INTERNET DRONES _ seconda parte

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INTERNET DRONES _ seconda parte
INTERNET DRONES _ seconda parte
Miyo Van Stenis, Marco Cadioli, Jeremy Bailey, IOCOSE, Nick Briz, Gerhardt Rubio
Swaneck e Kamilia Kard
21.03. – 02.05.2015
a cura di Kamilia Kard
private view: Sabato 21.03. 2015 ore 18.00
Ultra c/o eflux studio, Udine, via Mantica 7
T +39 339 1244524
[email protected] www.spazioultra.org
tutti i giorni su appuntamento
I sei droni della prima parte di INTERNET DRONES, conclusasi il 14 di Marzo, volano via
per lasciare il posto ad altri sette: Miyo Van Stenis, Marco Cadioli, Jeremy Bailey,
IOCOSE, Nick Briz, Gerhardt Rubio Swaneck e Kamilia Kard.
Politica, nuove forme di rivoluzione, sguardi satellitari, customification dell’arte e nuovi
luoghi in cui poterla vedere, Interrogativi bellico ironici, ricerca di codici per una nuova
estetica, mash up e glitch sono gli hashtag di questa grande seconda parte di INTERNET
DRONES a cura di Kamilia Kard. La mostra inaugura Sabato 21 di Marzo ore 18 _ ULTRA
c/o eflux studio_ Udine (IT)
L’artista venezuelana Miyo Van Stenis attacca la nuova politica restrizionista del suo
paese, introdotta da Hugo Chavez nel 2012 con il lavoro VIGIPIRATE2.0 (prototype), 2015.
Vigipirate è un sistema anti terrorismo basato su più livelli di sicurezza, l’artista lavora sul
secondo livello “raise vigilance ” introducendo dati, informazioni e immagini che
potrebbero comprometterla secondo la vigente normativa del suo paese in una Encrypted
SD Card Memory. Il piccolo drone Cheerson CX-10 portatore della sd card si trasforma in
un prototipo di libertà. Questo lavoro fa parte della serie di progetti-denuncia contro le
ingiustizie e le repressioni del governo attuale venezuelano insieme a the revolution is
printer all over me (2014 -ongoing) e la meta es desmontar la simulacion (2014- on going).
Persone catturate in angoli remoti del mondo dagli obbiettivi di google earth si confrontano
con le immagini satellitari dello stesso luogo nella serie stampata So far and yet So Close
(2014 - ongoing) di Marco Cadioli, dove lo sguardo del satellite diventa l’espressione
oscurata delle persone riprese quasi inconsapevolmente dalle macchine fotografiche di
google. L’artista inserisce per la prima volta l’elemento umano nei suoi lavori, ritraendo
una drone ethnography e un nuovo modo di guardare e vedere il mondo costantemente
mediato da devices e algoritmi.
Nuovi modi di “vedere” creano anche nuovi musei, e nuovi modi di acquistare le opere
d’arte. Così l’artista canadese Jeremy Bailey ci presenta il suo lavoro video Nail Art
Museum, realizzato con la realtà aumentata, in cui l’artista riproduce sulle sue dita celebri
opere modellate col 3d affermando che la sua mano è più potente di molte istituzioni come
il Whitney o la Tate. "[t]he plinth is the most powerful object in a museum. It allows you to
host any artwork" e così vediamo alternare sui piedistalli che decorano le unghie
dell’artista una molteplicità di opere di grandi autori. Una riflessione su contenuto e
contenitore? E allo stesso tempo un nuovo tipo di contenitore o museo immaginario? La
ricerca di Bailey su nuovi luoghi di scambio e di “custumification” delle opere d’arte trova
ampio respiro nel suo attuale progetto online TheYouMuseum.
Cosa fanno i droni in tempo di Pace? Questa è la domanda a cui il collettivo IOCOSE
prova a dare delle risposte con il progetto “In time of peace” (2014 - ongoing). Drone+ è la
documentazione video di un drone che prova a correre i 100 metri registrando anche la
propria attività con l’applicazione Nike+. “in time of peace” esplora la vita di un drone in
congedo dalla guerra e dal terrore, una “snaturalizzazione” provocata da un contesto
diverso da quello militare che vede il drone confrontarsi e cimentarsi con i limiti e le vanità
umane. “In time of peace” è composto da due lavori: Drone+ e drones selfies (printer
series).
Nick Briz ci fornisce un codice estetico nel suo tutorial on line thenewaesthetic.js
(http://nickbriz.com/thenewaesthetic/#icons). Il lavoro dell’artista statunitense è un
executable-essay / open-source javascript artware-library per una rapida [ri]produzione di
composizioni definite new aesthetic. Seguendo passo per passo le spiegazioni del sito o
del video tutorial si arriva alla creazione di un’opera di new aesthetic e alla codifica di una
corrente artistica. theNewAesthetic.js fa parte del progetto New-Media Art One-Liners.
I glitch di Gerhardt Rubio Swaneck si confondono con l’urbanistica degradata di alcune
città cilene nell’opera video Verbum die (2014), creando un parallelo tra errore digitale e
errore socio-politico-culturale.
Kamilia Kard ci mostrerà l’installazione, customizable still-life (2015) ultimo lavoro
dell’artista italo-ungherese che riutilizza, in un ready made analogico e digitale, oggetti di
uso quotidiano come agende e cover di cellulari personalizzate con immagini pop in
un’estetica post-internet.