresto della flessione, tuttavia con una stabilizzazione a livelli
alquanto bassi. Nel terzo trimestre, il livello della produzione industriale era
leggermente inferiore a quello del 1970. Il numero dei disoccupati tende ad
aumentare e, a metà ottobre ha raggiunto 1,12 milioni di unità circa, ciò che
corrisponde al 4,8 per cento della popolazione attiva.
In un prossimo avvenire, difficilmente si potrà contare su una ripresa
sostanziale. Soltanto nella costruzione di abitazioni si constata un leggero
miglioramento mentre gli investimenti nell'industria e nell'artigianale continuano a diminuire. Considerata l'inflazione, ancora elevata, e la politica
deflazionistica, forzatamente rigorosa — gli aumenti salariali sono stati limitati a 6 sterline alla settimana —, è parimenti poco probabile che subentri
una ripresa congiunturale mediante un aumento del consumo privato. È vero
che tra luglio e settembre, il ritmo mensile di rincaro dei beni di consumo
è sceso all'I per cento e meno, tuttavia, in ottobre, il tasso d'inflazione
annuale raggiungeva ancora il 25,9 per cento. In rapporto al 1974, il prò-
722
dotto interno lordo reale, nel 1975, dovrebbe presumibilmente contrarsi di
almeno il 2 per cento.
Malgrado una manifesta flessione del volume degli scambi, in seguito
all'aumento dei prezzi, il commercio esterno nei primi dieci mesi ha superato in valore il livello dell'anno precedente; le importazioni sono aumentate del 2,5 per cento e le esportazioni del 19 per cento. Il saldo negativo
della bilancia commerciale britannica è sceso, durante il medesimo periodo,
da 5,6 miliardi a 3,5 miliardi di sterline. Il disavanzo della bilancia dei redditi ammontava a 1,5 miliardi e dovrebbe raggiungere, per l'intero anno, 2
miliardi di sterline (contro 3,66 miliardi nel 1974).
Nei primi dieci mesi del 1975, le nostre esportazioni verso la Gran
Bretagna sono diminuite del 20,8 per cento e le importazioni del 19,3 per
cento. Ne risulta per noi un deficit commerciale di 7 milioni di franchi, mentre alla fine del corrispondente periodo dell'anno precedente avevamo ancora
registrato un'eccedenza di 31,3 milioni di franchi.
Sebbene il sistema britannico delle licenze d'importazione per i tessili
sia ora funzionante sul piano amministrativo, esso si rivela d'intralcio in
molti casi. Nonostante i nostri interventi, non abbiamo potuto ottenere
l'esenzione delle nostre esportazioni dall'obbligo delle licenze; continueremo
nondimeno nei nostri sforzi.
Malgrado forti pressioni esercitate da diversi settori dell'economia,
finora il governo inglese ha evitato d'introdurre restrizioni quantitative delle
importazioni. Minacciati sono avantutto i settori dell'automobile, dei tessili,
delle calzature e della carta, come pure i fabbricanti dei tubi catodici e degli
apparecchi televisivi.
6105 Italia
Anche in Italia, il 1975 è stato caratterizzato da una pronunciata recessione dell'attività economica. Tuttavia, si è registrato un'accentuato miglioramento della bilancia dei redditi — a un disavanzo di oltre 5 000 miliardi
di lire nel 1974 dovrebbe far seguito nel 1975 una leggera eccedenza —
come pure si è frenato sensibilmente l'ascesa dei prezzi — nell'ottobre 1975,
il tasso d'inflazione è stato del 12,8 per cento nei confronti del medesimo
mese del 1974, mentre il tasso medio di rincaro era stato del 19,1 per cento
nel 1974 —.
Nel 1975, il prodotto interno lordo reale dovrebbe scendere di oltre il
4 per cento al disotto del livello dell'anno precedente. La recessione si manifesta soprattutto con una spiccata riduzione degli investimenti e con un
debole sviluppo del consumo privato. Nel corso dei primi nove mesi del
1975, la produzione industriale è rimasta inferiore del 12,4 per cento al livello del medesimo periodo dell'anno precedente; la disoccupazione e le ore
di mancato lavoro in seguito a scioperi continuano ad aumentare. I pro-
723
grammi di sostegno economico lanciati in agosto saranno probabilmente in
grado di bloccare il movimento recessionistico, ma difficilmente potranno
provocare un'accentuato miglioramento nel 1976.
Conformemente alla debole evoluzione della ' congiuntura interna, nei
primi nove mesi del 1975, le importazioni italiane hanno subito una flessione
considerevole in rapporto all'anno precedente e precisamente del 9,9 per
cento in termini di valore e di circa il 18 per cento per quanto attiene il
volume. Contrariamente a quanto succede in quasi tutti gli altri Paesi industriali, le esportazioni italiane sono rimaste relativamente stabili. Con un
aumento nominale del 16 per cento, attribuibile unicamente al rialzo dei
prezzi all'esportazione, esse sono, in termini reali, praticamente uguali a
quelle dell'anno precedente. Pertanto, nei confronti del corrispondente periodo dell'anno precedente, il disavanzo della bilancia commerciale italiana
è sceso da 5 639 a 1 372 miliardi di lire, ciò che costituisce la ragione principale del già menzionato miglioramento della bilancia dei redditi.
Per la Svizzera, gli scambi di merci con l'Italia hanno avuto uno sviluppo sfavorevole. Nei primi dieci mesi del 1975, le nostre importazioni
dall'Italia sono diminuite, in termini di valore, del 13,9 per cento nei confronti del corrispondente periodo dell'anno precedente e le nostre esportazioni del 22,9 per cento. In tal modo, il disavanzo della bilancia commerciale svizzera con l'Italia è aumentato di 86 milioni, raggiungendo un totale di 1 019 milioni di franchi.
Il governo italiano ha elaborato importanti programmi di rilancio economico. Il piano a media scadenza prevede investimenti di 20 000 miliardi
di lire tra il 1976 e il 1979, destinati alla costruzione (segnatamente nel settore delle infrastnitture) all'agricoltura, alla ristrutturazione industriale e
alla ricerca scientifica!. Saranno inoltre fortemente promossi anche gli investimenti per lo sviluppo del Mezzogiorno. A tale proposito occorre menzionare la creazione di un comitato misto italo-svizzero per il promovimento
degli investimenti in Sud Italia, il quale si è riunito per la prima volta a
Roma nel luglio 1975.
Al fine di migliorare ulteriormente la bilancia dei pagamenti, l'Italia
ha preso alcune misure tendenzialmente protezionistiche. A tale riguardo
citeremo i nuovi ostacoli sorti negli scambi del settore tessile, ove, d'ora innanzi, le importazioni sono subordinate al rilascio di un visto ministeriale
che si sostituisce alla pratica più liberale precedentemente applicata. Anche
le prescrizioni concernenti il contrassegno dei tessili non sono ancora interamente definite. Il monopolio dei tabacchi avrebbe dovuto essere soppresso
il 1° gennaio 1976, tuttavia il progetto di legge è tuttora allo studio davanti
alle Camere e non entrerà probabilmente in vigore al momento previsto.
Difficoltà si registrano parimenti nel settore della carta e del cartone. Infine,
considerevoli tasse sul valore aggiunto colpiscono determinate importazioni
che interessano la Svizzera, quali 1 bestiame, gli orologi e i prodotti tessili.
724
Questi intralci nelle importazioni ci hanno indotto a intervenire reiteratamente presso le autorità italiane e le Comunità europee.
6106 Paesi Bassi
II peggioramento della situazione economica in atto dalla fine dell'autunno 1974 è proseguito sotto l'effetto congiunto d'una forte flessione degli
investimenti, d'una debole domanda esterna e segnatamente d'una diminuzione notevole delle scorte. Durante i primi nove mesi del 1975, la produzione industriale è scesa del 9 per cento circa sotto il livello del medesimo
periodo dell'anno precedente; il tasso di disoccupazione ha raggiunto in
ottobre il 5 per cento della popolazione attiva. In totale, il prodotto interno
lordo dei Paesi Bassi dovrebbe essere nel 1975 di circa il 2 per cento inferiore a quello del 1974.
Il tasso d'inflazione si è alquanto aggravato nei mesi autunnali (nel
rispettivo confronto con il mese precedente); in ottobre, il tasso di rincaro
annuale, si situava attorno al 10 per cento, mentre il rincaro medio nel 1974
ammontava al 9,6 per cento.
Malgrado il forte aumento delle entrate provenienti dalle esportazioni
dei prodotti petroliferi e dal gas naturale, il commercio esterno olande si
è mantenuto, in termine di valore, sul livello dell'anno precedente, poiché le
considerevoli diminuzioni in termine di volume (5% sia all'importazione sia
all'esportazione) sono state compensate dall'aumento dei prezzi. L'eccedenza
della bilancia dei redditi olandese dovrebbe essersi ridotta tra il 1974 e il
1975 da 4,5 a 4 miliardi di fiorini.
Nel 1975, gli scambi commerciali con i Paesi Bassi si sono sviluppati
favorevolmente per la Svizzera. Durante i primi dieci mesi, la diminuzione
delle nostre importazioni (in rapporto al medesimo periodo dell'anno precedente) fu del 21,1 per cento e quella delle esportazioni soltanto del 2,8 per
cento. Anche il disavanzo della nostra bilancia commerciale con i Paesi
Bassi è regredito in un anno di circa 700 milioni, per fissarsi a 414,4 milioni
di franchi.
Malgrado i nostri sforzi, non è stato possibile far esentare le nostre
esportazioni di tessili dal regime delle licenze d'importazione, introdotto in
maggio e pertanto ci adopereremo per ottenere una riduzione delle complicazioni e dei ritardi dovuti alle formalità amministrative.
6107 Austria
Dopo molti anni di forte e ininterrotto incremento, quest'anno, l'economia austriaca sembra essere stata sorpresa dal brusco crollo congiunturale. A fine primavera, si faceva ancora assegnamento, per il 1975, su un
725
aumento reale del 2,5 per cento del prodotto nazionale lordo; tuttavia, le
previsioni pubblicate all'inizio d'ottobre dall'Istituto per le ricerche economiche a Vienna prevedevano una flessione del 3 per cento circa.
Questo deterioramento deriva principalmente da una riduzione della
domanda straniera, che colpisce più fortemente i piccoli Paesi dell'OCSE
che non i grandi Stati industriali. Nel 1975, le esportazioni austriache saranno probabilmente inferiori del 2,5 per cento in termini di valore e di
circa l'8 per cento in termini di volume ai risultati dell'anno precedente.
