Vicovaro e la storia della stampa a caratteri mobili
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Vicovaro e la storia della stampa a caratteri mobili
Vicovaro e la storia della stampa a caratteri mobili Tutti sanno che la stampa a caratteri mobili è stata inventata dal tedesco Gutemberg. Pochi sanno che questo è vero se parliamo di Europa. La stampa a caratteri mobili infatti sembra essere nata in Cina nel 1041. Erano dei blocchi di creta con la forma degli ideogrammi dell’alfabeto cinese; questi, dopo essersi induriti, venivano incollati ad un supporto, venivano inchiostrati e premuti su un foglio. I primi caratteri mobili in legno sono del 1298 quando si sostituirono i fragili caratteri in creta e argilla con i più duraturi in legno intagliato. Nel 1377 in Corea furono inventati i caratteri mobili in metallo. Come queste tecnologia siano arrivate in Europa non è chiaro come confusa è la storia di chi sia stato il primo ad usarla: per tutti è Gutemberg per molti è l’italiano Panfilo Castaldi. 1/3 Vicovaro e la storia della stampa a caratteri mobili Ma cosa c’entra Vicovaro in tutto questo? Fra i tanti documenti che trattano il tema ce ne sono alcuni molto importati scritti a Venezia. L’autore di questi documenti è Marc’Antonio Coccio, detto Sabèllico, nostro illustre concittadino, professore di eloquenza in Udine (1475) e Venezia poi, dov’era conservatore della biblioteca di San Marco. Nel libro VIII, decade III della Storia Veneta, scritta per ordine del Senato e pubblicata nel 1486, scrive, parlando di Pasquale Malipiero, doge di Venezia dal 30 ottobre 1457 al 5 maggio 1462, in cui morì: “Alle altre felicità del suo principato s’aggiunse che allora per la prima volta la maniera di stampare i libri fu trovata in Italia: quell’invenzione stessa che si crede essere di un Germano (Gutenberg)” . Sempre il Sabèllico elogia un altro grande prototipografo Nicolas Jenson che perfezionò l’arte della stampa: “Ma dopochè coll’andar del tempo si furono stabilite in tutta l’Italia delle officine della divina arte, e con aperta emulazione si gareggiava fra gli operaj di ingegno e diligenza, Nicolao Jenson, che la città di Venezia ebbe in sorte, in cotal lode si lasciò addietro di gran lunga tutti gli altri”. I testi del Sabellico e le date riportate creano molta confusione sulla versione “ufficiale” e permettono di spostare l’invenzione dei caratteri mobili in Italia a 16 anni prima che venisse “importata” dalla Germania. Secondo una tradizione ancora non provata, fu proprio nel 1461 che Castaldi stampò due rari foglietti: Il responsorio di Sant’Antonio di Padova e l’Orazione alla Santa Sindone. Di sicuro Venezia coltivava contatti con l’estremo oriente dalla fine del 1200 e quindi non è 2/3 Vicovaro e la storia della stampa a caratteri mobili improbabile che notizie su queste tecniche siano giunte fino alla città lagunare… Se vuoi approfondire questo tema, le incongruenze delle datazioni ufficiali e conoscere le fonti da cui sono tratte queste informazioni: http://blog.giofugatype.com/?tag=stamperia http://www.melograno.net/talpanet/panfilo/fornari1.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Stampa_a_caratteri_mobili {jcomments on} 3/3