Una notizia raccontata a mano

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Una notizia raccontata a mano
la scuola
APRITE GLI OCCHI, SCOPRITE IL MONDO
I GRANDI DELLA CARICATURA secondo Reginaldo
Leonardo da Vinci
Honoré Daumier
Il genio rinascimentale è tra i primi
celebri autori di caricature, conservate
nei musei più importanti del mondo.
Alcune si trovano anche tra i suoi
studi sul corpo umano o tra i bozzetti
preparatori per grandi dipinti.
Ma vi è traccia di proto-caricature
anche tra le pitture di Pompei
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Achille Superbi
e L
n
Porta la caricatura al grande
pubblico, lavorando per
alcuni tra i principali
quotidiani italiani, tra cui La
Stampa e La Gazzetta dello
Sport. È uno dei nostri più
apprezzati e premiati
caricaturisti. Celebri le sue
copertine per L’Espresso e
Panorama
Stan Lauren e Oliver Hardy
R
e
La striscia umoristica è qualcosa di più
del solito disegno che fate per raffigurare un paesaggio, una persona, un
animale. È in pratica un racconto.
Molto breve, ma pur sempre un racconto. Serve a rappresentare in pochi quadri
una situazione che si svolge nel tempo.
Per rappresentare con la matita una
storia, avrete bisogno di disegnare
almeno l’inizio, il seguito e la fine della
vicenda: bene, se ci mettete anche un
po’ di umorismo, questa è una striscia.
La vostra storia deve stare tutta su un foglio, lo stesso su cui avete sempre fatto
i vostri disegni. Fate un bel rettangolo, più largo possibile. Poi dividetelo in tre
parti uguali, tracciando con la matita due linee verticali. Nei tre spazi risultanti
inserirete tre momenti del vostro racconto, iniziando da quello a sinistra.
Se nella storia che state disegnando volete mettere dei personaggi che
parlano, dovrete lasciare lo spazio anche per le parole che diranno. È sempre
meglio metterle in alto, racchiudendole in un fumetto. Anche il testo dovrà
essere suddiviso nei vari quadri, come il disegno. Meglio evitare dialoghi
molto lunghi, altrimenti non saprete dove disegnare!
Stabilito cosa scrivere e cosa disegnare nei vari quadri, viene il momento di
farlo davvero. Se c’è un personaggio che appare in tutti e tre i quadri,
vedete di fare in modo che sembri effettivamente lo stesso disegnandolo il
più possibile sempre uguale, magari caratterizzandolo con baffi e occhiali!
In collaborazione con
segreti del disegno dal vero della
notizia (di cui fu maestro Achille
Beltrame con le sue copertine della
“Domenica del Corriere”) e della
vignetta satirica (con gli esercizi e
trucchi suggeriti dal vignettista del
Secolo XIX Stefano Rolli). Oggi affrontiamo quella che sui quotidiani
americani si chiama “strip”, ovvero
la striscia. Tra la fine dell’Ottocento
e l’inizio del Novecento, proprio sui
giornali degli Stati Uniti, si affacciarono le prime avventure disegnate
autoconclusive: il primo personaggio da “strip” da quotidiano fu The
Yellow Kid, il “bambino giallo”
creato da Richard Felton Outcault,
le cui avventure vennero seguite
per anni dalle migliaia di lettori del
New York World. La striscia è una
miscela di idee, sintesi, talento nel
disegnare, spirito umoristico. Non
LA FANTASIA SALE IN CATTEDRA
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è dunque per nulla facile realizzare
una “strip” riuscita. Abbiamo perciò
chiesto aiuto al nostro Origone,
creatore per Il Secolo XIX delle
avventure di Nilus. Gli esercizi che
trovate sotto sono i primi consigli
che lui vi dà per iniziare: provate a
seguirli, ricordandovi di attingere
molto dalle vostre esperienze e dalla
vostra fantasia. Vedere la realtà e saperla interpretare con un disegno è
SECONDARIE SUPERIORI
fotografia, i periodici si sono serviti
di immagini disegnate per accompagnare (o talvolta sostituire) la
notizia scritta. Già dopo pochi anni
dalla nascita della carta stampata,
l’illustrazione si è caratterizzata in
due filoni principali: l’illustrazione
di cronaca e l’illustrazione umoristica. Nelle puntate precedenti
del nostro corso di illustrazione,
abbiamo analizzato la tecnica e i
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Le strisce solitamente narrano episodi che
riguardano sempre gli stessi personaggi,
collocati in un particolare momento storico.
È importante quindi cominciare con uno
studio dell’ambiente in cui si vogliono
rappresentare le storie e una certa caratterizzazione delle figure che in esso si muovono.