Questa flessione dev'essere considerata come una delle principali cause della
netta regressione degli investimenti, mentre il consumo privato e le spese
dello Stato continuano invece — quantunque in modo attenuato — a sostenere l'attività economica. Parallelamente alle diminuite esportazioni e alla
debole domanda degli investimenti, nel 1975, la- produzione industriale è
regredita di circa M 7 per cento. Per contro il turismo ha avuto un buono
sviluppo; il numero dei pernottamenti degli stranieri durante i primi nove
mesi è stato del 6 per cento superiore a quello dei primi tre trimestri del
1974.
Malgrado i provvedimenti previsti o parzialmente realizzati nell'intento
di rilanciare la congiuntura e nonostante una leggera ripresa dell'attività
economica (le più recenti previsioni indicano per il 1976 un aumento del
prodotto nazionale lordo dell'I all'1,5% al massimo), l'evoluzione sul mercato austriaco del lavoro rimarrà sfavorevole. Il numero dei disoccupati dovrebbe passare in media dalle 60 000 unità o dal 2,1 per cento nel 1975 alle 80 000
unità circa ossia al 3 per cento della popolazione attiva nel 1976. Per contro
la situazione è migliorata nel settore dei prezzi, giacché in ottobre il tasso
d'inflazione calcolato su un anno era sceso al 7,7 per cento, mentre la media
annuale del 1974 ammontava al 9,5 per cento. Nel 1975 esso raggiungerà
in media circa l'8,5 per cento.
Siccome, in termini di valore, la diminuzione delle importazioni non è
stata molto più accentuata di quella delle esportazioni, la bilancia commerciale austriaca durante i primi nove mesi è migliorata soltanto leggermente (contrariamente all'evoluzione osservata in Svizzera) in quanto il
disavanzo si è ridotto di 3 miliardi ma ammontava ancora a 24,5 miliardi di
scellini. Nel medesimo periodo, lo scoperto della bilancia delle operazioni
correnti è tuttavia sceso da 5,9 miliardi a 1,1 miliardi di scellini.
Durante i primi dieci mesi dell'anno, gli scambi tra la Svizzera e l'Austria sono diminuiti in misura notevolmente maggiore dell'assieme del commercio esterno svizzero. Le esportazioni verso l'Austria si sono contratte
del 19,3 per cento in rapporto al corrispondente periodo del 1974 e le nostre importazioni di quasi il 30 per cento. L'eccedenza della bilancia commerciale con l'Austria è passata in tal modo da 110 milioni a 278 milioni
di franchi.
Foglio federale 1976, Voi. I
48
726
6108 Portogallo
La situazione economica del Portogallo permane precaria. L'insufficienza degli investimenti, i dissidi interni e la rottura della pace del lavoro
hanno provocato una flessione della produzione. L'elevata disoccupazione
si è ancora aggravata con l'arrivo di un gran numero di rimpatriati delle
provincie portoghesi d'Africa diventate indipendenti e il Paese soffre d'una
crescente inflazione. Nei confronti del 1974, il disavanzo dello Stato dovrebbe triplicare entro la fine dell'anno. Il deficit del commercio estero, la
diminuzione degli introiti turistici e dei trasferimenti di fondi dei lavoratori
portoghesi all'estero, come pure la riduzione delle importazioni di capitali
hanno aumentato il disavanzo della bilancia dei pagamenti e causato una
costante flessione delle riserve di divise.
La collaborazione economica tra la Svizzera e il Portogallo — collaborazione che la Svizzera si era già adoperata di promuovere in passato —
prosegue nell'ambito dell'AELS. Abbiamo presentato delle proposte alle
autorità portoghesi in risposta alla loro domanda di concessioni agricole e
in materia di cooperazione tecnica. Per quanto concerne le altre richieste
portoghesi, vale a dire la modificazione delle disposizioni dell'allegato G
alla Convenzione di Stoccolma e la creazione di un Fondo di sviluppo industriale, vi rinviamo al capitolo dedicato all'AELS (v. cifra 24).
Le difficoltà economiche che attraversa attualmente il Portogallo non
sono prive di effetto sui nostri scambi commerciali con questo Paese. Pertanto, le esportazioni svizzere sono sensibilmente diminuite. Durante i primi
dieci mesi del 1975, esse ammontavano a 239 milioni di franchi contro i
413 milioni del medesimo periodo dell'anno precedente. Questa flessione è
dovuta all'insufficiente disponibilità di divise, alle misure restrittive introdotte all'importazione — segnatamente alla sovrattassa introdotta a decorrere dal 1° giugno (v. 5° rapporto) — e, infine e soprattutto alla crescente insolvibilità degli acquirenti portoghesi. L'Ambasciata di Svizzera
a Lisbona è viepiù chiamata a prestare la sua collaborazione per la liquidazione degli arretrati di pagamento a dei creditori svizzeri.
6109 Svezia
La domanda interna è rimasta relativamente sostenuta, ad eccezione
degli investimenti nel settore degli alloggi, che sono nettamente diminuiti.
Nondimeno, lo sviluppo dell'economia è tuttora debole, in seguito alla
forte flessione della domanda esterna. Il volume delle esportazioni si è
ridotto del 10 per cento e il livello delle importazioni è stato appena mantenuto.
La produzione industriale è regredita del 10 per cento. Il prodotto nazionale lordo reale dovrebbe raggiungere a malapena quello del 1974.
727
Con l'I,7 per cento, il tasso di disoccupazione in Svezia è notevolmente
inferiore alla media internazionale. Per contro, si fanno sempre attendere
i risultati positivi sul fronte dell'inflazione. In ottobre, i prezzi al consumo
erano ancora dell'8,9 per cento più elevati di quelli dell'anno precedente.
Nel 1975, il tasso d'inflazione medio dovrebbe raggiungere quello dell'anno
precedente, ossia il 10 per cento. In seguito alla riduzione delle esportazioni, la posizione economica esterna della Svezia si è ulteriormente deteriorata. Il disavanzo della sua bilancia dei redditi dovrebbe ammontare nel
1975 a 1,6 miliardi di dollari, contro il miliardo del 1974.
Durante i primi dieci mesi, le nostre esportazioni verso la Svezia sono
aumentate del 7,5 per cento in rapporto al medesimo periodo dell'anno
precedente, mentre le importazioni si sono ridotte del 20 per cento. Di conseguenza, il saldo dei nostri scambi si è modificato in nostro favore, infatti,
a un disavanzo di 130 milioni di franchi per i primi dieci mesi del 1974 fa
seguito un'eccedenza di 131,7 milioni di franchi nel medesimo periodo del
1975.
In novembre la Svezia ha deciso di stabilizzare, sulla media degli anni
1972/74, le importazioni di calzature mediante un sistema di licenze. Questa media è superiore alle importazioni del 1974. A motivazione di queste
misure, la Svezia fa valere che una nuova riduzione della sua produzione
di calzature condurrebbe alla perdita del potenziale di fabbricazione necessario in tempo di guerra. Questo contingentamento colpisce la maggior
parte delle nostre esportazioni verso la Svezia, ossia poco meno del 4 per
cento delle nostre esportazioni totali in questo settore. Ci siamo opposti a
queste misure svedesi. Esse hanno fatto l'oggetto di esaurienti discussioni
in seno al Consiglio dei ministri dell'AELS e con altri partner di questa
organizzazione ci siamo adoperati per ottenere l'abrogazione di queste restrizioni (v. cifra 24).
6110 Spagna
Dopo aver registrato un incremento relativamente forte nel 1974,
l'economia spagnola ha risentito, nel 1975, gli effetti della recessione. Il
prodotto nazionale lordo reale dovrebbe essere inferiore dell'I per cento al livello raggiunto l'anno precedente, in quanto la riduzione della produzione
industriale è stata del 4 per cento. Il numero incessantemente crescente dei
disoccupati ha superato le 300 000 unità in settembre, vale a dire il 5 per
cento circa della popolazione attiva.
Questa evoluzione è dovuta essenzialmente alla flessione accentuata
degli investimenti, all'indebolimento della domanda esterna e alla stagnazione del consumo indigeno. Se il commercio estero è diminuito in termini
reali, esso è tuttavia aumentato in termini di valore in seguito all'aumento
dei prezzi; nei confronti del medesimo periodo dell'anno precedente, le
esportazioni dei primi dieci mesi del 1975 sono accresciute del 9,2 per cento e
728
le importazioni del 7,2 per cento. In tal modo il disavanzo della bilancia
commerciale spagnola si è leggermente attenuato e alla fine di ottobre
raggiungeva 425,9 miliardi di pesetas. La bilancia dei redditi dovrebbe
chiudere nel 1975 con uno scoperto di circa 2,7 miliardi di dollari, contro
3,15 miliardi dell'anno precedente.
Malgrado il rilassamento della domanda, la tendenza al rincaro permane. Il tasso d'inflazione ha raggiunto in ottobre il 16,1 per cento in
rapporto al medesimo mese dell'anno precedente, mentre l'aumento medio
dei prezzi al consumo era stato del 15,7 per cento nel 1974.
Nel 1975, gli scambi commerciali tra la Svizzera e la Spagna hanno
registrato una flessione proporzionale a quella del commercio esterno generale della Svizzera. Nel corso dei primi 10 mesi del 1975, le nostre esportazioni sono diminuite del 5,7 per cento in rapporto al medesimo periodo
dell'anno precedente e le importazioni del 21,4 per cento. L'eccedenza del
nostro commercio con la Spagna è aumentata di 40 000 milioni e ammonta
a 416,6 milioni di franchi.
6111 Turchia
Un lento sviluppo dell'industria, un elevato tasso d'inflazione, una crescente disoccupazione, un ulteriore aumento del disavanzo della bilancia
commerciale e un'accentuata riduzione delle riserve di divise caratterizzano
l'economia della Turchia. Sebbene questa evoluzione non abbia ancora sensibilmente influenzato i nostri scambi commerciali con questo Paese, bisogna
aspettarsi che i risultati record del 1974, sia per quanto attiene l'importazione sia per quanto concerne l'esportazione, non saranno più raggiunti nel
1975.
I membri del consorzio per la Turchia dell'OCSE, che coordina l'aiuto
finanziario a questo Paese, si sono nuovamente riuniti a Parigi nel corso
della seconda metà di Settembre. Questa riunione ha consentito uno scambio
d'idee sui problemi che attraversa la Turchia sul piano economico e finanziario.
II saldo non utilizzato di 4,2 milioni di franchi dell'accordo di credito
del 12 dicembre 1972 è stato riattivato e rimane in tal modo a disposizione
della Banca centrale turca alle condizioni inizialmente previste.
