Relazione stage Scuola Monteroni

Transcript

Relazione stage Scuola Monteroni
Irena Nenova-Pizzi
RELAZIONE SULLE ATTIVITA’ SVOLTE DURANTE LO STAGE NELLA SCUOLA DI
MONTERONI
Durante il periodo trascorso nella scuola elementare di Monteroni (sede in via Gramsci e sede in via
Mazzini) ho avuto 12 alunni, 11 di nazionalità bulgara e 1 ukraino, distribuiti fra le classi come
segue: 3 in 1-a elementare, 3 in 2-a elementare, 2 in 3-a e 4 in 5-a.
Nei primi giorni ho seguito gli alunni in classe per capire il livello di conoscenza della lingua
italiana e la velocità di apprendimento. Nei giorni successivi ho creato due gruppi, secondo l’età
degli alunni e le difficoltà riscontrate: un gruppo formato da 5 alunni bulgari della 1-a e 2-a classe
(età fra 7 e 8 anni) e un altro da 4 alunni della 5-a( dell’età compresa fra 10 e 12 anni).
Con l’alunno ukraino ho dovuto lavorare in classe per ovvii problemi linguistici, invece i due alunni
bulgari della 3-a elementare ( sede in via Mazzini) per motivi logistici sono stati seguiti in classe in
maniera individuale.
Per creare l’atmosfera giusta nei gruppi siamo partiti con le attività creative: disegnare e colorare.
Ho chiesto agli alunni di disegnarmi i loro cibi preferiti e di scrivermi i nomi dei cibi in italiano.
Quasi tutti hanno disegnato un cono di gelato di vari gusti, sbagliando la parola “cioccolato”.
Usando questa opportunità abbiamo parlato come si formano i suoni nella lingua italiana, cioè caco-cu e ci-ce. Abbiamo scritto sotto dettatura alcune parole con i suoni doppi, cercando di cogliere
ascoltando le parole se vi sono le doppie o meno. Utilizzando il tema: “Cosa c’è al pranzo oggi?”
abbiamo studiato le parole concernenti l’alimentazione corretta, la preparazione dei cibi e i nomi
di tutto ciò che si può trovare in cucina (piatti, tazze, bichieri, cucina, forno, tostapane etc.). Nei
prossimi giorni abbiamo stabilito le differenze fra: piatto piano, piatto fondo, piattino, tazza,
tazzina, bicchiere, cucchiaio, cucchiaino ( spiegando i diminutivi –ino, -ina).
Nei prossimi giorni abbiamo eseguito un semplice gioco: ho proposto due disegni, del viso e del
corpo umano, proponendo agli alunni di trovare come in un gioco del lotto le parole giuste,
incollarle e collegarle all’imagine. In collegamento al gioco abbiamo parlato dei suoni complessi
(gi-ge, ghi-ghe e l’uso della coppia gl – utilizzando gli esempi di ciglia, sopracciglia e ginocchio.
Abbiamo accentuato le differenze fra mano-palmo, mano-braccio.
Ciascuno ha disegnato su un foglio la propria mano e abbiamo imparato i nomi delle dita.
In questo caso abbiamo sottolineato la parola mignolo.
Andando avanti con le attività abbiamo parlato dei verbi essere e avere, evidenziando le modalità
d’uso di ciascuno dei verbi. Per i bulgari è particolarmente difficile comprendere costruzioni come
“Io ho.....anni”, perchè basandosi sulla lingua-madre usano l’espresssione “Io sono di.....anni”,
traducendola letteralmente dal bulgaro. Abbiamo fatto molti esercici sui verbi essere ed avere per
arrivare a un certo automatismo nell’uso.
Il prossimo passo è stato di affiancare alle coppie ca-co-cu e ci-ce la lettera s e capire come
cambiani i suoni. Siamo passati alle parole più complesse, come sciarpa, sciare, lasciare,
scendere, uscire etc. Dopo abbiamo parlato delle differenze sciarpa-scarpa, cioccolato-coccolato.
Dopo molti esercizi con sca-sco-scu e sci sce abbiamo introdotto nelle ultime due coppie la lettera h
e abbiamo discusso sui cambiamenti che emmergono. Gli alunni hanno scritto sotto dettatura più di
50 parole con sci-sce e schi-sche (boschetto, sceriffo, schermo, pescheria, sciupare, etc.)
A questo punto abbiamo eseguito il passaggio agli articoli. La maggior parte della attenzione è stata
dedicata agli articoli nel singolare e plurale del genere maschile ( i casi in cui si usano il, i, e i casi
quando si usano lo e gli. Nello stesso momento abbiamo fatto esercizi con parole come: albergo,
aereo, albero e la particolarità del uso dgli articoli nelle parole di genere maschile che cominciano
con vocale.
Durante la mia permanenza nella scuola mi sono resa conto della evidente mancanza di autostima
degli alunni bulgari. Così ho raccolto delle immagini della Bulgaria: paesaggi del Mar Nero, delle
montagne, dei laghi d’acqua minerale, la Valle delle rose, della archittettura tradizionale e viste
delle città più grandi e famose. Ho incluso immagini del monastero di Rila, il centro culturale più
importante del paese, sopravvissuto durante i 500 anni di presenza ottomana in Bulgaria. Ho
mostrato le citta-musei, dove sino ad oggi si praticano gli antichi mestieri con gli atrezzi dei vecchi
tempi. Abbiamo parlato di famosi bulgari nel mondo ( Boris Karlov, Khristo, la scuola di canto
lirico bulgara abbondantemente rappresentata nel teatro della Scala di Milano, di John Atanasov,
l’inventore del computer, etc.) Ho mostrato i piatti nazionali, ho raccontato di feste e carnevali
tradizionali, mostrando le maschere ed abigliamento nazionali.
Una parte della presentazione è stata dedicata alle danze nazionali e la musica bulgara.
Questa presentazione è stata fatta in tutte le classi dove ci sono alunni bulgari ed ha suscitato molto
interesse anche fra gli insegnanti ed alunni italiani.
Lo stesso lavoro è stato eseguito insieme con la mia collega Zhou Xia per rappresentare la Cina
nella classe dove c’è l’alunna cinese. Gli immagini della Cina sono state dimostrate anche nelle
altre classi, in seguito delle richieste degli alunni e delle maestre.
Il lavoro è continuato sotto forma di giochi: collegare i nomi dei colori in bulgaro con i
corrispondenti in italiano, scrivere accanto alla parola in bulgaro quella in italiano, etc.
Secondo la mia opinione le più grosse difficoltà incontrano i ragazzi arrivati l’anno scorso ed
iscritti nella 3 e 5 elementare. In queste classi, mentre i bulgari cercano di affrontare i problemi con
la lingua, si va avanti con le altre materie che loro non riescono a comprendere, e secondo le
insegnanti nei primi anni della scuola media i genitori decidono di ritirarli dalla scuola.
Ho conosciuto le madri dei ragazzi ed ho riscontrato un problema comune: tutti e due genitori sono
impegnati nel lavoro per tutto il giorno, in seguito i figli non sono seguiti a casa, si presentano senza
compiti, quaderni, libri, e si mostrano poco motivati. Fortunatamente, esisitono anche eccezioni,
però la linea generale è quella descritta.
Negli ultimi giorni ci siamo dedicati alla scrittura di semplici testi di racconto delle esperienze
personali, ai pronomi possessivi masch./femm. – sing./pl. Abbiamo fatto una verifica finale di
tutto ciò che abbiamo imparato durante questo tempo. I risultati sono riportati nelle schede di
valutazione personali di ogni alunno, allegati alla presente relazione.