La striscia di Nilus, ad esempio, è ambientata
nell’Antico Egitto. E l’ambiente, i costumi,
le situazioni sono adattate a quei tempi.
Con molte licenze artistiche, ovviamente.
Altrimenti dove sarebbe l’umorismo?
Per prima cosa bisogna scegliere in quale ambiente collocare le vostre storie.
Può essere un determinato ambiente storico, come il Far West, l’Antica Roma o,
se volete, sulla Luna o su Marte! Magari con i marziani che osservano i terrestri
con un telescopio e commentano i loro comportamenti. O più semplicemente,
potete rappresentare la vostra classe e i vostri compagni di scuola. Insomma,
sta a voi trovare dove sia più congeniale far vivere le vostre creazioni, seguendo
i vostri gusti e le vostre inclinazioni.
Una volta stabilito l’ambiente, ad esempio la Luna, dedicatevi ai personaggi.
Cominciate da quello più ricorrente, che di solito è il protagonista delle varie
avventure, quello che fa le battute umoristiche e che è sempre presente nelle
situazioni più divertenti. Cercate di caratterizzarlo il più possibile, in modo che
si distingua bene da eventuali personaggi di contorno e sia riconoscibile a
prima vista da chi leggerà le vostre storie.
Definiti ambiente e personaggi, viene il bello, anzi, il difficile: dovete inventare
delle gag, cioè delle piccole avventure divertenti. Per chi è alle prime armi
può essere utile leggere e guardare ciò che è stato fatto da autori già
affermati, cercando di analizzare come questi hanno “costruito” le loro strisce.
Potete prendere spunto da loro, evitando però di rifare esattamente le stesse
battute: ce ne sono già troppi che copiano!
Franco Bruna
In Italia è tra i più
conosciuti, grazie anche ai
suoi ritratti di personaggi
del mondo dello sport.
Disegna per il Processo del
Lunedì e il Guerin Sportivo
e realizza le caricature dei
calciatori per l’album
delle figurine pubblicato
dalla Panini
Romano Prodi
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UNA STORIA IN TRE DISEGNI
1
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Erede della tradizione di
Daumier, è uno dei più grandi
caricaturisti viventi, conosciuto
per i suoi disegni sul New York
Review of Books e anche su
Playboy. In America la
caricatura sfonda nei primi del
Novecento grazie alla diffusione
dei quotidiani ed è ancora oggi
molto amata
Albert
Einstein
2008
Viaggio nell’universo delle immagini
Corso di illustrazione, terza puntata
Una notizia raccontata a mano
SECONDARIE INFERIORI
SCUOLE PRIMARIE
CERTI AMORI non finiscono mai.
L’amore per l’immagine disegnata,
sbocciato nell’uomo fin da quando era vestito di pelli d’animali e
viveva nelle caverne, non è ancora
tramontato.
Ormai la ripresa dal vero la fa da
padrona grazie a fotografia e video,
mentre con l’avvento del personal
computer si è diffusa la grafica
bidimensionale e tridimensionale.
Eppure, ancora oggi, in anni ad
alto tasso di tecnologia, la storia
o la notizia raccontate a mano, in
punta di matita, conservano il loro
fascino e rimangono insostituibili.
Questo è vero anche nel mondo
del giornalismo. Fin da subito,
ancor prima dell’invenzione della
Con lui la caricatura entra nei
manuali di storia dell’arte.
Nella Francia dell’Ottocento è
uno dei più arguti critici del
potere.
Un irriverente ritratto del re
Luigi Filippo gli costa alcuni
mesi di prigione. Tra le sue
“vittime” molti famosi
personaggi del suo tempo
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David
MERCOLEDÌ
2 APRILE
una pratica semplice e al contempo
un’arte tra le più complesse. Basti
pensare alla caricatura: in un semplice ritratto in punta di matita si
ritrovano i pregi e i difetti fisici ma
anche interiori di un personaggio.
Reginaldo, caricaturista del nostro
quotidiano e grande esperto della
materia, ha scelto per voi i cinque capisaldi della caricatura, da
Leonardo ai giorni nostri. Vedere
dunque non basta, bisogna anche
pensare: a fondo pagina Patrizia
Canepa ci racconta come questo
motto ha influenzato la sua vita di
artista, madre e docente.
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UN LAVORO DA PROFESSIONISTI
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Creare una striscia umoristica non è certamente
una cosa semplice, anche se una buona striscia
deve apparire… semplice. La semplicità è una
caratteristica fondamentale della striscia, che
contiene gli stessi elementi di una storia
illustrata di maggior respiro (un’idea iniziale,
una sceneggiatura, una rappresentazione
grafica), il tutto però espresso in estrema
sintesi, sfruttando e ottimizzando al meglio il
poco spazio a disposizione. In più deve essere
originale e divertente. “Una bella impresa!”,
direte. Eppure qualche consiglio può aiutare.