62 Paesi a commercio di Stato dell'Europa dell'Est
621 In generale
La recessione generale non è rimasta senza effetto sul commercio con
i Paesi dell'Europa orientale a commercio di Stato. Tuttavia, se si considerano le perdite globali registrate negli scambi di merci della Svizzera con
il mondo intero, si può asserire che gli scambi con i Paesi dell'Est a com-
729
marcio di Stato (compreso il caso speciale della Jugoslavia) hanno resistito in modo alquanto rimarchevole alle tendenze recessionistiche predominanti. Gli scambi con l'Europa dell'Est, che rappresentano approssimativamente il 5 per cento del volume totale del commercio estemo
della Svizzera e che sono pertanto ancora relativamente modesti, sono diminuiti, da gennaio a ottobre, soltanto dell'1,7 per cento rispetto al corrispondente periodo del 1974, mentre l'assieme del commercio esterno svizzero ha registrato una contrazione del 14,5 per cento.
Sebbene le importazioni dell'Europa dell'Est sono diminuite di circa
il 18 per cento, subendo in tal modo un'evoluzione analoga a quella dell'
assieme delle importazioni svizzere (21 per cento), le esportazioni svizzere
verso i Paesi a commercio di Stato e la Jugoslavia, la cui espansione non è
stata certamente uguale a quella dell'anno precedente, hanno nondimeno
registrato un tasso di crescita di oltre il 7 per cento, cifra che occorre sottolineare tanto più che il totale delle esportazioni svizzere ha accusato
nel medesimo periodo una flessione del 6,8 per cento. L'eccedenza tradizionale del nostro commercio con i Paesi dell'Europa orientale a commercio di Stato passa in tal modo da 840 milioni di franchi durante i primi
dieci mesi del 1974 a 1,2 miliardi di franchi nel medesimo periodo del 1975.
Il persistente fabbisogno dei Paesi orientali, segnatamente di beni d'
investimento, di prodotti chimici e, in minor misura, anche di certi beni
di consumo, ha indubbiamente contribuito a questo favorevole risultato globale. Grazie alla ristrutturazione dei nostri accordi economici con i Paesi
dell'Est a commercio di Stato, intrapresa previdenzialmente durante l'alta
congiuntura, che ha consentito di sostituire gli accordi del dopoguerra caduti in disuso, di abolire il servizio disciplinato dei pagamenti, di porre su
bas'i moderne i nostri scambi e di costituire delle commissioni miste, sono
state create le condizioni che ci consentono di trarre il maggior profitto,
anche in un periodo difficile, delle possibilità offerteci dai mercati dell'Est.
622 Bulgaria
Nell'intento di rendere economicamente più produttive certe regioni
montane del Paese, il governo bulgaro aveva inviato in Svizzera, nell'ottobre 1974, una missione condotta dal viceministro dell'agricoltura e dell'industria alimentare. Scopo della missione era di studiare i nostri metodi e di informarsi sulle esperienze in materia di sviluppo delle nostre regioni di
montagna (v. cfr. 623 del nostro 4° rapporto). Fondandosi sul rapporto di
questa missione, il governo bulgaro ci ha chiesto di incaricare esperti svizzeri di determinare se e, se del caso, in quale maniera potrebbe essere sviluppato il complesso agro-industriale Anton Ivanov (256 km2) situato nella
regione occidentale dei monti Rhodopi. Una delegazione di tre esperti da
noi nominata a tale scopo, si è recata in Bulgaria nei mesi di luglio e agosto.
Questa missione ci ha consentito di elaborare un concetto globale, in parte
730
turistico in parte agricolo, che ha potuto essere comunicato, come era previsto, alla fine di novembre alle autorità bulgare. Ove esso dovesse concretizzarsi la Svizzera potrebbe presumibilmente trame nuove possibilità
d'esportazione.
623 Repubblica democratica tedesca
Come l'abbiamo già esposto in modo dettagliato nel nostro quinto
rapporto sulla politica esterna (cfr. 623), la ristrutturazione dei nostri accordi economici con i Paesi dell'Europa orientale a commercio di Stato è
stata ultimata il 27 giugno 1975, dopo lunghi negoziati, con la firma di un
accordo commerciale ed economico con la RDT. Il contenuto del nuovo
accordo corrisponde, nelle grandi linee, a quello dei precedenti accordi
conchiusi con i Paesi dell'Est. Tenuto conto delle pretese patrimoniali non
ancora disciplinate che la Svizzera ha fatto valere nei confronti della Repubblica federale tedesca e riservata la vostra approvazione dell'accordo
commerciale ed economico, ci eravamo proposti di attendere i risultati della
nuova fase dei negoziati sulle questioni patrimoniali, che dovevano svolgersi in autunno, prima di prendere una decisione definitiva concernente la
messa in vigore dell'accordo. Nel frattempo, in occasione della sessione parlamentare di settembre, avete approvato l'accordo, unitamente al nostro
quinto rapporto sulla politica economica esterna. La terza fase dei negoziati sulle questioni patrimoniali si è parimenti conclusa a Berna, alla fine
di ottobre. I progressi registrati in questa occasione, in merito ai quali vi
diamo informazioni più dettagliate nel nostro rapporto di gestione per il
1975 (cap. DPF), possono essere considerati realisticamente soddisfacenti,
quand'anche intensi e laboriosi sforzi sono ancora necessari. Per questo
motivo, e tenendo segnatamente conto dei nostri interessi economici, abbiamo, d'intesa con la RDT, messo in vigore il nostro accordo commerciale
ed economico il 1° gennaio 1976, dopo aver nuovamente informato le vostre
commissioni del commercio esterno e degli affari esteri.
Siccome l'accordo ha per effetto di sopprimere il servizio disciplinato
dei pagamenti tra la Svizzera e la RDT, che applicavamo a titolo autonomo,
si rendeva necessario un adeguamento corrispondente del nostro decreto
federale del 17 dicembre 1956 concernente il servizio disciplinato dei pagamenti con l'estero. Questo ha costituito l'oggetto del nostro decreto del
1° dicembre relativo alla soppressione del servizio disciplinato dei pagamenti con la RDT (v. all. 2).
624 Unione Sovietica
Le tendenze osservate per l'assieme del nostro commercio con l'Europa
dell'Est, si manifestano parimenti nei nostri scambi con l'URSS, infatti,
mentre le importazioni da questo Paese (10 mesi), paragonate all'anno pre-
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cedente, sono diminuite del 13,7 per cento e ammontano a 267 milioni di
franchi circa, le esportazioni registrano un aumento dell'8,5 per cento e ascendono a 344 milioni di franchi. Le nostre importazioni riguardano
soprattutto i prodotti petroliferi (segnatamente la benzina e gli oli leggeri
di riscaldamento), per un valore di 204 milioni di franchi, le nostre esportazioni invece sono costituite come d'abitudine dai prodotti dell'industria
chimica e soprattutto da quelli dell'industria delle macchine (di cui 136
milioni solo per le macchine utensili), mentre i beni di consumo riescono
a malapena a trovare uno sbocco sul mercato dell'Unione sovietica.
La commissione mista per la cooperazione tecnica, scientifica, industriale ed economica tra la Svizzera e l'Unione sovietica, la quale, dalla sua
creazione in marzo 1973, si era già riunita tre volte e che ha tenuto in dicembre
a Zurigo una cosiddetta sessione intermedia, esamina attualmente se non
fosse possibile, per migliorare la conoscenza reciproca dei fabbisogni e delle
risorse, e di rafforzare in tal modo gli scambi, di stipulare una specie d'
accordo per stabilire un programma che potrebbe concordare tanto con la
struttura delle nostre esportazioni quanto con il piano quinquennale sovietico. Proseguono parimenti le discussioni in merito alle prospettive di cooperazione nel campo del gas naturale mediante prestazioni di servizio e di
forniture di materiale d'investimento svizzeri in cambio di acquisti di gas
naturale sovietico. La prossima riunione ordinaria della commissione mista
si terrà probabilmente in Svizzera nella prossima primavera.
63 Africa
631 In generale
Salvo qualche eccezione, la situazione economica nella maggior parte
dei Paesi africani è caratterizzata da un deterioramento della bilancia dei
pagamenti. Ciò dimostra chiaramente quanto questi Stati dipendono dall'
evoluzione congiunturale dei Paesi industrializzati dell'Occidente. La situazione di molti Paesi africani dipende strettamente dall'esportazione di una
scelta limitata di materie prime la cui evoluzione dei prezzi è legata al mercato mondiale. La flessione di queste esportazioni e l'aumento dei prezzi
dei prodotti importati, segnatamente del petrolio, pongono questi Paesi di
fronte a delle difficoltà di pagamento. Soltanto gli Stati che dispongono di
petrolio e d'altre materie prime di prezzo elevato sono in grado di accelerare la loro industrializzazione.
Durante i primi dieci mesi del 1975, la bilancia commerciale della
Svizzera con l'assieme dei Paesi africani è fortemente migliorata in rapporto
al medesimo periodo dell'anno precedente. Le nostre importazioni sono diminuite del 40 per cento in seguito alla riduzione dei nostri acquisti di petrolio nigeriano, algerino e libico. Per contro le nostre esportazioni verso
l'Africa sono aumentate del 19 per cento.
732
632 Etiopia
Nel dicembre 1974, l'Etiopia fu dichiarata Stato socialista dal governo militare. La pianificazione economica e lo sviluppo sociale sono interamente orientati in questo senso. Sebbene la situazione politica, a causa
dei recenti avvenimenti, è ancora confusa e l'amministrazione civile in
parte paralizzata, la situazione economica di questo Paese produttore di
caffè può essere tuttavia definita soddisfacente, grazie a buoni raccolti. Ad
eccezione di un embargo sulle importazioni di automobili, il governo
non ha finora emanato alcuna restrizione sulle importazioni. Le nostre più
importanti esportazioni verso questo Paese, vale a dire gli orologi, i colorante, i medicinali, possono essere introdotti liberamente in Etiopia con un
permesso d'importazione. L'incertezza circa altre nazionalizzazioni oltre a
quelle delle banche, delle società finanziarie e assicurative, nonché della
grande proprietà fondiaria, costituisce un intralcio allo sviluppo economico
ed è stata inoltre causa di disoccupazione. Due grandi piantagioni, la cui
maggioranza azionaria è in mani svizzere e ai cui proprietari la Confederazione aveva accordato, nel 1973, una garanzia contro i rischi degli investimenti, sono state colpite dall'espropriazione. Sembra che il governo militare sia pronto ad accordare ai proprietari delle aziende nazionalizzate un'
indennità appropriata. I negoziati in merito al pagamento delle indennità
dovrebbero iniziare prossimamente. Si tratta di appianare la via agli investimenti e ai crediti esteri, di cui l'Etiopia ha urgente bisogno. Gli avvenimenti politici hanno interrotto le discussioni relative ad un accordo sulla
protezione degli investimenti tra la Svizzera e l'Etiopia. Un termine per la
ripresa delle trattative non è ancora stato previsto.
633 Algeria
L'Algeria è un mercato molto conteso. Parecchie ditte svizzere ricevono
ordinazioni nell'ambito della realizzazione del Piano quadriennale algerino
1974-1977. Ciò emerge dal costante aumento delle nostre esportazioni e
dall'accresciuto ricorso alla garanzia contro i rischi dell'esportazione. Durante i primi dieci mesi del 1975, le nostre esportazioni sono progredite
del 22,7 per cento in rapporto al medesimo periodo dell'anno precedente.
634 Angola
L'evoluzione politica in Angola — ex provincia portoghese diventata
indipendente il 10 novembre — ha precipitato il Paese in una guerra civile
che aggrava una situazione economica già da qualche tempo precaria.
Gli scambi commerciali tra la Svizzera e l'Angola sono fortemente diminuiti nel corso dei primi dieci mesi del 1975; le nostre importazioni si
sono ridotte del 36,5 per cento e le nostre esportazioni del 60 per cento.
733
635 Kenya
Nei primi dieci mesi del 1975, la situazione economica è stata caratterizzata da una flessione delle esportazioni e da un disavanzo fortemente
aumentato del bilancio dello Stato. L'aumento' del prodotto nazionale lordo
è inferiore di oltre il 50 per cento a quello previsto dal piano di sviluppo
1974/78. Il reddito «pro capite» è regredito del 5,5 per cento e i terms of
trade sono scesi al livello 75 dell'indice (1964 = 100). Il costante aumento
dei prezzi all'importazione mette sotto pressione la bilancia dei pagamenti.
In seguito alla diminuzione delle riserve di divise, appena sufficienti
per pagare le importazioni di due mesi, i prodotti non strettamente necessari sono esclusi dall'importazione mediante misure restrittive. Per sostenere l'industria manifatturiera il governo è viepiù ricorso a dazi protettivi
e a tale riguardo persegue una politica che favorisce gli investimenti. Il commercio d'importazione e d'esportazione è sottoposto a una «kenyanizzazione» progressiva che colpisce pure gli interessi svizzeri. Essa consiste nel
trasferire le società commerciali dalle mani di stranieri a quelle di persone
private indigene. A tale proposito le autorità hanno iniziato a revocare alle
ditte estere le loro licenze commerciali obbligandole in seguito a vendere le
loro aziende a un proprietario indigeno, obbligo che riduce di conseguenza
il valore venale dell'azienda stessa.
In seguito alla politica restrittiva applicata dal Kenya, il commercio tra
la Svizzera e questo Paese ha subito un'importante flessione nel corso dei
primi dieci mesi di quest'anno. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente le importazioni svizzere sono scese del 35 per cento e le esportazioni del 34 per cento.
636 Nigeria
La Nigeria, quale mercato più importante dell'Africa nera e membro
dell'OPEP, è attualmente il Paese in cui le esportazioni svizzere registrano
il tasso d'incremento più elevato. Con un aumento da 90,6 a 247,4 milioni
di franchi durante i primi dieci mesi del 1975, le esportazioni si sono quasi
triplicate nei confronti dello stesso periodo dell'anno precedente. La
maggior parte dei settori della nostra economia d'esportazione ha beneficiato di questa espansione e segnatamente l'industria orologiera ha potuto
portare le sue forniture da 577 712 a 1 942 233 pezzi.
In seguito all'attuale ingombro nei porti nigeriani (termini di scarico
fino a sei mesi e oltre) si prevede per il prossimo futuro una stasi di questo
favorevole sviluppo. Durante le ultime settimane il problema dei trasporti
ha costituito un vero intralcio per numerose ditte europee che devono far
capo ai trasporti marittimi per le loro spedizioni, sebbene, grazie alle disponibilità monetarie della Nigeria, esistono tuttora buone possibilità per la
realizzazione di progetti industriali e infrastrutturali Il governo di Lagos
734
è conscio del problema e tenta d'attenuare le ripercussioni negative sullo
sviluppo economico, accelerando l'esecuzione dei progetti d'ampliamento
degli impianti di trasporto previsti nel piano di sviluppo, come pure dirigendo le navi, per lo scarico, verso i porti del Ghana.
637 Zaïre
Nel 1975, la Svizzera ha partecipato ufficialmente per la prima volta
alla Fiera internazionale di Kinshasa. Scopo della partecipazione era di
rinsaldare i rapporti economici tra i due Paesi.
L'economia dello Zaïre si trova tuttora in una difficile fase (v. 5° rapporto). Conseguentemente le nostre esportazioni verso questo Paese sono
diminuite di un terzo durante i primi dieci mesi del 1975 nei confronti dello
stesso periodo dell'anno precedente.
64 Asia
641 Cina
Nell'intento di diversificare e d'ampliare gli sbocchi della nostra industria d'esportazione, le autorità federali e la Divisione del commercio, che
a tale proposito hanno ottenuto il pieno appoggio delle cerehie economiche,
hanno dedicato negli ultimi anni una cura particolare alle relazioni del nostro Paese con la Repubblica popolare di Cina. A tale riguardo richiamiamo all'attenzione l'esposizione svizzera di tecnologia industriale (SITEX
74) tenutasi a Pekino e un accordo commerciale cino-svizzero concluso alla
fine del 1974. Dopo l'apertura da parte della Swissair, nell'aprile 1975, di
una linea aerea ebdomadaria tra Zurigo e Pekino, e il viaggio in Cina intrapreso nel mese di maggio da una delegazione del Vorort, i fatti salienti
del periodo considerato furono la visita in Svizzera di una delegazione cinese —• condotta dal presidente del Consiglio per lo sviluppo del commercio
internazionale, in occasione della partecipazione della Cina come ospite
d'onore al «Comptoir svizzero» a Losanna — la missione in Cina di una
delegazione tecnica dell'industria orologiera, la visita in Svizzera di una
delegazione cinese d'acquisto di detto settore, le pratiche avviate da commissioni d'acquisto di altri rami economici, la visita di una delegazione
dell'ufficio cinese di controllo delle merci, ecc. Le due parti si adoperano
ulteriormente per promuovere viepiù le relazioni economiche in tal modo
attivate.
642 Hong Kong
II forte aumento delle forniture di capi di vestiario a basso prezzo in
provenienza da Hong Kong, causa gravi apprensioni ai nostri fabbricanti.
Per tale motivo dedichiamo particolare attenzione all'evoluzione di queste
735
importazioni. In questo contesto, il sistema introdotto da Hong Kong per
controllare e notificare le «Export authorizations», accordate per i tessili,
si è rivelato utile. L'applicazione di questo sistema può essere convenuto
tra Hong Kong e il Paese importatore in caso di sviluppi insoliti delle
esportazioni. In virtù dello stesso, i prodotti tessili che devono essere fabbricati a Hong Kong per un determinato Paese vengono sottoposti a rilevamento statistico già in una fase preliminare, ossia prima dell'inizio della
produzione (con una sorta di permesso di fabbricazione), e non più secondo
l'usuale procedura di «Export licensing», al momento dell'effettiva esportazione. Considerate le circostanze, abbiamo messo a profitto la possibilità
di questa sorveglianza statistica stipulando, con il Dipartimento del commercio e dell'industria di Hong Kong, un accordo scritto in base al quale
il citato dipartimento si impegna, con effetto a decorrere dal 7 luglio 1975,
a informare regolarmente il nostro Consolato generale ivi residente sui
«permessi di fabbricazione» accordati per talune esportazioni di capi di
vestiario verso la Svizzera. In tal modo siamo in grado di ottenere, già
prima della spedizione della mercé, informazioni sui quantitativi e sul genere delle previste • forniture che, grazie al più dettagliato rilevamento statistico praticato a Hong Kong risultano più precise di quelle della nostra
statistica sul commercio estero. Ove le previste forniture notificateci dovessero assumere proporzioni pericolose per la nostra industria dell'abbigliamento, siamo autorizzati, in virtù della convenzione multilaterale del dicembre 1973 sul commercio internazionale dei tessili, a dare immediatamente avvio a consultazioni.
643 Irak
All'inizio di dicembre, il direttore della Divisione del commercio e il
presidente del Direttorio della Banca nazionale hanno effettuato una visita
ufficiale nell'Irak. Essi hanno incontrato il ministro dell'economia e delle
finanze, il ministro del petrolio e il vice-governatore della Banca centrale.
Lo scopo di questa missione di «good will» era di esprimere l'interesse manifestato da parte svizzera per un'intensificazione delle relazioni economiche
tra i due Paesi.
644 Iran
Durante i primi dieci mesi del 1975, la Svizzera ha potuto aumentare
il valore delle sue esportazioni verso l'Iran del 51 per cento nei confronti
del corrispondente periodo del 1974. Una delegazione del Direttorio dell'
Unione svizzera del commercio e dell'industria ha soggiornato a Teheran
dal 2 all'8 novembre per approfondire i contatti esistenti e sviluppare nuove relazioni. I partecipanti hanno avuto l'occasione di tenere un gran numero di colloqui con rappresentanti del governo e dell'economia iraniani.
Le impressioni raccolte devono contribuire a porre la nostra industria d'
esportazione viepiù in grado di riportare successi sul mercato iraniano.
736
All'inizio di dicembre il direttore della Divisione del commercio e il
presidente del Direttorio della Banca nazionale svizzera si sono recati in
Iran in visita ufficiale. Lo scopo di questo viaggio era di far conoscere l'interesse svizzero per un rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali
e di creare a tale fine le condizioni preliminari necessario. Durante il soggiorno, la delegazione svizzera ha intrattenuto esaurienti conversazioni con
l'imperatore iraniano, come pure con il primo ministro Hoveyda e gli altri
ministri competenti. Al termine della visita, le due parti hanno firmato un
protocollo nel quale esprimono la loro volontà di sviluppare le relazioni
economiche tra i due Paesi e di avvalersi a tale intento di una commissione mista che, da parte svizzera, comprenderà anche rappresentanti dell'
economia privata.
645 Giappone
Nella primavera del 1975, l'economia giapponese ha raggiunto il punto
più basso della recessione in atto sin dalla fine del 1973. Dal secondo trimestre in poi la produzione e la domanda sono nuovamente in aumento.
Dal febbraio all'agosto la produzione industriale ha conosciuto un tasso
d'incremento annuo di oltre il 14 per cento, tuttavia, il ritmo inizialmente
elevato di questa ripresa è nel frattempo calato. In termini reali il prodotto
nazionale lordo di quest'anno potrebbe superare quello del 1974 di poco
più dell'1 per cento.