Se avete già stabilito quali personaggi raffigurare e in quale ambiente farli agire,
ora dovete ideare delle avventure divertenti. Perché è questo che dovete fare,
prima ancora che disegnare: parte sempre tutto dall’idea. Poi viene la sceneggiatura (la suddivisione dei dialoghi nei vari quadri) e solo alla fine il disegno.
Iniziate elencando su un foglio tutti gli spunti che vi sembrano divertenti, senza
preoccuparvi, al momento, della realizzazione grafica.
Una volta trovata un’idea divertente, dovrete trovare la maniera più adatta per
rappresentarla. Di solito il primo disegno e - se c’è - il primo dialogo introducono l’argomento. A questo spesso segue una parte interlocutoria, rappresentata
con uno o due disegni di mezzo, consequenziali al primo: servono per
introdurre il finale, per “porgere” cioè la battuta dell’ultimo quadro, che poi è lo
scopo e la degna conclusione della vostra striscia.
Siate essenziali in tutto, sia nel disegno che nel testo. Meno parole riuscite ad
usare e più efficace sarà il risultato. Quando scrivete nei fumetti (i cosiddetti
balloons) usate uno stampatello chiaro e uniforme. Il tratto del disegno non
deve mai essere troppo sottile, altrimenti, riducendo le dimensioni dei quadri
(magari per stamparli), questo potrebbe addirittura scomparire! E poi, se volete,
potete colorarlo. Ma sull’uso del colore (o degli spazi neri) ci vorrebbe un’altra
puntata. Nell’attesa, provate da soli.
In collaborazione con
In collaborazione con
IL CONSIGLIO
È STUPENDO invecchiare, non
certo per la decadenza fisica, che indiscutibilmente non è gradevole. Mi
riferisco alla capacità che il nostro
cervello dimostra nel compensare
ciò che il fisico non ci dà più come
un tempo. Ti accorgi che non è più
indispensabile poter guardare a fondo per vedere benissimo; ne divieni
consapevole quando ciò che disegni
costituisce la sintesi tra ciò che vedi
e la tua esperienza e la tua conoscenza, per continuare a crescere e
a capire. «Si deve pensare – scrisse
Paul Cézanne – l’occhio non basta,
bisogna anche pensare».
Margherita, mia figlia, non gattona,
sta sempre seduta sul telo dove la
mettiamo, seduta con mille giochi at-
Bisogna pensare. Parola di Cézanne
torno. Ci guarda, nulla sfugge alla sua
attenzione. Il nostro pediatra dice che
i bimbi che non gattonano soddisfano
le loro curiosità con la vista, sviluppando così ulteriormente la capacità
di vedere. Non so se sia stato per questo motivo, ma Margherita ha passato
tutta la sua infanzia a giocare… disegnando. Non erano i risultati grafici
di nostra figlia a stupirci – a dire il
vero non tutti i disegni erano ... come
dire… riusciti – ma era la sua capacità
di osservazione, concentrazione, attenzione, e l’evasione e la gioia, che il
Paul
Cézanne,
I giocatori
di carte
Patrizia
Canepa
Meret Oppenheim,
La tazza di pelliccia
Un disegno
di Margherita
disegnare le regalava. Oggi, adulta, le
è rimasto il metodo: ha capacità di osservazione e di elaborazione. «Si deve
pensare – scrisse Cézanne – l’occhio
non basta, bisogna anche pensare». È
abituata, poi, a concretizzare, a rendere tangibile il suo pensiero (il disegno,
la foto, il progetto) per comunicare.
Margherita è “fattiva”.
«Si deve pensare – scrisse Cézanne
– l’occhio non basta, bisogna anche
pensare». Il braccio del giocatore di
carte, la casa nel paesaggio, le mele
rosse: è evidente che si tratta di ri-
flessioni fatte su elementi visivi colti
da un soggetto capace di guardare,
elaborare, disegnare. L’insegnante
aiuta lo studente a risalire questo
flusso, quindi a ripercorrerne il
processo conoscitivo.
Anche i corpi contorti di Egon
Schiele sono pensieri, le macchie di
Jackson Pollock, i volti pelosi di Frida Kahlo, le ferraglie di Jean Tinguely, l’orinatoio di Marcel Duchamp,
la profondità spaziale di Giotto, il
sangue di Jenny Holzer, la tazzina di
pelliccia di Meret Oppenheim.
Guardare. Pensare. Disegnare. Non
necessariamente in quest’ordine...
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