Le tendenze recessionistiche non si sono nondimeno arrestate su tutti
i fronti. I principali impulsi di rilancio sono attribuibili alla costruzione di
alloggi come pure agli investimenti nel settore pubblico, mentre il consumo privato riprende soltanto lentamente e gli investimenti industriali sono
in continua regressione. Anche la situazione sul mercato del lavoro non è
ancora migliorata, infatti il numero di 990000 disoccupati in settembre
risulta del 50 per cento superiore a quello segnato nell'anno precedente.
La diminuzione delle importazioni (— 15% in termini reali) ha condotto nel 1975, con una stagnazione del volume delle esportazioni, ad un
marcato miglioramento della bilancia commerciale del Giappone. Il passivo della bilancia dei redditi, che aveva raggiunto 4,7 miliardi di dollari
nel 1974, sarà probabilmente soltanto di 500 milioni di dollari circa nel 1975.
Nell'intento di stimolare l'ancora debole ripresa congiunturale e d'evitare che l'appalto anticipato di lavori pubblici nel corso del primo semestre
ponga in pericolo il miglioramento in atto, il governo giapponese ha adottato nel settembre scorso un programma congiunturale — il quarto del
genere in un solo anno — risolutamente posto all'insegna dell'espansione.
I successi ottenuti nella lotta contro l'inflazione hanno presumibilmente
facilitato questo capovolgimento della politica governativa. Mentre nel
1974 la media annua del rincaro era stata del 24,5 per cento, il tasso d'in-
737
frazione tra l'ottobre 1974 e l'ottobre 1975 è risultato soltanto del 9,6 per
cento.
Gli scambi commerciali tra la Svizzera e il Giappone sono stati fortemente influenzati dalla recessione in atto nei due Paesi. Confrontate con
10 stesso periodo del 1974, le nostre esportazioni sono diminuite del 27,1
per cento e le importazioni del 16,3 per cento nel corso dei primi dieci mesi
del 1975. La tradizionale eccedenza della nostra bilancia commerciale con
11 Giappone si è ridotta da 183 a 41,1 milioni di franchi nel corso del periodo considerato.
646 Giordania
Dal 16 al 18 settembre il principe ereditario del Regno ascemita di
Giordania, Hassan Bin Talal ha fatto una visita ufficiale in Svizzera. Egli
era accompagnato dal ministro giordano dell'industria come pure da altre
eminenti personalità. Durante questo soggiorno, i nostri ospiti sono stati
ricevuti dal consigliere federale onorevole Brugger e hanno proceduto ad
uno scambio di vedute dedicato alle relazioni economiche bilaterali. Conformemente al desiderio espresso dal principe ereditario, sono state organizzate visite presso il Politecnico federale di Zurigo come pure presso due
imprese svizzere.
647 Arabia Saudita
Dal gennaio all'ottobre 1975 le esportazioni svizzere a destinazione
dell'Arabia Saudita sono aumentate, passando da 124,8 milioni di franchi
a 217 milioni, nei confronti dello stesso periodo del 1974. Ciò rappresenta
un tasso d'incremento del 70 per cento.
Tutta una serie di imprese svizzere negoziano attualmente, a livello
individuale o nell'ambito di consorzi, la conclusione di grandi progetti che
raggiungono a volte importi aggirantisi intorno alle centinaia di milioni di
franchi.
I contatti che il direttore della Divisione del commercio e il presidente
del Direttorio della Banca nazionale hanno allacciato a livello governativo
a Djeddah e a Riad nello scorso mese d'aprile sono stati ulteriormente curati. La loro istituzionalizzazione sotto forma di una Commissione economica mista è attualmente allo studio. Si sta pure esaminando l'apertura di
un consolato a Riad — effettivo centro economico dell'Arabia Saudita —,
che consentirebbe di sviluppare i servizi commerciali di cui possono beneficiare le imprese svizzere.
738
65 Australia
La recessione economica si è accentuata nel corso del secondo semestre. I considerevoli mezzi messi a disposizione dal governo per il rilancio
economico non hanno ancora esplicato il loro effetto. La disoccupazione
è continuamente aumentata raggiungendo in ottobre un tasso pari al 5,3
per cento della popolazione attiva, coinvolgendo così 315 000 persone.
Nei primi dieci mesi di quest'anno il commercio estero svizzero con
l'Australia è diminuito del 24 per cento all'esportazione e del 44 per cento
all'importazione.
Nonostante il deterioramento della situazione economica, non è stato
dato seguito alle diverse proposte tendenti ad introdurre misure restrittive
per l'importazione.
Si può constatare con soddisfazione che il 24 settembre 1975 il primo
ministro ha dichiarato di aver riveduto la politica ostile praticata negli ultimi anni nei confronti degli investimenti esteri sostituendola con un concetto di cooperazione.
Il precedente governo laburista è caduto l'il novembre scorso. Le elezioni del 13 dicembre sono sfociate in una vittoria della coalizione conservatrice.
66 America latina
661 In generale
La flessione del commercio mondiale, l'evoluzione dei prezzi e della
domanda del petrolio, di altre materie prime e dei prodotti agricoli, continuano ad influenzare la situazione economica dei singoli Paesi. In numerosi Paesi si denota un aumento delle difficoltà nella bilancia dei pagamenti,
una lievitazione accelerata del costo della vita e un acuirsi della disoccupazione. Sono stati adottati numerosi provvedimenti intesi a ridurre le
importazioni.
La recente revoca delle sanzioni economiche prese nel 1964 contro
Cuba sembra rivestire una certa importanza per la regione. Inoltre, l'istituzione di un sistema economico latino-americano (SELA) nell'ottobre scorso, potrebbe dare un nuovo impulso allo sviluppo regionale. Questa organizzazione potrebbe parimenti portare all'instaurazione di meccanismi di
determinazione dei prezzi tra i Paesi produttori di materie prime.
Durante i primi dieci mesi dell'anno in corso, le importazioni svizzere
in provenienza dai Paesi latino-americani sono diminuite dell'I 1,5 per cento
in termini di valore, mentre le esportazioni sono aumentate dell'1,4 per
cento. La bilancia commerciale si è pertanto chiusa con un'eccedenza di
oltre 916 milioni di franchi in nostro favore contro circa 814 milioni durante lo stesso periodo del 1974.
739
662 Sforzi d'integrazione
Lo sviluppo degli scambi commerciali tra i Paesi latino-americani prosegue lentamente. Si costatano progressi segnatamente nel campo della
cooperazione regionale tra le industrie di diversi settori e, per quanto
attiene il Patto andino, nella politica comune d'industrializzazione. Le
decisioni intese a creare un mercato comune tra i sei Paesi andini (Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela) sono state tradotte in
modo programmato in fatti concreti. Per contro gli organi dell'Associazione latino-americana di libero scambio (ALALC) non hanno potuto accordarsi sulle misure comuni da prendere per rianimare questo processo
d'integrazione.
663 Argentina
L'attuale situazione economica è caratterizzata essenzialmente da un
enorme aumento del costo della vita (dall'ottobre 1974 all'ottobre 1975 del
300% ca.), da un grande passivo del bilancio dello Stato, dalla diminuzione
delle riserve auree e di divise, dall'aumento dell'indebitamento verso l'estero come pure dalla mancanza di investimenti interni ed esterni. Il deficit
della bilancia dei pagamenti potrebbe superare quest'anno il miliardo di
dollari; le cause vanno ricercate non solo nell'aumento delle spese per l'importazione, segnatamente del petrolio, ma anche nelle difficoltà d'esportazione.
Sul piano del commercio estero il governo ha preso delle misure —
correzioni successive dei corsi di cambio e severe restrizioni all'importazione — intese a proteggere la bilancia commerciale.
Nei confronti dell'anno precedente, i primi dieci mesi hanno segnato
una diminuzione degli scambi commerciali tra la Svizzera e l'Argentina:
Da un lato vi è stata un'ulteriore diminuzione dei nostri acquisti di carne,
e dall'altro, le rigorose restrizioni all'importazione e la debolezza della
domanda hanno avuto un effetto negativo sulle nostre esportazioni.. Del
credito quadro di 45 milioni di franchi aperto nel 1968 all'Argentina per
finanziare l'importazione di beni d'investimento svizzeri, sono tuttora disponibili circa 7 milioni di franchi.
664 Brasile
Quale Paese importatore di petrolio il Brasile è confrontato con difficili problemi di bilancia commerciale e dei pagamenti. Perseguendo la sua
politica di debole ma sistematica svalutazione del cruzeiro, il governo ha
pure preso misure intese a ridurre le importazioni. Le riserve di divise convertibili sono in continua diminuzione, mentre l'indebitamento esterno ha
superato il limite di 20 miliardi di dollari.
740
Complessivamente si prevede per quest'anno un aumento del 6 per cento soltanto, contro il 10 per cento registrato nel 1974, del prodotto nazionale lordo.
Nello scambio merci tra la Svizzera e il Brasile, le nostre importazioni
si situano leggermente al di sopra di quelle dei primi dieci mesi dell'anno
precedente, mentre il valore delle nostre esportazioni è leggermente dirai-:
nuito. Questa flessione è presumibilmente da attribuire alle restrizioni sulle
importazioni introdotte dal Brasile nel corso della seconda metà dell'anno.
665 Cile
I provvedimenti di risanamento adottati dal governo hanno punto condotto ad un sensibile miglioramento della precaria situazione economica
del Paese. Il Cile deve tutt'ora far fronte a difficili problemi di bilancia
commerciale e dei pagamenti; in particolare, in seguito ai suoi limitati introiti di divise, non gli è ancora possibile saldare i debiti esterni risultanti
da precedenti impegni.
Durante i primi dieci mesi, le importazioni svizzere si sono mantenute
al livello dell'anno precedente, mentre le esportazioni hanno registrato una
nuova diminuzione.
Gli accordi di consolidamento dei debiti, del 28 luglio 1972 (RU 7972
2473) e del 7 gennaio 1975 (RU 7975 315), conclusi tra la Svizzera e il Cile
si svolgono conformemente alle loro disposizioni, tanto per quanto riguarda
il rimborso dei crediti quanto in merito alla corresponsione degli interessi.
Finora, non abbiamo ancora concluso alcun accordo sul consolidamento dei debiti commerciali cileni del 1975. A tale riguardo le modalità
furono stabilite nel mese di maggio da alcuni Paesi industrializzati (v. 5°
rapporto).
666 Cuba
L'accordo commerciale del 30 marzo 1954 (RU 7954 421) è stato prorogato di un anno, vale a dire fino al 31 dicembre 1976.
Cuba ha soddisfatto pienamente ai suoi impegni derivanti dall'accordo
del 2 marzo 1967 sull'indennizzazione degli interessi svizzeri (RU 7972 2483).
Gli indennizzi versati a imprese svizzere ammontano complessivamente a
circa 20 milioni di franchi.
667 Messico
La flessione della congiuntura, registrata a decorrere dalla metà del
1974, è proseguita e si è anzi accentuata. L'aumento del prodotto nazionale
lordo dovrebbe raggiungere il 4,5 per cento e superare in tal modo di poco
il tasso d'espansione demografica del 3,5 per cento previsto per il 1975.
741
Nel corso dei primi dieci mesi del 1975, confrontati allo stesso periodo
dell'anno precedente, gli scambi commerciali tra la Svizzera e il Messico
sono stati caratterizzati da un aumento sostanziale delle importazioni. Sebbene, nell'intento di proteggere la sua bilancia commerciale, il Messico abbia sottoposto tutte le importazioni al regime delle licenze, le. esportazioni
svizzere hanno parimenti segnato una soddisfacente progressione.
668 Perù
La politica economica nazionalistica, imperniata su modificazioni strutturali interne, viene ulteriormente praticata. Gli sforzi intrapresi dalle cerehie private svizzere, con l'appoggio delle autorità federali, per regolare la
questione dell'indennizzo di interessi svizzeri, segnatamente nel settore dell'
elettricità, hanno condotto ad una soluzione di comune accordo.
Lo scambio di merci tra la Svizzera e il Perù ha conosciuto, nel corso
dei primi dieci mesi, un rallentamento delle importazioni nei confronti dello
stesso periodo del 1974; per contro le nostre esportazioni sono progredite
del 10 per cento.
669 Venezuela
Basandosi sui forti introiti derivanti dall'esportazione del petrolio il
governo ha messo in atto un piano di sviluppo quinquennale orientato essenzialmente verso il promovimento della produzione industriale e agricola. Si
prospetta una progressione del prodotto interno dal 4,1 per cento, registrata
nel 1974, al 9,2 per cento nel 1979.
Tra gennaio e ottobre 1975 gli scambi commerciali bilaterali sono stati
caratterizzati da un leggero aumento delle nostre importazioni rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente, mentre le nostre esportazioni hanno
fatto un balzo di quasi il 30 per cento.
67 America del Nord
671 Canada
II prodotto nazionale lordo reale dovrebbe essere sceso nel 1975 leggermente al disotto del livello raggiunto l'anno precedente. La situazione economica è essenzialmente caratterizzata da forti aumenti dei prezzi e dei
salari, da un tasso di disoccupazione superiore al 7 per cento e da numerosi
scioperi. Nel mese d'ottobre il governo ha messo in vigore una legge antiinflazione, introducendo con la stessa un controllo dei prezzi e dei salari.
L'aumento delle importazioni, e le esportazioni che rimarranno molto
probabilmente stazionarie, causeranno presumibilmente un disavanzo nella
Foglio federale 1976. Voi. i
49
742
bilancia commerciale situato tra 5 e 6 miliardi di dollari canadesi, contro
uno scoperto di 1,3 miliardi nel 1974.
Nell'ambito degli sforzi volti a dirigere gli investimenti stranieri, la
creazione di nuove ditte da parte di stranieri e l'ampliamento di imprese
estere già esistenti sono sottoposti, dal mese di ottobre, all'obbligo d'autorizzazione.
Gli scambi commerciali tra la Svizzera e il Canada sono caratterizzati
da un nuovo calo delle importazioni, ciò che rispecchia l'evoluzione dei
prezzi e degli acquisti di cereali. In termini di valore le esportazioni sono
per contro aumentate in misura superiore alla media, ciò che si traduce in un
importante saldo attivo a nostro favore.
Nel maggio scorso il Canada ha sottoposto l'importazione di formaggio
all'obbligo del permesso. Dei contatti avuti con le autorità canadesi hanno
consentito d'ottenere l'assicurazione che i prodotti svizzeri potranno essere
smerciati in misura corrispondente alla loro parte abituale di mercato.
All'inizio di dicembre il signor Donald Jamieson, ministro canadese del
commercio e dell'industria, ha soggiornato in Svizzera. Egli è stato ricevuto
a Berna dal capo del Dipartimento federale dell'economia pubblica, con il
quale ha avuto uno scambio di vedute sui problemi economici generali e
sulle questioni concernenti le nostre relazioni bilaterali. Al ministro è inoltre
stata data la possibilità di incontrarsi a Zurigo con rappresentanti dell'economia svizzera.
672 Stati Uniti d'America
L'economia americana sembra aver superato la più lunga e pesante
recessione del dopoguerra. L'aumento del prodotto nazionale lordo e della
produzione industriale, ancora alquanto debole nel secondo trimestre del
1975, si è accentuato durante il terzo trimestre con una rapidità inattesa;
infatti il prodotto nazionale lordo reale è progredito, tra il secondo e il terzo
trimestre, con un tasso annuale del 13,2 per cento. Questa accelerazione è
dovuta essenzialmente al fatto che al periodo di riduzione delle scorte registrato in precedenza è subentrato bruscamente un movimento di rapida ricostituzione, accompagnato da un netto aumento della domanda. Nel corso
del secondo semestre 1975 la produzione industriale, che era diminuita di
circa il 20 per cento nel semestre precedente, dovrebbe aver superato di
circa il 10 per cento — calcolata su base annuale — il risultato dei primi
sei mesi.
Dal lato della domanda questa ripresa dev'essere attribuita principalmente all'aumento del consumo privato, stimolato dagli alleggerimenti fiscali
introdotti nel corso della primavera. La situazione nella costruzione degli
alloggi ha pure iniziato a migliorare malgrado i tassi ipotecari ancora elevati; per contro, gli investimenti industriali hanno continuato a diminuire
743
in termini reali nonostante che le entrate di ordinazioni di beni durevoli
siano andate aumentando.
Malgrado la sua rapida ascesa nel corso della seconda metà del 1975,
il prodotto nazionale lordo reale americano rimane inferiore del 3 per cento
al livello, già contratto, dell'anno precedente. Come fu il caso nella maggior
parte degli altri Paesi, le pressioni inflazionistiche si sono nettamente indebolite nel corso di quest'anno; con un'inflazione annua del 7,6 per cento in
ottobre, gli Stati Uniti presentano, dopo la Svizzera e la Repubblica federale
di Germania, il tasso di rincaro più debole tra i Paesi industrializzati. Per
contro, le prospettive di miglioramento del mercato dell'impiego permangono poco favorevoli. Dopo una fase d'attenuazione durata quattro mesi,
il tasso di disoccupazione è aumentato nuovamente nel mese di ottobre fino
all'8,6 per cento, e ciò è da attribuire al fatto che attualmente la popolazione
attiva (labour force) americana aumenta in modo superiore alle pur aumentate possibilità d'occupazione.
La posizione esterna degli Stati Uniti è sensibilmente migliorata in seguito al debole sviluppo del loro commercio estero; nel 1975, le esportazioni sono diminuite del 3 per cento in volume e le importazioni del 13 per
cento. Dopo aver registrato un deficit di 1,8 miliardi di dollari nel corso dei
primi nove mesi del 1974, la bilancia commerciale degli Stati Uniti ha segnato, per lo stesso periodo del 1975, un saldo attivo di 8,4 miliardi. Per
quanto attiene la bilancia dei redditi essa dovrebbe presentare, dopo il leggero deficit di 0,6 miliardi di dollari registrato nel 1974, un'eccedenza di
circa 12 miliardi di dollari per l'assieme dell'anno.
Sebbene le autorità americane si attendono nel 1976 un aumento del
7 per cento del prodotto nazionale lordo reale, la durata e la solidità della
ripresa economica rimane incerta. Molto dipenderà dall'evoluzione dei prezzi
e in particolare dalla ripercussione sul consumo della revoca degli alleggerimenti fiscali e dalle conseguenze che avrà sugli investimenti la scarsa
disponibilità monetaria con il conseguente aumento dei saggi d'interesse.
Inoltre, anche l'alto tasso di disoccupazione (si prevede un tasso del 7,5 per
cento per la fine del 1976) potrebbe frenare la ripresa.
Per la Svizzera nel corso del periodo considerato, il commercio esterno
con gli Stati Uniti ha avuto uno sviluppo sfavorevole; in rapporto allo
stesso periodo del 1974 le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti nel corso
dei primi dieci mesi del 1975 sono in effetti diminuite del 17,5 per cento,
mentre le importazioni si sono contratte del 5 per cento soltanto. Il deficit
della bilancia commerciale svizzera risultante dallo scambio di merci con
gli Stati Uniti è pertanto raddoppiato nei confronti dello stesso periodo dell'
anno precedente, raggiungendo 489,6 milioni di franchi, mentre nel periodo
considerato il deficit commerciale globale della; Svizzera è sceso da 7,1
miliardi a 1,5 miliardi di franchi.
744
Nel corso del mese di luglio 1975 il capo del Dipartimento militare
federale e il ministro della difesa degli Stati Uniti hanno firmato un accordo
americano-elvetico sulle ordinazioni compensatone previste ove la Confederazione dovesse acquistare l'aereo da combattimento Tiger F-5E. L'accordo, concluso per una durata di otto anni, prevede che il prezzo d'acquisto
degli aerei sarà compensato nella più larga misura possibile, ma almeno in
ragione del 30 per cento, da commesse passate all'industria svizzera.
Alla fine di agosto si è presentata l'occasione di procedere, con i senatori Russell Long, presidente della Commissione delle finanze del senato, e
Abraham Ribicoff, presidente del Subcommittee on International Trade
della citata commissione, ad uno scambio di vedute sugli attuali problemi
economici mondiali, come pure su alcune questioni bilaterali.
Un'inchiesta della Divisione anti-trust del Dipartimento americano della giustizia in inerito al comportamento sul mercato degli Stati Uniti di un
impresa orologiera svizzera, è entrata in una fase necessitante il nostro intervento a livello diplomatico.
68 Paesi dell'OPEP
Le relazioni con i Paesi dell'OPEP hanno continuato ad intensificarsi
nel corso del periodo considerato. L'interesse di molte imprese svizzere, fra
le quali vi è un gran numero di studi d'ingegneria e d'architettura, come
pure di imprese di costruzioni, è rivolto soprattutto verso l'Iran, l'Irak, l'Arabia Saudita e la Nigeria.
I risultati finora ottenuti sono incoraggianti e testimoniano della capacità della nostra industria d'esportazione di adattarsi ai cambiamenti intervenuti sui mercati internazionali. Pertanto, dal gennaio all'ottobre 1975, le
esportazioni svizzere a destinazione di questi Paesi sono aumentate, nei confronti dello stesso periodo dell'anno precedente, di circa il 50 per cento. Per
taluni Paesi il tasso d'incremento è anzi considerevolmente più elevato, situandosi al 173 per cento per la Nigeria, al 124 per cento per l'Oman, al
100 per cento per il Qatar, all'83 per cento per l'Irak e al 74 per cento per
l'Arabia Saudita.
Nell'intento di creare le più favorevoli condizioni per l'esportazione e
le prestazioni di servizio del nostro Paese, i contatti ufficiali con i governi
interessati sono stati intensificati. Allo stesso scopo sono intesi gli ampliamenti dei servizi commerciali delle nostre ambasciate, le quali appoggiano le
ditte e i loro rappresentanti con la mediazione di relazioni d'affari, con l'informazione su concreti progetti e con l'impartizione dei ragguagli del caso.
Sono in corso lavori per determinare le possibilità di perfezionare la collaborazione tra i servizi in questione con l'Ufficio svizzero d'espansione commerciale, il Direttorio dell'Unione svizzera del commercio e dell'industria e
le associazioni specializzate.
745
La conferenza degli ambasciatori di quest'anno si è occupata soprattutto, con i principali rappresentanti della nostra economia, del .problema
del perfezionamento della collaborazione tra le nostre rappresentanze all'
estero e le organizzazioni dell'economia privata.
7 Politica economica esterna praticata a titolo autonomo
Come in altri Paesi industrializzati di piccole dimensioni, gli effetti che
la sensibile flessione della domanda esterna esercita sull'assieme dell'economia, hanno nuovamente messo in evidenza in quale importante misura
l'economia svizzera dipende dalla situazione esistente sui mercati mondiali.
La grande interdipendenza con l'estero ha però mostrato anche quanto sia
esiguo il margine per l'applicazione di provvedimenti autonomi intesi ad
influenzare l'attuale situazione. Ciò malgrado sono stati ulteriormente intensificati gli sforzi per aiutare con provvedimenti autonomi, nel limite del
possibile, la nostra economia e per adeguare le sue condizioni generali di
concorrenza alla situazione internazionale.
Alla cifra 13 del presente rapporto vi abbiamo esposto le misure che
sono state prese, nonché l'integrazione delle stesse avvenuta durante il periodo considerato. Per il campo monetario citeremo le riduzioni dei saggi
d'interesse, gli interventi sul mercato delle divise, le facilitazioni di finanziamento per l'esportazione e il miglior sfruttamento delle possibilità dell'
esportazione svizzera di capitali al servizio dell'esportazione di merci. Rammenteremo inoltre il miglioramento della garanzia contro i rischi dell'esportazione, della quale gli interessati hanno fatto largo uso, poiché infatti l'impegno della Confederazione è rapidamente passato da 6,9 miliardi di franchi
alla fine dea 1974 a 8,8 miliardi di franchi alla fine di ottobre del 1975.
Nel campo della politica commerciale esterna abbiamo continuato la
nostra politica d'intensificazione degli accordi bilaterali, segnatamente con
i Paesi dell'OPEP. Con il rafforzamento delle rappresentanze diplomatiche
in taluni Paesi, con missioni di «good will» (segnatamente da parte del direttore della Divisione del commercio e del presidente del Direttorio della
Banca nazionale), con la creazione di commissioni miste, come pure con la
conclusione di accordi di commercio e di cooperazione si intende intensificare le relazioni economiche con questi Paesi, facilitare i contatti degli organismi statali esteri con l'economia privata svizzera e sostenere in tal modo
quest'ultima nel suo sforzo volto alla conquista di questi contesi mercati.
L'intensificazione della collaborazione e un'accurata organizzazione in
questo campo devono permettere di rendere ancor più efficace l'attività
svolta dalle organizzazioni dell'economia privata e dalle autorità federali per
superare le attuali difficoltà. Di conseguenza, il 5 novembre abbiamo incaricato uno stato maggiore congiunturale interdipartimentale di esaminare,
746
preparare, organizzare, finanziare e porre in atto provvedimenti suppletivi
che potrebbero rendersi necessari per combattere la crisi e creare possibilità
di lavoro, onde garantire un impiego flessibile e conforme alle circostanze
dei provvedimenti entranti in linea di conto. Nell'ambito di questo stato
maggiore abbiamo incaricato il Dipartimento federale dell'economia pubblica e il Dipartimento delle finanze e delle dogane di creare dei gruppi di
lavoro comprendenti rappresentanti delle autorità competenti e della Banca
nazionale, e a seconda dei mandati dei singoli gruppi di lavoro, anche rappresentanti dell'economia e della scienza.
B gruppo di lavoro «promovimento delle esportazioni e provvedimenti
di politica economica esterna» esaminerà le nuove iniziative e disposizioni
in grado di facilitare le esportazioni e in particolare le misure relative al
promovimento e al finanziamento delle stesse. Esso dovrà inoltre coordinare
e armonizzare, con le esigenze della politica commerciale, le disposizioni
prese per rinforzare la capacità concorrenziale della nostra economia. 11
gruppo è infine incaricato di valutare gli effetti delle misure autonome svizzere sul piano esterno, sia dal profilo dei nostri impegni internazionali sia
da quello degli sforzi intrapresi a livello mondiale per agire in modo concertato.
8 Ufficio svizzero per l'espansione commerciale
Giusta la legge federale del 3 ottobre 1975 *>, la Confederazione assegna,
a decorrere dal 1° gennaio 1976, all'Ufficio svizzero per l'espansione commerciale (USEC) un contributo annuo di 3,9 milioni di franchi. Se la situazione economica lo richiede abbiamo la facoltà di aumentare questo ammontare di un milione di franchi al massimo.
Essendo in tal modo garantito il suo finanziamento, l'USEC avrà la
possibilità di mettere a disposizione un maggior volume di mezzi per il promovimento diretto dell'esportazione e di impiegarli in modo programmato.
L'USEC offrirà in tal modo un valido contributo alla lotta contro la recessione in Svizzera.
Le misure dì promovimento delle esportazioni si concentreranno nel
1976 sui Paesi dell'OPEP del Vicino Oriente con un elevato potere d'acquisto, come pure sui Paesi dell'Europa dell'Est. Un'esposizione industriale
svizzera avrà luogo dal 23 novembre al 3 dicembre al Cairo Da questa
manifestazione ci attendiamo un effetto irraggiante sull'intera area dei Paesi
arabi. Si prevedono inoltre partecipazioni ufficiali della Svizzera alle fiere
internazionali di Tripoli, Algeri, Teheran e Bagdad. D'altra parte una missione di «good will» sarà effettuata in primavera dall'USEC nell'Arabia Saudita, nel Kuwait e negli Emirati arabi del Golfo Persico. Lo scopo di questa
11
RU 1976 76
747
missione sarà di prendere contatto con gli ambienti governativi ed economici
di questi Paesi, di interessarli ai prodotti d'esportazione svizzeri e di propagandare l'esposizione del Cairo.
Partecipazioni ufficiali sono pure previste per diverse fiere internazionali organizzate nei Paesi dell'Europa dell'Est e segnatamente nell'Unione
Sovietica, nella Repubblica democratica tedesca, in Romania, in Bulgaria,
in Polonia e in Jugoslavia.
Olre a questo concreto programma, l'USEC offre una serie di prestazioni di servizio utili a numerose ditte ai fini della ricerca di nuovi mercati
e ordinazioni. La pubblicazione settimanale di annunci economici internazionali è molto apprezzata. Dalla creazione di questo servizio, cinque anni
or sono, sono stati pubblicati oltre 40000 annunci economici provenienti
dal mondo intero.
La molteplice attività dell'USEC in favore dell'industria svizzera d'
esportazione è stata illustrata dettagliatamente nel nostro messaggio del 26
febbraio 1975 1} concernente un contributo all'Ufficio svizzero per l'espansione commerciale.
9 Proposta
Considerato quanto precede, vi proponiamo d'approvare le misure da
noi adottate e di decidere che le stesse restino in vigore.
Gradite, onorevoli presidente e consiglieri, l'espressione della nostra
alta considerazione.
Berna, 21 gennaio 1976
In nome del Consiglio federale svizzeroli presidente della Confederazione,
Gnägi
D cancelliere della Confederazione,
Huber
"FF 1975 I 1015
748
Dipartimento federale
dell'interno
Allegato I
Berna, 12 dicembre 1975
A Sua Eccellenza
Signor Carlo Scarascia Mugnozza
Vicepresidente
Commissione delle Comunità
Europee
Bruxelles
Signor Vicepresidente,
Mi onoro di comunicarle che le autorità svizzere sarebbero disposte ad
avviare uno scambio d'informazioni con la Commissione delle Comunità
Europee in materia di protezione dell'ambiente. A tale riguardo, l'Ufficio
federale della protezione dell'ambiente, come organo di coordinazione a
livello nazionale, evidenzia l'importanza che l'informazione reciproca può
avere per la protezione ecologica.
Potrebbero essere considerati come meglio adeguati i seguenti settori
d'interesse comune:
— scambio d'informazioni sui metodi d'analisi e di misurazione di taluni
inquinanti dell'aria e dell'acqua e sullo stato delle conoscenze dei loro
effetti nocivi, comprese le immissioni acustiche; la banca dei dati progettata dalla Commissione delle Comunità Europee potrebbe rendere
all'uopo utili servizi;
— scambio d'informazioni sui problemi dell'inquinamento posti da talune
branche industriali;
— scambio d'informazioni concernente la compilazione di criteri e di finalità qualitative;
— scambio d'informazioni nei settori della ricerca in materia di protezione
ecologica; scambio d'informazioni sulla situazione delle procedure sperimentali circa la tossicità di taluni inquinanti; studio delle possibilità
di condurre indagini epidemiologiche comuni;
— scambio delle conoscenze acquisite riguardo agli effetti della produzione
energetica sull'ambiente;
—• scambio d'informazioni in materia di rifiuti tossici;
— scambio d'informazioni concernenti le ripercussioni di talune attività
agricole sull'ambiente e effetti dell'inquinamento sull'ambiente naturale;
— scambio d'informazioni sui programmi di sensibilizzazione e di formazione in materia di protezione ecologica.
749
Resta inteso che questo elenco potrebbe successivamente essere completato alla luce delle esigenze e dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche.
Allo scopo di pianificare, coordinare ed esaminare la cooperazione nei
settori testé descritti e in qualsiasi altro campo da convenire, potrebbero
adunarsi, secondo le necessità, funzionari superiori o periti. La trasmissione
dei documenti e della, corrispondenza avverrebbe per il tramite della Missione Svizzera per le Comunità Europee.
Se potesse confermarci il Suo accordo su quanto precede, considereremmo il presente scambio di lettere come definente gli scopi e le forme
della nostra cooperazione futura in materia di protezione ecologica.
Gradisca, Signor Vicepresidente, l'espressione della mia alta considerazione.
Il Capo
del Dipartimento federale dell'interno:
Hans Hürlimann
Consigliere federale
750
Commissione delle Comunità Europee
II Vicepresidente
Carlo Scarascia Mugnozza
Bruxelles, 12 dicembre 1975
Sua Eccellenza
Signor Hans Hürlimann
Consigliere federale
Capo del Dipartimento federale
dell'interno
Berna
Onorevole Signor Consigliere federale,
Mi felicito dell'accordo in materia di protezione dell'ambiente indicato
nella Sua lettera del 12 dicembre 1975 del tenore seguente:
«Mi onoro di comunicarle che le autorità svizzere sarebbero disposte ad avviare uno scambio d'informazioni con la Commissione delle
Comunità Europee in materia di protezione dell'ambiente. A tale riguardo, l'Ufficio federale della protezione dell'ambiente, come organo
di coordinazione a livello nazionale, evidenzia l'importanza che l'informazione reciproca può avere per la protezione ecologica.
Potrebbero essere considerati come meglio adeguati i seguenti settori d'interesse comune:
— scambio d'informazioni sui metodi d'analisi e di misurazione di
taluni inquinanti dell'aria e dell'acqua e sullo stato delle conoscenze
dei loro effetti nocivi, comprese le immissioni acustiche; la banca
dei dati progettata dalla Commissione delle Comunità Europee
potrebbe rendere all'uopo utili servizi;
—' scambio d'informazioni sui problemi dell'inquinamento posti da
talune branche industriali;
— scambio d'informazioni concernente la compilazione di criteri e di
finalità qualitative;
— scambio d'informazioni nei settori della ricerca in materia di protezione ecologica; scambio d'informazioni sulla situazione delle
procedure sperimentali circa la tossicità di taluni inquinanti; studio
delle possibilità di condurre indagini epidemiologiche comuni;
— scambio delle conoscenze acquisite riguardo agli effetti della produzione energetica sull'ambiente;
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— scambio d'informazioni in materia di rifiuti tossici;
— scambio d'informazioni concernenti le ripercussioni di talune attività agricole sull'ambiente e effetti dell'inquinamento sull'ambiente
naturale;
— scambio d'informazioni sui programmi di sensiblizzazione e di
formazione in materia di protezione ecologica.
Resta inteso che questo elenco potrebbe successivamente essere
completato alla luce delle esigenze e dell'evoluzione delle conoscenze
scientifiche.
Allo scopo di pianificare, coordinare ed esaminare la cooperazione
nei settori testé descritti e in qualsiasi altro campo da convenire, potrebbero adunarsi, secondo le necessità, funzionari superiori e periti. La
trasmissione dei documenti e della corrispondenza avverrebbe per il tramite della Missione Svizzera per le Comunità Europee.
Se potesse confermarci il Suo accordo su quanto precede, considereremmo il presente scambio di lettere come definente gli scopi e le
forme della nostra cooperazione futura in materia di protezione ecologica.»
In nome della Commissione e in nome mio mi felicito di confermare
il nostro accordo su tutti i punti precedentemente menzionati e di ringraziarla cordialmente per la Sua cooperazione in materia.
Gradisca, onorevole Signor Consigliere federale, l'espressione della mia
alta considerazione.
Carlo Scarascia Mugnozza
752
Allegato 2
Decisione del Consiglio n. 8 —1975
(adottata alla 26a riunione del 6 novembre 1975)
Modificazione dell'allegato G alla Convenzione
II Consiglio,
Vista l'istanza presentata dal Governo portoghese in occasione della
17a riunione simultanea dei Consigli del 1975,
Desideroso di promuovere lo sviluppo dell'industria portoghese come
anche d'incrementare l'economia portoghese,
Viste le disposizioni dell'articolo 44 della Convenzione,
Decide:
1. La modificazione dell'allegato G alla Convenzione secondo il testo
annesso è così approvata ed è sottoposta all'accettazione degli Stati
membri.
2. Il segretario generale depositerà il testo di questa decisione presso il
Governo della Svezia.
Emendamenti dell'allegato G alla Convenzione
1. L'allegato G alla Convenzione è modificato mediante l'inserimento di
un nuovo paragrafo 6 bis del tenore seguente:
«6bis. In deroga alle disposizioni dei paragrafi 4 e 6, il Consiglio può
autorizzare il Portogallo, a domanda di quest'ultimo, a scostarsi, per
quanto concerne una mercé determinata, dai termini indicati nei detti
paragrafi per l'eliminazione o l'introduzione di un dazio. Il Consiglio
decide circa il calendario applicabile alla riduzione e all'eliminazione,
innanzi il 1° gennaio 1985, di qualsiasi dazio avente per oggetto una
siffatta autorizzazione. Tutti i dazi applicati in virtù del presente allegato, compreso il calendario di riduzione e il dazio di base, verranno
indicati in un elenco.»
2. Il presente emendamento entrerà in vigore il giorno in cui l'ultimo
strumento d'accettazione di tutti gli Stati membri sarà depositato presso il Governo della Svezia.
753
Allegato 3
Decreto del Consiglio federale
che sopprime il servizio disciplinato dei pagamenti
con la Repubblica democratica di Germania
(Del 1° dicembre 1975)
// Consiglio federale svizzero,
visto gli articoli 1 e 2 del decreto federale del 28 giugno 19721' sulle
misure economiche esterne,
decreta:
Art. l
II decreto del Consiglio federale del 17 dicembre 19562) concernente
il servizio disciplinato dei pagamenti con l'estero non è più applicabile al
servizio dei pagamenti con la Repubblica democratica di Germania.
Art. 2
Nell'«allegato: Elenco dei Paesi e delle Aree monetarie di cui all'articolo 1 capoverso 1», del decreto del Consiglio federale del 17 dicembre
19562) concernente il servizio disciplinato dei pagamenti con l'estero, la
designazione «Repubblica democratica di Germania e Berlino (est)» è cancellata.
Art. 3
Le precedenti disposizioni rimangono applicabili alle compensazioni
avvenute prima dell'entrata in vigore del presente decreto.
Art. 4
Le infrazioni alle prescrizioni sul servizio disciplinato dei pagamenti
con la Repubblica democratica di Germania, commesse innanzi l'entrata
" RS 946.201
RS 946.240.1
2)
754
in vigore del presente decreto, sono perseguite e giudicate penalmente secondo le disposizioni applicabili al momento in cui sono state commesse.
Art. 5
II presente decreto entra in vigore il 1° gennaio 1976.
Berna, 1° dicembre 1975
In nome del Consiglio federale svizzero:
II presidente della Confederazione,
Graber
II cancelliere della Confederazione,
Huber
755
Allegato 4
Protocollo d'accordo
II Direttore della Divisione federale del commercio, sig. Paul R. Jolies, accompagnato dal presidente della Banca nazionale svizzera, sig. Fritz
Leutwiler, si è reso in visita ufficiale in Iran, dal 28 novembre al 3 dicembre 1975.
Nel corso del suo soggiorno, ü sig. Jolies è stato ricevuto in udienza
da sua Maestra Imperiale, Schahanschah Aray Mehr.
Egli ha avuto pure discussioni con il Primo Ministro Amir Abbas Hoveyda e ha incontrato il presidente del Consiglio d'amministrazione e direttore generale della National Iranian Oil Company, Manouchehr Eqbal;
incontri hanno inoltre avuto luogo con il Ministro dell'interno, Jamshid
Amouzegar, il Ministro dell'economia e delle finanze, Hushang Ansary, il
Ministro di Stato e Capo dell'Organizzazione del piano e del bilancio di
previsione, Abdel Majid Majidi, il Ministro dell'industria e delle miniere,
Farrokh Najmabadi, il Ministro dell'alloggio e dell'urbanismo, Homayoun
J. Ansary, il Ministro del commercio, Fereidoun Mahdavi, come anche con
alti funzionari del Governo. Per altro, il sig. Jolies e il presidente della
Banca nazionale hanno avuto un colloquio anche con il Governatore della
Banca centrale iraniana, Hassan Ali Mehran.
Il sig. Jolies ha proceduto a uno scambio d'opinioni approfondito con il
Viceministro dell'economia e delle finanze, Jalil Shoraka, riguardo all'ampliamento della cooperazione economica fra i due Paesi. Desiderosi d'allargare e di rafforzare le relazioni economiche bilaterali e considerando in
particolare l'interesse reciproco di promuovere la cooperazione nei settori
commerciale, industriale, tecnologico, bancario e finanziario come anche
del turismo e degli altri servizi, le due parti hanno convenuto d'istituire
una Commissione mista governativa, cui sono assegnati i seguenti compiti:
1. La Commissione M'ista esamina lo stato delle relazioni economiche fra
la Svizzera e l'Iran, in generale e nei settori particolari suindicati. Allo
scopo d'approfondire queste relazioni, la Commissione s'adopera per
determinare i settori d'interesse comuni come anche per promuovere
e agevolare le misure intese ad attuare i programmi e i progetti specifici.
2. La Commissione Mista consente lo scambio d'informazioni e di consultazioni reciproche riguardo a temi di sua competenza.
756
3. La Commissione Mista avrà il compito di promuovere e di agevolare
l'istituzione di contatti fra imprese commerciali e industriali dei due
Paesi. Ove occorra, potranno essere invitati a partecipare alle adunate
rappresentanti del settore privato come anche periti.
4. La Commissione Mista si riunirà normalmente una volta all'anno a
domanda di una o dell'altra parte, alternativamente a Berna e a
Téhéran.
5. La Commissione Mista può istituire sottocommissioni per trattare settori e questioni particolari. Il campo d'attività di queste sottocommissioni è determinato dalla Commissione Mista cui esse devono fare
rapporto.
Fatto a Téhéran il 3 dicembre 1975, in due originali in inglese, dei quali
ognuno è autentico.
Jalil Shoraka
Paul R. Jolies
Vice-ministro
dell'economia e delle finanze
dell'Iran
Direttore
della Divisione federale
del commercio
Schweizerisches Bundesarchiv, Digitale Amtsdruckschriften
Archives fédérales suisses, Publications officielles numérisées
Archivio federale svizzero, Pubblicazioni ufficiali digitali
Sesto rapporto del Consiglio federale all'Assemblea federale sulla politica economica
esterna (Del 21 gennaio 1976)
In
Bundesblatt
Dans
Feuille fédérale
In
Foglio federale
Jahr
1976
Année
Anno
Band
1
Volume
Volume
Heft
09
Cahier
Numero
Geschäftsnummer
76.003
Numéro d'affaire
Numero dell'oggetto
Datum
08.03.1976
Date
Data
Seite
675-756
Page
Pagina
Ref. No
10 111 808
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